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STABILIZZAZIONE A CALCE
SEZIONI Titolo
0 gg/mm/aaaa
TITOLO INDICE
I SEZIONE I – STUDIO INIZIALE E DI LABORATORIO ............................................................... 4
I.1 PREMESSA ........................................................................................................................ 4
I.2 STUDIO TERRENO NATURALE........................................................................................ 4
I.2.1 CARATTERIZZAZIONE TERRENO PER STABILIZZAZIONE IN SITO ............................... 4
I.2.2 CARATTERIZZAZIONE TERRENI PROVENIENTI DA SCAVI ............................................ 4
I.2.3 CARATTERIZZAZIONE TERRENI GIA’ SCAVATI E ABBANCATI IN CUMULI .................. 4
I.3 PROGRAMMA INDAGINI E PROVE DI LABORATORIO .................................................. 5
I.3.1 FASE 1 – STUDIO DEI TERRENI NATURALI ...................................................................... 5
I.3.1.1 Attività di campo ........................................................................................... 5
I.3.1.2 Attività di laboratorio .................................................................................... 5
I.3.1.3 Documentazione indagine ........................................................................... 6
I.3.2 FASE 2 – STUDIO DELLE MISCELE TERRA/CALCE ......................................................... 6
I.3.2.1 Prove sulle tipologie di terreno naturale a seguito di ricostruzione per
quartatura: .................................................................................................... 6
I.3.2.2 Prove sulle miscele terra-calce destinate alla formazione del piano di posa
e del corpo rilevato....................................................................................... 7
I.3.2.3 Prove sulle miscele terra calce destinate alla formazione del piano di posa
del rilevato e del corpo rilevato .................................................................... 7
I.3.2.4 Documentazione finale ................................................................................ 8
I.3.3 INDICAZIONI DI DETTAGLIO DELLE ATTIVITA’ DI LABORATORIO ................................. 8
I.3.3.1 Preparazione delle tipologie di terreno omogene ........................................ 8
I.3.3.2 Prova di costipamento Proctor miscela terra “tal quale” .............................. 8
I.3.3.3 Prova di costipamento Proctor miscela terra-calce ................................... 10
I.3.3.3.1 Determinazione umidità dei campioni compattati ............................................................12
I.3.4 PROVA DI COMPRESSIONE SEMPLICE DELLA MISCELA TERRA/CALCE. ................. 12
I.3.5 PROVA CBR DELLA MISCELA TERRA-CALCE................................................................ 12
I.3.5.1 Indice di portanza CBR imbibito a 7 giorni (3gg di maturazione + 4 gg di
imbibizione). ............................................................................................... 13
I.3.5.2 Indice di portanza CBR imbibito a 28 giorni (24 gg di maturazione + 4 gg di
imbibizione). ............................................................................................... 13
I.3.5.3 Prova di immersione in acqua ................................................................... 13
I.3.5.4 Prova triassiale della miscela terra-calce .................................................. 13
II SEZIONE II – CAMPO PROVA .................................................................................................. 14
II.1 PREMESSA ...................................................................................................................... 14
II.2 DEFINIZIONE DELLA MISCELA DI PROGETTO ............................................................ 14
II.2.1 STUDI PRELIMINARI ....................................................................................................... 14
II.3 CARATTERISTICHE E TIPOLOGIE CAMPI PROVA ...................................................... 14
II.3.1 CALCE .............................................................................................................................. 15
II.4 MODALITA’ DI ESECUZIONE .......................................................................................... 15
II.4.1 ATTREZZATURE .............................................................................................................. 15
II.4.2 STOCCAGGIO CALCE ..................................................................................................... 16
II.4.3 OPERAZIONI PROPEDEUTICHE ALLA STESA DELLA CALCE ................................... 16
II.4.3.1 Controllo umidità ........................................................................................ 16
II.4.4 STESA DEL LEGANTE .................................................................................................... 17
I.1 PREMESSA
Il presente documento illustra le linee operative per lo studio e la gestione dei materiali provenienti da
scavo e stabilizzati a calce per la realizzazione di opere in terra, ed in particolare rilevati ferroviari e
strade di pertinenza ferroviaria.
Come specificato nel capitolato per strade non di pertinenza FS il progetto e dovrà essere approvato
dall’Ente proprietario che dovrà fornire analoghe specifiche tecniche sia per lo studio che per
l’esecuzione dei controlli.
Lo schema utilizzabile è quello a maglie e deve risultare rappresentativo di tutta l’area da trattare.
Raggiunta la profondità di progetto, si procede al prelievo di un campione, per ogni punto di prelievo, in
quantità sufficiente a permettere l’esecuzione di tutte le prove previste.
I campioni dovranno essere prelevati circa ogni 2.000 mq (circa 200-300 m) e quando si riscontra una
variazione significativa.
Qualora 2 pozzetti successivi evidenzino caratteristiche diverse di materiale dovranno essere eseguiti
ulteriori pozzetti con relativo prelievo del campione tra i 2 fino ad individuare la zona di passaggio.
Tali indagini dovranno consentire, inoltre, il prelievo di campioni rappresentativi di ogni litotipo,
potenzialmente utilizzabile per il trattamento con calce, in numero/quantità sufficiente all’esecuzione di
tutte le prove previste.
Tali terreni saranno comunque sottoposti, successivamente allo scavo e al deposito in cumuli omogenei,
alle verifiche relative alla loro classificazione (granulometria e limiti) e presenza di sostanze inibenti il
trattamento (solfati, sostanze organiche) in ragione di un campione ogni 4000 mc di terreno.
Tenendo conto che durante le lavorazioni il materiale dovrà essere nuovamente caratterizzato, per le
profondità maggiori i pozzetti potranno essere fatti in corso d’opera, con l’attenzione che le prove di
caratterizzazione (compreso il CIC e la proctor della miscela terra/calce) dovranno essere completate
prima della loro miscelazione
I campioni prelevati devono essere riposti in contenitori di plastica, immediatamente sigillati al fine della
conservazione dell'umidità del materiale stesso.
Nel dettaglio le prove che dovranno essere eseguite sul terreno naturale, volte alla definizione delle
seguenti caratteristiche fisiche e meccaniche, sono le seguenti:
u Le indagini di prima fase eseguite dovranno essere riportate in una planimetria e in un profilo nel quale
devono essere evidenziati sia il fondo scavo nonché il piano del ferro.
Alla relazione dovranno essere allegate le stratigrafie e la documentazione fotografica delle indagini di
campo eseguite (pozzetti, trincee, sondaggi).
Infine tutti i risultati dovranno essere riportati sia sulla planimetria che sul profilo, e in questi saranno
evidenziati i gruppi di terreno omogeneo.
Tale documentazione dovrà essere parte integrante della relazione sullo studio delle miscele.
Per lo studio delle miscele devono essere eseguite le prove per la verifica limiti di accettazione delle
miscele terra/calce attraverso le prove riportate nella tabella 18.6.3.2-2 del succitato Capitolato OO.CC.
RFI.
Successivamente, verificati che i risultati delle suddette prove soddisfano i limiti di accettabilità dovranno
essere eseguite le prove previste nelle tabelle 18.6.3.2-3 e 18.6.3.2-4 del Capitolato RFI.
La sintesi delle prove da eseguire sui terreni e sulle miscele terra/calce si riporta di seguito.
Prova di costipamento Proctor Modificata, con determinazione dell’umidità ottima (Wopt) – UNI
EN 13286-2;
Indice di portanza immediato (IPI) – UNI E 13286-47
Indice di portanza CBR imbibito – UNI E 13286-47 – (4gg imbibizione)
I.3.2.2 Prove sulle miscele terra-calce destinate alla formazione del piano di posa
e del corpo rilevato
Prova di costipamento Proctor Modificata, con determinazione dell’umidità ottima (Wopt) – UNI
EN 13286-2;
Indice di portanza CBR imbibito a 7 giorni, di cui i primi 3 di maturazione e gli ultimi 4 di
imbibizione – UNI EN 13286-47 (dovrà essere ≥ 20% per gli strati del piano di posa, ≥ 50% per
gli strati del corpo del rilevato, < 1% per il Rigonfiamento lineare)
Indice di portanza immediato (IPI) – UNI E 13286-47 (≥ 10)
Se le miscele che risultano conformi ai limiti sopra descritti dovranno essere sottoposte alle seguenti
ulteriori prove che hanno il compito di caratterizzare le miscele destinate alla formazione del piano di
posa e quelle per il corpo del rilevato.
I.3.2.3 Prove sulle miscele terra calce destinate alla formazione del piano di posa
del rilevato e del corpo rilevato
Nel caso in cui oltre al piano di posa si intenda costruire anche il corpo rilevato o il solo corpo rilevato ,
oltre alle prove precedentemente elencate devono essere eseguite le seguenti prove:
Indice di portanza CBR imbibito da misurare dopo 28 gg. di maturazione, con imbibizione negli
ultimi 4 gg. (UNI EN 13286-47);
Compressione semplice a 7 giorni di maturazione, su provini cilindrici con rapporto d/h=½, su
n° 3 campioni con diverso grado di umidità: Wopt, Wopt + 2%, Wopt – 2% (UNI EN 13286-41 -
UNI EN ISO/TS 17892-7);
Prova di immersione in acqua dopo 7 giorni di maturazione e 24h di immersione in acqua per
verificare l’avvenuta stabilizzazione (*);
Compressione semplice a 28 giorni di maturazione, su provini cilindrici con rapporto d/h=½, su
n° 3 campioni con diverso grado di umidità: Wopt, Wopt + 2%, Wopt – 2% (UNI EN 13286-41 -
UNI EN ISO/TS 17892-7);
Prova di taglio in cella triassiale CID su 3 provini, a 28 gg. di maturazione (AGI 1994- UNI CEN
ISO/TS 17892-9) solo per terre destinate alla formazione del corpo del rilevato.
Qualora si intenda ridurre i tempi per la scelta della miscela da testare nel campo prova, dopo la prova
di immersione, possono essere eseguite le seguenti prove (**):
(**) Se il campione rimane integro la stabilizzazione è avvenuta, lo studio può continuare e dovranno
essere eseguite le prove previste a 28 gg, ma come detto, essendo la cementazione un processo
irreversibile, la scelta delle miscele può avvenire e quindi il campo prova può essere avviato.
Qualora si intenda procedere con il campo prova prima dell’esecuzione delle prove a 28gg dovrà essere
emessa una relazione intermedia con i risultati delle prove eseguite a quella fase.
In particolare, oltre all’indicazione dell’ubicazione, delle attrezzature che saranno utilizzate (che saranno
le stesse previste per la produzione) e delle operazioni da eseguire, dovrà essere eseguita una risk-
analysis e dovranno essere indicate le azioni che andranno intraprese per la loro soluzione.
Questo partendo dalla considerazione che la norma richiede almeno 5 campioni, ma specifica anche la
frequenza nell’intorno dell’optimum dovrebbe essere di 3 o 4 campioni tra 0,8 e 1,2 per (nota 2 cap. 6.4
UNI EN 13286-2)
Il campione avrà quindi un peso iniziale asciutto che è funzione delle dimensioni delle particelle della
miscela. Qualora la granulometria della miscela omogenea confermerà le dimensioni delle particelle dei
campioni di terreno che l’hanno generata, e nello specifico: Miscela X campioni (NP.. -NP….) per la
definizione dello stampo di tipo A o B (norma UNI 13286-2).
I punti percentuali d’acqua da aggiungere ad ogni provino di terreno asciutto saranno individuati e
distribuiti con il seguente criterio.
Usufruendo delle informazioni acquisite in merito ai valori ottimali di umidità di prove di costipazione
Proctor eseguite su terreni similari e provenienti dallo stesso cantiere, è possibile in modo preliminare
ipotizzare il valore atteso dell’umidità ottima della miscela circa del xy%. Pertanto, si confezioneranno
almeno 5 provini dei quali n°1 con percentuale d’acqua prossima all’ottimo atteso, n°2 ad intervalli
inferiori del 3% e del 6% rispetto all’umidità ottima prevista e n° 2 ad intervalli superiori del 3% e del 6%
rispetto all’umidità ottima. Ciò nell’intento di individuare almeno due punti nel ramo ascendente della
curva di costipamento e due punti nel ramo discendente della stessa. Gli step dei valori di umidità
adottati saranno comunque da confermare nel corso delle prime prove. L’acqua dovrà essere aggiunta
mediante uno spruzzatore in modo da distribuirla in maniera uniforme sulla superficie della miscela che
dovrà essere man mano omogeneizzata.
Completata la compattazione di ciascun provino, si procederà al calcolo della densità secca “teorica”
utilizzando nel calcolo le percentuali d’acqua immesse nei provini. Ciò consentirà di verificare con buona
approssimazione la correttezza dell’ipotesi circa l’umidità ottima. Qualora ciò non fosse verificato, si
procederà ad estendere il campo di osservazione introducendo ulteriori provini con percentuale d’acqua
crescente o decrescente (2-3%) rispetto a quelli utilizzati. Si procederà quindi a completare la prova con
l’asciugatura dei provini compattati in forno a 110° + 5 ° C, secondo la norma UNI EN 1097-5. I provini
dovranno essere lasciati ad asciugare in forno per 12 ore al fine di ricavare l’umidità ottima “reale” e la
corrispondente densità secca. La pesata secca dei provini, estratti dal forno a seguito di asciugatura,
dovrà essere controllata con cadenza regolare più volte per avere la certezza che il valore misurato sia
costante. Infine, per migliorare l’accuratezza del test, nella regione prossima al valore dell’umidità
ottimale, si procederà ad introdurre ulteriori provini con valori tra ±2% del valore dell’umidità ottima in
modo da disporre di almeno 3 punti in tale intervallo. I singoli provini di terreno, dopo la miscelazione
con la percentuale d’acqua prevista, dovranno essere riposti in sacchetti di plastica chiusi
ermeticamente, apponendo su di essi l’indicazione della miscela e il valore del contenuto percentuale
di acqua. I provini confezionati dovranno essere conservati a riposare per 2-3 ore nel settore delle
miscele a temperatura costante.
E’ consigliabile che le attività della singola prova siano eseguite lo stesso giorno e di seguito un esempio
saranno così scandite temporalmente:
Il confezionamento potrà iniziare nelle prime ore della giornata lavorativa e completata la miscelazione
con acqua dell’ultimo provino, si eseguiranno le prove di compattazione con lo stesso ordine di
preparazione degli stessi.
Confezionamento:
Costipamento
Come detto gli orari lavorativi sono puramente indicativi e saranno decisi dagli operatori che eseguono
la prova, rimane importante avere una organizzazione e un’omogeneità nell’organizzare la prova.
Dopo aver graficizzato questi dati e aver eseguito un’analisi critica dei risultati potrà seguire la fase di
raffittimento dei punti nella regione dell’umidità ottimale per migliorare l’accuratezza del test.
La fase di raffittimento seguirà, chiaramente, le stese modalità descritte per la prima fase.
Il terreno dovrà essere asciugato in stufa alla temperatura di 45°-50° C. Successivamente dovrà essere
ridotto in polvere per eliminare la presenza di flocculi argillosi e/o l’aggregazione colloidale di particelle.
A tal fine, il terreno asciutto potrà essere in prima fase disgregato passato nel frantoio e
successivamente, in funzione della pezzatura ricavata, potrà essere pestato con martello in gomma e/o
passato nel macchinario Los Angeles allo scopo di ottenere una granulometria fine e omogenea.
Ad ogni provino di terreno asciutto e polverizzato dovrà essere aggiunta la percentuale di calce prevista
per quella determinata miscela, eseguendo un’energica miscelazione terra/calce in una miscelatrice
meccanica per la durata di cinque minuti.
I punti percentuali d’acqua da aggiungere ad ogni provino della miscela terra/calce saranno individuati
e distribuiti con il seguente criterio.
Nella fase iniziale si confezioneranno 5 provini di cui n° 1 con percentuale d’acqua prossima all’ottimo
atteso, n° 2 provini ad intervalli inferiori del 2% e 4 % del valore ottimale ipotizzato, n° 2 ad intervalli
superiori del 2% e del 4% rispetto all’ottimo. Ciò nell’intento di individuare 2 punti nel ramo ascendente
della curva di costipamento e 2 punti nel ramo discendente della stessa.
Il valore dell’umidità ottimale atteso, in prima battuta, dovrà essere stimato più alto di circa 2% del valore
ottimale della miscela terra naturale. Tali valori di umidità ipotizzati e i relativi intervalli dovranno essere
confermati nel corso delle prime prove e, ove opportuno, si dovrà procedere ad una variazione degli
stessi al fine di ricavare una curva di compattazione che rispetti i criteri sopra citati.
Tenendo conto che l’idratazione della calce avviene con una reazione esotermica nonché processi
chimici che ne riducono quella libera, il peso iniziale di acqua da inserire in ogni provino dovrà essere
corretto aggiungendo un punto percentuale in peso riferito alla terra asciutta al fine di compensarne la
perdita e mantenere i valori teorici programmati. Tale valore di percentuale di acqua aggiunta dovrà
essere verificato in base ai risultati delle prime prove.
Tenendo conto che i tempi di asciugatura possono essere lunghi e che le reazioni che si sviluppano
nella miscela terra/calce “consumano” acqua è opportuno che una porzione di terreno prima dell’inizio
della compattazione sia messo ad asciugare velocemente, in modo da “valutare” l’umidità reale al
momento della prova. Completata la compattazione di ciascun provino, si procederà al calcolo della
densità secca “teorica” utilizzando nel calcolo la percentuale d’acqua del campione asciugato. Qualora
non fosse chiaramente individuata l’umidità ottimale, si procederà ad estendere il campo di
osservazione introducendo ulteriori provini con percentuale d’acqua crescente o decrescente (2%)
rispetto a quelli utilizzati.
Infine, per migliorare l’accuratezza del test, nella regione prossima all’umidità ottimale si procederà ad
introdurre ulteriori provini con valori tra ±2% dell’umidità ottima in modo da disporre di almeno 3 punti in
tale intervallo.
Meramente a titolo di esempio, se l’umidità ottimale del terreno naturale è intorno al 12 % è prevedibile
che l’umidità ottimale della miscela terra/calce sia tra il 13% e 14%, in questo caso si partirà con miscele
con contenuto di umidità del 9% e si procederà con successivi punti con incrementi del contenuto
d’acqua con step del 2% (si utilizzeranno pertanto le percentuali: 9%, 11%, 13%, 15% e 17%).
L’acqua dovrà essere aggiunta mediante uno spruzzatore in modo da distribuirla in maniera uniforme
sulla superficie della miscela che dovrà essere man mano omogeneizzata. I singoli provini di terreno,
dopo la miscelazione con la percentuale d’acqua prevista, dovranno essere riposti in sacchetti di plastica
chiusi ermeticamente, apponendo su di essi l’indicazione della miscela, il contenuto di calce e il valore
del contenuto percentuale di acqua. I provini confezionati dovranno essere conservati a maturare per
circa 15 ore (tutta la notte) nel settore delle miscele in camera climatizzata a temperatura costante di
20° C (V. planimetria n° 31).
• confezionamento e maturazione
Gli orari lavorativi sono puramente indicativi e saranno determinati dal laboratorio in funzione della
propria organizzazione, ma devono essere osservate le seguenti prescrizioni:
Il tempo tra la miscelazione e la compattazione dei singoli campioni deve essere costanti e
sufficienti affinchè il processo di idratazione sia completo. I tempi precedentemente indicati
(preparazione il pomeriggio e compattazione la mattina successiva) nascono dell’esperienza di
vari lavori.
La fase di raffittimento verrà sviluppata secondo questi criteri come nel caso del terreno naturale.
Al momento dell’inizio della formazione del primo strato nella fustella per iniziare la
compattazione una frazione del campione (possono essere sufficienti 100 gr) viene messa in
un vassoio metallico e si procede come previsto dalla norma EN 1097-05.
Essendo il materiale sciolto il processo sarà veloce e prossimo al valore reale dell’umidità al
momento della compattazione.
Per esperienza si è verificato che procedendo come previsto della norma emerge che l’umidità
ottimale risulta essere inferiore di quella naturale di circa il 2 %, ovvero circa il 4% dell’optimum
della miscela terra/calce.
Si tenga conto che questa carenza di acqua può influire negativamente sulla compattazione e
l’addensamento della miscela terra/calce nonché sullo sviluppo delle reazioni pozzolaniche.
In fase di confezionamento dovranno essere preparati più provini di quelli occorrenti per le prove in
modo da avere a disposizione dei campioni di riserva da utilizzare qualora emergessero anomalie nei
risultati ricavati oppure ci si accorgesse che i provini durante la stagionatura presentano delle
disomogeneità e/o crepature.
Pertanto per ogni provino da testare dovrà essere preparato un provino di riserva.
La prova per definire l’indice di portanza immediato (IPI) dovrà essere eseguita subito dopo la
compattazione del provino nello stampo CBR. Il provino sarà compattato ed entro 30 minuti dal
confezionamento sarà sottoposto alla prova IPI.
I provini che necessiteranno di stagionatura prima di eseguire la prova di portanza saranno trattati nel
seguente modo:
Qualora invece il campione si sciolga, certificando che non c’è stabilizzazione, le prove saranno sospese
e dovrà essere analizzato quanto eseguito per capire cosa non ha funzionato.
II.1 PREMESSA
Lo scopo della presente linea guida è quello di fornire le indicazioni per definire le modalità di sviluppo
del campo prova e successivamente per la costruzione delle opere, compresi i controlli nonché le
specifiche minime delle attrezzature da utilizzare in funzione delle opere da realizzare e le produzioni
attese.
La terra stabilizzata a calce è una miscela composta da una terra, calce viva ed acqua, in quantità tali
da modificare le caratteristiche fisico-chimiche e meccaniche della terra, onde ottenere una miscela
idonea per la formazione di strati che, dopo costipamento, risultino “cementati” con adeguata capacità
portante e stabili all’azione dell’acqua e del gelo.
I contenuti del presente documento sono conformi al Capitolato Generale Tecnico di Appalto Sezione
18 “Utilizzo di aggregati riciclati e trattamenti con calce per opere in terra”, con integrazioni operative
per quel che riguarda le modalità operative in cantiere.
Pertanto, quanto riportato di seguito sono ulteriori specificazioni mirate ad ottenere standard di
lavorazioni elevati, in grado di garantire sempre il soddisfacimento dei requisiti di qualità richiesti dal
succitato Capitolato d’Appalto.
Tale pratica sarà da applicare sia a tutti i materiali di tipo limo-argilloso con indice di plasticità di norma
superiore a 10; sia terreni piroclastici e argillitici.
Prima dell’inizio del campo prova l’esecutore dovrà emettere, per approvazione da parte della DL, una
nota metodologica su come intende sviluppare le lavorazioni.
Essendo le finalità del campo prova, come detto in precedenza, quello di definire le modalità operative
per le lavorazioni, qualora siano presenti più esecutori ognuno di questi dovrà sviluppare un proprio
campo prova per ogni miscela da utilizzare in opera.
Analogamente se il campo prova viene eseguito da un soggetto diverso da quello che successivamente
eseguirà le lavorazioni, prima del loro inizio dovrà essere ripetuto.
il ɣ del terreno naturale da utilizzare per il calcolo della quantità di calce da aggiungere
Le planimetrie e le sezioni sono riportati nelle figure 18.6.3.3-1 e 18.6.3.3-2 del Capitolato Generale
Tecnico di Appalto.
Nel caso in il piano di posa fosse eseguito con materiale tradizionale, chiaramente valgono solo le
prescrizioni per il corpo del rilevato.
II.3.1 CALCE
La calce da impiegare per il trattamento di stabilizzazione dovrà essere, preferibilmente, di tipo CL90
(Ossido di calce CaO) conforme alla norma UNI EN e dovrà rispettare i requisiti di cui al Capitolato
Tecnico di Appalto e dovrà essere la stessa utilizzata per lo studio preliminare di laboratorio.
Alla relazione metodologica dovrà essere allegato il DOP e il certificato di marchiatura CE, nonché le i
tabulati delle prove eseguite per certificare la costanza delle caratteristiche del prodotto.
II.4.1 ATTREZZATURE
Per il trattamento di stabilizzazione a calce sarà da prevedersi il seguente treno di mezzi che saranno
da prevedersi nella realizzazione dello strato di rilevato:
• Stabilizzatrice Pulvimixer con potenza tale da permettere uno spessore di fresatura di 50 cm.
Stabilizzatrici con profondità minori di fresatura potranno essere accettati per lo svolgimento del
campo prova e per volumi di produzione ridotti, come sarà meglio specificato per la fase di
costruzione. La stabilizzatrice dovrà essere predisposta per il collegamento con l’autobotte
dell’acqua e dovrà essere attrezzata con idonea barra spruzzatrice per l’eventuale aggiunta di
acqua. La gestione di questo processo dovrà essere automatizzata, pertanto la macchina dovrà
essere dotato di software idoneo che, una volta inseriti la percentuale di acqua da aggiungere,
calcolerà l’acqua da immettere in funzione della profondità e della velocità di avanzamento. Tale
sistema dovrà essere opportunamente tarato da personale specializzato e dovrà essere emesso
idoneo certificato che dovrà essere allegato alla documentazione della relazione metodologica. Il
certificato non dovrà avere una data superiore a 1 anno.
• Greader o dozer attrezzati con strumentazione Gps per il controllo della lama
• Rullo ferro/gomma vibrante liscio con massa d’esercizio superiore a 16 tonnellate o in alternativa
rullo gommato con massa di esercizio superiore a 20 tonnellate;
• Rullo ferro/gomma vibrante con padfoot (piede di montone) con massa superiore a 16 tonnellate;
Le schede tecniche dei mezzi che si prevede dovranno essere allegate alla nota metodologica.
Nel rispetto del Capitolato dovranno essere eseguite delle prove di controllo previste dalla norma UNI
EN 14227-22 almeno ogni 1.000 tonnellate.
Situazione particolari come temperature molto elevate e/o distanze notevoli tra il campo di
stabilizzazione e i rilevati in costruzione potranno richiedere un contenuto di acqua anche maggiore
rispetto a quello precedentemente indicato, pertanto dovrà essere attivata una procedura per
determinare questa necessità. Tale argomento sarà esaminato più avanti nell’analisi dei rischi.
Il controllo dell’umidità ne terreno dovrà avvenire con il metodo della doppia pesata:
Il campione sarà costituito da più contributi prelevati da più punti, a varie profondità del materiale
da trattare, in modo da avere un campione rappresentativo di tutto lo strato;
Successivamente si procederà alla fase di essiccazione per mezzo di bruciatura (con alcool, su
fornello, ecc.);
Si continuerà poi con l’asciugatura e dopo 10-15 minuti si eseguirà la seconda pesata. Se il
peso è rimasto costante il processo di asciugatura sarà completato, in caso contrario si
continuerà fino a che il peso di 2 pesate successive non rimane costante
Il rapporto tra il valore dell’ultima pesata e quello originario del campione rappresenta l’umidità
(%) del terreno naturale.
Come detto l’umidità del terreno naturale dovrà essere superiore a quella ottimale della miscela
terra/calce di circa 2 punti percentuali per permettere la corretta idratazione della calce, più
quella che potrà essere persa nelle varie fasi per evaporazione.
Qualora la quantità di acqua risulti maggiore a questa, per cercare di abbassate il tenore in acqua del
terreno, si procederà alla fresatura ed all’arieggiamento dello stesso.
Qualora invece l’umidità del terreno naturale abbia un valore di umidità inferiore rispetto a quello
richiesto, si procederà alla umidificazione mediante utilizzo di spruzzatori montati sul pulvimixer:
L’aggiunta di acqua dovrà avvenire tramite la macchina in modalità “automatica”. Infatti, avendo
impostato la densità del terreno da trattare in kg/mc, la percentuale di acqua da aggiungere e
la velocità di avanzamento; in automatico la fresa eseguirà i calcoli ed aggiungerà i litri di acqua
necessari attraverso una pompa e ugelli di spruzzatura;
Come detto tale attrezzatura dovrà essere munita di idoneo certificato, ma per sicurezza,
durante il campo prova, dovrà essere verificato, con la stessa procedura precedentemente
descritta, che dopo l’aggiunta il valore dell’umidità del terreno è quello previsto.
Il dosaggio espresso in kg/mq dovrà essere verificato pesando il contenuto della calce caduta in un
contenitore in metallo dalle dimensioni di circa 0,50x0,50x0,05 m
La quantità (Q) di calce in kg da stendere per ogni m2 di superficie si calcola nel seguente modo:
Q = δ x (c/100) x s
dove:
Nella fase di stesa del legante l’operatore farà attenzione a sovrapporre le due strisciate affiancate in
maniera tale da garantire che la calce sia correttamente dosata su tutta la superficie da trattare
(sovrapposizione =10÷20 cm).
La stesa della calce deve avvenire per singole strisciate; la macchina spandicalce deve precedere di
qualche metro la fresa,ciò al fine di non lasciare calce libera sul campo di stabilizzazione.
II.4.5 MISCELAZIONE
Subito dopo la stesa del legante si procederà alla miscelazione con Pulvimixer.
La fresatura dovrà continuare fin quando la miscela terra-calce garantirà un passante ai setacci pari a
quello previsto da capitolato; il numero di passate sarà quindi in funzione della tipologia delle terra e
dell’umidità intrinseca.
La miscelazione dovrà essere eseguita quindi procedendo con avanzamenti longitudinali (strisciate) ad
andamento costante e con una velocità tale da garantire la corretta polverizzazione per tutto lo spessore
dello strato e l’assenza di strisce di calce non amalgamata nel terreno.
prescritto dal capitolato, dovrà risulte esente da residui in zolle e totalmente passante al setaccio da
31.5 mm per il 100% e almeno al 70% con il setaccio da 5.6mm.
Il carico dovrà avvenire per mezzo di escavatore cingolato con benna raschia fanghi.
Il materiale sarà steso per tutta la larghezza del rilevato facendo in modo che lo spessore dello strato
reso sia pari a 30 cm.
Come previsto dal capitolato la compattazione potrà iniziare trascorse circa 2 ore dalla miscelazione e
prima dell’inizio dovrà essere verificato che l’umidità del materiale trattato sia prossima all’umidità
ottimale.
Se l’umidità del materiale risulta inferiore rispetto l’ottimale di costipamento il materiale dovrà essere
rimosso e riportato in campo di stabilizzazione per correggere l’umidità aggiungendo acqua secondo le
modalità precedentemente descritte.
Verificata che l’umidità sia idonea si procede con la compattazione del materiale secondo lo schema di
rullatura definito.
Per il piano di posa Il valore di Md calcolato nell’intervallo 0,05 - 0,15 MPa dovrà sempre risultare
maggiore di 20,0 Mpa.
Per gli strati del corpo del rilevato Il valore di Md calcolato nell’intervallo 0,15 – 0,25 MPa dovrà sempre
risultare maggiore di 40,0 Mpa.
sia per il piano di posa che per gli strati del corpo del rilevato dovrà risultare sempre maggiore del 95%.
Seppure il capitolato preveda che le prove che interessano il solo piano di posa terminano a 7 gg e se
i risultati sono positivi le lavorazioni per questa parte d’opera possono iniziare, ma la certezza che la
stabilizzazione è avvenuta si ha solo dopo la prova triassiale del campione che ha subito i cicli di
immersione in acqua.
Se dovesse verificarsi che il campione si “scioglie” le lavorazioni devono essere interrotte, il materiale
rimosso e dovrà essere analizzato il motivo per cui non si è avuta la cementazione del materiale.
Come detto in precedenza, recenti esperienze hanno evidenziato come le reazioni pozzolaniche
partono immediatamente pertanto a pochi giorni dalla compattazione sono già visibili e certificabili gli
effetti, pertanto per avere certezza del funzionamento della stabilizzazione già a 7 giorni è sufficiente
prelevare dei campioni mediante perforazione immergendoli in acqua per almeno 48 ore.
Pertanto, prima di avviare le lavorazioni e comunque più in generale a guadagno di tempo, così come
per lo studio di laboratorio sarà opportuno verificare che la cementazione sta avvenendo così come per
il laboratorio eseguire la prova di immersione in acqua e su questi campioni una prova triassiale CD.
Chiaramente questa prova permette l’avvio delle lavorazioni in sicurezza, mentre proseguiranno le altre
prove previste dal capitolato, necessarie per la redazione della relazione finale.
II.5.1.1 Vento
In caso di forte VENTO (che possa spostare e sollevare la calce) e comunque maggiore di 5 mt/sec;
l’attività di stesa e di fresatura una volta completate saranno sospese. Si procederà comunque al
completamento del processo di rullatura.
La ripresa delle attività potrà riprendere solo quando si sia attenuato il fenomeno.
Per la rilevazione della velocità del vento, dovrà essere istallato in prossimità dell’area in cui è previsto
lo spandimento del legante, un anemometro provvisto di allarme.
II.5.1.2 Pioggia
Premesso che è buona regola non iniziare nessuna lavorazione in caso di minaccia di pioggia,
comunque in caso di pioggia improvvisa lavorazioni dovranno essere sospese.
Se la ripresa delle lavorazioni avviene entro le 12 ore dovranno essere messe in campo procedure
appropriate di seguito descritte.
Alla ripresa delle lavorazioni, entro le 12 ore, nel tratto dove è già stata interrata la calce si procederà
alla verifica dell’umidità del materiale, e si completerà il processo secondo le modalità previste.
Laddove la calce non era ancora interrata sarà verificata l’umidità del materiale e si procederà secondo
le modalità previste.
Alla ripresa delle lavorazioni si procederà alla verifica dell’umidità sul tratto fresato e se superiore a
quella ottimale di costipamento si dovranno attivare tutte le procedure previste per la sua riduzione
compreso lo spandimento di una quantità di ossido di calcio pari al 1,50% sul peso a secco del materiale
da trattare e successiva miscelazione con pulvimixer.
Se le attività riprenderanno oltre le 12 ore e comunque entro 24 ore dopo la verifica dell’umidità e le
attività previste per una sua eventuale riduzione dovrà essere, comunque, aggiunta una quantità di
ossido di calce pari all’1,5 % sul peso secco del terreno.
Se le attività riprendono dopo le 24 ore la miscela terra/calce dovrà essere miscelata a terreno vergine
e trattato come terreno naturale.
Se l’umidità risulta maggiore del 2% dell’ottimale la miscela terra/calce già stesa sul rilevata dovrà
essere rimosso, riportato al campo di stabilizzazione e si dovrà procedere con le procedure previste
compresa l’aggiunta di un 1,5% di ossido di calce (rispetto al peso secco del terreno).
La rimozione può essere evitata se è possibile lavorare il terreno insito.il materiale maggiore si
procederà con lo spandimento di una quantità di ossido di calcio pari al 1,50%.
Se le riprese delle attività avverranno essere dopo le 24 ore il materiale trattato rimosso dovrà essere
mescolato con terreno vergine e a questo equiparato, con la stabilizzazione secondo le procedure dette
in precedenza.
III PRODUZIONE
III.1 PREMESSA
Come premesso nella relazione finale dello studio saranno riportate le modalità esecutive di dettaglio
delle lavorazioni messe a punto e sperimentate durante il campo prova.
Di seguito alcune prescrizioni aggiuntive e azioni che dovranno essere messe a punto per garantire la
qualità richiesta del prodotto finale.
Dal momento che normalmente è impossibile fresare il materiale sui rilevati è opportuno che l’umidità
della miscela terra/calce in partenza dal campo di stabilizzazione sia tale che al momento della
compattazione sia prossima a quella ottimale.
In queste situazioni è opportuno registrare l’umidità durante le varie fasi e più volte al giorno.
Il materiale di risulta dalla successiva riprofilatura potranno essere nuovamente riutilizzati, miscelati al
terreno naturale e successivamente riutilizzati.
Ma l’esperienza di questi anni ha evidenziato come alcune prove aggiuntive e in alcuni casi qualitative
certificano la bontà della stabilizzazione.
I campioni, prelevati in pozzetti, per essere significativi dovranno essere costituiti da più contributi, in modo da
essere rappresentativi del terreno indagato.
III.4.2 CALCE
Oltre alle prove previste dal capitolato è opportuno eseguire con maggiore frequenza:
Tenore in CO2
Reattività
Contenuto in Magnesio
Qualora l’umidità ottimale dovesse risultare diversa, il valore ottenuto sarà utilizzato come nuovo
riferimento.
Per avere la certezza può essere sufficiente prelevare un campione dopo 7 gg dalla compattazione ed
immergerlo in acqua per 48 ore.
In questo caso le lavorazioni dovranno essere sospese, dovrà essere predisposto un piano di
campionamento per verificare lo stato globale del rilevato e gli strati non cementati dovranno essere
chiaramente rimossi.
Prima della ripresa delle lavorazioni dovrà essere verificato cosa non ha funzionato e dovranno essere
presi tutti i provvedimenti del caso, compreso il rifacimento dello studio.
III.5 SUPERCOMPATTATO
Nella sezione tipo del rilevato stabilizzato a calce il Capitolato prevede che sia posti in opera 2 strati di
supercompattato e il primo strato, che ha lo scopo di proteggere il materiale compattato, deve essere
messo in opera immediatamente dopo il completamento dello strato.
In caso contrario l’ultimo strato, così come tutti gli altri in caso di interruzione delle lavorazioni, dovrà
essere protetto con sabbia.