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Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2004 - IARG 2004

Trento, 7-9 luglio 2004

STABILIZZAZIONE DI UN PENDIO IN ARGILLE VARICOLORI


MEDIANTE RIMODELLAMENTO E PARZIALE SOSTITUZIONE
DEL CORPO DI FRANA

Massimo Ramondini e Luigi Caserta


Dipartimento di Ingegneria Geotecnica, Università di Napoli Federico II
ramondin@unina.it
caserta_luigi@libero.it

Sommario

La presente comunicazione riassume i risultati di una ricerca, svolta con finanziamenti Murst-Prin e
GNDCI, coordinata dal prof. ing. A. Pellegrino, riguardante la stabilizzazione di una frana di grandi
dimensioni. L’intervento consiste nel rimodellamento e nella parziale sostituzione del corpo di frana. Il
pendio in questione è sotto osservazione dal 1985; recentemente è stata sviluppata la modellazione
geotecnica del problema sulla base dei dati raccolti e dei comportamenti osservati.

Descrizione dei luoghi


L’area oggetto di studio è ubicata nella valle del F. Sele (SA), in un ambiente geologico tipico
dell’Appennino Meridionale, caratterizzato da ampi affioramenti di Argille Varicolori
interessate da frequenti ed importanti fenomeni franosi.
Negli anni 1984÷1990 fu realizzata una strada a scorrimento veloce che ha richiesto numerosi
interventi di stabilizzazione dei pendii interessati dal tracciato stradale. Nel tratto in esame, la
strada corre a breve distanza dal fiume e poggia su di un rilevato di altezza fino a 4.5 m. In
fase di progetto, per la stabilizzazione del pendio, fu previsto l’abbassamento della falda
mediante aste drenanti infisse da 6 pozzi con fondo a 7 m dal piano campagna.
Dopo la realizzazione del rilevato e della sovrastruttura stradale fu osservata la presenza di
una serie di piccoli dissesti e l’apertura di fratture al suolo che delimitavano un grosso corpo
di frana della estensione di circa 4 ha. Una seconda campagna di indagini, con rilievi
geologico e morfologico su di un’area molto più estesa del pendio a monte della frana e con
sondaggi a maggiore profondità, permisero di riconoscere che il rilevato poggiava sul piede
di una enorme paleofrana, i cui caratteri morfologici superficiali erano stati in gran parte
obliterati. Le condizioni di stabilità erano già estremamente precarie e la frana fu
completamente riattivata dalla realizzazione del rilevato stesso.
Vennero prese in esame differenti soluzioni per l’intervento di stabilizzazione: per motivi di
carattere tecnico ed economico si decise di asportare parte del corpo di frana (127.000 m3 dei
700.000 m3) nella zona di valle ed in corrispondenza della fascia stradale, e sostituirlo con un
rilevato di maggiori dimensioni (circa 314.000 m3) costituito da materiale di elevata
permeabilità (v. fig. 1).L’intervento fu realizzato tra il settembre 1997 e l’aprile 1999
mediante scavi a sezione obbligata, della lunghezza di 25÷30 m e rapida posa in opera del
materiale a grana grossa costituente il rilevato.
Terminato l’intervento è stata proseguito il monitoraggio già in corso da circa 6 anni, ai fini
del collaudo dell’opera. Dal 2001 il Dipartimento di Ingegneria Geotecnica dell’Università di
Napoli Federico II si è assunto l’onere di proseguire il monitoraggio tenuto conto
dell’interesse tecnico-scientifico del caso in esame.

M. Ramondini e L. Caserta
Incontro Annuale dei Ricercatori di Geotecnica 2004 - IARG 2004
Trento, 7-9 luglio 2004

6
4 2
a) Inclinometro (I)
FOSSO A

N
I6 Piezometro Casagrande
TRIN
TRIN
CEA TRINC
con presa al di sotto del
CEA DRE EA DR
rilevato (PC)+
DRE NAN ENAN
N ANT
12
TE "B
"
10 TE "A"
E "C
" piezometro a tubo
Lioni
aperto con presa nel
materiale del rilevato
rsi (TA)
Contu
9 I5
I3 7 I1
MURO DI CONTRORIPA 8
Piezometro Casagrande
con presa al di sotto
del rilevato (PC)
6
Piezometro a tubo
4 aperto con presa nel
materiale del rilevato
I4 (TA)
I2 I7
Picchetto per il
monitoraggio del pendio
C e del rilevato
1

6 4 Pozzo con aste drenanti


costruito nel 1987
2
0 20 40 60 80 100 m

250 Piano di
campagna
b)
Quote (m s.l.m.)

240
B preesistente
230 C B
C B
220 B C rilevato
C
B B D
210
5a 5a
Fiume Sele
200 2b 2a
2b
190 2b

180 175.00
SEZIONE 6-6'
0 10 20 30 40 50 m

Fig. 1 – Planimetria (a) e sezione (b) del pendio dopo la realizzazione del rilevato stabilizzante.

Osservazioni relative al monitoraggio


La campagna di monitoraggio ha previsto essenzialmente la misura delle pressioni neutre nel
sottosuolo e degli spostamenti superficiali e profondi. Per quanto riguarda le pressioni neutre
nella fig. 2 è riportato l’andamento nel tempo delle quote piezometriche in alcune verticali
rappresentative, rispettivamente prima e dopo la realizzazione dell’intervento di
stabilizzazione. Dal confronto risulta che nella zona dell’intervento la quota piezometrica nel
terreno 4c si è attestata al letto del rilevato stabilizzante, circa 2 m sotto il vecchio livello
invernale e l’escursione stagionale è molto ridotta, a conferma del sensibile abbassamento
della falda nel corpo di frana provocato dal rilevato, che ha avuto sia un effetto meccanico che
drenante.

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Fig. 2 – Confronto fra le misure


piezometriche prima e dopo la
realizzazione degli interventi.

Passando al monitoraggio degli spostamenti (v. fig. 3) gli inclinometri ubicati in prossimità
della strada, prima della realizzazione dell’intervento, avevano registrato spostamenti dell’
ordine di 3 cm in circa 6 mesi di osservazione.
Dopo l’intervento in circa 4 anni si sono registrati spostamenti di circa 2 cm. E’ evidente,
quindi, l’efficienza dell’opera realizzata la quale ha inibito il ripresentarsi di dissesti sulla
carreggiata stradale.
a) a) b)

Fig. 3 – Confronto fra le deformate lungo la verticale (a) e gli spostamenti alla testa degli inclinometri (b) prima e
dopo la realizzazione degli interventi.

Modellazione
Con la modellazione eseguita si è inteso quantificare lo sviluppo dei meccanismi di rottura ed
interpretare in maniera univoca i dati del monitoraggio.
Il caso descritto è stato modellato agli elementi finiti, in condizioni 2D, mediante un codice di
calcolo commerciale (Plaxis).
La geometria della sezione longitudinale rappresentativa è stata estesa sino a 60 m di
profondità dal fondo dell’alveo del fiume.
Le condizioni cinematiche al contorno consistono in: spostamenti del fondo impediti;
spostamenti orizzontali della formazione di base impediti sui contorni verticali di monte e di
valle. Viceversa per la frontiera di monte del corpo di frana sono stati imposti, in alcune fasi,
gli spostamenti orizzontali misurati.
Per le condizioni idrauliche risultano nulle le pressioni interstiziali nelle alluvioni (via di
drenaggio preferenziale) e nelle altre formazioni la distribuzione è supposta idrostatica con il
fondo impermeabile.
Si è adoperato per i terreni argillosi della formazione di base (2b) e del corpo di frana (4c) il
modello costitutivo Cam Clay modificato, mentre per le alluvioni (5a) ed i terreni del rilevato
(Ril) si è impiegato un modello elasto-plastico, con criterio di rottura di Mohr-Coulomb.
Il calcolo è stato suddiviso in fasi a partire dalla ricostruzione dello stato tensionale in sito, in
cui sono stati imposti i valori dei coefficienti k0 elaborati da prove pressiometriche.
Lungo la superficie di scorrimento esistente, individuata come contatto tra il terreno 4c ed i
terreni sottostanti, sono stati collocati elementi di interfaccia, caratterizzati da resistenza
residua e modesta rigidezza tagliante.
Il monitoraggio ha messo in luce che il pendio a monte della strada è ancora in lento

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Trento, 7-9 luglio 2004

movimento, così come era lecito attendersi. Pertanto la fase successiva al consolidamento è
stata analizzata imponendo nella sezione di monte della mesh esaminata gli spostamenti
realmente registrati in sito.
Dall’analisi dei risultati delle analisi numeriche si evince che il pendio era in condizioni di
precaria stabilità già in condizioni naturali (FS=1,05). Inoltre si osserva, in seguito
all’intervento di stabilizzazione, un notevole aumento del coefficiente di sicurezza sino a
1,65 (v. fig. 4). Ciò è in pieno accordo con le analisi di stabilità all’equilibrio limite eseguite
in fase di progetto. Tale soluzione è conseguenza del fatto che la resistenza disponibile è
quella residua che, come è noto, non dipende dal livello di deformazione attinto localmente
lungo la superficie di scorrimento. Dopo l’intervento si riduce notevolmente l’escursione di
FS grazie alla minore fluttuazione delle pressioni neutre (misurate in sito ed in parte
estrapolate nel tempo), ovvero all’effetto drenante del rilevato.
Infine gli spostamenti orizzontali ottenuti dall’ultima fase di calcolo sono stati messi a
confronto con quelli misurati dagli inclinometri e dai picchetti superficiali a monte della
strada e nel resto del corpo di frana. I risultati mettono in evidenza, meglio delle misure, che
ovviamente sono affette da dispersione, la tendenza della frana a comprimersi sulla parte di
valle, direttamente stabilizzata dal rilevato.

FASE
1,8 I II III IV V
intervento
di stabiliz-
1,7 zazione
Coefficiente di sicurezza, FS

1,6

1,5
pozzi rilevato
drenanti stradale
1,4
quota massima falda
frana
1,3
quota minima falda

1,2
da misure

1,1 da estrapolazione

1,0
'85 '86 '87 '88 '89 '90 '91 '92 '93 '94 '95 '96 '97 '98 '99 '00 '01 '02 '03 '04
tempo

Fig. 4 – Evoluzione del coefficiente di sicurezza nel tempo.

Conclusioni
E’ stata svolta l’analisi di un complesso problema al finito di stabilità dei pendii. La notevole
complessità del caso reale non consente di tenere in conto alcuni aspetti fondamentali, per cui
la modellazione degli spostamenti solo parzialmente coglie il comportamento reale della
frana. Si prevede nel prossimo futuro l’utilizzo di modelli costitutivi più sofisticati che,
supportati da opportune indagini in sito e di laboratorio, possano cogliere anche il
comportamento viscoso del corpo di frana.

Bibliografia

Di Nocera S., Fenelli G.B., Pellegrino A., Ramondini M. (1996) “Geological and geotechnical
problems in slopes involved in large old landslides”.VII Int. Symposium on Landislides, Trondheim.
Pellegrino A., Ramondini M., Urciuoli G. (1999) “Il Monitoraggio per il controllo dell’efficacia degli
interventi di stabilizzazione dei pendii”. Atti della giornata di studio C.I.A.S. Monitoraggio del
Territorio: Previsione e prevenzione delle frane. Bolzano, 3 Dicembre 1999.
Di Placido M,. Pellegrino A., Ramondini M., Urciuoli G. (2003) “Stabilizzazione di un pendio in
Argille Varicolori mediante sostituzione parziale del corpo di frana”. Workshop
internazionale“Convivere con le frane: effetti su infrastrutture e insediamenti urbani. Strategie di
intervento per la mitigazione del rischio.” Anacapri, 27-28 Ottobre 2003.

M. Ramondini e L. Caserta

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