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ARISTOTELE

Il tempo storico di Aristotele


• Il tempo in cui Aristotele si trova a vivere è
profondamente diverso da quello in cui visse
Platone. La polis è in crisi e soccombe di fronte
alla pressione della potenza macedone. Il
cittadino greco, non più coinvolto nel governo
della città e inglobato in un più vasto
organismo statale, perde la passione per la
politica che aveva costituito anche la molla del
platonismo. Da ciò l’emergere di altri
interessi, soprattutto conoscitivi ed etici.
La vita
• Aristotele nacque a Stagira (nella penisola calcidica) nel
384 a.C. La sua formazione si compì sotto l’influenza
di Platone. Alla sua morte fondò una sua scuola ad
Asso (Asia minore). Nel 342 a.C. fu chiamato a Pella da
Filippo il macedone con l’incarico di assumere
l’educazione del figlio Alessandro. Dopo 13 anni
Aristotele ritornò ad Atene. La scuola che fondò lì, il
Liceo, comprendeva, oltre all’edificio ed al giardino,
una passeggiata o “perìpato” da cui prese il nome di
“peripatetica”. Aristotele morì a 62 anni, nel 322 a.C.
a causa di una malattia di stomaco.
Gli scritti
• Le opere che ci sono pervenute comprendono gli
scritti che Aristotele compose come sussidi per
l’insegnamento, chiamati “esoterici” cioè
racchiudenti una dottrina segreta, ma in realtà sono
degli appunti. E gli scritti “essoterici” cioè destinati al
pubblico, in forma dialogica e con la presenza di miti.
Di questi ultimi scritti non ci sono rimasti che pochi
frammenti. Gli scritti “esoterici” si possono così
classificare: scritti di logica (Órganon); Metafisica (14
libri); scritti di fisica, storia naturale, matematica e
psicologia; scritti di etica, politica, economia, poetica
e retorica.
Il distacco da Platone
• La differenza tra Platone ed Aristotele rispecchia il
differente clima culturale dell’età classica e dell’età
ellenistica, in quanto Aristotele, pur collocandosi
nella prima età, è già figlio della seconda.
• Platone crede nella finalità politica della conoscenza
e vede il filosofo come un reggitore della città;
Aristotele fissa invece lo scopo della filosofia nella
conoscenza disinteressata del reale e vede il filosofo
come un sapiente tutto dedito alla ricerca e
all’insegnamento.
• Platone guarda il mondo secondo un’ottica verticale
e gerarchica che distingue tra realtà “vere” e realtà
“apparenti” da un lato e tra conoscenze “superiori”
e conoscenze “inferiori” dall’altro. Aristotele guarda il
mondo secondo un’ottica tendenzialmente
orizzontale ed unitaria che considera tutte le realtà
su un piano di pari dignità ontologica e tutte le
scienze su un piano di pari dignità gnoseologica.
• Aristotele ritiene che la filosofia sia la scienza prima,
ossia la disciplina che studia l’oggetto comune a tutte
le scienze (l’essere) ed i principi comuni a tutte le
scienze: essa è l’anima unificatrice delle scienze.
• Per Platone l’essenza delle cose, l’idea, è
trascendente, per Aristotele l’essenza delle cose è
nella natura ed è immanente nelle cose del mondo.
• Platone fa uso dei miti, recuperando una certa
sapienza poetica, Aristotele concepisce la filosofia
come una speculazione rigorosamente razionale.
• Un’altra grossa differenza tra Platone ed Aristotele
risiede nel fatto che il primo ha interesse per le
matematiche ma non per la scienze naturali, mentre
Aristotele, figlio di un medico, manifesta limitate
propensioni per la matematica e notevole passione
per le scienze naturali.

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