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- Sistema dualistico: abbiamo l’assemblea ordianaria che nomina organo di controllo che si

chiama consiglio di sorveglianza, a sua volta il consiglio di sorveglianza nomina l’organo di


gestione, sistema non più a triangolo ( sistema tradizionale) ma a linea retta. La differenza
rispetto al sistema tradizionale è la differenza di nomina.( nella tradizionale ,assemblea ordinaria
nomina entrambi gli organi, nel sistema dualistico l’assemblea nomina i controllori che
nominano i controllati . Un’altra importante differenza sta nell’approvazione del bilancio,
solitamente questo si dice che è un atto degli amministratori, deve essere approvato
dall’assemblea ordinaria.

Nel sistema tradizionale ,il bilancio è redatto dagli amministratori e lo consegnano all’assemblea
ordinaria che lo approva o meno. L’assemblea può limitarsi ad approvare o meno il bilancio senza
modificare le poste di bilancio che sono redatte e modificate solo ed esclusivamente dagli
amministratori coadiuvati in caso di mancanza di competenze da un commercialista.

Nel sistema dualistico invece il bilancio viene approvato dal consiglio di sorveglianza (controllo) ,
perciò viene sottratto all’assemblea non solo il potere di nomina degli amministratori ma anche
l’approvazione del bilancio. È un sistema molto border line perché il consiglio di sorveglianza
nomina l’organo di gestione che approva il bilancio, quindi controlla al massimo gli
amministratori.
Questo sistema è stato creato in Germania per risolvere il problema della coogestione, che è la
partecipazione dei lavoratori all’attività di impresa . In questo modo il lavoratore è invogliato a
lavorare bene , lo farà se ha anche un minimo potere di controllo all’interno dell’impresa. Nel
sistema dualistico tedesco, parte dei componenti del consiglio di sorveglianza sono sempre 1 o
più lavoratori . Questa decisione è stata adottata perché inserendo un lavoratore nel consiglio di
amministrazione ( non in quello di sorveglianza) della società , si rischierebbe di bloccare l’attività
di impresa dovuta all’opposizione del lavoratore nel consiglio ,ad esempio per motivazioni invalide
o conflitti personali.
Se si blocca organo amministrativo si blocca attività di impresa. Mettendo il lavoratore nell’orgnao
di controllo , al dipendente è data la possibilità di controllare l’operato degli amministratori. Noi in
Italia abbiamo recepito il sistema tedesco ma non completamente , infatti in Italia non è previsto
l’inserimento del dipendente nell’organo di controllo.

- sistema monistico : è presente l’ assemblea che nomina il consiglio di amministrazione e questo


sceglie al suo interno fra gli amministratori, alcuni. Una parte degli amministratori scelti comporrà
il comitato per il controllo sulla gestione, che è l’organo di controllo.

Quali sono i problemi di questo sistema?


In una società per azioni si possono avere più amministratori che compongono il CDA oppure si
può anche avere amministratore unico.
Nel sistema monistico non si potrà mai avere l’amministratore unico, perché si devono scegliere
obbligatoriamente più amministratori , quindi si adotta un CDA con più membri, ciò comporta dei
costi maggiori in quanto il lavoro dell’amministratore può essere gratuito ma si presume ,e
solitamente è , oneroso.
Il limite di questo sistema è che nella scelta dei componenti del comitato per il controllo della
gestione, si dovrà scegliere un amministratore, non potrà mai esserci un amministratore delegato
unico .
In questo caso l’amministratore non può svolgere funzioni presentate nell’ art 2409 octes deces :
deve avere i requisiti citati precedentemente e comunque non devono svolgere funzioni anche di
mero fatto attinenti alla gestione della società.
Il componente dell’organo di controllo è anche amministratore , non perde tale qualifica, rimane
amministratore e dovrà svolgere oltre alla funzione di gestione anche la funzione di controllo.
I problemi del sistema tradizionale sono due:

1) come si trova un amministratore che non dovrà svolgere funzioni di gestione anche di mero
fatto , anche se il membro deve comunque partecipare al consiglio di amministrazione ?

2) l’organo di controllo può solitamente promuovere l’azione di responsabilità nei confronti degli
amministratori, cosa che può essere fatta anche nel sistema monistico.
Premessa al problema:Se si chiama in responsabilità l’amministratore, in realtà non si chiama il
singolo amministratore ma si chiama il consiglio di amministrazione , in quanto gli amministratori
hanno una responsabilità solidale. Nel caso di discordanza di un socio o deve comunicare il suo
dissenso su una decisone del CDA per essere esonerato dall’azione di responsabilità.
Fatta questa premessa, un amministratore che fa parte dell’organo di controllo non andrebbe mai
a promuovere un’azione di responsabilità nei confronti del CDA perché solidamente ci andrebbe a
rimettere anche colui che ha chiesto l’azione di responsabilità ( questo perché solo gli
amministratori possono far parte dell’organo di controllo) .

Presentando questi 2 problemi il sistema monistico è poco utilizzato, le società che lo usano
sono società che fanno ricorso a molto capitale di rischio.

La prima questione da affrontare in tutti e 3 i sistemi è chi può essere amministratore , infatti
possono essere sai i soci che i terzi ed è indifferente la nomina sia di un terzo che di un socio per
la carica.
Nelle società di capitali, nello specifico nelle SPA, a differenza delle società di persone c’è una
netta separazione fra proprietà e gestione.
Dopo la riforma del 2003 i soci sono diventati finanziatori dell’attività di impresa, infatti nell’articolo
2380 bis cc , si dice che la gestione dell’impresa spetta esclusivamente agli amministratori. Anche
alcune funzioni che generalmente spettavano ai soci, oggi sono demandate agli amministratori.
La società potrà scegliere se nominare come amministratore un socio o anche soggetti terzi.

NOMINA DEGLI AMMINISTRATORI


Nel caso in cui si decida nel momento di costituzione della società che gli amministratori debbano
essere solo ed esclusivamente i soci , sarà necessario prevedere ciò espressamente nell’atto
costitutivo, serve una clausola contrattuale.
Questa regola segna la differenza rispetto alla società di persone ( amministratori solo i soci
illimitatamente responsabili ) , questa regola è inderogabile.
La regola della SPA si differenza anche dalla SRL e SaPA .

Nella SRL la regola è che possono essere nominati amministratori solo i soci, sei vogliono
nominare terzi bisogna prevederlo nell’atto costitutivo della SRL, inverso della SPA. La SRL è
detta società personalizzabile, quasi tutte le regole previste dalla SRL sono derogabili con lo
statuto, per alcuni passaggi si possono applicare le norme delle società di persone.

La differenza fra assemblea ordinaria e straordinaria è che la seconda decide sulle modifiche da
applicare all’atto costitutivo ha quorum elevati, in realtà l’assemblea più importante è quella
ordinaria , che ha due compiti importanti; nomina e revoca amministratori , approvazione del
bilancio, e la decisone in ordine all’azione di responsabilità che la società può decidere di
promuovere nei confronti degli amministratori.

Nella SaPA possono essere amministratori solo i soci e devono essere i soci accomandatari.
Definito chi puo essere nominato amministratori, un altra questione è chi nomina gli
amministratori.
Nelle SPA i primi amministratori vengono nominati con l’atto costitutivo, l’articolo 2238(si parla
solo dei primi amministratori delle SPA, gli altri amministratori vengono nominati dall’assemblea
ordinaria), afferma che i primi amministratori devono essere nominato con atto costitutivo
( differenza SRL art2463 cc nell’indicare gli elementi dell’atto costitutivo, indicale nel numero le
persone che possono essere amministratori).
Generalmente ,la nomina degli amministratori deve essere iscritta nel registro delle imprese, in
particolare entro 30 giorni( art 2323) , entro 30 giorni gli amministratori devono provvedere alla
richiesta di iscrizione del loro nome nel registro delle imprese. Questo caso della pubblicità è
importante perché l’iscrizione va a sanare eventuali cause di nullità o annullabilità dell’atto di
nomina, se la nomina è iscritta , l’iscrizione ha efficacia sanante. Però l’efficacia sanante
dell’iscrizione dell’atto di nomina riguarderà solo gli amministratori che hanno la rappresentanza
della società , essendo presenti rapporti fra amministratori e terzi, l’efficacia sanante dell’atto di
nomina è relativo ai soli amministratori che hanno il potere di rappresentanza, serve quindi per
tutelare il terzo in contatto con la società . Non tutti gli amministratori hanno il potere di
rappresentanza quindi deve essere indicato nell’atto.

L’assemblea ordinaria oltre a nominare gli amministratori ha anche un potere di revocare gli
amministratori dalla loro carica, questo è un rapporto che si fonda sulla fiducia fra società ed
amministratori , si possono verificare questioni che portano i soci a perdere la fiducia nei confronti
degli amministratori , lo stesso organo che li nomina li può revocare. La particolarità è che la
revoca è una revoca ad nutum, ovvero anche senza giusta causa, assemblea non dovrà
giustificare la revoca dell’amministratore. La presenza o meno della giusta causa incide solo ai fini
di un risarcimento del danno che potrà richiedere l’amministratore.

Gli amministratori delle SPA rimangono in carica per 3 anni ma sono comunque rieleggibili, il
rapporto si presume oneroso. Nel caso in cui ci sia revoca al secondo anno, se c’è una giusta
causa di revoca è corretto che il rapporto sia risolto, se non c’è la giusta causa di revoca
l’amministratore dovrà dimostrarlo e in caso di esito favorevole ,sarà risarcito il danno perché non
si è rispettato l’impegno che doveva durare 3 anni per contratto.
È importante anche che la revoca dell’amministratore sia iscritta nel registro delle imprese, anche
perché se si revoca un amministratore contestualmente alla revoca si nomina un sostituto che
deve sempre essere iscritto nel registro delle imprese, altrimenti i terzi non potranno mai sapere le
revoche e le nomine degli amministratori.

CASO DI NOMINA E REVOCA NELLE SPA A PARTECIPAZIONE STATALE O ENTI PUBBLICI


La nomina fatta in ipotesi in cui la società è posseduta ( partecipano al capitale sociale) dallo
Stato e gli enti pubblici, l’Art 2449 cc prevede che se lo stato o enti pubblici partecipano a una
SPA , lo statuto può ad essi conferire la possibilità di nominare amministratori e sindaci in
proporzione alla quota di partecipazione alla società .
Riguardo la revoca, nel caso di amministratore nominato dagli enti pubblici o dallo stato, la revoca
spetta sempre a loro (stato o enti pubblici ) non potrà quindi essere revocato dall’assemblea.
L’assemblea ordinaria ha potere di revoca solo per gli amministratori che ha nominato.
L’amministratore è sempre revocato solo dal soggetto che lo ha nominato.
Che succede se amministratore si dimette o muore?
Si procede alla sua sostituzione , il soggetto che sostituisce l’amministratori morto o dimesso
resterà in carica come gli altri ( se siamo al secondo anno e X muore, Y che lo sostituisce rimane
in carica solo un altro anno), si vuole garantire l’unitarietà degli amministratori.
Che succede se l’amministratore si dimette e resta in carica la maggioranza degli amministratori ?
( si dimette 1 su 5) Per garantire il buon operato, la legge prevede la COOPTAZIONE (art2386 cc ),
gli altri amministratori potranno cooptare un quinto amministratore , solo se resta in carica la
maggioranza degli amministratori, la nomina non è definitiva e dovrà essere ratificata alla prima
assemblea utile. La cooptazione è in via transitoria solo fino alla prima assemblea utile.
ALTRA IPOTESI dimissione della maggioranza
Se su 5 amministratori se ne dimettono 3, quindi se non c’è la maggioranza, gli amministratori
rimasti in carica dovranno convocare la assemblea per la nomina dei nuovi amministratori in
sostituzione.
ALTRA IPOTESI dimissione intero CDA
Se si dimette in tronco l’intero CDA , in caso di conflitti ad esempio ( l’assemblea non può mai
auto-convocarsi , deve essere convocata dagli amministratori, o dai sindaci o su richiesta di
alcuni soci da parte del tribunale) , i sindaci dovranno convocare l’assembla per la nomina.
ALTRA IPOTESI dimissione CDA e collegio sindacale
Nel caso in cui dovessero dimettersi o morire (raro) tutti gli amministratori e tutti i sindaci, i soci
dovranno chiedere al tribunale di convocare l’assemblea per nominare sia gli amministratori che i
sindaci .

È infine importante ricordare che l’assemblea si riunisce ordinariamente con date prefissate,
mentre si riunisce straordinariamente solo su richiamo degli amministratori, del collegio sindacale
o su richiesta dei soci al tribunale.
REGOLE DI FUNZIONAMENTO DELL’ AMMINISTRAZIONE SPA
21/03
Prima norma: articolo 2380 cc, ora analizzeremo solo una parte di questa norma

La gestione dell’impresa spetta esclusivamente agli amministratori , nelle società di capitali vi è


una netta ripartizione fra proprietà e gestione, quindi il socio è un vero e proprio finanziatore
dell’impresa . Tutte le decisioni della società spettano esclusivamente agli amministratori, non è
una precisazione superflua perché è stata introdotta con la riforma del 2003 ,fino al 2003 i soci
potevano influenzare la gestione della società . Ora questo non è più possibile perché quelle
norme che consentivano questa ingerenza , sono state modificate, per creare la netta
separazione. Es: emissione obbligazioni, decisione demandata all’assemblea, è una decisone che
afferisce alla gestione ella società, l’obbligazionista sottoscrive il prestito e diventa direttamente
creditore della società , per avere importo più interessi , la scelta incide sull’ individuazione di
strumenti per finanziare la società. Oggi invece la decisone spetta agli amministratori, perché è
una decisone sulla gestione della società.
Un altro esempio riguarda le competenze dell’assemblea ordinaria art 2364 cc , fra le
competenze dell’assemblea ordinaria stabilisce che l’assemblea ordinaria delibera (comma 1)
sulle autorizzazioni eventualmente richieste dallo statuto per il compimento di atti degli
amministratori, ferma in ogni caso la responsabilità degli amministratori per gli atti compiuti .
Questa norma significa che nello statuto si può stabile che per il compimento degli atti di
gestione, occorre una autorizzazione dell’assemblea, però anche se c’è l’autorizzazione
dell’assemblea , gli unici responsabili per il compimento di quegli atti rimangono gli
amministratori. Si può fare solo con riferimento agli atti previsti espressamente dello statuto,
l’autorizzazione ricevuta non esonera gli amministratori dalla responsabilità per i danni derivanti
dal compimento i quell’atto.
L’autorizzazione serve per graduare la responsabilità, quindi solo per ridurla e non per escluderla.
Prima della riforma del 2003 la norma diceva che l’assemblea poteva essere chiamata a
deliberare su materie di gestione portata alla sua attenzione dagli amministratori.
Per avere autorizzazione dell’assemblea dovranno esprimere pro e contro dell’azione.
Dall’articolo 2380 bis viene quindi cristallizzata l’esclusività della gestione in capo agli
amministratori.
Gli amministratori devono compiere le operazioni necessaria per l’attenuamento dell’oggetto
sociale. Questo è un obbligo che incombe su ciascun amministratore , è un obbligo individuale.
La norma dice anche che l’amministrazione della società può essere affidata anche a terzi (già
visto ) , e aggiunge che se la amministrazione è affidata a più persone, queste costituiscono il
CDA. Ricaviamo 2 cose da questo comma ovvero che si può sia avere l’amministratore unico che
il CDA. Vediamo quindi anche la differenza con la società di persone, funzionamento per organi
nelle società di capitali.

COME FUNZIONA IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE


Per quanto riguarda il funzionamento del CDA abbiamo 3 ipotesi :

1) C’è l’ipotesi classica , ma meno comune, tutti i membri hanno identici poteri e decidono
collegialmente il compimento di determinate operazioni, compiute solo dal totale degli
amministratori che hanno la rappresentanza.

2) Si può avere un CDA in cui viene nominato un comitato esecutivo, uno o più amministratori
delegati. Il comitato esecutivo funziona come un piccolo CDA , al comitato sono delegati alcuni
atti da compiere.

3) Si possono nominare 1 o più amministratori delegati , che agiranno disgiuntamente l’uno


dall’altro.

Quando il CDA può prevedere comitato o amministratori delegati ?


Quando lo statuto lo consente, deve esserci questo presupposto di partenza , ci deve essere una
delega iniziale nello statuto. La scelta sul chi nominare rimane al consiglio di amministrazione, lo
statuto deve ad autorizzare poi è il CDA a decidere se avvalersi della delega o meno. Se nello
statuto non è previsto non si può utilizzare la delega.

RAPPORTO FRA CDA E AMMINISTRATORI

L’avvalersi dello strumento delega non esonera dalla responsabilità perché gli organi delegati
devono curare che l’assetto organizzativo amministrativo e contabile della società sia adeguato
alla natura e dimensione dell’impresa , il CDA deve valutare l’adeguatezza, è proprio sulla
valutazione dell’adeguatezza che permane la responsabilità del CDA . Tutto ciò avviene perché gli
amministratori delegati hanno l’obbligo di informare nella scadenza prevista riguardo all’attività
svolta e informare periodicamente sull’andamento della società .
Il singolo amministratore può anche chiedere informazioni sull’andamento della gestione, gli
amministratori delegati sono obbligati a riferire le informazioni richieste insieme al CDA ( e non al
singolo amministratore che le ha chieste ) , in questo modo beneficia delle informazioni l’intero
consiglio e quindi quella valutazione che il CDA deve effettuare valutazioni sull’adeguatezza
dell’assetto, è fatta sulla base delle informazioni ricevute dall’amministratore delegato.
Il CDA è obbligato ad agire in modo informato , procurarsi informazioni , se le informazioni non
sono vere non potrà rispondere il CDA perché valuta la adeguatezza in base alle informazioni
ricevute, deve quindi sempre monitorare l’operato dell’amministratore delegato.
Art 2381 comma 3 , il CDA determina :contenuto, limiti e modalità dell’esercizio della delega e
può impartire direttive, e richiamare a se materie rientranti nella delega.

LA RESPONSABILITA’ DEGLI AMMINISTRATORI


Non esiste una norma che individua i dovrei degli amministratori , ma i doveri sono sparpagliati
nelle singole norme dedicate all’assemblea, alle relazioni sociali ecc…
Studiando le varie norme ricaviamo quali sono gli obblighi, possiamo però suddividere i doveri in
singole aree , perché ci sono:

1) doveri delegati alla tutela dell’integrità del patrimonio sociale ( ci sono tutte le disposizioni in
tema di riduzione e di aumento del capitale sociale)

2) norme dedicate al corretto utilizzo del patrimonio sociale ( acquistare partecipazioni in altre
società , nel fare questa scelta gli amministratori non devono stravolgere l’oggetto sociale ad
esempio non diventare una holding , art 2361 ) .

3) norme in ragione delle quali gli amministratori devono assicurare il corretto funzionamento
degli altri organi, ad esempi convocare l’assemblea per l’approvazione del bilancio. Quindi un
dovere importante degli amministratori è proprio quello di adoperarsi affinché l’assemblea
funzioni bene.

Questi sono i doveri in linea generale , non esistendo una norma specifica ma gruppi di norme ,
una cosa certa ci è data dall’articolo 2392 cc che dice come gli amministratori devono adempiere
ai loro doveri ( 3 elencati prima );
La norma afferma che gli amministratori devono adempiere ai doveri imposti da legge e statuto
con la diligenza richiesta dalla natura dell’incarico e dalle loro specifiche competenze. La diligenza
viene quindi valutata in base alla natura dell’incarico e alle specifiche competenze degli
amministratori ( non è la classica diligenza del buon padre di famiglia, ma una diligenza
rafforzata,) diligenza maggiore fra i vari amministratori ( delegati e non per la natura dell’incarico) ,
la diligenza richiesta non è di natura professionale ma le specifiche competenze vanno rapportate
all’oggetto sociale ( es: se io ho una società edile, ci sono commercialista , avvocato e ingegnere,
la diligenza maggiore sarà richiesta dall’ingegnere) .
VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI DEGLI AMMINISTRATORI

Art 2392 cc , Gli amministratori sono responsabili in solido per i danni arrecati, ci sono casi in cui
la responsabilità è di tutti gli amministratori e casi in cui la responsabilità si attenua

Occorre un nesso causale fra la violazione dell’obbligo e il danno arrecato alla società , se
l’amministratore non viola nessun obbligo, non risponde delle scelte degli altri amministratori in
quanto spesso le scelte essendo discrezionali non sempre vanno bene, perciò la responsabilità
sussiste nel momento in cui si esercita l’ operazione .
Risponde dei danni ma quando questi danni sono diretta conseguenza di una violazione di un
obbligo, occorre un nesso causale, atto posto in violazione di un obbligo e ne deriva danno per la
società .

Questa responsabilità per alcuni amministratori può essere esclusa se l’amministratore fa


annotare il dissenso nel verbale della duranza (riunione ) del consiglio dell’amministrazione , non
solo bisogna farlo annotare ma bisogna darne comunicazione al presidente del collegio sindacale,
bisogna mandare una pec al presidente del collegio.

Ci sono ipotesi in cui il CDA risponde in maniera limitata , ad esempio quando c’è l’amministratore
delegato, nel momento in cui la valutazione è fatta su informazioni non veritiere, imprecise o
parziali. In questo caso la responsabilità è limitata.

Un altra responsabilità è quella che in ogni caso gli amministratori sono responsabili solidamente
se essendo a conoscenza di fatti pregiudizievoli non hanno fatto quanto potevano per impedirne il
compimento o eliminare o attenuarne le conseguenze dannose.
Quindi responsabili in solido per violazione obblighi o non si evitano danni alla società .
Questo è il cuore della responsabilità degli amministratori, con una premessa sui doveri e la
diligenza si arriva a parlare della responsabilità degli amministratori , quando viene meno e
quando si attenua.

Cosa succede se si verifica una di queste ipotesi di violazione degli obblighi?

Se violano un obbligo o non usano la diligenza richiesta , cosa può fare la società ?
Può promuover l’azione sociale di responsabilità , chiamare in giudizio gli amministratori
chiedendo il risarcimento del danno, ciò non impicca la revoca dell’amministratore bensì ha come
obbiettivo il risarcimento del danno causato alla società per la violazione degli obblighi , questa è
la funzione dell’azione di responsabilità . ( natura contrattuale)
Questa azione è decisa dall’assemblea ordinaria, che delibera sull’azione sociale di responsabilità,
e decide il tribunale con sentenza, azione risarcitoria.
Il problema è che chi fa l’ordine del giorno (amministratori) , che è il limite di competenza di
quell’organo, delibera in assemblea solo ciò che è previsto. Gli amministratori non metterebbero
mai la responsabilità delle loro azioni nell’ordine del giorno.
In sede di approvazione del bilancio , l’azione di responsabilità può essere deliberata
dall’assemblea anche se non prevista dall’ordine del giorno , i soci potranno deliberare l’azione di
responsabilità anche se non è prevista, integrazione legale nell’ordine del giorno. Questa
integrazione è fatta soprattutto per l’approvazione del bilancio.
es: Nel caso in cui la violazione viene fatta a giugno , per poter deliberare l’azione di
responsabilità bisogna aspettare l’assemblea successiva.

Per questo motivo, con la riforma del 2003 è stato stabilito che la decisone sull’azione di
responsabilità può essere assunta dal collegio sindacale, o dai soci che rappresentano 1/5 del
capitale sociale(2393 bis) , possono promuovere azione senza passare da assemblea.

Se la decisione di responsabilità passa per l’assemblea è c’è voto favorevole di 1/5 del capitale
sociale, comporta revoca automatica degli amministratori, altrimenti se è meno di 1/5 c’è solo la
richiesta di promuovere azione di responsabilità, senza revoca.

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