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Deserto del Sahara

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Disambiguazione – "Sahara" rimanda qui. Se stai
cercando altri significati, vedi Sahara
(disambigua).

Deserto del Sahara

Foto satellitare in cui è ben visibile la


fascia desertica senza vegetazione
Stati Marocco, Sahara
Occidentale, Algeria,
Tunisia, Libia,
Egitto, Mauritania,
Mali, Niger,
Ciad, Sudan,
Senegal, Burkina
Faso
Il Sahara (AFI: Superficie 9 000 000 km²
/saˈara/ ;
[2]

dall'arabo Abitanti 1 000 000[1]


‫الصحراء‬, sahrāʾ, Densità 0,11 ab./km²
[3]
"deserto" ) è il
più vasto deserto
caldo della Terra, con una superficie di 9 000 000 km²,
posto nell'Africa settentrionale e attraversato dal Tropico del
Cancro (23° 27′ latitudine nord).
Indice
Descrizione
Ecoregioni
Clima
Neve e gelo
Le polveri sahariane
Ambiente
Flora
Fauna
Popolazione
Economia
Preistoria e arte rupestre
Storia
Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Descrizione
Si estende dall'oceano Atlantico al Mar Rosso per una
lunghezza di circa 5 000 km, con l'unica interruzione della
Valle del Nilo, e per una larghezza 1 500-2 000 km dal
Mediterraneo fino alle regioni centrali dell'Africa, dove il
passaggio da deserto a savana è a volte assai incerto e
stabilito da fattori di ordine climatico.
Principali elementi topografici della regione sahariana

Il Sahara non ha un aspetto uniforme, si identificano infatti


diversi tipi di paesaggio:

l'hammada, deserto di roccia nuda, liscia, incisa e


lavorata dai venti che forma acute e taglienti schegge;
il serir, o reg, formato da uno strato di ciottoli e ghiaia;
l'erg, chiamato anche idean, nel Sahara centrale,
formato dalle caratteristiche dune di sabbia.

Nel Sahara mancano totalmente corsi d'acqua e quindi


l'idrografia è rappresentata da una rete di valli disseccate e
di fiumi fossili (arabo widyān, pl. di wādī, "fiume" o "letto
del fiume") orientati verso il Niger, il Ciad, e il Nilo, nei quali
scorre l'acqua solo in caso di piogge eccezionalmente
abbondanti. Ricchissima è invece la circolazione sotterranea
alimentata da numerose falde poste a diverse profondità che
danno origine alla grande maggioranza delle oasi.

Ecoregioni
Il Sahara comprende
differenti ecoregioni,
ciascuna caratterizzata
da differenti condizioni
climatiche, con differenti
comunità vegetali e
animali.

Deserto costiero
atlantico (PA1304[4]):
è una sottile striscia
che si sviluppa lungo
la costa atlantica, nel
In questa immagine della Terra
sud del Marocco e in
ripresa dal Lunar Reconnaissance
Mauritania, dove la
Orbiter il deserto del Sahara è
nebbia generata dalla
facilmente riconoscibile nella parte
fredda corrente delle
Canarie fornisce in alto a destra del globo.
sufficiente umidità da
sostenere una varietà
di licheni, piante succulente e piccoli arbusti.
Steppa e boscaglie del Sahara settentrionale
(PA1321[5]): è la fascia settentrionale del deserto,
prossima alle ecoregioni mediterranee del Maghreb
settentrionale e della Cirenaica. Le piogge invernali
sostengono la crescita di una comunità di alberi e arbusti
che rappresentano una transizione tra le regioni a clima
mediterraneo e il deserto iperarido.

Deserto del Sahara centrale (PA1327[6]): comprende la


parte centrale del Sahara dove le precipitazioni sono
minime e sporadiche. La vegetazione è rara,
l'ecoregione comprende principalmente dune sabbiose
(erg, chech, raoui), altipiani rocciosi (hamadas), deserto
roccioso (reg), torrenti asciutti (uadi) e laghi salati.
Steppa e boscaglie
del Sahara
meridionale
(PA1329[7]):
comprende una
stretta fascia che si
interpone tra il
Sahara a nord e le
savane del Sahel a
sud. Tra luglio e
agosto la regione Dune del Sahara
riceve precipitazioni
sufficienti a
sostenere una savana erbosa e sparuta vegetazione
arborea.
Boscaglie xerofile montane del Tibesti-Jebel Uweinat
(PA1331[8]): comprende il massiccio del Tibesti in Ciad e
Libia, e il Gebel Auenat al confine tra Egitto, Libia e
Sudan. Precipitazioni abbastanza regolari e temperature
più fredde consentono la formazione di boscaglie e
macchie in cui si trovano palme da dattero, acacie, mirto,
oleandri e tamerici.
Boschi xerofili montani del Sahara occidentale
(PA1332[9]): si estende su vari altopiani e massicci
montuosi vulcanici della parte occidentale del deserto
del Sahara provide tra cui il massiccio dell'Ahaggar e
l'altopiano del Tassili n'Ajjer in Algeria, il massiccio
dell'Aïr in Niger, il massiccio dell'Adrar in Mauritania e
l'Adrar degli Ifoghas in Mali.
Praterie alofile del Sahara (PA0905[10]): raggruppa
alcune località aride e semiaride sparse all'interno del
deserto del Sahara caratterizzate dalla presenza di
vegetazione alofila; ne fanno parte le depressioni di
Qattara e Siwa in Egitto, i laghi salati della Tunisia
centrale, Chott Melghir in Algeria, e diverse altre piccole
aree di Algeria, Mauritania e Marocco note come
"sebkha" o "chott".
Praterie inondabili del Sahara (AT0905[11]): è una vasta
regione paludosa formata dal Nilo Bianco nel Sudan del
Sud nota come Sudd. Forma, assieme alle ecoregioni
della savana inondabile del delta interno del Niger-Bani
e della savana inondabile del lago Ciad, la regione
denominata praterie e savane inondabili del Sudd-Sahel,
inclusa nella lista Global 200.
Boscaglie xerofile montane del Sahara orientale
(AT1303[12]): comprende i massicci di Ennedi e Kapka in
Ciad e il Jebel Marra in Sudan. L'altitudine e la presenza
di acqua fanno prosperare una vegetazione del tutto
differente da quella delle aree circostanti, ricca di
endemismi regionali.

Clima

La caratteristica fondamentale del Sahara è la forte siccità: le


precipitazioni sono ben al di sotto dei 100 mm annui.
Rapidissima è l'evaporazione, fortissimo il riscaldamento
diurno e intensa l'irradiazione notturna che provocano
ampie escursioni termiche fino a 25-30 °C.

Le temperature diurne raggiungono punte molto alte, nella


stagione estiva comprese tra i 45 °C e i 50 °C di media (nelle
zone più interne si stima che questi valori possano essere
superati, sebbene non ci siano stazioni meteorologiche che
possano confermarlo con certezza),[13] mentre le piogge,
soprattutto in alcune regioni, mancano del tutto.
Una particolarità del clima del Sahara sono i venti desertici,
che prendono vari nomi: ad esempio simùn, harmattan,
khamsin, ghibli.

SAHARA Mesi
(1970-2013)
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago

T. max. media
24 27 30 33 36 41 45 44
(°C)

T. min. media
10 12 13 15 16 18 20 20
(°C)
Giorni di
calura (Tmax 1 7 15 20 26 30 31 31
≥ 30 °C)

Nuvolosità
(okta al 1,8 1,4 1,0 0,7 0,3 0,1 0,0 0,0
giorno)
Precipitazioni
19 14 10 6 3 2 0 1
(mm)

Giorni di
4 3 2 2 1 0 0 0
pioggia

Neve e gelo

Il 18 febbraio del 1979 per mezz'ora il Sahara vide la neve.[14]


Il 17 e il 18 gennaio 2012 il Sahara vide di nuovo la neve, in
Algeria (zona di Mecheria), seppur con accumuli scarsi
(6 mm a quote superiori a 1000 m).[15] La nevicata più
recente si è avuta nel pomeriggio del 19 dicembre 2016, sulle
alture della città algerina di Ain Sefra. Le gelate sono
possibili d'inverno, a causa delle fortissime escursioni
termiche tra notte e giorno.

Le polveri sahariane

Il trasferimento di materiale desertico verso l'Europa è uno


dei fenomeni più caratteristici del Sahara, e produce effetti
facilmente constatabili, come ad esempio la presenza di
sabbia in un vento di scirocco oppure le piogge "rosse" o
infine l'apporto di elementi come il ferro e il fosforo che
inducono la crescita di alghe marine, e persino in grado di
apportare alterazioni nell'ambiente.[16]

Già nell'antichità
Aristotele osservò la
presenza, nel vento del
Sud, di grande quantità
di terra (Meteorologia,
358a, 28 ss.), mentre in
epoca moderna il primo
caso ben documentato fu
Dune in movimento nel Tadrart
la cosiddetta "pioggia di
Acacus
sangue", accaduta nel
1901 e che coinvolse
anche il territorio della
Germania settentrionale.
L'intera Europa è interessata dal fenomeno, che si spinge
ben oltre i paesi mediterranei, per raggiungere anche quelli
scandinavi.
Le cause del trasporto di polvere verso l'Europa sono
fondamentalmente due: una è diretta e avviene a causa di
una bassa pressione sulla Spagna e sulla Francia che spinge
l'aria calda e secca dal Nordafrica verso il Mediterraneo;
talvolta questa corrente di aria viene sollevata al di sopra di
quella mediterranea, più fredda, e riesce in questo modo a
raggiungere distanze lontane, fino all'Europa del Nord; il
trasferimento indiretto avviene quando in un primo tempo
la sabbia viene deviata verso est a causa di una depressione o
verso ovest a causa di un anticiclone, e in un secondo tempo
ritorna verso il centro del Mediterraneo.[16]

Il fenomeno delle "polveri sahariane" è un campanello di


allarme sull'incidenza negativa, anche dell'uomo,
sull'ambiente e sul clima, dato che si ipotizza che il 50% delle
polveri provenga da territori "alterati" a causa dell'erosione,
dello sfruttamento e della deforestazione.[16]

Ambiente

Flora

La flora del Sahara, all'interno di ciascuna ecoregione, non è


molto varia; ci sono però differenze importanti tra
un'ecoregione e l'altra, in alcune la vita vegetale manca
completamente, in altre è limitata alle poche specie che si
sono adattate a sopportare il clima locale. La fascia
meridionale è ricoperta da savane, quella settentrionale da
steppa mediterranea.
Numerose, fra le piante,
le artemisie, le
chenopodiacee
(salsolacee)[17] e qualche
graminacea (stipa) e
soprattutto cespugli
xerofili (Ziziphus,
Pistacia, Tamarix,
Retama, Calligonum,
Acacia, Rhus). Oasi in Libia.

Una voce a parte


meritano le oasi in cui crescono palme da dattero e vengono
coltivati agrumi, miglio, ortaggi, orzo, frutta, erbe
aromatiche.

Fauna

Dromedari che brucano.


Per quanto riguarda in particolare la fauna, molte sono le
specie di invertebrati, spesso endemiche, soprattutto tra gli
aracnidi, come scorpioni e solifugi, tra i crostacei isopodi e
tra gli insetti, in particolare coleotteri tenebrionidi.

Anche tra i mammiferi vi sono numerose specie sahariane,


tra cui la procavia (Procavia capensis), e soprattutto roditori
molto specializzati, come il topo delle piramidi (Jaculus
jaculus), o alcuni gundi (Ctenodactylus gundi, Massoutiera
mzabi), ma le più vistose vanno cercate tra i carnivori e gli
ungulati. Tra i primi vi sono ben tre specie di volpe, il fennec
(Vulpes zerda), la volpe di Rüppell (V. rueppellii) e la volpe
pallida (V. pallida), ma anche felidi come il caracal (Caracal
caracal) e ienidi come la iena striata (Hyaena hyaena). Tra i
secondi alcune gazzelle sono tipicamente sahariane, come la
gazzella dorcade (Gazella dorcas), la dama (Nanger dama),
quella di Cuvier (G. cuvieri) e quella bianca (G. leptoceros),
ma anche altri bovidi come l'addax (Addax nasomaculatus),
l'orice dalle corna a sciabola (Oryx dammah) o l'ammotrago
(Ammotragus lervia), tutti resistentissimi alla scarsezza
d'acqua e alla poca vegetazione erbacea, così come il
dromedario (Camelus dromedarius), specie ormai esistente
solo allo stato domestico.

Anche tra i vertebrati vi sono però molte specie adattate a


questo ambiente così estremo. Poche specie di pesci, come il
barbo del deserto (Enteromius deserti), vivono nelle oasi e
rappresentano dei relitti biogeografici di un popolamento
saheliano, ormai quasi scomparso. Lo stesso vale, tra i rettili,
per il coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus), ormai
quasi estinto anche a causa dell'uomo, ma che sopravvive in
poche oasi sahariane. Altri rettili sono tipici di queste aride
regioni: il cobra egiziano (Naja haje), o il cobra a collo nero
(Naja nigricollis), le temibili vipere del deserto (Cerastes
cerastes e C. vipera), o tra i sauri l'uromastice africano
(Uromastyx acanthinura) e quello egiziano (U. aegyptia), o
il varano del deserto (Varanus griseus).

Un fennec o "volpe del deserto"

Tra gli uccelli alcune specie sono strettamente legate a


questo ambiente. Il lanario (Falco biarmicus) è un falcone
tipico delle formazioni aride dove si nutre dei molti piccoli
passeriformi e sauri presenti ed è utilizzato dai berberi per la
falconeria. La pernice delle sabbie (Ammoperdix heyi) è
diffusa in Egitto e Sinai, mentre più ampia distribuzione
hanno il corrione biondo (Cursorius cursor) e la grande
ubara (Chlamydotis undulata). Molte specie sahariane
appartengono al genere Oenanthe, che comprende
monachelle e culbianchi, come l'O. deserti, e ben diffusi sono
anche l'occhione (Burhinus oedicnemus) e l'occhione
assimile (B. senegalensis). Assai numerosi sono inoltre gli
alaudidi, tra cui vale ricordare la grande allodola del Dupont
(Chersophilus duponti), o le specie della famiglia
Pteroclidae, tra cui il grandule comune (Pterocles alchata),
quello del Senegal (P. senegallus) e la ganga unibande (P.
orientalis). Legato alle oasi e più antropofilo come i passeri
nostrani, è invece il passero del Sahara (Passer simplex).

Popolazione
Da un punto di vista
etnico, il Sahara
rappresenta la zona di
separazione tra l'etnia
bianca dell'area
mediterranea e quella
nera dell'Africa
subsahariana, che
tuttavia, con continue L'antica città di Gadames in Libia è
correnti migratorie, si progettata per combattere le terribili
sono spesso fuse fra loro. temperature del Sahara. Le case
sono costruite in fango, calce e
Popoli caratteristici del tronchi di palma con passaggi
Sahara sono i Tebu, assai coperti tra loro per offrire un buon
ridotti numericamente e riparo contro il calore estivo.
stanziati nel Sahara
centrale, dall'oasi di
Cufra fino al Tibesti, e i Tuareg, nomadi, dell'Algeria
meridionale e del Fezzan libico. Nelle oasi settentrionali
vivono Berberi e Arabo-Berberi sedentari e in quelle
meridionali anche gruppi di Sudanesi.
La densità della popolazione del Sahara è molto varia e
mentre vastissime aree sono disabitate, nelle oasi si
raggiungono i massimi valori. La religione prevalente è
quella islamica.

Economia
La scoperta nel sottosuolo del Sahara di ingenti ricchezze
minerarie ha cambiato radicalmente l'economia dei paesi
sahariani.

I principali prodotti sono: minerali di fosfati, ferro e rame


nel Sahara occidentale, giacimenti petroliferi e metaniferi
nel Sahara centrale, e infine, cromo, manganese, platino,
diamanti e sodio.

La scoperta di idrocarburi ha portato alla costruzione di


numerosi oleodotti per il loro trasporto fino ai centri di
raffinazione e di imbarco, ponendo al fianco dei tradizionali
prodotti dell'agricoltura (datteri) e della pastorizia (pelli)
quelli del sottosuolo.

I trasporti attraverso il deserto un tempo erano molto ardui


e faticosi, affidati alle sole carovane che portavano, ai paesi
mediterranei, prodotti ricercatissimi provenienti dall'Africa
centrale (avorio, penne di struzzo), sono ora risolti grazie
alle linee aeree, mentre poco sviluppate sono le
comunicazioni terrestri (ferroviarie e stradali) che seguono
le antiche vie commerciali delle rotte carovaniere.

Preistoria e arte rupestre


Il Sahara fu
abitato fin
dalla preistoria
come
dimostrano i
resti di
industria litica
del Paleolitico,
Neolitico,
Pleistocene,
Olocene e
Incisione rupestre nella regione libica del Tadrart persino del
Acacus. periodo
acheuleano,
anche se il tipo
di industria predominante appartiene al periodo ateriano.

Numerose sono le pitture e le incisioni rupestri che danno


un'interessante testimonianza sulla fauna e sulle genti che
un tempo abitarono il deserto. Il nascere della pittura
rupestre si può collocare nel Neolitico e si può distinguere in
due fasi, l'una pre-camelica (anteriore all'introduzione del
dromedario), naturalistica e assai raffinata, l'altra di epoca
camelina schematica e scadente.

Anticamente, il Sahara non era un deserto: circa


30 000 anni fa, le sue montagne erano coperte di rigogliose
foreste, la sua fauna era molto ricca, e i popoli che vi
abitavano si dedicavano alla caccia e all'allevamento del
bestiame.

Tra i soggetti rappresentati si notano spesso animali tipici


della fauna tropicale (antilopi, bovini, dromedari, elefanti,
ippopotamo e quindi corsi d'acqua) da cui si deduce che
anticamente il Sahara ebbe un clima diverso. Le migliori
iscrizioni si trovano a Zenaga (Grande Atlante) e presso
l'uadi Geràt (Tassili n'Ajjer), nel Tibesti, nel Tassili e
nell'Ahaggar (Hoggar).

Gli uomini sono rappresentati con la testa rotonda, e


vennero quindi chiamati "marziani"; esiste anche una figura
umana alta più di tre metri: un dio.

Fra le pitture rupestri del Sahara si sono scoperte le più


antiche rappresentazioni oggi note di funghi allucinogeni,
allora molto probabilmente assunti dalle popolazioni locali
in rituali sacri.[18]

Storia
Da carotaggi effettuati nell'Atlantico africano si è constatato
che le polveri sabbiose del deserto depositate dai venti
costanti evidenziano che non esistono reperti sabbiosi prima
di tre milioni di anni prima del presente, ciò prova che la
zona desertica sahariana non esisteva prima di tre milioni di
anni fa e precedentemente era un'area forestale tropicale. Gli
stessi carotaggi marini dimostrano che circa 11700 anni
prima del presente la zona desertica ha trascorso un periodo
di fertilità[19]. Il clima del Sahara ha subito enormi variazioni
tra umido e secco negli ultimi 100.000 anni[20]. Ciò è dovuto
a un ciclo di 41.000 anni in cui l'inclinazione della terra
cambia tra 22° e 24,5°[21]. Allo stato attuale (XXI secolo),
siamo in un periodo secco, ma si prevede che il Sahara
diventerà di nuovo verde tra 15.000 anni (17000 d.C.).
Durante l'ultimo periodo glaciale, il Sahara era ancora più
grande di quello che è oggi, estendendosi a sud oltre i suoi
confini attuali[22]. La fine del periodo glaciale ha portato più
pioggia nel Sahara, dal Dryas recente risalente circa a 12800
anni prima del presente fino al 6000 a.C., probabilmente a
causa delle aree di bassa pressione sopra le lastre di ghiaccio
in rottura a nord[23]. Si instaurò così l'ultimo periodo umido
africano.

Scomparse le ultime lastre di ghiaccio il Sahara ha iniziato


ad asciugarsi al nord, mentre nel sud il fenomeno è stato
contrastato dai monsoni, che spingevano le piogge più a
nord di quanto non avvenga oggi[24]. Solo verso il 4200 a.C.,
con il ritiro a sud del monsone, la situazione è diventata
progressivamente quella attuale[25].

Segnali recenti indicano che il Sahara e le regioni circostanti


si stanno "rinverdendo" a causa di un aumento delle
precipitazioni. Immagini satellitari mostrano un vasto
"rinverdimento" del Sahel tra il 1982 e il 2002 e l'aumento
delle aree di pascolo è stato osservato dallo scienziato del
clima Stefan Kröpelin[26].

Note
1. ^ circa
2. ^ Più raramente /ˈsaara/.

Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Sahara", in


Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010,
ISBN 978-88-397-1478-7.
Luciano Canepari, Sahara, in Il DiPI: dizionario di
pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 2009,
ISBN 978-88-08-10511-0. vedi anche Geografia de’
Fanciulli [...], In Venezia MDCCLXXIX, Appresso
Pietro Savioni, introduzione di C. Lapucci, 1996,
Casa Editrice G. D’Anna, p. 89.
3. ^ I 20 Deserti più grandi e importanti del Mondo, su
www.travel365.it. URL consultato il 31 agosto 2023.
4. ^ (EN) Atlantic coastal desert, su Terrestrial Ecoregions,
Word Wildlife Fund. URL consultato il 17 gennaio 2017.
5. ^ (EN) North Saharan steppe and woodlands, su
Terrestrial Ecoregions, Word Wildlife Fund. URL consultato
il 17 gennaio 2017.
6. ^ (EN) Central Sahara desert, su Terrestrial Ecoregions,
Word Wildlife Fund. URL consultato il 17 gennaio 2017.
7. ^ (EN) South Saharan steppe and woodlands, su
Terrestrial Ecoregions, Word Wildlife Fund. URL consultato
il 17 gennaio 2017.
8. ^ (EN) Tibesti-Jebel Uweinat Montane Xeric Woodland,
su Terrestrial Ecoregions, Word Wildlife Fund. URL
consultato il 17 gennaio 2017.
9. ^ (EN) West Saharan Montane Xeric Woodland, su
Terrestrial Ecoregions, Word Wildlife Fund. URL consultato
il 17 gennaio 2017.
10. ^ (EN) Saharan halophytics, su Terrestrial Ecoregions,
Word Wildlife Fund. URL consultato il 17 gennaio 2017.
11. ^ (EN) Saharan flooded grasslands, su Terrestrial
Ecoregions, Word Wildlife Fund. URL consultato il 17 gennaio
2017.
12. ^ (EN) East Saharan Montane Xeric Woodland, su
Terrestrial Ecoregions, Word Wildlife Fund. URL consultato
il 17 gennaio 2017.
13. ^ Chris Burt, Weather extremes : Hottest air
temperatures reported on Earth, su wunderground.com.
URL consultato il 13 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 3
gennaio 2014).
14. ^ Think It's Cold Here? It Snowed on Sahara! – Article –
Nytimes.com, su select.nytimes.com. URL consultato il 13
gennaio 2013.
15. ^ History – Weather Underground – Mecheria, su
wunderground.com. URL consultato il 13 gennaio 2013.
16. "Le polveri sahariane", di Stefano Guerzoni ed Emanuela
Marinaroli, pubbl. su "Le Scienze (American Scientific)",
n. 341, genn. 1997, pagg. 68-75
17. ^ Salsolaceae information from NPGS/GRIN, su ars-
grin.gov. URL consultato il 13 gennaio 2013 (archiviato dall'url
originale il 24 settembre 2012).
18. ^ Altrove, pubblicazione periodica della Società Italiana
per lo Studio degli Stati di Coscienza (SISSC), 1, Torino,
Nautilus, 1994
19. ^ Copia archiviata, su italiastarmagazine.it. URL consultato
il 22 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2021).
20. ^ Kevin White and David J. Mattingly (2006). Ancient
Lakes of the Sahara 94 (1). American Scientist. pp. 58–
65
21. ^ Orbit: Earth's Extraordinary Journey documentary
22. ^ Christopher Ehret. The Civilizations of Africa. University
Press of Virginia, 2002.
23. ^ Fezzan Project — Palaeoclimate and environment.
Retrieved March 15, 2006
24. ^ "Geophysical Research Letters" Simulation of an
abrupt change in Saharan vegetation in the mid-
Holocene - July 15, 1999
25. ^ Sahara's Abrupt Desertification Started by Changes in
Earth's Orbit, Accelerated by Atmospheric and Vegetation
Feedbacks
26. ^ "Sahara Desert Greening Due to Climate Change? (htt
ps://news.nationalgeographic.com/news/2009/07/090731
-green-sahara.html)". News.nationalgeographic.com.
Retrieved 2010-06-12

Voci correlate
Rotte dei migranti africani nel Sahara
Struttura di Richat
Deserto libico
Deserto orientale
COMESSA
Waw an Namus, l'oasi delle zanzare
Grande Muraglia Verde

Altri progetti
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Sahara
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del Sahara»
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deserto del Sahara (https://commons.wikimedia.org/
wiki/Category:Sahara?uselang=it)
Wikivoyage contiene informazioni turistiche su
deserto del Sahara

Collegamenti esterni

Sahara, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia


Italiana, 2010.
(EN) Jeffrey Allman Gritzner e Ronald Francis Peel,
Sahara, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia
Britannica, Inc.
www.sahara.it, su sahara.it. URL consultato il 31 agosto 2009
(archiviato dall'url originale il 28 agosto 2009).
Flora e fauna del Sahara, su sahara-nature.com. URL
consultato il 28 agosto 2018 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre
2017).
VIAF (EN) 125111751 (https://viaf.org/viaf/12511175
1) · LCCN (EN) sh85116501 (http://id.loc.gov/authori
ties/subjects/sh85116501) · GND (DE) 4051293-9 (h
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Controllo di
8/cb12137606n) · J9U
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(EN, JA) 00569946 (https://id.ndl.go.jp/auth/ndlna/00
569946) · WorldCat Identities (EN) viaf-125111751
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