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Un pianeta in movimento

Il sistema solare è un insieme di corpi celesti che ruotano intorno al Sole, una stella formata da gas
ad altissima temperatura che brilla di luce propria ed emette energia.
La sua origine risale a circa 5 miliardi di anni fa.
Ne fanno parte i pianeti (non brillano di luce propria), i satelliti (ruotano intorno ai pianeti), i meteoriti
e gli asteroidi (corpi celesti di minori dimensioni).
Il sistema solare fa parte della galassia della Via Lattea (costituita da miliardi di stelle).

La Terra ha una forma quasi sferica, schiacciata ai poli, definita geoide, ed è uno degli 8 pianeti del
sistema solare (gli altri sono: Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno).

Attorno alla Terra orbita un satellite, la Luna (primo uomo sulla Luna : 20 luglio 1969, statunitense
Nell Armstrong, comandante dell’Apollo 11).

La Terra si muove
I pianeti compiono 2 movimenti principali: rotazione e rivoluzione.

Con il moto di rotazione la Terra gira attorno al proprio asse (linea immaginaria che unisce Polo Nord
e Polo Sud).
Una rotazione completa ha la durata di 24 ore (giorno solare).

Con il moto di rivoluzione, la Terra gira intorno al Sole, in senso antiorario, su un’orbita ellittica,
impiegando 365 giorni, 5 ore e 48 minuti (anno solare).
La variazione della distanza dal Sole e l’inclinazione dell’asse terrestre rendono diversa la durata del
giorno e della notte nell’arco di un anno.

Il moto di rivoluzione è scandito in 4 momenti fondamentali:


1) durante l’equinozio di primavera (21 marzo) e quello d’autunno (23 settembre), in ogni
punto della Terra, il giorno e la notte hanno la stessa durata.
2) durante il solstizio d’estate (21 giugno) nell’emisfero nord (o boreale), il dì raggiunge la sua
massima durata, mentre nell’emisfero sud (o australe), la notte raggiunge la massima
durata.
3) durante il solstizio d’inverno (22 dicembre) nei due emisferi avviene il contrario di quello
d’estate.

Le caratteristiche della Terra


La Terra è detta pianeta azzurro, perché oltre il 70% è costituito dall’acqua, che può avere
profondità, salinità e temperature molto diverse, queste differenze sono all’origine delle correnti
marine.
Le masse d’acqua più estese sono gli oceani.
Le terre emerse sono suddivise in alcune grandi masse isolate, i continenti.
L’insieme delle zone del nostro pianeta, dove le condizioni ambientali permettono la vita, viene
chiamato biosfera.

Che cosa c’è dentro la Terra?


Il modello che i geologi hanno proposto è quello che distingue dei gusci concentrici.
Lo strato più interno è il nucleo (composto da materiali pesanti come ferro e nichel).
Procedendo verso l’esterno si incontra il mantello (meno denso, contiene silicio e ossigeno).
La zona più esterna è la crosta terrestre.
La parte superiore del mantello e la crosta terrestre costituiscono la cosiddetta litosfera (parte
solida della Terra formata da fratture e placche (zolle), il cui movimento è all’origine di terremoti e
fenomeni vulcanici.
Che cosa c’è intorno alla Terra?
La Terra è avvolta da un involucro gassoso spesso circa 1000km: l’atmosfera.
Nell’atmosfera c’è l’aria (miscela di diversi gas, in particolare azoto e ossigeno).
La zona più vicina a noi è la troposfera (contiene la maggior parte dell’aria e la quasi totalità del
vapore acqueo, è la zona dove avvengono tutti i fenomeni meteorologici: vento, piogge etc.), è
l’unica dove può svolgersi la vita.
A circa 25 km di altezza si trova uno strato di ozono (ozonosfera) che protegge la vita dai raggi
ultravioletti del Sole (nel passato presentava “buchi” causati dall’inquinamento dell’uomo).

Le grandi zone climatiche


I climi sono determinati da 3 elementi: temperatura, precipitazioni e pressione atmosferica.
Questi elementi possono variare a seconda di alcuni fattori: altitudine,latitudine e la distanza dal
mare (continentalità).
Possiamo dividere il nostro pianeta in grandi zone:
1) Zone nivali → in prossimità del Polo Nord e del Polo Sud
2) Zone temperate → confinano con le zone nivali
3) Zone tropicali → attorno all’Equatore

Le zone nivali
Sono situati oltre i 60° di latitudine a nord e sud, dove le temperature salgono raramente sopra lo 0°C,
e le precipitazioni avvengono principalmente sotto forma di neve.
Climi tipici sono quello polare (più rigido), dove la temperatura può scendere fino ad almeno -50°C
(sotto zero); e quello subartico, dove la temperatura estiva al massimo arriva a 10°C, il clima sulle
alte montagne ha caratteristiche simili a questo.

Le zone temperate
Comprendono le terre situate fra i 60°C di latitudine nord e sud e i tropici.
Le zone temperate possono avere climi molto diversi.
Lungo le coste si incontrano il clima oceanico e il clima mediterraneo.
Nelle aree interne prevalgono i climi continentali.

Le zone tropicali
Riguardano le terre situate fra i due tropici, dove le temperature non scendono mai sotto i 15°C, in
pratica c’è solo una lunga estate che dura tutto l’anno.
Nelle regioni attraversate dall’Equatore le piogge sono molto abbondanti e continue (clima tropicale
umido o equatoriale).
Invece verso i tropici le precipitazioni diventano stagionali (clima tropicale con stagione secca), fino
ad essere scarse e il clima diventa semiarido o addirittura arido.

I principali ambienti naturali


Ambienti naturali → biomi
L’elemento caratteristico di ogni bioma è la vegetazione.
Lo sviluppo della piante dipende dal suolo o dalla quantità di luce, ed è condizionato da temperature
e precipitazioni.
Dal clima dipende la presenta o meno di particolari animali.
Ogni specie trova le condizioni necessarie per la propria sopravvivenza in zone specifiche, che
costituiscono il suo habitat.
Un ambiente “estremo”: il ghiaccio
Artide e Antartide → le regioni del ghiaccio, occupano circa il 15% della superficie terrestre.

L’Artide comprende mari e poche terre.


Le acque marine sono in gran parte ricoperte dal ghiaccio spesso dai 2 ai 4 m→ banchisa
Nei periodi più caldi si frattura in grossi blocchi (pack).

Le terre dell’Antartide sono occupate da elevate catene montuose e vulcaniche, ricoperte da


un’enorme calotta di ghiaccio galleggiante → ice-shelf (tavola di ghiaccio).
L’inverno è caratterizzato da temperature bassissime e venti tempestosi→ blizzard.

Dove vive la popolazione: le aree più abitate

Quanti siamo sulla Terra?


Nel 2014 la Terra era abitata da poco più di 7 miliardi di persone.
All’inizio del 900, la densità media di popolazione della Terra era di 10 ab/km^2, oggi è arrivata a 47
ab/km^2.
Grazie ai miglioramenti nell’alimentazione e della sanità, la mortalità si è fortemente ridotta.
Invece la natalità è sempre molto alta in gran parte dell’Africa e dell’Asia.

Perché ci sono zone più abitate di altre?


In India e in Cina si registrano densità di popolazioni elevatissime, possiamo trovare città in cui la
densità supera i 5000 ab/km^2.

Le città: sempre più grandi e numerose


Nel passato solo il 10% della popolazione viveva in città.
Si prevede che nel 2050 due terzi dell’umanità vivranno in città e dappertutto la popolazione
urbana supererà quella rurale.
La crescita della popolazione urbana (in città) avviene soprattutto in Asia, in Africa e nell’America
meridionale, dove è collegata a flussi migratori interni.
Un terzo della popolazione urbana di questi continenti vive in quartieri di baracche, privi di acqua
potabile, fognature e servizi normali delle nostre città.
Questi insediamenti sono chiamati favelas, bidonvilles, slum.

Le città si espandono nel territorio


Per indicare le metropoli più popolose si usa il termine megacittà.
Si trovano soprattutto in Asia e in America.
Tra le città capitali e le megacittà si formano agglomerati urbani (aree in cui numerose città grandi e
piccole circondano una metropoli che predomina su tutte le altre).
Europa centro-occidentale, Stati Uniti, Giappone, Cina presentano anche alcune megalopoli,
dove vive una grandissima parte della popolazione.
La città nordamericana: il “Downtown”
Downtown→ indica il centro delle città: si sviluppa in verticale perché è occupato perlopiù da alti
grattacieli dedicati ad attività commerciali e finanziare. Per questo è anche chiamato CBD (Central
Business District).
Ma ci sono anche strutture sportive, spazi verdi, musei, teatri, cinema, canali.
Il Downtown è raggiunto da grandi vie di comunicazione.
I pendolari che invadono il Downtown arrivano per la maggior parte dai suburbs (sobborghi), hanno
uno sviluppo orizzontale, perché sono costituite da villette unifamiliari.
In questi sobborghi vive il ceto medio.
Nei suburbs vive circa il 53% della popolazione nazionale, vicino ad essi si trovano servizi essenziali:
il grande centro commerciale (mall), scuole, pronto soccorso ed edifici di culto.
Qui i mezzi pubblici sono rari ed è quindi indispensabile usare l’automobile.

I grandi flussi delle migrazioni attuali


Le grandi migrazioni internazionali sono quelle intraprese dagli europei: centinaia di milioni si
spostarono in America, Australia, Asia e Africa.
Poi la direzione dei migranti si è rovesciata.
Oggi il 40% dei migranti parte dei paesi poveri (Africa, India, Asia).
Alla base di questi movimenti ci sono motivazioni economiche e differenze demografiche.

Le migrazioni interne: dalle campagne alle città


Una emigrazione è interna se avviene entro i confini di uno stesso stato.
Oggi i flussi riguardano centinaia di milioni di persone e avvengono in 3 direzioni:
1) dalle aree rurali a quelle urbane
2) da quelle di montagna a quelle di pianura
3) dalle zone interne verso le coste

Oggi le migrazioni sono più facili, ma…


I mass media rafforzano la volontà di migrare rendendo desiderabili i modi di vita occidentali.
Gli spostamenti sono resi più facili dai progressi nelle comunicazioni e dal minor costo dei
trasporti.
Le migrazioni internazionali hanno importanti conseguenze e danno impulso alla creazione di società
multiculturali.
L’immigrazione può provocare però problemi di convivenza tra etnie e l’emergere di movimenti
xenofobi (paura dello straniero).
Poiché i flussi non diminuiscono si è creato il grave problema dei clandestini.

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