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Maurizio Pollini: Pollini Prospettive - 1 Concerto di Brahms

Recensione di: veramazzotta , (Monday, January 07, 2008) | Voto: ●●

Copertina di Maurizio Pollini Pollini Prospettive - 1 Concerto di Brahms


5 gennaio 2008, primo concerto delle "Pollini-Prospettive".

Maurizio Pollini interpreta il primo di Brahms.

Maurizio Pollini non è il primo né sarà l'ultimo pianista a interpretare al Parco della Musica di
Roma il Concerto in re minore op.15 di Brahms.

Dal 1930 a oggi sul palcoscenico di Santa Cecilia si sono avvicendati pianisti come Zecchi,
Rubinstein e Horowitz, una giovanissima Lya De Barberiis e poi Silvestri, Sergio Perticaroli e
Gieseking, Fischer sino a Lupu e i recenti Zimerman e Zacharias.

Ieri, giorno del suo 65° compleanno, Pollini.

LO SO! So che molti saranno pronti a dire che nel caso di Maurizio Pollini sarò andata al suo
concerto pronta a cogliere la parte mezza vuota del bicchiere e con la penna intinta nell'arsenico.

Conoscevo già la versione 'polliniana' dei concerti di Brahms e già a suo tempo, non mi aveva
soddisfatta né convinta. Tuttavia, se ieri sera mi avesse fatto ascoltare anche UNA sola battuta che
fosse stata musicalmente bella e, appunto, convincente, sarei uscita contenta, in primis per lui.

E in effetti, sebbene indispettita dal titolo di 'Pollini-Prospettive' (prospettive da dove? da cosa? e


perché solo quelle di Pollini e non anche di 'Volodos, Sokolov, Zimerman,' non sono tutte
'prospettive', visioni personali quelle che vengono proposte? Transeat), dicevo, sebbene indispettita,
Pollini ha dimostrato, nonostante il passare degli anni, di avere dalla sua le innegabili doti tecniche
che da sempre hanno caratterizzato le sue esecuzioni, ma non era su quelle che avessi dubbi, ciò che
non mi è dispiaciuto quel tanto da rendermi meno 'indisposta' nei confronti di una interpretazione o
'prospettiva' ancora una volta incontrollatamente ansiogena, poco comunicativa e non musicalmente
convincente, è stata la fine del secondo movimento del concerto nonché l'inizio della prima ballata
di Chopin: il suo bis.

E partiamo dal bis: è sempre una scelta estremamente personale e che, di solito, cade su un pezzo a
cui si tiene molto; tuttavia è davvero contro ogni legge del 'bon ton del palcoscenico' quella che
tiene l'orchestra seduta, lì, ferma e in attesa per quasi dieci minuti. In un concerto non esiste 'il'
'protagonista' neanche se è un recital; ogni esecuzione pubblica nasce dalla collaborazione-
produzione di chi suona, in questo caso suona con il pianista, di chi dirige, e di chi ascolta.

E poi, QUEL Concerto dalla forma espansa a volte ipertrofica, dalla costante costruzione e
elaborazione di temi e motivi, dalla esorbitante ricchezza di eventi musicali che si susseguono senza

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sosta alcuna in una tavolozza di colori mai stata così ricca e variegata prima di Brahms, QUEL
concerto, ambizioso quanto a dimensioni di una organizzazione formale e tonale complessa, resa
ancora più intensa da una profonda espressione emozionale, è un Concerto in cui il virtuosismo del
solista, è del tutto subordinato all'elaborazione sinfonica, e soprattutto è un Concerto dove il
rapporto tra SOLISTA e ORCHESTRA non è paritario ma neanche contrappositivo, è dialettico e
soprattutto dialogico.

Perché allora un bis così lungo? Perché non farne allora anche uno solo orchestrale?

Ecco, in quella sola fine del II Tempo e in quel solo inizio della I Ballata, Pollini ha persino
dimostrato una certa sensibilità nonché quel bel timbro e quella qualità di suono che vanamente ho
ricercato nei minuti precedenti. Penalizzato certamente anche dalla acustica della sala in molti punti
poco felice, il suo suono è rimasto spesso uno e poco sfaccettato: un 'mezzo forte' a volte poco più
forte altre volte un po' meno, ma sempre un uniforme mezzo forte, con degli sforzando e delle
accentazioni di un solista mai veramente integrato con il colore e il Pensiero orchestrale. Peccato.

Troppo poco. Tanto poco da finire presto dimenticato di fronte alla corsa al rimpiattino con una
orchestra che invece, impeccabile già nella prima parte dedicata a Bruno Maderna, poi fin dalle
prime 'fatidiche' note della Esposizione, ha saputo trovare la compattezza e il giusto colore che
conviene alla musica di Brahms; dimenticato di fronte alla sua solita ansia che oltre a correre lo
porta a non chiudere le frasi, accostarle fino a farle sembrare non musicali, mancare della naturale
cantabilità, come nel II tema del I tempo, a volte sporcare, e proporre letture 'arbitrarie' di passaggi
ritmicamente scritti in un certo modo. Per tutta la durata della sua folle corsa mi sono chiesta se
ricordassi male e piuttosto che in 6/4, il I tempo non fosse scritto in un 6/8 veloce e ansiogeno a
tratti metronomico, così come mi sono chiesta se davvero la gente che alla fine lo ha acclamato
ritiene che 'quella' sia stata una bella esecuzione di Brahms. Si suona bene perché si fanno tutte, o
quasi, le note giuste? perchè il 'pezzo' è difficile? O perché E' Pollini?

Nella mia 'deviatissima' ottica, non esiste un 'Urtext', un testo originale e unico dell'interpretazione
ma tutte hanno diritto di cittadinanza: in quanto soggettive sono 'proprie' e personali ma devono in
ogni modo rispondere al criterio dell'espressivo 'comunicare'.

Lasciare intravedere una visione, un mondo interiore, un sogno a occhi aperti.

Se le qualità 'comunicative' per motivi diversissimi, in un artista non sono o non sono più
particolarmente evidenti, come un oratore che all'improvviso si scoprisse muto, che almeno
proponga qualcosa non di forzatamente originale o diverso da quanto è scritto, ma coerente,
convincente e realmente 'prospettico'.

In questo Concerto di prospettico, nel senso di 'futuristico e non futuribile' ho sentito solo la musica
meravigliosa dell'Adagio che porta le parole 'Benedictus qui venit in nomine Domini' chiara
allusione di Brahms alla morte dell'amico Schumann e alle affinità tematiche con la melodia del
Benedictus' della Missa Solemnis di Beethoven, suonata però a metà strada tra Schoenberg e
Baglioni.

Così è, se vi piace.

A me no, non piace una musica che non è Musica.

E tuttavia questo mi ha permesso di apprezzare maggiormente la 'Musica' che si fa in un 'Salotto'


quasi di altri tempi, dove, a casa di Roberto e Lucia si riuniscono musicisti da ogni parte,

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concertisti, studenti, semplici appassionati; dove tutti si 'esprimono'mettendosi veramente in gioco;
dove tutti mettono in comune i propri talenti e la Musica viene vissuta, suonata e recepita come un
'dono' perché è il dono del 'sé' di quel momento e dove ho ascoltato una delle più autenticamente
Sentite, Emozionanti interpretazioni del Preludio op.28 n.4 di Chopin fatta proprio da Roberto, che
nella vita è avvocato, per poi divertirmi delle improvvisazioni di una musica fatta e amata a tutto
tondo, dal Jazz al Lounge, del loro TRIO RAGIO DI SOUL. A loro dico grazie.

Un tempo, dopo un concerto come quello di ieri sera sarei tornata a casa priva di energie, delusa e
persino arrabbiata.
Pollini può continuare a 'suonare' come vuole e la gente può continuare a pensare che faccia
Musica. Fa solo una parte. Io, da parte mia, ritengo un dono l'aver conosciuto persone che mi
permettono di tenere sempre a mente il significato delle parole 'comunicare idee e emozioni',
comunicare sé: SUONARE.
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Sommario
Maurizio Pollini: Pollini Prospettive - 1 Concerto di Brahms
recensito da veramazzotta per DeBaser, 1/7/2008 7:07:00 PM (●●)

1.

KYRIELISON | Voto: 4 | Voto al Concerto: —

Recensione che trasuda passione, conoscenza, tecnica. Mi permetto solo un opinabilissimo


appunto (da polliniano convinto), relativamente al passo in cui parli di un'interpretazione
"incontrollatamente ansiogena, poco comunicativa e non musicalmente convincente". Bè.. per me,
in questa tua definizione, c'è tutto IL MIO Brahms. Quello che s'incarta in ogni sinfonia e alla fine
ne esce un monumento all'incertezza. Nonostante il Beethoven che gli sta sul groppone. E forse è
per questo, che sono un polliniano... Grazie. Kyrielison.

2.

FRANTZ | Voto: 5 | Voto al Concerto: —

Complimenti, bellissima recensione, piena di competenza e passione. Dalla mia posso solo
ricordare una (e unica) ottima esperienza uditiva di tanti anni fa al ROF di Pesaro dove Pollini
suonò, a mio dire, uno splendido Beethoven solo piano.

3.

SPEAKLOW | Voto: 5 | Voto al Concerto: —

C'ero anch'io, ho avuto un paio di colpi di sonno, anche a causa di Maderna, per fortuna non
guidavo. Si, sono d'accordo, i vecchiacci catarrosi applaudono Pollini piuttosto che l'esecuzione!
Ma almeno questa volta non hanno lasciato la sala prima del bis per evitare le code al parcheggio
sotterraneo (miracolo Pollini!). Sulla tecnica non ho le competenze x giudicare, riguardo al suono
credo che la sala S. Cecilia non si presti alla forma concerto, il solista rischia sempre di venire
fagocitato dall'orchestra. Ottima recensione, ciao!

3
4.

ECIOSO | Voto: 5 | Voto al Concerto: —

queste sono pagine da leggere.complimenti.

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5.

BONNY91 | Voto: 5 | Voto al Concerto: —

recensione eccellente.conosco pollini solo come interprete di beethoven, infatti sono sempre
rimasto fedele allo chopin di askenazy e mai ho provato i notturni di pollini.pollini è un ottimo
pianista, ma anche un ottimo interprete di ludovico van per esempio.posso pensare che ciò sia
dovuto alla completezza della pagine di beethoven che non richiedo un intervento emotivo del
pianista tanto quanto il più incerto brahms, come faceva notare kyrielison.posso immaginare, grazie
anche alla esaustività della rece, come il pianismo marziale e perfetto di pollini non riesca sempre a
rendere quel senso di "sfumato", di indefinito di brahms. mi permetto a margine di consigliare le
esecuzioni di gould di brahms, la problematicità di glenn infatti forma un conubio di raro fascino
con il modo minore delle rapsodie, per esempio.ancora complimenti a veramazzotta.

6.

SAPUTELLO | Voto: 5 | Voto al Concerto: —

Bella bella, l'ho letta molto volentieri pur non essendo appassionato di Brahms, anzi, devo dire
che è un autore che proprio non sopporto, non so perchè, questione di gusti. Su Pollini la tua critica
non fa una piega. Però a me piace quando suona Chopin (o meglio, ho un suo disco in cui lo suona e
mi piace). Ecco, l'ho detto.

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7.

TINYBANKS | Voto: 5 | Voto al Concerto: —

Sempre appassionata, competente e, indubbiamente, esigente, soprattutto se si tratta del


"povero" :-) Pollini... Di Brahms ho sempre amato molto ma molto di più il n. 2. Per il resto rinnovo
la richiesta/consiglio che già ti feci tempo addietro. Perché non recensisci (anche) una registrazione
su CD, oppure per esempio non ci segnali una registrazione (possibilmente reperibile in una CD-
teca mediamente fornita) che consideri particolarmente interessante di questo concerto? Saludos!

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8.

LEMURO | Voto: — | Voto al Concerto: —

fortunatamente non mi son fatto scappare la recensione.........non posso dire nulla (altre sono le
mie passioni musicali), se non "complimenti"............

4
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9.

VERAMAZZOTTA | Voto: — | Voto al Concerto: —

infatti avevo in mente di recensire l'ultimo cd di arcadi volodos che, da pianista 'bifronte'visti i
suoi esordi con le trascrizioni alla HOROWITZ SUONA L'ULTIMO e meno conosciuto LISZT..
POI travolta dalle mille cose è rimasta una recensione non finita..sebbene adori questo pianista che
sta sul palcoscenico con la gioia spensierata di un bambino; ogni volta che lo ascolto, persino in cd
e non dal vivo, mi sembra di aprire la finestra e respirare l'aria pura e tersa d'alta quota. DEI
CONCERTI DI brahms credo rimangano assolutamente tra le migliori interpretazioni, quelle di
E.Gilels.

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10.

SARASTRO | Voto: — | Voto al Concerto: —

Esecuzione ansiogena? Ma mi faccia il piacere: io c'ero e ho avuto i brividi dall'inizio alla fine.
E non sono un vecchio catarroso, conosco meravigliosi musicisti dilettanti, canto in un coro, mi
diletto di pianoforte....e con Pollini, mal che vada, ho sempre delle belle prospettive interpretative,
ben che vada ho sempre brividi e odore di trascendenza, soprattutto negli adagi, cosa che capita
quasi mai con altri pur bravissimi pianisti. Francamente mi pare che lei non abbia il prosciutto negli
occhi, ma la mortadella nelle orecchie: è stata un'esecuzione di una rilassatezza impressionante,
visto l'impegno tecnico. E di grande complicità fra Pollini, Pappano e l'Orchestra, come
dimostravano palesemente le facce a fine concerto....quanto al bis, credo che gli orchestrali siano
stati ben contenti di essersi sorbiti l'ennesima bellissima esecuzione della I ballata (certo, anch'io
avrei preferito uno degli ultimi intermezzi brahmsiani, quella sera). Quanto a Zimerman,
sicuramente un grande pianista, non mi ha mai trasmesso nulla di quello che mi ha trasmesso
Pollini, soprattutto in Chopin (mi diede grande emozione solo una volta nell'op. 110 di
Beethoven....ma ricordo una pessima esecuzione della II sonata di Chopin, soprattutto nella marcia
funebre). Quanto a Volodos, per me è un pagliaccio e l'ha ampiamente dimostrato in un'esecuzione
dell'op. 109 di Beethoven, pure piena di stecche nel III movimento (facile fare il gradasso con
quelle esibizioni da circo listziane...ma poi in Beethoven...), e soprattutto è un gran cafone, come
dimostra quella sua bislacca trascrizione del rondò alla turca di Mozart, veramente un sacrilegio.
Quello sì che è un pianista egocentrico che mette davanti se stesso alla musica che suona. Sokolovo
non posso giudicarlo non avendolo mai ascoltato, ma le cose viste su youtube non mi convincono e
amici pianisti - non polliniani oltranzisti - non me ne hanno parlato bene. Quanto al suono: ho
ascoltato sia Pollini che Zimerman che Volodos nello stesso posto e mi spiace dirglielo, ma Pollini
aveva il doppio del suono degli altri. Come vede quanto meno dovrebbe correggere le sue
impressioni specificando che si tratta di gusti personali, invece che spacciarli per oggettiva realtà. I
miei organi sensoriali mi trasmettono l'esatto contrario di quello che i suoi trasmettono a lei. Quanto
al titolo, se gli altri hanno delle prospettive, che le manifestino. Le prospettive di Pollini sono ben
chiare: le scuole di Vienna come guida per la sua visione della storia della musica. Potrà piacere,
potrà non piacere, ma è una visione rispettabile. Quanto al protagonismo, la sua critica è veramente
risibile: se c'è un pianista non egocentrico quello è sicuramente Pollini. Quanti pianisti si inventano
un ciclo in cui cedere spesso la parte a cantanti, cori, gruppi orchestrali? In cui sacrificarsi per
cercare di far ascoltare alla gente Nono? (impresa fallita l'altra sera, con un pubblico veramente

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maleducato....sarebbe stato meglio obbligarli a rimanere mettendo Chopin nella seconda parte).
Credo che non ci sia oggi al mondo un pianista capace di eseguire un Brahms così intenso e
emozionante e mi spiace che non si sia ancora dedicato agli ultimi intermezzi in sede
discografica....ma quest'anno sarà la volta del Wohlthemperierte Klavier e ci si divertirà con
quello... Cordiali saluti

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11.

VERAMAZZOTTA | Voto: — | Voto al Concerto: —

non mi sembra di aver parlato di zimermann di cui conosco il brahms con Rattle che non mi è
dispiaciuto, ma sul quale devo dire, purtroppo, di concordare con lei. Anche lui negli anni si è
chiuso alla comunicazione, preso dall'eccesso di cura di suono. Su Volodos, posso capire la 'critica'
seppure parziale..il suo BEETHOVEN, c'ero anche io, è stata una delusione, e non solo la 109,
anche la 111, persino l'op. 26 ho trovato 'criticabile' iper molti versi che non le sto a spiegare...
criticabile certamente anche il suo modo di 'trascrivere' forse, perchè rispondente al SUO gusto
personale che , in questo caso e non nel mio nei confronti di Pollini, può non corrispondere al suo
come a quello anche di stimatissimi amii, colleghi, insegnanti di Conservatorio, professori di
orchestra ,concertisti..può discutere il 'gusto' che a volte non è dei migliori anche quando suona dal
momento che, da pianista io stessa lo trovo a volte 'poco raffinato', ma NON può discutere del voler
prorporre trascrizioni: ALTRI prima di lui, di altra statura lo hanno fatto, le ricotrdo solo due , nel
'mucchio, Liszt e horowitz.. comunque, dal momento che di VOLODOS ha citato i ' fallimenti' che
tutte le persone che suonano possono avere, per motivi personali diversissimi, mi piacerebbe sapere
o mi sarebbe piaciuto sapere cos'altro ha ascoltato di questo pianistA: I KREISLERIANA? il 3
concerto di RACHAMNINOVV? APPUNTO il suo LISZT? e il suo SCRIABIN? CHE persino i
musicisti che lo accusano di 'dilettantismo' riconoscono essere tra le interpretazioni più intense mai
ascoltate prima, dopo quella di SOFRONITSKy aggiungo sempre io.. oppure la trascrizione della
sonata di rachmaninov per violoncello e pianoforte? no? bè, ascoltando quella, conoscendo la parte,
per averLa sentita, suonata, assimilata e fatta propria, da musicista riconoscerebbe il 'musicista, che
c'è in Volodos seppur a volte dietro le esagerazioni e un gusto non sempre 'ottimo' ma sicuramente
personale e presente. Allora,pollini con il suo modo di suonare brahms che è sempre più lontano da
quanto si possa chiamare musica, con il suo asettico modo di affrontarLA, ha diritto di cittadinanza
perchè nella sua ottica viene incontro alle sue di orecchie ma non un volodos e perchè no uno
zimermann...le dirò pure chE A qualsisai studente di CONSERVaTORIO per non parlare della
scuole di ALTO perfezionamento NON ITALIANE, pur con la giovane età e inesperienza che lo
caratterizza, a uno studente di medie capacità e talento, a un musicista in erba, in formazione, si
richiede MOLTO ALTRO. NON SOLO doti di mano, che se non hai costruisci nel tempo , ma doti
di TESTA, CAPaCITà di andare oltre il semplice segno scritto, cantabilità , espressività cose che,
tanto per non essere 'tecnica' si costruiscono e si impara a costruire...ora se queste cose lei le ha
sentite in brahms o..nella ballata..farò davvero onore non ai suoi organi sensoriali, ma alle sue
qualità immaginative e ricostruttive...creare dove non c'è. quanto all'orchestra, lasci dire agli
orchestrali quanto siano o meno stati contenti di essere li fermi a sentire un bis così lungo..lo lasci
dire a loro...e non solo loro dell'accademia, magari anche a qualcuno dei BERLINER con cui il
noStro POLLINI ha suonato e da qualcuno di loro si faccia raccontare: ribadisco quanto detto a un
suo 'collega' con l'amore tanto viscerale e sviscerato di pollini da accusarmi delle stesse cose .
SENTA, DAL VIVO SOKOLOV, poi mi dirà del suono di POLLINI.. sempre uguale mai variegato
e sa perchè ? anche qui è una questione di orecchio, testa , cuore e mano come diceva MOZART..e
la mano viene sempre per ultima..SE la testa ha la capacità e la flessibilità, queste, con il lavoro
paziente verranno trasmesse alla mano che saprà assumere non una e una sola posizione sulla

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tastiera, ma cento, mille in funzione del suono e dell'emozione da RICREARE. POI anche io , non
sono convinta da alcune interpretazioni di SOKOLOV, IL FINALE DELL'OP 5 DI BRAHMS,
L'ESTREMA LENTEZZA D

12.

SARASTRO | Voto: — | Voto al Concerto: —

Ho parlato con molti orchestrali che hanno suonato con Pollini, sempre contenti di star lì a
sentirlo e sempre commossi dall'umiltà che si porta con sé. Sarei proprio curioso di vederla sul
Palco dell'Auditorium a suonare il I di Brahms meglio di come lo suoni Pollini. Oppure di vederla
vincere lo Chopin di Varsavia in luogo di quello di Altamura. Mi faccia il piacere, per favore: dica
che il modo di suonare di Pollini non le piace, ma la smetta di tirar fuori cose ridicole come la
capacità di lettura, la capacità di cantare, ecc. Pollini ha una capacità di analisi e una conoscenza
dell'intera letteratura musicale occidentale (per non parlare della sua cultura in generale) che ha
pochissimi eguali. Quanto a Volodos, una cosa è trascrivere il Listz gigione, altra cosa azzardarsi a
farlo con Mozart. E in quella maniera poi. Perché Volodos non si mette a comporre le sue acrobazie
di cattivo gusto mettendoci il suo nome sopra invece che storpiare pezzi altrui? Quanto al paragone
con Horowitz, ma mi faccia il piacere: Volodos potrebbe forse fare il cameriere di Horowitz, anche
su Scriabin (e soprattutto su Scriabin). Poi è anche veramente curioso il suo modo di recensire,
sempre identico: un Pollini nervoso, impazzito, che poi improvvisamente, nei bis, o in un
frammento fa intravedere grandi capacità che non riesce a esprimere. Per favore, facciamola finita.
Pollini è un artista serio. Il suo angolo visuale, o prospettico, se le piace di più, per me bellissimo, è
frutto di immenso studio, immensa passione, immensa generosità nel cercare di far capire. E è
commovente vedere che ogni tanto ci sia anche dell'ansia (ripeto, completamente assente l'altra
sera) in luogo della routine in un uomo che da cinquantanni è sulle scene e che si preoccupa della
qualità delle sue esecuzioni. Quanto poi al pubblico catarroso e che applaude alla fine del I
movimento dimostrando di non sapere che il concerto ne ha 3 - ma siamo clementi, in fondo
nell'800 si applaudiva dopo ogni movimento - l'applauso finale domostrava un tale calore da far
capire che la comunicazione c'è stata eccome, anche se lei ha i circuiti interrotti o quella
comunicazione non le arriva o non le interessa o non le piace.

13.

VERAMAZZOTTA | Voto: — | Voto al Concerto: 1

penso che con le mie indubbie capacità musicali, e con la mia testa, io come la stragrande
maggioranza degli allievi di conservatorio saprei suonare molto meglio, e non SOLO BRAHMS!!!
E PROPRIO DAL MOMENTO CHE HA LA POSSIBILITà di suonare in una situazione del genere
almeno LO FACCIA AL MEGLIO. ma forse già lo fa, quello è il suo MEGLIO.QUANTO AI
CONCORSI PIù BLASONATI, FACILE PARLARE dal di fuori e soprattutto secondo il punto di
vista del DILETTANTE CHE LEI E' E dimostra di essere. e questo è il dramma del nostro paese .
CHE SI SCAMBIA LA CULTURA , L'AMORE, LA CONOSCENZA DELLA MUSICA e LA
DIFFUSIONE CON IL PIù BASSO grado che di esse si hanno: dilettantismo. E CON QUALI
ORCHSTRALI AVREBBE PARLATO DAL MOMENTO che a loro HO SENTITO DIRE PIù DI
UNA VOLTA ' è sufficiente suonare con lui una volta'..le piace pollini? sono contenta per lei. NON
LE PIACE VOLDOS? ME NE DISPIACE. forse dovrebbde FARE LEI una revisione ai S
CIRCUITI o alle SUE orecchie. E con questo NON HO ALTRO DA AGGIUNGERE.Anzi, no si
legga l'ultimo libro di Daniel Barenboim, forse , dico FORSE, POTREBBE TRARNE QUALCHE
INSEGNAMENTO .Forse.

7
14.

ODRADEK | Voto: — | Voto al Concerto: —

Ecco, si. Il libro di Barenboim sarebbe un ottimo strumento per tentare di spostare questo
dialogo, i cui presupposti sembravano fruttuosi e il cui esito pare deragliato, su un terreno
interessante. Un libro degno di grande attenzione anche da parte di chi, come il sottoscritto, non ha
affatto la stessa competenza e frequentazione dei due duellanti. Mi sento di consigliarlo a tutti i
passanti di questa pagina, in particolare a Kyrielison (che presto ci delizierà con qualche
recensione)- Daniel Barenboim: La musica sveglia il tempo - Feltrinelli, 192 pag. - euro 15,00

15.

ODRADEK | Voto: — | Voto al Concerto: —

E, sempre a proposito di alcuni temi sottesi al dialogo, sto rileggendo in questi giorni "L'ala del
turbine intelligente" di Glenn Gould, che si apre con una pseudo intervista del musicista a se stesso.
Il quale, apparentemente "eludendo" la questione del rapporto tra esecutore e pubblico, la affronta
in modo molto peculiare. Ma tutto il libro è ricco di pagine molto interessanti. Adelphi, pag. 416
euro 11,00. - Dopo aver indicato due testi probabilmente molto noti a alcuni dei DePassanti
chiederei qualche suggerimento riguardo libri (in italiano, please) che affrontino i medesimi temi...
Grazie.

16.

SARASTRO | Voto: — | Voto al Concerto: —

Aspetto con ansia la sua versione del I di Brahms, magari per la Deustche Grammophone - viste
le sue indubbie qualità che cosa aspetta a metterla sotto contratto? - spero non bislacca quanto la
trascrizione del rondò alla turca di Volodos. Quanto al dilettantismo, meno male che ci sono i
dilettanti....almeno loro non sono frustrati e invidiosi dei professionisti che suonano meglio....e
spesso, anzi quasi sempre, amano le musica molto di più (proprio perché non ne ricavano denaro e
cercano di trovare il tempo nelle pause di lavoro per praticarla) e hanno una cultura infinitamente
superiore ai diplomati in conservatorio.... Ho parlato con tantissimi orchestrali del Maggio musicale
fiorentino, dei Berliner, della Mahler, dell'Orchestra del festival di Lucerna. Le basta? L'ultimo libro
di Barenboim? Lo leggerò ben volentieri, quando ne avrò tempo: le consiglio invece l'opera omnia
di Kelsen, dalla quale potrebbe trarre un equilibrio interiore che evidentemente non ha e, forse,
scorgere la bellezza della struttura e della forma proprie delle scuole di Vienna (siano esse la
giuridica, la pittorica o la musicale).

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17.

VERAMAZZOTTA | Voto: — | Voto al Concerto: —

si preoccupin del suo equilibrio interiore. il mio è saldissimo dal momento che non nutro invidie
di alcun genere per nessuno dei grandi o pseudo tali di cui, quando e se suonano
proporzionatamente anche solo al luogo, riconosco meriti e qualità.NON SOLO dal momento che
sono musicalente esigente e , qualunqu cosa pensi, che , per inciso, non mi tocca più di tanto,
preparata, sono altrettanto esigente in primis verso me stessa e mi so riconoscere limiti come

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qualità. QUANTO alla vittoria di POLLINI allo chopin le ricordo una cosa: allora era un giovane
promettente, non solo tecnicamente ma anche per alcune idee manifestate in alcune incisioni di
quegli anni, ma in un un momento culturale e storico che si era 'svuotato'di interpreti italiani che
potessero reggere il confronto con l'estero..e in cui si cercava qualcuno che 'prendesse' il posto di
michelangeli... le case discografiche al momento, per quel che mi riguarda, ragionano solo in
termini di vendibilità e marketing, operazione a cui gli artisti, pollini compreso, per ovvii motivi e
ragioni, si prestano, anche solo facendo bis che la gente si aspetta perchè poi in libreria è tutto
pronto per vendere l' ultimo cd... o sedendo per ore a fare autografi anziché magari rispondere a
domande intelligenti di persona piuttosto che andare in tv per promuoversi... comuNque il suono
ritoccato dei dischi della DEUTCHE, come della stragrande maggioranza delle case discografiche,
non mi piace, se mai preferirei la PHILIPS.. QUANTO AL RIFERIMENTO AL denaro..bè..ne
parli a chi come pollini, nel bene e nel male, a serata prende centinaia di migliaia di euro..DOPO
una sua esecuzione della 111 qualche anno fa e un biglietto di oltre 100 euro stavo per chiedere il
rimborso del biglietto e con sorpresa non mi sono ritrovata sola a farlo..con sorpresa perchè oggi la
VERITà non si dice, si fa intuire ma non ci si scopre, la si nasconde, esattamente come è più facile
parlare dal di fuori, sputando sentenze e giudizi ma tenendo il proprio nome ben coperto dalla
riconoscbilià, e pure questo, nel bene e nel male. se penso che mondo musicale esistono pianisti di
medio-alto livello che suonano per molto, molto, molto, molto meno delle centinaia di migliaia di
euro che spettano a questi' pollini' i quali fanno persino fatica, e non parlo di me, nei concorsi che
permettono i contratti con le conniventi case discografiche, ossia i vari blasonati e conosciuti
busoni, chopin et similia , dove, le cosiddette 'pressioni' interne sono sempre tantissime... prima di
parlare sarebbe bene avere rapporto quotidiano a tutto tondo con questo mondo..e dall'interno.

18.

SARASTRO | Voto: — | Voto al Concerto: —

Sulla politica delle case discografiche concordo....e ne è un evidente esempio Volodos,


spacciato per l'Horowitz di oggi...stesso repertorio, stesse trascrizioni....ma, ahimé non stessa classe,
stessa eleganza, stesso suono.... Non mi pare che Pollini sia succube di queste cose, vista la
ripetitività dei programmi che solo di rado intersecano l'uscita discografica. Quanto al bis, il disco
con le ballate è del ‘99, quindi non si vede quale sia il nesso. E ben venga Pollini (e Barenboim) in
televisione - anche se bisognerebbe fargli fare prima un corso di comunicazione -: ciò può
avvicinare a un certo repertorio gente che non lo frequenta. Personalmente sono sempre uscito dai
concerti di Pollini ben felice di aver speso quanto avevo speso o di essermi fatto chilometri per
esserci: come vede, è questione di gusti personali. Le consiglio perciò di scendere dalla cattedra è
modificare le sue espressioni da "Pollini non canta" a "il modo di cantare di Pollini non mi piace o
non mi stimola o mi irrita", da "Pollini non sa leggere" a "il modo di leggere di Pollini non mi
convince", ecc., ne guadagnerebbero anche le sue pseudorecensioni. Poi, forse, sarebbe bene che
voi musicisti professionisti la smetteste di fare le vittime: non siete i soli a confrontarvi con
mentalità "paramafiose"; le stesse cose accadono all'università, nel mondo del calcio, nelle
professioni. Come vede, la realtà con la quale vi scontrate, è comune a quasi tutti i giovani, in
questo paese. Mi pare il caso di darsi serenamente da fare e, quando possibile, cercare di cambiare
le cose, invece che sputare veleno su chi ce l'ha fatta - e per evidenti meriti. Spero per lei che riesca
a fare strada e che riesca a controllare l'ansia nel suonare davanti a 2000 persone (comodo
suonicchiare nell'aristocratico salotto in pieno relax). Marco Croce, giurista, ex calciatore, baritono.
Se le interessa, faccia una ricerca su google e troverà qualche articolo pubblicato in riviste
giuridiche.

19.

9
KOENIGMARK | Voto: — | Voto al Concerto: —

Vera Mazzetta, se lo lasci dire, lei sta solo masticando dei noiosi luoghi comuni. E poi.... ma
insomma scrivere con tutti quegli errori di ortografia! francamente da una pianista preparata e
esigente come lei proprio non posso accettarlo. Rinnovo quindi l'ottimo suggerimento che le è stato
generosamente offerto: una bella lettura integrale del buon Hans Kelsen (gioverà, tra l'altro anche
alla sua espressione scritta, vedrà). Se proprio il giuspositivismo non le sembrasse consono alle sue
inclinazioni, potrebbe provare anche con altri classici: in fondo perchè non ritornare alla Patrologia
Latina del Migne (certo, anch'essa da leggersi integralmente in beata solitudine) o se vuole una cosa
più breve ma intensa, potrei indirizzarla verso la memoria di Goedel del '31... (suonare con la
sinistra il tema di ah! vous dirais-je maman dopo ogni formula e senza guardare la tastiera è uno di
quei finissimi piaceri intellettuali al quale nessuno dovrebbe rinunciare). l'importante è ritirasi in
solitudine, in una lunga lunga lettura....così le sarà impossibile far danni.... Vedrà che poi mi
ringrazierà... KoenigMark

20.

KOSMOGABRI | Voto: 5 | Voto al Concerto: —

quanto mi sento ignorante! bello leggerti comunque, c'è vera passione. (...ciao Franzulo)

21.

METALLAROBIONICO | Voto: 5 | Voto al Concerto: —

vera ho saputo che sei una pianista. ti vuoi mettere con me? Suono il flauto!

22.

VERAMAZZOTTA | Voto: — | Voto al Concerto: —

a quella specie di coso 'koenigmark' o qualunque cosa sia 'BENVENUTO' IN UN DISCORSO


del quale dubito possa neanche aver capito una virgola...ma si, tanto con l'ortografia del battere
veloce alla tastiera non vado d'accordo, quindi , STAVOLTA HO USATO UNA ESPRESSIONE
IN ITALIANO CORRETTO CHE MAGARI ANCHE IL GIURISTA approverà..forse.. e
comunque so perfettamente che le mentalità 'para mafiose' anzi mafiose, diciamolo, esistono in tutti
gli ambienti, ha dimenticato quello medico, ma posso parlare solo per il mio che conosco..per un
musicista poi suonare davanti a 20, 30, 100 come a 2000 persone non cambia molto..se non per un
motivo di ansia in più dato dalla resa acustica..e personalmente continuo a dire che quella sala con
1800 posti è assolutamente inadatta; l'ansia poi che si ha tutti non va dominata, ma incanalata e
trasformata, sempre. Perchè mi ritengo in diritto di esprimere quello che penso, a parte la libertà di
farlo? proprio perchè so che significa stare seduta davanti a un pianoforte e suonare, che sia davanti
a parenti e amici o estranei, che siano tanti o pochi..non è importante e perchè qualcuno mi ha
insegnato anche che le critiche si accettano sempre, da qualunque parte esse vengano. è un caso che
oggi mi sia potuta dedicare a 'detrimento' di lettori come koenig etc..a rispondere e scrivere..e per
tutto il tempo mi sono domandata la stessa cosa, se per caso Pollini ha avuto modo di riascoltare la
sua esecuzione, cosa avrà pensato , ne sarà stato contento? comunque ora davverò seguirò il
consiglio di koenigmark, ma non con la patrologia del MIGNE quella la conosco dai tempi
dell'Università, mi 'ritirerò' con ben altre letture almeno fino ai miei 'prossimi danni' ossia 'scritti'
che, se qualcuno riterrà davvero 'dannosi', come io libera di scriverli, lui sarà altrettanto libero di
non leggerli.

10
23.

SARASTRO | Voto: — | Voto al Concerto: —

Nessuno le nega il diritto di critica, men che mai chi giornalmente si batte per le libertà
costituzionali, fra le quali suprema è proprio quella di pensiero e di manifestazione del pensiero (art.
21 C.), contro chi le vuole comprimere (fra i più assidui, il Vaticano). Solo che c'è modo e modo di
criticare: evidentemente lei inclina verso un'interpretazione coloristica della musica, vista
l'importanza che dà al timbro. Sicuramente Pollini tende a essere monocromo. Ma un conto è dire
Pollini non sa variare i timbri, un conto è dire a Pollini non interessa variare i timbri perché è più
interessato all'architettura del pezzo (parlo per approssimazioni, perché Pollini la tavolozza ce l'ha,
anche ben ampia e la usa spesso), cosa su cui non concordo perché.... Pollini l'altra sera era
visibilmente soddisfatto dell'esecuzione, glielo si leggeva in faccia. E l'ansia, francamente, non so
dove l'abbia vista e sentita. Le incisioni, sia quella con Boehm che quella con Abbado, non sono
affatto affannate. E l'altra sera, in molti momenti, pure nello stampo granitico della usa esecuzione,
c'erano molte più lentezze rispetto alle incisioni. Le frasi erano sempre ben compiute, anche
dinamicamente. E l'emozione è arrivata - e non sono un tipo dal brivido facile. Sarà che a me
piacciono di più le interpretazione alla tedesca, alla Backhaus, alla Arrau, alla Schnabel (che lei
considererà estremamente ansioso, visto quanto correva - per evidenti pecche tecniche). L'acustica
della sala in certe parti non è buona, specialmente per il pianoforte. Ma il dramma è il pubblico,
come ha dimostrato l'altra sera il cellulare squillante alla fine del trio della marcia funebre, gli
sternuti, i colpi di tosse continui - ci fosse stato Michelangeli sul palco, dopo 5 minuti si sarebbe
alzato e se ne sarebbe andato - e soprattutto l'abbandono chiassoso della sala durante l'esecuzione
della Hannigan (bellissima) e poi della Floresta.... Sull'ansia, non credo sia la stessa cosa suonare
davanti a amici e suonare davanti a 2000 estranei. Certo, c'è ansia anche al saggetto di fine anno
della scuola di musica, soprattutto quando a 26 anni suonati si decide di cominciare a suonare e,
dopo un anno, ci si ritrova a snocciolare davanti a bimbi e mamme e nonne il I preludio del
Clavicembalo ben temperato, due Kinderszenen e il XX preludio di Chopin....ma non è la stessa
cosa di suonare - o giocare - davanti a un pubblico pagante. E glielo dico perché mi è capitato di
giocare davanti a poche persone in campi di periferia o in allenamento e anche in stadi strapieni.
Non è la stessa cosa.

24.

KOENIGMARK | Voto: — | Voto al Concerto: —

Signorina, dico davvero e giungo ai prieghi: si lasci inPollinare! i primaverili fluidi di zio
Maurizio sapranno elevarla su fino ai paradisi timbrici da dove con sguardo benigno Bartolomeo
Cristofori veglia tanto sui passi dei giovani virgulti czerny-hanonizzati quanto sulle prodezze
manuali di Zio Maurizio. (ma a Arcadi no, Arcadi non solo non lo veglia ma non lo può vedere
proprio: una volta l'abbiam sentito fin nella sala della Pergola il buon Bartolomeo smadonnare in
toscano dall'alto dei cieli. Arcadi sdegnato ha fatto finta di niente). RIpeto le mani giunte, signorina,
si faccia ImPollinare! suo KoenigsMark

25.

CONTEMPLAZIONE | Voto: 4 | Voto al Concerto: —

11
Ciao Vera, volevo chiederti come mai ti ritrovi spesso e volentieri ai costosissimi e deludenti
concerti di Pollini, se ormai la tua esperienza ti ha ripetutamente dimostrato che non sono per te
appaganti? Si, insomma, chi te lo fa fa'?

26.

VERAMAZZOTTA | Voto: — | Voto al Concerto: —

perchè, si impara sempre anche dai musicisti che suonano altri strumenti rispetto al proprio,
anche da quelli che non rispondono ai gusti personali, anche da quelli che non suonano al meglio
pur potendolo fare. ANDARE AD UN CONCERTo dal vivo , è sempre una esperienza altamente
educativa prima, formativa poi. certo a volte , pure io mi chiedo, uscendo, ma chi me lo fa
fare...infatti, dovendo decidere se andare a sentire il 2 di brahms e dovendo fare anche un po' di
conti, prima ho cercato i biglietti per venerdi 25: IL RECITAL DI LANG LANG un pianista che
agli esordi non mi aveva entusiasmato, musicalmente parlando; ero rimasta però affascinata dalle
doti carismatiche e dalla duttilità e armoniosità del gesto, tuttavia ora sta crescendo e è molto
maturato. SARà una sorpresa, tuttavia andrò anche a sentire il 2 di brahms di pollini...senza
aspettative. QUANTO al discorso del bis lungo fatto in quel 1 concerto, bè..forse qualcun altro deve
aver fatto notare a POLLINI quanto dicevo a proposito del bon-ton del palcoscenico, perchè nelle
'repliche' ha proposto come bis l'ultimo tempo del concerto , con l'orchestra quindi...anche se
bastava facesse uno studio di chopin o un intermezzo di brahms..al limite...

27.

KYRIELISON | Voto: — | Voto al Concerto: —

"un pianista che agli esordi non mi aveva entusiasmato ,musicalmente parlando; ero rimasta
però affascinata dalle doti carismatiche e dalla duttilità e armoniosità del gesto". Ecco. Quando
leggo frasi come questa, mi chiedo perchè non mi sono appassionato alla ingegneria dei materiali,
piuttosto che alla musica...

28.

CONTEMPLAZIONE | Voto: — | Voto al Concerto: —

Allora se sei decisa a vederli entrambi, chissà, potrebbe sbocciare una recensione-confronto tra
le due diverse interpretazioni! Magari una volta tanto il vecchiaccio si darà una calmata e suonerà
come si deve ;-)

29.

FRANCESCOR | Voto: — | Voto al Concerto: —

veramazzotta, da come scrivi, ti senti molto modesta. Ma a parer mio una persona che parla così
di Maurizio Pollini, non credo abbia inteso veramente cosa è la musica. Puoi avere letto quanti libri
vuoi, aver ascoltato tutta la musica che vuoi, imparato il libro di storia della musica a memoria, ma
per arrivare a dire questo di Pollini, credo che tu abbia ancora molto lavoro fare...concordo in pieno
con sarastro...

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