Sei sulla pagina 1di 5

George Gordon Byron

Idealista ed eccentrico, protagonista di innumerevoli relazioni amorose, fuggì dalla puritana Inghilterra per
condurre una vita avventurosa attraverso l’Europa e guidare la rivoluzione greca

Poeta e visionario, discendente di un antico lignaggio aristocratico che gli permise di sedere alla Camera
dei Lord nel Parlamento inglese, George Byron suscitò scandalo e indignazione nella classe conservatrice del suo
Paese, l’Inghilterra degli inizi del XIX secolo, con la sua vita dissoluta, la difesa degli emarginati e della
libertà dei popoli, il suo antipatriottismo e gli scritti poetici e satirici.

I giornali dell’epoca lo accusarono di sobillare i contemporanei contro i valori della società britannica
attraverso opere che intrecciano aspra satira e feroce critica. Ma la sua personalità eclettica e la sua condotta
sempre sopra le righe e licenziosa, che consegnarono il vate romantico al plauso universale, affascinarono e
conquistarono l’interesse di molti. In particolare, la sua tragica morte avvenuta nel 1824 a Missolungi,
all’età di soli 36 anni, molto probabilmente a causa di una meningite, rese Byron un martire della libertà e lo
consacrò come l’eroe romantico per eccellenza.

La madre di Byron era Catherine Gordon, un’ereditiera scozzese che il capitano John Byron, conosciuto anche
come “Jack il matto”, sposò in seconde nozze; dopo aver dilapidato il patrimonio della donna, il padre scappò in
Francia abbandonando la famiglia. George Gordon, figlio unico di Catherine, trascorse un’infanzia di stenti in
una stanza in affitto ad Aberdeen, in Scozia. Rimasto senza padre, Byron, secondo i biografi, ebbe con la
madre, descritta come una donna intemperante, un rapporto conflittuale, poiché la donna alternava momenti di
oppressiva tenerezza ad atteggiamenti di inspiegabile aggressività; inoltre schernì più volte il figlio a
causa di una malformazione, il piede equino, che condannò il poeta a zoppicare per tutta la vita.
Un lord fuori dall’ordinario
Il suo destino cambiò nel 1798, all’età di 10 anni: un prozio paterno, William, quinto Lord Byron, appartenente a
una nobile famiglia d’origine normanna, morì lasciando in eredità a George il titolo e i beni, che
consistevano principalmente nell’abbazia di Newstead, nel Nottinghamshire.Da quel momento il giovane ricevette
un’educazione consona alla sua condizione aristocratica, sebbene egli poco si adattò alle rigide regole di condotta,
divenendo un adolescente ribelle e stravagante. Un amico riferì che, intorno al 1820, il poeta possedeva a
Ravenna un serraglio formato da dieci cavalli, otto cani, tre scimmie, cinque gatti, cinque pavoni, un corvo,
un’aquila, un falco, un paio di porcellini d’India e una gru egiziana.

A diciannove anni Byron pubblicò le sue prime poesie, Hours of Idleness (Ore d’ozio), che gli valsero dure critiche
dal giornale The Edinburgh Review. Nel 1809 iniziò il Grand Tour con un amico, Lord John Hobhouse, e viaggiò per
due anni in Europa attraverso Portogallo, Spagna, Malta, Albania, Grecia e Turchia, finché le condizioni di salute
della madre non si aggravarono a tal punto che Byron dovette far ritorno in patria. Le morti di Catherine Gordon e
di due vecchi compagni di classe, avvenute nel 1811, lo afflissero molto. L’anno successivo trovò, tuttavia,
un’occupazione che gli diede un nuovo slancio. Era membro della Camera dei Lord, e nel 1812, in uno dei pochi
discorsi tenuti in Parlamento poi divenuto storico, Byron difese la causa degli operai tessili di Nottingham contro
le rigide misure adottate del partito conservatore: il governo aveva infatti risposto ai disordini causati dai
movimenti di protesta operaia con la Frame Breaking Bill, una legge che prevedeva la pena di morte per chi
distruggeva i telai.

Il passo decisivo verso la fama


Nello stesso anno Byron pubblicò i primi due canti del poema Childe Harold’s Pilgrimage (Le peregrinazioni del
giovane Aroldo), che lo rese molto popolare in brevissimo tempo: il poeta narra le proprie esperienze del Grand
Tour e ritrae un giovane malinconico e ribelle che, deluso dal presente e attraversato da un sentimento nostalgico,
è impegnato a riesumare un passato eroico. Alcuni critici hanno letto tra le pagine di questo poema la delusione e
lo smarrimento derivanti dalla Rivoluzione francese, che caratterizzarono l’epoca del poeta.

Lord Byron fu anche celebre, già negli anni dell’adolescenza, a causa delle sue numerose storie d’amore con donne
di ogni classe sociale. La più tormentata relazione fu con l’eccentrica e passionale Caroline Lamb; durante l’estate
del 1813 Lord Byron ebbe poi una relazione intima con la sorellastra Augusta Leigh. L’anno successivo sposò Anne
Isabella Milbanke, ma il matrimonio naufragò dopo alcuni mesi di convivenza: Anne lo lasciò, accusandolo di
maltrattamenti e condotta indecente. Fu lei a diffondere pettegolezzi sulle relazioni dell’ex consorte, comprese le
giovanili inclinazioni omosessuali.

Profondamente offeso dall’ostilità che lo circondava, il poeta decise nel 1816 di allontanarsi nuovamente dalla
madrepatria, dove non fece più ritorno. Nel suo viaggio attraverso l’Europa Byron soggiornò a Ginevra, dove strinse
una profonda amicizia con il poeta Percy B. Shelley e la moglie Mary Godwin Shelley, l’autrice di Frankenstein. Ma
un destino funesto sembrava accompagnarlo: nel 1822, a soli cinque anni, sua figlia Allegra morì. La bambina era
nata dalla relazione con Claire Clairmont, sorellastra di Mary Shelley. La scrittrice, annegò quello stesso anno
nella traversata da Viareggio a Lerici durante una tempesta.

Nel frattempo, nel 1818-1819, Byron pubblicò alcuni canti del poema satirico Don Juan, rimasto incompiuto.
Conobbe nel 1819 la contessa Teresa Gamba Guiccioli con cui ebbe una relazione; a Ravenna, due anni dopo,
strinse amicizia con il padre e il fratello, Ruggero e Pietro Gamba, che tra il 1820 e il 1821 convinsero Byron a
unirsi al movimento di rivolta dei carbonari in Italia.

Il Paese che assorbì tutte le sue energie fu, però, la Grecia: in seguito all’insurrezione nazionalista per mettere
fine al dominio ottomano scoppiata nel 1821, Byron decise che si sarebbe unito alla lotta per offrire sostegno agli
insorti greci. Nel 1823 informò il Comitato inglese per gli aiuti alla Grecia della necessità di fornire artiglieria, si
procurò medicinali, equipaggiò il brigantino inglese The Hercules con barili di polvere da sparo e due piccoli
cannoni e infine partì, accompagnato tra gli altri da Pietro Gamba, verso l’isola greca di Cefalonia, all’epoca sotto
il dominio britannico, per organizzare la rivolta e attendere i segnali per intervenire a sostegno dei ribelli.

La morte in Grecia
Byron rimase cinque mesi a Cefalonia e nel gennaio 1824 si unì un capo greco, il principe Alexandros
Mavrokordatos, che, grazie all’appoggio finanziario di Byron, poté equipaggiare una flotta e salpare per Missolungi,
nel Golfo di Patrasso, assediata dalle forze turche. La sua missione era assaltare e conquistare la fortezza di
Lepanto. Ma molti piani saltarono: l’attacco fu rinviato per la mancanza di soldati e a causa di dissidi tra i capi dei
rivoltosi greci. Infuriato e abbattuto, Byron non esitò comunque a impiegare buona parte della sua eredità per
continuare a sostenere la causa greca.

Purtroppo, tutti i suoi sogni di gloria svanirono quando si ammalò gravemente. Morì il 19 aprile 1824. La causa
della sua morte non è stata mai chiarita: forse una meningite o una sepsi dovuta a una strumentazione medica
infetta con la quale si cercò di curarlo.

Le chiese della Grecia lo proclamarono eroe nazionale e gli abitanti di Missolungi chiesero di custodire il suo
cuore, mentre il corpo fu inviato in Inghilterra, dove fu sepolto nell’abbazia di Newstead. Poeta romantico per
eccellenza, fu ampiamente apprezzato tra i contemporanei e la sua fama si diffuse in tutto il continente europeo, a
eccezione della madrepatria.
Byron: la poetica
Dobbiamo, però, andare oltre tutte le turbolenti vicissitudini esistenziali di Lord Byron e ricordare che fu
soprattutto un poeta, un grande poeta. La sua produzione in versi di ogni genere, dal trimetro giambico alle
anapestico, dal distico elegiaco ai componimenti in ottava rima, era esorbitante. Byron destreggia la materia
poetica, era capace di modellarla a suo piacimento. Scriveva e riscriveva mantenendo un ritmo di lavoro
inarrestabile: sapeva passare dalla tragedia alla satira con un’abilità unica, cambiando tono, genere, linguaggio.
Con la fortuna del poema The Childe Harold’s Pilgrimage, in cui il pubblico volle vedere riflessa la sua stessa vita,
sarebbe diventato il più romantico dei romantici.

Dopo vari poemi e la raccolta di novelle esotiche, Byron si dedicò al suo ultimo imponente lavoro, purtroppo
rimasto incompiuto: Don Juan, una storia d’amore burlesca in cui creò un personaggio sbalorditivo.
Il suo protagonista era combattivo e idealista, politicamente impegnato, forse più vicino al Byron reale e distante
da qualsiasi maschera melodrammatica che fu imposta al poeta come schermo o travestimento dell’ormai
mitizzato eroe byroniano.

Opere:
Childe Harold's Pilgrimage: (Il pellegrinaggio del giovane Aroldo) è un poema narrativo del
-

poeta inglese Lord Byron, pubblicato in più volumi tra il 1812 e il 1818. L’ispirazione di questo poema è
autobiografica: Byron parte dalle sue vicende personali, cioè dai suoi viaggi nel Mediterraneo degli anni appena
trascorsi.

Il poema è organizzato in quattro canti di stanze formate da otto versi pentametri giambici seguiti da un verso
giambico di dodici sillabe (verso alessandrino). Le rime seguono lo schema ABABABCC. Il protagonista di Childe
Harold’s Pilgrimage è un giovane dedito all’ozio e ai piaceri ma annoiato da questa vita, che cerca perciò una
svolta viaggiando in terre straniere.

Il primo e il secondo canto si svolgono in Spagna, Portogallo, Albania e Grecia: Byron propone molte descrizioni
degli aspetti più esotici e particolari di questi Paesi, del loro paesaggio e della loro cultura. Nel terzo canto Harold
viaggia in Belgio, nella valle del Reno e nella zona delle Alpi.
Il quarto canto è ambientato in Italia e in esso prevalgono le descrizioni della natura, che dialoga con i pensieri e i
sentimenti dell’autore, che qui parla in prima persona. Numerose sono anche le descrizioni delle più belle città
italiane, da sempre apprezzate dai viaggiatori europei.
Analisi (Analysis)
Il protagonista del poema Childe Harold’s Pilgrimage è l’emblema del sentimento provato da tutta la generazione
di Byron, ribelle e insoddisfatta, ed è considerato in gran parte anche un alter ego del poeta stesso. Byron esprime
la necessità del protagonista di distrarsi, grazie a questo viaggio, e di dimenticare ciò che lo opprimeva prima di
partire: ci può riuscire grazie alla natura e all’espressione della creatività.
Nelle descrizioni della natura, il poeta si sofferma in particolare sui paesaggi più aspri e selvaggi, che
rispecchiano l’irrequietezza del suo personaggio. La natura ha il ruolo di rifugio dalle inquietudini e dalla società
stessa che è opprimente e in cui il protagonista, come Byron, si sente incompreso e privo di libertà. In mezzo alla
natura invece si sente a casa e si ritrova nel suo linguaggio.

-Manfred:
https://www.ilpickwick.it/index.php/letteratura/item/1953-manfred-%E2%80%93-luomo-e-il-superuomo-byro
niano

Potrebbero piacerti anche