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James Fenimore Cooper

La gioventù
Cooper nacque a Burlington, in New Jersey, il 15 settembre 1789, undicesimo figlio del giudice William e
dodicesimo di Elizabeth Cooper. All'età di un anno, la sua famiglia si trasferì alla frontiera del lago Otsego,
nello stato di New York, dove il padre fondò un insediamento in vasti territori ancora disabitati, creando
quella che sarebbe diventata la città di Cooperstown nell'attuale Contea di Otsego. Il padre era giudice e
membro del Congresso degli Stati Uniti. James frequentò le scuole ad Albany e New Haven e tra il 1803 e
il 1805 il College Yale. Pur essendo il più giovane studente, ne fu espulso, presumibilmente per condotta
pericolosa (fece saltare in aria la porta della camera di un compagno) e per aver rubato del cibo. [1]

Tre anni dopo entrò nella Marina degli Stati Uniti; ma dopo aver compiuto uno o due viaggi a bordo di un
vascello mercantile per perfezionarsi nella navigazione, diventando luogotenente, sposò Susan Augusta de
Lancey (il matrimonio fu celebrato a Mamaroneck, New York, il 18 maggio 1810) e nel 1811 rassegnò le
dimissioni. Sua moglie apparteneva a una delle più illustri famiglie dello stato.

Il padre William morì nel 1810, quando James aveva vent'anni, ma l'eredità che lasciò al figlio influenzò la
sua intera carriera. Quasi la metà dei romanzi di Cooper parlano della conquista della frontiera e ne I
pionieri suo padre appare direttamente, nelle vesti del giudice Marmaduke Temple di Templeton.

Carriera letteraria
Cooper si stabilì nella Contea di Westchester e nel 1820 terminò il suo primo libro, Precauzione, un
romanzo di vecchia scuola. Questo fu seguito nel 1821 da La spia, che ebbe molto successo al momento
della pubblicazione, I pionieri (1823), il primo della serie di Calza-di-Cuoio, e Il pilota (1824), un'audace e
impetuosa storia di mare. L'opera successiva fu Lionel Lincoln (1825), fiacca e poco attraente, seguita nel
1826 dal famoso L'ultimo dei Mohicani, considerato da molti il vero capolavoro di Cooper [senza fonte].
Allontanatosi dall'America per visitare l'Europa, pubblicò a Parigi La prateria (1826), e, nel 1828, Il corsaro
rosso.

Durante questo periodo il talento altalenante di Cooper sembra aver raggiunto il suo apice. Eppure le
opere prodotte furono di scarso valore letterario, The Wept of Wish-ton-Wish del 1829; Le Opinioni di un
Viaggiatore Scapolo del 1828 e La Strega del Mare del 1830, uno dei suoi principali racconti marinareschi.
Nel 1830 difese gli Stati Uniti con una serie di lettere pubblicate dal National, un giornale parigino, contro
una serie di accuse sollevate dalla Revue Britannique con la quale trascorse il resto della sua vita a
scontrarsi sulla carta stampata, a volte per spirito nazionalistico, a volte per motivi personali, altre ancora
per entrambi i motivi.

L'opportunità di rendere pubbliche le sue opinioni nazionalistiche sembrano non solo aver rafforzato in lui
le sue convinzioni, ma avrebbero ispirato in lui l'idea di esporle al pubblico grazie alla sua arte. I suoi tre
successivi racconti, Il Bravo del 1831, Gli Heidenmauer del 1832 e Il Carnefice: ovvero l'Abbate di
Vigneron del 1833, furono tutte espressioni dello spirito repubblicano di Cooper. Il Bravo ha come
scenario Venezia che viene governata da una rozza oligarchia che si nasconde dietro la parvenza della
"repubblica serenissima." Tutte e tre le opere vennero accolte con successo da un discreto numero di
lettori da entrambi i versanti dell'Atlantico, sebbene Il Bravo subì una forte stroncatura da parte della critica
letteraria statunitense.

Nel 1833 Cooper fece ritorno in America e pubblicò una Lettera ai miei Compatrioti, nella quale diede la
sua versione della controversia nella quale era stato coinvolto e censurò aspramente i suoi compatrioti per
avervi preso parte. Questo attacco ebbe un seguito nel 1835 con I Monikin e Democratico Americano. In
seguito scrisse resoconti sulle sue esperienze e sui suoi viaggi in Europa, tra i quali spicca
l'opera L'Inghilterra del 1837, in tre volumi, nella quale dimostra una certa vanagloria e cattivo
temperamento; di seguito scriverà Costretto al Ritorno e Come ho trovato la mia Patria nel 1838, notevoli
per contenere un'alta idealizzazione della sua personalità.

Tutte queste opere tendevano ad accrescere il distacco tra l'autore e il suo pubblico; il Partito Whig scrisse
articoli infuocati con attacchi virulenti contro i suoi giudizi, e Cooper subì una lunga sequela di citazioni
per oltraggio. Dopo essere uscito vittorioso da tutti i processi, tornò al suo lavoro con il suo solito vigore
raccogliendo nuovamente la popolarità. La Storia della Marina degli Stati Uniti del 1839, ebbe anche dei
supplementi nel 1846 con una serie di Vite dei Celebri Ufficiali Navali Americani, a cui successe nel
1840 L'Esploratore una ottima continuazione della serie di Calza-di-Cuoio; insieme a Mercedes di
Castiglia del 1840; Il Cacciatore di Cervi del 1841; I Due Ammiragli e Ali ed Ali del 1842; Wyandotte, Storia
di un Fazzoletto da Tasca, e Ned Myers 1843; ed in ultimo Le Avventure di Miles Wallingford del 1844.

Dalle opere di pura fantasia, tuttavia, egli passò nuovamente alla combinazione di arte e controversia nella
quale si era distinto così tante volte, e nei due Manoscritti di Poche Pagine (1845-1846) raggiunse uno stile
molto vigoroso. La sua opera successiva fu Il Cratere, ovvero la Cima del Vulcano del 1847, nella quale
tentò di introdurre un elemento sovrannaturale, alla quale seguì Il Buco nella Quercia e Jack Tier entrambi
del 1848, quest'ultimo una curiosa rivisitazione del Pirata Rosso; seguirono poi Il Leone dei Mari del 1849;
ed infine Le Vie dell'Ora (1850), l'ultima sua creazione.

Gli ultimi anni


Cooper trascorse il resto della sua vita a Cooperstown, nello stato di New York (che era stata dedicata a
suo padre). Morì di idropisia il 16 settembre 1851. Poco dopo venne eretta una statua in suo onore.

L'ultimo dei Mohicani

Titolo originale The Last of the Mohicans

Copertina di un'edizione in tedesco

Autore James Fenimore Cooper

1ª ed. originale 1826

Genere romanzo

Sottogenere Romanzo
storico, romanzo
d'avventura

Lingua inglese
originale

Ambientazione America
settentrionale, 1755-1762
Protagonisti Occhio di Falco

Coprotagonisti Uncas, Chingachook

Antagonisti Magua

Altri Duncan, Munro, Cora e


personaggi Alice

L'ultimo dei Mohicani (The Last of the Mohicans) è un romanzo d'avventura scritto da James Fenimore


Cooper (1789-1851) e pubblicato per la prima volta nel 1826. Fu il romanzo più letto al suo tempo ed è
oggi considerato il suo romanzo migliore.

Trama
Il romanzo è ambientato durante la guerra franco-indiana, teatro nordamericano della Guerra dei sette
anni, alla metà del XVIII secolo. La storia ha come sfondo sia le frequenti battaglie tra Francesi e Inglesi sia
tra Uroni (mercenari alleati con i francesi) e Mohicani (mercenari alleati con gli inglesi). Narra le diverse
vicende di Natty Bumppo, un cacciatore bianco soprannominato Occhio di Falco (in seguito chiamato La
Longue Carabine, lungo fucile, dal sachem Urone), Uncas e suo padre Chingachgook. I tre si troveranno a
dover aiutare le due figlie del colonnello inglese Munro, Alice e Cora, rapite dal nemico comune Magua,
capo di un gruppo urone e alleato con i francesi. Cora e Alice in realtà sono sorellastre poiché Cora è il
frutto del primo matrimonio di Munro con una donna caraibica di origine mulatta. Fiera e determinata, è lei
ad incoraggiare spesso la sorella, più delicata e inesperta. Nella vicenda interviene anche il giovane
Duncan, ufficiale inglese innamorato di Alice. Magua un tempo combatteva per gli inglesi, ma un giorno,
ubriaco, straparlò, e il colonnello lo fece frustare; Magua si offese a morte per l'oltraggio e per le cicatrici
rimastegli, e alleatosi ai francesi nemici degli inglesi, organizza la vendetta. Magua vuole Cora in moglie e
più volte le offre la scelta fra il "matrimonio" e la morte, ma ella rifiuterà sempre sdegnata. Il lungo
inseguimento di Magua si concluderà con la morte di Cora, Uncas e dello stesso Magua, ucciso da Occhio
di Falco. Il romanzo si conclude con una dettagliata descrizione dei funerali secondo il rito indiano di Cora
e Uncas.

Personaggi
I personaggi principali del racconto sono:
Natty Bumppo, detto Occhio-di-falco e la Longue Carabine
vero protagonista del ciclo dei "Racconti di Calza-di-cuoio", è figlio di coloni bianchi, educato
dai Fratelli Moravi e cresciuto fra i Mohicani. Amico di lunga data del capo indiano Chingachgook.
Maggiore Duncan Heyward
ufficiale dell'esercito britannico originario della Virginia, innamorato di Alice, sembra un
personaggio marginale, ma il suo ruolo non è di secondo piano, poiché interviene in momenti
difficili e la sua azione è determinante.
Colonnello Munro, Cora e Alice
una famiglia scozzese composta da padre e due sorelle. Munro comanda le truppe inglesi di stanza
a Forte William-Henry. In seguito, insieme ad Occhio-di-falco, Chingachgook ed Uncas dovranno
salvare le sorelle rapite da Magua.
Chingachgook, soprannominato grosso serpente
è un Mohicano, il cui unico figlio è Uncas che per lui rappresenta la continuazione della sua gente,
in quanto ultimo mohicano puro (cioè discendente sia per linea paterna sia per linea materna da
soli Mohicani).
Uncas, soprannominato Cervo Agile
è figlio di Chingachgook. È il penultimo dei Mohicani dopo suo padre. Anche se non risulta essere
molto chiaro nel testo, sembra essere innamorato di Cora.
Magua, soprannominato Volpe astuta (Le Renard Subtil) 
è un Urone (e quindi nemico dei Mohicani), alleato dei francesi. Catturato dai Mohawk (nazione
indiana alleata degli inglesi), gli fu risparmiata la vita e venne adottato nella nuova tribù. Fatto
fustigare da Munro per essere stato sorpreso a bere whiskey, ritornò presso la sua tribù dove
scoprì che la moglie aveva sposato un altro uomo. Decide così di tramare vendetta contro il
colonnello, cercando di rapire la figlia Cora, della quale vorrebbe farne la propria nuova moglie. È il
nemico comune di tutti i personaggi elencati.
La vicenda è ambientata nello stato di New York nel 1757, durante la guerra
franco-indiana.

La focalizzazione nel romanzo è zero, quindi il punto di vista del narratore è


onnisciente: conosce tutto e sa spiegare tutto. Molto spesso utilizza il discorso
diretto cedendo la parola direttamente ad essi; così facendo si esprime senza
alcuna mediazione.

Una scena del romanzo è ambientata sulle cascate di Glens Falls.

ANNA KARENINA, RIASSUNTO – In Anna Karenina vengono raccontate le


vicende, viste in parallelo, dell’amore adulterino tra Anna e il giovane conte Akeksej
Vronskij e del felice matrimonio tra Kitty e Levin. I personaggi del romanzo, decritti
da un punto di vista psicologico ed introspettivo, sono tutti legati tra loro da vincoli
di parentela e amicizia.

La protagonista del romanzo, Anna, è sposata con l’ufficiale governativo Karenin,


verso il quale nutre un sentimento di estraneità molto lontano dall’amore. La donna
viene invitata a Mosca dal fratello Stepan Arkad’i? Oblonskij per tentare di
convincere la moglie di lui, Dolly, a non lasciarlo dopo l’ennesimo tradimento. È
proprio nella capitale russa che la giovane donna conosce Aleksej Vronskij,
un seducente e fascinoso conte destinato a sconvolgerle la vita. Nel frattempo altri
eventi si intrecciano nella fitta trama: scopriamo infatti che un amico di
Stepan, Levin (alter ego dell’autore stesso), si sta recando a Mosca per chiedere la
mano di Kitty, sorella minore di Dolly. La giovane donna è però innamorata proprio
dell’affascinante Aleksej e, ignara della scintilla scoppiata tra il conte e Anna, spera
sia lui a chiederle la mano.
ANNA KARENINA, TRAMA – Determinata a non cadere in tentazione, Anna decide
di tornare a San Pietroburgo dal marito e dal figlio, ma Aleksej non ha intenzione di
lasciarsi scappare la donna di cui si è innamorato: dopo averla inseguita, le dichiara
il proprio amore e tra i due si accende ben presto una travolgente passione. Dal loro
amore adulterino, disapprovato dalla società del tempo, nascerà una bambina, Anna.
La relazione clandestina di Anna e Aleksej, minacciata da Karenin che vorrebbe
impedire alla donna di vedere il figlio e messa sotto accusa dalla società, si
contrappone a quella tra Kitty e Levin, portatori sani di un matrimonio puro e
fedele. Sono queste due coppie i perni attorno ai quali è costruito l’intero romanzo
di Lev Tolstoj.
Sempre più emarginata dalla società e convinta, erroneamente, di non essere più
amata dal conte Vronskij, Anna si spingerà verso il più estremo dei gesti: il suicidio
Periodo romantico
Il movimento romantico giunge come altri influssi attraverso l'Inghilterra. Molti dei motivi romantici si
possono trovare in America fin dalle origini: l'individualismo, l'amore per la vita semplice e primitiva in
mezzo alla natura, per la libertà e l'uguaglianza. Alcune condizioni storiche però ritardano e influenzano lo
sviluppo di questa corrente. C'è ancora in letteratura una tradizione neoclassica e razionalista non ancora
esaurita. Gli Stati Uniti sono inoltre liberi e hanno raggiunto la democrazia, perciò non c'è spazio per il
sorgere di quell'ansia di ribellione che è caratteristica di molti autori romantici. Il romanticismo americano
acquisisce lentamente consapevolezza di sé durante il periodo che possiamo definire di formazione.

Il periodo di formazione (1810-1835)


New York fu, nei primi anni dell'Ottocento, il centro letterario più importante degli Stati Uniti.Washington
Irving è il primo letterato americano a conquistare fama internazionale. La sua opera principale è il Libro
degli schizzi (The Sketch Book, 1820)[2] pubblicato a Londra sotto lo pseudonimo di Geoffrey Crayon grazie
a Walter Scott. È un insieme di 34 schizzi di cui la gran parte descrive scene di vita inglese. Vengono
considerati più originali e interessanti quegli schizzi in cui il tema è americano, come in Rip van Winkle, che
rappresenta un vero mito d'America. Irving può inoltre essere considerato come anticipatore della short
story, genere americano per eccellenza[3].

L'opera di James Fenimore Cooper[4] può essere divisa in tre gruppi: del primo fanno parte i romanzi più
noti che hanno come tema la lotta tra bianchi e indiani: un esempio è il romanzo L'ultimo dei Mohicani (The
Last of The Mohicans, 1826). Il secondo gruppo è dedicato alle avventure di mare tra cui il romanzo più
rappresentativo è Il corsaro rosso (The Red Rover, 1827)[5]. Dell'ultimo gruppo fanno invece parte i romanzi
sociali e storici, fra cui emerge La spia (The Spy, 1821)[6] ambientato nel periodo della guerra di
indipendenza americana.

Edgar Allan Poe


La produzione letteraria di Poe non può essere inserita in nessun movimento letterario americano
contemporaneo: la sua cultura ha radici nella cultura romantica europea. Egli tenta una nuova estetica
della poesia, sganciando l'estetica americana dai presupposti moralistici. Per lui il lettore deve
immedesimarsi nella situazione e nei sentimenti che la poesia esprime per mezzo della suggestione
attuata con l'insistere su motivi e immagini. La sua teoria, basata sull'unità dell'impressione e sulla
necessità della composizione breve, è contenuta nel saggio sul Principio poetico (The Poetic Principle). La
sua originalità consiste soprattutto nell'aver fatto trasparire per la prima volta il subconscio in un linguaggio
figurato, nell'aver fatto diventare i motivi romantici espressione del dramma di una psiche malata,
arricchendoli di una suggestione ossessiva. La fama di Poe narratore è legata ai 25 racconti pubblicati nel
1840 sotto il titolo di Racconti del grottesco e dell'arabesco (Tales of The Grotesque and Arabesque). La
morte è uno dei temi dominanti della sua narrativa e si concreta in un simbolismo minaccioso, come ad
esempio nella Maschera della morte rossa (The Masque of The Red Death). Un altro aspetto della
narrativa di Poe è quello del racconto d'indagine che prelude il moderno romanzo poliziesco.

La rinascenza trascendentalista (1835-186)


La parola trascendentalismo caratterizza una posizione prima di tutto filosofica e religiosa e poi, sotto
l'influsso di Coleridge, letteraria, la quale fa essenzialmente ricorso all'intuizione e alla convinzione
interiore.

Ralph Waldo Emerson è il protagonista e il portavoce della rivoluzione intellettuale che si manifesta in
America alla metà dell'Ottocento; nella sua opera esprime l'ansia di emancipazione dell'individuo e
l'inquietudine morale che sono caratteristiche del romanticismo americano. Per Emerson l'uomo e il suo
mondo vivono in completa armonia e la tradizione deve essere ignorata in favore della ricerca individuale.
In religione rigetta il culto esteriore non ammettendo che una religione immediata e interiore. È panteista e
seguace di Plotino. Il suo ottimismo filosofico lo porta ad ammettere che tutti gli uomini sono uguali per
natura, moralmente e intellettualmente. Nel suo primo opuscolo, Natura(Nature, 1836) sono evidenti le sue
convinzioni fondamentali: la natura è pervasa dalla divinità, è la concreta manifestazione dello spirito. Tra i
suoi saggi il più conosciuto è L'intellettuale americano (The American Scholar, 1837).

Henry David Thoreau accoglie e divulga le dottrine morali e filosofiche di Emerson e ne dà interpretazione


pratica con la sua vita. È rappresentante dell'individualismo romantico come Melville ma, diversamente da
quest'ultimo, è un individualista temperato pronto a fuggire nei regni dell'utopia e della solitudine. Le sue
due opere fondamentali sono Una settimana sui fiumi Concord e Merrimac (A Week on The Concord and
Merrimac Rivers, 1849) e Walden, o la vita nei boschi (Walden or Life in The Woods, 1854). Quest'ultimo è
un resoconto dell'esperienza di un uomo che si ritira a vivere per più di due anni in una capanna in riva a
un lago dimostrando di poter fare a meno della civiltà e del danaro. La sua polemica è diretta alla civiltà nel
suo complesso. La sua opera è quella di un idealista: nel famoso discorso sulla Disobbedienza civile (Civil
Disobedience, 1849) sostiene la possibilità di non rispettare le leggi che vanno contro la coscienza
dell'uomo.

Fa parte della cosiddetta scuola trascendentalista anche Harriet Beecher Stowe. Scrive il famoso
romanzo La capanna dello zio Tom (Uncle Tom's Cabin, 1851-1852) che ha una tiratura prodigiosa e
influenza positivamente l'opinione pubblica sul problema dello schiavismo.

Herman Melville
Melville crea opere veramente americane, espressive di un mondo nuovo che comincia a riconoscersi
nettamente distinto dall'Europa. I lunghi anni trascorsi in mare offrono a Melville l'ispirazione e
l'ambientazione per molte delle sue opere, ma la sua sensibilità quasi impressionistica fa di lui qualcosa di
più di un viaggiatore che registra le sue avventure. Moby Dick ovvero la balena (Moby Dick, 1851) è
considerata la sua opera maggiore. In questo romanzo l'elemento «avventura» si trasforma in mito, e
Melville traccia un'autobiografia spirituale. Il tema della lotta del capitano Achab contro l'inafferrabile balena
bianca è ricco di sviluppi epici e drammatici. La lotta finisce con la morte del capitano, mentre sopravvive
Ishmael, personaggio che guida il lettore lungo il viaggio.

Periodo realista
Anche in America, dagli elementi del romanticismo che fanno appello ai sensi nasce la nuova scuola
realista. Il progresso scientifico contribuisce a far nascere negli scrittori un bisogno di esattezza e una
nuova e più disincantata visione della realtà. Gli autori si fanno più attenti ai paesaggi, alle tradizioni e ai
costumi. Sorge una vera e propria scuola del «colore locale». In un primo momento non si può ancora
parlare di realismo vero e proprio: restano degli elementi romantici quali una compiacenza per il pittoresco,
un amore per i contrasti drammatici. Nel Sud la letteratura del colore locale comincia più tardi e prende una
caratteristica nostalgica e pittoresca, cercando di riprodurre il mondo di prima della guerra idealizzandolo.

Samuel Langhorne Clemens (noto come Mark Twain) nato a Florida nel Missouri e cresciuto a Hannibal,


sul Mississippi, pilota sui battelli che lo navigavano, lavora poi come giornalista. Diviene presto noto come
autore di racconti umoristici e conferenziere brillante; la sua fama è consacrata con una laurea ad honorem
ad Oxford. Tra le sue opere più importanti: Le avventure di Tom Sawyer (The Adventures of Tom Sawyer,
1876) è un'autobiografia romanzata che rivela nello scrittore un sottile interprete dell'anima infantile; Le
avventure di Huckleberry Finn (The Adventures of Huckleberry Finn, 1884-85), uno dei capolavori del
romanzo d'avventura e picaresco. Contribuisce in modo definitivo ad abbattere la tradizione vittoriana con il
suo gusto semplice ma colorito, attento a assorbire e riflettere tutte le cadenze del parlato americano.

Rebecca Harding Davis descrive per prima con tocchi di autentico realismo la vita nelle fonderie della
Pennsylvania in Vita nelle fonderie del ferro (Life in the Iron Mills, 1861).

Realismo temperato
Henry James

Così viene definito quel realismo che rifiuta le crudezze che son care, per esempio, ai naturalisti francesi, e
ne ignora la franchezza verbale.

Henry James (1843-1916) può essere considerato uno dei pionieri del romanzo contemporaneo di lingua
inglese. Non partecipa alla guerra di secessione ed è probabilmente da quel periodo che comincia a
formarsi in lui un senso doloroso di impotenza e di straniamento dalla vita. Da giovane passa diversi anni
nelle capitali europee. L'America era divenuta per lui qualcosa contro cui reagire e in Europa va in cerca di
incontri letterari, di un'educazione spirituale e sentimentale. Il tema fondamentale della sua opera è:
l'americano di fronte all'Europa. In seguito si pone il problema dell'artista in conflitto con la società e del
suo pellegrinaggio in cerca di una società. Col romanzo Ritratto di signora (The Portrait of a Lady, 1881) i
temi sono già stati messi compiutamente a fuoco, e James entra nel circolo della letteratura europea con
una personalità matura e originale. Negli anni dal 1882 al 1897 James abbandona la sua prima maniera
ancora abbastanza tradizionale iniziando un periodo sperimentale. I frutti migliori della singolare ispirazione
di James sono da cercare nei volumi di novelle e in romanzi come Gli ambasciatori (The Ambassadors,
1903), Il vaso d'oro (The Golden Bowl, 1904) e Le ali della colomba (The Wings of The Dove, 1902). Negli
ultimi due le protagoniste sono due americane che trionfano in Europa, dopo averne subito l'influenza, per
la loro forza di carattere. In questi romanzi James riprende il tema della prima opera, il romanticismo
permeato di puritanesimo che gli fa vedere nell'Europa qualcosa di repellente e allo stesso tempo
affascinante. La novità consiste nella tecnica di presentazione dei personaggi e delle loro reazioni. Essi
non vengono quasi mai presentati direttamente ma da un altro personaggio. È la tecnica che sarà chiamata
del punto di vista. In questo modo, la ricchezza dell'analisi viene dilatata all'infinito e il mondo appare come
estremamente sfaccettato e complesso. Tra i racconti meglio riusciti possiamo annoverare Il giro di
vite (The Turn of The Screw), L'altare dei morti (The Altar of The Dead), La bestia nella giungla (The Beast
in The Jungle).

Realismo radicale o naturalismo


Stephen Crane muore di tubercolosi a 29 anni lasciando due romanzi importanti: Maggie, ragazza di
strada (Maggie: a Girl of The Street, 1893) e Il segno rosso del coraggio (The Red Badge of Courage,
1895). Scrittore originale, raggiunge senza influenze esterne una sua maniera: un raccontare nudo,
un'ironia secca e amara, una mancanza assoluta di sentimentalismo, una certa oggettività nelle
descrizioni, uno stile netto e limpido, ravvivato da immagini poetiche. Il primo dei due romanzi diventa un
successo di scandalo per la durezza con cui è descritta la vita di una ragazza del popolo di New York.
L'altro romanzo è il primo libro moderno di guerra. Viene descritta la figura tragica di un giovane contadino
che si arruola inebriato d'entusiasmo e appena arrivato sulla linea del fuoco, dapprima fugge come un
vigliacco, poi torna a combattere preso dal furore della carneficina. La guerra è vista senza illusioni, ma
l'autore non arriva a negare l'esistenza dell'eroismo. L'affiorare di elementi simbolici arricchisce il significato
della narrazione. Crane scrive anche un ottimo racconto: La scialuppa (The Open Boat, 1898).

Theodore Dreiser inaugura un'epoca nuova della letteratura americana. Ha un'infanzia dolorosa. Il tema
della vita crudele e squallida, al centro della sua opera, gli viene infatti dalla sua esperienza personale. La
sua visione della vita è quella di un realista oggettivo che però dà importanza ai sogni e alle speranze. Il
suo primo romanzo importante è Sorella Carrie (Sister Carrie, 1900) ed è uno studio sulla lotta per
raggiungere una posizione sociale sicura e un'esistenza confortevole in cui affiora anche un motivo più
profondo: la piena conquista della propria personalità da parte di una ragazza senza cultura e senza mezzi
di sussistenza. Sono due temi fondamentali per Dreiser, che applica le leggi di Darwin alla società: l'uomo
si muove in base alle proprie necessità biologiche e, nella lotta che consegue, i più deboli rimangono
schiacciati. La mancanza di denaro è la vera colpa originale perché implica mancanza di cultura, di amore.
In parte autobiografica è la figura del protagonista di Una tragedia americana (An American Tragedy, 1925)
il quale ricorda Carrie per la passività dei suoi atteggiamenti: è vittima di forze biologiche e sociali.
L'impotenza del protagonista Clyde rende la sua tragedia ancora più cupa. A Clyde manca anche l'illusione
della vittoria, cosa che invece aveva Carrie. Nonostante le ristrettezze della sua visione, Dreiser è riuscito a
dare il senso di un mondo in evoluzione dove quotidianamente si formano nuove fortune. I fortunati
salgono nella scala sociale, i più deboli sono spinti violentemente ai margini.

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