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Battaglia della Selva Arsia

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La battaglia della Selva Arsia fu combattuta nel
509 a.C. tra le forze repubblicane di Roma antica, da Battaglia della Selva
un lato, e le forze etrusche di Tarquinia e Veio, guidate Arsia
dal deposto re romano Tarquinio il Superbo, dall'altro.
La battaglia ebbe luogo nei pressi della Selva Arsia in parte delle guerre
territorio romano, e vide la vittoria di Roma, romano-etrusche
nonostante la morte di uno dei suoi consoli, Lucio
Giunio Bruto.
Data 509 a.C.
La battaglia fu uno di una serie di tentativi da parte di
Tarquinio, di riconquistare il trono, e può anche essere Luogo Selva Arsia
vista come parte del conflitto, allora in corso, tra le
città etrusche e Roma. Esito Vittoria
romana[1]

Indice Schieramenti
Contesto storico Repubblica Etruschi di:
Battaglia romana Tarquinia
Conseguenze Veio
Note
Comandanti
Publio Tarquinio il
Contesto storico
Valerio Superbo
Lo stesso argomento in dettaglio: Publicola Arrunte
Età regia di Roma. Lucio Giunio Tarquinio †
Bruto †
Nel 509 a.C. la monarchia romana era stata rovesciata,
ed al suo posto era stata instaurata la Repubblica Perdite
Romana con l'elezione dei primi consoli. Il re deposto,
Tarquinio il Superbo, la cui famiglia era originaria di 11.300 11.300[2]
Tarquinia in Etruria, ottenne l'appoggio degli Etruschi
di Tarquinia e Veio, ricordando loro le sconfitte in meno uno[2]
guerra e le perdite di terra causate dallo stato romano,
oltre ai propri legami familiari. Voci di battaglie presenti
su Wikipedia
Battaglia
Gli eserciti delle due città etrusche seguirono Tarquinio in battaglia, e i Consoli Romani condussero
l'Esercito Romano per intercettarli, con Publio Valerio al comando della Fanteria e Lucio Giunio al
comando dei Cavalieri. Nell'altro schieramento, il Re comandava la Fanteria etrusca, e suo figlio
Arrunte Tarquinio la Cavalleria.

Le cavallerie furono le prime a scontrarsi, e Arrunte, dopo aver spiato da lontano i littori, e
riconoscendo in tal modo la presenza di un console, si accorse subito che Bruto era al comando della
cavalleria. I due uomini, che erano cugini, si affrontarono l'un l'altro, finendo entrambi uccisi. Anche
la fanteria si unì alla battaglia, e il risultato dello scontro rimase incerto per qualche tempo. L'ala
destra di ogni schieramento risultava vittoriosa, con l'esercito di Tarquinia che costrinse i Romani a
ripiegare, ed i Veienti piegati allo stesso modo dai romani. Tuttavia le forze etrusche alla fine
lasciarono il campo, per cui i Romani si attribuirono la vittoria[1].

Conseguenze
La notte dopo la battaglia, Tito Livio riferisce, che si sentì la voce del Dio Silvano, proveniente dalla
Selva, dire: "nella battaglia sono caduti più Etruschi, i Romani hanno vinto la guerra"[3].

Il console Valerio, raccolte le spoglie degli Etruschi in rotta, tornò a Roma per celebrare un trionfo il
1 ° marzo del 509 a.C. . Valerio quindi organizzò con grande magnificenza il funerale di Bruto[3].

Livio scrive che in seguito, nello stesso anno, Valerio tornò a combattere i Veienti. Non è chiaro se
questo scontro sia stato la continuazione della battaglia della Selva Arsia, o frutto di una nuova
disputa[4].

Note
1. Tito Livio, Ab Urbe condita, II, 6-7.
2. Plutarco, La vita di Publicola
3. Tito Livio, Ab Urbe condita, II, 7.
4. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, II, 8.
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Portale Etruschi Portale Guerra

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