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PREMIO “SOCCORSO SALONI”

(5a Edizione)

La battaglia di El Miteiriya (27 luglio1942)

CANDIDATO:

AM Tedesco Daniela

2023
2

Introduzione

E l Alamein, una piccola stazione ferroviaria nel


deserto egiziano, all’apparenza di scarso significato
sia politico che logistico, rivestì in realtà un ruolo
strategico di primaria importanza per quelle che furono le
sorti dell’Asse italo tedesco1 nel corso della Seconda Guerra
Mondiale.
Sfondare ad El Alamein , presidiata dagli Inglesi,
significò per le potenze dell’Asse, conquistare l’Egitto,
sottraendolo alle potenze britanniche e aprirsi così la strada verso i paesi petroliferi del Medio
Oriente.
Situata sul Golfo degli Arabi, a 110 km da Alessandria, El Alamein che in arabo vuol dire “le
due bandiere”2 , aveva uno sviluppo complessivo di circa 60 km. (40 in linea d’aria) ed era
inaggirabile perché di la dalla sua estremità meridionale la natura del suolo non si prestava al
transito di reparti meccanizzati.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che uomini armati sotto una dozzina di bandiere, si
sarebbero dati battaglia in quel posto desolato:gli italo-tedeschi decisi a raggiungere Alessandria , Il
Cairo e Suez e le truppe dell’Impero britannico altrettanto decise a sbarrare loro il passo.
 Non deve meravigliare il fatto che la memoria "ufficiale" delle gesta del nostro esercito esalti
quasi esclusivamente quelle della campagna di Russia, tralasciando l'eroismo dimostrato ad El
Alamein dai nostri soldati3.
Dal 30 giugno al 4 Novembre 1942 ad El Alamein si combatterono 3 battaglie, che si potrebbero
definire , in sintesi , 3 atti della stessa battaglia. Furono 4 mesi di furibondi combattimenti che
capovolsero le sorti del secondo conflitto mondiale ; ma andiamo per ordine, prima esaminando i
personaggi che si muoveranno su questo palcoscenico e successivamente le loro scelte.

Le cause
Ma come giustificare durata e intensità del conflitto in Egitto? La posta in gioco era molto alta
per entrambi i contendenti.
La nostra indagine , lungi dall’avere pretese di esaustività, cercherà di dipanarsi attraverso le
opposte versioni dell’evento bellico, cercando di filtrare le notizie dagli inevitabili patriottismi.
Alla base del conflitto ci furono sia ragioni logistiche :il canale di Suez era una linea di
comunicazione diretta e una via di trasporto chiave utilizzata dagli Alleati per spostare truppe e
materiale tra l'Europa, il Medio Oriente e i teatri del Pacifico. D’altra parte, senza il canale di Suez,
la Gran Bretagna avrebbe perso la capacità di connettersi con le sue nazioni del Commonwealth e

1
ASSE (Asse Roma-Berlino)È la politica d'intesa fra la Germania hitleriana e l'Italia fascista (1936-43), inaugurata
dagli accordi di Berlino del 23 ottobre 1936 e sancita col "patto d'acciaio" del 22 maggio 1939. La definizione è di
Mussolini il quale, nel suo discorso tenuto a Milano il 1° novembre 1936, dichiarò: l'accordo fra Berlino e Roma "non è
un diaframma, è piuttosto, un asse, attorno al quale possono collaborare tutti gli stati europei animati da volontà di
collaborazione e di pace". Alla base dell'Asse sta, in gran parte, l'affinità dei due regimi, ripetutamente sottolineata dai
capi nazisti e fascisti che hanno parlato delle "concordanze di vedute", delle "affinità spirituali", della "viva solidarietà
ideale", delle "comuni concezioni politiche... della vita e della storia", e della "solidarietà dei regimi", la quale ha
prodotto "una frattura insanabile fra i due mondi", quello autoritario e quello democratico. Treccani di Augusto Torre -
Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

2
80 Anni da El Alamein, 4 gennaio, 2023 Pier Luigi Bussi, compendio rievocativo storico della Battaglia di El
Alamein a cura del Centro Pubblicistica Fascicolo Speciale n. 3.E.I, 2022 Roma .pag.2
3
Gianni Oliva  "I paracadutisti italiani a El Alamein: fra Storia e Memoria"
3

gli interessi militari e le risorse in India, Asia e Pacifico in un periodo di tempo relativamente breve.
La perdita dell'accesso al Canale di Suez avrebbe costretto gli Alleati a percorrere distanze molto
più lunghe; per esempio, il trasporto via mare dalla base di Londra al Medio Oriente avrebbe voluto
dire deviare intorno alla punta meridionale dell'Africa su un viaggio di 6 - 13 settimane.
Inoltre in una guerra altamente meccanizzata ( quale fu la II mondiale) ,pensare di perdere
l’accesso ai giacimenti petroliferi sarebbe stata già una sconfitta… Quindi fondamentali furono
anche ragioni che facevano dell’Egitto il gateway per il Medio Oriente ed i suoi giacimenti di
petrolio.4
Da parte sua Auchinleck temeva da sempre la cosiddetta manovra a tenaglia di Hitler. Infatti si
era detto dubbioso sulla reale capacità di resistenza unita alla disponibilità di mezzi della VIII
Armata se l’attacco dell’AIT fosse giunto si sul Canale di Suez che sui giacimenti petroliferi
persiani.5
Di fondamentale importanza sarà anche capire come ed in che misura il terreno e le condizioni
meteo saranno capaci di influire sugli eventi bellici.

Rommel, Erwin Johannes

Erwin Johannes Eugen Rommel, appartenente ad una borghese famiglia sveva, nasce il 15
novembre 1891 ad Heidenheim, presso Ulm, sul Danubio, nel Wurttenberg 6. Il padre, che portava lo
stesso nome del figlio, era un maestro, figlio a sua volta di un maestro.
Ma chi era Erwin Johannes Rommel? Soprannominato la “volpe del deserto” per la sua astuzia e
la sua inafferrabilità, tipiche di una volpe , conosceva quel terreno palmo a palmo e dirigeva le
operazioni stando direttamente sul campo di battaglia . Per questa sua attitudine , fu criticato dagli
stessi tedeschi che ritenevano il suo comportamento non confacente ad un ufficiale del suo rango.
Rommel era imbattibile sul campo di battaglia, un autentico genio della tattica.
La sua infanzia la trascorse fra la casa e lo studio, affrontato per la verità con scarso impegno.
Divenuto adolescente, si manifestò in lui la passione per le armi e frequentò la scuola militare di
Danzica. Nel 1910, a diciannove anni, si arruolò nel 124° Reggimento di fanteria a Wiengarten col
grado di aspirante colonnello; l'anno dopo conoscerà la ragazza che diventerà sua moglie: è Lucie
Maria Mollin, figlia di un proprietario terriero della Prussia Occidentale.
La Grande Guerra, portò Rommel sul fronte francese ed a Varennes, col battesimo del fuoco
ricevette la sua prima ferita, finisce di essere lo studente svogliato, il ragazzo timido: la guerra lo
rivela quello che il suo biografo, Desmond Young, definirà " the perfect fighting animal, cold,
cunning, ruthless, untiring, quick of decision, incredibly brave "7. Nel 1915 ebbe la Croce di Ferro
di prima classe, diventando tenente. Durante una licenza, il 27 Novembre 1916 a Danzica sposa
Lucie, mentre l'anno dopo è sul fronte italiano per un'importante azione. Venne promosso capitano
e fu insignito della medaglia pour le Mérite.
In seguito, divenuto colonnello nel 1937, fu al comando del battaglione addetto alla incolumità
del Fuhrer Adolf Hitler. Venne poi promosso Generale e, allo scoppio nel 1939 della Seconda
guerra mondiale, prestò servizio, durante la campagna polacca, al quartier generale del Führer.
Successivamente gli venne affidato il comando della settima divisione corazzata del XV corpo, che
costituiva la colonna di punta dell'esercito tedesco nelle operazioni sul fronte occidentale.
Il 6 febbraio 1941 Rommel era a casa in licenza da due giorni, quando un aiutante del quartier
generale del Führer bussò alla porta e gli consegnò un messaggio urgente: Hitler voleva vederlo
4
Matthew F. Holland, America ed Egitto: Da Roosevelt a Eisenhower, Westport, Connecticut, Praeger, 1996, p. xix.
5
Mark Johnston e Peter Stanley, Alamein: La storia australiana, Melbourne, Oxford University Press, 2002, p.
18.
6
Desmond Young - Rommel, The Desert Fox, pag.24
7
Rommel The desert fox ,Desmond Young ,1955
4

subito. Ha deciso di mandare in soccorso di Graziani due divisioni della Wehrmacht. Rommel dovrà
assumere il comando generale di questo corpo africano e recarsi immediatamente in Libia. Sul
finire del 1940 Hitler affidò dunque a Rommel il comando dell' Afrikakorps, la nuova armata
costituita per contrastare in Africa Settentrionale lo strapotere britannico ed aiutare appunto gli
alleati italiani, allora in gravi difficoltà. L'Afrikakorps, sbarcò in Libia nei primi mesi del 1941, il 1°
Aprile, Rommel lanciò il primo attacco contro gli inglesi.
In breve, Rommel grazie a nuove strategie rivoluzionarie ed ai suoi ingegnosi piani, riuscì a
raccogliere numerose vittorie ed a ribaltare la situazione sul fronte africano a favore dell'Asse (per
questo si meritò il soprannome di "volpe del deserto"). Il 28 Giugno 1942, dopo aver espugnato il
campo trincerato di Marsa Matruh, venne nominato da Hitler Feldmaresciallo. Grande stratega,
seppe infliggere agli inglesi gravi perdite. Di lui Churchill disse davanti alla Camera dei Comuni:
«Abbiamo di fronte a noi un avversario molto audace e abile e, se posso dirlo al disopra delle stragi
di guerra, un grande generale». A fronteggiarlo si succedettero i migliori generali britannici:
Wavell, Auchinleck, Cunningham, Ritchie e infine Montgomery, colui che riuscirà a piegarlo8.
Per questa sua attitudine , fu criticato dagli stessi tedeschi che ritenevano il suo comportamento non
confacente ad un ufficiale del suo rango. Rommel era imbattibile sul campo di battaglia, un
autentico genio della tattica: aveva ricevuto il più alto riconoscimento al valor militare durante la
Prima Guerra Mondiale, a seguito della quale scrisse il Infanterie Greift An 9, un bestseller nel quale
esponeva la “dottrina dell’attacco motorizzato”. Esso costituiva una lettura obbligata per tutti gli
ufficiali tedeschi. Quando era stato a capo della guardia del corpo del Fuhrer era riuscito ad attrarre
la sua attenzione , mentre la sua 7a Divisione Panzer divenne famosa con l’appellativo “divisione
fantasma”, per la sua capacità di apparire a sorpresa dietro le linee nemiche. La tattica e la strategia
di Rommel aveva qualcosa di mistico, la sua capacità di anticipare le mosse inglesi sembrava un
dono soprannaturale10

Ettore BASTICO

 Il Maresciallo d’Italia Ettore Bastico11, nato a Bologna il 9 aprile 1876,  entrò
come Allievo alla Accademia Militare di Modena il 14 ottobre 1894. Conseguita la
nomina a Sottotenente fu assegnato al 3° Regg. Bersaglieri il 30/10/1896
distinguendosi subito per ottime doti. Il 21 dicembre 1899 fu promosso Tenente nello
stesso Reggimento. Dopo aver frequentato la Scuola di Guerra ove risultò come
sempre tra i primi, venne promosso Capitano a scelta il 3/9/1909 e destinato al 2° Regg. Bersaglieri.
E' in Libia come osservatore dirigibilista poi dal 20 marzo 1913 nel Corpo di S.M. Vi percorre
rapidamente i gradi con promozioni sempre a scelta fino a quello di Colonnello. Durante la I G.M. è
ufficiale di SM presso varie divisioni di fanteria.
Comanda il 9° Bersaglieri nel 1923, poi da Generale di Brigata  (1928) la XIV Brigata di Fanteria «
Como » e la I Divisione Celere « Eugenio di Savoia». Promosso Generale di Divisione il 29 maggio
1932 continuò fino al 17 settembre dello stesso anno nel comando della "Celere" e, dopo essere
stato Comandante la Divisione Militare Territoriale di Bologna, assunse prima il Comando della I
Divisione CC. NN. « 23 marzo » in A.O. (da lui creata per incarico del Duce) e poi il Comando del
III Corpo d’Armata nello stesso teatro di guerra (In questa circostanza gli viene affibbiato il
soprannome di "Bombastico). Conseguita la promozione a Generale di C.d.A. in data 10 febbraio
8
www.biografieonline.it
9
Rommel The desert fox ,Desmond Young ,1955 p.42
10
Rommel The desert fox , Desmond Young ,1955 ,p.21
11
di Giorgio Rochat - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 34 (1988)
5

1936, assunse a fine anno il Comando del Il Corpo d’Armata ed il 14 ottobre 1937 il Comando del
CTV in Spagna.  Con questo partecipò alle battaglie di Santander e delle Asturie. Con il grado di
Generale di C.A. Comandante Designato d’Armata comandò quindi la Il Armata e poi l’Armata del
Po; promosso Generale d’Armata per merito di guerra il 7 agosto 1940 , con anzianità 26 agosto
1937, fu poi Comandante delle Forze Armate dell’Isole Italiane dell’Egeo fino al 19 luglio 1941 (in
sostituzione dello squalificato De Vecchi). Fu quindi richiamato in Libia nel giugno del 1941 dove
assunse il Comando Superiore delle Forze Armate in Africa Settentrionale .
Il 19 luglio fu nominato governatore generale della Libia e comandante superiore delle forze
armate dell'Africa settentrionale (il più elevato comando operativo del momento), avendo alle sue
dipendenze i servizi civili della colonia, le truppe della Tripolitania e dei Sahara libico, le forze
navali di Marilibia, la 5ª squadra aerea e le truppe dislocate in Cirenaica.
L'8 agosto queste truppe vennero organizzate in due masse, la prima dipendente direttamente dal
Bastico e dislocata sul Gebel cirenaico e sulle posizioni di Ain el Gazala e composta dal X corpo
d'armata (Bengasi), dai comandi di settore di Derna, Barce e Agedabia e dal Corpo d'armata mobile
del generale Gambara ,con la divisione corazzata Ariete e la divisione motorizzata Trento ; la
seconda costituita dal Panzergruppe Afrika agli ordini dei generale Rommel, dislocato in
Marmarica e composto dal XXI corpo d'armata intorno a Tobruk (divisioni Brescia, Pavia, Bologna,
poi Trento), dall'Afrika Korps (divisioni corazzate tedesche 15ª e 21ª e reparti vari, poi riuniti nella
90ª divisione leggera) e dai presidi orientali (divisione Savona e reparti tedeschi). Questa
organizzazione di comando non diede buona prova. Nell'anno e mezzo in cui fu il più alto
comandante italiano in Africa settentrionale, il B. vide la sua azione di comando limitata e
compromessa dal ruolo crescente di Rommel, dalle ingerenze dirette dei comandi romani di
Cavallero, capo di Stato Maggiore Generale, e di Kesselring, comandante tedesco per il
Mediterraneo, e dall'interesse dimostrato da Hitler e Mussolini per le operazioni in Africa
settentrionale. Rommel era un generale di eccezionali doti tattiche e trascinatore ineguagliabile di
uomini, forte dei suo i successi e del comando diretto delle unità tedesche che costituivano la spina
dorsale delle forze dell'Asse in Africa settentrionale, non esitava a sottrarsi all'autorità dei suoi
superiori italiani e tedeschi e a estendere la sua sfera di comando, senza alcun rispetto del suo
comandante Bastico. Nella primavera del 1942 la promozione di Rommel a comandante dell'armata
italo-tedesca, che riuniva tutte le forze operanti della Cirenaica, rafforzò ulteriormente la sua
posizione dinanzi al Bastico. Il B. non ebbe quindi molta parte nelle operazioni di maggio-giugno
che portarono alla sconfitta delle forze britanniche; tentò di arrestare l'avanzata italo-tedesca in
Egitto, ma dovette ancora cedere dinanzi all'intervento diretto di Hitler e Mussolini. 

Enea Navarini

Sono passati 45 anni ormai dalla morte del generale Enea Navarini, classe 1885, combattente di
ben quattro conflitti, militare pluridecorato. A vent’anni Navarini era già ufficiale e come primo
incarico partecipò alla guerra italo-turca del 1911. Allo scoppio della Grande Guerra, partì come
capitano di fanteria, venendo ferito quattro volte e meritandosi, nel 1918, il grado di tenente
colonnello per meriti di guerra. Alla fine della Prima Guerra Mondiale aveva collezionato tre
medaglie d’argento al valor militare, tre di bronzo, due Croci al merito di guerra più vari encomi e
riconoscimenti. Nel 1927 divenne colonnello e nel 1936 generale di brigata. In questi anni non si
occupò mai di politica attiva, preferendo seguire la carriera militare. Partecipò alla Guerra d’Etiopia
6

ricoprendosi di onore e guadagnandosi la Croce di cavaliere dell’Ordine militare di Savoia e


venendo promosso, nel 1938, al suo ritorno in patria, generale di divisione. All’inizio della Seconda
Guerra Mondiale andò in Albania con la sua divisione e partecipò alla Campagna di Grecia, dove si
meritò una quarta medaglia di bronzo. Nel 1941 fu messo al comando del XXI Corpo d’Armata e
raggiunse il fronte del nord Africa, dove conobbe il generale Erwin Rommel di cui divenne uno
degli uomini di fiducia. Fu un ufficiale pluridecorato che combattè su tutti i fronti, a cominciare
dalla guerra di Libia nel 1911. Si distinse per dedizione al suo ruolo di militare, sempre, in
particolare per attitudine al comando, tutela dei propri sottoposti, in particolare, nei due conflitti
mondiali. Fu l'unico Comandante che pur comprendendo in
particolare il complottismo dei suoi colleghi fin dall'inizio del
secondo conflitto ,fu coerente fino alla fine della guerra con il
suo credo di obbedienza.
Trasferito sul fronte africano ed assegnato al XXI Corpo
d'Armata in sostituzione del generale Gastone Gambara, divenne
il più importante uomo di fiducia del Feldmaresciallo Erwin
Rommel.
Foto: La prima battaglia di El Alamein, in piena seconda guerra mondiale vide contrapporsi l’Afrika Korps italo-tedesco comandato dalla “Volpe del
deserto” Erwin Rommel (seduto al centro) e dal Generale Enea Navarini (primo seduto da sinistra) e l’8a Armata britannica comandata da Claude
Auchinleck.
Degno di nota , per la nostra disamina , è rimarcare il fatto che pur essendo teoricamente il teatro di
guerra in mano agli italiani tramite il capo di stato maggiore generale Ugo Cavallero e il
governatore della Libia Ettore Bastico, cui era stato dato il comando delle forze italo-tedesche in
Africa settentrionale, in pratica era evidente ormai che Rommel dirigeva la campagna 12. Nello
schieramento dell'Asse esistevano pessimi rapporti tra Rommel e il Comando supremo italiano,
soprattutto con Cavallero e Bastico 13 cui il generale tedesco rimproverava inettitudine e scarsa
volontà di avvicinarsi al fronte, accusandoli in pratica di vigliaccheria.

Auchinleck Claude John Eyre

Sir Claude Auchinleck14 , anzi  Sir Claude John Eyre Auchinleck , (nato il 21 giugno 1884,
Aldershot, Inghilterra , feldmaresciallo britannico è noto senz’altro alla storia per la sua vittoria
contro il Gen.Erwin Rommel in Nord Africa .
Auchinleck studiò all'accademia militare di Sandhurst . Prestò
servizio in India e si esibì con distinzione in Medio
Oriente durante la prima guerra mondiale . Dopo aver prestato
servizio in India quale ufficiale di fanteria (dal 1902), partecipò,
durante la prima Guerra mondiale, alle operazioni contro le tribù
di frontiera del NO indiano. Durante la seconda Guerra mondiale
fu comandante del corpo Home Forces in Norvegia fino all'11
dicembre 1940, poi comandante in capo dell'esercito indiano fino
al 4 luglio 1941 (si distinse durante la campagna dell'Iraq) e quindi comandante in capo del Medio
Oriente dal 5 luglio 1941 al 15 agosto 1942 in sostituzione del gen. Wawell. Trasformò il Corpo del

12
K. Ford, Rommel sconfitto - Il cambio della marea, Oxford, Osprey Publishing, 2009,p.17
13
A. Petacco, L'armata nel deserto, Milano, Mondadori, 2001,pag.66
14
Mario TORSIELLO - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
7

deserto in 8ª armata e diresse l'offensiva che, cominciata il 18 novembre 1941, condusse le forze
britanniche in Cirenaica .
Nel 1940 Auchinleck, con pochissime forze a disposizione conquistò Narvik in Norvegia,
mettendosi poi in risalto a capo del Quinto Corpo e in seguito comandò una pericolosa spedizione in
Iraq. Grazie a quest’ultima energica azione, Churchill decise di affidare ad Auchinleck il comando
in Africa in sostituzione di Wavell, reduce dall’insuccesso
dell’Operazione Battleaxe contro Rommel, ma il generale si dimostrò ostinato almeno quanto il
Primo Ministro e preferì differire l’offensiva in Cirenaica fino a quando avesse potuto disporre di
mezzi adeguati.
Con l’Ottava Armata Auchinleck entrò in azione, ma il suo generale Cunningham, pur con
preponderanza di forze, venne messo in scacco dal genio di Rommel, che con l’Africa Korps
distrusse gran parte dei mezzi corazzati inglesi. Il feldmaresciallo britannico puntò tutto sulla
scarsità di rifornimenti cui doveva essere soggetto Rommel e sostituì Ritchie a Cunningham, senza
peraltro migliorare la situazione. Rommel fu comunque costretto a ripiegare e gli Inglesi ottennero
una sofferta vittoria, vanificata dalla successiva ripresa tedesca che travolse Ritchie e portò alla
perdita della Cirenaica.
Contro i voleri di Churchill, Auchinleck si rifiutò di prendere personalmente il comando dell’Ottava
Armata e solo dopo la caduta di Tobruk fu costretto a farlo, riuscendo a portare al logoramento le
truppe di Rommel che riuscì a fermare ad El Alamein.
Churchill, persuaso che l’Ottava Armata non nutrisse più fiducia nei suoi capi, ne affidò il comando
ad Alexander  e Montgomery, artefici della sconfitta di Rommel ad El Alamein, proprio secondo
quella strategia di superiorità propugnata da Auchinleck e che tuttavia gli costò il comando delle
operazioni.
 

Ugo Cavallero

Nacque a Casale Monferrato il 20 settembre 188015. Allievo della


Scuola Militare di Modena nel 1898, Sottotenente di fanteria nel 1900, fu
destinato al 59° reggimento fanteria. Nel 1904, ormai Tenente, fu
assegnato alla Scuola Centrale di Tiro di Parma come insegnante e, tre
anni dopo, iniziò la Scuola di Guerra che terminò nel 1911, primo del
corso. Di vasta cultura e di vivace intelligenza, Cavallero si segnalò
anche per una pregevole attività di traduttore dal tedesco e dall’inglese di
opere di carattere geografico e storico.

Nel 1912, promosso Capitano a scelta, fu destinato in Libia, ove nel maggio 1913, addetto allo
Stato Maggiore della divisione Torino, si guadagnò una medaglia di bronzo al valor militare per
aver disimpegnato “con molto zelo e coraggio” le sue funzioni durante il combattimento di Sidi el
Garbàa.
Rimpatriato, fu assegnato al 1° reggimento alpini e, nel maggio 1915, al Comando Supremo,
quale addetto alla segreteria del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, conseguendo la promozione a
Maggiore nel dicembre dello stesso anno. Passato all’ufficio operazioni, Cavallero si fece subito
apprezzare per il lucido contributo di pensiero e per la razionale attività organizzativa, tanto da
meritare la croce di cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia nell’agosto del 1916, la promozione a
Colonnello per merito di guerra nell’ottobre 1917 e quella a Generale di Brigata per meriti
eccezionali nel dicembre 1918. I piani operativi delle battaglie del Piave e di Vittorio Veneto si
debbono, infatti, in gran parte alla sua brillante attività di capo ufficio operazioni del Comando

15
www.difesa.it
8

Supremo.
Nel febbraio del 1919 Cavallero fu nominato presidente della delegazione militare italiana nel
Comitato permanente interalleato di Versailles, ma, nel giugno dell’anno successivo, si fece
collocare in posizione ausiliaria speciale e trovò impiego nell’industria privata divenendo direttore
centrale della società Pirelli. Richiamato in servizio nel maggio 1925, dopo l’assunzione dei
ministeri militari da parte di Mussolini, Cavallero fu nominato sottosegretario per la guerra e,
unitamente a Badoglio, allora capo di Stato Maggiore Generale, fu l’artefice dell’ordinamento
dell’Esercito del 1926. Senatore nel 1926 e generale di divisione l’anno successivo, Cavallero entrò
in conflitto con Badoglio per essere stato l’ispiratore del RD n.68 del 6 febbraio 1927 con il quale le
attribuzioni del Capo di Stato Maggiore Generale furono drasticamente ridotte e separate da quelle
del capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Cavallero dette le dimissioni e si dedicò nuovamente
all’attività industriale, assumendo la presidenza della società Ansaldo.
Nel 1933 Cavallero lasciò l’Ansaldo, ma non si rassegnò all’inattività e, dopo un periodo in cui
fu delegato italiano alla conferenza di Ginevra per il disarmo, fu richiamato in servizio nel
novembre del 1937, promosso generale di corpo d’armata ed inviato in Africa orientale dove nel
gennaio 1938 assunse l’incarico di comandante delle truppe.
Durante la permanenza in Africa, ottenne una medaglia d’argento al valor militare e la
promozione a Generale d’armata per meriti di guerra (10 maggio 1940). Il 5 dicembre 1940 fu
nominato Capo di Stato Maggiore Generale, in seguito alle dimissioni di Badoglio, ereditando una
situazione molto compromessa. Assunto anche il comando delle truppe in Albania, recandosi sul
posto, riuscì, a fine gennaio 1941, a fermare l’avanzata dei Greci.
Rientrato a Roma ed ottenuta la legge del 27 giugno 1941 che gli dava poteri direttivi sui Capi di
Stato Maggiore delle tre Forze Armate, organizzò con razionalità e con ampiezza di vedute il
Comando Supremo, mettendosi in grado di esercitare una effettiva coordinazione interforze e di
effettuare un opportuno controllo su tutti i settori della nazione in guerra.
Maresciallo d’Italia il 1° luglio 1942 per ragioni di opportunità nei confronti di Rommel,
nominalmente alle sue dipendenze, Cavallero fu rimosso dall’incarico nel gennaio 1943.

Schieramenti

Le forze dell’Asse consistevano nel Deutsches Afrikakorps (DAK), con due divisioni corazzate
(15ª e 21ª), due divisioni di fanteria (90ª e 164ª) e la brigata paracadutisti “Ramcke”, in tre Corpi
d’Armata italiani, il X (divisioni di fanteria 17ª “Pavia”, 27ª “Brescia” e la divisione paracadutisti
185ª "Folgore"), il XX (divisioni di fanteria 25ª “Bologna”, 60ª “Sabratha” e la divisione
motorizzata 102ª “Trento”) e il XXI (divisioni corazzate 132ª “Ariete” e 133ª “Littorio” e una di
fanteria motorizzata, la 101ª “Trieste”), con un totale di due divisioni corazzate, due di fanteria
motorizzata, quattro di fanteria e una di paracadutisti, oltre a vari supporti d’armata. L’8ª Armata
britannica (che comprendeva reparti a livello divisionale australiani, indiani, neozelandesi,
sudafricani e reparti a livello di brigata francesi e greci) era composta da tre Corpi d’armata (X, XIII
e XXX), con due divisioni corazzate (1ª e 7ª), cinque divisioni di fanteria (1ª, 2ª, 4ª, 9ª e 50ª) una
brigata corazzata (23ª), oltre a vari supporti d’armata, tra cui poderosi reparti di artiglieria.
Quantificare il numero di uomini e di mezzi sul campo all’inizio della battaglia non è semplice,
vista la disparità di dati indicati da varie fonti. Riteniamo attendibili quelli secondo i quali l’Armata
italo-tedesca poteva contare su circa 96.000 uomini (43.000 italiani e 53.000 tedeschi), mentre gli
inglesi con i loro alleati ne schieravano 150.000. Quanto ai carri armati e alle autoblindo, gli italo-
9

tedeschi avevano circa 70 fra carri e semoventi, qualche decina di autoblindo, i britannici 179 carri
e un centinaio di autoblindo16 .
L’ Afrikakorps era costituito da veterani, la migliore fanteria al mondo. Rommel in Africa aveva
davanti a sé le immense distese desertiche, un terreno di battaglia perfetti per i suoi carri armati. Le
sue armi erano migliori al mondo. I carri armati tedeschi sbaragliarono quelli inglesi, mentre i colpi
dell’artiglieria leggera inglese rimbalzavano senza provocare danni, sulle unità blindate tedesche.
La presa di Tobruk17 , il 21 giugno 1942 galvanizzò le forse dell’AIT. Emblematico fu l’ordine
del giorno di Rommel18 che testimonia il livello del morale del generale . Il giorno dopo apprese via
radio dal quartier generale di Hitler di essere un feldmaresciallo, a quarantanove anni, il più
giovane dell'esercito tedesco19. In questo momento sentiva di aver raggiunto l’apice della sua
carriera dopo appena 16 mesi dal suo sbarco a Tripoli. Il suo successo era innegabile ed era dovuto
senza dubbio alla sua straordinaria capacità di adattarsi alle condizioni del deserto.
Da notare che nonostante la cospicua inferiorità numerica le forse dell’Asse riescono a sfondare
le linee britanniche 500 km più a Oriente a Marza Matruh. Il Canale di Suez sembrava dietro
l’angolo. Nessuno dell’AIT poteva immaginare che gli inglesi avessero schierate ad El Alamein le
forze che prima erano in Siria.
All’Altezza di El Alamein il deserto si stringe tra il mare ed a sud la grande depressione di Al
Qattar formando un corridoio di soli 60 km; una linea ferroviaria ed una strada costiera collegavano
l’aerea ad Alessandria : gli Inglesi avevano saputo scegliere molto bene il teatro dello scontro.
Enormi ciglioni sabbiosi, costituivano una difesa naturale.
Rommel provò a sfondare il 1 luglio. Giunto in zona dopo la ritirata dell’VII Armata britannica ,
nonostante fosse consapevole della scarsità di mezzi e di uomini , si spinse subito in avanti
attaccando i capisaldi britannici attorno ad El Almein.

Di una notevole importanza in questa seconda fase fu la quasi completa distruzione, il 10 luglio,
della compagnia intercettazioni del 621º battaglione trasmissioni dell'Afrikakorps 6 (Nachr Fern
Aufkl Kp 621) che tanto aveva aiutato Rommel a conoscere in anticipo le mosse degli inglesi.
Dopo tre settimane di scontri e battaglie praticamente continui, i contendenti dovettero gioco
forza prendere una pausa per cercare di sostituire le perdite in uomini e mezzi, anche se il tempo
giocava a favore degli inglesi e dei loro alleati, per il fatto che i rinforzi potevano arrivare via terra
(dall’Africa meridionale, dall’Asia e dal Medio Oriente) e via mare (dall’Oceano indiano,
dall’Oceano Pacifico e dal Mar Rosso, essendo cadute da mesi le colonie italiane dell’Africa
Orientale). Alle forze dell’Asse restavano invece solo le rotte del Mar Mediterraneo centrale, dove,
sia durante la prima battaglia di El Alamein, sia durante le due successive, le navi italiane subirono
gravi perdite con le ovvie conseguenze circa il mancato arrivo di mezzi, munizioni, carburanti.

16
Interessante notare che Auchinleck, in una nota inviata il 28 giugno al Capo di Stato Maggiore delle forze britanniche
affermava che “”Il nemico nel deserto occidentale gode di una disponibilità di carri assai maggiore dell’8ª Armata”Le
Operazioni in Africa Settentrionale, Vol. III, Parte seconda, p. 91
17
Politica e strategia in cento anni di guerre italiane, Mario Montanari p.600
18
“Soldati!
La grande battaglia della Marmarica è stata coronata dall’espugnazione di Tobruk. Sono stati fatti in totale 45000
prigionieri e distrutti o catturati 1000 carri armati e quasi 400 cannoni(…)
Ora si tratta di annientare completamente il nemico. Non ci fermeremo finché non avremo distrutto le ultime parti
dell’8° Armata britannica.” Ibidem
19
D. Young, Rommel , The desert fox ,1955 p.110
10

Composizione delle forze

L’esercito britannico poteva contare su un servizio di intelligence molto accurato per qui tempi.
Le informazioni20 che giungevano tramite questi servizi segreti dell’epoca era che le forze italiane
in campo alla data del 25 luglio 1942 fossero 9100 uomini, 70 pezzi di artiglieria, 45 autocarri , 15
autoblindo ed una dozzina di carri.
Sempre a detta di questo informazioni che giungevano dal Londra, i tedeschi erano in tutto 3600
uomini, 120 bocche da fuoco e circa 26 pezzi da 88.
Su questa linea era schierata a difesa l’Armata italo – tedesca con 96.000 uomini, meno di 600
cannoni, poco più di 500 carri armati; la fronteggiava l’VIII Armata britannica con 220.000 uomini,
1100 cannoni, 1300 carri21.
Ancor più grande la sproporzione in mezzi cingolati e blindati, pezzi controcarro, aerei,
munizionamento, autoveicoli. Tenuto conto anche della qualità delle armi e dei materiali, a
nettissimo vantaggio dei britannici, la superiorità in campo dell’avversario risultava pressoché
schiacciante.
28 giungo:Da parte sua Auchinleck si apprestava a sostenere l’attacco di Rommel ( che i servizi
segreti davano per imminente), avendo dalla propria parte 15mila fanti, 400 pezzi di artiglieria

Analisi del terreno

Nella primavera del 1942 le forze dell’Asse, con la seconda controffensiva in Africa
settentrionale, avevano riconquistato Tobruk e Marsa Matruh, spingendosi verso est in territorio
egiziano fin a pochi chilometri dalla fino allora quasi sconosciuta cittadina di El Alamein ("Due
bandiere" o “Due segnali”), situata in una posizione strategicamente importante per il fatto di essere
situata in una fascia di territorio da est ad ovest larga una sessantina di chilometri. Nella parte
settentrionale di questa fascia vi erano sia una strada litoranea sia una linea ferroviaria che
andavano da Alessandria a Tobruk. A sud di questa fascia vi è la depressione di Qattara (o El
Qattara), una vasta area al di sotto del livello del mare (si toccano i meno 133 metri) che si estende
per circa 18.000 km² e raggiunge una lunghezza massima est-ovest di 80 km ed una profondità
nord-sud di 120 km. Il terreno della depressione aspro e desolato rappresentò un ostacolo pressoché
impenetrabile ai mezzi militari, per cui la fascia di El Alamein diventò un elemento essenziale della
linea difensiva britannica in Nordafrica e segnò il punto di massima penetrazione a est delle forze
italo-tedesche in Egitto. Ma è doveroso fare un passo indietro e sottolineare come già nel 1940, in
previsione dell’entrata in guerra da parte dell’Italia e di una possibile avanzata della X Armata
verso l’Egitto, il Gen. Britannico Wawell ed il comandane d’armata francese Weygand pensarono
di compiere una ricognizione del’aerea in oggetto. Ne abbiamo notizia dai nostri connazionali giunti
in loco che scoprirono manufatti in calcestruzzo risalenti al 194022, dunque ben due anni prima!
El Alamein morfologicamente risultava essere difficile da aggirare: il deserto risultava essere
rotto solo qua e là da alcuni rilievi che furono di grande importanza tattica. Tra El Qattara ed il mare
vi sono due costoni che si ergono offrendo posizioni dominanti, e che Auchinkeck decise
20
Le Operazioni in Africa Settentrionale, Vol. III, Parte seconda P.507
21
Renato Migliavacca , articolo pubblicato su Il Tirreno il 20 ott.1984
22
80 Anni da El Alamein, 4 gennaio, 2023, Pier Luigi Bussi, compendio rievocativo storico della Battaglia di El
Alamein a cura del Centro Pubblicistica Fascicolo Speciale n. 3.E.I, 2022 Roma .pag.2
11

tatticamente di sfruttare per la difesa: Miteiriya23 (o Miteriya) e Ruweisat. Il primo è leggermente


più ad ovest di El Alamein, il secondo direttamente a sud a circa 15 km. Poi si trovano vari piccoli
rilievi, detti in arabo Tell, come Tell el Eisa, collinette che possono essere sfruttate per controllare il
terreno e che in un deserto piatto possono essere utilizzati come riferimenti per la navigazione e
l'artiglieria.
Degna di nota è la presenza in zona di sorgente di acqua dolce , mentre la storiografia è
concorde nell’ affermare l’assoluta intransitabilità della depressione di Al Qattar 24 costellata di
sabbie mobili e terreno cedevole. Al’epoca era presente una strada costiera che collegava El
Alamein ad Alessandria, situata a poco più di 100 km verso ovest. La morfologia del terreno era
tale da consentire tre vie di attacco, da ovest verso est:
 a nord , tra il mare ed il costone del Ruweisat
 al centro , tra il costone del Ruweisat ed una serie di alture disposte intorno ad Alam
El Alpha
 a sud, tra le sopracitate alture ed il bordo settentrionale della depressione.
All’altezza di El Almein si trovava pertanto l’unico punto del teatro di guerra non aggirabile a
breve raggio.
La valle del Nilo, teatro dello scontro, era ed è un’unica grande oasi in una regione dal clima
sahariano. Gli influssi mediterranei si fanno sentire molto marginalmente , solo sulla zona costiera
del territorio egiziano. Mentre nel Medio e Alto Egitto si avverte maggiormente il clima
continentale caratterizzato da forte escursione termica tra il giorno e la notte .Il territorio si
caratterizza per esiguità delle precipitazioni, ma mentre nella zona mediterranea assistiamo ad
inverni miti, nella zona più a sud si registrano inverni miti ed estati torride. In altre parole troviamo
due diversi tipi di clima, quello mediterraneo sulla costa settentrionale e desertico più a sud con
zone in cui il termometro arriva a sfiorare punte di 45° nei mesi di luglio/agosto 25

Manovra

Solitamente affrontate per ragioni contenutistiche in capitoli di storia differenti, la campagna


di Russia e quella africana devono essere lette in maniera complementare. 26
In effetti la strategia dell’Asse è quella di convergere in una manovra a tenaglia 27: da sud
passando per Alessandria ed Il Cairo occupando il canale di Suez e da nord attraverso
il Caucaso in modo tale da creare una linea diretta di rifornimento di petrolio nel Medio
Oriente per la continuazione su altri fronti della guerra.
Il 25 luglio 1941 aveva preso il comando dell'VIII Armata britannica il generale Claude
Auchinleck che, non condividendo il pessimismo degli altri generali inglesi, aveva scelto proprio El
Alamein come centro di resistenza ad oltranza. La linea di difesa prescelta per El Alamein bloccava
entrambe le strade e la ferrovia per Alessandria, era lunga 64 km in direzione nord-sud e andava dal
mare alla sabbiosa depressione di El-Qattara, ove il terreno e le temperature infernali rendevano
23
Il costone di Sanyet El Miteiriya è noto anche come ”Ruin Ridge” , specie nelle fonti australiane,  dai resti di un
edificio sulla sua cresta - un altopiano pietroso che corre all'incirca da est a
ovest,https://www.awm.gov.au/articles/blog/1942-ruin-ridge
24
Ibidem pag.3
25
The western desert of Egypt(2000), Vivian Cassandra ,The American University in Cairo Press, Cairo.pag 426
26
Rivista Fatti per la storia, art.
27
Road to Ruin: The 9th Australian Division and the First Battle of El Alamein, Abstract, July 1942. Nicole Townsend
pag.1 Australian War Memorial, SVSS paper, 2016, Pag.3
12

impossibile il transito ai mezzi corazzati: per la prima volta dunque, Rommel non avrebbe potuto
aggirare il fianco meridionale delle posizioni nemiche.
Nei suoi precedenti scontri con l'Ottava Armata nel Deserto Occidentale, le manovre di fianco
erano un pilastro nel repertorio tattico di Rommel. La depressione di Qattara era caratterizzata da
sabbie mobili che la rendevano impraticabile a meno che Rommel non si dirigesse a sud intorno alla
depressione e attraverso il deserto del Sahara: una manovra impraticabile dato il tempo e le risorse
necessarie per farlo. Dunque ad El Alamein si trovò nell’impossibilità pratica di applicare la
propria tattica preferita, restandogli come alternativa quella di creare una sorta di “collo di
bottiglia”, creando un passaggio obbligato per arrivare a Il Cairo ed al Canale di Suez.28

Operazione C3

Di fondamentale importanza nella comprensione della guerra in Africa sarebbe comprendere


come si inserisce la questione di Malta. Non appena dichiarata guerra alla Francia e all'Inghilterra,
l'Italia aveva in programma di attaccare l'isola di Malta che, con i suoi aeroporti ed il munito porto,
costituiva una vera e propria minaccia per tutti i traffici italiani, militari o mercantili, con la colonia
nord-africana. Nonostante questa intenzione, l'attacco aereo fu sferrato solo nel 1942, quando era
ormai evidente che nessuna vittoria sarebbe stata possibile in Africa se non si fosse rimosso
l'ostacolo ai rifornimenti. Contemporaneamente, si avviò la preparazione dell'"Operazione C3", il
vero e proprio assalto all'isola, che avrebbe dovuto essere effettuato con aviolanci di paracadutisti,
sbarchi preliminari di incursori, veri e propri sbarchi di mezzi pesanti e truppe d'occupazione
immediatamente dopo la ripresa dell'offensiva sulla piazzaforte di Tobruk.29 Per comprendere
meglio lo scenario all’interno del quale si svolge il conflitto bisogna considerare prima di tutte le
vie di rifornimento e di approvvigionamento dei due belligeranti, sia in termini militari , che in
termini di risorse essenziali per scontri nel deserto, come l’acqua. Vie di rifornimento troppo
allungate condizionano l’efficacia offensiva da ambo le parti; nonostante Malta, base delle
incursioni aeree della RAF nel Mediterraneo contro le vie logistiche dell’Asse, fosse stata resa
inoffensiva.30
Le vie di rifornimento italo-tedesche (che attraverso l’Italia giungevano in Libia) rimasero
precarie per tutta la durata del conflitto, condizionate dalla superiorità navale britannica
nel Mediterraneo. Per quanto riguarda gli Alleati un eccessivo avanzamento verso ovest nel
deserto libico avrebbe pericolosamente allungato la via di approvvigionamento con base
ad Alessandria, condizionando la condotta dell’offensiva.
Il generale italiano Ugo Cavallero fu instancabile sostenitore dell’Operazione C3, la prevista
invasione dell’isola di Malta, messa in programma dalla fine del 1941.31
Intanto in Africa in giugno si poteva dire tutto pronto per la nuova offensiva italo-tedesca. Sotto
la guida di Rommel, le divisioni dell'Asse conquistarono Tobruk, unico importante porto della
Cirenaica, dopo diciassette mesi di occupazione britannica, infliggendo all'VIII Armata inglese la
perdita di 5 generali, 30.000 uomini e migliaia di tonnellate di carburante, viveri, munizioni e
materiale bellico. Rommel insistette allora presso Hitler perché fosse rinviata la presa di Malta32, e
28
Australian War Memorial, SVSS paper, 2016 Nicole Townsend, Road to Ruin: 9th Australian Division and the First
Battle of El Alamein, July 1942 Australian War Memorial pag.5
29
www.arsbellica.it
30
www.fattiperlastoria.it

31
 Ugo Cavallero / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico

32
Politica e strategie in cento anni di guerre italiane ,Volume 3 Tomo 2, Mario Montanari .Roma 2007 SME Ufficio
storico Pag.604
13

tutte le energie fossero concentrate per sostenere l'avanzata della sua Armata verso Alessandria,
approfittando del caos totale in cui versava l'esercito avversario: poche settimane ancora, e prima il
canale di Suez, poi il Medio Oriente con le sue riserve petrolifere, potevano cadere nelle mani italo-
tedesche. Il Fuhrer, spinto dai brillanti successi di Rommel, convinse allora Mussolini a sospendere
l'"Operazione C3", ma non accolse le richieste sull'invio di nuove truppe (fu inviata solo la 164ª
divisione di supporto), decretando nei fatti la condanna all'annientamento dell'Asse in Nordafrica.33

La Prima Battaglia di El Alamein

Per tutto luglio, in quella conosciuta come la prima battaglia di El Alamein, si susseguirono
attacchi dell'Asse e contrattacchi britannici, nessuno dei quali decisivo, e senza un chiaro vincitore.
La prima battaglia di Alamein fermò l'avanzata tedesca in Egitto e pose le basi per la vittoria
decisiva ottenuta dal successore di Auchinleck, il generale Bernard Montgomery, tre mesi dopo.34
Nel febbraio 194135 , il generale preferito da Hitler , Erwin Rommel sbarcò in Nord Africa, per
assumere il comando di AfrikaKorps. La missione del generale tedesco consisteva nel tirare fuori
dai guai gli alleati italiani, ma finirà (per sua esplicita ammissione) nel ricredersi della valenza delle
truppe italiane, ma questo lo vedremo più avanti nella trattazione..
Rommel aveva progettato una manovra avvolgente che prevedeva un attacco in una zona ristretta
e pesantemente minata di circa 25 km a sud Di El Alamein ed a ridosso della depressione , quindi
impraticabile dai carri ed altri mezzi ruotati.36
Il 1 luglio37 l'Afrika Korps attaccò, ma la resistenza della linea britannica nei pressi di El Alamein
fece arrestare l'avanzata delle forze dell'Asse. Quindi quando l'Afrika Korps avanzò la mattina del 1
luglio si trovò preso in una tenaglia tra i mezzi corazzati a nord e i neozelandesi a sud mentre la 90ª
leggera venne fermata e bombardata davanti al box di Alamein. La Littorio fu la sola divisione a
raggiungere il primo obiettivo, quota 115; tutte le altre unità dell'Asse erano in notevole ritardo.38
Il 2 luglio Rommel, volendo sfondare nei pressi di El Alamein, concentrò le sue forze a nord:
quindi andò in appoggio alla 90° Divisione leggera con l’obbiettivo di raggiungere la strada costiera
ed isolare in questo modo le truppe inglesi e sudafricane , ma l’azione si spense ancora una volta
rapidamente. 39Auchinleck fallì un contrattacco al centro delle linee dell'Asse, ma ebbe più successo
a sud, contro le truppe italiane. Rommel decise quindi di riorganizzarsi e di difendere la linea
conquistata. In ogni caso è degno di nota quanto Rommel sentisse che la situazioni gli stava
sfuggendo mano40: sentiva di essere a corto sia di uomini che di mezzi e chiese integrazione dei
33
Ibidem 602 e segg
34
Road to Ruin: The 9th Australian Division and the First Battle of El Alamein, Abstract, July 1942. Nicole Townsend
pag.1 Australian War Memorial, SVSS paper, 2016, pag.2
35
Ibidem , pag.7

36
P. Caccia Dominioni, El Alamein. (1933-1962), Milano, Longanesi (prima edizione), Longanesi, 1962; 1963; 1966;
Milano, Mursia, 1992, ISBN 88-425-3628-8.
37
Questa data è passata alla storia ironicamente col nome di “mercoledì delle ceneri” : volendo ricordare le volute di
fumo che si levavano alte dal palazzo sede dell’ambasciata inglese de Il Cairo. I funzionari bruciavano fasci di
documenti segreti, in previsione del peggio e molti clienti dell’hotel “Shepheard”, cominciarono una ritirata strategica
verso l’hotel “King David” di Gerusalemme.. https://italianiinguerra.wordpress.com/
38
Alamein33-62, p. 190.
39
B. Maughan, Tobruk and El Alamein, Official History of Australia in the Second World War, III,
Canberra, Australian War Memorial, 1966, pag.549
40
Le operazioni in Africa settentrionali, Mario Montanari p.618
14

reparti al Comando Superiore.


Il 3 luglio la 132ª divisione corazzata "Ariete" diede prova di grande coraggio meritandosi la stima
del feldmaresciallo e degli stessi avversari. Con una trentina di carri e circa 600 bersaglieri, l'Ariete,
attaccò il dispositivo difensivo britannico, senza attendere che la 101ª divisione motorizzata
"Trieste" le coprisse il fianco destro ma, contrattaccata da tutti e due i lati, fu costretta a ripiegare
sulle linee della divisione Pavia. Purtroppo la Divisione Corazzata Ariete fu quasi del tutto distrutta
nell’attacco a sud41 , mentre l’attacco a Nord continuò senza risultati.
Dopo alcuni giorni caratterizzati da infruttuosi tentativi con esecuzioni farraginose, i due
comandanti decisero di arrestare le azioni e iniziare a riorganizzare mezzi e uomini . Mentre nel
cielo il movimento era ininterrotto e la Desert Airf Force britannica aveva ormai conseguito il
dominio incontrastato dei cieli Nord africani.42.
Il 10 luglio Auchinleck attaccò il settore nord a Tel el Eisa prendendo un migliaio di prigionieri e il
successivo contrattacco di Rommel non ottenne grossi risultati.43
Il 14 luglio e il 21 luglio Auchinleck attaccò ancora al centro, sul crinale di Ruweisat, ma nessuna
delle due battaglie ebbe successo e costò la perdita di 700 uomini .44
L'obiettivo principale dei britannici era di catturare la caratteristica chiave di Sanyet El Miteiriya,
comunemente chiamata Ruin Ridge45 dalla storiografia australiana.
Dai diari degli ufficiali in campo emergono notizie contrastanti sulle date progettate per l’attacco
a Miteiriya46, vista l’esigenza , da un lato di riordinare le forze in campo e dall’altro di aspettare
rifornimenti47, che come sempre tardavano ad arrivare ed erano molto esigue per l’AIT rispetto agli
avversari.48

La battaglia El Miteiryia

Era ormai nota l’idea di Rommel di alternare reparti italiani e tedeschi nello schieramento.49
Da un messaggio del 25 luglio si capì che l’AIT si aspettava un altro attacco del nemico
britannico. Auchinleck si diceva deluso di non aver ottenuto grossi risultati nelle offensive del
21/22 luglio: sottolineava infatti grosse defaillance della 23a Brigata che perse il controllo e sbagliò
direzione, mentre anche la fanteria aveva commesso errori, a suo dire, evitabili. Non si era
conseguita la rottura del fronte nemico e non sembrava accontentarsi dell’aver inflitto pesanti
perdite al nemico.
Auchinleck era cosciente che in questo momento del conflitto c’era commistione tra le linee
dell’AIT ; quindi nn poteva fare più tanta pressione sulla fanteria italiana , come era accaduto in

41
Ibidem p.618
42
Dear & Foot (2005) The Oxford Companion to World War II – 7 luglio 2005, p. 992

43
The Desert Night Was Vividly Lit (First Battle of Alamein) David Aldea, Comando Supremo: Italy at War.
44
Alamein33-62, pp. 105,106.
45
Road to Ruin: The 9th Australian Division and the First Battle of El Alamein, Abstract, July 1942. Nicole Townsend
pag.1 Australian War Memorial, SVSS paper, 2016, pag.1
46
Le operazioni in Africa settentrionali, Mario Montanari,op. citata Pag.488-489
47
I rifornimenti italiani devono percorrere circa 1500 km di via Balbia, la litoranea libica che deve il suo nome dal
governatore Italo Balbo che fu abbattuto sul cielo di Tobruk dalla contraerea italiana il 29 giugno del '40. A.Alpozzi,
www.italiacoloniale.it
48
Ibidem, pag.502
49
Le Operazioni in Africa Settentrionale, M. Montanari. Vol. III, Parte seconda Pag.504
15

precedenza. Era alla ricerca di un punto debole nella linea dell’AIT , anche se si riteneva ottimista
grazie alla grande estensione del fronte nemico. Per lui L’AIT era più forte solo al centro dove
erano dislocati i carri tedeschi in riserva50, mentre era dubbioso sulla consistenza della propria
riserve e se questa sarebbe stato in grado di reggere gli attacchi successivi.
Ebbene , alla data del 25 luglio le truppe italiane si ritenevano essere dislocate a sinistra del
settore di Tell El Eisa : in particolare la Trieste ad ovest e a sud-ovest del suddetto costone, mentre
la Trento ad ovest di El Miteiriya51.

Forze in campo
Gli italiani erano in campo con 9100 uomini , 70 pezzi di artiglieria , 45 autocarri, 15 autoblindo
ed una dozzina di carri.
I tedeschi erano in tutto 3600 uomini , 120 bocche da fuoco e circa 26 pezzi da 88 .
Il piano allestito da Auchinleck 52 prevedeva che la 24a Aust. , con il sostegno del 50° Royal
Tanks Regiment, scendendo da nord-est riuscisse a conquistare il costone di El Miteiriya. L’azione,
secondo gli intendimenti originari , sarebbe dovuta essere supportata anche dalla 1° Div.
Sudafricana , 69° Brig britannica e 2° brig. Corazzata53 (provenienti da Est, vedesi schizzo)
Nelle intenzioni del comandante britannico, attraverso la breccia che si fosse aperta , la 2a e la 3a
Brig corazzata avrebbero avuto modo di penetrare nella linea nemica. L'attacco si basava su un
piano complesso che prevedeva un attacco notturno attraverso i campi minati. Mentre un
battaglione australiano avanzava verso sud per occupare Ruin Ridge
i battaglioni britannici avrebbero attaccato ad angolo retto. I carri armati britannici sarebbero
quindi avanzati attraverso i campi minati bonificati dagli ingegneri sudafricani. L'obiettivo era
quello di sfondare un tratto di linea detenuto dalle truppe italiane, l'elemento più fragile dell'esercito
di Rommel.54
A mezzanotte del 26 luglio dunque, si diede il via all’operazione Manhood55 e cominciò la
discesa della 24° B. Aust., ma non passò nemmeno un’ora che quest’ultima cadde sotto il fuoco
dell’artiglieria italiana, penalizzata anche dalla mancanza dell’effetto sorpresa e dalla illuminazione
della luna piena56 : infatti a sbarrare il passo agli australiani c’erano i 2 battaglioni italiani (II e
III /62°) della divisione Trento ed il I/361° tedesco. Degno di nota è che gli Italiani in questa
occasione, contrariamente al precedente scontro di Tell Eisa furono molto più preparati e seppero
sorprendere il nemico australiano.57 I difensori tedeschi avevano disseminato l'area di mine e
rafforzato le loro difese con numerose postazioni di cannoni.58 Nel frattempo entrarono in azione i
genieri a bonificare un varco sufficiente al passaggio dei loro reparti di supporto.

50
Ibidem , p.505
51
Tobruk and El Alamein , B.Maughan p.590
52
Le Operazioni in Africa Settentrionale, M. Montanari. Vol. III, Parte seconda Pag.507
53
Jackson, Autobiography, vol. 1, p. 258.
54
https://www.awm.gov.au/articles/blog/1942-ruin-ridge
55
Road to Ruin: The 9th Australian Division and the First Battle of El Alamein, Abstract, July 1942. Nicole Townsend
pag.1 Australian War Memorial, SVSS paper, 2016,Pag.5
56
Ibidem, pag.7
57
Report of the attack on Ruin Ridge by 24 Bde, AWM54, 527/6/6.
58
Niall Barr, Pendulum of War, London, Jonathon Cape, 2004, p. 178.
16

Schizzo tratto da Le operazioni in Africa settentrionale vol III El Alamein - parte seconda pag.508
Dopo l'azione della 24a brigata, furono compiuti "sforzi ripetuti" dagli ufficiali con 2/32 e 2/43
battaglioni, da distaccamenti di mortai del 2/43 battaglione, da un gruppo del 2/28 battaglione59 e
persino da uomini soli che riuscirono a mettere a tacere queste postazioni dell’artiglieria italo-
tedesca60
Le forze italo-tedesche opposero una forte resistenza , e a seguito della lotta il I/361° tedesco fu
letteralmente travolto. Gli australiani apertosi un varco riuscirono a penetrare e ad occupare Sanyet
El Mitieirya.( Peraltro, in questa fase il celere intervento del gruppo Briehl riuscì a tamponare la
falla che si era aperta nel varco italiano ).In questa avanzata del reparto di supporto
australiano ,mentre si registrarono ingenti perdite sotto il fuoco dei cannoni tedeschi , circa 6
cannoni anticarro riuscirono ad arrivare al 2°/28. Successivamente (da est) si era messa in moto
anche la 69a brigata britannica , andando ad incidere sulla destra della Trento, anche se qui
l’avanzata era più lenta e disordinata61 per la presenza anche in questa zona di campi minati62.
Alle 7 del mattino inglesi ed australiani riprovarono a rompere la barriera tenuta dal II e III/62° e
III/61° rgt della div. Trento, ma invano perché questi tenevano duro con armi pesanti.
Il Gen. Briggs preferì non andare oltre, temendo i campi minati della zona, quindi la fanteria
inglese rimase sola ed accecata da una tempesta di sabbia, fu respinta sanguinosamente . I campi 63

minati non erano stati ripuliti e la fanteria venne lasciata, senza il sostegno dell'artiglieria, a

59
www.awm.gov.au/articles/blog/1942-ruin-ridge, Remembering 1942: Ruin Ridge,Dr Peter Stanley,23 March 2011

60
Report of the attack on Ruin Ridge by 24 Bde, AWM, AWM54, 527/6/6.
61
HQ 9th Division – Report on Operations, 24 Bde, 3 July – Nov 1942, AWM, AWM54, 526/6/5.
62
P.J. Lewis and I.R. English, Into Battle with the Durhams: 8DLI in World War II, Unknown, London Stamp
Exchange, 1990, p. 129, as quoted by, Barr, Pendulum of War, p. 178.
63
Le Operazioni in Africa Settentrionale, M. Montanari. Vol. III, Parte seconda p.509
17

fronteggiare il contrattacco tedesco, mentre il logorio delle truppe su entrambi gli schieramenti
aveva raggiunto veramente il limite di guardia
Dunque l’attacco sferrato dalla VIII Armata tra il 26 e il 27 luglio, risolvendosi ancora una volta
in un completo insuccesso per i britannici, mise allo scoperto i difetti della pur guarnitissima schiera
britannica. L'attacco della 9ª Divisione australiana si arenò davanti alla forte resistenza dei reparti
del 61º Reggimento Fanteria della Divisione "Trento", che riuscirono a respingere le puntate
offensive del nemico infliggendogli notevoli perdite.64 Successivamente, nel corso della mattina ,
toccò agli australiani subire gli attacchi, mentre anche il 50° Royal Tanks , sopraggiunto in suo
aiuto perdeva 22 carri . La 9a Div Aust., sotto il tenente generale Leslie Morshead, giocò un ruolo
fondamentale in tutte e tre le battaglie di El Alamein, subendo pesanti perdite soprattutto nella
prima  (in particolare quando praticamente l'intero 2/28 battaglione fu catturato )e nella terza65 ; ma
andiamo con ordine ed esaminiamo quali furono le cause del fallimento dell’attacco australiano.
Innanzitutto poco tempo per preparare adeguatamente l’attacco: in quanto inizialmente era stato
dato l’ordine di assalto la sera del 24 luglio , poi annullato vista la grave stanchezza delle truppe
sudafricane e britanniche impegnate.
Altro elemento a sfavore dell’azione fu la perdita di comunicazione tra i due battaglioni della
69 Brigata : per una fatalità, la 2a brigata corazzata, che avrebbe dovuto sostenere il
a

consolidamento di posizione sia del 2/28° battaglione che per la 69a brigata alle prime luci dell'alba,
non riuscì ad avanzare. Dopo essersi spostata nella sua area di concentrazione a mezzanotte, la 2a
brigata corazzata avrebbe dovuto fornire supporto alle truppe australiane e britanniche in difficoltà.
Tuttavia, a causa della perdita di comunicazione, ci fu confusione sull'esatta posizione della 69a
Brigata , se fosse sull'obiettivo e se fosse stato liberato un varco nei campi minati.
Con il fallimento dell’avanzamento della 2ª Brigata Corazzata, il 2°/28 fu lasciato da solo al
contrattacco nemico, registrando 65 uomini morti e 490 catturati66.

Conclusioni

Tirando le somme di un’ operazione bellica è bene affidarsi a fonti di entrambi gli schieramenti
in campo. Ciò che stupisce della storiografia britannica e australiana è l’ estrema obiettività nel
giudicare la disfatta subita dalla loro Armata.
Auchinleck ne diede la colpa alla mancanza di truppe fresche e addestrate67. (Basti pensare che
la 69a Brigata, ad esempio, era meno brigata e più a un'improvvisa fusione dei resti della 50a
Divisione68)
Il fallimento britannico in questo assalto finale a El Miteiriya fu tuttavia il risultato diretto di una
scarsa pianificazione operativa e della mancata presenza sul campo del supporto corazzato: un
attacco frettoloso e mal pianificato.69
Un esempio su tutti crediamo possa riconoscersi nel fatto che sebbene l'ora zero per l’intervento
della 2a brigata corazzata fosse stata fissata all'alba del 27 luglio , si preferì posticipare la sua

64
Morrises, Fords, Dingos And Jeeps (First Battle of Alamein) David Aldea, Comando Supremo: Italy at War.,
su comandosupremo.com.
65
https://www.anzacmemorial.nsw.gov.au/our-stories/our-stories/australians-and-battles-el-alamein-1942
66
www.awm.gov.au/articles/blog/1942-ruin-ridge, Remembering 1942: Ruin Ridge,Dr Peter Stanley,23 March 2011

67
Gen Sir Claude Auchinleck, Supplement to The London Gazette, 15 January 1948, no. 38177, p. 365.
68
Niall Barr, Pendulum of War, London, Jonathon Cape, 2004, p. 177.
69
P. Bates  ( 1992 ). Danza di guerra : la storia della battaglia d' Egitto . Londra p.217
18

avanzata poiché non erano convinti che i campi minati fossero stati adeguatamente bonificati. 70 Il
generale Auchinleck e l'Ottava armata rivendicarono una sorta di vittoria poiché fermarono
l'avanzata di Rommel , ma le forze dell'Asse si erano dimostrate ancora una volta di gran lunga
superiori. Nonostante le pesanti perdite, sia in uomini che in equipaggiamento, le forze tedesche e
italiane erano avanzate di 290 miglia, la loro penetrazione più a est durante tutte le campagne del
Nord Africa, quasi fino alla stessa Alessandria.
A determinare le sorti della battaglia fu anche l’estrema prudenza del comandante Morshead ,
che non volendo perdere più uomini (fanteria), preferì inviare carri armati Valentine del 50 ° Royal
Tank Regiment (RTR) in soccorso del 2/28 btg.
Da rimarcare è sicuramente come l'impiego di così tante unità all’interno dello schieramento
dell’Armata britannica fosse problematico a causa della mancanza di una sede centrale attraverso la
quale istradare tutte le informazioni. Le unità partecipanti operarono indipendentemente piuttosto
che come gruppo, il che portò a una generale mancanza di coesione nell'assalto che si è manifestata
purtroppo in confusione riguardo ai movimenti e alle azioni di ciascuna delle unità. Ad esempio, il
supporto corazzato interruppe la propria avanzata a un certo punto perché vide gli ingegneri
sudafricani rimuovere le mine dal campo e pensò che non fossero riusciti a ripulire il campo
minato; gli ingegneri stavano semplicemente allargando il varco.71
Dal canto suo ,in seguito Rommel avrebbe attribuito la colpa del suo fallimento nello sfondare il
Nilo al mancato rifornimento del suo esercito e , degno di nota, non al soldato italiano in quanto
tale , bensì all’intero sistema statale del nostro paese. La causa della disfatta italiana aveva le sue
radici nell'intero stato e sistema militare italiano, nel loro scarso armamento e nel generale
disinteresse per la guerra di molti italiani, sia ufficiali che statisti. Lui riconduceva al fallimento
italiano la mancata realizzazione dei suoi piani72
Rommel si lamentò amaramente del fallimento di importanti convogli italiani nel fargli arrivare
carri armati e rifornimenti di cui aveva disperatamente bisogno, incolpando sempre il Comando
Supremo italiano , senza mai sospettare la violazione del codice britannico.
Altra parte della storiografia ritiene come Rommel abbia spesso mostrato una netta tendenza a
incolpare e far fare da capro espiatorio ai suoi alleati italiani per coprire i propri errori e le proprie
mancanze come comandante sul campo.73  Ad esempio, mentre Rommel era un ottimo comandante
tattico, gli Alti Comandi italiano e tedesco erano preoccupati per la sua mancanza di
consapevolezza operativa e senso degli obiettivi strategici74. 
La data del 27 luglio segna il termine della prima fase delle operazioni in una situazione di stallo,
da cui escono logorate sia l’Armata italo-tedesca che l’VIII Armata britannica.
Considerati i fattori logistici , le caratteristiche del fronte e le rispettive posizioni, prudenza
consigliava ad entrambi di attestarsi su una linea difensiva in attesa di ricostituire le rispettive forze
per quello che sarà lo scontro finale.

Indice
Introduzione pag.2

70
Secret and personal messages sent to Blamey by Morshead during El Alamein operations, AWM,
AWM54, 527/6/7.
71
Barr, Pendulum of War, 180.
72
Liddell Hart (a cura di), "The Rommel Papers" (Londra 1953), pp.261–262
73
Sadkovich, Dr James (maggio 1991). "Di miti e uomini: Rommel e gli italiani in Nord Africa 1940-1942". Rassegna
di storia internazionale . 13 (2): 284–313
74
Kirkland, maggiore Donald. E (maggio 1986). "Le campagne nel deserto di Rommel: uno studio sulla debolezza del
livello operativo". Scuola di studi militari avanzati : 4–36
19

Le Cause pag.2
Rommel Erwin Johannes pag.3
Ettore Bastico pag.4
Enea Navarini pag.5
Auchinleck Claude John Eyre pag.7
Ugo Cavallero pag.8
Schieramenti pag.9
Manovra pag.12
La prima battaglia di El Alamein pag.14
La battaglia El Miteiryia pag.16
Forze in campo pag.16
Conclusioni pag.18

Bibliografia
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Alamein a cura del Centro Pubblicistica Fascicolo Speciale n. 3.E.I, 2022 Roma .
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Politica e strategie in cento anni di guerre italiane ,Volume 3 Tomo 2, Mario Montanari .Roma 2007 SME Ufficio
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20

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Sitografia
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www.esercitinellastoria.it
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www.anzacmemorial.nsw.gov.au/our-stories/our-stories/australians-and-battles-el-alamein-1942

www.italianiinguerra.wordpress.com

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www.fattiperlastoria.it

www.awm.gov.au

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