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DIRITTO COMMERCIALE

L’IMPRENDITORE
Chi è l’IMPRENDITORE?
Art.2082 c.c. “È imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della
produzione o dello scambio di beni o servizi”
L’IMPRESA è un ATTIVITÀ (insieme di atti) con lo SCOPO di PRODUZIONE o SCAMBIO di BENI e SERVIZI.
È CARATTERIZZATA da:
- SPECIFICO SCOPO (produzione o scambio di beni o servizi)
- SPECIFICHE MODALITÀ DI SVOLGIMENTO (organizzazione, economicità e professionalità)

Esistono DIVERSI TIPI di IMPRESE e di IMPRENDITORI secondo diversi CRITERI CLASSIFICATORI:


- OGGETTO
o IMPRENDITORE AGRICOLO art. 2135 c.c.
o IMPRENDITORE COMMERCIALE art. 2195 c.c.
- DIMENSIONE DELL’IMPRESA:
 PICCOLO IMPRENDITORE art. 2083 c.c.
 IMPRENDITORE NON-PICCOLO (tutto il resto) [MEDIO-GRANDE]
- NATURA dell’oggetto che esercita l’impresa:
o IMPRESA INDIVIDUALE
o IMPRESA SOCIETARIA
o PUBBLICA

STATUTO è il DOCUMENTO REDATTO dai SOCI che REGOLA il FUNZIONAMENTO dell’IMPRESA


- “STATUTO GENERALE DELL’IMPRENDITORE” -> DISCIPLINA alla quale sono assoggettati TUTTI gli
IMPRENDITORI
o Disciplina dell’azienda art. 2555-2562 c.c.
o Disciplina dei segni distintivi art. 2563-2574 c.c.
o Disciplina della concorrenza e dei consorzi art. 2595-2620 c.c.
o Disciplina a tutela della concorrenza e del mercato introdotta con la legge 287/1990
L’IMPRENDITORE COMMERCIALE NON PICCOLO è assoggettato a un ULTERIORE DISCIPLINA, oltre a
quella generale
- “STATUTO TIPICO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE” applicabile SOLO agli IMPRENDITORI
COMMERCIALI NON PICCOLI
Rientrano in questa disciplina:
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 Iscrizione al Registro delle Imprese art. 2188-2202 c.c. con effetti di pubblicità legale
 Disciplina della rappresentanza commerciale art. 2203-2213 c.c.
 Scritture contabili art. 2214-2220 c.c.
 Fallimento e altre procedure concorsuali disciplinate dalla legge fallimentare
 Amministrazione straordinaria delle grandi imprese insolventi

Poche sono le disposizioni applicabili SOLO all’IMPRENDITORE AGRICOLO e al PICCOLO IMPRENDITORE (es.
quest’ultimo è sottratto alla disciplina del diritto commerciale, non fallisce anche se esercita attività
commerciale)

Art.2082 c.c. “È imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della
produzione o dello scambio di beni o servizi”
L’impresa è ATTIVITÀ -> SERIE COORDINATA di ATTI
È caratterizzata da:
- SPECIFICO SCOPO (produzione e scambio di beni o servizi)
- SPECIFICHE MODALITÀ DI SVOLGIMENTO (organizzazione, economicità e professionalità)

FINALITÀ DELL’IMRPESA
È finalizzata alla PRODUZIONE o allo SCAMBIO DI BENI e SERVIZI, la cui natura è irrilevante al pari tipo di
bisogno che essi sono destinati a soddisfare.
- ATTIVITÀ DI GODIMENTO E IMPRESA -> l’attività di MERO GODIMENTO NON è IMPRESA, a meno
che questa sia affiancata alla PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI
Anche le attività di compravendita di strumenti finanziari con lo scopo di investimento o di
speculazione danno vita a attività d’impresa.
- IMPRESA ILLECITA -> la QUALITÀ di IMPRENDITORE deve essere RICONOSCIUTA anche quando
l’ATTIVITÀ SVOLTA è ILLECITÀ (contraria alle norme imperative)
Da un comportamento illecito non possono mai derivare effetti favorevoli per il suo autore -> NON si
APPLICANO le NORME che TUTELANO l’IMPRENDITORE nei CONFRONTI DI TERZI (es disciplina della
concorrenza), si APPLICANO TUTTE le NORME a suo SFAVORE

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REQUISITI dell’IMPRENDITORE e dell’ATTIVITÀ D’IMPRESA
REQUISITO 1 -> ORGANIZZAZIONE
L’attività di impresa comporta l’IMPIEGO COORDINATO DI FATTORI PRODUTTIVI (capitale e lavoro proprio
e/o altrui).
La QUALITÀ di IMPRENDITORE NON può essere NEGATA (per difetto del requisito di organizzazione):
- Sia quando l’attività è esercitata SENZA l’AUSILIO DI COLLABORATORI AUTONOMI o SUBORDINATI
- Sia quando il COORDINAMENTO DEGLI ALTRI FATTORI PRODUTTIVI (capitale e lavoro proprio) non si
concretizza nella CREAZIONE DI un COMPLESSO AZIENDALE MATERIALMENTE PERCEBILE (tipico ma
non essenziale)
N.B. un MINIMO di ETERO-ORGANIZZAZIONE è ESSENZIALE altrimenti si tratta di “LAVORO AUTONOMO
NON IMPRENDITORIALE”

“AZIENDA” è il COMPLESSO di BENI ORGANIZZATE dall’IMPRENDITORE (art. 2555 c.c.)

REQUISITO 2 -> ECONOMICITÀ


L’IMPRESA è un “ATTIVITÀ ECONOMICA”
METODO ECONOMICO -> tendenzialmente alla COPERTURA DEI COSTI CON I RICAVI ed ASSICURINO
l’AUTOSUFFICIENZA ECONOMICA
Es. non è imprenditore chi produce beni o servizi venduti o erogati gratuitamente o a “prezzo politico” (es.
mensa poveri)

REQUISITO 3 -> LUCRO


È TIPICO ma NON ESSENZIALE, l’assenza di scopo di lucro non osta all’inquadramento dell’attività d’impresa
come attività imprenditoriale come, per esempio, quello dell’impresa pubblicato o mutualistica o quella
sociale (per interessi o scopi generali).
-> “LUCRO OGGETTIVO” conseguire l’eccedenza dei ricavi rispetto ai costi
-> “LUCRO SOGGETTIVO” al fine di trarne un guadagno o profitto personale
L’impresa deve svolgersi secondo MODALITÀ OGGETTIVAMENTE LUCRATIVE (per massimizzare i ricavi)
In sunto è SUFFICIENTE che l’attività sia svolta con METODO ECONOMICO (pareggio dei costi con i ricavi) e
NON è NECESSARIO il METODO LUCRATIVO (realizzazione di ricavi eccedenti i costi) [es. l’impresa di cui si
parla può essere sia pubblica che privata, la prima è tenuta a operare secondo i criteri dell’economicità né di
regola a realizzare profitto).
ES. “IMPRESA PUBBLICA” -> criteri di economicità
“IMPRESA MUTUALISTICA” -> scopo mutualistico
“IMPRESA SOCIALE” -> qualità assumibile da tutti gli enti privati che esercitano in via stabile e
principale un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche,
solidaristiche e di utilità sociale”

REQUISITO 4 -> PROFESSIONALITÀ


Intesa come ABITUALITÀ e NON OCCASIONALITÀ
- ATTIVITÀ STAGIONALI -> deve essere esercitata secondo una determinata e abituale cadenza tipica
di quel tipo di attività
- UNICO AFFARE -> è impresa quando compie un unico affare che mediante il compimento di
OPERAZIONI MOLTEPLICI e l’UTILIZZO di un APPARATO PRODUTTIVO COMPLESSO
- IMPRESA PER CONTO PROPRIO -> solitamente è destinata al mercato, ma l’imprenditore potrebbe
per conto proprio produrre beni o servizi destinati a uso e consumo personale

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IMPRESA E PROFESSIONI INTELLETTUALI (art. 2229-2238 c.c.)
- “PROFESSIONI INTELLETTUALI” -> ATTIVITÀ ECONOMICA, anche ORGANIZZATA, volta alla
prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata ABITUALMENTE e PREVALENTEMENTE
mediante LAVORO INTELLETTULE, o comunque con il concorso dello stesso
Art. 2238 c.c. -> “Se l’esercizio della professione costituisce elemento di un attività organizzata in forma di
impresa si applicano anche le disposizioni del titolo II” (art. 2082 e ss.)
È il caso del medico che gestisce il suo ospedale privato o del maestro che gestisce la sua scuola privata.
MOTIVI DI ESONERO DALLA DISCIPLINA DELL’IMPRESA
1. Personalità della prestazione d’opera intellettuale
2. Irrilevanza o mera ancillarità dell’organizzazione rispetto all’attività intellettuale
3. Assenza del rischio d’impresa in ragione delle regole sul compenso
In sostanza si tratta di un PRIVILEGIO accordato dal legislatore al professionista intellettuale, in virtù altresi
della CONSIDERAZIONE SOCIALE che tradizionalmente gli si riconosce.
PROBLEMI -> il QUADRO DI RIFERIMENTO ORIGINARIO sia della NOZIONE che della DISCIPLINA
DELL’IMPRESA, sia nella NOZIONE che nella DISCIPLINA DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI è strutturalmente
MUTATO nel tempo.
In particolare:
- MOLTE REGOLE applicabili in materia di IMPRESA sono applicabili anche ai PROFESSIONISTI (es.
codice del consumo e norme sul pagamento delle obbligazioni commerciali)
- In ambito COMUNITARIO è PIENA l’EQUIPARAZIONE fra IMPRESA e PRESTAZIONE DI SERVIZI
PROFESSIONALI con riguardo alla DEFINIZIONE (ATTIVITÀ ECONOMICA ORGANIZZATA), nonché le
REGOLE sulla LIBERTÀ DI PRESTAZIONE DI SERVIZI e alla DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA
Art.2229-2238 c.c. -> SUPERAMENTO del DOGMA per il quale PROFESSIONE INTELLETTUALE (anche
ordinistica) e ESERCIZIO IN FORMA SOCIATARIA siano INCOMPATIBILI
SE … ATTIVITÀ ORGANIZZATA … art.2082 e ss.

FINE DELL’ATTIVITÀ D’IMPRESA


 “PRINCIPIO DI EFFETTIVITÀ” -> cessazione dell’attività d’impresa coincide con il momento in cui si
verifica la disgregazione dell’azienda
CESSAZIONE solo al TERMINE della FASE DI LIQUIDAZIONE

CAPACITÀ E LIMITI PER L’ESERCIZIO DELL’ATTIVITÀ D’IMPRESA


 Possono INIZIARLA solo i MAGGIORENNI CAPACI DI AGIRE e MINORI EMANCIPATI (autorizzati)
 Possono CONTINUARLA anche i RAPPRESENTANTI LEGALI DEGLI INCAPACI (minori, interdetti,
inabilitati)
 Può CONTINUARLA il BENEFICIARIO DELL’AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO, salvo limitazioni poste
dal giudice

ALCUNE CATEGORIE (es. dipendenti pubblici) -> DIVIETO DI ASSUMERE la QUALIFICA DI IMPRENDITORE
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CATEGORIE DI IMPRENDITORI
Si distinguono diversi tipi di imprese e di imprenditori in base a tre CRITERI:
- OGGETTO dell’impresa:
o IMPRENDITORE AGRICOLO art. 2135 c.c.
o IMPRENDITORE COMMERCIALE art. 2195 c.c.
- DIMENSIONE dell’impresa:
o PICCOLO IMPRENDITORE art. 2083 c.c. (coltivatori diretti, artigiani, piccoli commercianti –
lavoro personale e familiare per lo più)
o IMPRENDITORE MEDIO-GRANDE (NON PICCOLO)
- NATURA del soggetto che esercita l’attività d’impresa:
o IMPRESA INDIVIDUALE
o IMPRESA SOCIETARIA
o IMPRESA PUBBLICA

In base all’OGGETTO dell’ATTIVITÀ:


 IMPRENDITORE AGRICOLO art. 2135 c.c.
o È sottoposto SOLO alla DISCIPLINA dell’”IMPRENDITORE IN GENERALE”, e non anche a
quella dell’imprenditore commerciale
o È ESONERATO dall’ISCRIZIONE al “REGISTRO DELLE IMPRESE”, SALVO per quanto si dirà in
seguito
o ESONERATO dall’APPLICAZIONE PROPRIA dell’”IMPRENDITORE COMMERCIALE”:
 Tenuta delle SCRITTURE CONTABILI
 Assoggettamento al FALLIMENTO
 ALTRE PROCEDURE CONCORSUALI dell’IMPRENDIRORE COMMERCIALE, con unica
eccezione per gli ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI
 Può ACCEDERE alle PROCEDURE CONCORSUALI di SOVRAINDEBITAMENTO
Sostanzialmente gode di un TRATTAMENTO DI FAVORE rispetto all’imprenditore commerciale,
attraverso anche a una serie di INCENTIVI NAZIONALI E COMUNITARI per lo SVILUPPO del SETTORE
AGRICOLO

Testo originario dell’art. 2135 c.c. stabiliva che “È imprenditore agricolo chi esercita un:
- ATTIVITÀ DIRETTA DI COLTIVAZIONE di un fondo,
- alla SILVICOLTURA,
- all’ALLEVAMENTO del BESTIAME e
- ALTRE ATTIVITÀ CONNESSE”
Comma 2 “si reputano CONNESSE le ATTIVITÀ relative alla TRASFORMAZIONE e all’ALIENAZIONE di
PRODOTTI AGRICOLI, quando rientrano nell’esercizio normale dell’agricoltura.”

Quindi le ATTIVITÀ AGRICOLE possono essere divise in:


o ESSENZIALI
Lo sono TIPICAMENTE e TRADIZIONALMENTE:
- Coltivazione del fondo
- Silvicoltura
- Allevamento del bestiame
ATTIVITÀ DIRETTE alla CURA e allo SVILUPO di un CICLO BIOLOGICO o di una FASE NECESSARIA al ciclo stesso,
di carattere animale o vegetale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre
o marine.

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La semplice agricoltura della produttività dal 1942 si è EVOLUTA lasciando spazio
all’”AGRICOLTURA INDUSTRIALIZZATA” (il progresso tecnologico addirittura
permette di produrre prodotti merceologicamente agricoli con metodi che
prescindono dallo sfruttamento della terra come “coltivazioni artificiali” o “fuori
terra”, ancora si può pensare agli “allevamenti in batteria”).
RIFORMA del 2001 -> se PRODUCI VEGETALI o ANIMALI sei “IMPRENDITORE
AGRICOLO”
o PER CONNESSIONE
Sono quelle attività DIRETTE alla MANIPOLAZIONE, CONSERVAZIONE e
TRASFORMAZIONE, COMMERCIALIZZAZIONE e VALORIZZAZIONE che abbiano ad
oggetto PRODOTTI ottenuti “PREVALENTEMENTE” dalla COLTIVAZIONE del fondo o
del bosco e dall’ALLEVAMENTO DI ANIMALI, nonché le attività dirette alla
FORNITURA di BENI O SERVIZI mediante l’UTILIZZAZIONE PREVALENTE di
ATTREZZATURE o RISORSE dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola
esercitata…” (comma 3 art. 2135 c.c.).
Le ATTIVITÀ AGRICOLE PER CONNESSIONE possono essere a (sono necessarie entrambe le
connessioni):
i. CONNESSIONE SOGGETTIVA es. agricoltura bio
MEDESIMO OGGETTO che svolge una delle attività agricole essenziali
e COERENZA tra questa e quella/e connesse
ii. CONNESSIONE OGGETTIVA
I CRITERI DELLA NORMALITÀ e dell’ACCESSORIETÀ sono SOTITUITI
dal “CRITERIO DELLA PREVALENZA”, ad oggetto solo prodotti
ottenuti PREVALENTEMENTE dall’ESERCIZIO dell’ATTIVITÀ AGRICOLA
ESSENZIALE, ovvero di BENI o SERVIZI forniti mediante
l’UTILIZZAZIONE PREVALENTE di ATTREZZATURE o RISORSE
dell’AZIENDA AGRICOLA.
Sostanzialmente, le ATTIVITÀ CONNESSE NON devono PREVALERE
sull’ATTIVITÀ AGRICOLA.
Con il d.lgs. 228/2002 Gli imprenditori agricoli, coltivatori diretti e società semplici esercenti attività agricola
devono iscriversi nella SEZIONE SPECIALE DEL REGISTRO DELLE IMPRESE.
Con la L.111/2011 Gli imprenditori agricoli in STATO DI CRISI O DI INSOLVENZA possono accedere alle
PROCEDURE “ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO”.
Con il d.l. 179/2012 procedure di COMPOSIZIONE DELLA CRISI DA SOVRAINDEBITAMENTO rivolte ai debitori
non assoggettabili alle vigenti procedure concorsuali.
Con il d.lgs.14/2019 si disciplina:
- La SITUAZIONE DI CRISI O INSOLVENZA del DEBITORE
- Lo stato di SOVRAINDEBITAMENTO, cioè lo STATO DI CRISI O DI INSOLVENZA DEL CONSUMATORE
del PROFESSIONISTA, dell’IMPRENDITORE MINORE, dell’IMPRENDITORE AGRICOLO

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 IMPRENDITORE COMMERCIALE art. 2195 c.c.
Assenza di una norma che definisce “ad hoc” l’imprenditore commerciale.
Art. 2195 c.c. Sono soggetti all’OBBLIGO DELL’ISCRIZIONE nel REGISTRO DELLE IMPRESE, gli imprenditori che
esercitano:
a. ATTIVITÀ INDUSTRIALE DIRETTA ALLA PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI
b. ATTIVITÀ INTERMEDIARIA NELLA CIRCOLAZIONE DEI BENI
c. ATTIVITÀ DI TRASPORTO PER TERRA, PER ACQUA O PER ARIA
d. ATTIVITÀ BANCARIA O ASSICURATIVA
e. ALTRE ATTIVITÀ AUSILIARIE ALLE PRECEDENTI
-imprese di agenzia
- imprese di mediazione
-imprese di deposito
-imprese di commissione
-imprese di spedizione
-imprese di pubblicità
Va considerata commerciale ogni impresa che non può essere considerata come agricola.

Distinzione di imprese per il CRITERIO DIMENSIONALE:


 PICCOLA IMPRESA
In contrapposizione all’imprenditore medio grande.
È sottoposto allo “STATUTO GENERALE DELL’IMPRENDITORE”.
È ESONERATO, anche se esercita “attività commerciale”:
- Dalla TENUTA delle SCRITTURE CONTABILI
- Dal FALLIMENTO
- ALTRE PROCEDURE CONCORSUALI dell’IMPRENDITORE COMMERCIALE (art. 2221 c.c.)
L’ISCRIZIONE al “REGISTRO DELLE IMPRESE” NON ha FUNZIONE di PUBBLICITÀ LEGALE.

Art. 2083 c.c. CRITERIO:


- PREVALENZA del LAVORO PROPRIO e FAMILIARE rispetto al LAVORO ALTRUI e al CAPITALE ALTRUI
INVESTITO nell’impresa
- QUALITATIVO-FUNZIONALE il lavoro apportato dall’imprenditore e dai suoi familiari devono
caratterizzare i beni e servizi prodotti
Ex art.2083 c.c. sono PICCOLI IMPRENDITORI:
a. COLTIVATORI DIRETTI DEL FONDO
b. ARTIGIANI
c. PICCOLI COMMERCIANTI (criterio della prevalenza e qualitativo-funzionale)
d. Coloro che esercitano un ATTIVITÀ PROFESSIONALE organizzata PREVALENTEMENTE con il LAVORO
PROPRIO e dei COMPONENTI della FAMIGLIA
o CRITERIO QUAITATIVO-FUNZIONALE
In ORIGINE la “LEGGE FALLIMENTARE” poneva delle SOGLIE QUANTITATIVE per definire il piccolo
imprenditore, nel tempo IMPLICITAMENTE ABROGATE lasciando un VUOTO NORMATIVO.
Con il d.lgs. 169/2007 il quale definisce PARAMETRI AL DI SOTTO dei quali l’IMPRENDITORE COMMERCIALE
NON FALLISCE. Quindi attualmente NON è soggetto a FALLIMENTO l’IMPRENDITORE COMMERCIALE che

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dimostri il PROCESSO CONGIUNTO dei SEGUENTI REQUISITI (chiamato “IMPRENDITORE MINORE” ex d.lgs.
14/2019):
- Aver avuto nei 3 ESERCIZI PRECEDENTI all’ISTANZA DI FALLIMENTO, un “ATTIVO PATRIMONIALE” di
ammontare annuo non superiore a 300.000 euro
- Aver avuto nei 3 ESERCIZI PRECEDENTI all’ISTANZA DI FALLIMENTO, “RICAVI LORDI” di ammontare
annuo non superiore a 200.000 euro
- Avere un ammontare di DEBITI NON SCADUTI NON superiore a 500.000 euro
Basta superare uno solo dei 3 requisiti per essere esposti al fallimento.
Quindi la DEFINIZIONE di “PICCOLO IMPRENDITORE” del CODICE CIVILE si applica SOLO alla RESTANTE PARTE
dello STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE (iscrizione al registro delle imprese e tenuta delle
scritture contabili).
D.lgs. 14/2019 IMPRENDITORE MINORE
-> “sovraindebitamento” è lo stato di crisi o di insolvenza del consumatore, del professionista,
dell’imprenditore minore, dell’imprenditore agricolo…
-> “strumenti di allerta” si applicano anche alle imprese agricole e alle imprese minori compatibilmente alla
loro struttura organizzativa
-> i debitori del punto “sovraindebitamento” possono proporre soluzioni della crisi di sovraindebitamento

IMPRESA ARTIGIANA
Rientra tra i piccoli imprenditori.
 L. 860/1956 -> NOZIONE di “IMPRESA ARTIGIANA” valida a TUTTI gli EFFETTI DI LEGGE (sostitutiva di
quella civilistica e della legge fall.) basata sulla NATURA ARTISTICA o USUALE di BENI O SERVIZI
prodotti e non sulla prevalenza del lavoro proprio e familiare nel processo produttivo, né su
parametri dimensionali.
 L. 443/1985 -> RISOLUZIONE DEI PROBLEMI
o Si INTRODUCE una nuova e +ampia DEFINIZIONE di “IMPRENDITORE ARTIGIANO” +vicina a
quella CIVILISTICA DI PICCOLO IMPRENDITORE
 L. 133/1997 -> è ammessa anche la FORMA della S.A.S. e della S.R.L. UNIPERSONALE, sempreché la
qualità di artigiano sia riscontrata negli accomandatari e nel socio unico
La legge speciale in tema di artigianato NON costituisce una DEROGA ai PRINCIPI fissati dal CODICE CIVILE e
dalla LEGGE FALLIMENTARE, infatti:
- Per SOTTRARRE l’ARTIGIANO dallo STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE è necessario che
sia rispettato il CRITERIO DELLA PREVALENZA dell’art.2083 c.c.
- Per SOTTRARRE l’ARTIGIANO alla PROCEDURA FALLIMENTARE -> è necessario che NON siano
SUPERATI i LIMITI DIMENSIONALI fissati dall’art. 1 comma 2, l. fall.
In mancanza, l’IMPRENDITORE sarà ARTIGIANO ai fini delle PROVVIDENZE REGIONALI, MA dovrà qualificarsi
come “IMPRENDITORE COMMERCIALE NON PICCOLO” ai fini CIVILISTICI e/o del DIRITTO FALLIMENTARE.

IMPRESA FAMILIARE
È l’impresa nella quale COLLABORANO:
- CONIUGI
- PARENTI entro il TERZO GRADO
- AFFINI entro il SECONDO GRADO
Dell’imprenditore.
L’istituto è stato introdotto con la “RIFORMA DEL DIRITTO DI FAMIGLIA” del 1975, è regolato dall’art.230-bis
del Codice civile.

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L’impresa familiare non è detto che sia una piccola impresa, e l’impresa non piccola può essere impresa
familiare.
La riforma viene per TUTELARE i LAVORATORI FAMILIARI, i quali precedentemente non avevano
sostanzialmente nessun diritto in quanto si presumeva lavorassero a titolo gratuito.
TUTELA LEGISLATIVA riconosce ai MEMBRI della FAMIGLIA che lavorino in MODO CONTINUATO nella famiglia
o nell’IMPRESA FAMILIARE:
- Sul PIANO PATRIMONIALE:
o DIRITTO AL MATENIMENTO, anche se non dovuto ad altro titolo
o DIRITTO DI PARTECIPAZIONE AGLI UTILI DELL’IMPRESA IN PROOPORZIONE ALLA QUANTITÀ
DI LAVORO PRESTATO nell’impresa o nella famiglia
o DIRITTO SUI BENI ACQUISTATI CON GLI UTILI E SUGLI INCREMENTI DI VALORE DELL’AZIENDA,
anche dovuti all’avviamento
o DIRITTO DI PRELAZIONE sull’azienda in caso di divisione ereditaria o di trasferimento
dell’azienda stessa
- Sul PIANO AMMINISTRATIVO:
o Le DECISIONI IN MERITO alla GESTIONE STRAORDINARIA sono ADOTTATE A MAGGIORANZA
dai familiari che partecipano all’impresa stessa
È previsto che il DIRITTO DI PARTECIPAZIONE è TRASFERIBILE SOLO A FAVORE degli ALTRI MEMBRI DELLA
FAMIGLIA e con il CONSENSO UNANIME dei FAMILIARI GIÀ PRESENTI.
L’impresa familiare resta un “IMPRESA INDIVIDUALE” caratterizzata dalla particolare disciplina delle
prestazioni lavorative dei familiari dell’imprenditore. Ne consegue che:
a. I BENI AZIENDALI restano di PROPRIETÀ dell’IMPRENDITORE-DATORE DI LAVORO
b. I DIRITTI PATRIMONIALI DEI PARTECIPANTI ALL’IMPRESA FAMILIARE costituiscono semplici diritti di
credito nei confronti del familiare imprenditore
c. Gli ATTI DI GESTIONE ORDINARIA rientrano nella COMPETENZA ESCLUSIVA dell’IMPRENDITORE
Si ritiene inoltre che l’IMPRENDITORE AGISCA nei CONFRONTI DI TERZI “IN PROPRIO” quindi sarà
RESPONSABILE nei confronti di terzi per le obbligazioni assunte, e se l’impresa è commerciale sarà esposto al
fallimento.

Distinzione di imprese per il CRITERIO DELLA NATURA:


 IMPRESA INDIVIDUALE
 IMPRESA SOCIETARIA
“SOCIETÀ” -> forme associative tipiche previste dall’ordinamento per l’esercizio collettivo di un’attività
d’impresa
- SOCIETÀ SEMPLICE -> solo per l’esercizio di ATTIVITÀ NON COMMERCIALI
- SOCIETÀ DIVERSE DALLA SOCIETÀ SEMPLICE -> sia ATTIVITÀ AGRICOLA che COMMERCIALE
Si applicano alle SOCIETÀ COMMERCIALE gli istituti tipici dell’IMPRENDITORE COMMERCIALE, seguendo
REGOLE PARZIALMENTE DIVERSE da quelle dell’IMPRENDITORE INDIVIDUALE.
Sono sottoposti allo “STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE” SOLO:
a. IMPRENDITORI COMMERCIALI NON PICCOLI

Tali REGOLE sono sintetizzate come segue:


1. Parte della DISCIPLINA DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE si APPLICA QUALCUNQUE SIA
l’ATTIVITÀ SVOLTA, il principio viene espresso negli art. 2136 e 2200 c.c.:
a. OBBLIGO DI ISCRIZIONE nel REGISTRO DELLE IMPRESE
b. TENUTA delle SCRITTURE CONTABILI

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2. ESONERO dal FALLIMENTO e da ALTRE PROCEDURE CONCORSUALI delle attività commerciali che
svolgono ATTIVITÀ AGRICOLA
3. ESONERO DAL FALLIMENTO (a seguito della RIFORMA DEL DIRITTO FALLIMENTARE del 2006) anche
le SOCIETÀ COMMERCIALI che NON SUPERANO le SOGLIE DIMENSIONALI di FALLIBILITÀ (art. 1 co.2
legge fallimentare) [300k attivo, 200k ricavi, 500k debiti anche non scaduti]
4. Nelle SOCIETÀ IN NOME COLLETTIVO e in ACCOMANDITA SEMPLICE parte della disciplina trova
applicazione SOLO o ANCHE nei confronti dei SOCI A RESPONSABILITÀ ILLIMITATA. Il FALLIMENTO
della società comporta anche il FALLIMENTO dei SOCI A RESPONSABILITÀ ILLIMITATA

 IMPRESA PUBBLICA
Quando l’ATTIVITÀ DI IMPRESA viene svolta dallo STATO o da ALTRI ENTI PUBBLICI questa può assumere 3
FORME:
 SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA
Imprese societarie con STRUTTURE DI DIRITTO PRIVATO caratterizzate da una
PARTECIPAZIONE PUBLICA:
 TOTALITARIA
 di MAGGIORANZA
 di MINORANZA
 ENTI PUBBLICI ECONOMICI
Il cui COMPITO ISTITUZIONALE ESCLUSIVO o PRINCIPALE è l’ESERCIZIO dell’ATTIVITÀ
D’IMPRESA (ISTITUTI DI DIRITTO PUBBLICO).
Sono sottoposti allo “Statuto generale dell’imprenditore” con l’ECCEZIONE di:
 ESONERO dal FALLIMENTO
 ESONERO dalle PROCEDURE CONCORSUALI MINORI
Sostituiti dalla LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA e da ALTRE PROCEDURE
previste da leggi speciali.
 IMPRESE ORGANO
ESERCIZIO DIRETTO dell’ATTIVITÀ D’IMRPESA avvalendosi di PROPRIE STRUTTURE
ORGANIZZATIVE PRIVE di DISTINTA SOGGETTIVITÀ, ma dotate di una più o meno ampia
AUTONOMIA DECISIONALE e CONTABILE (attività secondaria ed accessoria).
Sono ESONERATE da:
 Iscrizione al registro delle imprese art.2201 c.c.
 Procedure concorsuali art.2221 c.c.

1990 “PRIVATIZZAZIONE FORMALE” -> da ENTI PUBBLICI ECONOMICI (quasi tutti) a SPA
“PRIVATIZZAZIONE SOSTANZIALE” con la DISMISSIONE delle PARTECIPAZIONI

ATTIVITÀ COMMERCIALE DI ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI


ASSOCIAZIONI (riconosciute o non), FONDAZIONI e più in generale TUTTI gli ENTI PRIVATI CON FINI IDEALI
O ALTRUISTICI (es. enti religiosi) SENZA SCOPO DI LUCRO possono considerarsi IMPRENDITORI per l’ATTIVITÀ
SVOLTA A SUPPORTO delle “ATTIVITÀ ISTITUZIONALI”.
L’ESERCIZIO di tale attività può costituire:
- OGGETTO ESCLUSIVO o PRINCIPALE (es. fondazione costituita per lo svolgimento di attività
editoriale)
- OGGETTO ACCESSORIO (es. ente religioso che gestisce un istituto di istruzione privata)

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