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Si ritiene PURA una sostanza che sottoposta a ripetuti trattamenti di purificazione presenti
invariati i valori di tutte le grandezze fisiche caratteristiche quali: il punto di fusione o di
ebollizione, la densità, l’indice di rifrazione ecc.
Una purezza del 100% è difficilmente o impossibile da ottenere.
Definire una sostanza pura significa affermare che le impurezze sono presenti in quantità
inferiori al limite di sensibilità del sistema analitico utilizzato.
La misura del punto di fusione è generalmente utilizzata per il controllo della purezza di un
solido e può essere effettuata su piccolissime quantità di prodotto.
Un intervallo netto (0.5-1 °C) è indice di purezza .
La presenza di impurezze determina un allargamento dell’intervallo di fusione ed un
abbassamento del punto massimo.
In pratica quello che si misura non è il punto di fusione ma l’intervallo del punto di fusione,
cioè l’intervallo di temperatura che intercorre tra l’osservazione delle prime goccioline di
liquido e la completa liquefazione. Più è stretto questo intervallo, più la sostanza è pura.
Pressare con una spatola alcuni cristalli di acido benzoico su una piastra assorbente, in
modo da seccarli il più possibile. (Si può usare il retro poroso di una normale piastrella) 2)
Introdurre un po' del solido seccato in un capillare per punto di fusione (circa 2 - 3 mm di
altezza).
Fare lo stesso con un campione di riferimento di acido benzoico puro e con una miscela
circa al 50% dei due. Il campione di riferimento serve per tarare lo strumento.
Regolare il riscaldamento a circa 2 - 4 °C/min fino a circa 100°C, cioè fino a circa 20 °C al di
sotto del punto di fusione riportata in letteratura.