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-Dinastia regnante: Quing

- rapporto tra Impero Britannico e Impero Cinese

-sbilanciamento e isolazionismo commerciale cinese

-prima guerra dell’oppio

- arretratezza tecnologica della Cina

-sconfitta cinese nella prima guerra dell’oppio

-Trattato di Nanchino 1842-> le condizioni

-corsa diplomatica delle potenze -> Trattati Ineguali, fase dei


porti aperti

-squilibrio di potere tra Occidente e Impero Cinese

-Insurrezione dei TAIPING-> movimento antidinastico in Cina


meridionale-1850, capitale Nanchino 1853

-Sconfitta dei Taiping -1864

-fallimento riforma agraria dei Taiping

-seconda guerra dell’oppio obbiettivo-> introduzione del


proselitismo religioso-1856-1861->Trattato di Tianjin

-Creazione del Gran Consiglio e dello Zongli Yamen-> ufficio per


le relazioni con l’estero

-crisi dell’apparato statale tradizionale, studenti cinesi


frequentano università all’estero anni ‘70

-politica di rafforzamento->collaborazione con l’Occidente->le


conseguenze->miglioramento tecnologico e nuove idee, settore
navale
-imperialismo commerciale e interno

-modernizzazione senza trasformazione dell’ordinamento


imperiale

- Il Giappone e il processo di trasformazione economico e


politico-> riforme Meiji, riconoscimento internazionale della
potenza giapponese

-conflitto cino-giapponese -> trattato di pace SHIMONOSEKI-


1895-> rinuncia della Corea, cessione di Taiwan e isole
Pescadores al Giappone

-BREAK UP OF CINA-> spartizione della Cina in zone di influenza


tra le potenze

-estate dei 10 giorni di riforma 1898-> limiti ai poteri imperiali

-settembre 1898->colpo di stato, deposizione dell’imperatore,


fallimento tentativo di riforma-> fine dell’impero

-rivolta dei Boxer 1899-> obbiettivo cacciare gli stranieri

-conflitto russo-giapponese, vinta dal Giappone

I movimenti di riforma durante l'ultimo periodo imperiale

L’impero cinese sotto la guida della dinastia dei Quing al potere


dal 1640 circa raggiuge la massima espansione territoriale.
l’ordinamento imperiale tuttavia è molto debole. Segnali di crisi
si accentuano con i primi contatti commerciali con le potenze
europee. Lo scontro con la Gran Bretagna infatti determina
l’inizio del declino dell’impero. La potenza Britannica gestiva i
flussi commerciali nel sud est asiatico attraverso l’east india
company fino a quando nel 1857 con la rivolta dei sepoi la Gran
Bretagna assunse direttamente il controllo del subcontinente
indiano. I rapporti tra l’India e l’Impero cinese erano piuttosto
complicati a causa della chiusura commerciale dell’Impero
cinese, solo 3 mesi all’anno era possibile svolgere gli scambi
commerciali e l’unico porto aperto era quello di Canton. i
principali prodotti che l’impero cinese importava non trovavano
sbocco sui mercati cinesi . Dopo vari tentativi di convincere
l’impero cinese ad aprirsi al mercato mondiale neppure la
trattativa promossa dal governo britannico e guidata da Lord
MCartney tra il 1792 e il 1793 sfocia in un accordo per aprire i
porti chiusi per tutto l’anno. L’imperatore cinese sostiene che la
Cina non fa nulla con ciò che l’India offre.

Gli inglesi erano riusciti a far introdurre nel mercato cinese un


prodotto che trovò riscontro tra la popolazione diventando una
vera e propria piaga sociale ma anche gravi conseguenze
economiche causava. La crescita della vendita dell’oppio in Cina
finalmente soddisfaceva gli inglesi . il governo cinese adottò
numerosi tentativi per frenare il consumo dell’oppio fino a
bandirlo completamente. A questo punto l’apertura commerciale
diventò un imperativo per il governo inglese che nel frattempo
continuavano a introdurre l’oppio tramite il contrabbando. La
decisione del governo cinese di vietare la vendita dell’oppio
aumentò le ostilità. Gli inglesi reagirono intervenendo
militarmente per imporre l’apertura al commercio e occuparono
Shanghai, Canton e Ningbo. La prima guerra dell’oppio iniziata
nel 1839 terminò nel 1842 con il trattato di Nanchino . i
contenuti del trattato. Sulla sconfitta un peso non irrilevante
ebbe l’arretratezza tecnologica in cui versava la Cina .
Nel successivo quindicennio le potenze europee fecero a gare
per firmare trattati dai quali ottenevano gli stessi vantaggi della
Gran Bretagna. Questi trattati sono stati definiti ineguali proprio
perché la Cina dovette riconoscere condizioni favorevoli alle
potenze europee. Tra il 1839 e il 1949 la Cina vive il cosiddetto
secolo dell’umiliazione nazionale. La Cina viene privata della
gestione dell’economia, è sovrana ma a tutti gli effetti è
sottoposta al colonialismo. Anche la popolazione cinese è
consapevole della crisi dell’impero cinese, i vantaggi commerciali
riconosciute alle potenze europee ne sono un esempio.

La presenza delle potenze occidentali in Cina, la sconfitta nella


prima guerra dell’oppio, problemi economici sono all’origine del
malcontento dinastico che si genera nel sud del paese. La rivolta
contadina scoppia nel 1850 e dura fino al 1864, gli insorti
stabiliscono la capitale a Nanchino e riescono a diffondere il
controllo in tutto il sud e al centro del paese. Grazie all’appoggio
delle truppe occidentali l’esercito imperiale riuscì a respingere gli
insorti e a recuperare i territori occupati. I taiping promossero
una riforma agraria che prevedesse una redistribuzione delle
terre dai possidenti ai nuclei familiari tenendo conto del numero
dei componenti. Cercarono anche di riorganizzare la vita sociale,
economica ma tutti i tentativi di riforma fallirono.

Nel 1856 inizia la seconda guerra dell’oppio e si conclude nel


1861. Questa volta a scatenare il conflitto tra l’impero cinese e le
potenze occidentali anglo-francese fu l’uccisione di un
missionario francese ma soprattutto il rifiuto cinese di accettare
la proposta avanzata dagli europei di modificare i trattati. Come
risposta all’uccisione del missionario le truppe anglo francesi
occuparono il porto di Canton e il saccheggio del palazzo d’estate
a Pechino. La guerra si conclude con il trattato di Tianjing nel
1861.VEDI CONTENUTI.

Difficoltà interne e esterne inducono il governo cinese ad


affrontare la necessaria riorganizzazione del sistema politico
soprattutto alla luce del contesto di semi-colonialismo che vive la
Cina. Ancora nel 1861 due sono le principali novità che il governo
cinese apporta: in primis per gestire i rapporti con le potenze
straniere viene creato l’ufficio per gli affari esteri (zongli yamen)i
cui membri coadiuvano l’imperatore in politica estera. Mentre
dogane imperiali che gestiscono i flussi commerciali vengono
istituite e guidate da funzionari occidentali.

Questa necessità di riforma è segno evidente della debolezza


dell’impero. La questione istituzionale viene discussa anche da
alcuni membri dell’apparato i quali propongono la politica di
autorafforzamento militare e tecnologico, ispirati dai diversi
modi di organizzazione cui vengono a conoscenza attraverso gli
studenti che vanno a studiare in Occidente. Alla base della
politica di autorafforzamento c’è l’idea per colmare il divario
tecnologico della Cina con l’Occidente occorre avviare una
collaborazione con gli occidentali nel settore navale e ferroviario.
Le riforme di cui questi funzionari si fanno promotori devono
basarsi sempre sul confucianesimo. Di fatto si vanifica il tentativo
di riforma dell’organizzazione imperiale.

Il processo di modernizzazione del Giappone sotto la dinastia


Meiji coinvolge il sistema politico, riforma chiave per la
trasformazione del paese che si avvantaggia dei benefici del
commercio internazionale. Nello scenario internazionale a fine
ottocento il Giappone è tutti gli effetti una potenza, l’alleanza con
la Gran Bretagna firmata nel 1902 è la testimonianza
dell’integrazione del Giappone nel sistema internazionale.

La questione coreana mette in luce il divario tra Cina e Giappone.


Il conflitto cino-giapponese scoppia 1894 e si conclude nel 1895
con la sconfitta della Cina. Nel 1895 viene firmata la pace di
Shimonoseki con la quale la Cina rinuncia alla Corea e cede al
Giappone Taiwan, le isole Pescadores.

La decadenza dell’impero cinese è incontenibile, si parla di Break


Up of China per sottolineare la frammentazione dell’impero che
a questo punto viene travolto dall’imperialismo. Di fatto le
potenze europee si spartiscono la Cina in zone di Influenza.
L’accento viene di nuovo posto sul problema istituzionale
avvertito anche dalle elites di intellettuali . Per risollevare
l’impero vengono varate nell’estate del 1898 una serie di riforme
ispirate dal processo di modernizzazione che aveva attraversato
il Giappone e che limitano i poteri dell’imperatore. Questa spinta
riformatrice è nota come estate dei 100 giorni. il tentativo di
riforma si arresta a causa di un colpo di stato nel settembre del
1898 e che induce l’imperatrice xici a prendere il posto e ogni
editto viene annullato.

Nel 1899 nel nord della Cina ha inizio la rivolta del movimento
antimperialista dei boxeur con lo scopo di cacciare i missionari e
gli stranieri. Le potenze straniere intervennero nel giugno del
1900 per sedare la rivolta ma la situazione precipita. Il
movimento si stava diffondendo velocemente arrivando anche a
Pechino, Tanjin, Henan. La rivolta viene sedata dalle potenze
occidentali e dal Giappone nel 1901.
La guerra russo- giapponese tra il 1904 e il 1905 dà un ulteriore
duro colpo alla Cina. Il teatro di guerra è la Manciuria una zona
ricca di carbone e di minerali . Entrambe le potenze hanno
interessi diversi in Manciuria. Il Giappone mira ad
approviggionarsi di materie prive dato che è privo mentre la
Russia vuole il controllo sulle linee ferroviarie. L’impero russo
viene sconfitto e firmano il trattato di Portmouth che sancisce la
fine della guerra. A farne le spese di questa guerra è proprio la
Cina che cede la Manciuria al Giappone il quale si vede
riconosciute anche le concessioni ferroviarie.

Ai vertici dell’impero si tenta ancora una volta una


trasformazione dell’ordinamento imperiale che tuttavia mira alla
conservazione della dinastia al potere. Gli esami imperiali si
svolgono per l’ultima volta nel 1905. Nell’ottica riformatrice in
occidente viene inviata una commissione che deve studiare i vari
ordinamenti istituzionali e poi elaborare una nuova Costituzione
per la Cina. Nel 1908 l’imperatrice firma le riforme che avrebbero
dovuto trasformare l’ordinamento imperiale in una monarchia
costituzionale. Nel 1908 muore l’imperatrice Cixi che viene
sostituita da suo nipote Puyi ma in realtà è il padre di Puyi ad
essere il reggente alla carica di imperatore.

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