Sei sulla pagina 1di 1

DIRITTO INTERNAZIONALE PRIVATO

Scelta della legge applicabile: quello che presenta una più stretta connessione: criteri di
giurisdizione, i quali individuano una connessione che il legislatore ritiene rilevante.
Gli articoli di riferimento sono, innanzitutto, l’art. 3 della l. 218/95, avente ad oggetto l’ambito di
operatività della giurisdizione italiana: i criteri sono la residenza, il domicilio, la presenza di un
legale rappresentante nel territorio italiano. È necessario sottolineare la rilevanza del tutto
residuale di tale disciplina qualora vi siano dei Regolamenti europei che dispongano diversamente.
Nel sistema anteriore alla riforma del 95 il criterio alla luce del quale veniva risolto il problema
della giurisdizione era quello della cittadinanza del convenuto. Il sistema attuale si fonda su criteri
alternativo. Il criterio precedente mantiene una rilevanza in ipotesi specifiche (filiazione, per
esempio).
Art. 5: la giurisdizione italiana non sussiste in caso di controversie relative a beni immobili situati
all’estero. Anche al di là della cittadinanza, residenza, volontà delle parti in causa.
Titolo IV della l. 218/95, che riguarda l’efficacia di sentenze ed atti stranieri: si fonda sul principio
del riconoscimento automatico delle sentenze, senza che sia necessario il ricorso ad alcun
strumento di riconoscimento. Art. 64: risultato di un lungo iter parlamentare. Le norme che
compongono il Titolo IV sono divenute effettive solo a dicembre 1996 (per l’effetto dell’entrata in
vigore della l. 23.12.1996 n. 649, che convertiva il d.l. 23.10.1996 n. 242). In precedenza, le
disposizioni del c.p.c. richiedevano un procedimento in contraddittorio avanti la Corte d’Appello.
1. Sussistenza condizioni richieste nella sentenza straniera;
2. Accertamento possibilità della sentenza straniera di produrre effetti nella giurisdizione
italiana (GIUDIZIO DI DELIBAZIONE).
Con l’entrata in vigore della legge del 1996, è stata però introdotta la disciplina degli artt. 64 ss. l.
218/95. Il nuovo sistema prevede il riconoscimento automatico delle sentenze civili straniere,
senza che occorra il preventivo giudizio di delibazione della Corte d’Appello, purché ricorrano i
requisiti di cui all’art. 64: a) sentenza passata in giudicato
b) garanzia, da parte dello Stato straniero, dell’applicazione di norme procedurali essenziali e
rispetto difesa;
c) non vi è contrasto con giudicato italiano;
d) non vi è contrasto con l’ordine pubblico.
L’intervento della Corte d’Appello, dunque, non ha più carattere preventivo. Tale intervento della
Corte può comunque sempre operare, ma con carattere eventuale e successivo nei casi di cui
all’art. 67:
1- Quando chiunque vi abbia interesse (soccombente) contesta il possesso dei requisiti ex art.
64.
2- Il soccombente non ottempera alla sentenza spontaneamente, rendendosi necessaria
l’esecuzione forzata.
In tali casi, chiunque abbia interesse all’esecuz. Forzata potrà chiede alla Corte d’Appello
l’accertamento dei requisiti ex art. 67. Si parla, dunque, di giudizio di accertamento della Corte
d’appello. Precedentemente, invece, si parlava di giudizio di delibazione. Il principio di
riconoscimento automatico, dunque, non significa che l’ordinamento apra a qualunque atto
giurisdizionale straniero. Invece, il controllo è SUCCESSIVO ED EVENTUALE e non più preventivo.

Potrebbero piacerti anche