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Paolo Piva

LO 'SPAZIO LITURGICO': ARCHITETTURA, ARREDO, ICONOGRAFIA


(SECOLI IV-XII)

Architettura e liturgia

La chiesa fu nel Medioevo il 'supporto' della grande arte monumentale (arredi liturgici
fissi, cicli di pittura murale o mosaici, facciate ed elementi architettonici scolpiti) rna anche
degli oggetti liturgici mobili, talvolta ancora catalogati come "arte minore". ll contesto ori-
ginario delle chiese e quasi sempre perduto. Le aule di culto sono pervenute spoglie e
'scamificate': non solo per opera dei disastrosi restauri puristici del XIX e XX secolo, rna an-
che perche prive di quegli 'insiemi' mobili (cortine, candelabri, reliquiari, corone e luci) di
cui i testi delle consuetudines indicano a volte minuziosamente il numero, variabile in rap-
porto alia festivita liturgica. In una chiesa poteva confluire una molteplicita sorprendente
di oggetti, diversamente associati o contestualizzati sulla base di un vero e proprio 'codice'
semantico che era dettato dalla liturgia, o meglio dal tempo liturgico. Eric Palazzo (1998)
ha parlato di una "topografia liturgica" dell'edificio religioso, non ancora esattamente re-
stituita1.
Se tuttavia si concepisse la liturgia come il 'codice' esclusivo che determinava la strut-
tura della chiesa e il suo 'allestimento' intemo, si commetterebbe senz'altro un errore, pur
essendo l'esercizio del culto divino lo scopo istituzionale per cui un'aula di culto nasceva.
Prima di tutto perche nel Medioevo non ci fu una liturgia, rna molti usi locali (pur emer-
genze di una "struttura profonda" comune); in secondo luogo perche il peso o l"intensita'
del fattore liturgico furono diversi a seconda delle fasi storiche; in terzo luogo perche la li-
turgia non fu mai l'unica componente in gioco (in caso contrario si sarebbe verificata una
ben maggiore omogeneita strutturale delle chiese nello spazio e nel tempo).
Esaminiamo in breve ognuno dei tre fattori elencati, a partire dalla frammentazione de-
gli usi liturgici. Lo storico dell' arte ha utilizzato troppo poco le consuetudini liturgiche
medievali (spesso inedite) e documentazione storico-liturgica che potrebbe essere profi-
cuamente sfruttata. Naturalmente eper gli edifici maggiori -le cattedrali ole grandi istitu-
zioni monastiche - che la documentazione e piu significativa (prezioso il Corpus Consuetu-
dinum Monasticarum, edito dal1963). In questi l"azione' della liturgia epiu palese e deter-

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minante. Le ConsuctuJinn· possono persino fornire dementi utili alia restituzione plani- tura tendono verso una progressiva lntcJ;ru:::.zmzc c rcczprocz!d. lnfine, nel tcrzo periodo (tar-
metrica schematiC<! Ji una chiesa scomparsa, o almena alia contestualizzazione Jcl relativo do Medioevo), mentre le chiese mendicanti (Ji Francescani, Domenicani, Agostiniani) pri-
arreJo liturgico. Anche fonti liturgiche di eta moderna possono risultare preziose per il vilegiano an cora soluzioni di cisihtlztd architettonica delle 'funzioni' liturgiche, il gotico di
MeJioevo, data il carattere pervicacemente tradizionalista della liturgia. Detto cic\ sarebbe cattedrale anticipa, nell'architettura cultuale, il 'primato dcll'cstetica' attraverso Ia tecnica.
ingenuo pensare di poter 'applicare' tout court documentazione Ji tipo liturgico a un eJifi- Siamo all'ultimo fattore, che possiamo considerare sincronico: Ia liturgia non fu certo
cio esistente, senza aver prima accertato Ia 'natura' Ji tale edificio, o per meglio dire Ia sua l'unico elemento in gioco a 'condizionare' Ia struttura di una chiesa, neppure nel pieno
storia (potrebbe trattarsi della stratificazione Ji piu fasi). L'archeologia costituisce oggi un Medioevo. C:oncorse invece con altre componenti. Nulla piu di una chiesa nel Medioevo
supporto indispensabile: non solo perche permette di conoscere, attraverso lo scavo, Ia puo essere Jefinito un prodotto collcttlvo, cioe il risultato del contributo c delle compe-
planimetria di chiese scomparse e Ji proporne restituzioni, ma anche perche, attraverso tenze d1 un commlttente (spesso considerato il vera 'architetto': erano il vescovo 0 !'abate
l'analisi stratigrafica degli elevati, consente di leggere e riconoscere un edificio come pro- ad operare le scelte progettuali fondamentali) 7 , Ji un architetto o capo-cantiere, di una
datto di 'crescita' nel tempo, dunque un esito composito, non sempre facilmente decifra- maestranza, e, non ultime, delle aspettative di una comunita di fedeli oppure di una comu-
bile. nita religiosa. lntendo dire che le motivazioni in gioco non potevano essere soltanto di or-
II Secondo fattore e diacronico: Ia diversa intensita di 'azione' della liturgia sull'archi- dine 1iturgico, ma anche spirituale (per esempio Ia volonta di mettere in forma un sistema
tettura e sull' arte figurativa in general e. In proposito possiamo forse individuare tre 'lunghi simbolico o di emulare l"iconografia' di un modello architettonico famoso), materiale Oe
periodi'. Dalla pace costantiniana della Chiesa (313) fino a! VI secolo, pur nella varieta del- tradizioni locali, le conoscenze tecniche, Ia disponibilita di materiali, le donazioni dei be-
le soluzioni regionali e dimensionali 2 , il modello basilicale polivalente ereditato dall'archi- nefattori) e 'ideologico' 0' ambizione del committente, le rivalita cittadine, !'influenza del
tettura civile romana resta relativamente standardizzato e poco 'plasmabile'. Cio significa potere politico).
che Ia varieta e anche determinata dalla presenza di annessi 3 cui sono delegate funzioni Per quanto attiene la sfera liturgica, 1' analisi di un edificio non deve rinunciare a pren-
specifiche (vestiboli, cappelle e sagrestie a fianco dell' abside o dell' atrio, bracci di pseudo- derne in considerazione: la funzione, Ia destinazione, l'uso liturgico propriamente inteso.
transetto di varia tipologia, deambulatori attorno all'abside), e da ragioni di ordine simbo- Per /unzione intendo la 'ragione' istituzionale della chiesa (santuario, cattedrale, chiesa ab-
lico (planimetric cruciformi per alcuni santuari di martiri; piante centralizzate per i batti- baziale, pieve, oratorio privata, cella monastica, collegiata, chiesa conventuale), prima e
steri, semanticamente connessi ai mausolei e ai santuari martiriali per l'equiparazione di ri- fondamentale variabile che influiva sulla sua conformazione e dimensione; per destinazio-
generazione e morte/resurrezione) 4 . L'impianto basilicale a tre o piu navate suddivise da ne, le categorie di 'utenti' che erano state previste (ad esempio, per una cattedrale: vesco-
colonnati resto invece quasi canonico, non fosse per le variabili della presenza di gallerie vo, canonici, laid di diversa specie, penitenti; oppure, per un'abbazia: monaci, novizi, con-
sulle navate laterali a di architravi - invece di archi - sulle colonne. Per questa I' azione del versi, laid, infermi). Tali categorie erano molteplici e raramente sono tutte individuabili.
rituale liturgico si esercito piu sull' arredo liturgico e sulla sua disposizione che non sulla ~sse potevano determinare I' ampiezza e la configurazione dei relativi spazi di pertinenza
struttura architettonica. (m una cattedrale lo spazio destinato ai laid era assai piu sviluppato che in una chiesa mo-
Per !'eta carolingia, fra VIII e IX secolo, questa affermazione puo valere solo parzial- nastica), e talvolta anche di singoli elementi architettonici. Va sempre aggiunto lo spazio
mente. Siamo in presenza di un'eta di transizione. Gli annessi possono assumere articola- dell'altare e del celebrante (santuario), che aveva un forte carattere di 'presenza' autono-
zioni clarno rose (corpi ocddentali, cripte) e condizionare 1' assetto delle navate; i transetti, ma. E evidente come tutto cio influisse sulla 'forma'. Per usa liturgico intendo infine la
se non sono a 'celle' o 'continui', si intersecano con la navata centrale (Centula?, Reiche- f~~izi?ne ~tt~va d~~o spazio dettata dalla liturgia. Per questa parte dell'analisi la disponibi-
nau, San Gallo) determinando un vero e proprio 'incrodo' diaframmato da archi trasver- lita dt testt hturgtcl come consuetudines, rituali, processionari, e essenziale, rna purtroppo
sali; il pilastro puo inserirsi nei colonnati (Reichenau/Mittelzell) o sostituirli (Steinbach, rara. I movimenti o spostamenti liturgid interni alia chiesa fin dall'eta paleocristiana ebbe-
Seligenstadt) 5 . ro un ruolo importante. Basterebbe citare alcuni esempi: il corteo di introduzione dei Van-
II Secondo 'lungo periodo' e pen) quello che va dall'eta ottoniana a! XII secolo, inclu- geli (inizio della mess a) nella liturgia greco/bizantina; 1' offertorio dei fedeli e la distribu-
dendo proto-romanico, romanico e primo gotico. Come vedremo, e questa fase ad essere zi~ne dell'Eucarestia nella liturgia romano/pontificia; il 'circuito' delle preghiere agli altari
maggiormente connotata dall'inddenza d' azione della liturgia sull' architettura (su premes- ne~ monaste~i carolingi; le processioni festive nelle abbazie cluniacensi (stazioni tipiche:
se carolinge), rna anche sull'arte figurativa. Non a caso e proprio frail X e il XII secolo che c~tostro-vesttbolo-altare della Croce-coro); i percorsi dei santuari di pellegrinaggio 0 di vi-
viene compilato il maggior numero di consuetudini scritte, e che la liturgia assume il mas- s~t~ aile reliquie nelle cripte; le pratiche rituali di penitenza nelle cattedrali; i 'giochi' litur-
sima grado di intensificazione (soprattutto in ambito monastico), nelle forme sia 'motorie' 8
gtct del triduo pasquale • Questi movimenti liturgici non richiedevano soltanto una serie di
(processioni e rituali di vario genere) che 'verbali' (messe comuni e private, ore liturgiche, ~lementi conformi Ounghezza dei percorsi e quindi misure degli spazi, posizione dei porta-
uffici di intercessione). Le stesse navate, attraverso la variatio di singoli elementi (sostegni, li e delle fonti di luce, ubicazione degli arredi liturgici, tipologia delle pavimentazioni) rna
volte, articolazioni) possono assecondare le funzioni liturgiche6• Arredo liturgico e architet- condizionavano anche la collocazione, l'orientamento, l'iconografia, e persino la form~ e il

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PAOLO PIVA Lo 'SPAZIO LITURC;I<:O': ARCHITETTliRA, ARREDO, ICON<X;RAFIA

colore delle figurazioni dipinte e scolpite9. Qualche volta persino l'assenza di figurazioni: e dei salmi in funzione della lode al Signore nelle ore chiave del giorno e dell'intercessione
stato supposto che in alcune chiese le alte pareti della navata centrale fossero lasciate vuo- peri vivi e i morti. Tale duplicita cultuale si materializzo in molti casi (fino al VI secolo) in
te in previsione delle tappezzerie che venivano appese nelle festivita maggiori 10 . Ci fu an- una duplicita architettonica (Aquileia, Gerusalemme, Treviri, Milano). Nell'ottica della 100.98
che una fruizione attiva dello spazio liturgico che non coincide necessariamente con un 'specializzazione' degli spazi che connotava il gruppo episcopale, la messa domenicale e fe-
movimento. Esamineremo in seguito l'interazione di architettura e immagini, e vedremo stiva venne celebrata in una chiesa maior, l'ufficio di mattino e vespro in una chiesa mino-
come l'iconografia o gli apparati decorativi possano costituire a !oro volta un 'documento' re12. E lo schema della cosiddetta "cattedrale doppia" (sopravvissuto, con modificazioni
liturgico. d'uso, fino a! XII secolo), erroneamente spiegata in passato. La chiesa minore non fu mai il
luogo di istruzione dei catecumeni (i non ancora battezzati), i quali partecipavano coni fe-
deli alla prima parte della messa Oettura del Vangelo e predica del vescovo) e agli uffici
Istituzioni religiose e architettura quotidiani, rna non alia seconda parte della messa (rito eucaristico). A Gerusalemme essi
erano istruiti dal vescovo durante la Quaresima nella chiesa maggiore, se iscritti ad essere 98
Non si configura un' architettura cristiana prima degli inizi del IV secolo, piu esatta- battezzati nella Pasqua seguente, e dopo il battesimo pasquale potevano ricevere istruzioni
mente prima della legalizzazione del Cristianesimo da parte dell'imperatore Costantino sui dogmi nella chiesa minore (quello della conversione dei pagani e degli ebrei fu il pro-
(313 ). Anteriormente, la formula della domus privata messa a disposizione della comunita blema fondamentale successive alla pace della Chiesa del313 ). Le due aule di culto aveva-
come aula di culto non si lascia ben documentare per l'Occidente (mentre e nota in Orien- no dunque anche un carattere polifunzionale, e anzi venne da subito costituita una terza
99 te col celebre esempio di Doura Europos: ante 256). Certo e che il tipo basilicale a piu na- aula: il battistero, in cui il battesimo pasquale era immediatamente seguito dalla cresima.
vate divise da colonnati- ulteriore 'applicazione' dalla basilica civile romana come struttu- La sua struttura non si fonda sullo schema basilicale rna e di tipo centralizzato (quadran-
ra polivalente (Krautheimer) - fu utilizzato per le riunioni liturgiche delle comunita cri- golari furono i primi battisteri di Milano e Aquileia, ottagonale con ambulacro il battistero 103
stiane solo dopo la pace costantiniana. Due sono le fondamentali categorie di edifici sacri di Roma, ottagonale a nicchie alternate il secondo battistero di Milano attribuito a
della civitas cristiana: la cattedrale e il santuario. Nel IV secolo il cristianesimo eancora una sant'Ambrogio). Non era infatti destinate a contenere folie di fedeli, rna ad essere 'teatro'
religione urbana, ed anzi addirittura concentrate nelle grandi metropoli romane (Roma, di un atto rituale univoco e fortemente simbolico. Per questo, come ha mostrato Krauthei-
Milano, Treviri, Gerusalemme, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia). La cattedrale sor- mer13, vennero adottate planimetrie connesse non tanto o non solo agli ambienti termali e
ge sempre intemamente aile mura romane (anche se difficilmente presso il foro) 11 , a scapi- ai ninfei privati (il battesimo era inizialmente una immersione nell'acqua consacrata), rna
to della teoria che considerava le prime cattedrali esteme aile mura in ragione delle sepol- soprattutto ai mausolei: la conversione rappresentata dal battesimo appariva infatti come
ture suburbane dei primi vescovi. La Iegge romana obbligava in realta a seppellire chiun- la morte dell"'uomo vecchio" e la resurrezione in Cristo, sulla base di un topos consolidate
que fuori le mura (iniziarono le 'trasgressioni' solo con il v/VI secolo), e i vescovi furono se- della letteratura cristiana. Dal V secolo sono frequenti le piante complesse con ambulacro
polti nei grandi cimiteri suburbani, spesso presso un santuario che essi stessi avevano co- attomo al nucleo centrale.
struito in onore di un martire, oppure presso una semplice chiesa cimiteriale. In mancanza Non furono tuttavia soltanto i battisteri a rifiutare lo schema basilicale. Anche i santua-
di martiri, furono talvolta gli stessi vescovi a di~entare oggetto di culto. Dunque, la catte- ri suburbani adottarono impianti innovativi rispetto aile formule tardoantiche, e anch'essi
drale e unica e sorge entro le mura, il santuario (martyrium) o la chiesa cimiteriale possono (rna soprattutto dal V secolo) optarono perle planimetrie dei mausolei, frequentemente ar-
essere molteplici e sono ubicati all' estemo, in prossimita delle principali arterie stradali. ricchite da ambulacri, gallerie, cappelle, annessi e articolazioni molteplici 14. Dovevano in- 102
Mentre il santuario non richiede un'officiatura continua ed e invece aperto a! pellegrinag- fatti contenere i corpi o le reliquie dei martiri, rna potevano essere anche solo di carattere
gio dei fedeli alia tomba santa, la cattedrale garantisce alia comunita cristiana una costante memoriale: per esempio commemorare i luoghi della vita o dei miracoli di Cristo (Terra-
attivita pastorale e liturgica. Essa ela sede della cathedra del vescovo, rna soprattutto e do- santa), oppure della vita di santi, apostoli e profeti. Nel IV secolo invece lo schema preva-
mus episcopalis e domus ecclesiae. n primo termine significa che non comprende solo una lente peri santuari era stato quello cruciforme, piu connotativo e simbolico (per sant'Am-
chiesa rna un'articolazione di edifici funzionali: !'aula di udienza vescovile e quella di riu- b~ogio Ia croce era 'figura' della vittoria di Cristo e dei martiri). Lo utilizzarono 1'antic a San
nione (salutatorium e secretarium), l'abitazione del clero, il battistero, l'ospizio, la bibliote- Pietro in Vaticano (con il transetto 'continuo', al cui centro era posta la tomba del principe 117
ca, 1'amministrazione; il secondo termine indica invece che il nucleo episcopale e prima di degli apostoli), la chiesa degli Apostoli di Costantinopoli, e in seguito sulla scia delle pri-
tutto il cuore della comunita cristiana organizzata (ecclesia). n termine ecclesia finira per me: il martyrium di San Babila ad Antiochia-Kaussie, le basiliche Apostolorum di Milano e 101
coincidere con "cattedrale", e in seguito con "chiesa". La vita liturgica dei primi cristiani di Aquileia (basilica della Beligna), i santuari di San Giovanni ad Efeso, di Abu Mena in
non era formalizzata; solo dopo il313, quando appare una gerarchia ecclesiastica organiz- Egitto, di San Simeone Stilita a Qal'at Sim'an 15 • Nel suburbia di Roma si riscontra uno
zata attomo al vescovo, si delinea una duplicita strutturale del culto cristiano: Ia celebra- schema ancora diverso: quello 'circiforme', con ambulacro che circonda l'abside e costitui-
zione eucaristica festiva (messa) e l'ufficio quotidiano di mattino e sera, basato sul canto sce il collegamento delle navate laterali. In queste chiese il martire era sepolto in un vicino

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cimitero (catacomba), rna la planimetria ad ambulacro costituira in seguito una formula a ne), che prevedc il dormitorio al piano alto dellato est. il rdcttorio e Ia cucina nd lato sud.
piu riprese adottata per le chiese di pellegrinaggio, poiche permetteva di scorrere in pros- il cellario cIa cantina nellato ovcst. Lasala del capitolo si 'incastra' stahilmcntc al di sotto
simita delle reliquie e venerarle senza condizionare le pratiche liturgice nel presbiterio. II del dormitorio solo a partire dall'xi secolo. (; li alt ri cdifici so no cstcrni ;tl chiosrro. chc a
primo caso sicuro di applicazione fu nella stessa Roma per Ia cripta di San Pietro in Vati- vo!te e costruito a nord invccc che a sud della chicsa. Le forcstnic sono in gcncrc ;t occi-
cano (circa anno 600), detta "anulare" o "semi-anulare" e imitata fino all'eta carolingia ed dente della chiesa e l'infermcria dci monaci ad oriente.
oltre. Facendo un passo indietro, dagli orarori cristiani enrro ville rustiche pri\·;ttc rardorom;t-
Si e detto che Ia diffusione del Cristianesimo nei terri tori extra-urbani fu fenomeno piu ne si sviluppo il fenomeno deli'Ez~cnktrchc o b~cnHo.rtcr (chicsa o monastero privati). clw
Iento e complesso. Due istituzioni religiose nuove caratterizzarono tuttavia ben presto ha importanza notevole sia in eta longobarda che carolingia c fin dopo l'anno Mille. A que-
l'Occidente alla fine del IV e soprattutto nel v secolo: la chiesa battesimale rurale e il mo- sta categoria appartengono Ia gran parte delle scmplici aule di culto rcttangolari con ahsidc
nastero. La chiesa battesimale (antesignana della pi eve, che appare solo dall' eta carolingia) quadrangolarc o semicircolare, che caratterizzano I' alto Mediocvo europeo. Fra di esse sono
surroga alcune funzioni della cattedrale in territori distanti dalla civitas. lnizialmente essa tuttavia induse anche cappdle battesimali o monastiche, ma i monastcri stcssi potcvano es-
puo essere ricavata entro le ville di possessores privati, e solo successivamente l'iniziativa sere privati (come quelli femminili di fondazione reale o ducale longobarda). Solo Ia riforma
della cura d'anime passa nelle mani dell'episcopato. AI diritto di battesimo la chiesa rurale gregoriana, nella seconda meta dcll'x1 secolo, mettcra fine alle chiese private.
puo associare quello di sepoltura, rna in alcuni casi si riscontra solo l'uno o 1' altro diritto, II periodo che va dalla seconda meta dell'vm secolo fino all'xi-XII secolo sara Ia grande
oppure !'uno puo sostituire l'altro 16 . Alcune chiese battesimali piu importanti (per esem- eta dei monasteri. Longobardi e Merovingi avcvano gia incremcntato c arricchito le isritu-
pio entro luoghi fortificati o nuclei insediativi non episcopali o presso santuari lontani dal- zioni monastiche (si pensi a San Salvatore di Brescia o a Saint-Denis presso Parigi), ma Ia
le citta) adottarono i1 modello di 'chiesa doppia' delle grandi cattedrali del IV secolo. Della premessa al 'rilancio' di eta carolingia e Ia riforma dei canonici di cattedrale che il vescovo
cattedrale esse di fatto facevano le veci. Sono anche note chiese a doppia abside opposta Chrodegang (742-766) attuo a Metz sulla base del moddlo monastico della vita cnmune.
(Africa mediterranea, Spagna) - nella maggior parte dei casi una delle due absidi risulta AI tempo di Carlo Magno (771-814) furono costruite abbazie 'giganti' (Centula, Lorsch II,
un' aggiunta- e a doppia abside affiancata, la cui funzione e significato sono tuttora da de- Reichenau, Fulda), alle quali l'imperatore affido un ruolo essenziale di formazione della
terminare17. classe dirigente e di natura economica: vere cittadclle autarchiche dal potere immcnso. Le
I monasteri appaiono precocemente in Africa e in Palestina sotto le forme del cenobio chiese relative assunsero proporzioni imponenti, essendo apcrte ai laici, a differcnza di
n e
e della laura. primo, inaugurato da Pacomio in Egitto (IV secolo), basato sulla vita in quanta accadeva prima. A Ccntula si costrui il primo 'corpo occidentale' (i1 Westwcrk, ri- 1111
comune dei monaci; la seconda su un modello misto di vita eremitica (i giorni feriali) e di flesso nell'unico esempio carolingio sopravvissuto: Carvey in Westfalen 20 ), utilizzato a! pia-
vita comunitaria (messa e pasti della domenica). In Occidente, fino a san Benedetto (480- no terra come vestibolo, rna anche per Ia sepoltura del committente: I' abate Angilberto, e
547), non esiste un vero monachesimo, se non nelle forme di comunita ascetiche maschili e soprattutto per l'esposizione delle reliquie del Salvatore. II piano alto era invccc uno dei tre
femminili documentate anche presso le cattedrali, oppure in forme ibride, a meta via frail cori dei monaci, rna anche i1 santuario della grande messa pasquale cui i laici prendevano
semi-eremitismo e lo spirito missionario (Martino di Tours). Solo con la fondazione di parte (cfr. infra). In altre chiese dominano invece i modelli romani, gia messi in voga dal ve-
Montecassino e la Regula di Benedetto (540 circa) nasce i1 cenobitismo occidentale. Tuna- scovo Chrodegang, e poi 'esplosi' dopo l'incoronazionc papale di Carlo Magno (800). La
via la Regula diverra normativa piu tardi, con la riforma carolingia di Benedetto d' Aniane chiesa abbaziale di Fulda (Hessen) costitul una 'copia' dell'antico santuario apostolico di
(816/817). Per tutti i secoli precedenti non esiste alcuno schema architettonico e icnografi- San Pietro in Vaticano, con abside occidentata e transetto continuo destinati a ospitare la
104,105 co di riferimento per gli insediamenti monasticP 8 . Solo la pianta di San Gallo dell'830 (cro- tomba dell'apostolo della Germania (san Bonifacio). In Roma stessa i1 revival paleocristia-
nologia Jacobsen 1992) costituisce la prova della comparsa di uno schema relativamente no eevidente in una serie di chiese, soprattutto Santa Prassede2 1• All' abside occidentata di
normativo. Di certo, dall'eta carolingia (almeno gia dall'abbazia di Lorsch), la varieta e so- carattere funerario (come neUe chiese costantiniane del Santo Sepolcro di Gerusalemme e 98
stituita da uno schema funzionale che restera quasi immutato (con poche varianti) fino al- di San Pietro aRoma) si associa talora un'abside opposta orientata (gia tradizionale nelle 117
Ia comparsa dei conventi mendicanti (francescani e domenicani), anch'essi assai poco nor- chiese), come nella cattedrale di Koln (Colonia) e nella stessa Fulda.
mativi19. I1 modello vigente dal IX al XII secolo non consegue tuttavia direttamente dalla A partire dalla riforma monastica di Benedetto d'Aniane e dal concilio di Inden/Aqui-
Regula di Benedetto, i1 quale indica semplicemente gli spazi funzionali indispensabili a un sgrana (816/817! si assiste a una duplice tendenza: la riduzione dimensionale delle chiese
monastero (oratorio, dormitorio comune- singuli per singula lecta dormiant ... omnes in uno monastiche, improntate agli ideali piu ascetici e meno 'sociali' del tempo di Ludovico i1 Pio
loco dormiant -, refettorio, cucina, dispensa o celleria, infermeria, cella dei novizi, portine- (Jacobsen 1992); !'incremento del culto delle reliquie, che produce Ia comparsa di cripte 'a
ria, foresteria, mensa dell' abate e degli ospiti), rna non ne fissa le relazioni reciproche. Per corridoio' sempre piu articolate e complesse, evoluzione del percorso semi-anulare che era
tutto i1 pieno Medioevo gli ambienti saranno distribuiti attorno a un cortile porticato, (il stato aggiunto a Roma attorno alla tomba di san Pietro circa 1'anno 600, rna forse soprat-
chiostro, la cui tipologia viene probabilmente dal peristilio delle ville rustiche tardoroma- tutto di quello a corridoi angolari aggiunto contemporaneamente a San Paolo fuori le mu-

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!06 ra22. Sono infatti a lunghi 'corridoi angolari' le cripte della chiesa di Eginardo a Steinbach decime di cappelle pkbane sottoposte. Nell'xr e XII secolo vengono costruite nuove pievi e
104 nell'Odenwald (c. 827), della chiesa di San Gallo (830-835), dell'abbaziale di \X'erden nel- cappelle. lnoltre esplode il fenomeno delle 'copie' di modelli famosi (non assenti nell'alto
la Ruhr (c. 839) e soprattutto di Saint-Germain ad Auxerre (841-865) e Saint-Pierre a Fla- Medioevo, rna piu isolate): della rotonda del Santo Sepolcro (rilanciato dal 'restauro' bizan- 98

vigny-23. La gestione del pellegrinaggio ai corpi santi e in questa fase rigorosamente delega- tino e poi dalle Crociate), della "Santa Maria rotonda" (il cui exemplum piu significativo e
ta ai monasteri. imitato fu il Pantheon, il tempio circolare romano ridedicato a Santa Maria ad martyres agli
Fino all' era ottoniana (seconda renovatio imperii: 962-1024) sopravvissero, nelle civita- inizi del VII secolo), della cappella palatina di Aquisgrana. Le 'copie' trovano applicazione in
tes christianae, le antiche cattedrali. Solo dal Mille circa, epoca di generale rinascita urba- contesti diversi e non solo pertinenti al prototipo. Ad esempio il modello dell'Anastasis e
na, iniziarono importanti ricostruzioni. Forse solo il XII secolo puo essere veramente defi- utilizzato anche peri battisteri (e non solo peri santuari), e quello di Aquisgrana anche per
nito "secolo delle cattedrali" (almeno in Italia con il medio/tardo romanico e in Francia chiese monastiche o canonicali (e non solo palatine)27 . II rom ani co fu anche il periodo della
con il proto-gotico), rna in Germania la casa imperiale di Sassonia aveva gia promosso at- grande sperimentazione delle coperture voltate: dalla volta a botte a quella a crociera (XI se-
torno all' anna Mille la costruzione di cattedrali (Magdeburg, Goslar, Augsburg, Regen- colo), dalla volta a crociera costolonata alia volta a botte spezzata (XII secolo).
sburg, Mainz, Metz), in coincidenza con la politica episcopalista che assegnava al vescovo Tornando ai monasteri, illoro ruolo sara fondamentale an cora per tutto ]'XI secolo, e ad
un ruolo di autorita civile fondamentale nella struttura dell'impero. Il ruolo del vescovo essi sara affidata in buona parte Ia 'gestione' del pellegrinaggio aile reliquie e ai corpi santi.
era gia stato potenziato da Carlo Magno, rna quello dei grandi abati era stato anche piu im- Anzi, le stesse abbazie cercarono con ogni mezzo di procurarsene. Cio implico il sorgere di
portante, e i cantieri erano stati quasi unicamente monastici. Come la rinascita dell'impero chiese con una doppia connotazione di chiesa monastica e santuario, non senza importanti
romano-cristiano degli Ottoni si riallaccia direttamente a quella carolingia, cosi le forme conseguenze architettoniche. Era infatti necessaria garantire ai pellegrini un percorso 'gui-
dell' architettura (e dell' arte) carolingia ne sono il referente necessaria. Le grandi costru- dato' aile reliquie e un deflusso regolare, e ai monaci una privacy di vita comunitaria e litur-
zioni religiose ottoniane hanno ancora la struttura basilicale paleocristiana di quelle caro- gica non condizionata dalla presenza dei laici. Cio riguardo in ugual misura anche le catte-
linge, anche se introducono forme di alternanza dei sostegni (colonna e pilastro); assumo- drali, ove il desiderio di 'lanciare' un santuario di pellegrinaggio non era meno forte, e dove
no tutte le varianti di transetto, recuperate (transetto continuo, transetto 'a celle') o intro- i canonici non di meno erano tenuti a una regolare officiatura liturgica. Ebbe cosi origine
dotte (transetto a incrocio regolare) nel IX secolo; sviluppano piu tipi di corpo occidentale una ricca serie di varianti sui tema della cripta, sottostante il coro dei monad o dei canonici
(Westbau) e di abside opposta (talora di forma quadrangolare); formalizzano la chiesa bi- rna completamente separata e indipendente da questo. Si va dallungo percorso sottostante
cefala, a doppio santuario e doppio cora opposto (come il San Michele di Hildesheim) 24 • le navate laterali e l'abside (Chartres), con eventuale cameralreliquiario il cui interno e visi-
In questa fase comunque l'importanza dei monasteri non viene meno, e hanna origine bile con/enestellae (Saint-Aignan di Orleans), aile prime cripte 'a sala' o 'ad oratorio' a piu
molte nuove abbazie. Anzi, nel regno di Borgogna era gia sorta (909/910) l'abbazia piu no- navate (Spira I, con cripta sottostante all'intero transetto) - che non costituiscono piu sol-
ta del Medioevo: Cluny. La sua esenzione dall' autorita diocesana e la diretta soggezione al tanto un percorso incanalato rna un luogo di sosta e celebrazione (Rutishauser 1993) -,fino
papato ne fecero un modello rivoluzionario (mettendo in discussione i monasteri privati e aile chiese vere e proprie sottostanti a tutta (o quasi) la chiesa superiore (Saint-Benigne a
imperiali), destinato a influire sulla riforrna della Chiesa e sulla stessa lotta perle investitu- Dijon, Saint-Martin de Canigou, Santo Sepolcro a Milano, San Ferrno a Verona, San Nicola
119 re (cui pure Cluny non prese parte). La chiesa di Cluny II dell' abate Maiolo (954-994), no- di Trani) 28 . Funzionale al pellegrinaggio puo essere anche il deambulatorio a cappelle radia- 101
ta attraverso gli scavi del Conant, 'pubblico' due novita importanti: la terrninazione a piu li che circonda 1'abside, talora invece motivato solo dalla necessita di alloggiare altari per le
absidi simmetriche in progressione scalare (echelonnees), destinate aile messe private dei messe private e di istituire un percorso di disimpegno retrostante il coro monastico e indi-
monad in onore di benefattori e monad defunti; e probabilmente il transetto 'basso' (con pendente da questo. Esso e certamente finalizzato al pellegrinaggio nei grandi santuari di
bracci di altezza intermedia fra quella della navata centrale e quella delle navate laterali, e Sainte-Foi di Conques, Saint-Sernin di Toulouse e Santiago de Compostela, rna non per
con torre sotto-cupolata all'incrocio) 25 • Questi dementi costituiranno dei tratti essenziali esempio nella chiesa di Ouny ill (1088-1130). La cripta non fu comunque Ia risposta unica ai
del romanico europeo, diffusi anche attraverso la fitta ragnatela di dipendenze (abbazie, problemi posti dai santuari. La riforrna della Chiesa (da Gregorio VII: 1073-1085) non ebbe
priorati e celle) che Cluny acquisi in tutto il continente. La sua influenza si estese anche a forse un peso preponderante e diretto sull' architettura religiosa, rna l'istanza di una piu netta
chiese soltanto riformate, come alcune grandi abbazie norrnanne ave soggiorno poco dopo separazione gerarchica fra clero e laici porto a conseguenze importanti sull' assetto liturgico
il Mille il cluniacense Guglielmo da Volpiano, committente delle nuove chiese di Saint-Be- (ad esempio alia treazione di un muro divisorio fra navata e coro, laddove mancassero la
nigne a Dijon e di Fruttuaria. La terrninazione echelonnee e infatti frequente in Normandia cripta e il relativo presbiterio sopraelevato). In questa fase sono inoltre edificate diverse ca-
(Bernay, Mont-Saint-Michel, Saint-Nicolas a Caen) 26 • noniche regolari, le cui chiese presentano problematiche simili a quelle dei monasteri.
Come pendant delle filiazioni monastiche, compare attorno al Mille anche il sistema del- Dall'interno della corrente riforrnatrice scaturisce anche il 'movimento' cistercense. La
la plebs cum cape!lis. Non soltanto cioe aile cattedrali facevano riferimento le pievi nel qua- critica di Bernardo di Clairvaux ( 1090-1153) alia ricchezza delle chiese cluniacensi e all' ec-
dro del territorio diocesano (e cio fin dall'eta carolingia), rna le pievi stesse riscuotevano le cessiva profusione di decorazione dipinta e scolpita - che disturba il raccoglimento inte-

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riore dei monaci- sortisce un tipo di edificio spoglio e, pur debitore all' architettura della sariamente troppo dilatata nello spazio e nel tempo), rna piu semplicemente quello di evi-
Borgogna, caratterizzato dalla semplificazione degli elevati (non piu con i tre 'piani' delle denziare i mutamenti nella concezione del rapporto fra spazio dell'altare (santuario), spa-
108 navate centrali di Borgogna e Normandia) e dal rigore simbolico dello schema. La "pianta zio del clero officiante koro) e spazio dei laici (navata liturgical. Nell'architettura paleo-
bernardina" non fu tuttavia cosl canonica come si e potuto pensar~'~. Non va infine sotta- cristiana non e ancora chiaramente espressa, di norma, una separazione fra santuario e co- 112

110 ciuta I' architettura riformata degli insediamenti certosini, origin ale esperienza di recupero ro, intendendo propriamente per coro Ia sede degli uffici o salmodie di lode divina e inter-
della laura antica, fra eremitismo e cenobitismo 30 . cessione nelle ore principali del giorno, gia in uso dopo il313. Nei gruppi episcopali l'offi-
II XII secolo tuttavia non fu soltanto il secolo dei Cistercensi (e di alcune grandi chiese ciatura di mattino e vespro e talora delegata a una seconda chiesa (oppure a una cappella). 98. 100

monastiche che ne provocarono Ia reazione: Cluny III, Paray-le-Monial, Vezelay), rna anche In generale Ia separazione meglio individuabile in un'aula di culto e quella fra sede della li-
il "secolo delle cattedrali". Almeno per aree determinate: l'lnghilterra e l'ltalia meridiona- turgia della Parola (ambone, per lettura del Vangelo e predica) e luogo della liturgia euca- 113,115

le normanne, 1' Aquitania (con il fenomeno delle chiese a cupola che riguarda molte catte- ristica (altare), dunque nel contesto della Messa e non degli uffici. Nella maggioranza delle
drali), !'Emilia (coni cantieri di Modena, Parma, Piacenza, Fidenza, Ferrara, e non ultima chiese in Oriente e Occidente il clero trova posto in un banco presbiteriale concentrico al-
la lombarda Cremona), infine (in ordine di tempo) l'Ile-de-France con le grandi imprese l'abside (syntronos o subsellia), dotato della cattedra vescovile a! centro e in relativa prossi-
proto-gotiche di Parigi (Notre-Dame), Sens, Noyon, Laon, ancora legate a! romanico di mita all'altare, che e posto davanti ad esso. Ambedue si trovano a una quota pavimentale
Normandia. Con Chartres, Reims, Amiens, Bourges il gotico 'classico' produrra la vera e piu alta di quella della navata. Il banco a volte si prolunga ai lati dell'altare, in due file sim- 113,114

propria rivoluzione architettonica nella concezione della parete, della luce e della statica: metriche (Grecia e Balcani). In origine gli arredi liturgici (syntronos, altare, ambone) erano
soppressi i matronei, pilastri e archi rampanti - visibili sui fianchi esterni della chiesa - per lo piu mobili e non hanno las cia to tracce dirette. La presenza dell' am bone inoltre non
contraffortano il carico delle volte della navata centrale in corrispondenza degli archi tra- e 'necessaria'. II vescovo, come in Africa, poteva pronunciare l'omelia dalla cattedra absi-
sversali, a! punto da consentire lo 'svuotamento' delle pareti, rese 'diafane' nelle grandi ve- dale (allora maggiormente sopraelevata). L'ambone e tuttavia in primo luogo un piccolo
trate-31. Di li a poco, si sarebbe spenta anche !'eta d'oro del monachesimo benedettino e podio con parapetti per la lettura del Vangelo, raramente sostituito da un tavolo di lettura.
delle sue imprese edilizie, e sarebbe nata la chiesa conventuale: attorno a Domenico di Puo trovarsi all'interno o all' esterno del recinto dell' altare, al quale puo essere (nel secon-
Guzman (1170-1221, fondatore dell'ordine dei Predicatori) e Francesco di Assisi (1182- do caso) collegato da un percorso delimitato (solea), come in Oriente (Xydis 1947).
1226, fondatore dei Minori). La necessita di separare il santuario/presbiterio dai fedeli mediante cancelli o transen-
Le prime chiese francescane sono situate extra moenia e sono semplici cappelle conces- ne fu avvertita subito. Gia neUe primissime chiese episcopali di Aquileia e Treviri (inizi se- 112

se da monasteri benedettini o da privati. L'inurbamento ha come conseguenza chiese pro- colo rv) 34 1' area del santuario e distinta e restano indizi o tracce archeologiche dei recinti
gressivamente piu grandi e meno essenziali. II tipo ad aula unica (detto "a fienile") eil piu divisori. A Treviri sono state individuate tre recinzioni successive, una delle quali con iscri-
semplice e rigoroso. La possibile presenza del transetto con cappelle orientali allineate e zioni di invocazione dei fedeli. II problema non era quello di separare il collegio dei preti,
simmetriche, a terminazione rettilinea, lo lega alia tradizione cistercense. La soluzione a rna quello di con tenere l"invadenza' dei fedeli, desiderosi di approssimarsi all' altare. In
una navata con transetto prevalse soprattutto nell'ltalia centrale, sulla scia del santuario Mrica mediterranea e in Grecia l'intera navata centrale poteva essere destinata allo scorri- 114
1o9 francescano di Assisi, influenzato dalla Francia, che tuttavia e strutturato come chiesa dop- mento del celebrante e del clero, e separata mediante transenne dalle navate laterali, occu-
pia (quella inferiore e il santuario di pellegrinaggio al corpo del fondatore). II tipo a tre na- pate dai laici (come talvolta le gallerie o matronei ad esse soprastanti). Tuttavia, in eta pa-
vate prevalse invece nel Nord Italia e in Europa, soprattutto nelle grandi chiese a 'sala' do- leocristiana sia la Messa che gli uffici sono concepiti in funzione dei fedeli. Essi devono po-
111 menicane (Hallenkirchen) ed esiste anche un tipo a due navate (Giacobini di Toulouse), ter vedere e udire distintamente liturgia della Parola e uffici quotidiani, e partecipare al ri-
anch'esso gia diffuso in eta romanica. Come i Cistercensi trasgredirono la 'regola' dell'es- to eucaristico (salvo i non ancora battezzati o catecumeni, licenziati dopo la prima parte
senzialita originaria adottando il deambulatorio del 'gotico di cattedrale' in alcune chiese della Messa). Per questo l'ambone e proteso verso la navata liturgica e i recinti dell'altare
(Clairvaux II, Pontigny II, Royaumont), i Francescani fecero lo stesso in Sant' Antonio di (lignei, lapidei o metallici) non sono piu alti di un metro circa. In un secondo tempo pre-
32
Padova, San Francesco di Bologna, San Francesco di Piacenza, San Lorenzo di Napoli • valse una tipologia di recinzione con pilastrini piu alti e architrave soprastante (pergula in
Occidente, temp/on in Oriente), rna le transenne restarono basse e non vie prova che al-
l' architrave fossero appesi tendaggi per celare determinate fasi del rito. Non si trattava in-
Arreda liturgico e /razionamenta della spazia somma di una iconostasi, parete dotata di immagini e destinata a celare il sanctuarium, sor-
ta in seguito nell'Oriente cristiano. Addirittura, nell'uso gallico, i fedeli accedevano alia zo-
Lo scopo di questo paragrafo non e quello di prendere in esame i singoli dementi del- na dell'altare per la comunione. ll Concilio di Tours (567) prescrive che durante la messa
l'arredo liturgico (altare, ambone, recinzioni) 33 , ne quello di ripercorrere la destinazione e non sia permesso a uomini e donne di approssimarsi all'altare, se non per comunicarsi. Ma
le funzioni liturgiche dei singoli spazi e membri architettonici delle chiese (indagine neces- normalmente pars illa que a cancel/is versus altare dividitur charts tantum psallentium pateat

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clericorum. II termine chorus che qui appare precocemente non si riferisce a uno spazio dal- in Sant' Adriano (625-638), ovc il coro giunge fino alia meta della navata, secondo il tipo
la funzione ben determinata, rna sempliccmente a due gruppi di chierici officianti. II fatto che aRoma persiste fino al XII secolo (ad esempio in San Clemente). Sible de Blaauw lode- m
nuovo sembra essere tuttavia la !oro collocazionc non dietro rna davanti all'altare: posizio- nomina "basso cora" in opposizione all"'alto coro" absidale, che stava dietro l'altare ed era
ne che nel Medioevo sara canonica per il coro. La testimonianza e tuttavia generica e non occupato dalla cattedra papale/episcopale e dai cardinali vescovi e presbiteri. Nell'antica
esente da dubbi. Ben piu esplicite sono invece le disposizioni del Concilio di Toledo del San Pietro in Vaticano, come nella cattedrale del Laterano, gli uffici quotidiani erano affi-
633, che se nel canone 39 allude a due chori di preti e diaconi, che sono probabilmente dati ai monasteri esistenti almena dal VI secolo in prossimita delle due chiese. I monaci si
gruppi di cantori, nel canone 18 dispone che sacerdos et levita ante altare communicent, in disponevano in due file, occupando Ia stessa posizione della schola cantorum o coro duran- 117
choro clerus, extra chorum populus 35 • I laici non accedono all'altare neppure per Ia comu- te Ia messa.
nione e sono ben definite le tre zone liturgiche della chiesa che caratterizzeranno tutto il E certamente a Roma, forse al tempo di Gregorio Magno, che ha origine il vero e pro-
Medioevo: santuario a est, coro al centro e navata liturgica a ovest. Ma quando e dove si era prio coro monastico e canonicale del Medioevo (posto fra santuario e navata liturgical, rna
prodotta questa situazione? Le premesse erano state poste forse gia nel v secolo in alcuni probabilmente non fu Roma a irradiarlo nell'Europa cristiana. La mediazione fondamen-
ambiti geografici (Africa mediterranea e penisola iberica), dove Ia presenza, nella navata tale fu forse esercitata dal famoso vescovo Chrodegang di Metz (742-766), autore di una
centrale di alcune chiese, di due spazi recintati e collegati da un corridoio, uno dei quali Regula per i canonici della sua cattedrale (organizzati secondo Ia vita in comune di tipo
115 destinato all'altare, ha fatto pensare a una soluzione simile a quella documentata in Siria 36 . monastico) che costitui Ia base delle regale canonicali occidentali. Chrodegang, dopo aver
Qui, all' altare, posto nell' abside, faceva riscontro al centro della navata un' area sopraeleva- soggiornato a Roma per acquisire Ia conoscenza del canto liturgico romano, condusse in
ta e absidata, con banco del clero, "trono" (peril Vangelo?) e un ciborio (con mensa perle Francia per l'incoronazione di Pipino il Breve il papa Stefano II (752-757), che a sua volta
letture?), dove non solo era probabilmente celebrata la prima parte della messa Oiturgia aveva ripristinato e incentivato la disciplina degli uffici in San Pietro in Vaticano. Nel pro-
della Parola) rna forse anche l'officiatura delle ore quotidiane3 7 . Questa era gia in nuce un gramma di Chrodegang vi era l'introduzione a Metz del canto liturgico e della messa se-
coro. Se per 1' Africa Ia problematica e piu complessa, per Ia Spagna sarebbe riconoscibile condo il "costume di Rom a", e da que! momento Ia "scuola di canto" della cattedrale met-
una continuita (non da tutti accolta) nelle cattedrali medievali, ove il cosiddetto trascoro e tense sarebbe stata normativa per tutta Ia Gallia. Da una testimonianza di Paolo Diacono
un monumentale recinto di coro, collegato all'altare da un percorso delimitato in legno o (783-786), dal Sacramentario di Dragone di Metz (placche eburnee e miniatura, anteriori
metallo. In ogni caso il vero pun to di svolta per I'assetto e la collocazione del coro medic- all'855) e da un Cerimoniale del xrr/xm secolo, si puo restituire con una certa attendibilita
vale (forse gia 'acquisiti' negli atti del Concilio di Toledo del633) fu la formazione aRoma 1'assetto presbiteriale dell' antica cattedrale di Metz (San Pietro maior) 3 9. La cattedra epi- 116
117 della cosiddetta schola cantorum. scopale (e un banco presbiteriale?) era posta nell'abside. Davanti ad essa stava l'altare del-
La schola, le cui origini si legano forse alia figura di Gregorio Magno (590-604), era le messe festive e solenni. Cattedra e altare erano sopralzati su un podio (thronus) come a
un'istituzione pontificia con sede presso il Laterano, rna non collegata a una singola chiesa San Pietro Vaticano, mentre piu in basso, davanti all' altare e proteso verso lo spazio dei lai-
bensl alia liturgia stazionale. Nell' alto Medioevo era costituita di dodici membri ed era ci, stava il presbyterium, che era il coro dei canonici, derivato dalla schola o basso coro di 117
quasi l'ente depositario della tradizione liturgica romana. ll compito essenziale della schola San Pietro Vaticano. Affiancato come aRoma dall'ambone (per Ia liturgia della Parola), il
era quello di solennizzare col canto le fasi cruciali del rito eucaristico: I'offertorio, il prefa- coro era utilizzato per il canto durante Ia liturgia eucaristica, e - al di fuori della messa -
zio seguito dall'inno del Sanctus, la preparazione della comunione con l'Agnus Dei, Ia co-
forse anche per alcuni uffici quotidiani (che tuttavia dovevano svolgersi soprattutto nella
munione stessa (S. de Blaauw 1994). chiesa minore di Santo Stefano). ll celebrante poteva scorrere tra le due file del coro, che
Gli studi di Elaine DeBenedict is (1983/84), ed ora la monografia fondamentale di Si- era cosi anche una "via all'altare", mentre all'ingresso occidentale (ostium chon) i laid po-
ble de Blaauw (1994) sulle chiese episcopali romane ci permettono di conoscere con cer- tevano affacciarsi per offertorio, comunione e benedizioni.
tezza la posizione della schola dei cantori durante la messa: entro il recinto che si prolun- Questa restituzione comporta una conclusione importante: trasferendo la scholalcoro
gava dall'altare o dal vestibulum altaris verso la navata, suddivisa in due file (I'Ordo roma-
di Romain Gallia, Chrodegang ha consegnato all'Europa e all'intero Medioevo occidenta-
nus I allude a coloro qui in fila steterant). La schola come luogo fisico deriva dalla solea piu
le la collocazione del coro monastico (e di cattedrale) fra l'altare e la navata, verso la zona
lunga e stretta delle chiese romane di V-VI secolo38 , e pur conservando la funzione di "via dei laid. Questa formula avra grandi conseguenze sull'arredo liturgico delle chiese e persi-
all' altare", si trasforma nel vero e proprio chorus altomedievale (termine recepito anche ne- no sull'architettura, e sara destinata a durare fino alia Controriforma. Non abbiamo infatti
gli Ordines di origine gallica), cioe illuogo destinato agli uffici quotidiani, rna anche e so- alcuna indicazione precisa (al di fuori di Roma) di questa assetto in contesto monastico e
prattutto al basso clero e ai cantori durante la messa. Era inoltre aile porte (rugae) del coro di cattedrale prima dell' eta di Chrodegang. Le chiese monastiche non erano comunemen-
che diaconi e accoliti ricevevano dai fedeli comuni i doni dell'offertorio e distribuivano la te accessibili ai laid e Ia navata era destinata ai soli monad. La nuova soluzione consentiva
comunione: rispetto all'uso gallico di far comunicare i laid all'altare, la recinzione della di avere un inedito spazio peril clero salmodiante, meglio distinto dallo spazio dell'altare
schola costituiva una vera rivoluzione eli teneva a debita distanza. n primo esempio noto e
seppur di supporto allo svolgimento della messa, rna anche ben separato dallo spazio dei

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PAOLO PIVA Lo 'SPAZIO LlTCR<;JCo': ARC:HJTETI'llRA, ARRFDO, !CONO(;RAFIA

laici, che subivano un allontanamento dall'altare maggiore (santuario). Nasceva cosi Ia tri- (come di consueto sopraelevato su un podio o thronus). A Centula, presso l'altare princi-
partizione dello spazio sacra tipica di tutto il Medioevo occidentale. E forse un caso che, pale di Saint-Riquier (in throno sancti Richarii ab occidente) si formava a volte (ad esempio
poco dopo 1' eta di Chrodegang, Ia collocazione del coro ante altare sia per Ia prima volta il venerdi santo) un quarto coro minore, fatto di soli fanciulli cantori. Anche a Cluny, in se- 119
118 chiaramente registrata nel Saint-Riquier di Centula (790-799), secondo l'Institutio Angil- guito, i pueri occupavano Ia parte est del coro monastico, quella piu vicina al santuario (al-
120 berti abbatis, e poi nella pianta su pergamena di San Gallo (830), 'eventi' apparentemente tar maggiore) 41 .
ben equiparabili pur nei limiti imposti dal confronto di un testo scritto e di una planime- AI tempo di Carlo Magno l' accessibilita dei laici alle chiese monastiche e Ia !oro 'parte-
tria? cipazione' alla liturgia erano significative, sia rispetto al passato che al futuro. Le recinzio-
Le concordanze sull' assetto liturgico interno delle due chiese so no tali da far pensare ni (perlopiu lastre lapidee scolpite) erano generalmente ancora di tipo basso e consentiva-
che gli schemi espressi nella pianta di San Gallo fossero il risultato di elaborazioni prece- no la visione da parte dei laici, anche se questi erano coinvolti quasi esclusivamente nelle
denti, in particolare dell'eta di Carlo Magno (e non del Concilio dell'817, come pensava grandi festivita (esemplare il caso di Pasqua a Centula). Scrive Walfrido Strabane: [cancel-
Horn 1979). La discussione sull'interpretazione del testo di Angilberto (edito nel Corpus lz] solent enim plurimi non altius construi, quam ut stantes desuper inniti cubitis possint.
Consuetudinum Monasticarum I, Siegburg 1963, pp. 285-303) e an cora aperta, rna il con- Tuttavia, 1' eta carolingia conosce anche casi di pareti di separazione fra coro e navata litur-
12o fronto col plan di San Gallo consente di confermare Ia comparsa in eta carolingia di una gica42, note anche fra coro e santuario nella forma di diaframmi 'celebrativi' dell'altare de-
118 pluralita di cori interni a un'unica chiesa, per quanto il coro principale restasse nella posi- rivati dalla pergula di San Pietro aRoma (archi per gyrum throni in San Pietro di Metz, co- 117, 116
zione gia acquisita in precedenza. Angilberto volle per Ia sua abbazia 300 monaci e 100 lonne architravate a Centula). Fondazioni di alti muri o diaframmi trasversali fra navata e
fanciulli cantori, che officiassero suddivisi in tre cori: due alle estremita opposte della coro si sono trovate ad esempio nella chiesa monastica di Saint-Denis (lo stesso abate Su-
chiesa (Saint-Riquier e Santo Salvatore) e uno nella navata centrale. Quest'ultimo, detto ger ancora depreca la presenza di un muro tenebroso) e nella chiesa di Eginardo a Steinba-
ante sanctam Passionem, dovrebbe coincidere con quello in seguito indicato coram a/tare ch (ove ne restano ancora le immorsature nelle pareti della navata centrale), rna non risul-
sanctae Crucis (cap. 7). Non puo essere un caso che anche nella pianta di San Gallo attar- ta sempre agevole definire la struttura degli elevati originari, non necessariamente in piena
no all' altare della Santa Croce (posto al centro della navata centrale e largamente presente muratura. A San Gallo e stata scavata una fila di fondazioni di sostegni fra navata centrale
nelle chiese medievali come altare per le messe dei laid) sia indicata una recinzione di co- liturgica e coro monastico. Archi eventuali (o valichi architravati) potevano poi essere
ra. Similmente sono disegnate le recinzioni degli altri due cori opposti: uno a est, nel tran- chiusi in basso da transenne o cancelli. Le navate laterali erano invece barrate, e i laid po-
setto della chiesa e davanti all' altare di San Gallo, 1' altro a ovest, davanti all' altare di San tevano percorrerle solo a quota sotterranea imboccando i corridoi angolari che scendeva-
Pietro (contro-abside). A Centula quello orientale (Saint-Riquier) doveva essere ubicato no in cripta, verso la con/essio di san Gallo. In ogni caso, per l'uso frequente di alte pareti
anch'esso nel transetto, davanti agli altari di Saint-Riquier e di San Pietro (ambedue nella divisorie in muratura bisognera attendere l'XI secolo. L'eta carolingia e connotata da una
cappella absidale orientale sopraelevata: thronus), e probabilmente coincide con il coro relazione ancora 'aperta' fra clero e laid. E nemmeno l'eta romanica abbandonera comple-
detto anche infra buticum hinc et inde (cap. 7). Buticum e da interpretare come incrocio tamente la consuetudine delle recinzioni basse43 .
del transetto o transetto piu in generale, anche perche sul plan di San Gallo i banchi dei La prima testimonianza scritta inequivocabile sull'uso della parete alta in muratura, in
monad sono posti ugualmente "in una parte e nell'altra": sia all'incrocio del transetto in cui era ricavata una sola apertura centrale, si registra in ambito milanese e in rapporto al
due file, sia nei bracci del transetto stesso. ll coro occidentale centulense (Santo Salvatore) movimento della Pataria. Andrea di Strumi, a proposito della chiesa canonicale di sant'A-
era invece posto al piano alto del corpo occidentale (Westwerk), davanti all'altare del Sal- rialdo, dun que in relazione agli anni sessanta dell'XI secolo, scrive: Chorus namque alti cir-
vatore40. Centula e la pianta di San Gallo rappresentano a questo riguardo i due grandi 'ti- cumdatione muri concluditur, in quo ostium ponitur/ visio clericorum laicorumque ac mulie-
pi' dell' eta carolingia: il polo liturgico ovest puo collocarsi in un santuario alto, oppure in rum, quae una erat et communis, dividitur (MGH SS, 30/2, p. 1058). Andrea dice espressa-
una contro-abside, rna la duplicita liturgica di base della chiesa non viene meno. La clop- mente che si trattava di res nova, lasciando adito alla supposizione chela chiusura rigorosa
pia polarita avra grande fortuna in tutto il Medioevo, soprattutto germanico, in ambedue del coro avesse origine nel contesto della riforma della Chiesa in eta pre-gregoriana. La
le forme, e quasi sempre con 1' aggiunta del terzo polo: 1' altare della Croce per le messe dei chiesa, in origine dedicata alla Vergine, corrispondeva probabilmente a quella in seguito
laid (con o senza un ulteriore coro). In eta carolingia, le messe private dei monad, il desi- detta di San Paolo in Compito, non lantana dal duomo, 'imitata' forse dopo il1080 dalla
derio di possesso delle reliquie, il culto dei santi e dei morti, conducono alla moltiplica- chiesa canonicale 'eli San Paolo presso il duomo di Mantova, costruita non a caso dal ve-
zione degli altari e si associano a un cursus liturgico incrementato al punto che Angilberto scovo patarino Anselmo da Baggio44 • Le alte recinzioni murarie (solitamente poste su tre
prescrive una laus perennis, un canto salmodico che non doveva interrompersi mai e vede- lati, rna aperte verso il santuario) non riguardarono solo i monasteri ole canoniche regola-
va impegnati i tre coria turno, con brevi interruzioni. Cio detto, la pianta di San Gallo evi- ri, rna anche le cattedrali, come ha dimostrato ad esempio lo scavo nella cattedrale di Niz-
denzia anche che il principale dei tre cori (il piu ampio), in seguito all'episodio di Centu- za, che ha permesso di individuare una parete ovest (di altezza incertal con porta centrale,
la, sarebbe rimasto quello ubicato nel transetto est della chiesa, davanti all' altar maggiore e banchi di pietra peril coro addossati all'interno delle pareti laterali. Secondo la cronolo-

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llO f 111o Jl X I 11 ,nolo I per ,,,.Ill pio il teologo pari gino Pre\'ostin alia fine del \.II scn)h al- ,-,,nn'1'Si. F,l.tn,·he t ~kn,h.-.ullt .1.J,,tur,'1h' uJv,,]u l.t scmph,-c f'.trctc ,, tr.unc::-,,_ ul.tltr.t
4
11111 /<~1111111 /Uil fii'Yihululll til nn deru1 populum, nee populus c!crzcoi nJcrc'! 1 ''. :'\nn si ti ·:>-.-. L.tllrc:>,-,, .l"t:>t.llt' Llf'prc:>cnt.t l.t pr1111.1 ~,,]u:t,'llt'. '''1>t' l.t :>tt'".t ,-he t':>t~tt'\;1 ndl.t · '- : ''
trattava dunque (allllt·no in prima istanza) tanto di una chiusura 'gerarchica' o 'snciale' del ,-htc:>.l 'upni,,rc ,h :\,:>t:>i \mcntrc l'mt'crll'ft' .1\ c\·.1 f,,r,c un ·;,;y)'~. F"'' llh':>tr.l l'mtcrth'
dno quanto di una 'protezione' contro le distrazioni e le tentazioni (in I1g11um <'OilllllCII!Jc ,h un,-,,r,, c :>.mtu.tri,) \.tlur nu~;?'h'rcl. l 'n.tp,,rt.t t' .tpcrt.t .t!,-cnt1\' ,Jc!l.t {'.I rete •'H':>t. c .1
'lenmru111 dice Pri·vo,tin). E non pu<'> essere un caso che le prime testimonianze \'cngano ~mi,!Ll si mtr.t\·c,lc 1111.1 p.trtc ,Jci b.m,-hi .lcl,-,,r,, ,,,j,J,,ss.lt1 .tll.t p.trctc stcss.t. In .tlr,, un

JJI uHlle,to della Pataria e ddla riforma ecclesiastica, di cui e nato lo zelo cnntro il concu- l'rt'C11l'S'' ,ltpmh) 1.- indm.lt,) n·1:;,) !.1 n.t\'.1!.1 htur~;1.-.l. c un .unh,nc .~:>s,,,-t,ll•' .11 mur,, t'
l)inato del clero. r.t~~lllll~!tbt!c mc,li.mtc tuu :>c.tl.t. ~l.t ,,rm.n,l.t,-lr,-.,un sc,-,,[,,, Ill llh'ltc cluc:>c. l.t p.trcte c
Se ver~o l'interno le pareti del coro avevano lo scopo di costituire un appoggio peri se- Lunb,,l1c :>1 cr.Hh' fu:>1 ndl.t stnl!tur.t ,lc] P•'nte ,, tnbun.t .lett.!·:,(·,·. 1q
dili dd dero (mobili o in muratura), non poteva mancare verso Ia navata liturgict un por- c
:-;i ~t.l \·i:>tt) d1c k .tltc nYllll!,)l1i mur.tnc ,!d C''1\' P'''S''1ll) r.t,..-hiu.lcrc ],, sp.t:i,, :>i-
tale centrale, utile peril celebrante che raggiungeva dal coro l'altare della Santa Croce per l\1•11•) ;t1i'ii1C1\l(j,, del !Lill:>Ctt,), lll.l spes:>'' i] l'•'1\' 'il1\';t.ic' p;trtt' ,Jc]i.t 11.1\';ILI \f'l't's:>~l i (. ~i­
le messe dei laici, rna anche peril rientro in cora delle processioni, e in seguito per conscn- c
Slt'r~'en:>i l'mtcr.t n;t\';lt.t ,,,·cup.tt.t ,Ltl ,-,,n, ,lei 11ll'l1.tci ;teste ~Lttc,'1\' .lei t't'I1H'1-si ;t .we- 11\'
tire ai laici di veJere l'elevazione dell'ostia durante Ia consacrazione (dal Xlll secolo). Frail c
st\. Quc:>LI pr;ltic:t f,,1-sc in:n1p1r.lt.t :tl..]unv II\\. :>~·c~)],,\, ,J,,n-. :t prc:>Llr fe,lc .tiLt re:>titu- 11~
iltJ XII e il XIV secolo un grande Crocifisso ligneo dipinto o scolpito era postt: sopra Ia porta del zit'1K' ,ld 1.. ~''1UI1! \I <lt,~\. l.t met:! ~·:>t ,Jc!l.t 11.t\';lt.tcel1tr.t!c cr.t ri:>erY:lt.t :t!,-,,1\) ,lei n\l)l1:tci c
coro, dietro I' altare della Croce 47 • Gli altari potevano essere anche due, a Ia to della porta :t!t"'.'!\) mi1h)rc ,Jci tllwi;-i. mnl!r~· Lt mct:lt)\'t':>t er:t ~'ccup.lt.t d.t!l':tlurc ,kiLt<. :r,,C(' t' ,Ltgli
centrale, oppure un unico altare poteva essere appoggiato al centro della parctc ovcst, in- l''('iti \nwn.tci c l.tici\. II t1\l)1U:>tcr~' ,lt llirs.nt 11cll.t Sch-:t Ncr.t. t'l'1lcg.ltl) a1l.t rif~)rl\1:1 du-
ducendo ad aprire due porte ai lati. La separazione dunque non fu mai cosl n<:tta. Essa ave- ni:KCI1sc. !t)rn:t im-ccc :tl t'~'t\l dci llll'l1•tci ndl'incn,cil' dd tLm:>eth'. t' sl,Jn l'ultim:t camp:t-
va lo scopo di garantire il clero officiante dalle distrazioni, rna anche di dotarc i laici di una c
t:l,lcll.t n.tY:lt.l 'i1w:1:>:1' d.t!,-,)1\' mitll'l't", dt·stin.lll' :ti l1lll!l:ll'i inkrmi. ltwvi1.i cr:mo 'sptl-
proprza chiesa, che era Ia navata liturgica. II processo iniziato in eta carolingia con Ia molti- st:lli' nelL! p:trtc l)ricnt:tk ,lei l'l)l\'. l.td~l,,n• :t <. ]uny t'Lllll' ,·o1l~''':lli i f'tuTi e,luc:lli in mn-
plicazione dei cori e dei santuari sfociava ora in un assetto definito con Ia formazionc di nastc!\)". A IIi rs.m Lt 'h:lrricr:t' l •n·st dd nwn em l'l'St :1 al!'.lltt·n:t dci pt'1Hllt imi Sl'Stcgni
due 'chiese nella chit:sa'. Cora e santuario si legavano in un corpo unico, e Ia navata litur- ddl:t n:t\':lt:t rcntr.tk. llt)n l':t:>u:tlmcntt• Y:tri.tti d:t ,.l,J~)Iltll' :t pil:tstri. II pil.tstro n)nscntiv:t
gica diventava Ia seconda chiesa con il proprio altare. un mi~!i,,r :t{'P•'~~~j,, per l:t p:HX'It' del t't)l'l', cpa di pitt \'isu:tlizz:t\':t ill 'st:ll.'co' funzion:tlc
Nella tipologia dei cori 'chiusi' rientrano anche quelli romani (esempio piu significati- rispt·tto :tiLt tU\':ll:t litur~i.::t. ,J,,t:H:t di l.'l'll'lli1C. Cl'll•llll suppose d1c a Cluny b mctii t'St
12l vo: San Clemente), con le differenze che le pareti (di altezza variabile rna significativa) ddl:t tuntt:l (cor,,) :t\·css<.' pil:tstri rctt:mgobri cIa nwtii lWl'st pihstri drt·obri ('surwgato'
non sono in muratura rna sono formate da lastre lapidee, e che Ia recinzione non si !ega dc1lc Cl'll'l111cl. I ritwv:Hncnti di snt\'O furono troppo limit:Hi (Wr conkrmarc l'ipotesi. Se
organicamente all'architettura rna racchiude uno spazio di larghezza inferiore a quella tutt;l\'i:t cos! fosS<.\ Cluny s:t!\·bbc nll\wigint• di wu pnHic:lllss;ti diffusa ndl'Europa ronu-
Jdla navata centrale (nella sua meta orientale). Questi cori mantengono il carattere anti- nica: qudla di Iegare org.mic:tmt•ntc 1\m:hitcttura ni fmzionamcnti funzion:tli e liturgici,
eo di "vie all' altare". come e evidenziato dalle partizioni geometriche dei ricchi pavimen- anche se fin d:t ctii camlingiJ nlcune p:trcti di coro, dJ arrcdo liturgico erano divcntate ar-
ti in opus sectile48 • chitcttura tout court. Ora tuttavia ne risultavano condizionati i sostcgni, rna anchc lc pare-
Gli esempi sopravvissuti di parete ovest romanica di coro sono ben pochi. Alcuni pos- ti ddlc na\·,ne e le stcsse coperture, che potevano variare sulla base della spazio liturgico~ 6 •
sono essere citati nell'Italia centro-meridionale, dipendenti da Roma o della perduta recin- La copt·rtura a volta caratterizzo piu i santuari e i cori che le navate, e ancora gli Statuti
zione alta Ji .Montecassino4 'J. La piccola chiesa del priorato svizzero di Malva! possiede mendicanti prescrissero che le volte fossero costruite soltanto sui santuario ed eventual-
una parete alta fino al tetto, con porta centrale e due 'finestre' laterali, che serve a separare mente sui coron. La cripta e talora espressamente costruita o allungata per permettere il
il cora monastico dalla navata che ha funzioni parrocchiali50 • In Italia sopravvivono casi completo isolamento del cora, posto assierne al santuario in posizione sopraelevata, ed
omologhi: San Benedetto al Subasio (Assisi), Sant' Urbano all'Esinante nelle Marche e San eventualmente per consentire il pellegrinaggio dei laid nella cripta stessa senza interferen-
Vittore di Bologna (ormai di Xlll secolo) 51 . In Sassonia restano invece straordinari esempi ze con il cursus liturgico dei monad o dei canonicP 8 • In alcuni casi, invece di porre muri di 124
Ji pareti laterali di cora (con granJi figure a stucco) al San Michele di Hildesheirn, alia recinzione fra le colonne o i pilastri, si costruirono le colonne o i pilastri del cora sopra i
126 Liehfrauenkirche di I Ialberstadt, al Sankt Pankratius di Hamersleben, e piu a sud nel muri stessi, che costituiscono un appoggio peri banchi del clero officiante (SanktJakob a 125
Georgenchor del duomo di Bamberg, con le figure degli Apostoli (inizi del XIII secolo)5 2 • Regensburg, Bursfelde II, Harnersleben)59 •
La pt:rsistenza dd muri di coro fu lunga, ancora per tutto il Xlll secolo ed oltre, quan- La comparsa deljube non coincide esattarnente con le origini del gotico, rna senz'altro
do ormai trionfava Ia nuova struttura del jube. Lo dimostra 1' affresco del ciclo francescano potrebbe coincidere con Ia sua fase piu caratterizzante, attorno al1200. Poiche pare piut-

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PAOLO PI\':\ Lo '<;J>AZJO L!Tl'R( ;JCO.: ARU !ITLlTl'RA, ARRJ:Il< J, JU J[';()(;RAFJA

tosto insicura la cronologia di molti esemplari conservati o restituibili in Germania, in fissione 65 . II tipo a struttura chi usa e costituito da una doppia parete trasversale alia navata
Francia, in ltalia, non ha senso entrare nella disputa sulle precedenze cronologiche. Indi- e reggente Ia tribuna. Ogni parete e forata solo dal portale che fa da filtro fra coro e nava-
pendentemente dalle modalita della sua formazione, iljube costituisce essenzialmente l'esi- ta. Ne sopravvivono esempi in lnghilterra, rna anche in Europa non mancano: Santa Vale-
to di una fusione fra la parete occidentale del coro e !'am bone, anche sejuhe e coro posso- ria di Sion (XIII secolo) e soprattutto l'indimenticabile We.~tlettner scolpito del duomo di 128
no essere piu o meno distanziati. La parete ovest si sdoppia e si trasforma in un ponte o Naumburg (Schubert 1997). Il grande "Maestro di Naumburg" (circa 1250/60) qui ha fat-
ballatoio o tribuna, raggiungibile mediante scale, dal quale si celebra la liturgia della Paro- to 'scendere' il Crocifisso, solitamente sovrastante Ia tribuna, e lo ha adattato come tru-
la Oetture e amelia). Il termine francese deriva appunto dalla formula di richiesta di 'auto- meau dell'unico portale, al centro di una straordinaria "sacra rappresentazione" che coin-
rizzazione' che il diacono rivolgeva al vescovo prima della lettura: jube domine benedicere. volge Maria, Giovanni e due angeli incensanti. Il portale e un vero e proprio protiro, la
Ma le definizioni sono molteplici (Lettner in tedesco, che deriva da tectorium; Pulpitum o 'scena' prospettica di un dramma, e introduce nel coro lapideo occidentale, ove i canonici
Rood-screen in inglese (il secondo termine sottolinea soltanto la presenza del Crocifisso so- officiavano perle anime dei donatori/fondatori, n rappresentati in statue che hanno il rea-
prastante). Piu di uno i termini documentati in ltalia: pontile, solarium, pergola, pulpitum, lismo dei viventi. Sauerlander (1995) ha considerato l'insieme come esempio di integrazio-
ponte, podiolus. Gli ultimi due sono principalmente impiegati nelle fonti relative alle chie- ne totale di architettura, arredo, vetrata e scultura in un contesto gotico.
se mendicanti (Zuliani c.d.s.) e, come gli altri, sottolineano la presenza della tribuna. Il ter- L'ultimo tipo fu forse anche il piu diffuso: il jube a loggia porticata aperta verso ovest
mine intermedium (= tramezzo) e documentato anche per iljube, rna non esclude la sem- (rna chiusa e attraversata solo da un portale verso il coro) esisteva in tutte le grandi catte-
plice parete: oggi dovrebbe essere piu correttamente utilizzato per quest'ultima, mentre e drali francesi (Chartres, Paris, Bourges, Amiens, Strasbourg), rna oggi non restano che i 131
impiegato per iljube, generando spesso confusione. La funzione della parete e del "ponte" frammenti scolpiti e i disegni restitutivi 66 . Il portico, un vero vestibolo rispetto al coro rna
sono ben diverse e non sempre gli studiosi hanno riguardo per la differenza. Il termine anche un 'santuario' rispetto alia navata, ospitava non un solo altare, rna una serie di altari,
"pontile", infine, dovrebbe essere riservato ai casi dijube non autonomo, rna addossato al che in seguito poterono trasformarsi in cappelle. Il coro, in genere, si addossava alle scale
lato ovest della cripta in modo tale da costituire sia tribuna collegata al coro sopraelevato, (parallele aljube) che salivano alla tribuna superiore. Sono a loggia anche i casi tedeschi di
sia portico d'accesso sottostante ad essa. Erika Doberer (1956) ha definito questa tipo non Mainz (perduto) e Gelnhausen (a portico poligonale, con unico altare centrale e due par-
127 autonomo Kryptenlettner, ravvisandone 1' esempio piu significativo nel Lettner orientale tali laterali), e gli esempi italiani di Vezzolano (simile per piu aspetti a Serrabone: Durliat
del duomo di Naumburg60 . Qui il portico basso accoglie l'altare peri laici, al centro di due 1976) e Ponzano Romano 67 , caratterizzati da due altari e da una scala che saliva alla tribu-
portali laterali con gradini, che servono per scendere dal coro e risalirvi. Dal coro altre due na dall'estemo forando la parete della navata centrale. I Mendicanti (Germania e Italia)
scalene lapidee salgono sopra il portico, alla tribuna delle letture e dell'omelia (che era adottarono soprattutto il tipo dijube trasversale alle tre navate della chiesa (ad esempio in
pronunciata forse al centro, in corrispondenza del Cristo in maestii affrescato sul parapet- Santa Maria Novella a Firenze, ove esso era anche staccato dal coro e ove la loggia non era 132
to, fra gli Apostoli). Un Kryptenlettner doveva essere anche il pontile costruito nel duomo aperta verso ovest, rna verso est) 68 . Gli studi di Marcia B. Hall sono stati essenziali per la
di Modena61 e scolpito dai Campionesi con un ciclo cristologico incentrato sull'Ultima Ce- conoscenza dei "ponti" mendicanti italiani e la loro demolizione nell' eta della Controrifor-
na: clamorosa memoria del significato dell'offerta eucaristica che si svolgeva anche all'alta- ma69. La studiosa ha anche osservato come questa struttura sia stata cara ai Mendicanti
re dei laici62 . A Modena tuttavia il portico inferiore consentiva l'accesso alla cripta, che a (non a caso ordini predicatori) e non sembri essere mai adottata nelle cattedrali toscane, fe-
121 Naumburg einvece ricavato su un fianco. In seguito alla ristrutturazione del1593 e alla ri- deli alla tradizione locale del "pergamo" 70 , che fra Due e Trecento produce i pulpiti di Ni-
costruzione infedele del 1920 circa63, il pontile di Modena ha di originale soltanto i rilievi cola e Giovanni Pisano a Pisa, Siena e Pistoia. Non a caso l'iconografia cristologica che era 149
scolpiti. In origine era costituito da un portico voltato e da una tribuna soprastante, di quo- tipica deijube's si trasferl nella decorazione dei pulpiti dei Pisano, con l'aggiunta della te-
ta pavimentale piu alta del coro (Doberer 1982). Solo in un tempo successivo fu incremen- matica del Giudizio, gia apparsa neijubes di Strasbourg e Naumburg (Cristo giudice), di 229
tato con l'ambone/pulpito sporgente. Mainz e Gelnhausen (Resurrezione dei morti, Eletti e reprobz; In/erno) 71 •
Tre sono i tipi dijube indipendente chela Doberer ha individuato: Kanzellettner o jube' E stato recentemente osservato che i rilievi scolpiti deijubes erano espressamente volti
a pulpito (dominante in Germania), Schrankenlettner o jube a struttura chi usa (dominante a produrre determinate emozioni nei fedeli, assieme al Crocz/isso soprastante, che configu-
in Inghilterra, rna non assente in Europa), Hallenlettner o jube a portico o loggia (gia pre- rava la reale presenza del corpo di Cristo nell' ostia, mostrata attraverso la porta centrale
sente in tutte le grandi cattedrali francesi, rna non assente in Germania e in Italia) 64 . Il pri- durante 1' elevazione (J ung 2000). Insomma, i rilievi scolpiti erano una sorta di 'predica' per
ma tipo e costituito da una parete di cora dalla quale sparge un breve podia alto centrale immagini nelluogo stesso in cui i sermoni avevano luogo, e non e un caso che quelli del
(pulpito), collegato al cora retrostante e sovrastante l'altare dei laid, rispetto al quale for- Westlettner di Naumburg costituiscano una sorta di "dramma sacra", in stile quasi popo-
ma una specie di 'ciborio'. E conservato, rna purtroppo ricostruito, il meraviglioso esempio lare, con la narrazione degli eventi fra !'Ultima Cena e Ia Crocifissione72 •
scolpito di Wechselburg, la cui decorazione costituisce un monumentum celebrativo del- Se Ia parete di coro romanica era soprattutto in funzione divisoria, iljube fu invece il
l'offerta eucaristica, dalle sue prefigurazioni bibliche fino al 'fastigio' superiore della Croci- modo di 'formalizzare' rapporti molteplici coni fedeli Q'ung 2000). Fu ambone e pulpito in

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PAOLO PIVA Lo '\l'r\ZIO I.ITt:I\(;]U >': :\RU IITErrlJJV\, ARRJ:IJ( l, IU >NOCRAFIA

primo luogo, rna (con varianti nel tempo e nello spazio) accolse anche altari, sepolture e magini fanno parte integrante del rituale, allo stcsso titolo dei testi sacri, delluogo di cele-
cappelle, fu tribun·a di cantori, palcoscenico per 'drammi' liturgici e riti solenni, persino brazione, delle vesti e degli oggctti liturgici e di altre cose an cora "X 0 .
tribunale e sede di cerimonie pubbliche. II contesto funzionale e istituzionale della chiesa e sempre fondamentale per intendere
La sua collocazione varia a seconda della posizione del coro, che anche nella cattedra- Ia finalita e il significato delle immagini medievali, spesso di difficile comprensione ai fede-
le gotica non fu univoca. Nelle chiese a deambulatorio il coro canonicale venne inserito li comuni, e non sempre definibili come biblia pauperum, a scapito di un topos consolidato.
nella profonda zona absidale (Notre-Dame a Parigi), in altre occupo l'incrocio del transet- Non ci occuperemo delle immagini che hanno avuto un uso liturgico dtrettoH 1, come puo
to precludendo cosi ai laici I' accesso a tutta Ia zona est (cattedrale di Angers) 73 , in altre an- essere un'icona processionale, rna di poche eloquenti esemplificazioni di cicli monumenta-
cora 'invase' parte della navata centrale (prima fase di Laon, ove ancora quattro pilastri di- li (mosaico, pittura e, pii'1 limitatamente, scultura), che instaurano una sorta di dialettica,
versificati 'indicano' il coro e Ia zona dell'altare della Croce) 74 . Nulla di diverso rispetto a! pili o meno serrata, con lo spazio liturgico. "Si puo formulare anche l'ipotesi che [l'imma-
periodo romanico. Iljube poteva essere dunque ubicato, rispettivamente, sulla linea dei pi- gine] giochi a sua volta un ruolo attivo, vale a dire che Ia decorazione contribuisca al fun-
lastri est dell'incrocio, sulla linea dei pilastri ovest, oppure all' altezza di una cop pia di pila- zionamento liturgico dell'oggetto o delluogo cui aderisce. [...] L'immagine accompagna vi-
stri della navata. sivamente il compiersi della liturgia; essa ne amplifica forse gli effetti o almeno ne rende
I cori che sopravvivono an cora oggi nella posizione antic a (davanti all' a! tare) si trovano evidente il significato e ne prolunga Ia memoria" 82 .
soprattutto in lnghilterra, in Spagna (trascori), in alcune cattedrali francesi (ad esempio Al- L'esempio piu emblematico del IV secolo coincide quasi con Ia concessione della liberta
bi, cattedrale a navata unica, in cui il recinto del coro- che ormai ingloba anche I' altare ! - alia Chiesa da parte di Costantino (313 ). I pavimenti musivi delle cosiddette aule teodoria-
viene a form are un deambulatorio di /atto verso I' abside), rna anche in I tali a (Chiaravalle ne di Aquileia sono databili frail secondo e il terzo decennia del IV secolo. Che quello del-
Milanese, Santa Maria dei Frari a Venezia) e in Germania75 • Si tratta perlopiu di cori del XV l'aula sud in particolare abbia precisi rapporti con la 'pratica' liturgica e ipotesi gia serpeg- 112

o XVI secolo, decorati esternamente di preziosi cicli figurati. In Italia, la maggior parte dei giata nella storiografia, anche per I' eloquente diversita di orientamento delle immagini del-
cori furono rifatti e/o trasferiti dietro l'altare (nell' abside) a! tempo della Controriforma le singole campate. Di recente e stata proposta una interpretazione del vasto tappeto musi-
(secoli XVI e XVII), quando anche ijubes vennero demoliti, non essendo piu tollerabile che vo che se perle singole immagini risulta troppo legata all'idea di un'influenza dello gnosti-
ai fedeli fosse nascosto !'altar maggiore neche fosse loro destinato un altare secondario76 • cismo alessandrino, peril significato generale e senz'altro corretta 83 • La chiave ermeneuti-
Anche molte cripte vennero spianate per rendere fruibile l'altare. Eppure in Europa ijubes ca e nella quarta campata, l'unica a non essere suddivisa in tre campi e quella in origine
continuarono ad essere costruiti fino a! XV/XVI secolo (bellissimi gli esempi tardi delle cat- racchiusa da cancelli. La storia de! profeta Giona, qui rappresentata in tre episodi (Cion a
129 tedrali di Magdeburg, Halberstadt ed altri ancora). Nel Quattrocento, in ltalia settentrio- gettato in pasta al ce~aceo, Giona rigettato o 'risorto', Giona sotto !a pianta di ricino), ha una 135

nale e Canton Ticino vennero erette strutture trasversali che avevano ormai poco della fun- duplice valenza. Sulla base dell' Antico Testamento, la missione che Dio affida a Giona di
zione deljube77 • Molti furono aboliti in Francia solo a! tempo della Rivoluzione, e fra 1840 portare la predicazione a tutte le genti per convertire anche i piu malvagi (allusa nel mosai-
e 1880 si produsse una diatriba fra "ambonolatri" e "ambonoclasti": coloro che auspicava- co dalla presenza di pesci di ogni specie e di dodici putti pescatori che corrispondono agli
no la ricostruzione deijubes e coloro che li consideravano non piu attuali ne utili alia litur- Apostoli, "pescatori di uomini") e correlabile a! programma ecumenico del primo Cristia-
gia. Alcuni furono effettivamente ripropostF 8 , anche in modo infedele, rna la loro stagione nesimo, che si propose di 'catturare' proseliti fra Ebrei e pagani (nuovi possibili pisciculi
era conclusa79 . Christz). In un passo di Clemente Alessandrino il programma della quarta campata sembra
riassunto: "Pescatore di uomini, tu salvi i pesci che nuotano nel mare del peccato e da ac-
que insicure li trai alia felicita" 84 • Ma sulla base del Nuovo Testamento, Ia morte e la 're-
Iconografia e spazio liturgico surrezione' di Giona sono "tipo" di Cristo: "come Giona stette tre giorni e tre notti nel
ventre del pesce, cosl il Figlio dell'uomo stara tre giorni e tre notti nel cuore della terra"
Parlare di un'influenza della liturgia sull'architettura e l'arte figurativa, nel contesto (Matteo 12, 40). La connotazione 'eucaristica' di Giona indica che dentro i cancelli stava
della chiesa medievale, esemplicemente privo di senso. L'architettura religiosa fu concepi- l'altare mobile (e probabilmente erano ubicati i seggi del vescovo e del clero): !'aula sud era
ta per la liturgia (Reynolds 1995), e l"integrazione' figurativa e ovviamente sempre stretta- dunque destinata alia messa festiva 85 • Al centro della terza e precedente campata una Vit-
mente correlata a! relativo contesto, anche quando non espressamente volta a interagire toria alata angelica porge una co::ona d'alloro come prernio a molti offerenti che le recano 134

con un potenziale spettatore. Non si puo che concordare pienamente con le parole di Eric doni in natura: probabilmente essa rinvia alia presenza di un tavolo perle offerte alia chie-
Palazzo: "Le immagini liturgiche, intese in senso lato, non sono state concepite principal- sa, incluse quelle che confluivano nell'Eucarestia. Chi dona riceve idealmente un premio e
mente per essere viste. Nel Medioevo illegame fra iconografia e liturgia passa per la nozio- consegue Ia sua 'vittoria' in Cristo86• Al centro della seconda campata tre personaggi entro
ne di presentia. L'essenziale agli occhi dei contemporanei era che l'immagine- qual che clipei, forse tre mecenati della chiesa (anch'essi donatori, rna di rango elevato), sono rivol-
fosse il supporto - fosse La, presente al momenta dello svolgersi della liturgia. [. .. ]. Le im- ti verso la Vittoria, mentre nella navata sud il Buon Pastore (Cristo) e rivolto verso di lora

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L<> 'SPAZI<J L!Tt'I\(;((:<J': :\1\(JlJHTI'l' R:\, :\RRFJ)(J, I<:<JN()(;!{:\J' I:\


PA< >L< l PIVA

e porta sulle spalle Ia pecorella devota (colui che si converte e/o dona alla Chiesa?), mentre vece che a un lato, dcll'ottagono. Ci<) consente di ricavare due accessi alia chiesa di 'pari di-
un'altra pecora 'resta a terra' 87 • Contemporaneamente, e chiaro il riferimento allo spazio gnita', che rivelano due funzioni dell'edificio. Quello meridionale conduceva alia preesi-
(seconda e terza campata) occupato durante Ia messa dai fedcli, rappresentati a nord e a stente memoria del martire Vitale, che venne 'inglobata' in un'esedra del nucleo centrale;
sud della terza campata come ovini, bovini e capridi: il "gregge di Cristo", citato anche nel- quello piu a nord e perfettamente assiale alla cappella absidale orientale, rivestita dai noti
l'iscrizione della quarta campata per l'apporto concesso al vescovo Teodoro nella costru- mosaici. In questa una complessa rete di corrispondenze orizzontali e verticali fa dell'ico-
zione della chiesa. Infine, nella prima campata si possono plausibilmente leggere riferi- nografia un'apoteosi del sacrificio di Cristo e dell'Eucarestia (Agnello eucaristico posto al
menti (maschera esorcistica, acqua 'battesimale') ai catecumeni, che dovevano occupare centro della volta allo zenit dell'altare; evangelisti, profeti e prefigurazioni bibliche del sa-
quello spazio durante la prima parte della messa, per poi uscire. crificio di Cristo poste in simmetria sulle pareti laterali), con inclusione dei pannelli 'impe- 136

In un battistero, recente piu di un secolo rispetto alle aule teodoriane, il Neoniano di riali' di Giustiniano e Teodora, che offrono idealmente all'altare Ia patena e il calice d'oro
Ravenna (circa 450), si ripete un programma iconografico di carattere 'ecumenico', rna in per il rito eucaristico. A questo assistono cosi, in rapporti simmetrici, gli attori della storia
un contesto assai piu solenne, astratto e cerimoniale. Nel mosaico della cupola, un clipeo della salvezza, fino al 'presente' 91 . Si puo supporre che il portale sud del nartece fosse quel-
137 centrale col Battesimo di Cristo corrispond e al battesimo del catecumen
o che si celebrava lo del pellegrinaggio, il portale nord quello dell'ingresso rituale del vescovo, che doveva di-
al di sotto in linea verticale. Nella prima fascia concentric a, i due cortei simmetrici degli rigersi all' altare per la celebrazione nell' anniversario del mart ire (rappresentato nel catino
Apostoli, che sorreggono le corone di alloro della vittoria, si incontrano nelle figure di Pie- absidale in atto di ricevere la corona del premio da Cristo).
tro e Paolo, che sembrano offrirsi reciprocamente le corone stesse, rna forse le offrono In eta carolingia, aRoma soprattutto, 'esplode' il culto delle reliquie e dei martiri, sulla
idealmente al neofita che esce dalla vasca battesimale, sempre in corrispondenza verticale. scorta dell' Apocalisse che li celebrava come i beneficiati della prima resurrezione. Il caso
Cosi si produce zenitalmente una dialettica fra spazio irreale figurato e spazio reale liturgi- di Santa Prassede, un santuario che Pasquale I (817 -824) costruisce ad 'imitazione' di San
co88. Nella fascia piu esterna, l'alternanza dei quattro Vangeli sull'altare e di una croce sul Pietro, per accogliere (nella cripta anulare !) numerose reliquie di martiri tratte dalle cata-
trono (anch'essa iterata quattro volte), significa l'aspirazione a un proselitismo universale: combe, e altamente significativo. Trascurando la decorazione musiva dell'abside e dell'ar-
il Cristianesimo trionfa ai quattro 'angoli del mondo' (croci sul trono) attraverso la predi- co absidale (derivata da quella dei Santi Cosma e Damiano del VI secolo), e quella dell'ar-
cazione dei Vangeli (e la missione degli Apostoli) e grazie allo 'strumento ' del battesimo, co trionfale (fra navata e transetto) che costituisce una novita assoluta. La Mauck (1987) ne 139
89
che si celebra nello spazio sottostante . ha giustamente messo in rapporto l'iconografia con il testo di un antifona (In paradisum),
None certo che il cosiddetto "mausolea di GallaPlac idia" a Ravenna fosse destinato cantata nella liturgia funeraria, rna anche nella dedicazione delle chiese, che comportava
alla figlia di Teodosio e sorella dell'imper atore Onorio, rna e certo che fosse un sacello fu- (come nel caso di Santa Prassede) la deposizione di reliquie ed era dunque 'equivalente' a
nerario annesso al vestibolo del santuario suburbano di Santa Croce. Qui la decorazione un funerale. L'antifona, rivolta al defunto, recita (in traduzione): "In paradiso ti conduca-
a mosaico istituisce un 'dialogo' con il defunto. Si entrava da nord (dal nartece), rna l'o- no gli angeli, al tuo arrivo ti accolgano i martiri, e ti accompagnino nella citta santa di Ge-
rientamento privilegiato e quello della chiesa stessa di Santa Croce (ovest-est). Lo attesta rusalemme". ll mosaico dell' arco trionfale rappresenta appunto la citta celeste do rata e
138 la direzione della croce d'oro, al centro del cielo scuro e stellato della cupola e dei quattro gemmata di Apocalisse 21, nella quale si trovano il Cristo fra due angeli, gli apostoli, la
Viventi dell'Apocalisse, e a est l'acclamazione simmetrica di Pietro e Paolo, forse in rap- Vergine, il Battista, e la titolare della chiesa: la martire Prassede. Alle porte della citta, gli
90
porto alla croce stessa. Come ha evidenziato Deichmann , quest' ultima e il "segno del Fi- angeli accolgono due moltitudini di laid ed ecclesiastici che recano corone, mentre al di
glio dell'uomo ", che secondo il vangelo di Matteo (24, 30), apparira nel cielo, dopo l'o-
sotto, nei 'pennacch i' dell'arco, i martiri biancovestiti dell'Apocalisse (6, 9-11; 7, 9-17)
scuramento del sole e la caduta delle stelle, ad annunciare la seconda venuta di Cristo e il
sventolano palme, come in un adventus imperiale o nell'entrata di Cristo in Gerusalemme.
giudizio finale. La croce infatti qui appare da oriente e si 'legge' da occidente: lo stesso
La corrispondenza con l'antifona e quasi letterale. Angeli e martiri accolgono sull'arco
Matteo (24, 27) scrive che il Cristo tornera da oriente e si manifeste d, come la folgore, fi-
trionfale (davanti alla cripta) i 'nuovi' martiri, le cui reliquie Pasquale I fece deporre nella
no a occidente. Poiche era consuetud ine deporre i morti a occidente delle chiese, col ca-
cripta stessa. Le due folle ancora esterne alla citta celeste non sono altri martiri generici
po a ovest e lo 'sguardo' rivolto a est, e plausibile la supposizione che il defunto privile-
(come vuole la Mauck) 92 , sono invece i martiri di Pasquale I. Infatti non sono in atto di ac-
giato fosse posto nel braccio ovest del sacello cruciforme. Cosl avrebbe potuto attendere
coglienza rna di essere accolti, e in testa al gruppo di sinistra figura forse la stessa Prassede
la resurrezione del corpo e, al momento della seconda Parusla di Cristo, essere 'illumina-
(con la sorella Pudenziana), che come in un 'fumetto' e poi rappresentata all'interno della
to' dal "segno" che alla fine dei tempi l'annuncer ebbe. L'iconografia compartecipa al ri-
Gerusalemme celeste. Anche Pietro e Paolo figurano due volte: all'esterno in atto di rice-
tuale funerario.
vere, con gli angeli, la folla di destra, e all'interno fra gli Apostoli. Il mosaico fissa cosl, in
Non lontano da Santa Croce (ora visibile solo in fondazione) sorge a Ravenna un altro
102 celebre santuario (databile 540-547): San Vitale, un ottagono con ambulacro, galleria so- una dimensione eternamente iterata e senza tempo, il 'funerale' della traslazione delle reli-
prastante, e cupola sul nucleo centrale. Un vestibolo anomalo e tangente a uno spigolo, in- quie. n loro passaggio sotto 1' arco trion/ale si trasforma iconograficamente in un ingresso

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PAOLO PIVA Lo ')l't\ZIO Lrn:l\(;1( :o': ARU IITLTTL'RA, Al\l\EIJO, IC:O:'-JOCRAFIA

dei martiri nella Gerusalemme celeste, e si perpetua nel pellegrinaggio dei fedeli verso la sempre le storie bibliche fossero "scandite sui ritmo dei passi". La sequenza degli episodi-
cripta. dalla Creazione fino a Mose- none cronologica e 'lineare'. Alle spiegazioni di ordine ma-
Nella prima eta cristiana, e spesso anche in seguito, il Cristo rappresentato nelle absidi teriale, Marie-Therese Camus ha opposto una plausibile lettura liturgico-funzionale. La
(in atteggiamenti diversi) e il Cristo del "nuovo regno" instaurato nel mondo dopa !a sua navata e frazionata in due parti da due pilastri forti che sorreggono un area trasversale. La
venuta e la sua morte (e soprattutto dopo la pace della Chiesa), in sostituzione dell'impero sezione orientale piu lunga (sei campate) era destinata al coro monastico, la piu corta (tre
antico93. Paganesimo ed ebraismo gli rendono omaggio (come nell' abside di Santa Puden- cam pate) era lo spazio dei laici ad occidente. In quest' ultima le historiae dipinte sulla volta
ziana aRoma) e la nuova Chiesa e da lui delegata a 'governare' (iconograficamente: Tradi- riguardano la Creazione, il Peccato e la vita di Abramo, cioe la relazione fra l'uomo e Dio;
tio legis) durante il "millennia", nell' attesa del suo ritorno o second a Parusla, quando giu- nelle successive due campate verso est (contenute fra l'arco trasversale e uno pseudo-area
dichera i vivi e i morti. Dali'eta carolingia, e soprattutto dopo il Mille, l'immagine di Cristo dipinto) gli episodi vetero-testamentari si riferiscono a eventi di abbandono o di rottura
puo 'sdoppiarsi': la teofania del Cristo/Dio regnante, 'attuale' ed eterno, e raffigurata nel- del nucleo famigliare, e per questa dovrebbero aliudere al cora dei novizi (spesso a ovest di 121
l'abside est, fra gli Evangelisti (= la Parola divina) nelle forme dei Viventi (Tetramorfo) del- quello dei monaci); infine, gli episodi delle campate piu orientali (coro monastico) alludo-
la corte celeste apocalittica (Apocalisse 4-5); lo possono accompagnare Apostoli, martiri e no al richiamo divino (Noe, Giuseppe, Mosel dopa la sofferenza causata dal peccato, rna
santi (non tutti compresenti). ll Cristo giudice della fine dei tempi occupa invece la con- anche al corpo e al sangue di Cristo, secondo un percorso ormai proiettato verso illuogo
trofacciata occidentale della Chiesa (se none scolpito in facciata, come soprattuto nell' eta dell' altare (Baschet 1997). La fitta sequenza di episodi corrispondenti al cora non poteva
del Gotico). In tal modo si contrappongono presente a-temporale e futuro, rna anche eter- essere destinata a una lettura in movimento, rna alia meditazione dei monaci seduti98 . Si
nita e 'provvisorieta' del mondo, non a caso visibili rispettivamente a chi entra e a chi esce deve aggiungere che sequenze come quelle dedicate ali'Estasi di Enoch, all' Area di Noe e al-
di chiesa. La collocazione del Giudizio e del tutto logica. A ovest erano collocate la tomba Ia Saggezza di Giuseppe potrebbero aliudere specificamente al cora come luogo del culto
di Cristo a Gerusalemme e la tomba di Pietro a Roma. Per questa ed altre ragioni era di- divino, al monastero come "area" di salvezza e alie virtu intellettuali del monaco. Inoltre, la
ventata tradizione identificare 1' occidente come il tramonto, la morte, 1' attesa della resur- collocazione del Peccato originale e di specifici riferimenti eucaristici (lncontro di Abramo
rezione94, e tradizione deporre i morti davanti alia chiesa o in porticu ecclesiae o nel contro- e Melchisedec, Abramo ospita i tre angeli, Sacrzficio di Isacco) nelle tre campate dei laid non
coro95. In epoca romanica, l'intera chiesa riassume l'universalita del tempo cristiano, che e e casuale: il ciclo narrativo della contigua torre occidentale e infatti dedicato alia morte e
anche tempo liturgico. Otto Demus ha scritto: "1' elemento piu rilevante della decorazione resurrezione di Cristo, che ha riscattato gli uomini dal peccato dei progenitori.
pittorica nelle chiese e data dalia rappresentazione ed evocazione della gloria eterna di Con gli affreschi della turris d'ingresso, si torna al "tempo dell'uomo". AI piano terra,
Dio, presentata nell' abside a chi entra e, per chi esce, spesso anche sulla parete opposta. alcuni flagelli e combattimenti apocalittici sovrastano la Iunetta del Cristo in gloria (Christe
Nella navata centrale, scandito sul ritmo dei passi, e il racconto del Vecchio e del Nuovo 1999), fra terne angeliche e apostoliche (una probabile aliusione alia Seconda Venuta di
Testamento, quasi sempre in successione semplice, piu di rado in sistemi ordinati con cri- Cristo, come conferma la presenza della croce, il "segno del figlio dell'uomo" del vangelo
teri particolari. Nella cripta sana spesso rappresentate le leggende dei santi le cui reliquie di Matteo: Christe 1973). AI piano alto, il tern a dominate e quell a della morte e resurrezio-
sono conservate nella chiesa. Di fronte a questi temi strettamente religiosi, tutti gli altri ne di Cristo. La Deposizione dalla croce e la Visita delle pie donne al sepolcro sovrastano
passano in secondo piano" 96 • La studioso ha anche aggiunto che per l'eta romanica non un' apertura affacciata verso la navata (gia finestra della facciata prima della costruzione
esistono in realta regale fisse e la varianti sono molteplici. Oltretutto, raramente e perve- della torre, rna poi modificata), cosl da indurre un'ipotesi. Nell'XI secolo la deposizione nel
nuta l'intera decorazione di una chiesa, che poteva comprendere, nei casi piu prestigiosi, sepolcro e la resurrezione di Cristo erano spesso 'rappresentate' attraverso la depositio in
una magniloquence 'integrazione' fra pittura murale, scultura, mosaico pavimentale e arre- sepulchrum di una croce o un'ostia (venerdl santo), la successiva elevatio delle stesse (a Pa-
di liturgici. I pavimenti musivi di ltalia e Francia sana spesso figurati e istoriati, e i relativi squa), e infine la 'recitazione' drammatizzata- con monaci-attori- della visitatio delle pie
soggetti- collocati in rotae geometriche che 'fingono' i tappeti importati dali'Oriente- so- donne al sepolcro vuoto. Un lenzuolo, richiamo di quello che aveva avvolto il Cristo, era
. no programmati sulla base degli spazi funzionali (navata liturgica-coro-santuario) 97 . Anche mostrato alia fine come prova della resurrezione avvenuta. L' apertura centrale alta della
i temi dei capitelli figurati e istoriati (invenzione e 'meteora' dell' eta romanica) tengono turris di Saint-Savin sarebbe stata ideale per esibire il panna verso i laid, nella navata. E
canto della contestualizzazione 'liturgica' (Angheben 2003). certo che il piano alto dei carpi occidentali avesse talvolta anche la funzione di luogo del
La pittura murale della chiesa abbaziale di Saint-Savin nel Poitou e certo fra le piu in- sepulchrum corrimemorativo pasquale. E dimostrato per la collegiata di Essen (sulla base 122
121 tegre. La cripta, visibile ai pellegrini che percorrono l'ambulacro est attraverso un'apertu- della docurnentazione liturgica) e attendibilmente supposto da Carol Heitz, sulla base del-
ra, e decorata con le storie dei martiri Savino e Cipriano. I dipinti murali delle zone orien- l'iconografia delle pitture murali, per alcune "galilee" cluniacensi (Tournus, Payerne;Ro-
tali sono perduti (la Maiestas di Cristo col Tetramorfo era nell'abside ed episodi della Vita mainmotier), rna anche per la stessa Saint-Savin99.
140 di Cristo decoravano il transetto), rna la straordinaria volta a botte longitudinale della na- Non sempre Ia Depositio/ElevatioNisitatio avevano luogo nel corpo occidentale, e
vata centrale (che sostituisce di fatto le pareti come superfici dipinte) dimostra come non d'altra parte e possibile che in quella zona fossero rappresentati altri 'giochi' liturgici. Per

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PAOLO PJVA Lo 'SPAZIO LITURC;I<:U': ARCIIITE1Tl!RA, ARRFDO, IU JNOCRAFIA

limitarsi al solo apporto dell'iconografia murale, nel Saint-Sernin a Toulouse le prime era- Moissac sia a-temporale, mentre quello meridionale di Beaulieu sia il Cristo della Scconda 227
no 'messe in scena' nel braccio nord del transetto e nel matroneo 100 , mentre nel monastero Venuta, e quello ovest di Saint-Denis sia il Cristo del Giudizio tout court 108 . Tali 'varianti'
di Lambach (Austria) era una 'rappresentazione' dei re Magi (Officium stellae, il cui mano- avevano in comune l"equivalenza' fra il portale e il Cristo come "Porta della salvezza"
scritto e ancora conservato) a svolgersi nel coro occidentale 101 , e a Modena le sculture wi- (Giovanni 10, 9), e non a caso apparvero soprattutto nei grandi santuari di pellegrinaggio
144 ligelmiche (Genesi e Pro/eti del portale ovest) rivelano connessioni sicure con il feu d'A- (oltre a quelli citati, Vezelay, Autun, Conques). Questi ultimi vennero dotati di portali di 146
dam e con l'Ordo prophetarum 102 . Gli ingressi alia chiesa erano sempre funzionalmente dif- notevole ampiezza (necessariamente sorretti a meta da un pilastro detto trumeau), Ia cui Iu-
ferenziati e le immagini scolpite sono spesso in rapporto semantico con tali funzioni. Cio netta o "timpano" e scolpita con la figura del Rex gloriae, il Cristo, anzi il Cristo/Dio. Nel
vale anche a Modena peri tre portali del XII secolo. Quello meridionale e rivolto alia domus portale sud di Saint-Pierre a Moissac (1120-1130) si tratta infatti dell'Uno di Apocalisse 4- 145
vescovile e reca scolpite le figure degli Apostoli e le storie del santo vescovo titolare: Ge- 5 frail Tetramorfo degli Evangelisti e i 24 Vegliardi (cioe fra i 'Libri' della Parola divina:
miniano. E dunque Ia porta del vescovo. Quello settentrionale (detto della Pescheria) e ri- Nuovo e Antico Testamento) 109 . Sulla base di Apocalisse 4,1 ("Vidi ostium apertum in coe-
volto alia via Emilia, e reca scolpite le personificazioni dellavoro umano (i Mesi) e un epi- lo") abbiamo ache fare con una visione 'presente', e non futura, della corte celeste 110 , co-
sodio del ciclo arturiano (assalto a un castella per Ia liberazione di una dama). E dunque Ia me ancora nel portale centrale della cattedrale di Chartres. Vi si in ten de probabilmente af-
porta dei pellegrini e degli ordines laici ("chi lavora" e "chi combatte" per Ia Chiesa), e fermare il regno eterno di Cristo, o almeno quello posto fra prima e seconda Venuta, che e
consente il comodo accesso alia cripta, ove e deposto san Geminiano 103 . Quello principale anche il regno della Chiesa fondato sulla Parola divina, traducendo cosl Matteo 28, 16-20
ad occidente era probabilmente un portale della penitenza (sulla base dei numerosi am- ("Mi e stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i
monimenti al peccatore nelle lastre wiligelmiche), rna forse anche degli atti e riti pubblici popoli ... Ed ecco io so no con voi tutti i giorni fino all a fine dell' era"). Al santuario della
che coinvolgevano il vescovo. Maddalena di Vezelay (1120-1130), il portale al centro dei tre scolpiti esibisce l'impressio-
I vescovi talora amministravano Ia giustizia inter duos leones, cioe sotto il protiro anti- nante rappresentazione "sintetica" della Missione degli Apostoli!Pentecoste: messaggio
stante il portale (sorretto da Ieoni stilofori), oppure 'giudicavano' i penitenti. La penitenza 'ecumenico' di redenzione rivolto a tutte le genti della terra. Talvolta l'iconografia dei par-
era infatti un rito collettivo, e prevedeva Ia simbolica "cacciata di chiesa" ali'inizio della tali e piu direttamente in rapporto alia reliquia che ci si appresta a visitare, come nella por-
Quaresima e Ia "riconciliazione" il giovecfi santo. II portale della penitenza poteva cosl ta dei Conti del Saint-Sernin di Toulouse, nel portale nord di Saint-Benoit-sur-Loire e in
'sdoppiarsi': l'Adamsp/orte, identificato in quello settentrionale secondo il commento di molti port ali gotici 111 •
Gregorio Magno a Ezechiele, 40,20, era in alcuni casi differenziato da quello del ri-acco- Nell':xr secolo aveva pen) dominato in facciata il Cristo dell'Ascensione portato da due
glimento del penitente nel seno della chiesa!Chiesa (Gnadenp/orte) 104 • Nella chiesa 'peni- angeli, che nello stesso tempo era anche il Cristo parusiaco della seconda venuta, sulla ba-
tenziale' di San Lazzaro (secolo XII), presso Ia cattedrale di Autun, il Giudizio universale e se degli Atti degli Apostoli 1 ("verra nello stesso modo in cui sene e andato"): cosl negli ar-
scolpito dal grande Gislebertus nel timpano occidentale, mentre sull' architrave del portale chitravi di Saint-Genis-des-Fontaines (1019-1020) e Saint-Andn!-de-Sorede (dove inizia
143 nord Adamo ed Eva (l'unica superstite) strisciavano per terra sui gomiti come facevano i una 'programmazione iconografica' della facciata), fino ai timpani di Charlieu (circa 1100)
penitenti 105 . Nel santuario 'penitenziale' di San Pietro al monte di Civate il pellegrino en- e del portale Miegeville al Saint-Sernin a Toulouse (circa 1115) 112 • Ma gia a Beaulieu 146
142 trava da est, si dirigeva verso le reliquie degli apostoli Pietro e Paolo, poste nell' altare ad (1130-1140) appare il Cristo unicamente parusiaco, sotto il quale i morti stanno risorgen-
ovest, e usciva dal portale nord. Due pontefici romani (san Marcello e san Gregorio Ma- do al suono delle trombe degli angeli. II Giudizio Universale (in cui non possono mancare
141 gno) sono dipinti in atto di accogliere i peccatori- penitenti e non convertiti- nel vestibo- Ia separazione dei beati dai dannati e le 'citazioni' della citta celeste e delle pene infemali,
lo della chiesa 106 . Cosll'azione dell'accoglienza e materialmente rappresentata nelluogo sulla base di Matteo 25) e 'vicino' e si 'conclama' nei portali di Sainte-Poi a Conques, di 146
stesso in cui si presume debba avvenire realmente o idealmente. La chiesaledificio corri- Saint-Lazare a Autun e della cattedrale di Macon 113 (rna l'epoca romanica privilegio il Giu-
sponde alia Chiesalistituzione, e lo spazio virtuale rappresenta un prolungamento metalin- dizio dipinto in controfacciata). Infine, nelle facciate del Poitou raggiunge il culmine un
guistico di quello liturgico. L'immagine dichiara la funzione della frazione di spazio di cui 'programma' esteso ali'intera facciata. A Notre-Dame-la-Grande a Poitiers i portali sono 61
costituisce la quinta scenica. In qualche modo essa 'semantizza' lo spazio. Di tale dialettica sovrastati da un fregio che 'contiene' tutta la storia della salvezza, dal peccato dei progeni- .
fra spazio dipinto e spazio liturgico costituisce esempio non meno significativo la personi- tori alia Nativita di Cristo, mentre nel timpano superiore eopportunamente collocata l'A-
148 ficazione dell'Hora tercia (circa 1150) nella chiesa monastica di San Pietro a Salisburgo. scensione, alia q~ale assistono immobili i suoi Testimoni 114 . E Ia facciata ovest, in quanta
Rappresentata nel chorus minor come figura femminile che si affaccia attraverso una por- rivolta ali'esterno, la principale zona della chiesa iconograficamente programmata in rap-
ta107, raccomanda ai membri del coro puntualita di presenza ad un'ora chiave dell'ufficio. porto ai laici, centrata sull'idea del portale come configurazione di Cristo/Porta della Sal-
Sulla fondamentale funzione materiale e simbolico/rituale dei portali nelle chiese ro- vezza dischiusa ai fedeli 115 •
maniche e gotiche potrebbero essere scritte molte pagine. L'epigrafia e l'iconografia fomi- Un caso unico e, infine, la moltiplicazione dei portali scolpiti in un battistero: quello di
145 scono elementi preziosi. Peter Klein ha mostrato come il grande Cristo del portale sud di Parma, un vero 'museo' del "corpus antelamicum". Sauerlander ha evidenziato magistral-

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PAOLO PIVA
Lo 'SPAZIO LITIJRC;Jc:o': ARC:HITETI'URA, ARREDO, ICONOGRAFIA

mente come i tre portali siano progettati in rapporto alla rispettiva funzione: il portale
nord della Vergine e dell'Incarnazione (il piu vicino al duomo) era riservato al vescovo e al NOTE
clero; il portale opposto era probabilmente destinato ai candidati al battesimo, cui sono ri-
147 volte le rappresentazioni della Iunetta esterna (Leggenda di Barlaam, con il giovinetto sul- I La bibliografia utilizzata sara necessariamente assai ridotta in rapporto all'abbondante letteratu-
ra esistente sui rap porto fra arte/ architettura e liturgia, e dunque strettamente funzionale al testo.
1' albero che assapora i piaceri terreni rna e minacciato dalle potenze infernali) e intern a
Una ricca selezione bibliografica e ora disponibile inS. de Blaauw 1991; Heiliger Raum 1998; Kunst
(Presentazione di Cristo a! Tempio), che allude all'accoglienza del neofita nella comunita und Ltturgie im Mittelalter 2000; Art, Ceremonzal et liturgie au Moyen Age 2002; Avant-Nefs 2002;
cristiana; infine, il portale ovest (Seconda Parusia e risveglio dei morti come antefatti del The White Mantle a/Churches 2003.
Giudizio) alludeva al cimitero esterno ed era forse anche un portale dei fedeli 11 6. Conte- Krautheimer 1986; Duval1993, 1999; Deichmann 1993.
stualmente, la Ioro successione 'disegnava' la storia cristiana: tempo dell'lncarnazione - 3 Malmstrom 1975, p. 43 (per Ia 'stabilita' del modello basilicale fino a! VI secolo); Bauer 1999 (per
tempo della Chiesa - fine dei tempi. Pur neUe variabili iconografiche, questo e anche il gli annessi in contesto romano: cripte, cappelle, altari secondari);
4 Peri martyria, oltre a! classico Grabar 1943/1946, si veda: Deichmann 1993. Per Ia relazione
programma di base che connota la moltiplicazione eli portali (con funzioni pratiche e litur-
mausoleilbattisteri: Krautheimer 1942a (trad. it. 1993).
giche differenziate) neUe cattedrali gotiche di Francia (Sauerlander 1972). Gia nella faccia- Heitz 1980,] acobsen 1992.
77 ta ovest della cattedrale di Chartres (1145-1155) il portale sud e dedicate all'Incarnazione, 6 Malmstrom 1975, Piva 1976/77; Fernie 1984, 1987; Creissen 1999.
quello centrale al tempo della Chiesa (con il Cristo/Dio 'presente' di Apocalisse 4-5, la cui Binding 1998.
8 Per ogni argomento elencato si vedano rispettivamente: Mathews 1971; Mathews 1962; S. de
Parola, rappresentata dal Tetramorfo evangelico, e affidata alia missione degli Apostoli sot-
tostanti), quello nord all'Ascensione che prefigura ancora la Seconda Venuta. Piu tardi Blaauw 1994; Heitz 1974; Piva 1980; Werckmeister 1972; Brooks 1921; Heitz 1963; Konigson 1975.
9 Werckmeister 1972, Baschet 1991, Camus 1999.
78, 8o, 82, s5 (Parigi, portali del transetto di Chartres, Reims, Amiens) il tempo dell'Incarnazione verra 10 Autenrieth 1987,
p. 30.
tradotto in un portale della Vergine, il tempo della Chiesa sara 'storicizzato' nella narrazio- 11
Picard 1988.
ne biografica scolpita di un Santo locale, la fine dei tempi prefigurata nel portale del Giu- 12
Piva 1990b, 1996, 1998.
elizio. L'iconografia articolata e complessa del XIII secolo none pen) sempre organicamen- 13 Krautheimer 1942a
(trad. it. 1993).
14
te riferibile alia funzione dei portali, destinati ai fedeli e aile processioni rituali (facciata Grabar 1943/46, Krautheimer 1986.
15
ovest), ai canonici (portali eli un braccio del transetto, verso la domus canonicale), al vesco- Perle diverse tipologie cruciformi: Krautheimer 1986, Deichmann 1993.
16
vo (portali opposti, verso la domus vescovile). G. P. Brogiolo, G. Cantino Wataghin, S. Gelichi 1999.
17
ll dibattito sulle absidi opposte schiera posizioni diverse, anche assai polemiche: Duval1971/73,
Dibert 1978, Maloney 1980, Higgs 1994, Godoy Fernandez 1995, Duval 2000, Godoy Fernandez
2001, Duval2002. Perle absidi affiancate: Dimitrokallis 1976, Piva 2001a.
18
Hom 1973, Wohn- und Wirtscha/tsbauten 1996, Brenk 2000,2003.
19
Braunfels 1972, Legler 1989.
20
Per I' ormai ricchissima bibliografia relativa a! Westwerk e a Corvey, si veda lo status quaestionis
negli atti del convegno Carolingian Europe tenuto a Porec nel2001 ("Hortus Artium Medievalium",
8, 2002), soprattutto i saggi di J.-P. Caillet e Uwe Lobbedey; inoltre gli atti del convegno tenuto ad
Auxerre nel1999: Avant-ne/s 2002.
21
Krautheimer 1942b;Jacobsen 1999.
22
S. de Blaauw 1999; Bauer 1999.
23
Perle cripte carolinge: Taylor 1968;Jacobsen 1992, 1997; Sapin 1986, pp. 81-112; Sapin 2000,
pp. 181-301; Crook 2000.
24
Per l'architettura dell' eta ottoniana: Grodecki 1958; Le paysage monumental de Ia France 1987;
Vo"omanische Kirchenbauten 1990/1991; Caillet 2001; Otto I, Magdeburg und Europa 2001; The
White Mantle of Churches 2003.
25
Conant 1968.
26
Guillaume, de Volpiano et /'architecture des rotondes 1996 (con bib!.), anche per l'importante sca-
vo della chiesa di Fruttuaria ad opera di Luisella Pejrani Baricco; I.:architecture normande au Moyen
Age 1997.
27
Perle copie del Santo Sepolcro: Krautheimer 1942a; Untermann 1989, pp. 53-77; Piva 2000a.
Perla "Santa Maria rotonda": Krautheimer 1953; Untermann 1989, pp. 83-85. Perle copie di Aqui-
sgrana: Verbeek 1964, 1967; Untermann 1989, pp. 86-147.
28
Perle cripte: Magni 1979, Vo"omanische Kirchenbauten 1990/1991, Rosner 1991, Rutishauser
1993, Vergnolle 1994,. Per Dijon: Marino Malone 1980. Peril Santo Sepolcro di Milano e il San Fer-

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