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La prima testimonianza storica di un oggetto in grado di sollevarsi verticalmente

nell'aria grazie alla rotazione di un'elica risale alla Cina del V secolo a.C.: un
giocattolo costruito in leggerissimo legno di bambù e costituito da un'elica a due
pale collegata a un bastoncino che, fatto ruotare velocemente fra i palmi delle
mani o mediante la trazione di una cordicella, lo faceva levare in volo.[1] Questi
piccoli giocattoli, tuttora utilizzati anche in Giappone dove prendono il nome di
taketombo, arrivarono in Europa presumibilmente nel XV secolo, dal momento che
appaiono in alcuni dipinti a partire dal 1463.[2]

Circa vent'anni dopo Leonardo da Vinci, in un disegno del 1480 circa riportato nel
Codice Atlantico,[3] abbozza il progetto di una "vite aerea" che, nelle sue
intenzioni, avrebbe dovuto "avvitarsi" nell'aria sfruttandone la densità similmente
a quanto fa una vite che penetra nel legno. La macchina era immaginata come una
vite senza fine con una base del diametro di circa 5 metri, mossa dalla forza
muscolare di quattro uomini e costituita da una struttura di legno rivestita di una
tela di lino inamidato.[4] Non vi è tuttavia prova che Leonardo abbia
effettivamente costruito la macchina da lui immaginata che rimarrebbe, quindi, una
delle tante intuizioni teoriche della multiforme attività del celebre inventore[5]
o, piuttosto, l'anticipazione ante-litteram di un'elica aeronautica.[6]

Nel luglio 1754 l'inventore russo Michail Lomonosov mostrò all'Accademia russa
delle scienze un piccolo birotore in tandem potenziato da una molla e inteso come
mezzo per portare in quota strumenti meteorologici.[7] Nel 1783, appena un anno
dopo l'ascensione dei fratelli Montgolfier in pallone, il naturalista Christian de
Launoy, con l'aiuto del suo meccanico Bienvenu, realizzò e presentò all'Accademia
della Scienza di Parigi un giocattolo dimostrativo funzionante con due rotori
controrotanti realizzati con piume di tacchino mosse da un archetto elastico
metallico.[7][8][9] L'idea delle eliche controrotanti venne accettata come brevetto
per la prima volta nel 1859 in risposta alla richiesta dell'inglese Henry Bright,
cui fece seguito nel 1863 una simile registrazione di brevetti in Gran Bretagna e
Francia da parte del visconte Gustave Ponton d'Amecourt. Questo pioniere del volo
francese costruì un modello con un motore a vapore,[8] che però non fu in grado di
sollevarsi in volo durante l'esposizione aeronautica di Londra del 1868, ma la
validità del progetto si poté verificare quando volò una versione con i rotori
mossi da elastici.[10] D'Amecourt chiamò i suoi modelli "hélicoptères" ed è per
questo considerato l'inventore del termine.[7]

Nel 1877 l'ingegnere italiano Enrico Forlanini riuscì a far sollevare fino
all'altezza di circa 13 metri un modello di elicottero del peso di 3,5 kg con due
rotori bipala coassiali controrotanti utilizzando un motore a vapore alimentato da
una piccola caldaia portata ad alta pressione attraverso un fornello che costituiva
la base da cui il modello si involava e che restava a terra per non appesantirlo.

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