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APPRENDIMENTO

Ogni forma di apprendimento è legata ad un’esperienza e provoca un


cambiamento.  
Apprendimento: processo continuo basato sull’esperienza che si traduce
in un cambiamento relativamente stabile e duraturo nel comportamento di
un organismo (o in un comportamento potenziale). È un meccanismo
fondamentale per l’acquisizione di conoscenze sul mondo sia piacevoli che
sgradevoli.
Esso può avvenire soltanto attraverso l’esperienza e ci sono due fasi:
1. Fase di raccolta d’informazione : processo legato alla nostra
memoria.
2. Fase d’azione : momento in cui verifichiamo se effettivamente
abbiamo appreso ciò che volevamo apprendere. 
I cambiamenti duraturi nel comportamento, quindi le forme di
apprendimento, riguardano una certa pratica che si mantiene allenata e si
possono mettere in atto soltanto dopo un processo di maturazione
biologica dell’individuo(tappe evolutive).
I cambiamenti possono essere valutati attraverso l’osservazione di un
risultato( es: andare in bicicletta, passare un esame) ossia della prestazione
del soggetto . La prestazione è un comportamento osservabile quindi
misurabile legato alla forma di apprendimento.
Ci sono apprendimenti non osservabili direttamente chiamati
apprendimenti potenziali, so di avere quella determinata conoscenza,
anche se non è osservabile, quindi la prestazione non è detto che equivalga
a ciò che ha appreso il soggetto.
Alcuni comportamenti possono essere  osservati direttamente ad
esempio attraverso l’osservazione di cambiamenti neuronali, plasticità
neuronali: sinapsi che si modificano con l’esperienza.  Infatti
l’apprendimento/l’esperienza/il cambiamento ha un riscontro biologico sul
nostro cervello.
Prima che ci fosse un processo di apprendimento si aveva l’attivazione in
una piccola area, dopo la fase di allenamento , i soggetti hanno riprovato a
discriminare dei toni e hanno ottenuto come risultato il miglioramento
della loro prestazione e un cambiamento neuronale. Nella fase post-
allenamento le attivazioni sono aumentate rispetto a prima. Quindi quando
vi è un apprendimento direttamente o indirettamente osservabile vi è
sempre un cambiamento a livello comportamentale e neurologico.
L’apprendimento è un cambiamento duraturo e un processo continuo in
quanto per definirsi appreso un comportamento deve mantenersi costante
nel tempo. Inoltre esso è intrinseco all’esperienza degli esseri umani che
riescono ad apprendere sempre in qualsiasi condizione ( a volte anche in
modo inconsapevole ). 
Legato al concetto di apprendimento c’è quello di abituazione:
diminuzione della risposta comportamentale (emotiva) in seguito alla
ripetuta presentazione dello stimolo. Essa aiuta a concentrare la propria
attenzione a eventi nuovi presenti nell’ambiente e quindi ad apprendere
qualcosa di nuovo perché si riduce lo sforzo impiegato per stimoli già
incontrati.
Un fenomeno opposto a questo è la sensibilizzazione ovvero mano a mano
che siamo stimolati da un determinato stimolo negativo o doloroso la
nostra risposta comportamentale aumenta. 
Sono entrambi due concetti connessi all’apprendimento, ma solitamente
l’abituazione è data quando incontriamo uno stimolo positivo, mentre la
sensibilizzazione è dovuta ad un’esperienza negativa. Pertanto se
incontriamo uno stimolo negativo e la nostra risposta emotiva aumenta,
l’organismo si allontana da esso , è quindi una forma di protezione che
mettiamo in atto.
APPRENDIMENTO ASSOCIATIVO
L’apprendimento nasce dall’associazione di eventi o stimoli esterni e in
questi casi è misurato come variazione delle risposte comportamentali
dopo una determinata esperienza. Per il primo motivo questo tipo di
apprendimento viene chiamato apprendimento associativo.
Esistono due tipo di apprendimento associativo:
1. Condizionamento classico il quale associa uno stimolo o un evento
positivo o negativo.
2. Condizionamento operante che vede l’apprendimento come un
comportamento attivo per ottenere qualcosa di gradevole o evitare
qualcosa di sgradevole.

CONDIZIONAMENTO CLASSICO
È una forma di apprendimento in cui uno stimolo(evento) predice il
verificarsi di un secondo evento(evento). 
Processo per cui un organismo impara ad associare due stimoli in
modo tale che l’uno venga a suscitare una reazione che in origine
veniva suscitata solo dall’altro . Dopo l’apprendimento , il primo stimolo
, neutro all’inizio , automaticamente suscita la stessa reazione del secondo
stimolo. In questo tipo di apprendimento l’animale è fermo ed è in grado di
rilevare le associazioni temporali di venti(co-occorenze).
I primi esperimenti sul condizionamento classico sono stati eseguiti da
Pavlov all’inizio del 900 e ottiene il premio Nobel nel 1904.  Pavlov è un
fisiologo che studia la fisiologia della digestione e soprattutto la reazione
di salivazione prodotta dalla presentazione di cibo. La reazione di
salivazione non si produce tuttavia solo al momento della presentazione
del cibo. In molti casi la precede e il cane inizia a salivare già nel momento
in cui viene imbrigliato ,quindi prima di essere nutrito. In realtà la
salivazione compariva anche alla sola vista dell’assistente che precedeva
con regolarità la comparsa del cibo . Quindi Pavlov osserva che
l’apprendimento avrebbe potuto essere l’esito di associazione fra due
eventi. 
Alcuni stimoli(stimolo incondizionato), come il cibo, producono
automaticamente un tipo di reazione(risposta incondizionata) . Altri
stimoli(campanello), neutri, non producono reazioni. Tutte le volte che
presento il cibo , faccio precedere un determinato suono(stimolo
condizionato) e il cane saliva.  Dopo una fase in cui il cibo(stimolo
incondizionato) è sempre abbinato ad un suono , presentiamo al cane il
suono e ciò che si osserva è che il cane inizia a salivare tutte le volte che
sente il suono anche senza che ci sia il cibo. Il suono diventa uno stimolo
condizionato e i cane ha una risposta condizionata. Essa è tale perché si è
presentata in risposta ad uno stimolo precedentemente condizionato.

         
Quindi le caratteristiche di base del condizionamento classico sono:
 Prima del condizionamento , lo stimolo incondizionato attiva la
risposta incondizionata.
 Uno stimolo neutro non ha nessuna capacità d’ attivazione.
 Durante il condizionamento , lo stimolo neutro è abbinato con lo
stimolo incondizionato e attraverso questa associazione diventa uno
stimolo condizionato e attiva una risposta condizionata che è simile
alla risposta incondizionata. 
Durante la fase di acquisizione (da stimolo neutro a condizionato) la forza
della risposta condizionata aumenta rapidamente. Durante l’estinzione
quando lo stimolo incondizionato non è più connesso con lo stimolo
condizionato, la forza della risposta condizionata scende a zero. La
risposta condizionata potrebbe comparire dopo un breve periodo a riposo,
anche in assenza di stimolo incondizionato. La ricomparsa della risposta
condizionata è chiamata recupero spontaneo. Solitamente un
apprendimento per essere tale è duraturo e continuativo, perciò anche dopo
una fase di ‘’non allenamento’’ rimane una traccia di esso. 
                  
Le condizioni necessarie per l’attivazione del condizionamento classico
sono: 
1. Stimolo condizionato e stimolo incondizionato devono presentarsi
ravvicinati quindi temporalmente contigui.
2. Stimolo condizionato deve essere un predittore affidabile ossia
deve apparire sempre. 
3. Lo stimolo condizionato deve essere informativo rispetto
all’ambiente e deve risaltare quindi essere più intenso rispetto ad altri
stimoli (salienza dello stimolo).
Il condizionamento classico è più complesso di quello postulato
inizialmente da Pavlov in quanto uno stimolo neutro per diventare un
effettivo stimolo condizionato deve essere contingente, affidabile ed
informativo.
Assieme al concetto di condizionamento classico ci sono due 
caratteristiche generalizzazione e discriminazione, che sono due aspetti
dello stesso fenomeno e riguardano la forza della risposta
condizionata. 
Immaginate di utilizzare un suono di 1000HZ nella fase di
condizionamento . Successivamente se nella fase di test utilizzate stimoli
condizionati simili, per esempio suoni di altezze maggiori o minori,
ottenete comunque una risposta , ma non altrettanto forte come quella che
avreste ottenuto utilizzando lo stimolo condizionato originale. 
Generalizzazione è un processo per cui la risposta condizionata si estende
a stimoli simili a quello utilizzato durante la fase di acquisizione 
Discriminazione la capacità che l’organismo dimostra di distinguere tra
stimoli simili , ma distinti . Essa può essere inferita dalla modulazione
della forza della risposta condizionata.
Abbinati al concetto di condizionamento classico c’è quello di paura
condizionata ovvero Watson , qualche anno più tardi di Pavlov, riteneva
che alcune forme di paura potevano essere apprese come accadeva per le
forme di apprendimento associativo. Per verificare ciò sono stati fatti
esperimenti su un bambino: caso del piccolo Albert. Egli ha studiato
come per attivare alcune paure si poteva utilizzare la stessa procedura
messa in atto da Pavlov sulla base della salivazione.
 Watson sottopose Albert ad una serie di prove. Inizialmente gli vengono
presentati diversi animali e oggetti: ratto bianco, un coniglio e diverse
maschere. Albert non mostrava paura, era anzi incuriosito dagli oggetti.
Un giorno tuttavia Watson colpì inaspettatamente una barra di acciaio
producendo un forte rumore (stimolo incondizionato)che provoca nel
piccolo una reazione di paura e pianto(risposta incondizionata). Durante la
fase di acquisizione Watson utilizza questo stimolo per condizionare la
risposta di Albert associata alla visione del ratto bianco(stimolo neutro
inizialmente che poi diventa stimolo condizionato) o del coniglio. Al
termine Albert inizia ad avere paura(risposta condizionata) di stimoli
simili al ratto. Questo dimostra come certe paure possono essere
condizionate dall’altro come alcuni tipi di paura possono essere
generalizzati ad altri stimoli.

CONDIZIONAMENTO OPERANTE
Anche Thorndike era interessato a capire come i gatti provavano a
risolvere piccoli problemi perciò inventa la gabbia dei problemi di
Thorndike(1898). Il cibo veniva piazzato appena fuori dalla gabbia dove
il gatto poteva vederlo. Se il gatto faceva scattare la leva giusta, la porta si
apriva. I gatti di Thorndike mostravano inizialmente un comportamento
per tentativi ed errori per risolvere il problema fino a quando con il tempo
scoprivano la soluzione. Una volta capito ,per caso, qual era il
comportamento più efficace , cessavano i comportamenti inefficaci . 
Thorndike chiama legge dell’effetto il fatto che una risposta seguita da
esisti soddisfacenti diventi più probabile , mentre una risposta seguita da
conseguenze spiacevoli diventi meno possibile. Si parla di connessione
stimolo-risposta (S-R) ovvero la relazione tra il comportamento e le sue
conseguenze. Apprendimento si riconduce a una catena causale di stimoli
esterni e risposte osservabili e misurabili.
Questa tipologia di approccio allo studio dell’apprendimento piace molto a
Skinner, il quale intorno agli anni 50/60, inizia anche lui a teorizzare che i
comportamenti appresi potevano essere rafforzati o ridotti in quanto un
organismo riesce a discriminare le strategie efficaci oppure inefficaci. Egli
idea un programma di ricerca che si basa sul fatto che alcune variazioni
influenzano la probabilità che un determinano comportamento si verifichi.
Questa procedura è chiamata condizionamento operante. 
Tutti gli autori citati fanno parte del comportamentismo infatti studiano il
comportamento in base al quale sappiamo se il soggetto ha appreso. 
Il condizionamento operante si basa sulla manipolazione delle
conseguenze di un determinato comportamento al fine di ottenere un
comportamento desiderato. In questo tipo di apprendimento quindi
l’animale agisce nel suo ambiente e rileva in modo automatico delle
associazioni temporali di eventi dove il primo evento è qualcosa che
l’animale fa nell’ambiente a cui segue un effetto e qualora quest’azione si
ripete nel tempo genera apprendimento.
Per potare avanti il suo programma Skinner ideò la Skinner box che
permette di studiare le variabili che portano i ratti al comportamento
corretto (leva per ottenere cibo). In realtà a differenza della scatola di
Thorndike , questa mangiatoia poteva essere manipolata(ricevere o no il
cibo) riuscendo così a rafforzare un tipo di comportamento che si voleva
enfatizzare. Infatti il condizionamento operante si basa sul meccanismo
del rinforzo. Esso è un qualunque stimolo che , somministrato in modo
contingente a una risposta, aumenti la probabilità che quella risposta si
verifichi di nuovo. C’è il rinforzo positivo che si verifica quando un
comportamento è seguito dalla presentazione di uno stimolo positivo
aumentando così la probabilità di quel comportamento. Mentre il rinforzo
negativo si verifica quando un comportamento è seguito dalla rimozione
di uno stimolo avversivo aumentando così la probabilità che quel
comportamento non si presenti. 
Oltre ai rinforzi, una tecnica che porta alla diminuzione della probabilità
che una risposta si verifichi è la punizione. Esiste la punizione positiva
perché aggiungiamo qualcosa al comportamento. Un comportamento è
seguito dalla somministrazione di uno stimolo spiacevole (dare uno
stimolo doloroso come una scossa elettrica). Invece si dice punizione
negativa , perché togliamo qualche stimolo. Un comportamento è seguito
dalla rimozione di uno stimolo piacevole (togliere la paghetta).

RINFORZI
Ogni apprendimento può avvenire in contesti diversi. Il comportamento
è controllato dall’ambiente attraverso rinforzi e punizioni. Alcuni
comportamenti sembrano presentarsi quando c’è un stimolo discriminante.
Gli stimoli discriminanti sono una sorta di predittori di un determinato
rinforzo o punizione pertanto ci segnalano se un determinato
comportamento produrrà un rinforzo positivo o negativo. Un esempio è la
nostra segnaletica stradale. 
Skinner introduce il concetto di contingenza a tre termini per spiegare
come avviene una forma di apprendimento. Egli sostiene che un
apprendimento è composto da una sequenza di stimoli discriminativi che ci
informano sul comportamento adatto da seguire, il comportamento vero e
proprio è la risposta che mettiamo in atto. In questo modo secondo l’autore
si può spiegare la maggior parte dei comportamenti umani.  
\S’individuano due tipologie di rinforzi :
 I rinforzi primari che hanno proprietà biologicamente determinate.
 I rinforzi secondari i quali sono neutri e si associano ai rinforzi
primari.
Secondo Skinner ogni attività può fungere da rinforzo se associato ad un
rinforzo primario. Un comportamento se esibito con maggiore frequenza
può essere utilizzato per rinforzare comportamenti che vengono esibiti con
minore frequenza: un ‘attività preferita può essere utilizzata per rinforzare
positivamente un’altra attività.
Nel corso dei suoi esperimenti Skinner si rese conto che per produrre un
condizionamento operante non era necessario somministrare un rinforzo
ogni volta che il ratto abbassava la leva, ma poteva essere somministrato
ad intervalli perciò ideò quelli che si chiamano schemi a intermittenza:
schemi intermittenti in modo diverso, seguiti da forme di rinforzo perciò
non stabili e uguali. Egli individua quattro forme di schemi di rinforzo che
possono portare a comportamenti appropriati: 
1. Schema a rapporto fisso(RF): il rinforzo è somministrato dopo che
l’organismo ha prodotto un certo numero di risposte . Se viene dato
ad ogni risposta si chiama RF-1 , mentre ad ogni due RF-2.Questi
rapporti producono tassi di risposta molto alti perché esiste una
correlazione diretta tra risposta e rinforzo. 
2. Schema a rapporto variabile(RV): il rinforzo è somministrato in
seguito alla prima risposta dopo un numero variabile di risposte la
cui media è prestabilita a priori. Ad esempio se abbiamo uno RV-10
vuol dire che il rinforzo è erogato ogni 10 risposte. Questo tipo di
schema sembra produrre un tasso di risposte più alto ed è più
resistenze all’estinzione quando vogliamo ridurre un comportamento
perché mano a mano si possono portare i valori verso un valore più
alto (da RV-5 A RV-20)( nel gioco d’azzardo è presente questo
schema , in quanto inizialmente si hanno vincite facili e piano piano
queste diventano più rare e difficili mano a mano che la posta in
gioco si alza. Proprio perché tale meccanismo è difficile da
estinguere il soggetto diventa ‘’dipendente’’)
3. Schema a intervallo fisso(F): il rinforzo è somministrato in seguito
alla prima risposta , ma viene poi fornito dopo un intervallo di tempo
costante e prestabilito. Ad esempio un            IF-10 ,il soggetto dopo
aver ricevuto un rinforzo deve attendere 10 secondi prima che
un’altra risposta sia rinforzata . Subito dopo ogni risposta rinforzata,
il soggetto rende meno , ma migliora all’avvicinarsi del rinforzo
successivo(nel basket i giocatori tendono ad avere prestazioni
migliori verso la fine dei tempi di gioco). 
4. Schema a intervallo variabile(IV): il rinforzo è somministrato in
seguito alla prima risposta, ma viene fornito dopo un numero
variabile di risposte la cui media è prestabilita. Ad esempio in uno
schema IV-20 vuol dire che mediamente i rinforzi vengono forniti
ogni 20 secondi. Questo tipo di approccio genera un tasso di risposta
moderato , ma costante e l’estensione è più graduale e più lento
rispetto a uno schema IF(es: prof che fa delle verifiche a sorpresa=
l’alunno impreparato nelle occasioni successive sarà sempre più
pronto in quanto non si sa quando si presenterà nuovamente il
rinforzo). 
Nella vita quotidiana abbiamo alcuni comportamenti che vengono 
perpetuati anche se non si ha la certezza del rinforzo . Essi sono i
comportamenti superstiziosi . Skinner indaga questi comportamenti
attraverso un esperimento con i piccioni: dava del cibo ai piccioni ogni 15
secondi , dopo un po’ osserva che questi piccioni sviluppano una sorta di
modello di risposta come se pensassero che quel tipo di modello portasse
ad avere cibo. Questo lo porta a formulare alcune teorie su come funziona
il comportamento superstizioso ossia la prima volta che riceviamo un
determinato rinforzo lo colleghiamo a un determinato comportamento e a
partire da quel momento si pensa che il comportamento venga sempre
rinforzato pertanto il soggetto presterà maggiore attenzione
all’associazione comportamento e rinforzo ( maglietta rossa= esame
superato con un buon voto , quindi indosso la maglietta rossa a tutti gli
esami).
ALTRE FORME DI APPRENDIMENTO
Molti autori sostengono che l’apprendimento associativo sia limitato ,
meccanicistico e riduttivo in quanto si basa solo sul rapporto S-R perciò
non prevede un ruolo attivo dell’organismo . Pertanto emergono nuove
teorie e approcci sperimentali per studiare l’apprendimento.
IMPRINTING
I teorici che lo hanno messo più in discussione sono di un apprendimento
più di tipo cognitivo. Secondo i teorici dell’imprinting l’apprendimento è
un fenomeno sociale basato sull’interazione tra due o più persone.
L’imprinting, tradotto dall’inglese impronta , è un concetto che è stato
introdotto da Lorenz nel 1935, il quale lo definisce come apprendimento
precoce da parte di animali appena nati che dimostrano una reazione
d’inseguimento verso il primo oggetto mobile che vedono o sentono. Si
crea in questo modo un legame sociale, un legame di attaccamento con la
prima figura mobile di riferimento che incontrano nelle prime ore di  vita.
Diversamente dal condizionamento classico che ritiene che
l’apprendimento si basi sul meccanismo dei rinforzi, in questo caso invece
la base è l’interazione tra due soggetti. È un apprendimento innato ,
predisposto geneticamente, ma che funziona soltanto in un determinato
periodo critico ossia circoscritto alle prime fasi di sviluppo del neonato.
Grazie  all’interazione neonato-adulto quest’ultimo fissa una memoria
stabile delle caratteristiche visive dell’ individuo da cui verrà allevato e
che diventerà di conseguenza la sua figura di riferimento. 
L’etologo Konrad Lorenz si è occupato di come si forma l’attaccamento
in specie animali non così vicine all’uomo, anche se alcuni aspetti di
attaccamento tra madre e figlio scoperti da Lorenz sono rintracciabili nella
specie umana. Egli ha studiato le oche selvatiche e ha voluto vedere sulle
basi di quali caratteristiche si sviluppa l’attaccamento tra i pulcini e la
madre. Nei suoi esperimenti ha provato a cambiare le uova in diversi nidi e
non ha notato nessuna differenza nell’attaccamento alla madre. Quindi non
ci sono differenze sebbene la madre non sia biologica. La cosa che ha
fatto successivamente è stata vedere se dopo la schiusa delle uova si ha
l’imprinting , che si manifesta con il pulcino che sta vicino alla madre
assicurandosi la sopravvivenza, e in seguito si è chiesto se i due animali
dovessero essere della stessa specie . Lorenz quindi si è sostituito alla
madre biologica al momento della schiusa e i neonati gli andavano dietro.
Se succede ciò nelle prime 48h di vita, al momento della schiusa, Lorenz
ha potuto osservare come non è necessario che sia la madre biologica e
nemmeno un essere vivente. Egli infatti ha sostituito a se stesso un robot
e i piccoli lo seguivano. Ha concluso quindi che l’imprinting si sviluppa
se la figura di riferimento è più grande dei pulcini ed in movimento.
Questo attaccamento diventa irreversibile nel periodo della crescita
fino all’indipendenza del pulcino. È un meccanismo che permette ai
piccoli di ogni specie di sopravvivere stando attaccati alla madre. Ciò è
la base per sviluppare altri comportamenti come nuotare. L’imprinting
quindi è una forma di apprendimento biologicamente predeterminato,
ma interagisce con fattori ambientali.
Vallortigara e colleghi nel 1998 hanno criticato la tesi di Lorenz
sostenendo che il periodo di imprinting non sia così rapido e irreversibile.
Hanno quindi elaborato il concetto di periodo sensibile, per indicare un
periodo più lungo in cui le influenze ambientali sono più efficaci per
l’apprendimento di conoscenze e di abilità.

APPRENDIMENTO PER INSIGHT


I teorici cognitivisti hanno criticato l’apprendimento comportamentista
perché sembrava che questo tipo di approccio non studiasse i veri
comportamenti ,quelli spontanei, ma impiegassero situazioni particolari
create in laboratorio che nella vita quotidiana non si verificavano e in cui
erano più complesse. Infatti secondo l’approccio cognitivista ,
l’apprendimento non consiste in cambiamenti comportamentali con
rinforzi e punizioni, ma nella capacità di formarsi delle
rappresentazioni mentali (mappe=pensieri su come agire in futuro) del
mondo e utilizzarle per operare sul mondo reale.  
Uno dei primi ideatori di approccio di tipo cognitivo è stato Kohler,
psicologo che fece alcuni esperimenti sui primati per indagare come i
processi mentali influenzano l’apprendimento. 
Gli scimpanzé venivano messi in una stanza e dovevano trovare delle
soluzioni per poter raggiungere il cibo appeso al soffitto della stanza. In
essa erano presenti anche delle casse di legno. Egli nota come gli
scimpanzé non procedono per tentativi ed errori , ma arrivavano a risolvere
il problema tramite intuizioni improvvise : insight. Ciò dimostra che si
può apprendere non soltanto utilizzando meccanicamente risposte
condizionate , ma anche attraverso insight ovvero mediante una
riorganizzazione della propria percezione dei problemi(quindi un processo
più mentale che comportamentale)(vedi sotto).
Tolman a seguito degli esperimenti di Kolher , esegue una serie di
esperimenti sulla capacità dei ratti nell’esplorare un labirinto. Egli si
accorge che i ratti riuscivano ad esplorare il labirinto come se seguissero
una mappa mentale , sebbene la scelta del percorso che finora avevano
compiuto non era stata precedentemente rinforzata. Ad esempio spesso
sceglievano la deviazione più breve quando incontravano un ostacolo
senza provare per tentativi ed errori. Così Tolman elabora il concetto di
mappa cognitiva ovvero la generazione di un’immagine mentale che un
organismo sa per muoversi all’interno di un ambiente familiare. Questo
psicologo per smentire le teorie comportamentiste ha eseguito diversi
esperimenti , in uno in particolare ha diviso i ratti in tre gruppi: 
 Gruppo 1: i ratti non ricevevano alcun rinforzo quando trovavano la
soluzione perciò si aveva una debole riduzione degli errori nel
tempo.
 Gruppo 2: i ratti ricevevano un rinforzo all’uscite pertanto si
osservava una rapida riduzione degli errori nel tempo.
 Gruppo 3: per 10 giorni non ricevevano nessun rinforzo .
All’undicesimo giorno invece si. I soggetti commettevano molti
errori per 10 giorni, ma si registrava una drastica riduzione degli
errori dopo l’undicesimo giorno. Quindi il terzo gruppo ha
dimostrato che il loro comportamento era analogo ai ratti del primo
gruppo , dopo l’undicesimo a quelli del secondo. Con questo
esperimento Tolman dimostra come i ratti sono riusciti ad apprendere
qualcosa anche senza rinforzi e punizioni, quindi condizionamenti,
elabora quindi il concetto di apprendimento latente: nonostante
l’assenza di rinforzi , i ratti impararono a muoversi nel labirinto con
la sola esposizione(vedi anche sotto). 

APPRENDIMENTO SITUATO
Esiste un altro tipo di approccio chiamato apprendimento situato che si
concentra sulle abilità mentali del soggetto che sta apprendendo, ma
contestualizza l’apprendimento come qualcosa che avviene in un contesto
fisico e relazionale, ad esempio in cui docente e studente sono entrambi
protagonisti e necessariamente interdipendenti. Questo approccio teorico
afferma che l’apprendimento è sempre legato a una specifica situazione e
contesto e viene studiato come un processo dinamico dove tutti i
partecipanti sono membri attivi, quindi diviene un’esperienza
individualizzata e socializzata. 
Connesso a questo concetto c’è quello di conoscenza tacita la quale è il
risultato di un apprendimento latente (attraverso delle mappe cognitive che
emerge al bisogno e non basata sui rinforzi) ovvero una conoscenza
implicita , non facile da verbalizzare e condividere con gli altri, ma nel
momento in cui si mette in pratica si riesce a dimostrare che si ha quella
determinata conoscenza. Si tratta di una conoscenza ‘’in pratica’’’ che si
crea con l’esperienza. Ad esempio un soggetto che ha imparato ad andare
in biciletta, egli riesce ad andare in bicicletta senza verbalizzare questo
tipo di apprendimento.  
Un altro tipo di concetto legato al primo è quello di apprendimento
riflessivo . Esso permette agli individui di riflettere e mettere in
discussione quanto appreso senza che il soggetto riproduca in modo
automatico gli schemi appresi. 
Ciò si avvicina molto alla partecipazione guidata che implica una
distinzione tra esperto e studente , la quale però è anche vista come una
strutturazione reciproca dell’attività di apprendimento , quindi un
procedimento attivo e partecipe che modifica entrambe i protagonisti.
Questo approccio favorisce un adattamento reciproco.  
Questi concetti eliminano l’idea di un apprendimento basato su rinforzi e
punizioni , ma mette più al centro da parte delle teorie cognitiviste
elaborazioni mentali/rappresentazioni mentali che il soggetto mette in atto
non del tutto automaticamente, ma è anche enfatizzato il ruolo attivo-
sociale dell’insegnate e dello studente. 

APPRENDIMENTO ESPLICITO ED IMPLICITO


Per capire come sono state scoperte e si differenziano queste due tipologie
di apprendimento è necessario parlare del paziente HM. A seguito di
un’operazione che portò alla rimozione di parte del cervello , HM sviluppò
una grave amnesia(perdita di memoria) . Questo paziente non si ricordava
cosa aveva fatto qualche minuto prima, ma riusciva ad apprendere abilità
motorie nuove. 
APPRENDIMENTO ESPLICITO
L’apprendimento di nuovi compiti necessita spesso da parte dell’individuo
consapevolezza. 
Esso si divide in:
 Apprendimento esplicito verbale o dichiarativo s’intende quel tipo
di apprendimento in cui vengono acquisite nuove regole o contenuti
verbali o dati autobiografici (ad esempio: imparare a memoria una
poesia).
 Apprendimento esplicito non verbale e/o spaziale è l’acquisizione
d’informazioni che possono essere espresse verbalmente, ma hanno
un contenuto non verbale (ad esempio: dare indicazioni stradali
quindi informazioni spaziali).
La velocità di questo apprendimento dipende dalla finalità di
quell’apprendimento(esempio: imparare numero di telefono).

APPRENDIMENTO IMPLICITO
È un apprendimento che non è cosciente. Spesso è chiamato anche
procedurale ovvero mettere in atto una serie di attività motorie senza
verbalizzarle. 
Esso si divide in:
 Apprendimento associativo che è legato ai concetti di
condizionamento classico(stimoli condizionati e incondizionati) e
operante( stimolo – rinforzo). 
 Apprendimento non associativo è un tipo di comportamento
conseguente ad una stimolazione ripetuta di uno più stimoli tra cui
non deve esserci alcun legame spaziale o temporale. Alcuni esempi
sono il fenomeno dell’abituazione (riduzione di risposta a stimoli
ripetuti non nocivi) e quello della sensibilizzazione( aumento di
risposta a stimoli ripetuti nocivi). Esse hanno una spiegazione di tipo
evoluzionistico, la prima mi permette di non concentrarmi su stimoli
non rilevanti/nocivi, ma su altri che hanno maggiore importanza e la
seconda invece ha l’effetto contrario.
L’apprendimento implicito si divide anche esso in verbale e non verbale,
ma essendo non consapevole le informazioni sono verbalizzate in modo
diverso dall’apprendimento esplicito. 
 Esempi di apprendimento implicito verbale: l’apprendimento di
una sequenza di stimoli verbali oppure l’effetto priming o
facilitazione diretta. Esso è un tipo di stimolazione che precede
quella vera e propria e ha un effetto di facilitazione rispetto ad un
determinato compito.
 Esempi di apprendimento implicito non verbale: l’apprendimento
di abilità motorie o di una sequenza di stimoli non verbali.
L’apprendimento richiede la partecipazione di aree corticali diverse del
cervello. Quando parliamo di apprendimento esplicito non è sufficiente
l’attivazione di aree corticali superiori che sono quelle solitamente
riconosciute per  tutte le attività coscienti , ma sono anche coinvolte le
aree sottocorticali che fanno parte della regione temporale mediale
soprattutto le aree del sistema limbico come l’ippocampo e l’amigdala . 
Un esperimento famoso su questo tipo di apprendimento è il test
dell’accoppiamento ritardato degli stimoli non ricorrenti. In ogni prova
del test si presenta all’animale un oggetto come un cubo sotto il quale è
possibile trovare del cibo. Dopo un intervallo variabile si mostra
all’animale di nuovo lo stimolo iniziale insieme a un oggetto nuovo. Il
compito è quello di identificare l’oggetto nuovo. L’animale deve ricordare
il primo stimolo per poter scegliere lo stimolo nuovo . In ogni prova si
mostrano sempre stimoli nuovi. Quello che è stato visto è che se
l’intervallo è a pochi minuti, animali normali addestrato sono in grado di
risolvere il compito nel 90%  dei casi. Invece se l’animale ha una lesione
temporale mediale bilaterale si comporta correttamente solo se l’intervallo
è di pochi secondi, altrimenti la sua prestazione diventa assolutamente
causale.  L’ippocampo e l’amigdala sono quindi due aree fondamentali per
poter discriminare gli stimoli nuovi da quelli passati.
Un altro test utilizzato per testare l’apprendimento esplicito è il test
dell’acqua di Morris. In questo esperimento un topo è posto in una piccola
vasca piena di un liquido. La vasca contiene una piattaforma di uscita
nascosta pochi millimetri sotto al pelo dell’acqua. Alcuni punti di
riferimento visivi , come ad esempio delle forme colorate, sono poste
attorno alla vasca in modo che si possa orientare. Quando viene rilasciato,
l’animale ruota nella vasca in cerca di un’uscita , mentre vengono registrati
diversi parametri come il tempo passato in ogni quadrante della piscina.
Nelle ripetizioni successive dell’esperimento il topo è in grado di
localizzare la piattaforma in un tempo progressivamente più breve. Il
miglioramento della performance è dovuto al fatto che il topo ha imparato
dove si trova la piattaforma di uscita. Dopo un numero sufficiente di
ripetizioni dell’esperimento , un topo normale è in grado di nuotare
direttamente da ogni punto di rilascio della piattaforma. L’animale con
lesione nell’ippocampo non è in grado di apprendere la localizzazione
della via d’uscita.
Un altro test utilizzato per indagare l’apprendimento esplicito è il test del
labirinto radiale di Olton e Samuelson che consiste in otto braccia
equidistanziate che si irradiano da una piccola piattaforma circolare
centrale. La progettazione del labirinto assicura che, dopo aver controllato
in ognuno dei bracci laterali , il ratto è sempre costretto a tornare alla
piattaforma centrale prima di effettuare un’altra scelta. Il risultato è che il
soggetto ha sempre otto possibili opzioni tra le quali scegliere. I ricercatori
scoprirono che i ratti hanno un’eccellente memoria , quindi dopo aver
individuato il braccio dov’è il cibo, nell’88% la scelta corretta. Gli animali
con lesione nelle strutture ippocampali fanno molti errori, ma anche coloro
che hanno lesioni alla corteccia parietale erano incapaci di esplorare la
vasca e scoprire la localizzazione della piattaforma. Anche la corteccia
prefrontale è coinvolta nei processi di apprendimento : lesioni a queste
aree producono comportamenti perseveranti , cioè l’animale non riesce a
cambiare strategia, che a sua volta impediscono qualsiasi forma di
apprendimento.
Le aree che sottostanno all’apprendimento esplicito quindi di cui non
abbiamo consapevolezza nelle aree corticali sono il nucleo striato
composto principalmente da nucleo caudato e putamen , oltre a ciò
un’area sottocorticale fondamentale è il cervelletto. Quest’ultimo si
attiverebbe maggiormente nelle fasi iniziali di acquisizione
dell’informazione , lo striato in quelle successive.
Nell’ esperimento con labirinto a T l’animale viene sottoposto
all’estremità di un braccio e lasciato libero di raggiungere il centro del
braccio e di andare a destra o sinistra per trovare il cibo. Dopo qualche
tentativo, l’animale apprende dove si trova il cibo(destra).In una seconda
fase, il cibo viene spostato in un altro braccio e quindi l’animale deve
mettere in atto una nuova procedura. Invece l’animale con lesione al
nucleo striato se lesionati prima di essere sottoposti all’esperimento ,
riescono in entrambi le due fasi dell’esperimento(lo striato non serve per
questo compito associativo) ; mentre se lesionati dopo la prima fase, questi
animali trovano nella seconda fase difficoltà perché non riescono a
cambiare strategia(flessibilità del comportamento).Quindi continueranno a
seguire il cibo a destra anche se quest’ultimo non è più lì. 
Lo striato ha forte connessioni con aree corticali motorie superiori,
quelle prefrontali , le quali sono aree fondamentali per la  pianificazione
di un’azione. Di conseguenza attraverso queste connessioni , lo striato
assume un ruolo importante nella pianificazione procedura(processo
mentale). Ad esempio nei videogiochi ci viene chiesto per un gioco di
schiacciare un tasto del joystick , mentre per un altro un altro tasto. Un
comportamento semplice , ma che per essere realizzato ha bisogno della
comunicazione tra le diverse aree del cervello. Le aree corticali motorie
superiori, nel caso in cui voglio cambiare il mio comportamento, dopo
aver pianificato il nuovo cambio di azione, inviano questa informazione
allo striato. Se lo striato ‘’è d’accordo’’ nel cambiare strategia invia
segnali al talamo. Quindi per fare ciò abbiamo bisogno del circuito
striato-talamo-corticale. 
Attraverso diversi esperimenti come il test dell’acqua di Morris(animali) e
del disegno allo specchio dove il soggetto deve disegnare un’immagine ,
ma  può osservare i propri movimenti solo allo specchio, in questo modo i
ricercatori hanno dimostrato che il cervelletto interviene nella fase di
acquisizione di una procedura spaziale. Anche il cervelletto ha connessioni
con la corteccia , nello specifico la corteccia associativa prefrontale
attraverso il nucleo talamico(circuito cervelletto–talamo-corticale) e con la
corteccia temporo-parietale (circuito associativo parieto-temporo-
occipitale).Queste sono le aree anatomiche responsabili di un
apprendimento implicito.

FORME DI APPRENDIMENTO  DI ORDINE SUPERIORE


Esse sono state scoperte nel tardo comportamentismo e hanno portato al
neocomportamentismo costretto a considerare nel modello stimolo –
risposto il fatto che tra essi ci fosse un organismo con stati mentali, quindi
a differenza del primo che escludeva ciò che non era osservabile e quanto
riguardava l’uomo e gli animali, il neocomportamentismo ha dovuto
incorporare l’idea che esistano delle rappresentazioni mentali /stati
mentali della realtà e che l’apprendimento possa avvenire anche sulla base
di esse. È quello che viene chiamato apprendimento latente e mappe
cognitive già presenti nel ratto.
In epoca comportamentista:
APPRENDIMENTO PER CONCETTI
Anche il ratto impara un concetto. Se condizioniamo un ratto ad entrare in
una piccola porta su cui sono presenti due volti ponendo il cibo solo alla
fine del percorso che si compie aprendo questa porta, l’animale in breve
tempo non va più a caso, ma va direttamente ad ‘’aprire’’ questa porta.
Quando portiamo il ratto in un ambiente nuovo, dove i percorsi iniziano
sempre con due porte dove su una c’è un segmento e sull’altra due, cioè in
modo astratto manteniamo la struttura dell’ambiente di prima, ma con
stimoli diversi, il ratto intraprende sempre il percorso con due segmenti. È
quindi in grado di astrarre dall’esperienza che ha , la quale genera
apprendimento sulla base del rinforzo, e di riprodurre la stessa strategia in
un ambiente analogo al primo. L’analogia è un importantissimo
strumento al servizio del pensiero che permette , anche al ratto, di
interpretare la realtà. 
Ancora più significativi sono gli studi di Tolman sull’apprendimento
latente , anche qui con i ratti, in cui presuppone che si facciano delle vere e
proprie mappe cognitive rispetto all’ambiente in cui si trova(il ratto farà
sempre meno errori ogni volta che viene messo nello stesso labirinto per
arrivare alla scatola di cibo). 
Se facciamo uno schema di apprendimento per il gruppo 1 (controllo) fatto
di una prova ogni giorno per un certo numero di giorni (17)  si nota come
calano gli errori di questi ratti (dalle 10 iniziali passa a farne 4).

                                             
Se compariamo questa prestazione con quella dei ratti del gruppo 2
(esploratori) affamati come i primi, ma senza cibo per i primi giorni
notiamo che  i ratti procedono a caso , non sono rinforzati ad arrivare in un
particolare posto e gli errori sono alti, mentre se dall’undicesimo giorno
mettiamo il cibo nel punto di arrivo osserviamo che hanno una prestazione
più efficiente rispetto a quella del primo gruppo commettendo pochi
errori(2). 
Ciò ha portato il comportamentista Tolman ad affermare che ci esistono
forme di apprendimento latente ossia che avvengono in assenza di
rinforzo e non è apparente finché non è introdotto un rinforzo. Questo è
stato importante perché ha dimostrato come il soggetto sia attivo anche se
non è rinforzato quindi esistono gli stati mentali e l’apprendimento
senza rinforzo. Il comportamentismo classico che prevede il
paradigma stimolo-risposta valutata l’apprendimento sulla base della
prestazione, in realtà c’è una distinzione tra un processi interni e
comportamento o prestazione che è un processo osservabile. È
necessario quindi mettere in atto situazione sperimentale che permettono
di vedere gli effetti dei processi interni alla base dell’apprendimento
latente(non osservabile). Si è introdotto il concetto di come
l’apprendimento venga inferito dalla prestazione del soggetto, ma non
coincida con esso, infatti ci possono essere forme di apprendimento latente
che prescindono dalla particolare prestazione del momento.  
In epoca cognitivista l’attenzione si è concentrata sulle forme di
apprendimento associativo, ma già prima di questo tempo, gli psicologi
della Gestalt hanno introdotto il concetto di insight: intuizione
improvvisa. 

APPRENDIMENTO PER INSIGHT:LA PSICOLOGIA DELLA


GESTALT
I gestaltisti avevano una visione diversa dai comportamentisti  anche se
contemporanei, in quanto non ritenevano che l’apprendimento si basasse
sulla semplice associazione stimolo-risposta. Questa scuola utilizzava gli
scimpanzè e il principale gestaltista fu Kohler che creò situazioni
problematiche in cui non era possibile arrivare alla soluzione per prove ed
errori. In questa situazione l’animale ha tutti gli elementi per risolvere il
problema : deve infilare i bastoni uno nell’altro per raggiungere il cibo.
Inizialmente anche qui c’è una fase per tentativi ed errori, poi una di pausa
in cui l’animale si ferma , dopodiché se lo scimpanzè ha l’insight quello
che succede è che l’animale parte , infila i bastoncini o svuota le casse, le
impila e prende il cibo, se invece l’insight l’hanno avuta due o più animali,
gli altri che osservano riprodurrà la stessa strategia in una situazione
analoga. Queste sono forme di apprendimento non più associativo, ma
di ordine superiore e intelligente, non stupido o cieco. 
Secondo i gestaltisti l’insight si ha per una riorganizzazione del campo
percettivo dove gli elementi presenti entra in una relazione dinamica
innovativa e producono una nuova soluzione. L’insight avviene anche
nell’ambito astratto.

APPRENDIMENTO OSSERVATIVO
È una forma di apprendimento sociale e fa parte delle forme di
apprendimento di ordine superiore, intelligente di tipo cognitivo .
L’apprendimento sociale /imitazione/per osservazione è fondamentale
nella nostra specie e ha la capacità di imitare, quindi il soggetto apprendere
per osservazione già dai primi momenti di vita. Esso è stato studiato anche
in animali abbastanza evoluti ,ad esempio è nota la ricerca condotta negli
anni 60 nell’isola giapponese di Koshima sui macachi. Alcuni
ricercatori hanno iniziato a dare patate come cibo a questi animali, i quali
non avevano mai avuto a che fare con questi tuberi, quindi gli
sperimentatori hanno introdotto una novità. I macachi hanno preso come
abitudine quella di uscire dalla foresta per mangiare le patate sulla
spiaggia. Un giorno una femmina ha avuto una sorta d’insight: lavare le
patate nell’acqua del mare per pulirle dalla sabbia e poi mangiarle. Si è
visto che questo nuovo comportamento si è propagato all’interno dell’isola
attraverso i legami di parentela di questa femmina cioè questa è una
forma di apprendimento per imitazione ,osservazione e in un qualche
modo socialità poiché gli individui vicini alla femmina hanno appreso per
primi in seguito hanno sviluppato questo comportamento facendolo
diventare un abitudine e man mano altri individui vicini a quest’ultimi
hanno a loro volta appreso questo comportamento. Ora tutte le scimmie
dell’isola lavano le patate in mare. Pertanto è chiaro come
l’apprendimento sociale attraverso l’osservazione dei propri simili sia
fondamentale.
Nella nostra specie è stato possibile studiare la base biologica
dell’apprendimento associativo. Questo è il lavoro che è iniziato a partire
dalla metà degli anni 90 sui neuroni specchio: neuroni motori presenti in
aree motorie che entrano in azione nel momento in cui l’animale esegue
un’azione , ma alcuni entrano in azione anche quando l’animale non fa
nulla, ma osserva un altro individuo compiere un ‘ azione finalizzata.
Nella corteccia premotoria ci sono questi neuroni che hanno la funzione
di decodificare un’azione e le sue intenzioni dimostrando che la percezione
dei movimenti finalizzati altrui non ha una natura intrinsecamente
percettiva, ma ha già una natura intrinsecamente motoria cioè percepire
un atto finalizzato vuol dire già simularlo perciò si parla di risonanza
motoria e di predisposizione all’azione. Pertanto di fatto l’evoluzione per
selezione naturale ha premiato il fatto che nel momento in cui guardiamo
un altro individuo compiere un’azione finalizzata non ci sia solamente una
comprensione dell’azione, ma anche una sua simulazione motoria per cui
percepire il movimento vuol dire già apprendere come si fa quel
movimento in quanto viene attivata automaticamente la
rappresentazione motoria di quell’azione.  Ciò spiega perché qualsiasi
attività complessa per essere imparata prevede l’osservazione di chi sa già
compiere bene quell’attività.
Gli animali che hanno forme di apprendimento basse sono quelli più in
basso nella scala evolutiva , mentre quelli che hanno forme di
apprendimento alte sono quelli più in alto. L’apprendimento è
direttamente proporzionale all’evoluzione di una specie sulla terra.
L’evoluzione per selezione naturale ha permesso all’animale di sviluppare
forme di apprendimento efficaci ed efficienti anche in assenza di un
sistema nervoso centrale molto sviluppato. Ciò significa apprendere poco
cioè con poche risorse neurali. 

                  

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