Gabbiano reale
(Larus argentatus)
Gabbiano tridattilo
Rissa tridactyla
Apprendimento: aspetti generali
Polichete errante
Nereis spp.
Assuefazione o abituazione
Polichete errante
Nereis spp.
Assuefazione o abituazione
• Questo tipo di apprendimento non implica
l’acquisizione di nuove risposte, ma
piuttosto la perdita di quelle vecchie.
• L’assuefazione è stimolo-specifica; stimoli
differenti hanno tempi e decorsi di
assuefazione diversi.
• Non dipende da modifiche di motivazione,
affaticamento o adattamento sensoriale.
• Il tempo di assuefazione è inversamente
proporzionale alla frequenza di stimolaz.
Assuefazione o abituazione
• Modalità di apprendimento estremamente
diffusa in tutto il regno animale (inclusi
Protozoi), su cui si basano moltissime
risposte comportamentali.
Assuefazione o abituazione
• Modalità di apprendimento estremamente
diffusa in tutto il regno animale (inclusi
Protozoi), su cui si basano moltissime
risposte comportamentali.
• Trova analogie nelle proprietà del sistema
nervoso, in cui si hanno fenomeni di
affaticamento.
Riflessi condizionati di I tipo
• Quando ad uno stimolo (o evento) neutro
segue una conseguenza positiva o
negativa, l'animale impara ad associare lo
stimolo (non più neutro) alla conseguenza,
modificando il suo comportamento.
• Lo stimolo originariamente neutro che
acquista la capacità di scatenare risposte
viene chiamato “stimolo condizionato” e
la reazione provocata viene detta “riflesso
condizionato”.
Riflessi condizionati di I tipo
(apprendimento associativo)
Cane isolato
(e affamato)
Stimolo
Somministrazione
ricompensa
(carne in polvere in bocca)
Misurazione
quantità saliva
Raccolta saliva
Riflessi condizionati di I tipo
1. + Aumenta la
salivazione
2. + Non aumenta
la salivazione
3. + +
Stimolo condizionato
Aumenta la
salivazione
4. + Aumenta la
salivazione (prima
della ricompensa)
Riflessi condizionati di I tipo
• Quando ad uno stimolo (o evento) neutro
segue una conseguenza positiva o
negativa, l'animale impara ad associare lo
stimolo (non più neutro) alla conseguenza,
modificando il suo comportamento.
• Lo stimolo originariamente neutro che
acquista la capacità di scatenare risposte
viene chiamato “stimolo condizionato” e
la reazione provocata viene detta “riflesso
condizionato”.
Riflessi condizionati di I tipo
(apprendimento associativo)
• Apprendimento che pure serve per
selezionare stimoli ambientali significativi,
ancora registrando cosa accade dopo la
comparsa dello stimolo
• In questo caso però l'apprendimento
determina la comparsa di nuove risposte
comportamentali.
Riflessi condizionati di I tipo
(apprendimento associativo)
• Possibilità di generalizzare la risposta allo
stimolo condizionato (rispondere anche a
stimoli simili) o di discriminarlo (rispondere solo
a stimoli specifici).
• Condizionamento di I tipo utilissimo per
valutare soglie di risposta sensoriali,
condizionando l'animale allo stimolo in
questione e sfruttando la tendenza a
esibire risposte condizionate.
Riflessi condizionati di I tipo
Predisposizioni all'associazione di stimoli:
esperimento di Garcia e Koelling (1968)
• Ai ratti veniva fatta bere acqua
aromatizzata venendo esposti
contemporaneamente a una luce.
• Poi venivano colpiti da un fascio di
raggi X, che induceva un malessere.
• Successivamente il ratto si rifiutava di
bere acqua con lo stesso sapore, ma
non evitava di essere esposto alla luce.
• Capacità di associare malessere a un
sapore ma non a uno stimolo visivo.
Riflessi condizionati di I tipo
Predisposizioni all'associazione di stimoli:
esperimento di Garcia e Koelling (1968)
• Se, quando i ratti bevevano ed erano
esposti alla luce, veniva somministrato
uno shock elettrico (stimolo nocivo non legato
all'alimentazione),
i ratti evitavano la luce, ma continuavano
a bere l’acqua aromatizzata.
• Capacità di associare stimoli nocivi a
una luce ma non a un sapore.
Riflessi condizionati di I tipo
(apprendimento associativo)
Riflessi condizionati di II tipo
(apprendimento associativo)
• Quando ad un'azione segue una
conseguenza positiva o negativa, l'animale
impara ad associare l'azione (e non lo stimolo)
alla conseguenza.
• In questi casi si ha un “condizionamento
operante” (o strumentale), ovvero un
apprendimento “a prove e errori”.
Riflessi condizionati di II tipo
Gabbia di Thorndike
Burrhus Frederic
Skinner
Riflessi condizionati di II tipo
Gabbia di Skinner
Riflessi condizionati di II tipo
Labirinti per ratti/topi
Riflessi condizionati di II tipo
(apprendimento associativo)
• Quando ad un'azione segue una
conseguenza positiva o negativa, l'animale
impara ad associare l'azione (e non lo stimolo)
alla conseguenza.
• In questi casi si ha un “condizionamento
operante” (o strumentale), ovvero un
apprendimento “a prove e errori”.
• L'animale non è passivo ma deve
svolgere un certo compito.
Riflessi condizionati di II tipo
Predisposizioni all'apprendimento strumentale
• Apprendimento strumentale strumento
potente per indurre gli animali ad
apprendere nuove reazioni (e per saggiare
sensibilità a stimoli ambientali).
• Gli animali non possono però imparare a
fare qualsiasi cosa, evidente presenza di
predisposizioni a imparare certe cose e
non altre: i gatti non imparano a girare
una ruota per ottenere cibo, ma lo fanno
per evitare stimolo nocivo.
Riflessi condizionati (apprendimento
associativo): riassunto
• Quando ad uno stimolo o un'azione segue
una conseguenza positiva o negativa,
l'animale impara ad associare lo stimolo o
l'azione alla conseguenza.
• Lo stimolo o l’azione originariamente
neutri vengono chiamati "stimolo
condizionato" o risposta condizionata”
e la reazione provocata viene detta
“riflesso condizionato”.
Riflessi condizionati
• Necessaria contiguità temporale tra
azione o stimolo e conseguenza prodotta
(pochi sec. massimo).
Riflessi condizionati
Rapporti temporali tra stimolo condizionato (SC)
e stimolo incondizionato (SIC)
SC SIC SC non evoca la RIC
Riflessi condizionati
• Necessaria contiguità temporale tra
azione o stimolo e conseguenza prodotta
(pochi sec. massimo).
• L'associazione tende a esaurirsi se non si
somministra la ricompensa (estinzione) e
deve essere riattivata somministrandolo
(rinforzo).
• Nel condizionamento operante l'estinzione
tipicamente avviene con tempi più lunghi
rispetto al condizionamento classico.
Riflessi condizionati
• Una situazione che abbia una frequenza
di rinforzo variabile, allunga i tempi di
estinzione rispetto a una con rinforzo
offerto in maniera costante.
• Possibile associazione tra molti differenti
tipi di stimolo e conseguenza prodotta
(inclusi quelli dolorosi).
• L'associazione è facilitata dalla
somministrazione di punizioni assieme
alla ricompensa.
Apprendimento associativo in natura
• Efficiente modalità di selezione degli
stimoli ambientali o di comportamenti che
sistematicamente (o di frequente)
portano conseguenze positive o negative.
• Gli animali identificano così quegli eventi
(stimoli o azioni) che consentono una
previsione di esiti rilevanti
e usano questi eventi come segni
premonitori di una situazione importante
per prepararsi in vista di questa:
percezione delle relazioni causali tra
eventi.
Apprendimento associativo in natura
"… in condizioni naturali la formazione di
reazioni condizionate assume un significato
funzionale (…) soltanto quando lo stimolo
condizionato sta in un rapporto causale con
quello condizionato.
Allo stato naturale, il regolare, sicuro
manifestarsi del post-hoc, che costituisce la
premessa della reazione condizionata, non si
manifesta mai al di fuori di correlazioni
causali facilmente riconoscibili."
K. Lorenz, 1973
Apprendimento associativo in natura
Apprendimento associativo in natura
Ratto
(Rattus rattus)
Apprendimento associativo in natura
Mimetismo műlleriano
Ratto
(Rattus rattus)
70
Ratto
(Rattus rattus) 60
Percentuale di errori
50
30
Sempre con
rinforzo 20
10
0
Tolman e Honzik 1930
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
Prove successive
Apprendimento latente
Esperimento di Tolman e Honzik
80
70
Ratto
(Rattus rattus) 60
Percentuale di errori
50
Mai con rinforzo
40
Sempre con
rinforzo 30
Rinforzo dopo
10 prove 20
10
0
Tolman e Honzik 1930
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
Prove successive
Apprendimento latente
• I ratti avevano memorizzato le
caratteristiche del labirinto, realizzando
una 'mappa spaziale' che è stata
utilizzata quando si è profilato uno scopo
da realizzare: apprendimento latente.
• Definito (W. Thorpe) come la "capacità di
associare stimoli o situazioni indifferenti
senza una ricompensa apparente"
• Il rinforzo serve perché si manifesti un
comportamento e non perché lo si
apprenda.
Apprendimento latente
• La conoscenza appresa può rimanere
latente in mancanza di motivazione
specifica.
• Distinzione tra “prestazione” e
“competenze” (Tolman): un animale può
avere acquisito una competenza, ma
questa può non esprimersi
immediatamente in una prestazione
comportamentale (che è osservabile).
• Apprendimento molto diffuso, legato alla
all'esplorazione e alla curiosità.
Il gioco come apprendimento latente
• Comportamento facile da evidenziare ma
non da definire. Sicuramente sono
comportamenti la cui utilità immediata
non è apparente (sembrano dovuti soltanto al
piacere che procurano).
Il gioco come apprendimento latente
Alcune caratteristiche del gioco:
Le azioni non sembrano compiute 'sul
serio': sono combinate liberamente,
spesso ripetute e enfatizzate, a volte
inventate ex novo.
E' spontaneo e volontario, ed è attivato
solo quando l'animale è tranquillo.
Le azioni sono sganciate dalle
motivazioni originarie (motivazione specifica
al gioco?)
La attività sono precedute o affiancate
da segnali di metacomunicazione.
Il gioco come apprendimento latente
• Diffusione del gioco limitata a Uccelli
(pochi) e Mammiferi (soprattutto).
• Il gioco è un'attività dispendiosa,
energeticamente e fisicamente, quindi
deve avere una funzione specifica.
• Nel gioco si affinano le proprie abilità
fisiche e/o si apprendono nozioni e abilità
usabili in contesti seri (ad es. predazione,
combattimenti): caso di apprendimento
latente.
Il gioco nell'uomo
Il gioco nell'uomo
80
70
Pulcino di gallo
Gallus gallus 60
50
40
30
20
10
0
Imprintati su cil. giallo Imprintati su cil. blu
Uria
Uria algae
Sula
Sula bassana
Imprinting filiale
Caratteristiche dei periodi sensibili
• Periodi sensibili (o critici) non sempre così
ben determinati come ipotizzato all'inizio.
• Variabilità tra specie: in genere estesi
poche ore o pochi giorni, anche in
funzione della velocità di uscita dal nido.
• Dipende anche dalla qualità delle
esperienze avute: un imprinting adeguato
avvenuto in un dato periodo non consente
presenza di ulteriori periodi sensibili
(esperienze concorrenziali).
Imprinting filiale
Grado di irreversibilità
• Irreversibilità non sempre assoluta:
possibilità di sviluppare un attaccamento
secondario in periodi successivi.
Imprinting filiale
Grado di irreversibilità
Pulcini
Gallus gallus
1. Esposizione a
sfera per 3 gg 50
2. Test 1
3. Esposizione a
cilindro per 3 gg
4. Test 2
5. Esposizione a
entrambi gli
oggetti per 3 gg
0
6. Test 3 Test 1 Test 2 Test 3
50
0
Imprintati su scatola Imprintati su chioccia impagl.
Johnson et al. 1985
Imprinting filiale
Ruolo delle predisposizioni genetiche
• Come negli altri apprendimenti, anche
nell'imprinting si evidenziano
predisposizioni innate, manifestate ad
esempio in preferenze per certi colori,
dimensioni, forme (simili a quelle naturali).
• Dimostrata tendenza a preferire certe
caratteristiche (visive, acustiche) del
modello che corrispondono a tratti naturali
della specie (anche in individui imprintati su altri
modelli).
Imprinting sessuale
• Le esperienze precoci di un animale
influenzano anche le sue preferenze
sessuali, che sono manifestate da adulto.
• Ad esempio, giovani allevati da una
madre adottiva di altra specie, una volta
divenuti autonomi corteggiano e si
accoppiano con individui della specie
della madre adottiva.
• Conoscenza delle caratteristiche del
partner non è quindi innata ma soggetta a
apprendimento: imprinting sessuale.
Imprinting sessuale
Esperimenti di cross-fostering su Estrildidi
Scimpanzè
Pan troglodytes
Apprendimento per imitazione
Perché si abbia apprendimento per
imitazione devono essere attivati alcuni
processi cognitivi:
che si presti attenzione al modello;
che ci sia una rappresentazione
mentale della sequenza di azioni che
il modello ha compiuto;
che si sia in grado di riprodurre la
sequenza a livello motorio
(riproduzione motoria).
Apprendimento per imitazione
• Particolarmente diffuso nei gruppi di
animali, nei quali va distinto da processi di
facilitazione sociale (tendenza a compiere tutti
la stessa azione nello stesso momento – non si ha
sviluppo di nuove abilità).
• Grazie all'apprendimento per imitazione,
vari gruppi si possono differenziare tra
loro, sviluppando 'tradizioni' locali per certi
comportamenti (appresi per imitazione).
Esempi: dialetti degli uccelli canori ,
preferenze alimentari (tipi di caccia).
Apprendimento per imitazione?
Cinciarella
Cyanistes caeruleus
Kawai 1965
Trasmissione culturale in natura
Il caso dei macachi di Koshima
Macachi giapponesi
Macaca fuscata
Kawai 1965
Trasmissione culturale in natura
Il caso dei macachi di Koshima
Macachi giapponesi
Macaca fuscata
Kawai 1965
Trasmissione culturale in natura
Altri esempi tra i macachi
"Stone handling"
"Fish eating"
Scimpanzè
Pan troglodytes
Kohler 1921
Apprendimento per intuizione
Le osservazioni di Kohler
Scimpanzè
Pan troglodytes
Kohler 1921
Apprendimento per intuizione
Le osservazioni di Kohler