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Il comportamentismo

Importanti per la nascita del Comportamentismo sono gli studi di Pavlov (1849-1946), medico,
fisiologo ed etologo russo che, studiando la regolazione delle ghiandole digestive, ha definito il
meccanismo del condizionamento classico attraverso l’analisi approfondita del fenomeno della
“secrezione psichica” già osservato da Ivan Sečenov nelle reazioni dei cani alla presentazione di
cibo. Sečenov aveva notato che gli animali salivavano appena entrava nella stanza, associando la
sua presenza (stimolo condizionato) al cibo (stimolo incondizionato, poiché naturalmente il cibo
provoca salivazione). L'esperimento fu verificato da Pavlov utilizzando come stimolo condizionato
il suono di un campanello.

Negli esperimenti di Pavlov (da lui annunciati nel 1903), il suono del campanello (fatto seguire
dalla presenza del cibo) attiva la salivazione del cane, come risposta condizionata al solo suono (la
salivazione sarebbe una risposta incondizionata al cibo stesso, stimolo diretto o naturale, ma non
al campanello), indipendentemente dalla presenza reale della carne nel setting sperimentale.
L'obiettivo era quello di dimostrare che due stimoli presentati in maniera contigua finiscono per
essere associati e uno stimolo incondizionato può divenire condizionato.
Pavlov nel 1904 è stato insignito del Premio Nobel per queste ricerche: “in riconoscimento del suo
lavoro sulla fisiologia della digestione, che ha permesso di aprire nuovi orizzonti nella conoscenza
dei fenomeni biologici”.
Il Comportamentismo (Behaviourism) identifica un approccio in ambito psicologico sviluppato a
partire dai primi del Novecento da John Watson (il 1913, con la pubblicazione dell’articolo
Psychology as the Behaviorist Views It sulla Psychological Review, viene considerato anno di
fondazione), secondo il quale il comportamento manifesto rappresenta l’unica unità di analisi che
la psicologia deve studiare, in quanto direttamente osservabile dal ricercatore. A differenza della
mente (una sorta di scatola nera inconoscibile perché impenetrabile), che non solo non risponde a
questa ultima condizione, ma che è suscettibile di giudizi troppo soggettivi, il comportamento è la
risultante di uno stimolo ambientale ed è quindi oggetto della ricerca empirica e sperimentale.
Questa ultima, infatti, può rilevare come a certe condizioni (ovvero in presenza di alcuni stimoli)
avvengano determinate risposte (i comportamenti appunto) e studiarne le relazioni. Ciò che in
sostanza il comportamentismo combatte è il metodo introspettivo e il concetto stesso di
coscienza.

Le idee di Watson, che nel frattempo diventa presidente dell’American Psychological Association,
hanno un grande seguito in diversi ambiti, dalla selezione delle truppe nel corso del primo
Conflitto Mondiale alla rilevazione del gradimento di alcune campagne pubblicitarie.
Di Watson si ricorda il noto esperimento con il piccolo Albert, finalizzato a dimostrare come la
paura sia di fatto conseguenza di un condizionamento di tipo ambientale, per cui secondo l’autore
era possibile studiarne l’evoluzione in modo sistematico attraverso l’osservazione.
Watson e la moglie Rosalie presero come cavia Albert, un bambino affetto da idrocefalo di circa un
anno di età, e lo spaventarono con un forte rumore mentre giocava con un topolino bianco.
L'esperimento ripetuto più volte condizionò il bambino. Dapprima Albert strillava solo quando
avvertiva il rumore, ma poi anche alla sola vista del topo bianco. Watson e la moglie osservarono
che la paura indotta seguiva un processo di generalizzazione: Albert si spaventava in presenza di
altri animali dal pelo bianco, pure con oggetti lanosi e bianchi.
L'esperimento attirò molte critiche su Watson, perché sembra che il quadro clinico del bambino
falsasse l'esperimento. Inoltre, la tenera età del fanciullo rese tutta la procedura eticamente
discutibile. Va detto però che Watson aveva intenzione di attuare anche un processo inverso su
Albert, atto a rimuovere il trauma indotto, ma gli fu impossibile in quanto i genitori del bambino si
rifiutarono e lo portarono via (Albert, infatti, morirà a 6 anni a causa dell'idrocefalia e ancora
traumatizzato). Watson proseguì comunque prendendo un'altra cavia, un bambino di nome Peter
con la fobia dei conigli e ratti bianchi. Watson dava a Peter una merenda e poi avvicinava
gradualmente l'animale al bambino. Con il passare dei giorni la paura di Peter diminuì fino a
sparire, determinando il successo dell'esperimento. Il metodo usato da Watson è chiamato
desensibilizzazione sistematica ed è utilizzato ancora oggi.
Aldilà dell’aspetto etico della ricerca, emergeva che il comportamento del soggetto veniva
condizionato da uno stimolo ambientale (indotto in questo caso dal ricercatore), spiegando uno
degli assunti chiave del Comportamentismo: il condizionamento. Con il termine si designa il
meccanismo in base al quale l’associazione ripetuta di uno stimolo neutro (un suono) con una
risposta non correlata direttamente (la paura o il pianto) ha come conseguenza la presenza della
risposta dopo tale stimolo.

Tra i principali esponenti storici del comportamentismo non possiamo non citare Burrhus Skinner
(1904-1990), a cui viene notoriamente associato il concetto di condizionamento operante.
Studioso e professore ad Harvard, Skinner riconosce il valore del rinforzo rispetto ad un
comportamento agito, tale per cui se alla risposta segue un rinforzo specifico, questa risposta
ricorrerà con frequenza sempre maggiore, invertendo i termini postulati da Pavlov (per cui lo
stimolo precedeva la risposta).

Il comportamento secondo Skinner si distingue tra rispondente (appreso per condizionamento


classico) e operante, la cui occorrenza dipende allora dal tipo di rinforzo ricevuto dall’organismo.

L’esperimento che consente a Skinner di sviluppare il paradigma del condizionamento operante è


il seguente: Skinner mise dei piccioni, preferiti ai ratti perché più rapidi nei movimenti, in una
gabbia speciale (la cosiddetta camera di condizionamento operante o Skinner-box) dotata di una
griglia elettrica associata a un generatore di corrente e di alcuni stimoli di discriminazione, sia
vocali che luminosi, all’interno della quale la somministrazione del cibo avveniva attraverso la
pressione del becco su una leva (l’oggetto da manipolare per ottenere il rinforzo).

Il condizionamento operante, in sostanza, inverte il procedimento classico del condizionamento


pavloviano: la risposta precede lo stimolo che ha la funzione di rinforzo. Nel caso di Pavlov, il cane
salivava al suono del campanello associato alla presentazione del cibo (il campanello è lo stimolo,
la salivazione la risposta). Nel caso di Skinner, una risposta non deve necessariamente essere
vincolata allo stimolo dato, semmai è legata alla possibilità di ricevere una ricompensa che
funziona da stimolo al comportamento, che quindi è volontario. Il rinforzo è una sorta di
condizione o variabile che aumenta la possibilità che una data risposta si verifichi. Maggiore è il
rinforzo e maggiore è la velocità di apprendimento da parte del soggetto e, allo stesso tempo,
l’efficacia del rinforzo dipende anche dal tempo nel quale viene somministrato (se è immediato
avrà quindi più valore e un ritardo nella somministrazione può inficiare il processo).

Il comportamento umano, secondo Skinner, è controllabile e prevedibile grazie alla capacità di


gestire gli stimoli provenienti dall’ambiente, nello specifico quelli che precedono il
comportamento (“stimoli antecedenti”) e quelli che lo seguono (“stimoli conseguenti”).
Certamente, le situazioni di laboratorio e la possibilità di controllo sulle variabile è distante dalla
realtà.

Piccione- Skinner box


https://www.youtube.com/watch?v=QLXruwHJZqw&ab_channel=BenedettoAmata

Le implicazioni del pensiero di Skinner in campo educativo sono significative, se consideriamo il


peso del feedback del docente (o dei pari), l’importanza dei materiali con i quali l’apprendimento
viene supportato e di come essi vengono presentati, distribuiti e sottratti dal setting (spiegando
bene il compito e dividendolo in step accessibili e progressivi per difficoltà, fornendo feedback
costanti fino a ridurre il rinforzo).

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