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Infine, l’apprendimento linguistico ha luogo perché l’ambiente offre all’apprendente occasioni di

output, cioè di uso e pratica nella lingua oggetto di apprendimento.

OUTPUT: tutte le produzioni realizzate dall’apprendente, attraverso sia il canale orale che quello
scritto.

1. Italiano come lingua straniera o italiano LS: italiano appreso all’estero, presso istituzioni e
scuole pubbliche e private, da apprendenti di madrelingua diversa;
2. Italiano come seconda lingua (italiano L2): italiano appreso in Italia da studenti stranieri, che
soggiornano per un periodo nel nostro paese, spinti da diverse motivazioni (quando
l’insegnamento linguistico si realizza nel paese dove la lingua oggetto di studio è la stessa
impiegata nelle interazioni comunicative quotidiane);
3. Italiano come lingua d’origine: italiano appreso da oriundi italiani residenti all’estero, che
hanno avuto la lingua italiana come lingua della socializzazione primaria (lingua familiare), pur
avendone in alcuni casi una competenza molto limitata, per recuperare le proprie origini
familiari o etniche;
4. Italiano come lingua di contatto: italiano appreso in Italia da figli di cittadini stranieri migranti,
appartenenti a diverse fasce d’età.

Nei vari contesti, l’italiano é appreso da tipologie di apprendenti che presentano caratteristiche
diverse: tra queste l’età, la lingua madre, il retroterra istruttivo, la conoscenza di altre lingue
straniere, il livello di competenza L2, la motivazione e l’attitudine a imparare una nuova lingua, lo
stile cognitivo adottato, cioè le strategie impiegate per apprendere

MOTIVAZIONE: lo scopo per il quale un individuo studia la lingua, si impegna, esercita la sua
attenzione e compie degli sforzi per conseguire i propri obiettivi di apprendimento.

Ciò che accomuna i diversi profili di apprendente sono le modalità attraverso cui si attua
l’apprendimento linguistico.

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