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PRIMA LEZIONE 14/02

L’italiano si è diffuso grazie all’influenza di Roma.

Il latino fa da base alle lingue romanze ma ha lasciato


delle tracce anche nelle altre lingue come cultismi. CULTISMO: parola colta, dotta: a.m., p.m., e.g.: exempli
gratia.

Quando invece ci sono tracce dell’italiano nelle altre lingue si parla di ITALIANISMI.
La società Dante Alighieri è nata dopo la seconda guerra mondiale ed è stata creare per mantenere
contatto con gli italiani all’estero. Qualche anno fa ha lanciato un sondaggio per vedere quali fossero le
parole italiane più diffuse all’estero: pasta, bella, pizza, ciao, buongiorno, grazie mille, mafia, Ferrari, sole,
piano, parmigiano, risotto.
L’Italia è stata nell’ottocento, 19esimo secolo, meta di viaggi chiamati “Grand Tour”: i colti infatti usavano
fare questo viaggio, spesso in Italia, per concludere uno studio, si recava in Italia per vedere città d’arte,
architettura, musica, pittura, e solo dopo aver visitato questi luoghi potevano definirsi intellettuali.
A partire da questo possiamo studiare come e quanto l’italiano è influente nei panorami urbani: c’è proprio
una disciplina che studia l’impronta urbana visiva “urban landscape”.
Un altro fenomeno da considerare è l’emigrazione, che è stata consistente dalla fine dell’800, ma si è
intensificata dopo la seconda guerra mondiale. Ad oggi possiamo dire che 60 milioni di italiani sono
all’estero, 1. Argentina, 2. Germania, 3.USA, 4. Francia, 5. Svizzera ecc.
L’italiano è presente all’estero per questo mix tra italiano e dialetto delle lingue delle comunità emigrate
all’estero, letterature d’emigrazione italiana all’estero con riferimenti alla storia personale, interlingue:
lingua creata propria da chi sta apprendendo l’italiano.

Le conseguenze dell’emigrazione: -italiano lingua d’origine posseduto dalle seconde e terze generazioni; -
italiano nella scuola come lingua disciplinare: a scuola, all’università.
CAMBIO DELL’EMIGRAZIONE: le nuove emigrazioni toccano luoghi che prima non erano frequenti: Cina,
Dubai e non sono più dialettofoni ma molti laureati. L’Italia è diventata anche meta d’immigrazione per
ragioni sia di lavoro che per ragioni di fuga belliche (anni 80/2000); possiamo contare 5 milioni (8.5%) di
stranieri in Italia. Gli immigrati vengono da Romania 1 milione (collettività comunitaria), mentre come
collettività non comunitarie: Marocco, Albania, Cina, Ucraina, Filippine, India, Moldova. Sono circa 100 le
lingue immigrate in Italia, ma c’è anche da sottolineare la concentrazione di comunità straniere non
omogenee ma molto disseminate.
- Corsi per adulti con progetto migratorio, -corsi per bambini e adolescenti di famiglie con parenti o no, i
programmi variano anche in base a questo, - corsi universitari.
L’effetto della mobilità accademica: gli studenti stranieri universitari in Italia sono Cina, Albania, usa,
Camerun, Turchia, Russia: gli Americani ad esempio fanno un corso di italiano aggiuntivo.
21/02
Oggi ci concentriamo sull’italiano fuori d’Italia e l’italiano per quelle persone che hanno un motivo specifico
di recuperare l’italiano ad esempio per riprendere le proprie origini.
1)ITALIANO APPRESO COME LINGUA STRANIERA (LS) FUORI D’ITALIA.
Le offerte formative possono essere sia locali come un’università che attiva dei corsi d’italiano, ma possono
essere anche finanziate e/o promosse dall’Italia stessa, questo perché abbiamo avuto una grande
emigrazione di persone e dunque queste avvengono soprattutto nei paesi dove maggiormente gli italiani
sono emigrati. Le offerte possono avvenire anche nelle scuola pubbliche, nelle aziende, associazioni,
università popolari (realtà in nord Europa) hanno corsi per la terza età dove appunto l’italiano è spesso
presente. All’estero ci sono proprio delle scuole italiane che costituiscono elementari, e a volte anche liceo;
queste scuole vengono frequentate a volte anche dagli abitanti stessi di quel paese, e non partecipano
quindi solo persone legate all’italiane. Un’altra importante risorsa sono gli Istituti Italiani di Cultura. Altra
risorsa sono i lettori universitari che sono insegnanti della scuola che stanno per un periodo lì. Altra
comitati Società Dante Alighieri, anche questa nata per andarci gli emigrati italiana.

Consorzio ICON: sono delle lauree che si rivolgono solo a chi è residente all’estero.
Settimana della lingua italiana, l’ultima settimana di ottobre si fanno degli eventi culturali su un tea
specifico, promosso dall’accademia della Crusca.
Chi apprende all’estero l’italiano?
Ci sono addirittura dei siti specializzati dove si posso trovare insegnanti di italiano.

Gli studenti possono essere- bambini e adolescenti che sono figli di italiani o lo scelgono volontariamente;
ci sono anche le lingue italiane all’estero e dunque in quel caso si insegna l’italiano e l’italiano. –Studenti
universitari, giovani adulti con progetto migratoria, professionisti, adulti, anziani.
Lo studio dell’italiano all’estero è stato motivo d’indagini che sono 3. La prima indagine è partita negli anni
70 quando non si capiva perché i figli volessero studiare l’italiano e fu l’indagine Baldelli che fu fatta sotto
forma di questionari, in questo casi cartacei mandati agli istituti italiani di cultura. Nel 2000 con l’indagine
De Maura invece si sono ingegnati e hanno mandato un solo questionario online digitale e poi c’è una terza
indagine che non ho copiato il nome.
Chi studia all’estero, che tipo di INPUT può avere lo studente? Sicuramente quello del mio docente che non
è quasi mai madre lingua italiana, compagni di corso, italiano scritto del libro, modelli orali dei media
(varietà regionali). L’INPUT FUORI DALLA CLASSE possono essere i nomi italiani di prodotti, insegne, negozi,
cibo, moda, auto, calcio, musica. Corsi online, film, notiziari, documentari, tutorial (lingua dell’uso
contemporaneo). OUTPUT cioè come parlano questi e cosa influisce il loro parlato: interlingua,
apprendimento spontaneo o guidato, fenomeni dell’italiano appresa come terza o quarta lingua in Grecia
ad esempio, fenomeni dell’apprendimento fra pari in presenza e online come i Tandem.
ITALIANO APPRESO COME LINGUA DI ORIGINE FUORI D’ITALIA
.
Erano analfabeti e dialettofoni.

In base al paese di accoglienza le politiche erano differenti: assimilazioni (non si mantiene l’identita) (usa,
australia); mantenimento identità (GB), identità plurime (Canada Argentina) mantenere vecchia identità
insieme alla nuova, Gastarbeiter “lavoratore ospite”.

L’italiano degli immigrati all’estero è una community language che è solitamente una varietà regionale
marcata, oppure una lingua di origine o etnica.

pidgin: mescolanze linguistiche


La motivazione personale dovuta alla lingua del partner prevale su quella legata alla famiglia di origine.

Motivazioni: affettiva (piacere di apprendere), identitaria ( ritorno alle origini), strumentale (utilità della
lingua)

22/02
Oggi trattiamo dell’italiano appreso in Italia come L2. L’apprendimento può essere spontaneo, guidato,
misto e autoapprendimento. L’Italiano è stato diffuso attraverso il Grand Tour, commercianti, ecclesiastici e
pellegrini, soldati, lavoratori stranieri. In Italia l’italiano come L2 si può studiare in: scuole private che
operavano in città d’arte Roma, Firenze, Venezia, centri linguistici delle università italiane, università
ponteficie a Roma e nel Lazio, università americane a Venezia, Firenze, Roma, Napoli, azinede,
Associaziomi, università popolari. Le università in Italiane iternazionati ad esempio sono quella di Perugia,
Ca’ Foscari, Roma Tre, Unistrasi.
L’italiano viene appreso anche dai seminaristi stranieri e focolarini cioè sacerdoti dove vivono persone da
tutto il mondo.
Anche il progetto intercultura favorisce l’inserimento di stranieri che devono apprendere l’italiano: anna in
Italia, soggiorno in famiglia, acculturazione lingua e atteggiamento esplorativo.
Il caso dei turisti e viaggiatori stranieri. Il caso dei giovani adulti immigrati in italia, che possono
apprendere: nelle associazioni per il volontariato, i centri territoriali permanenti, il luogo di lavoro, il caso
delle navi da crociera Costa e dei villaggi vacanze Valtur.
Il caso delle comunità alloglotte in Italia: Alto Adige (italiano-tedesco-ladino), , scuole bilingue, istruzione
italofona o germanofona, progetto Tandem, pantentino di bilinguismo, Valle D’Aosta(italiano-francese).
28/02
LE INDAGINI MOTIVAZIONALI/ MOTIVAZIONI ALLO STUDIO DELL’ITALIANO L2
Le motivazioni possono essere STRUMENTALI (ESTRINSECHE), cioè esterne, le motivazioni CULTURALI
(INTRINSECHE) invece sono più forti.
Generali: interesse per la lingua o cultura.
Legate ai testi della L2: interesse per la letteratura.
Legate alla situazione di apprendimento: un gruppo di classe collaborativo.
Motivazioni INTEGRATIVE (INTRISECHE O ESTRINSECHE):
Generali: per viaggiare usando la L2.
Specifiche: integrarsi nella società ospitante, parlare meglio con il partner o famiglia d’origine.
La prima indagine fu fatta negli anni 70, quando nacque l’approccio comunicativo, i modelli comunicativi da
utilizzare nelle lingue europee, e nel 1981 esce il sillabo per l’italiano che considera solo gli studenti
stranieri adulti che venivano in Italia solo per un periodo legato al lavoro o cultura. A fine anni 70 inizia ad
emergere questo progetto creato di Ignazio Baldelli.

La 10 è una domanda ad imbuto cioè che si apre in base a quelle precedenti


1/03

Sono importanti i bisogni di apprendimento, la alutazione del manuale, progettazione di interventi,


costruzioni del sillabo e del curricolo.
Una parte importante del corso è quella iniziale che riguarda il GLOTTOKIT cioè uno strumento per aiutare
gli insegnati alla rilevazione di info utili per agire sullo studenti DOMANDE AGLI STUDENTI: riguardavano la
condizione sociale del bambino e non solo. Le informazioni che si estrapolano sono: età, composizione
nucleo familiare (si dice che la lingua d’origine si mantiene più facilmente se il figlio è uno solo, se sono di
più invece i figli tra di loro iniziano a parlare la lingua del posto), livello di scolarità raggiunto nel paese di
origine, situazione linguistica(lingue conosciute, lingue famiglia), integrazione scolastica ed extrascolastica.
Vengono fatte anche delle domande ai genitori su: tempo di permanenza in Italia, questo infatti ha
conseguenze sull’apprendimento, se la famiglia non ha intenzione di rimanere, la motivazione cala;
progetto migratorio, situazione culturale, situazione abitativa, lavorativa, socioeconomica, situazione
linguistica.LE COMPETENZE: fluenza del parlato, fluenza grafica, fluenza nella lettura, riconoscimento ed
uso del lessico, ripetizione di frasi, comprensione orale e scritta. LE PROVE DI VERIFICA: esecuzione di
consegne, descrizione orale di schede illustrate (transcodificazione, dipende anche dall’interpretazione che
cambia da cultura a cultura), parafrasi orale di sequenze filmate, intervista semistrutturata.
QUESTIONARIO BALDELLI
Del 79, usa del lei, oggi non più, le domande sono 25, chiuse, divise su due pagine. Età:si chiede la fascia
d’età in modo che io possa concentrarmi su quella che mi interessa. Professione: ne elenca alcune, fa delle
ipotesi, ma non dà la possibilità di inserirne altre aperte; quando si fa un questionario del genere è utile
fare un’intervista a persone mirate, in modo che riusciamo ad inserire le voci più adeguate.
Titolo di studio conseguito: sarebbe bene non porre domande troppo specifiche, 7) qual è la motivazione
che l’ha spinta ad imparare questa lingua? Questa definita cruciale avviene dopo una serie di domande di
presentazione, e poi quelle che seguono la 7, sono tutte collegate ad essa, si aprono da lei, e si chiamano
infatti domande ad imbuto. Ultima domanda sulla “tecnolohia” che consisteva nel laboratoria, dischi,
sussidi, nastri.
QUESTIONARIO SOCIOLINGUISTICO
Sempre un po’ chiuso
QUESTIONARIO DI RILEVAZIONE DI TULLIO DE MAURO
Primi anni 2000 credo. E’ stato mandato agli istituti di cultura. Chiedevano che corsi facevano, per chi,
chiedevano quali per gli adolescenti. Le domande infatti erano abbastanza precise, perché i formulatori
conoscevano già gli istituti, sapevano chi frequentavano e come facevano i corsi. Esistevani già le
certificazioni infatti si facevano domande su queste. Domande sui docenti, le forme di aggiornamento che li
riguardavano. Tipi di strutture, sale multimediali computer.
Come si costruisce un questionario?
LA DOMANDA DI RICERCA: è la domanda alla quale si vuole trovare una risposta attraverso i questionari.
INDAGINE QUALITATIVA PRELIMINARE: quelle predeterminate sono focus group e intervista.
Il focus group: consiste nell’invitare un gruppo di persone discutere e cinfrontarsi su determinati temi, può
avvenire ad esempio con il role play.
Intervista: è una conversazione guidata dall’intervistatore, più mirata e specifica nei confronti della
persona. Può essere strutturata e semi-strutturata.
Intervista strutturata;
semistrutturata: più infromale, coinvolgimento e maggiore vicinanza tra intervistatore e intervistato.

Stabilire quali informazioni si possono ottenere dalquestionario: questo aiuta a formulare le domande, le
domande devono essere solo quelle che si allacciano agli obiettivi.
Gli informanti: è importante selezionarli in maniera strategica.Un numero minimo può essere intornoai 40
ed è importante spiegare ai partecipanti come erranno utilizzate le loro risposte. Adesso, quanto al
numero,con i socia, è più facile diffondere il questionario.
Modalità di somministrazione: si può stutturare graficamente e diffonderlo online vi link o email, oppure
diffonderlo attraverso i conoscenti.
Introduzione: presentare lo scopo.
Le domande: domande facili da capire e completare altrimenti non rispondono o rispondono male. Non
esagerare con il numero, 15-20 è il numero adatto.
La successione delle domande ad imbuto: da più generali a più specifiche oppure binarie (sì/no).
Inizialmente formula le domande in modo più assortito e poi via via riducile in modo che siano più collegate
al tuo obiettivo.
Le domande è meglio che siano chiuse perché così pensano di meno, ed è più facile raggruppare. Domande
a scelta multipla possono avere da 3 a 5 opzioni, scegliendo di selezionarne più di una e mettendo la
preferenza. Le domande possono essere aperte per chiedere opinioni personali. Le domande devonoessere
formulate senza fraidentimenti e pregiudizi, motivi per cui è consigliabile fare una prova prima di
somministrarlo ed iniziare la ricerca.
L’ordine delle domande deve essere naturale e non passare da un argomentoall’altro. Si possono
raaggruppare per argomento. E’ consigliabile mettere le domande più importanti tra le prime, dopo le
informazioni generali, altrimenti si perde interesse.
La validazione: mettere alla proa il questionario prima di iniziare a somministrarlo ma a persone che hanno
le stesse caratteristiche del resto degli infromanti.
Revisione: si migliora, si aggiunge.

07/03
PROFILI: Età, MOTIVAZIONE, LINGUA MADRE
FOCUS SULL’ETA’: profili: bambini, adolescenti, adulti e anziani.
All’interno di ogni fascia ci sono altrettante suddivisioni. Ogni anno della prima infanzai è cruciale per la
lingua, e ad ogni età la situazione cambia. Più piccoli sono meglio apprendono.
Il profilo adolescenti è già più omogeneo caratterizzato da interessi nuovi e comuni.
Il profilo adulto invece anche questo è più vario, va dall’universitario al sessantenne. Le differenza sono di
tipo cognitivo, e quindi l’età celebrare nel momento in cui si interviene.
Aspetti da considerare:

Caratteristiche cognitiva: memoria, età cel. Sono i neuro linguisti che si occupano di questo momento. Il
momento critico è stato individuato dopo l’adolescenza. Ma altre teorie hanno cambiato visione
individuando altri periodi sensibili, non sono il post adolescenza.
Contesti di apprendimento;
Stili di apprendimento: relativi a motivazioni e obiettivi; Ci sono metodi diversi dipendentti anche dalla
fascia d’età. Alcuni metodi, anche ludici, possono essere proposti agli adulti, ma in alcuni casi viene
considerato sgradevole somministrare aspetti ludici agli adulti.
Offerta formativa: corsi, materiali, docenti, certificazioni.

BAMBINI:
Fasce d’età: 3-5 anni nella scuola materna, 6-11 nella scuola primaria. Non sempre ci sono docenti pronti.
Per quanto riguarda la prima fascia si utilizzeranno immagini, colori, e non subito la scrittura.
All’estero o in italia: ci sono scuole all’estero che insegnano l’italiano secondo il metodo Montessori. In
italia possono esserci scuole bilingue come in trentino. Ci sono scuole internazionali.
Plasticità cerebrale e memoria: meccanismo fondamentale; ci sono anche delle strategie chiamate
“nemotecniche” per sollecitare la memoria.
Il ruolo del gioco e della didattica ludica: Per i bambini ci sono molti studi, Anthony Mollica ha dedicato la
sua vita a questi studi che ha chiamato “ludolinguista”. Il gioco è fondamentale e porta anche all’invenzione
di parole.
Apprendimento cooperativo: quando si danno dei compiti da svolgere tra pari, la motivazione aumenta.
C’è meno tensione, meno paura di sbagliare. Non vale solo per i bambini, anche per gli adulti, ma
chiaramente nella classe di bambini è predominante.
CLIL: può avere molto successo tra bambini ma non solo: Content and Language Integrated Learning.
L'apprendimento integrato di contenuto e lingua è un approccio per l'apprendimento di contenuto
attraverso una lingua aggiuntiva, insegnando così sia la materia che la lingua.Integrazione di materiali in
lingua attraverso un’altra materia. Uno studioso, Krashen, ha diviso : acquisione e apprendimento. E
secondo lui è più facile che rimangano nella memoria quelle acquisite.
Translanguaging: rappresenta un metodo d’insegnamento legato soprattutto a bambini di scuole
multietniche. Questo metodo dà all’insegnate l’opportunità di favorire un confronto tra tutte le lingue
presenti in aula.

ADOLESCENTI
Fasce di età: 11-14 scuola media, 15-18 scuola superiore
All’estero e in Italia: scuole itliano all’estero frequentate da non italofoni, progetto intercultura,
Sviluppo delle abilità cognitive: nella fase adolescenziale ovviamente queste abilità sono più sviluppate.
Didattica per tasks: task sta per compito e dunque consiste nel far utilizzare la lingua per dei compiti
comunicativi reali: fare un’intervista. Tali compiti, del giusto livello, sono gratificanti per lo studente vede di
essere capace.
BICS E CALP: quando un ragazzo viene inserito in una scuola di un paese diverso ci sono due fasi: la prima è
quella “essenziale”, dove capisce e riesce a spiegare l’essenziale. L’eesenziale chiaramente non è essenziale
e non deve essere trattato come gli altri madrelingua, perché necessita di sviluppare altre abilità.
Basic interpersonal communicative skills. Cognitive academic language proficiency.
Italiano materia curricolare: può essere materia a scelta ma anche curricolare e in questo caso essendo
“obbligato” può essere che la lingua non piaccia.
Clil: obbligatorio alle superiori.

ADULTI E SENIOR
Fasce: 19-35 anni giovani adulti, 36-54 adulti; over 55 senior: prima fascia universitari dove sono più
motivati. Troviamo anche gli immigrati. Gli over 55 scelgono l’italiano per motivazioni culturali
In italia e all’estero.
Motivazioni allo studio
Tempo a disposizione: l’adulto che lavora avrà meno tempo rispetto a chi segue un corso, c’è chi avrà
bisogno di un corso intensivo e colui che se ne occuperà deve conoscere bene il tempo e gli obiettivi
dell’apprendente.
Conoscenze enciclopediche
Aspettative
Limiti e vantaggi

FOCUS SULLE MOTIVAZIONI


Universitari, immigrati, oriundi italiani, studenti USA, religiosi cattolici, operatori turistico alberghieri,
cantanti d’opera.
Aspetti da considerare: caratteristiche (età, provenienza).
Contesti di apprendimento;
Stili di apprendimento: in relazione a motivazione e obiettivi. Possono essere più individuali
Offerta formativa: corsi, materiali, certificazioni e formazione docenti.
Con il passare del tempo sono usciti dei libri spcifici per i vari profili sopra. Chiaramente se ne hanno di più
per universitari e immigrati.

STUDENTI UNIVERSITARI
Frascia d’età 19-30;
In italia e all’estero
Programmi Erasmus, Marco Polo, Turandot
Studenti Usa in italia, religiosi cattolici, cantanti d’opera: università pontificie.Per i cantanti d’opera è
diverso perché devono affrontare testi molto più antichi rispetto all’italiano odierno, ed è molto importante
per un cantante la pronuncia.
Linguaggi settoriali: non è poi così difficoltoso, spesso avevano meno difficoltà a leggere testi scientifici che
a comunicare che in questioni quotidiane.
Discipline più spesso associate all’italiano: moda, design, musica, umanistiche.
Abilità comunicative orali e scritte in contesto accademico.

IMMIGRATI
Minori non accompagnati, profughi, richiedenti asilo: spesso passeggeri
Adulti in cerca di occupazione e loro familiari: magari più fissi che già hanno più motivazioni e obiettivi e
materiali
I corsi per adulti, inserimento scolastico per minori
Eterogeneità nei corsi per immigrati adulti
Apprendimento spontaneo, guidato e misto.
Motivazioni e bisogni comunicativi
Le seconde generazioni: apparentemente semra che parli gia bene ma poi si scopre che hanno delle lacune
spesso a livello del lessico.
ORIUNDI ITALIANI
AREE: Nord e Sud America, Oceania, Europa.
Motivazioni: deboli di solito.
Terze e quarte generazioni
Dialetti italiani come lingue di origini
Lingua paese ospitante
Fenomeni di erosione e mescolanza linguistica
Bisogni e motivazioni allo studio dell’italiano.

OPERATORI TURISTICO- ALBERGHIERI


Accoglienza italiana e made in Italy
Industria turistica italiana in Italia e all’estero
I viaggiatori italiani all’estero
Scuole superiori chiamate instituti alberghieri: spesso frenquentate da studenti stranieri in italia
Linguaggi settoriali e competenze pragmatiche
Una didattica orientata al fare.

CANTANTI D’OPERA
Lingua dei libretti vs lingua comune
Importanza pronuncia
Differenza pronuncia italiano cantato e parlato
Comprensione del testo e rappresentazione scenica

FOCUS SULLA LINGUA E CULTURA D’ORIGINE:PROFILI:


Sinofoni, arabofoni, nippofoni, germanofoni, russofoni.
Aspetti da considerare:
Confronto L1 ed L2
Confronto cultura di appartenenza e cultura italiana
Errori più frequenti
Stili di apprendimento
Offerta formativa

08/03
LIVELLI SOGLIA (70’) CEFR (96-2001)
I progetti linguistici europei degli anni 60 sono stati fatti per -diffondere le lingue minoritarie e -per inserire i
migranti dall’Europa Meridionale, soprattutto bambini e donne.
Fu tradotto in 40 lingue. Ci fu una divisione in 6 livelli di competenza.
COMPETENZE:
COMPETENZE GENERALI:
SAPERE: argomenti vari legati alla conoscenza
SAPER FARE: saper comunicare, interagire e sempre c’è di mezzo l’interferenza della propria cultura
SAPER APPRENDERE: si può fare attraverso metodi, attività, materiali
SAPER ESSERE: personalità, diventi più capace di affrontare il diverso, sei più tolerante

COMPETENZE LINGUISTICO-COMUNICATIVE:
LINGUISTICHE
SOCIOLINGUISTICHE
PRAGMATICHE

14/03
LIVELLI DI COMPETENZA
VOLUME:
LINEE GUIDA PER I DOCENTI DI L2 E PER GLI STUDENTI
I LIVELLI DI COMPETENZA
I DESCRITTORI ORIENTATI AL SAPER FARE
TRASPARENZA= SPLENDIBILITA’ MOBILITA’.
Esce in stampa per essere diffuso e viene utilizzato in vari ambiti. E’ uno strumento anche per gli studenti
per i livelli di competenza, sono infatti presentati sotto forma di descrittori per valutare il livello, per capire
dove deve arrivare, se deve sostenere un esame.
LIVELLI DI COMPETENZA: Un nucleo A1 che si espande in B e e chiaramente toccano ambiti diversi.
Livelli:
Descrittori di competenza per livelli
Nel dettaglio:
Ogni competenza linguistica descritta per livelli (es. ampiezza del lessico, correttezza grammaticale)
Ogni attività linguistico comunicativa descritta per livelli (es. comprensione scritta in generale)
Ogni attività descritta per livelli in relazione al tipo di testi e agli obiettivi (es leggere istruzioni, per
informarsi, per orientarsi
Pre A1
Sono considerati al livello pre A1 gli stranieri adulti scarsamente scolarizzati o analfabeti che hanno ricevuto
un’istruzione scarsa o assente nella loro lingua madre
Non sono in grado di utilizzare la letto-scrittura nella maggior parte delle situazioni quotidiane. Rientrano in
questo gruppo anche gli stranieri adulti che hanno perso le abilità di alfabetizzazione per mancanza di
utilizzo e vivono una situazione di analfabetismo di ritorno.
A1-livello di contatto: riesce a comprendere e utilizzare espressioni familiari e di uso quotidiano e formule
molto comuni: sa presentare se stesso e altri, porre domande personali e rispondere a domande analoghe:
dove abita , chi conosce, cosa possiede). E’ in grado di interagire in modo semplice purché l’interlocutore
parli lentamente e sia disposto a collaborare.
A2 livello di sopravvivenza: riesce a comprendere frasi isolate ed espressioni di uso frequente relativi ad
ambiti di immediata rilevanza (persona, famiglia, proprio vissuti, geografia locale, lavoro). Riesce a
comunicare in attività semplici e di routine che richiedono solo uno scambio di informazioni semplici e
diretto su argomenti familiare e abituali. Riesce a descrivere in termini semplici aspetti del proprio vissuto
ed elementi che si riferiscono a bisogni immediati. La forma più usata è il presente indicativo alla terza
persona singolare perché dipende anche dall’input che riceve.
Seconda forma: participio passato senza ausiliare.
B1 livello soglia: è in grado di comprendere i punti essenziali di messaggi chiari in lingua standard su
argomenti familiari che affronta normalmente al lavoro, a scuola, nel tempo libero, ecc. Se la cava se
viaggia in quel luogo. Sa produrre testi su argomenti familiari o di proprio interesse. E’ in grado di
descrivere esperienze e avvenimenti, sogni, speranze, ambizioni, dare ragioni o spiegazioni.
B2 livello progresso: è in grado di comprendere le informazioni di un testo complesso sia su argomenti
concreti che astratti comprese le discussioni tecniche sul proprio ambito di specializzazione. E’ in grado di
intervenire facilmente tanto che riesce a comunicare facilmente con i nativi. Riesce ad esprimersi e dare
opinioni su argomenti di attualità esprimendo pro e contro.
Si inizia a parlare di fluenza.
C1 livello efficacia: è in grado di comprendere un’ampia gamma di testi complessi e lunghi e capirne i
significati anche impliciti. Si esprime in maniera scorrevole senza difficoltà. Sa produrre testi chiari, ben
strutturati e articolati mostrando un buon controllo delle strutture discorsive, connettivi e meccanismi di
coesione.
C2 livello padronanza: diminuisce ancora di più lo sforzo che è pochissimo. Sa riassumere informazioni
tratte da diverse fonti e ristrutturare un testo con le argomentazioni e parti formative Si esprime
spontaneamente e scorrevolmente, e rende sottili sfumature di significato anche in situazioni abbastanza
complesse.
I DESCRITTORI:
CAN-DO-STATEMENTS ecc perché ha tolto la slide.
EUROPEAN LANGUAGE PORTFOLIO (ELP)/PORTFOLIO EUROPEO DELLE LINGUE (PEL)(2001) esce dopo il
QCER ed è rivolto agli insegnati. L’Euro pass per il curriculum nasce dentro il PEL. PEL: carta di identità
linguistica dei cittadini europei, per l’autovalutazione online.
Contiene: passaporto linguistico, biografia linguistica, dossier. Il dossier è una raccolta di documenti tramite
i quali i discenti mostrano i progressi conseguiti nell’apprendimento. Raccoglie a scopo informativo i lavori
ben riusciti. Serve a descrivere il proprio percorso formativo e ad essere consapevoli dell’autonomia.
La biografia linguistica documenta il contatto con le lingue.
A cosa serve: promuove il plurilinguismo, agevola la mobilità in Europa documentando le competenze
linguistiche, incoraggiare lo studio autonomo delle lingue, promuovere l’autovalutazione e la percezione
delle risorse linguistiche e culturali.
15/03
Oggi parliamo del volume di accompagnamento del quadro. Nel 2004 è uscito un documento chiamato
“profile” e si rivolgeva a chi costruisce percorsi di formazione per gli insegnanti, verificando se la
preparazione degli insegnanti in Europa, fosse omogenea. Questo documento indicava un percorso
universitario per insegnanti che integrava tirocinio, Erasmus. Nel 2007 esce un altro documento “european
portfolio for italian student teachers” cioè per studenti che studiano per diventare insegnanti di italiano. E’
un documento che si ispira al quadro perché fornisce esperienze didattiche per un’insegnante che vuole
autovalutarsi. Nel 2013 esce European profile grid, online, e si rivolge a tre tipologie di persone: insegnanti
di lingue, formatori insegnanti di lingua, dirigenti delle scuole dove si insegnano le lingue. Nel 2017, dopo la
prima uscita online del 1996, esce questo volume di accompagnamento “CEFR COMPANION”, è come
un’integrazione.
OBIETTIVI:
-arricchire la descrizioni dei livelli (A1, PRE-A1, C);
-cambiamenti tecnologici;
-sviluppo descrittori per la mediazione e per le reazioni alla letteratura: può essere utilizzato sia come testo
sul quale lavorare ma anche come mezzo per sviluppare le competenze e quindi con riscontri psicologici;
-descrittori anche per gli apprendenti più giovani.
MEDIAZIONE: prima si diceva ci fosse solo mediazione orale e scritta; ora invece: mediating a text (mediare
a livello testuale), mediating concepts (mediare a livello concettuale), mediating communication (mediare
a livello comunicativo).
MEDIARE A LIVELLO TESTUALE:
-trasferire in forma orale o scritta informazioni specifiche reperite in testi di vario tipo;
-spiegare in forma o/s dati interpretabili visivamente ( grafici, schemi);
-processare mentalmente un testo per riassumerlo dopo averlo compreso in maniera approfondita;
-tradurre in forma o/s un testo scritto;
-prendere appunti scritti (conferenze, incontri, seminari);
-commentare un testo creativo.
MEDIARE A LIVELLO CONCETTUALE:
-collaborare in un gruppo:
facilitando l’interazione collaborativa fra pari (dal punto di vista relazionale); collaborando alla costruzione
di significati (dal punto di vista cognitivo, per facilitare lo sviluppo di idee)
-guidare il lavoro di gruppo:
gestendo l’interazione (dal punto di vista relazionale); incoraggiando l’esplicitazione dei concetti
(conceptual talk).
MEDIARE A LIVELLO COMUNICATIVO:
a) facilitare lo spazio pluriculturale:
-creando uno spazio comune fra interlocutori linguisticamente e culturalmente diversi;
-usando domande e mostrando interesse per promuovere la reciproca comprensione;
-dimostrando sensibilità e rispetto verso prospettive e norme socioculturali diverse;
-anticipando e superando fraintendimenti.
b) agire da intermediario in situazioni informali:
-ripetendo in sintesi quello che gli interlocutori stanno dicendo;
-trasferendo informazioni importanti.
c) facilitare la comunicazione in situazioni delicate e di disaccordo:
- esplorando in modo equilibrato le opinioni dei partecipanti;
-rielaborando i punti di vista per migliorare la comprensione dell’argomento trattato;
-cercando punti di intesa;
-sintetizzare i punti di vista per arrivare ad un accordo.
21/03
L’Italiano è una lingua molto influente in Polonia; lo è anche lo spagnolo anche se dipende dal periodo.
Nelle scuole elementari l’italiano non è molto diffuso, mentre al liceo la popolarità e la scelta crescono.
Nuovi contesti didattici
Suole della prima infanzia, scuole elementari private, licei privati, scuole di lingue straniere, corsi
specialistici nelle aziende italiane operanti in Polonia.
I manuali: non vi erano d’italiano per gli apprendenti polacchi, erano molto generali e il ministero non
voleva finanziarli.
Come promuovere l’italiano in Polonia: incontri insegnanti e studenti, nuovi manuali elaborati per gli
apprendenti polacchi, modalità d’insegnamento innovativa: attività didattiche interessanti basate sui
materiali autentici, la promozione della cultura italiana, lo sviluppo della competenza.
La scelta dell’approccio didattico: approccio orientato all’azione le persone che usano e apprendono
una lingua sono considerate come “attori sociali”, vale a dire come membri di una società che hanno
compiti da portare in determinate circostanze in un ambiente specifico e all’interno di un determinato
campo.
1.Approccio orientato all’azione: l’insegnamento olistico focalizzato sul saper fare/usare le proprie
conoscenze; un maggiore coinvolgimento degli apprendenti nel loro processo di apprendimento; il contesto
sociale: fattori linguistici ed extralinguistici; compiti collocati in una determinata situazione comunicativa;
l’utilizzo della lingua mirata agli obiettivi comunicativi.(zone of proximal development)
Approccio orientato all’azione-basi teoriche: la teoria socioculturale di Led Vygotskij: possibilità di
interagire con un altro parlante, specialmente quello più esperto nell’area di sviluppo prossimale.
La pedagogia attivistica di John Dewey: la necessità di insegnare attraverso l’azione (learning by doing).
Insegnamento attivo: lavori di gruppo, progetti didattici, sondaggi, simulazioni ecc.
Criteri per la creazione delle attività didattiche:
Tematica interessante per una determinata fascia d’età, attraenti modalità di presentazione dell’input
linguistico, insegnamento induttivo della grammatica, insegnamento basato sulla cooperazione, ricerche
autonome svolte da parte degli apprendenti, contesto autentico di uso della lingua, frequenti ripetizioni, la
comunicazione interculturale.
Attraenti modalità di presentazione dell’input linguistico: immagini, video, social, fumetti, grafici e
diagrammi con poco testo ma più immagini, associare l’immagine alla parola, schemi dei telefonini.
Insegnamento induttivo della grammatica: leggi le frasi, leggi i dialoghi e osserva la funzione degli
elementi, le mappe.
22/03

Competenza interculturale
La proposta di Michael Byram:
-conoscenze
-atteggiamenti
-acquisizione ed applicazione
-valutazione critica
-interpretazione
La competenza interculturale si basa su:
-consapevolezza interculturale
-conoscenze interculturali
-abilità pratiche (saper fare)
-atteggiamenti (saper essere)
29/03
VARIABILI LINGUISTICHE E CULTURALI NELL’APPRENDIMENTO DELL’ITALIANO L2
I motivi che influiscono nell’apprendimento della L2 sono spesso interdipendenti tra loro:
-lingue coinvolte: è importante sia L1 ma anche la L2 in relazione con la propria L1; spesso una lingua può
anche essere una L3 ad esempio, caso spesso dell’italiano che non è sempre una L2 ma una L3;
-fattori esterni;
-caratteristiche individuali;
-aspetti interculturali.
CARATTERISTICHE L2/LINGUA D’INSEGNAMENTO:
-Rapporto fra pronuncia e grafia;
-trasparenza dei morfemi: lingue flessive ovviamente;
-numero di fonemi (20-80);
-presenza articolo: nelle lingue senza articolo la difficoltà aumenta perché si deve interpretare il testo senza
l’aiuto dell’articolo;
-numerali (base 10,20,80): ci sono lingue che non contano a decine o comunque spesso anche se ce l’hanno
contano in maniera diversa (francese);
-aspetto e tempo verbale: differenza tra passato prossimo e passato remoto è difficile;
-cortesia e rapporti gerarchici: elementi pragmatici.
ITALIANO HA 30 FONEMI: 7 sono vocalici anche se i vocalici si stanno riducendo a 5; l’apertura e chiusura
delle vocali non è segnalata dalla grafia.
SPECIFICITA’ DELL’IT:
-differenze fra standard e varietà regionali;
-sistema pronominale: sistema molto ricco; pronomi tonici e atoni; pronomi personali soggetto sì o no; tanti
pronomi stanno scomparendo;
-imperfetto/perfetto: non è facile;
-relativa corrispondenza fra pronuncia e grafia.
Le lingue parlate nel mondo sono circa 6000 e alcune combinazioni sono molto studiate dall’analisi
contrastiva, altre meno.
FAMIGLIE LINGUISTICHE:
-indoeuropea (quasi 3 miliardi);
-sinotibetana (1,2 miliardi) (cinese);
-nigero-congolese (380 milioni);
-afroasiatica (360 milioni);
-austronesiana (350 milioni).
TIPOLOGIE LINGUISTICHE:
(MOLFOLOGIA, FORMAZIONE LESSICO):
-isolanti: cinese;
-flessive: italiano;
-agglutinanti: turco;
-polisintetiche: lingue amerinde.
ORDINE COSTITUENTI DELLA FRASE:
-40% SOV (latino, turco, giapponese);
-30% SVO (lingue romanze, germaniche, slave);
-10% VSO (arabo);
-5% VOS (malgascio).
ORDINE DEI CONTITUENTI INFORMATIVI:
-Lingue postdeterminanti: TESTA+MODIFICATORE (italiano, francese);
-Lingue predeterminanti: MODIFICATORE+TESTA (turco, inglese, tedesco).
SISTEMI DI SCRITTURA:
-Logografici: un carattere=una parola;
-Fonografici: sequenza di simboli grafici che possono essere alfabetici o sillabici.
TRATTI CHE UNISCONO E TRATTI CHE DIVIDONO:
- intercomprensione ( lingue romanze, germaniche, slave);
-Standard Average European- SAE (Whorf 1958);
-Common Underlying Proficiency- CUP (Cummins 1981): quando c’è una competenza sottostante di lingue
purché questa conoscenza sia abbastanza avanzata.
LINGUE PONTE:
-fenomeni dell’acquisizione della terza e quarta lingua;
-Interferenze dalla L2 sulla L3, L4 ecc.
-Il caso degli arabi francofoni;
-Il caso degli indiani anglofoni.
VARIABILI ESTERNE:
-il contesto educativo;
-il contesto sociale;
-l’input linguistico in L2;
-le interazioni in L2;
-il tempo a disposizione e la sua organizzazione.
I CONTESTI DELL’ITALIANO:
-italiano LS;
-italiano L2;
- italiano lingua di contatto;
-italiano lingue di origine.
IL CONTESTO EDUCATIVO:
-il docente;
-il formato didattico;
- i materiali didattici;
- approccio, metodo, tecniche;
-apprendimento in presenza o distanza.
IL CONTESTO SOCIALE:
-contatti con i nativi;
-integrazione sociale;
- strumenti di rilevazione (es. Glottokit).
L’INPUT E L’INTERAZIONE:
-ipotesi dell’input comprensibile ( I+1 di Krashen 1985);
-l’ipotesi dell’input modificato e interattivo;
VARIABILI INTERNE:
-età di esposizione alla L2;
-genere;
-motivazioni;
- filtro affettivo;
-personalità;
-preconoscenze.
Età:
- aspetti neurolinguistici;
-periodi “sensibili”: -prima infanzia: aspetti fonetico-intonativi; -adolescenza: morfosintassi; -età adulta:
lessico.
GENERE:
prevalenza femminile fra studenti e docenti di lingue. Cervello femminile (corpo calloso più consistente).
Maggiore attenzione, dedizione allo studio.
04/04
punti critici dell’italiano contemporaneo in prospettiva didattica

Lo standard non viene pronunciato da tutti: anche il docente ha l’influenza della propria regione così come
al giorno d’oggi il cinema non doppiato, radio, tv ecc hanno tutti personaggi che hanno l’influenza della
propria regione.

Le varietà che piacciono di più agli italiani, secondo degli studi, sono quelle settentrionali.
05/04
INTERLINGUA E ERRORI IN ITALIANO L2
Acquisizione: fenomeno spontaneo, inconscio, con effetti a lungo termine.
Apprendimento: fenomeno guidato, consapevoli, con effetti a breve termine.
Linguistica acquisizionale:
-studi sull’acquisizione spontanea dell’Italiano L2 da parte di immigrati (progetto Pavia, 1985-97=
- corpus di interviste orali a immigrati adulti di varia provenienza, immigrati in nord italia.
-Scoperta di fenomeni ricorrenti, indipendenti dalle lingue madri degli informanti.
Sequenze acquisizionali:
-scoperta di sequenze implicazionali di sviluppo della competenza in italiano L2, temporalità:
compracompratoho comprato compravocomprerò/comprerei.
- Chi usa l’imperfetto correttamente, sicuramente usa anche il passato prossimo (inutile insegnare il
futuro se non è stato ancora acquisito l’imperfetto).
Interlingua:
“sistema linguistico a sé stante che risulta dal tentativo di produzione da parte dell’apprendente di
una norma della lingua obiettivo” (Selinker 1972).
Contiene elementi della L2, della L1 o altre lingue note. E’ un sistema dinamico e transitorio. E’
permeabile e influenzata da input e studio, ma può anche fossilizzarsi e regredire.
Gli stadi:
-L’interlingua procede a stadi, indipendenti dalla L1.
-Si raggiunge lo stadio successivo quando si possiedono i tratti di quello precedente.
-Le sequenze di apprendimento sono naturali: non si possono sovvertire ma solo accelerare con lo
studio e l’apprendimento.
-Lo sviluppo della competenza in L2 è visibile nella sequenza di varietà interlinguistiche.
I nodi:
l’interlingua si basa su una rete di regole (nodi) che via via si collegano ad altri nodi creando via via
dei super-nodi (hub). Un nodo diventa hub grazie:
-frequenza dell’input;
-bisogni dell’apprendente;
-intervento del docente.
L’interlingua si può stabilizzare con errori fossilizzati.
Errori
Prima metà del 900: analisi contrastiva. L’errore è patologico e va prevenuto.
Da anni 70: analisi degli errori. L’errore è caratteristico dell’interlingua (fisiologico, non patologico).
Gli errori segnalano i processi mentali dell’apprendente, le sue ipotesi della L2.

Tipi di errori:
-Errori sistematici o occasionali.
-Errori che impediscono o non impediscono la comprensione del messaggio.
-Interferenza della L1 o da altra lingua conosciuta (più affine alla L2).
-Ipergeneralizzazione (es. la problema).
-Ipercorrettismo (es. sperimento).
-Scelta del registro.
-Errori pragmatici.
Errori da interferenza dalla L1: pronuncia, prosodia, lessico, sintassi.
Come correggere gli errori: nella produzione scritta e orale.. Nell’interazione scritta e orale.
L’autocorrezione è importante.
11/04 ripetizione lezione di prima

12/04
Approcci e metodi per l'insegnamento della L2
Approccio: fondato su una teoria capace di generare un metodo
Metodo: coerente con un approccio capace di realizzarsi in tecniche
Tecnica: coerente con un metodo.
Scegliere approccio metodo e tecniche significa costruire la propria lezione ed anche dei materiali
didattici. Quando ci troviamo in mano un manuale dobbiamo capire l'approccio di fondo anche se
non è esplicitato. Ci sono alcuni tratti caratteristici di ognuno di questi approcci.
In ogni campo concreto di insegnamento ci sono 3 elementi fondamentali:
-l'oggetto (lingua, grammatica, obiettivi primari)
-soggetto (modalità di apprendimento
-agente (docente, modalità di insegnamento, attività, mezzi)

Approccio deduttivo
Metodo grammaticale - traduttivo (1700-1900)
Si parte dalla regola e poi si fa l'esempio. L'insegnamento consiste nello spigare i diversi
funzionamenti di una lingua -> si insegna le regole grammaticali e si fanno traduzioni.
-oggetto: lingua (uso della L1, lingua scritta, classici, letteratura, solo cultura alta), grammatica
(ruolo primario, insegnamento deduttivo, correzione degli errori), obiettivo primario (competenza
grammaticale, abilità scritte).
-soggetto: l'allievo è considerato in base a quanto conosce già la lingua, non si tiene conto del suo
modo di apprendere o dei suoi obiettivi.
-agente: docente (colui che sa la lingua e la sa insegnare), modalità (lezione), tecniche (studio della
grammatica, traduzione, manipolazione, riassunto, tema, lettura in L2), mezzi (il manuale).

Approccio induttivo
Metodo diretto (fine '800)
In nord Europa e in nord America iniziano ad essere presenti immigrati che studiano la lingua per
altri motivi e necessità -> arriva la sindrome del pendolo. Questo metodo di afferma soprattutto
nelle scuole private, le prime scuole di lingua in Europa che adottano questo metodo sono le scuole
Berlins, dicono basta all'insegnante non di madrelingua .

-oggetto: lingua (lingua esclusivamente orale, solo L2), grammatica (scompare dall'insegnamento,
errori tollerati), obiettivo primario (competenza orale, fluenza).
-soggetto: modalità (lo studente viene esposto alla L2 e deve fare ipotesi sul suo funzionamento in
maniera autonoma)
-agente: docente (unico modello di lingua), modalità (incontri-lezione), attività (conversazioni con il
docente) mezzi (pochissimi materiali, uso di immagini).

Approccio induttivo
Metodo audio-orale (1960-1970)
Si aggancia alle tecnologie, viene fuori il laboratorio linguistico del singolo studente che può
utilizzare delle novità per apprendere. Nascono nuove discipline in questi anni come lo
strutturalismo (in linguistica) -> si considerano le strutture della lingua e quindi la manipolazione
delle parti della frase si riferisce a questa disciplina.
-oggetto: lingua (lingua orale, frasi fuori dal contesto), grammatica (analisi contrastiva preliminare,
interferenza), obiettivo primario (competenza linguistica, abilità orali).
-soggetto:è considerato un contenitore da riempire, una tabula rasa
-agente: docente (ripetitore al servizio delle macchine), modalità (brevi lezioni ripetitive), attività
(pattern drills), mezzi (ruolo primario del laboratorio linguistico, manuali).
Approccio comunicativo

Metodo situazionale UK, 1970-1980


Sono anni importanti per ogni ambito, dal punto di vista della didattica delle lingue straniere c'è una
svolta perché le emigrazioni si accentuano anche nel nord Europa, le persone hanno bisogni diversi.
L'idea è quella di lingua che cambia e che non è più un sistema astratto. L'idea di lingua si associa
all'idea di comunicazione. Uno di primi metodi che si afferma è quello situazionale.
-oggetto: lingua (testi scritti e orali selezionati in base ai bisogni degli studenti), grammatica (in
contesto - esponenti linguistici), obiettivo primario (competenza comunicative, abilità primarie -
>scrittura, lettura, comprensione orale, produzione orale).
-soggetto: si prendono in considerazione i bisogni linguistici dell'allievo
-agente: docente (regista facilitatore), modalità (unità didattica), attività (attività comunicative -
>domande v/s, scelta multipla, griglie, role-play), mezzi (manuali, audio e videoregistratore).

20/04

26/04
L'approccio comunicativo per l'insegnamento della L2

L'approccio comunicativo rientra tra gli approcci induttivi perché ha molto in comune ed è opposto
al metodo grammaticale.

Teorie di riferimento sulla lingua


Sono teorie per capire che idea c'è dietro a questo approccio su cosa si intende per lingua.
-La nascita di una nuova disciplina: la sociolinguistica (riflessione di come la lingua cambia in
relazione ai parametri di variazione della società)
-Le teorie sugli atti linguistici: si sostiene che la lingua abbia delle funzioni nella realtà che possono
avere degli effetti anche non linguistici, si guarda alle intenzioni del parlante e all'applicazione nel
reale (pragmatica).
-Lingua come strumento di comunicazione non come sistema astratto: le persone iniziano ad
emigrare e necessitano di conoscere nuove lingue.

Teorie di riferimento su come si impara la lingua

Cioè vedere come si impara una lingua.


-i bisogni linguistico - comunicativi dell'apprendente guidano la creazione del sillabo: si inizia a dare
importanza a chi apprende e non più sulla lingua.
-il 'livello soglia' (Europa 1970-1980) per la sopravvivenza: in base ad ogni lingua si parla di livelli
diversi di sopravvivenza.
-il concetto di interlingua e i processi mentali: ci si concentra sulla dimensione individuale e
sull'apprendente che cerca di avvicinarsi più possibile alla competenza di un nativo. L'interlingua sta
nel mezzo a lingua madre e lingua obiettivo, che non ha solo elementi di L1 e L2 ma anche altri
frutto dell'ipotesi di come funziona questa lingua che stiamo apprendendo.
-apprendimento implicito ed esplicito della L2 sotto la guida del docente: anche l'apprendimento
implicito è importante, ovvero momenti in cui si apprende ma non sembra di sentire il peso
dell'apprendimento.

Focus on the learner


-l'oggetto di insegnamento
-il docente
-l'apprendente

Il nuovo ruolo degli errori

Negli approcci precedenti c'era un approccio diverso nei confronti degli errori
-dall'analisi contrastiva al concetto di interlingua: prima di guardava al ruolo negativo che la lingua
madre poteva avere sull'apprendimento della L2; veniva fatto un confronto a contrasto tra L1 e L2 e
non funzionava

-diversi tipi di errori (error/mistake, da interferenza o legato alla L2, fossilizzati o sopradici, in
rapporto allo standard e all'uso): gli studenti stranieri fanno degli errori a prescindere dalle
interferenze della L1 (l'uso dei pronomi, le doppie, i verbi irregolari)
-l'errore è fisiologico e non patologico e segnala processi neurolinguistici: non tutti gli errori si
possono prevenire e non possiamo entrare nella mente degli studenti
-non si possono prevenire gli errori con batterie di esercizi meccanici e ripetitivi
-l'errore segnala le ipotesi dell'apprendente sulla L2 e indica gli stadi dell'interlingua
-l'errore può indicare anche competenze acquisite (ipergeneralizzazioni)
Il nuovo ruolo della grammatica
-funzioni e strutture in prospettiva comunicativa: si cerca di spiegare le cose dandogli una funzione
ma nell'uso ci si accorge che non è sempre così (se spiego che per dare ordini serve l'imperativo, poi
ci si accorge che in delle situazioni non è così).
-la sistematizzazione grammaticale si sposta dopo l'incontro con il testo: la grammatica cambia
posizione, viene dopo l'incontro con frasi e testi. Il procedere delle azioni didattiche deve seguire
ciò che fa la nostra mente. La grammatica deve avere ruolo di supporto.
-percorso induttivo: dall'esempio alla regola
-il testo offre la possibilità all'apprendente di fare le proprie ipotesi (se l'input è comprensibile
ipotesi di Krashen I+1): tecnica del close -> testo da cui sono state eliminate alcune parole, c'è il
principio di una parte sconosciuta rispetto alla massima parte di noto (una parola ogni sette tolta da
un testo).
-la grammatica viene presentata in maniera clinica, per approfondimenti successivi (non si presenta
la regola e tutte le sue eccezioni subito): nei manuali ispirati al metodo grammaticale traduttivo si
presentava le regole con tutte le sue eccezioni, è una cosa che mette un po' in crisi lo studente
perché si crea confusione.

Il ruolo dei materiali didattici e delle tecniche didattiche


-lavoro su testi e non su frasi: a volte i testi sono anche poco proponibili, si deve trovare un giusto
equilibrio.
-testi autentici (orali e scritti, audio e video, realizzati da nativi per nativi)
-immagini per scopi didattici: non si parla solo di immagini decorative ma che servono anche per
delle attività (es. collega le immagini)
-dialoghi verosimili
-domande chiuse (vero falso, scelta multipla) come guida alla comprensione del testo:affrontando
un testo in lingua straniera se si ha degli argomenti da cercare abbiamo il lavoro semplificato, ci
sono delle stampelle.
-simulazione di interazioni (role play): non è un gioco, si tratta della recitazione di un ruolo, se ne
parla nelle lezioni e nei manuali, si fanno simulazioni di situazioni.
-attività a coppie e in gruppo in classe: il docente diventa un regista della situazione e non sta più al
centro dell'attenzione.

Il nuovo ruolo del docente


-sa la materia (lingua e cultura del paese): per i madrelingua è scontato
-sa offrire supporto su richiesta: a volte il nativo non sa sostenere gli studenti stranieri in quanto
non ha mai studiato la propria lingua come lo fa uno straniero
-sa come insegnare la materia (facilitatore): 1. Definisce il sillabo sulla base dei bisogni, 2. Saper
correggere gli errori, 3. selezionare e didattizzare i testi, 4. Gestisce la classe e organizza le attività di
coppia e di gruppo per compiti comunicativi e significativi, 5. Usa tecnologie.

Nuovo ruolo dell'apprendente


-è il centro dell'atto didattico
-deve manifestare le proprie motivazioni allo studio e i propri bisogni linguistici relativi alla L2
-deve partecipare attivamente alla lezione
-deve interagire in L2 anche con i compagni nelle attività a coppia o in gruppo.
I metodi che si ispirano all'approccio comunicativo
L'approccio è un ombrello che copre tutto e i metodi realizzano l'approccio
-metodo situazionale
-metodo nozionale-funzionale
-metodo strategic interaction
-metodo project work
-metodo lexical approach

27/04
Tecniche didattiche per l'insegnamento della
L2mmmmmmmmmmmmmmmmmmnnmnmmmmnmnmmmnmnmnmnmnmnmnmnmnmnmnmnmnnn
nnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn
nnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn
Dopo aver scelto metodo e approccio abbiamo la possibilità di scegliere delle tecniche.
Nel metodo grammaticale traduttivo c'erano:
-la traduzione: prima i manuali contenevano la parte scritta in italiano e la parte scritta in un'altra lingua
(una parte in L1 e una in L2) -> non si può imparare una lingua usando solo quella lingua, pensavano.
-la manipolazione:trasformare per esempio un verbo al presente in un verbo al passato
- il dettato: è una tecnica molto complessa
-il tema: se c'è un argomento di cui scrivere e un destinatario si aiuta chi va a scrivere; anche dire "scrivi una
relazione per l'università" si dimostra una tesi e un argomento tramite ricerche che poi si riflettono sulla
lingua che si usa.
- la lettura ad alta voce:presentando il testo si chiedeva subito di leggere ad alta voce,
Nel metodo audio-orale:
-pattern drills: c'erano tanti esercizi di tipo manipolativo, si da un modello e si dice di fare una
manipolazione sul modello fornito, dando poi il rinforzo
Nel metodo situazionale:
-role play: si inizia a diffondere i piccoli dialoghi con diverse varianti, considerando la situazione importante
per determinare la lingua da usare, si considerano i ruoli dei personaggi che non sono astratti ma possibili
situazioni della vita quotidiana. E' un'attività non più isolata ma a coppie o a piccoli gruppi.
Nel metodo nozionale funzionale:
-accoppiamento: chiamato anche matching, si può fare fornendo più parole e definizioni (o immagini) e si
chiede di abbinare quelle giuste -> si cerca di stimolare la mente dello studente per facilitare le risposte non
verbali, deve riconoscere gli elementi e combinare quelle giuste.
-cloze: consiste nel fornire un testo nuovo scritto incompleto e di completarlo con ciò che manca.
-completamento:completare frasi o parole
-dettato: non è solo la trasformazione di pronuncia in scritto, è un esercizio definito di comprensione
-diagramma a ragno: non esisteva prima questa tecnica, si parte da un concetto e si chiede di tirar fuori
tutto ciò che lo studente associa ad un concetto proposto.
-domanda aperta: è una tipologia di tecnica problematica, la domanda potrebbe non essere compresa.
-domanda vero/falso
-domanda a scelta multipla
-elicitazione: si cerca di far parlare gli studenti e tirar fuori la lingua.
-esplicitazione: consiste nel dare spiegazioni e nel chiedere spiegazioni agli studenti
-esplorazione delle parole chiave: si propone delle parole chiave esaminando i significati possibili
-gioco:i giochi utili per l'apprendimento della lingua sono molti
-griglia: nei manuali dell'approccio comunicativo vengono fuori queste griglie per dare spiegazioni
grammaticali in maniera sintetica o per fornire informazioni utili dopo la lettura di un testo.
-incastro:è una tecnica che permette di ricostruire un testo in disordine, quando per esempio viene
proposto un testo diviso in più parti e si deve capire qual è la prima parte, qual è la seconda etc.
-tecnica di natura insiemistica: richiede di unire in insiemi termini simili (es. trova tutti gli aggettivi positivi
ed elencali)
-tecnica di manipolazione
-tecnica di memorizzazione: hanno un ruolo, una lingua vuol dire anche automatismo, per esempio tramite
flash cards, l'uso delle immagini, l'uso della musica
-monologo: si chiede ad uno studente di parlare da solo di un argomento
-parafrasi: si chiede di dare il significato di una parola in maniera diversa, ci sono testi molto utili per certe
categorie di apprendenti -> capire un testo e riformulare pezzo per pezzo un testo
-pattern drill
-perifrasi: ridire qualcosa in maniera più semplice
-riassunto: è un'attività che di solito va fatta in lingua straniera che richiede attività cognitive che si
sviluppano dopo un po' di tempo dall'inizio dell'apprendimento.
-ripetizione: si dice parole o frasi e si chiede di ripeterle, anche a livello fonetico serve.
-roleplay
-stesura di appunti: non si parla più di tema ma di qualcosa di più concreto e realistico, la stesura di appunti
comporta riassunto e sintesi.
-stesura di testi: si da delle coordinate e si lascia scrivere
-traduzione: non parola per parola ma traduzione con funzioni concrete allo scopo di mediazione
-transcodificazione: riguarda il passaggio da un codice all'altro, per esempio ho un'immagine e viene chiesto
di descriverla.
-trasformazione di generi e modalità dei testi: per esempio da un testo ironico si passa a un testo
documentazione.

Le tecniche didattiche di Via del Corso


Le tecniche didattiche per la L2
Nei capitoli sono stati distinte le tecniche in base alle diverse competenze che vengono sviluppate (saper
essere, saper fare, saper apprendere).
Per il saper fare le tecniche sono tante.

Transcodificazione: passaggio da un codice all'altro


Cloze
Jigsaw: attività cooperativa basata sull'interdipendenza, si lavora in gruppi ed ogni membro del gruppo sa
delle cose che gli altri non sanno.
02/05
DALL’UNITA’ DIDATTICA ALL’UNITA’ DI LAVORO

IL DIALOGO SOCRATICO
Dialogo: (conversazione maieutica: nutrice, levatrice) con il mastro che cerca di far maturare l’autonomia
cognitiva e critica dell’allievo: didattica individuale o per piccoli gruppi.
Cerca di far uscire dall’allievo ciò che lui ha già dentro. Lasciare che lo studente scopri da solo le regole.
LEZIONE ex cathedra: lettura di testi sacri o la lectio magistralis in ambito accademico (il docente
onniscente legge, interpreta e trasmette a un pubblico indifferenziato). Didattia per gruppi numerosi o
omogenei, videoconferenze o registrazioni di interventi per la didattica online. I limiti sono che l’insegnante
non può sapere se ciò che insegna va incontro allo studente.
UNITA’ DIDATTICA: ispirata alla “psicologia della Gestalt (forma) che ddescrive la percezione in termini di
gloalità-analisi-sintesi. Prospettiva del docente, sequenza di fasi che guidano i processi mentali degli
apprendenti, rigidità di applicazione. Questa unità didattia deve arrivare ad un obiettivo.
Si possono dare delle attività da svolgere a casa idea presa anche dall’università con i crediti formativi.
MOMENTI DELL’UNITA’ DIDATTICA: Motivazione>unità di apprendim>analisi>sintesi>riflessione>controllo.
MOTIVAZIONE: -esplorazione del contesto comunicativo, -illustrazione delle dinamiche situazionali,-
significato culturale e sociale dello cerario, -funzione scopo del testo, -presupposizioni, implicazioni modelli
culturali.
GLOBALITA’: accostamento e assunzione del testo: dare un tempo allo stuente per leggere;
ANALISI: osservazione guidata degli aspetti che caratterizzano il testo di input a vari livelli: funzionale,
sintattico, lessicale, morfologico, fonetico, culturale.
SINTESI: fissazione delle forme e delle strutture; reimpiego di frome e strutture.
RIFLESSIONE E SISTEMATIZZAZIONE: Riflessione: entra in gioco la grammatica e l'insegnante che si occupa
dei meccanismi e della sistemazione delle informazioni fornite nelle fasi precedenti (es. lettura testo con
l'imperfetto, sistematizzazione delle declinazioni dell'imperfetto)
-inventario dei meccanismi espressivi-comunicativi, stilistici e retorici nel testo
-sistematizzazione delle strutture morfosintattiche per sistemi successivi, a spirale così da dilatare
gradualmente l'area della conoscenza grammaticale.
Balboni: unità didattica come rete di le: obiettivo minimo che lo studente ha per arrivare ad apprendere
qualcosa. Prospettiva dell’apprendente, flessibilit di applicazione, più adatta al lavoro di gruppo,
all’autoapprendimento, all’apprendimento per progetti online.
Vedovelli. Rivede l’unità didattica risaltando il ruolo del testo. Prospettiva testuale e interattiva, riflette la
centralità del testo nel Qcer, dà risalto all’input e all’interazione didattica, di cui gestisce l’imprevedibilità e
l’indeterminatezza.
Input testuale come: stumento di interazione e comunicazione, modello di lingua rappresentativo di usi
comunicativi e tipi di testo, fonte di problemi e attivatore di apprendimento.
Elementi comuni: unità di contenuto: componenti della competenza inguistica, competenza matetica,
modelli culturali, componenti della competenza generale, elementi pragmatici.
Momenti centrali: globalità, analisi, sintesi
Unità di lavoro: micropercorso di apprendimento guidato. Lavoro condiviso: lavora l’insegnante/lavora lo
studente.
Unità di lavoro: rende operativi i principi teorici sull’insegnamento dell’apprendimento della L2 in termini
di progettazione e realizzazione delle attività: - con fromati diversi, - introno a uno o più testi, - con tecniche
dierse secondo il metodo e l’approccio finalizzate allo sviluppo di diverse abilità.
Rappresenta una tappa del curricolo, può realizzarsi in: un incontro/lezione elgngòjewpò.
Fasi UDL: introduzione basata su contesto, motivazione, obiettivi, preconoscenze, preparazione al
confronto con il testo; svolgimento: sul testo con maggior importanza alla riflessione sul testo; conclusione
rendersi conto che dall’inziio della lezione qualcosa è successo.
Unità di lavoro: organizzazione delle attività e l’interazione;
controllo delle attività per il raggiungimento degli obietti;
centralità del testo;
consapevolezza della rsponsabilità di apprendimento dei destinatari;
ruolo-chiave dell’insegnamento in termini di progettazione, input, feedback, gestione dei processi
psicognitivi.
L’insegnante fa la differenza perché resenta un testo adatto sia dal punto di vista grammaticale che
culturale.
Un percorso induttivo
09/05
IL MANUALE DI ITALIANO L2/ GUIDA ALL’ANALISI
ORGANIZZAZIONE GENERALE DEL MANUALE
-numero di pagine complessivo;
-sezioni in cui è articolato;
-titoli dell’unità;
- materiali aggiuntivi (guida per il docente, eserciziario, ecc.)
Destinatari: età
-bambini
-adolescenti
-adulti
In base agli elementi presenti si distingue l'età a cui è destinato un testo.
Destinatari: motivazioni
-culturale: chi studia per piacere
-strumentale: chi studia per motivi pratici
Destinatari: livello di competenza linguistica
-principianti assoluti analfabeti
-principianti assoluti / A1 /A2
-B1/B2
-C1/C2.
Possibili contesti d’uso:
-in Italia;
-fuori d’Italia.
Approccio e metododidattico:
-FORMALISTICO/DEDUTTIVO: metodo grammaticale-traduttivo.
-STRUTTURALISTA/ INDUTTIVO: metodo diretto; metodo audio-orale.
-COMUNICATIVO: metodo situazionale; metodo nozionale-funzionale.
-UMANISTICO- AFFETTIVO.
Sfogliate le pagine di un capitolo e concentratevi su questi aspetti:
-organizzazione delle pagine e funzione delle singole sezioni:-molto chiara o –poco chiara.
-aspetti grafici: -immagini (foto, disegni, fumetti) che possono essere ornamentali, funzionali alla didattica,
assenti. -Colori: ornamentali, funzionali alla didattica, assenti.
-I testi: -registro linguistico: molto formale, mediamente formale, infromale. –adeguatezza: -adeguati al
livello dei destinatari; -non adeguati al livello dei destinatari.
-le istruzioni: -registro linguistico: uso del tu, voi, noi. –adeguatezza si o no al livello dei destinatari.
-strumenti di facilitazione delle attività: -esempi:sempre presenti, spesso, talvolta, assenti. –icone( per
indicare se si tratta di attività di ascolto, di lettura, a coppie,ecc.): sempre presenti, spesso, talvolta, assenti.
-presentazione della grammatica:di tipo deduttivo,induttivo, assente.
-fasi dell’unità di lavoro: introduzione da p a p, svolgimento da p a p, conclusione da p a p.
-sviluppo delle attività di ricezione: orale, scritta, audiovisiva.
-sviluppo delle attività di interazione: orale (dialogo), scritta.
-sviluppo delle attività di produzione: orale (monologo), scritta.
-sviluppo delle attività di mediazione: orale, scritta (traduzione). Ma ad oggi ci sono altre frome di
mediazione intralinguistiche come ad esempio chiedere di fare un riassunto.
-sviluppo della competenza linguistica: fonologica, ortografica, ortoepica, grammaticale, lessicale,
semantica.
-sviluppo della competenza sociolinguistica: registri formali e informali, varietà standard e non standard,
manifestazioni di cortesia e scortesia.
-sviluppo della competenza pragmatica: strategie discrosive, funzionali, di pianificazione del testo, non
verbali.
-tecniche: attività grammaticali, esercizi strutturali, attività comunicative, cooperative, ludiche, esercizi sul
lessicco.
10/05
TIPI TESTUALI: descrittivo, narrativo, argomentativo, regolativo, espositivo/informativo, scenico.
GENERI: poesia, canzone,fumetto,racconto, immagine,pubblicità, ricetta, annuncio, dialogo, filastrocca.
MODELLO OPERATIVO: lezione, unità (didattica,centrata sul testo, di apprendimento)
MODULO
LE FORME DI CORTESIA NEI MANUALI DI ITALIANO L2
Elementi linguistici che segnalano rapporti sociali degli interlocutori:
-pronomi allocutivi (tu,lei,voi, loro);
-appellativi e titoli onorifici;
-formule di saluto.
La variazione diafasica:i registri.
Uso delle forme di cortesia: contesto, ruoli reciproci degli interlocutori, tempi di passaggio, variabili
geografiche, norme conversazionali dell’interazione simmetrica e asimmetrica.
Principi di fondo: il concetto di faccia e altre cose.
La cortesia nell’interazione orale, i codici non verbali: gesti, gestione dello spazio, del tempo,
abbigliamento, i copioni interazionali, le espressioni fatiche, i complimenti.

16/05
Progettare una unità di lavoro a partire da un testo
MACROPROGETTAZIONE
Identificazione dei destinatari
-livello di competenza linguistica e culturale
-età
-LM e conoscenza di altre lingue
-grado di istruzione
-domini d'uso della L2
-presa di coscienza delle proprie priorità
-evoluzione personale
Informazioni preziose che consentono di elaborare, adattare e modificare il progetto di
insegnamento.
Individuazione degli obiettivi di apprendimento
-risultati da conseguire
-competenze che consentono di usare la L2 in modo efficace per il raggiungimento di un fine
-strategie di comunicazione
-singole componenti della competenza linguistico-comunicativa che si intendono sviluppare.
Analisi del contesto di insegnamento/apprendimento
-connotazione dell'istituzione da cui provengono gli obiettivi
-durata di ogni intervento e sua distribuzione nel tempo
-disponibilità di risorse utilizzabili
-disponibilità di strumentazioni tecnologiche
-spazio
Verifica degli apprendimenti
-definizione degli strumenti di misurazione delle competenze
-verifiche eterodirette del docente
-prove oggettive
-prove integrate
-autovalutazioni
-determinazione dei criteri di valutazione
-specificazione della cadenza dei momenti dedicati alla verifica -> revisionare sillabo, obiettivi
-indicazione degli indicatori di monitoraggio. -> apportare modifiche al percorso didattico.
MICROPROGETTAZIONE
Criteri di analisi e selezione dei testi
-complessità linguistica: valutare la capacità dell'apprendente di gestire ad esempio frasi lunghe,
subordinate, anafore, deittici.
-tipologia testuale: esaminare i tratti costitutivi di alcune categorie generali (a partire dalle tre
riconosciute come universalmente valide). (narrativo, descrittivo, argomentativo).
-struttura del discorso: analizzare le regole strutturali interne al testo (coerenza, coesione,
organizzazione del ragionamento, natura dell'informazione, contraddizioni).
-presentazione fisica; un testo lungo richiede maggiore processazione delle informazioni; impegno
di memoria, rischio di fatica, distrazione, demotivazione.
Un testo lungo è sempre più complesso di uno breve? Dipende da:
-densità informativa
-densità di ridondanza
Attenzione a una eccessiva riduzione del testo in termini di lunghezza.
-interesse per l'apprendente: la maggiore o minore rilevanza del testo è determinante per favorire
la motivazione -> l'acquisizione della L2
Si basa sull'interesse a entrare nei contenuti del testo; sostiene gli sforzi compiuti che non sono
immediati o meccanicamente determinati.

MICROPROGETTAZIONE: unità di lavoro


-fase iniziale (introduzione): presentazione dei contenuti per motivare all'apprendimento ed
elicitare le conoscenze pregresse. (fase della motivazione).
-fase centrale (svolgimento):
-ascolto/lettura di uno o più testi
-verifica della comprensione globale
-attività di analisi, sintesi e riflessione sulle tematiche o le strutture linguistico-
comunicative incontrate. (fase della globalità, analisi, sintesi, riflessione).
-fase finale (conclusione): attività di riutilizzo, approfondimento, rinforzo per sviluppare obiettivi
trasversali. (fase di verifica)
17/05
LE COMPETENZE INTERAZIONALI DEL DOCENTE NELLA CLASSE DI L2
La dimensione linguistico-comunicativa:
1.IL LESSICO: tensione fra naturalezza del parlato e esigenze dell’input comprensibile; lessico
brillante vs lessico di base; scelta di iperonimi/iponimi;
2. SEGNALI DISCORSIVI
Quali segnali discorsivi vengono usati, quali funzioni? E con quali effetti?
Indicatori fatici: mitigatori, presa di turno, richiamo di attenzione, accordo, comprensione.
4. ORGANIZZAZIONE DEL DISCORSO
Discorso complesso vs. frasi brevi; coordinazione vs. subordinazione; excursus; concordanze a
senso e deviazioni di percorso; frasi interrotte.
5. TRATTI SOPRASEGMENTALI
Pause, ritmo, intonazione, tono di voce, enfasi, picchi intonativi, modulazione emotiva della voce.
6. CODICI NON VERBALI: suoni non verbali
cinesica: gesti, espressione del viso, sguardo, movimenti del corpo.
PROSSEMICA: posizione del corpo, distante. Immagini.
7. MESSAGGI PLURILINGUI
CODE MIXING/ core switching

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