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ALCUNI ALTRI SIMBOLI PAGANI PENETRATI


NEL CATTOLICESIMO ROMANO

Gli esempi che seguono non sono esaustivi, ma credo siano sufficienti a dimostrare qualco-
sa… Tutta l’iconografia cattolica ha purtroppo origine pagana; inoltre, le chiese cattoliche
trasudano anche di simboli massonici, a loro volta pagani, soprattutto le chiese dei Gesuiti.

Idolo indù con aureola (Mu-


L’AUREOLA seo Gamet di Parigi)
L’aureola che sta dietro la testa di tutti i santi e le Madonne è
ripresa dalla antiche culture pagane. Dall’Occidente all’Oriente,
sono innumerevoli gli idoli che la mostrano, e questo per la sem-
plice ragione che tutte le culture pagane hanno sempre adorato
il sole e l’aureola ne è per lo più un simbolo.

«L'aureola origina dalle religioni europee pre-cristiane.


La si riscontra in molti mosaici, in cui un disco di luce cir-
conda la testa degli dèi dell'Olimpo. L'aureola compare
anche in stele funerarie ellenistiche per esprimere defe-
renza a chi appartiene al mondo dell'aldilà e su alcune
monete, attorno alla testa del personaggio effigiato. Un
Krishna, idolo indù
tipo particolare di aureola è quella raggiata del Sol Invic-
tus, adottata anche dal Mitraismo.
L'aureola era presente nell'iconografia dei re solari indo-
iranici, in seguito adottata da re ed imperatori romani e
bizantini. Dèi come Giove e Apollo avevano il capo cir-
condato da un'aureola luminosa (Simboli e Allegorie, Di-
zionari dell'arte, Ediz. Electa, 2003, pag. 148)»
(da Wikipedia alla voce Aureola).

IL TRIDENTE
Il tridente, tipico di innumerevoli statue di idoli pagani, è spesso
anche in mano a Cristo o intorno al crocifisso nelle chiese catto-
liche. Adad, Enlil, Baal, Nettuno, Poseidone e altri dèi venivano Idolo giapponese
raffigurati con in mano un tridente, un simbolo del fulmine. Il tri-
dente è riconducibile al dio solare babilonese dalle corna e da-
gli zoccoli che portava con sé un tridente e un forcone. Il tridente
pagano è anche un simbolo osceno: l’asta centrale dritta rappre-
senta il fallo maschile, le due aste laterali l’organo femminile.
Scultura di Poseidone che regge Il tridente pagano frastagliato
un tridente a Copenaghen

Nella foto in alto a destra nella


pagina seguente, è ritratto un
crocifisso che si trova sull’alta-
re nella cattedrale di San Pao-
lo a Londra. È circondato da
ben quattro tridenti di stile in-
duista che, essendo appunto
simboli sessuali, rappresentano la fertilità. Perché abbinare tali simboli al nostro Salvatore?
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Il saluto di Babilonia con tre dita della mano alzate Il crocifisso con tridenti, sopra l’altare della
era proprio un simbolo del tridente ed è un segno sa- cattedrale di St. Paul a Londra
tanico. A riprova di questo, basta guardare quella
che i Cattolici pensano essere la statua di San Pietro
dentro l’omonima basilica in Vaticano. Anche qui si
vede il saluto pagano (usato poi dal papa per bene-
dire), proprio perché questa in origine era la statua di
Giove. Le fu semplicemente cambiato il nome e fu
posta all’interno della basilica! Esistono anche imma-
gini del classico satanico caprone (la cui foto di pro-
posito evito di inserire qui) che si presentano con la
fiamma sulla testa, la stella a cinque punte in fronte e
la mano alzata che mostra lo stesso gesto che si
vede nella foto di Giove/San Pietro.
Perfino le guardie svizzere fanno Statua di Gesù bambino con tri-
lo stesso gesto pagano per giura- dente in testa e gesto della mano
re fedeltà la papa con saluto satanico

Croce celtica inserita nel disco


solare La statua di Giove, trasformata in
San Pietro nell’omonima basilica,
che mostra il gesto pagano e
l’aureola, simbolo del dio Sole

LA RUOTA PER L’ADORAZIONE DEL SOLE


L’adorazione al dio Sole, fin dalla notte dei tempi, è sempre
stata rappresentata mediante diversi simboli ed è a tutt’oggi
onnipresente. Uno di questi simboli è la ruota che, con i suoi raggi, richiama alla mente l’im-
magine del sole. Può anche contenere un cerchio più piccolo o una croce che simboleggia la
terra con i suoi quattro elementi o le quattro stagioni (nella foto qui in alto, a sinistra, la croce
celtica è inserita nel disco solare). La ruota solare è presente in tutte le culture pagane e
prende appunto varie forme.
Bassorilievo assiro-babilonese del IX sec. a.C. Ruota solare maya (a sinistra) e ruota in un tempio indiano (a
Altare con la ruota, simbolo di Baal, usata destra)
nell’adorazione al Sole in era babilonica

Nel cattolicesimo romano la ruota solare com-


pare praticamente ovunque, sui paramenti sa-
cerdotali, sui frontoni e all’interno di numerosissi-
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me chiese, come simbolo dell’ostia, ecc. La più grande ruota per
l’adorazione del dio Sole di tutto il mondo si trova in piazza San
Pietro, a Roma, con l’obelisco al centro.

Si noti che è una ruota nella ruota, con otto raggi: questo è un sim-
bolo comune nel paganesimo, è il cammino verso l’illuminazione e
rappresenta anche l’energia cosmica. La ruota più piccola al centro
riproduce schematicamente il sole con i suoi raggi.
Inoltre il cerchio nel paganesimo spiritico rappresenta l’organo geni-
tale femminile, mentre l’obelisco quello maschile (l’obelisco provie-
ne dall’adorazione pagana in Egitto). L’obelisco in mezzo al cerchio è dunque un altro simbo-
lo osceno. L’obelisco era il tipico monumento egizio per l’adorazione di Ra, il dio Sole.
Ruota solare all’entrata di un tempio A sinistra: Lo stemma del gesuita papa Francesco I (il sole compare
buddista in Tailandia in tutti i simboli gesuiti, spesso insieme all’occhio satanico)
A destra: Ruota, simbolo di Baal, sull’altare di una Chiesa Cattolica

Ruota solare di Baal sul frontespizio della


cattedrale di Notre Dame a Parigi

A sinistra: Ruota solare sull’altare (dietro a papa Giovanni Paolo II)


A destra: Miniatura di un vescovo cattolico con la ruota solare (da un
manoscritto di racconti del Medioevo)

Ruota solare di Baal sul soffitto del mona-


stero spagnolo gesuita di St. Ignazio

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L’ostensorio che contiene l’ostia e l’ostia stessa sono simboli di adorazione del dio Sole. Ai
fedeli si insegna che l’ostia va adorata come se fosse Dio in persona. Nell’adorare l’ostia, i
fedeli adorano il dio Sole che la
A sinistra: Anche l’ostia riporta il simbolo solare con i suoi raggi
A destra: L’ostia contenuta nell’ostensorio/sole, praticamente ugua-
contiene e la rappresenta. Ma
le ai simboli solari della Massoneria (riconoscibili dalla G) l’ostia non va adorata, non solo
perché lo proibisce il secondo
comandamento (quello tolto via
dal Cattolicesimo), ma anche
per il fatto che Gesù disse di
prendere i simboli del pane az-
zimo e del vino non fermentato
(la fermentazione è simbolo di
peccato) in Suo ricordo, non co-
me vero e proprio sacrificio!

A rigor di logica, quando Cristo


porse ai Dodici il pane azzimo
dicendo: «Questo è il mio cor-
po… Fate questo in memoria di
me» (Luca 22:19-20), non pote-
A sinistra: Il dio Sole Baal-Hadad nella falce di luna va certo intendere che fosse il
A destra: Il dio Sole Shamash (Mesopotamia) posto nella falce della
dea Luna, Nanna (Stele di Ur-Nammu di Ur (2112-2095BC) Suo vero corpo in carne ed os-
sa, visto che doveva ancora es-
sere crocifisso! Nemmeno il suo
sangue era ancora stato sparso
per noi!
L’apostolo Paolo, nella sua epi-
stola agli Ebrei, insiste diverse
volte che il sacrificio di Cristo
non si sarebbe mai più ripetuto.
Ecco qui sotto un solo testo, fra
tutti quelli possibili:

«Gesù Cristo ha offerto se stes-


so una volta per sempre, e ha
compiuto la volontà di Dio; per
A sinistra: Ornamento nella tomba di Tutankhamon. Il re è nel disco
solare sopra la falce di luna. C’è anche l’occhio malefico di Osiride
questo Dio ci ha liberati dalle
A destra e sotto: Tre ostensori per l’ostia, praticamente uguali colpe e ci ha resi santi. I sacer-
doti stanno nel tempio ogni
giorno a svolgere il loro servizio:
offrono molte volte gli stessi sa-
crifici che non possono mai eli-
minare i peccati. Cristo, invece,
ha offerto un solo sacrificio per i
peccati, una volta per sempre.
Poi, come dice la Bibbia, si è
messo accanto a Dio. Ora a-
spetta soltanto che i Suoi nemici
siano messi sotto i Suoi piedi.
Così, con una sola offerta, Egli
ha fatto diventare perfetti per
sempre quelli che sono purificati
dai peccati… Ora, se i peccati
sono perdonati, non c'è più bi-
sogno di fare offerte per il per-
dono dei peccati» (Ebrei 10: 10-
14,18 - TILC).
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Il passo è stato preso dalla Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente per una mag-
giore chiarezza. Si noti quante volte l’apostolo ripete che Cristo è stato offerto una sola volta,
per sempre. Dunque, i simboli della Santa Cena non sono altro che un sacro ricordo di quello
straordinario evento, unico nel suo genere e nella storia della salvezza. Perché mai dovreb-
bero essere adorati?

IL SIMBOLO DEL SERPENTE E DEL DRAGO


Il serpente e il drago, con o senza le ali, sono sempre
stati un tipico simbolo pagano ed eminentemente sa-
tanico fin dagli albori della storia umana.

Il serpente alato simboleggiava nella religione magica


dell’Egitto l’anima dei defunti. Il cobra era portato sulla
fronte dei faraoni e l’arte egiziana associava il disco
solare al serpente (che lo circondava): era simbolo di Ra, il
dio Sole. Il dio del Sole maya Quetzalcoatl veniva rappres-
entato mentre usciva dalla bocca di un drago. Nella Bibbia
stessa il diavolo è definito:

«Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo


e Satana» (Apoc. 12:9).

Qui a sinistra, Atena, la dea greca della saggezza e della


guerra, tiene nella mano destra il bastone a forma di ser-
pente, simbolo del potere. Il bastone pastorale dei vescovi
e degli alti prelati della Chiesa Cattolica riproduce ugual-
mente il serpente (foto sotto a sinistra). Non solo questo: il
simbolo del dragone o del serpente sono anche usati a sco-
po decorativo!
A sinistra: Dragone alato (Musei Vaticani) - A destra: Serpente alato sulla maniglia della
porta della cattedrale di St. Mary a San Francisco, California

L’OCCHIO MALEFICO DI OSIRIDE


Come si è visto nel capitolo precedente, l’occhio nel triangolo com-
pare nelle chiese cattoliche ed è anche molto comune. Purtroppo è
un simbolo satanico da sempre usato nell’adorazione solare ed è
stato adottato dalla Massoneria.
Bastoni pastorali cattolici
L’occhio di Osiride è chiamato anche “l’occhio che tutto vede”, come
se si trattasse del Creatore alle cui prerogative Satana aspira, come testimonia la Bibbia
stessa. Esso è spesso raffigurato in un triangolo, simbolo della piramide che sta, a sua volta,
fra i raggi del sole (o viceversa).
Tutti i simboli con cui la Chiesa Cattolica si è contaminata sono legati fin dall’antichità al culto
solare d’invenzione satanica. Nelle foto alla pagina seguente solo qualche esempio fra le mi-
gliaia possibili per quanto riguarda l’occhio malefico nel triangolo.
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Partendo da sinistra: Pendente massonico che mostra l’occhio all’interno della forma del sole, a sua volta in un triangolo
circondato da un serpente che tiene in bocca la propria coda. Questo è simbolico della forza cosmica ed ha a che fare
con l’astrologia (è un concentrato di simboli satanici) - Cupola della cattedrale a Santiago de Compostela, in Spagna - Un
confessionale del Duomo di Milano - Cattedrale di Brugge (Germania)

L’occhio satanico è nella parte superiore del dipin- L'Occhio che Tutto Vede all'interno del triangolo equilatero:
to, al di sopra del Papa e dei vescovi A sinistra: sul soffitto della Chiesa dei Gesuiti a Landsberg-am-
Lech, Bavaria (Germania) - A destra: sotto l’ovale con il simbolo
gesuita nella Chiesa dei Gesuiti di St. Magnus Landkreis Raven-
sburg, Baden-Wuerttemberg, Germania

FACCIA DEL DIO SOLE


Il dio Sole, nelle sue varie versioni, veniva anche rappresentato con un sole avente al suo in-
terno il viso dell’idolo, a volte il viso di un bambino ridente. Da qui venne il costume di dise-
gnare il sole con una faccia sorridente.
La faccia di Apollo, il dio greco del Sole, nel disco solare (tempio di Apollo La faccia del corrispondente dio del So-
nel Museo di Pergamo a Berlino) le romano, inserita nel disco solare
(questo bassorilievo è stato rinvenuto
all’interno di bagni romani in Inghilterra)

Nella pagina seguente, tre esempi della faccia del dio Sole in alcune chiese cattoliche.
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A sinistra: Sole babilonese sul pulpito di una Chiesa Cattolica in Scandinavia
In centro: Faccia di Baal: il viso di un bimbo fra i raggi del sole, simbolo di fertilità, sull’altare di un’altra Chiesa Cattolica
A destra: La faccia del dio Sole in cima alle colonne del Bernini nel baldacchino della basilica di San Pietro, in Vaticano

LA PIGNA
Il bastone con la pigna rappresentava il dio Sole egiziano, ma non solo; simboleggiava an-
che il potere della rigenerazione, la rinascita del sole. Se ne trovano raffigurazioni in idoli as-
siri, messicani, indù… ovunque nel mondo. La pigna stava in cima al bastone tenuto in mano
dal dio greco-romano Bacco o da Dionisio. Le tracce di questo simbolo satanico si trovano
fin dai tempi del mito di Tammuz.
Il simbolo della pigna si trova ovunque nella città del Vaticano! La pigna più grande che si
possa trovare sta su una fontana, sempre in Vaticano. Perfino il bastone pastorale cattolico
presenta lo stesso simbolo pagano di adorazione del dio Sole.

Da sinistra: Bastone con pigna egiziano – Idolo assiro alato con la pigna in mano – La pigna più grande al
Idolo messicano (visibili due pigne sulla destra) – Dea indù con la pigna in mano – mondo su una fontana in
Bastone con pigna in mano a Bacco – Lo stesso in mano al dio greco Dionisio – Vaticano; sotto altre due
Ultima foto in fondo: Bastone pastorale cattolico in mano a papa Francesco foto di pigne in Vaticano

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LA MITRA DEL DIO-PESCE Da sinistra: Oannes, dio-pesce babilonese – Bassorilievo assiro:
Questo idolo è molto antico… Si cre- sacerdoti-pesci con aspersori di acqua benedetta
deva che Nimrod (citato anche nella
Bibbia, personaggio presente nel mi-
to della dea-madre e di Tammuz) fos-
se tornato alla vita mezzo uomo e
mezzo pesce. Si raffigurava questo
idolo con una mitra formata dalla te-
sta di un pesce, a volte con la bocca
aperta. Nettuno (o Poseidone, il cor-
rispondente greco) era considerato il
signore del mare e degli inferi. Anche
lui era mezzo uomo e mezzo pesce,
ed era anche un’altra rappresenta-
zione del dio Sole di Babilonia. Da sinistra: Incisione del dio Dagon (Dag=pesce,
Un bassorilievo assiro in un museo di Berlino mo- On=sole), si può notare bene la mitra a forma di
stra sacerdoti pagani vestiti da uomini-pesci, men- testa di pesce con le squame che scendono sul-
tre eseguono aspersioni di acqua benedetta. le spalle e la schiena - Cibele, la misteriosa dea
dell’Asia Minore e dell’Assiria, mostra ancora più
Ora, sulla testa di ogni vescovo, come del Papa chiaramente la mitra sacerdotale a forma di testa
stesso, si trova un’identica mitra a forma di testa di di pesce con la bocca aperta - Sotto: La mitra
pesce con la bocca aperta! del dio-pesce sulla testa di vescovi

IL FULMINE
Il fulmine ha rappresentato per secoli il dio Sole.
Zeus, il dio greco teneva in mano il fulmine che fa-
ceva di lui il padre o il capo di tutti di dèi. Questo
simbolo ha origine in Mesopotamia.
È la stessa figura di Marduc in Babilonia, di Baal in
Canaan, di Adad in Assiria, di Giove a Roma e di
Enlil, il dio sumero con le corna, gli zoccoli e la co-
da, signore dei demoni (da quest’ultimo viene an-
che la rappresentazione “cristiana” di Satana).
Oggi il fulmine è un simbolo ancora in voga fra i
satanisti. Hitler, che usava diversi simboli solari oc-
culti, come la svastica nel cerchio o l’aquila (infatti
era uno spiritista), usò due simboli del fulmine vici-
ni per la grafica delle sue famigerate SS.
Da sinistra: Zeus con in mano il fulmine lampeggiante
A destra: Il fulmine in mostra in un concerto del cantante
satanista Marilyn Manson

Statua della Madonna con il fulmine in mano, che fa


di lei il vero capo della Divinità nel Cattolicesimo

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In questa scultura si ravvisano vari simboli: l’occhio
malefico nel triangolo equilatero circondato dai raggi IL TRIREGNO
del sole, posto fra il triregno e la tiara papali; il sacro Il triregno indica, oltre all’antico culto solare babi-
cuore pagano con la fiamma; il fulmine che è prati- lonese, anche la pretesa di essere sovrano del
camente la firma fatta con la penna d’oca cielo, della terra e degli inferi, ovvero il padrone
dell’universo: è l’antica pretesa di Satana che
volle essere come Dio!
Il papato ha adottato il triregno come copricapo
dei pontefici, purtroppo insieme alla pretesa di
cui sopra. Ecco due soli esempi per dimostrarlo:
La lettera di credenziali che Papa Martino V die-
de al suo ambasciatore a Costantinopoli portava
questa soprascritta: «Il santissimo e felicissimo,
che è l'Arbitro del cielo e Signore della terra, il
successore di San Pietro, l'Unto del Signore, il
Padrone dell'universo, il Padre dei re, la Luce del
mondo».
Statua dedicata a Gio-
vanni Paolo II al Policli- Dalla grande enciclopedia cattolica "Prompta Bibliotheca": «Il Papa è
nico Gemelli di Roma –
Sul piedistallo è ben
rivestito da una così grande dignità e talmente elevata, che egli non è
visibile il simbolo stiliz- un semplice uomo, ma come se fosse Dio ed il Vicario di Dio... il Papa è
zato del fulmine come Dio in terra, unico sovrano di colui che è fedele al Cristo, Principe
dei Re, rivestito dalla pienezza della potenza; cui è stata affidata da Dio
Onnipotente la direzione non solo delle cose terrene, ma anche di quel-
le del regno celeste...» (!!)

A sinistra: Questa deità solare della cabala giudaica si presenta sotto forma di un drago con
testa umana e il triregno sul capo (vedi dettaglio al centro)
A destra: Anche il dio indiano Krishna porta una tiara a tre livelli (si notino i serpenti
tutt’intorno, tipici delle religioni di origine satanica)

Triregno papale

A sinistra: Toro guardiano assiro, alato e con testa umana, sfoggia una triplice tiara (British Museum di Londra) - Corona
a tre livelli di una divinità babilonese del 1800 a.C. - Il re assiro Assurbanipal con triregno - Madonna nera di Crema con
triregno in testa

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Ma ecco la testimonianza fotografica più sconvolgente dell’assoluta analogia fra i culti pagani
e il Cattolicesimo: il triregno con i due pendenti dietro, il simbolo del sole sul polso, la croce
con i raggi allargati verso il fondo, anche quella simbolo di adorazione del Sole.

Papa Giovanni XXIII

Triregno

Pendenti

Croce di
adorazione pagana
Simbolo di
adorazione del
sole
Re pagano Ashur-nasir-pal II

IL CROCIFISSO INCURVATO
Si legge nel libro "The Broken Cross: Hidden Hand in the Vatican" che questo crocifisso ri-
curvo è «... un simbolo sinistro, utilizzato dai satanisti nel VI secolo, che fu ripreso al tempo
del Concilio Vaticano ll. Questo era un crocifisso ricurvo o rotto, sul quale era esposta una
figura ripugnante e distorta di Cristo, a cui i praticanti di magia nera e gli stregoni del Medio
Evo avevano fatto ricorso per rappresentare il termine biblico del "Marchio della Bestia"…
Era usato per scopi occultistici e può essere visto in incisioni su legno al Museo della Magia,
a Bayonne in Francia» (Piers Compton, o.c. - Channel Islands, Neville Spearman, 1981 -
pag. 57 del file pdf scaricabile in lingua inglese al seguente link: http://eindtijdinbeeld.nl/EiB-
Bibliotheek/Boeken/Broken_Cross_-_The_Hidden_Hand_in_the_Vatican.pdf).

LA CONCHIGLIA
La conchiglia è un simbolo proveniente dall’an-
tico Egitto e rappresenta l’Universo. Venere
veniva rappresentata come nascente da una
conchiglia (anche Botticelli ne fece un quadro
famoso: “La nascita di Venere”).

Nei miti greci e romani, le conchiglie erano un


simbolo di prosperità, di rinascita; divenne così
il simbolo del grembo materno. Per questo mo-
tivo, la conchiglia rappresentò la divinità fem-
minile nel culto pagano, e venne associata all’
amore, alla nascita, alla riproduzione. La con-
chiglia è legata anche al famoso Cammino di
San Giacomo (o “Cammino di Santiago”), uno
dei pellegrinaggi cristiani più importanti in epo-
ca medievale, insieme a Roma e Gerusalem-
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me. Pochi sanno che il Cammino di San Giacomo venne costruito sulle rovine di un percorso
sacro, molto più antico, pagano naturalmente. Il pellegrinaggio serviva per favorire la fertilità
e veniva percorso dalle giovani coppie che desideravano avere un figlio. Fedele al suo antico
significato, si narra che i pellegrini portassero con sé una conchiglia. I cristiani continuarono
questa tradizione in parte, ma dedicarono il percorso a San Giacomo.
(Vedi link: https://isimbolinellacomunicazione.wordpress.com/2013/03/12/la-conchiglia/).

Questo simbolo pagano dell’universo compare nel-


la basilica di San Pietro in Vaticano, all’interno di
un altro emblema papale (vedi foto qui accanto).
Spesso, nelle chiese cattoliche, tali conchiglie di
origine pagana sono usate come acquasantiere.

ALTRI SIMBOLI PAGANI


La porta d’oro nella Cappella di St. Ignazio, a San
Francisco (California) mostra diversi simboli del dio Sole dell’antica Babilonia. Le raffigura-
zioni dell’unicorno, del pavone, come pure della fenice sono riconosciute nel mondo dell’oc-
culto come i simboli del Sole e dello stesso Lucifero. In altri capitoli, abbiamo visto altri sim-
boli pagani, come il globo, il sacro cuore, le chiavi dell’aldilà, il rosario...
Simboli pagani sulla porta d’oro nella
Cappella di St. Ignazio, San Fancisco
Di fronte ad uno spiegamento così massiccio di
simboli pagani e satanici, sorge spontanea la do-
manda: perché mai una chiesa autenticamente cri-
stiana dovrebbe essere caratterizzata da un tale
scempio? Il Dio della Bibbia aborriva i simboli pa-
gani ed aveva insegnato al Suo popolo a evitarli
come la peste (vedi cap. 2: “I criteri biblici: unico
metro di valutazione per ogni fenomeno, spirito o
insegnamento”).

“Guardate che non vi sia alcuno che faccia di voi


sua preda con la filosofia e con vanità ingannatri-
ce, secondo la tradizione degli uomini, gli elementi
del mondo, e non secondo Cristo” (Epistola di Pao-
lo ai Colossesi 2:8).

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