Sono evidenti le
differenze con
larchitettura tradizionale
giapponese.
Larchitettura cinese
esportata ha la base in
pietra mentre in
Giappone si utilizzavano i
pilastri per sollevare da
terra ledificio.
Allinterno del kondo (sala doro) dello
Horyuji presente una scultura di
Shaka in abhayamudra (rassicurazione) e
varadamudra (desideri esauditi)
affiancato da altri due bodhisattva.
Notare gli abiti che terminano con una
svasatura a lisca di pesce e il drappeggio
dello Shaka che ricopre tutto il trono
che ricordano molto nello stile cinese
degli Wei settentrionale. Anche se
lesempio giapponese mostra una
maggiore plasticit.
Il piedistallo del trono era ricoperto da
dipinti ma oggi sono mal conservati.
Kannon dello Yumedono
Buddha nascosto (Hibutsu)
conservato nella sala
ottagonale dello Horyuji.
Tempietto Tamamushi Zushi
Il nome tamamushi indica il fatto che inizialmente
fosse decorato con iridescenti elitre di un insetto
raro inizialmente incastonate in degli elementi
decorativi metallici lavorati a giorno (traforati).
Questa cappella votiva a tutti gli effetti un
modellino di kondo che riproduce fedelmente le
caratteristiche dellarchitettura dellepoca;
ritroviamo il tetto doppio lo spiovente sul trapezio
troncato, un sistema di travi che aiutano i pilastri a
reggerne il peso.
Primo e forse unico esempio di uso di pittura a olio
(oltre che lacca) in Giappone (olio vegetale ricavato
dallo shiso) che ritraggono scene di jatakas. Il
kondo in alto era inizialmente aperto e ospitava una
statua. Le ante sono decorate da coppie di
Bodhisattva e di guardiani. Il Jataka pi studiato
una scena del principe Mahasattva, pittura su lacca.
Contrasto stilistico:
gli elementi che
compongono il
paesaggio sono
molto stilizzati
mentre notiamo un
maggiore
naturalismo nelle
figure. La tecnica
prevede, oltre la
lacca, anche lolio di
shiso che un
rarissimo esempio
per il Giappone.
Triade Amida accompagnato da Seishi
e Kwannon. Non si tratta di un
affresco ma di una pittura parietale.
Notare i contorni color carne, bruno-
rossastro, caratteristica di tutta la
pittura buddhista in Asia orientale.
Mudra della predicazione (variante
del dharmacakra).
Gli attributi dei due Bodhisattva che
lo accompagnano ci petmettono di
identificarli: Kwannon porta un
piccolo Buddha Amida seduto nella
sua corona mentre Seishi porta una
fiaschetta del tipo kundika sempre
nella corona. Stilisticamente questo
dipinto riconosciuto come connesso
alla pittura del V secolo del tipo
Gupta. Tribhanga, posa flessuosa.
Triade Yakushi dello Yakushiji in bronzo (periodo Hakuho)
In genere riconosciamo lo Yakushi per la presenza della ciotola della medicina. In questa triade non presente
ma forse originariamente ce laveva. Yakushi affiancato da due Bodhisattva nella tribhanga pose: Nikko e
Gakko. La triade posta nel tempio dedicato e originariamente non aveva le aureole dorate, che sono state
aggiunte successivamente forse nel periodo Heian. Le statue risalgono allinizio dellottavo secolo invece.
Le decorazioni del trono
rivelano lo stile cosmopolita ed
internazionale dei Tang.
Ritroviamo gli Yakshi, figure
demoniache che dimorano nella
natura incorporate nel
buddhismo come benevole e
spesso rappresentate come
soggiogate al volere degli
Shitenno. Ritroviamo anche il
motivo delle foglie di vite che
sono riprese dallAsia
occidentale, la persia in
particolare.
Il Todaiji di Nara, enorme
(64 cho) complesso fatto
costruire sotto limperatore
Shomu. Notiamo a sud la
porta principale nandaimon e
ben due pagode ai lati della
strada che conduce al
daibutsu-den (sala del grande
buddha). Il complesso ospita
un gran numero di altri
padiglioni minori come il
kwannon-in e la sala per la
lettura del sutra del loto
(hokkedo) o ancora il kaidan-in
la sala delle ordinazioni dove
sono ospitate quattro statue
di shitenno.
Lattuale daibutsu-den una ricostruzione del periodo Edo come la
statua del grande Buddha al suo interno, essendo loriginale andato
distrutto prima con la lotta tra i Taira e i Minamoto.
Pentiti, i Minamoto
fecero ricostruire il
Todaiji non appena
ascese al potere il
Bakufu. Venne
costruita prima la
colossale statua in
bronzo e
successivamente il
padiglione attorno ad
essa.
Il Daibutsu costruito originariamente venne
consacrato nel 752 con la cerimonia
dellapertura degli occhi con laiuto di un
monaco indiano invitato appositamente. Il
Daibutsu rappresentato il Vairocana
dellAvatamsaka sutra della scuola Kegon.
Stilisticamente lattuale
statua non ci dice nulla del
periodo Nara. Sappiamo
che il modello si ispirava
al grande Buddha della
grotta di Lungmen.
Il trono a fiore di loto su
cui siede rimasto quello
originale e ci pu dare
unidea di come fosse la
statua prima della
ricostruzione.
I numerosi Buddha incisi sui petali
del fiore di loto del Daibutsu (ogni
petalo rappresentava un Buddha in
un suo mondo) ci rivelano
loriginale stile Tang di matrice
indiana che aveva la statua. Notare
le spalle larghe, dita sottili,
anatomia non occultata dalla veste.
Unaltra raffigurazione del
Daibutsu originario riportata
nello Shigisan engi emaki.
Oltre al bronzo i materiali pi popolari nel periodo Nara per la
costruzione delle statue erano la Lacca, lArgilla e il Legno. La tecnica
kanshitsu zukuri ossia a lacca secca era estensivamente usata.
Vi erano due principali tecniche per
costruire statue in lacca: la dakkatsu
kanshitsu e la mokushin kanshitsu. La prima
prevedeva luso di uno scheletro interno
per facilitare la modellatura delle forme.
Loriginaria impalcatura rudimentale
veniva riempita da materiale per dare
volume e successivamente si applicavano
diversi strati di canapa intrisa nella lacca
liquida. Una volta terminata la statua la
si svuotava della consistenza interna
lasciando la statua cava (o al massimo con
limpalcatura). Nella seconda tecnica
invece troviamo un cuore in legno
intorno al quale si modellavano le forme
con strati di lacca.
Lo Hokkedo (sala lettura del Notiamo allinterno di questa sala
una composizione di statue molto
sutra del loto) del Todaiji particolare. Laltare interno allo
hokkedo ospita principalmente il
Fukukenjaku Kwannon un Buddha
esoterico in lacca secca ed un
hibutsu dietro il Kannon. Si tratta di
un guardiano semplice
(Shukongojin) scolpito in argilla
policroma e schermata da una
specie di baldacchino.
Essendo un guardiano
generico kongojin (in sanscrito
varapala) non si tratta di un
Buddha ma mantiene il titolo
di Hibutsu. Notare la
policromia ben conservata e
lespressione grottesca.
Linamovibile Fudo
Nella sala delle ordinazioni kaidanin sono
conservati i quattro guardiani direzionali
Le statue del Kondo del Toshodaiji, un
tempio molto piccolo costruito praticamente
per Ganjin (originario di Yangzhou)
utilizzando pezzi stessi del palazzo
imperiale.
Larchitettura e il paesaggio
esprimono i sentimenti, mentre i
volti dei personaggi non sono
espressivi (hikimekagibana
locchio come una linea e il naso
come un uncino) perch il
trucco doveva nascondere
laspetto dei cortigiani e dei
nobili.
Versione illustrata del Genji Monogatari (la pi antica rimasta)
In questa scena Genji tiene in mano
il figlio della moglie, avuto con un
altro uomo. In una cerimonia lo
riconosce come suo figlio.
Precedentemente anche Genji aveva
avuto un figlio con la moglie del
padre, allo stesso modo accettato.
La diagonale della parete confina la
scena in un angolo, la testa di Genji
inclinata, quasi tagliata fuori. I
personaggi femminili ritratti sono
La tecnica utilizzata per questa illustrazione onna-e, uno stile poco visibili: la madre sepolta
dal colore denso, spesso che copre i contorni, opposto allo sotto i suoi stessi abiti e le
otoko-e che invece la linea, non obliterata dai pigmenti, racconta
meglio i dettagli realistici.
attendenti sono tagliate fuori.
Capitolo Yugiri. Genji legge una lettera e la moglie gelosa dietro. Una
delle scene pi espressive nei gesti dei personaggi.
Capitolo Minori. Genji accanto ad una delle sue amanti, morente. Il paesaggio a sinistra
espressivo delle emozioni di Genji. Larbusto mosso dal vento sinonimo del tormento
di Genji.
Capitolo Azumaya. Donne con le loro attendenti allinterno di una
camera. Visibili molti elementi degli arredi interni del periodo (fusuma,
byobu vari etc.) Nei paraventi vi sono dipinti in stile cinese e
giapponese.
Lo Shigisan engi emaki dello stesso periodo (seconda met del dodicesimo
secolo) ma un esempio della tecnica otoko-e. Si tratta di unopera in tre rotoli
illustrati. Gli engi sono rotoli che trattano di leggende legati a templi, sette,
personaggi famosi. Si tratta di uno stile molto popolare legato alla dottrina
della terra pura.
Lo Shigisan tratta della leggenda
del monte Shigi vicino Nara dove
sorgeva un tempio dedicato al
guardiano del nord e fondato da
Myoren. Il tempio riceveva cibo da
un ricco contadino attraverso ceste
volanti. Quando un giorno il
contadino smise di riempire le ceste
per sfamare il tempio allora lo
stesso granaio prende il volo e va al
tempio. Myoren comunque
magnanimo e restituisce tutto il
contenuto del granaio al contadino.
Il terzo rotolo dello
Shigisan narra la
storia della sorella di
Myoren, una monaca
che non vede il
fratello da ventanni.
La monaca
intraprende un
viaggio per ritrovare
il fratello. In questa
scena passa una notte
davanti al Daibutsu
di Nara. La
raffigurazione
anche una fonte
importante per capire
lo stile originario
della statua. Nel
sonno Nyorai gli
comunicher la
strada per ritrovare il
fratello.
Il Choju Jinbutsu Giga tratta invece di storie di animali antropomorfizzati. Le storie
non sono accompagnate da alcun testo, quindi sono solo immagini monocrome a
inchiostro, stile calligrafico molto espressivo. La storia si divide in tre rotoli (forse
il terzo realizzato da unaltra persona). Dodicesimo secolo.
Il sigillo rosso riporta il nome del tempio
Kozanji dove custodita gran parte di
questopera. Non sappiamo nientaltro su
questo rotolo che rappresenta un enigma.
Verso la fine dellepoca Heian in Giappone prende sempre pi piede la paura per
lapocalisse Mappo. Il bisogno di affidarsi allaiuto dei Buddha, primo fra tutti Amida,
faceva s che i nobili cercassero di accumulare pi buone azioni possibile commissionando
ad esempio illustrazioni di sutra. Un esempio fra questi lo Heike no kyo (1164)
illustrazione del sutra del loto realizzato dagli Heike.
Altre opere ispirate a questa corrente sono i ventagli decorati con i versi del sutra
del loto. Sullo sfondo venivano dipinte (in certi casi stampate, le prime opere mai
realizzate con la stampa in Giappone) scene di vita quotidiana, molto care ai
giapponesi. Lidea era che ad ogni sventolata equivaleva una recitazione del sutra
iscritto nella carta del ventaglio. Molti di questi ventagli sono conservati nello
Shitennoji.
Lo stile sempre pi estetico
e raffinato, quasi sofisticato,
del tardo periodo Heian si
distingue molto da opere
precedenti.
Le varie raffigurazioni
dellinamovibile Fudo ad
esempio, appaiono pi
domate, pi stilizzate, meno
solenni rispetto a quelle del
X secolo.
Daiitoku, rappresentazione del IX secolo (sinistra) e del XI secolo (destra)
Lo Heiji Monogatari uno
dei pi famosi del periodo
Kamakura. La scena
rappresenta lincendio del
Sanjo, conservata nel
Boston Museum of Fine
Arts. Possiamo identificare
questo stile come realismo
tipico dello stile
Kamakura. Notare la
correttezza nella
rappresentazione degli
edifici, degli abiti, le
espressioni delle persone.
Questo realismo si
esprime soprattutto nei
dettagli delle piccole cose.
La crescente paura per la fine della
legge (dharma) e la necessit di
essere salvati il prima possibile
danno origine a rappresentazioni
come lo haya raigo, il raigo rapido,
con scene in verticali di discesa dal
cielo dove Amida con tutta la
compagnia si precipitano nella casa
del defunto. Nel periodo Kamakura
viene fondata da Honen la scuola
indipendente della Terra Pura, e
tutto il culto si incentra sempre
pi su Amida. Dalla paura del
mappo vengono delineati aspetti
sempre pi cupi del buddhismo,
che si dedica sempre di pi alla
ricerca della salvezza. Dal periodo
Kamakura in poi Amida non pi
seduto ma rappresentato in piedi
per dare limpressione di una
maggiore velocit degli haya raigo.
Un altro tipo di Raigo che si sviluppa nel periodo
Kamakura detto Yamagoshi Raigo e rappresenta solo
Amida con due Bodhisattva dietro una montagna da
cui tramonta il sole.
Spesso in sfondo notiamo il paesaggio in stile yamato-e
e molti altri piccoli Buddha in manifestazioni kebutsu
(transformed aspects of the Buddha whose task is to
convert others) oppure di monaci biku-shomon o esseri
paradisiaci ten.
La scuola della terra pura Jodo viene fondata da
Honen nel periodo Kamakura (inizio del tredicesimo
secolo). I suoi seguaci Shinran e Ippen sono i pi
famosi monaci del periodo Kamakura associati a
questa scuola. Addirittura Shinran fonder una sua
versione della terra pura, la Jodo-shin-shu dove
laspetto salvifico ancora pi pregnante. Decider
addirittura che i monaci possono sposarsi e lui stesso
prender moglie. Altre importanti sette sono la Ji-shu
che ha molti punti in comune con lo zen, fondata da
Ippen Shonin.
Honen considerava Shandao come il patriarca pi
importante.
Il buddhismo della terra pura diventa sempre pi
centrato sul tariki (salvezza tramite interventi altrui)
che non sul jiriki (salvezza tramite s stessi) come era
nel buddhismo originario.
Si sviluppa di conseguenza una serie di dipinti che dovevano fungere da moniti per coloro
che non si fossero convertiti alla salvezza di Amida. I Rokudo-e si occupano di mettere in
scena tutti i sei livelli di rinascita, compresi i regni pi bassi e tremendi. In questa scena
del Gaki zoshi si vedono gli spiriti affamati. Colori tenui su carta.
In questa scena vediamo anche accenni alla pittura di genere. Gli spiriti
affamati si confondono nella folla del mercato che cerca per compassione
di dissetarli ma senza successo. Tardo XII secolo.
Lacqua che tentano di bere gli spiriti affamati in realt li brucia.
Jikoku Zushi. I rotoli dellinferno. Inchiostro e colore su carta. Tardo XII
secolo.
Sempre nellambito
dei Rokudo-e possiamo
ammirare una serie di
rotoli che illustrano
tutte le sei vie di
rinascita in quindici
dipinti ad oggi
conservati nello Shoju
Raigoji, un tempio
della scuola Tendai.
Ben quattro livelli
sono dedicati a
descrivere gli aspetti
impuri del regno
umano. Il monaco
tendai Genshin si
dedicato a scrivere un
trattato (Ojo Yoshu)
per descrivere in
maniera dettagliata gli
inferni buddhisti, che
spesso ha fornito la
base iconografica per
questi dipinti.
Insieme ad Amida e ai suoi
Bodhisattva fedeli, diventa molto
popolare in Giappone anche Jizo
(Ksitigarbha) che divenne un
Bodhisattva dopo aver visto quanto
soffriva sua madre negli inferi. Circa
dal settimo secolo in Cina viene
rappresentato come un monaco dalla
testa rasata ma riccamente
ingioiellato. Ha sempre con s il
bastone dei sei anelli e la cintamani.
Nel periodo Kamakura inizia la produzione di rotoli illustrati di biografie di
monaci eminenti, ossia Kosoden (biografie di monaci eminenti) in forme emaki.
In questa scena vediamo una scena dello Honen shonin eden (XIV secolo).
Esiste anche un kosoden del monaco Ippen principalmente in due versioni: la
versione Shokai e la versione Soshun. La prima stata realizzata da un
monaco (e parente) dello stesso Ippen. In tutto sono 12 rotoli lunghi circa 10
metri ciascuno, riportano 48 scene in tutto, e al contrario di altri rotoli,
normalmente su carta, questo su una base di seta. Numerose sono le pitture
yamato-e, numerosi personaggi (pi di 400), paesaggi e situazioni di genere.
conservato a Tokyo (Kankikoji), dipinto da Eni Hogen.
In una scena Ippen predica nello Shaka-do al centro di Kyoto, in questaltra
scena vediamo la pratica del nenbutsu odori, ossia il rito di recitazione del
nenbutsu durante balli. Ippen fece costruire appositamente una sala da ballo
per questa pratica.
In questi rotoli viene ripreso molto
lo stile della pittura di paesaggio
Sung cinese.
La prima cosa che i Minamoto fanno quando salgono al potere, in questo periodo,
ricostruire il Todaiji, pentiti per averlo distrutto durante la guerra con i Taira. Il
grande portale del Sud (Nandaimon) fu una delle prime cose ad essere ricostruite.
Nello stile ripropone modelli del periodo Sung cinese, e per questo chiamato kara-
yo. Alle volte pu essere chiamato tenjiku-yo (stile indiano) o ancora daibutsu-yo.
In questo periodo, gli artisti
che ereditano gli
insegnamenti di Jocho
fondano la scuola Kei. nel
nandaimon che vediamo le
prime opere della scuola Kei.
Due guardiani generici
scolpiti in legno a blocchi
multipli.
Corrispondono ai varapala
indiani. Questi sono i potenti
Kongorikishi Ungyo e Agyo
scolpiti da Unkei e Kaikei.
Rispetto allo Shukongojin,
meno realistico, pi
contenuto e pi idealizzato,
queste statue sfiorano quasi
il grottesco, un realismo
caratteristico del periodo
Kamakura. Le statue
risalgono al 1203.
Maggior realismo anche nelle figure. Questa statua
conservata nel Kofukuji e realizzata da Unkei che
rappresenta il monaco Asanga (Muchaku). Alta 188 cm.
Gli occhi sono realizzati con pietre incastonate. Il legno
conserva i dettagli pittorici.
A destra una statua molto
realistica del monaco
Chogen conservata nel
Todaiji. Chogen un
importantissimo monaco
della terra pura al quale si
deve lintroduzione dalla
Cina di un certo numero di
stili nuovi, fu anche il capo
dei lavori per la
ricostruzione del Todaiji..
La statua del XII secolo e
rispetto a quella di Ganjin
molto meno idealizzata. La
vecchiaia e i dettagli delle
rughe sono molto forti.
Statua di Kuya,
anche lui un
monaco itinerante
come Ippen e
fautore della pratica
del Nenbutsu odori.
Con s ha un gong
per la musica ed un
bastone con corna
di cervo, che uccise
violentemente
prima di convertirsi
al buddhismo. Dalla
sua bocca escono sei
piccoli Amida che
corrispondono alle
sei sillabe del
nenbutsu (nam-
amida)
Agli artisti della scuola Kei, che lavoravano
principalmente a Nara, si deve anche la
costruzione del Daibutsu di Kamakura col mudra
della concentrazione.
Altezza di 13,35 tutta realizzata in bronzo.
Anno
1252
A Kyoto, nella sanjusangendo (la sala dai 33 pilastri), oltre ad una schiera di mille statue di
Kannon. Alle due estremit di questo esercito dorato troviamo due statue in legno della
scuola Kei (quindi pregne di realismo) che rappresentano delle divinit Shinto. Sono le
divinit del vento (Fujin) e del tuono (Raijin). Liconografia di queste figure sembra
essere ripresa da una pittura cinese a Dunhuang (Mogao).
Statua della divinit shinto della
guerra Hachiman rappresentato
come un monaco scolpita da Kaikei,
1201, 87,5cm.
Le iconografie buddhiste del
periodo Kamakura influenzano
come si pu vedere anche lo Shinto.
Nello stesso periodo la figura di
Jizo diventa sempre pi venerata e
si moltiplicano le iconografie a lui
dedicate. Notate come Hachiman
assomigli a Jizo, ha addirittura il
bastone dei sei anelli. Notevoli i
dettagli fisici, presenti addirittura
le rughe. La statua cava dentro ed
conservata vicino al Todaiji.
Secondo la leggenda il buddhismo
Zen fu portato in Cina da
Bodhidharma, un monaco indiano
che vi arriv navigando i fiumi a
bordo di un giunco. Le
iconografie mostrano il monaco
dai tratti quasi persiani, spesso
meditando guardando una parete
in delle caverne a nord della Cina
dove si era stabilito. Medit per
nove anni guardando la parete.
Concetti importanti dello zen
sono il koan (le domande
paradossali), il wabi
(lammirazione della bellezza
semplice) ed il sabi
(lapprezzamento della tristezza)
Nello Zen molto importante il lavoro
individuale per il raggiungimento del
satori, lilluminazione finale. La guida di
un maestro fondamentale, ma solo con
lautoconsapevolezza si giunge allo stadio
definitivo. Per questo nellarte zen
diventa frequente la rappresentazione di
gradi maestri del passato e arhat. La
pittura devessere immediata ed
espressiva. Principalmente si dipingeva
su kakemono con la tecnica a inchiostro
(sumi-e). Lo stile comparabile con quello
cinese dei Sung meridionali (cf. Ma Yuan,
Xia Gui, Liang Kai, Mu Qi e altri). Gran
parte dei dipinti chan prodotti in Cina
vennero disdegnati dagli stessi cinesi, e
portati dai monaci giapponesi in
Giappone.
Oltre a figure di personaggi famosi,
i soggetti dellarte zen possono
essere paesaggi naturali. Nella
rappresentazione delle persone
notiamo spesso tratti semplici,
calligrafici, modulati, leggeri, come
nelle rappresentazioni del monaco
Hotei. Questo tratto si trasmette in
parte anche al paesaggio. Molti di
questi dipinti hanno una parte
testuale, magari in versi. Nellarte
zen si mescolano le arti (poesia,
prosa, pittura, calligrafia). A
destra vediamo un paesaggio di
Mincho su modello cinese. Rispetto
ai paesaggi cinesi per notiamo un
appiattimento dello spazio (manca
di continuit e profondit). Le
componenti sono tipiche del
paesaggio idealizzato cinese (le
montagne, il fiume, la capanna)
Con Josetsu, altro importantissimo pittore zen,
arrivano le rappresentazioni pittoriche dei koan.
Vediamo a destra: come catturare un pesce con
una zucca?
Il dipinto (colore su carta, 1413) originariamente
era parte di un paravento, successivamente stato
rimontato come kakemono, e la parte testuale sul
retro stata spostata in alto.
Il paesaggio ancora quello in stile cinese dei
Sung meridionali.
Il testo dice che limpresa impossibile e senza
fine, il che un po lo spirito dei koan.
Nelliscrizione si parla anche di Josetsu che in
questo dipinto adotta uno stile nuovo,
affermazione che ha fatto dibattere molto gli
storici dellarte. Si ritiene che il nuovo stile si
riferisca allintegrazione del paesaggio di tipo
cinese.
Tensho Shubun un altro importante
artista. Molte opere sono attribuite a lui,
ma non sappiamo se siano veramente sue.
stato il maestro di Sesshu, considerato il
pi grande pittore zen. I suoi paesaggi si
avvicinano moltissimo al modello cinese.
Lo spazio reso in maniera continua.
Sesshu, lallievo di Shubun, adotta anchegli
uno stile cinese ed aveva avuto contatti con
le scuole accademiche cinese (la scuola Zhe),
tuttavia lo stile dei suoi paesaggi, pur
riprendendo lo stile dellepoca Sung (di Xia
Gui in particolare) manca una corretta
rappresentazione dello spazio. Lo stile a
taglio di accetta, la maniera in cui si
rappresenta la consistenza del paesaggio.
Linteresse nel rappresentare lo spazio in
maniera credibile quasi assente rispetto ai
modelli cinesi. In Sesshu lo spazio un
fattore decorativo, quasi astratto. Grande
importanza data invece agli spazi vuoti (in
alto). Lopera a sinistra (paesaggio invernale)
fa parte di un gruppo di quattro, un dipinto
per stagione, ma a noi rimasta solo questa
ed il paesaggio autunnale.
Paesaggio a taglio daccetta di Sesshu. Stile al limite dellastratto.
Unaltra tecnica pittorica che Sesshu
apprende dai pittori chan in Cina la
cosiddetta haboku (splashed ink): il
paesaggio prende forma dagli schizzi
dellinchiostro su carta.
Sesshu stesso aveva vissuto in Cina
durante il periodo Ming ed aveva appreso
gli stili della scuola Zhe che riprendevano
lo stile della dinastia Sung.
Sesshu ha anche rappresentato la famosa
scena in cui il discepolo di Bodhidharma
consegnare il suo braccio mozzato al
maestro per dimostrare la sua
determinazione
Nel periodo Muromachi divennero popolari i giardini secchi. In occidente
tendiamo ad associare questo tipo di giardini con larte zen ma non
unassociazione del tutto corretta. Il giardino del Ryoanji abolisce luso dellacqua
per motivi storici: dopo la guerra Onin a Kyoto si soffriva penuria dacqua, e quindi
i giardini trasformano la loto estetica simboleggiando lacqua con le pietruzze e la
ghiaia. Le rocce possono rappresentare delle isole oppure delle montagne.
Il giardino Karesansui si associa
allarchitettura Shoin zukuri. Opposto allo
stile Shinden, il giardino secco posto a
nord.
Lo spazio sabbioso antistante lo shinden non
pi utile, e il giardino principale, che nello
stile shinden posto al centro e lo si ammira
girandovi intorno, il karesansui invece si
percorre in lunghezza camminando dalla
veranda.
Uninnovazione dello stile Shoin
lintroduzione della separazione degli spazi
in stanze, che avviene agli inizi del 12mo
secolo.
Shoin Zukuri del tempio Ryoanji nella periferia nord-occidentale di Kyoto,
contenente il pi importante giardino zen karesansui. I templi zen, di solito
suddivisi in vari sotto-templi, hanno sempre un edificio dedicato alla
residenza dellabate chiamato hojo.
Nel periodo Kamakura la dimensione
dei cho destinati alle residenze degli
aristocratici era diminuita. Questa
riduzione degli spazi porta ad una
serie di adattamenti che porteranno
allo stile Shoin. Gli ambienti interni
iniziano a suddividersi in spazi.
Precedentemente le stanze erano
assenti. Lambiente era unico e la
privacy veniva creata con lausilio di
tende o paraventi che potevano essere
spostati continuamente.
TOKO NO MA
Piccolo spazio
rialzato spesso
decorato da
ikebana o
kakejiku appesi.
Altri elementi
Chigai dana :
scaffali rialzati,
ripiani tipici.
Tsuke shoin :
studio, angolo
con scrittoio
Allinterno del
tempio Zen
DAITOKUJI
di Kyoto
troviamo il
sotto-tempio
nominato
DAISENIN,
che possiede
due giardini.
Nella foto
lestensione
nord-orientale
di un giardino
ispirato ad un
paesaggio
cinese.
Nel periodo Muromachi salgono al potere gli Ashikaga, collegati alla
costruzione del padiglione doro (Kinkakuji), andato a fuoco negli anni
50 e ricostruito. Il primo piano presenta decorazioni ascrivibili alla
terra pura, mentre nei piani superiori liconografia zen, segno
delleclettismo del buddhismo giapponese.
Nel castello di Nijo notiamo la fase matura dello stile Shoin Zukuri. La
sala principale viene ulteriormente divisa in jodan e gedan. Il livello
superiore era riservato alle persone pi importanti. Lo Shogun sedeva
pi lontano possibile, di solito vicino al dipinto principale.
Gli edifici dedicati alla cerimonia del t sono molto piccoli e presuppongono un
giardino apposito (Roji). Camere molto umili, stile wabisabi.
Anche la cerimonia del t di origine cinese, ma in Giappone assume una vera
e propria funzione ritualistica. La ceramica giapponese si concentra sulla
produzione di tazze in vari stili dedicate alla cerimonia del t.
Le tazze possono avere linvetriatura ma
in certi casi questa assente (vedi certi
raku di argilla molto grezza cotta a basse
temperature). La ceramica fortemente
influenzata dallestetica giapponese, dalle
ciotole per lacqua chinoyaki
caratteristica per essere asimmetrica e
coperta da invetriatura trasparente. Il
genere oribe invece (usato per i piatti)
asimmetrica sia nella decorazione che
nella forma. In ultimo, una forma di
origine cinese tenmoku riprodotte in
Giappone.
Lo stile Karatsu influenzato dalla ceramica
Un Raku-Yaki di Honami Koetsu coreana (forse per via dei coreani giunti
intitolato al monte Fuji dopo la campagna di Toyotomi Hideyoshi)
con decorazioni sotto linvetriatura
Al periodo Muromachi segue
il periodo Momoyama,
caratterizzato per la salita al
potere dei Daimyo. In questo
periodo la sede della capitale
viene stabilita dal Bakufu ad
Edo. In questo periodo
sorgono castelli per tutto il
Giappone. I castelli
giapponesi sono il risultato di
una doppia influenza: la base
in pietra probabilmente
frutto del contatto con
lEuropa per mezzo dei
gesuiti, dove sorgeva un
edificio in stile cinese. Non
tutti i castelli sono
sopravvissuti. Il castello di
Oda Nobunaga, costruito ad
Azuchi, venne distrutto sette
anni dopo la sua costruzione.
Il castello di Himeji si trova
invece nella prefettura di
Hyogo (vicino a Kobe)
lunico castello sopravvissuto
come in origine. Costruito
alla fine del 1500 e
ricostruito dal 1601. Il
sistema su cui si fondano i
castelli rimane quello dei
pilastri interni ed i muri non
portanti. Notare le tegole
buddhiste, realizzate con
laiuto di artigiani cinesi
dellepoca Ming.
Similmente alle pagode, nel castello di
Himeji si usa un pilastro centrale che
collega la terra al cielo, elemento
molto importante.
A sinistra una sezione del grande
Tenshu (ledificio principale).
Sharaku, Onnagata
dipinte su blocco di legno.
La nuova moda consentiva di raffigurare un
singolo soggetto molto ingrandito su ciascuno
dei paraventi. Le prime scene erano ancora
ambientate nei dintorni di Kyoto, picnic,
paesaggi di aceri e ciliegi. Hideyori della scuola
Kano era famoso per rappresentare personaggi
nellatto di ammirare gli aceri rossi di Takao,
sobborgo di Kyoto.
Il tema principale per questi nuovi tipi di
paraventi era lo spettacolo offerto dai fiori di
ciliegio, le corse dei cavalli al santuario di
Kamo, gare di tiro con larco, le feste di Gion,
addestramento dei cavalli e la caccia con i cani.
Sentou
(bagno pubblico)
Suzuki HARUNOBU
full color print
Itchou si allontana dalla maggior parte degli stili
ukiyo-e in quanto il suo principale interesse
verteva sulla gente comune e le pratiche della
vita quotidiana.
Nel tardo XII secolo si inizi ad impiegare un
sistema a stampa con matrici di legno incavate
per realizzare immagini su carta a forma di
ventaglio da accompagnare al sutra del loto.
Allinizio del XVII secolo il grande incisore-
pittore Soutatsu stamp disegni su carta sulla
quale erano scritte poesie di Kouetsu. Allinizio
del periodo Edo questa tecnica si utilizzava per
illustrare libri e romanzi.
UTAMARO: Studies in Physiognomy: Ten Kinds of Women,
by Kitagawa UTAMARO,
polychrome woodblock print