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ALFONSO X

Alfonso X, noto come ‘’el sabio’’, fu il Re di Castiglia dal 1252 fino al 1284. Come principe ereditario
conquistò la taifa di Murcia, regno islamico, fu il suo unico successo. Fu un re debole, ‘’pesimum narca’’ sul
piano politico fino al secolo d’oro, ma ebbe successo invece sul piano culturale. Fu eletto come imperatore
del sacro romano impero nel 1257, ma non riuscì a farsi incoronare, inoltre dovette fronteggiare numerose
rivolte interne e abbandonare il titolo di imperatore.

Come ho detto precedentemente, ebbe successo sul piano culturale perché pagò dei contributi importanti
per la realizzazione di una vasta opera della quale fu promotore/committente realizzata da un suo atelier di
poeti, giuristi, musicisti, storici e traduttori. Scrisse in gallego e non in castigliano perché nella Spagna
medioevale la lingua lirica per eccellenza era il gallego. Scrisse: le Cantigas de Santa Maria, le Siete Partidas,
il Fuero Real, la Historia de España, la General e grand estoria, numerosi libri di magia, astronomia,
astrologia e un libro sul gioco degli scacchi, un ‘’lapidario’’ (relativo alle iscrizioni su pietra o marmo).

La prosa castigliana nasce effettivamente con Alfonso X. Ad Alfonso X interessavano molto le opere
legislative, come siete Partidas e Fuero Real per una ragione precisa perché tentava di unificare un regno
molto eterogeneo al proprio interno, perché al sud vi era una realtà metropolitana di Toledo, una città
molto colta e multietnica mentre al nord vi era la vecchia Castiglia dei pastori e dei monasteri. L’intento
principale di Alfonso X era quello di creare un corpus giuridico per governare l’intero regno sia a nord che a
sud.

SCRIPTORIUM DI ALFONSO X

Lo scriptorium di Alfonso X presentava numerose differenze rispetto alla scuola di traduzione di Toledo. Si
utilizzava il castigliano, quindi vi era un pubblico castigliano per il mercato interno. I testi erano giuridici e
storici, soprattutto con una finalità pratica. Inoltre Alfonso X contribuì al raffinamento del castigliano, ebbe
un ruolo di mediazione tra la grande cultura araba- sefardita e la cultura occidentale.

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