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Verifica Filosofia Umanesimo Ledda Luigi 4°ESA

La prima metà del 15° secolo fu un’epoca rivoluzionaria. Attraverso l’avvento di nuove ideologie spinte
dal bisogno di un radicale rinnovo della Chiesa, fu caratterizzata dal nuovo movimento detto
Umanesimo. Ci fu una netta separazione tra l’epoca precedente, il Medioevo, con il quale venivano
rivisti numerosi aspetti di diversi campi. C’era l’esigenza di un ritorno al passato, all’età antica, quindi
un vivere attraverso modelli romani ed ellenistici.
Prima di tutto ci fu una grande ricerca nello studio delle diverse opere antiche, per avere un rapporto
più diretto con gli autori. Qui interviene la filologia, una nuova disciplina con il quale si provava a
liberare dalle diverse deformazioni applicate nel Medioevo, spesso per poter conciliare tali testi al
cristianesimo, i testi antichi. Ciò portò a una riscoperta dei pensieri originari degli autori. Condizioni
politiche favorirono prima in Italia e poi in tutta Europa anche la riscoperta della lingua greca. Così si
sviluppò anche il neoplatonismo rinascimentale.
Fu rivisto così anche il ruolo che aveva l’uomo nel mondo, portando alla nascita la nuova visione
antropocentrica dell’Umanesimo. Ispirandosi a come si faceva nell’età antica, l’uomo ora veniva
esaltato per le sue capacità nel poter modificare il creato per i propri fini o per essere l’artefice del
proprio destino. Quindi si ha una visione molto più vicina a Dio dell’uomo.
La riscoperta della cultura greca come detto prima portò la diffusione nel platonismo. Nacquero diverse
accademie tra cui quella di Firenze, nella quale esponenti come Marsilio Ficino e Pico della Mirandola
esponevano le proprie tesi. Parlando del secondo, Pico fu un grande filosofo appartenente a questa
corrente neoplatonica. Nella sua opera “Oratio de hominis dignitate”,considerata rappresentante
dell’umanesimo, ci parla della figura umana e di come essa è differente rispetto a tutto il resto del creato.
Spiega, collegando diverse ideologie e religioni, come Dio ha creato la figura umana e come abbia
distribuito i vari archetipi alle creature. L’uomo viene descritto come un essere indefinito, perché
possiede in forme non sviluppate tutti gli archetipi di ogni specie, cosicché possa scegliere
volontariamente che fare del proprio destino: se cercare di elevarsi verso la perfezione (Dio) oppure
abbassarsi a un livello puramente sensibile. Date queste caratteristiche l’uomo è in grado di apprezzare
le bellezze divine e di essere razionale, ma soprattutto padrone del proprio destino.
L’essere capace di poter elevarsi o appiattirsi, pone l’uomo in una posizione media tra Dio e la pura
dimensione sensibile, quindi tra diversi gradi di perfezione. Ciò ne parla Marsilio Ficino, il fondatore
dell’accademia fiorentina. Suddivide la realtà in 5 gradi, dal più perfetto a quello meno prefetto (Dio,
gli angeli, l’anima, la forma e la materia). Possiamo quindi capire che è l’anima ciò che rende possibile
all'uomo il poter interagire con i diversi livelli. L’anima è considerata un principio metafisico immortale
non appartenente solo alla figura umana ma a tutta la natura, che veniva vista come un grande essere
vivente. Quindi l’anima umana, essendo corrispondente di quella della natura, costituisce un
microcosmo, nel quale valgono gli stessi principi dell’Universo, quindi del macrocosmo.
Ciò rafforza l’idea dell’uomo artefice del proprio destino e mutatore del mondo. Attraverso lo studio
dell’astrologia, disciplina in cui si osservano le posizioni e movimenti degli astri, si pensava che
riflettessero tutti gli aspetti della realtà e quindi dell’uomo. Quindi studiandola si cercava di capire il
funzionamento della natura e dei vari collegamenti in essa. A questa teoria si affianca quella della
magia, vista come l’insieme delle conoscenze rituali che l’uomo può utilizzare per modificare a proprio
piacimento per ottenere benefici, agendo sul cosmo. L’uomo viene visto come quasi il padrone del
mondo.
L’uomo è invogliato nell’elevarsi perché, essendo capace di concepire le bellezze divine, viene ispirato
dal bello in natura. Quindi nell’Umanesimo si ha una concezione della bellezza come rappresentante
dell’amore che Dio ha usato nel creare l’universo. Tutte queste credenze sono frutto della volontà di
conciliare il cristianesimo al platonismo, dove Dio non perde il suo ruolo originale ma l’uomo acquista
un ruolo molto più importante di quello che aveva nel Medioevo.

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