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Lezione 2
661 – L’assassinio di Ali sancisce l’affermazione della dinastia Omayyade.
Mu’awiya b. Abi Sufyan, governatore della Siria durante il califfato di ‘Uthman, e’ il primo
esponente della famiglia omayyade ad assurgere al potere. Da questo momento in poi, il
califfato si trasforma in un’istituzione dinastica.
Mu’awiya e’ il figlio di Abu Sufyan, il generale Quraysh che guido’ le truppe meccane
all’assedio di Mecca nella battaglia del fossato. Questa discendenza verra’ spesspo enfatizzata
dagli oppositori degli omayyadi come prova della loro illegittimita’ ad occupare il trono
califfale.
Per tutti i quasi 100 anni del loro governo (dal 661 al 750: anno della cosiddetta “Rivoluzione
Abbaside”) gli Omayyadi si adopereranno ad affermare la propria legittimita’ di sovrani –
spesso contestata – attraverso grandiosi programmi architettonici e importanti riforme
amministrative.
Molti studiosi concordano nell’affermare che l’immagine dell’Islam classico si canonizza
proprio in questi anni.
Una delle azioni piu’ significative di Mu’awiya una volta asceso al potere fu il trasferimento
della capitale da Kufa a Damasco. Il baricentro dell’impero si sposta dunque a Ovest, nel Bilad
al-Sham, la regione storica della Grande Siria, per secoli parte dell’impero romano.
Per questo motivo il secolo omayyade, che vedra’ la fioritura del linguaggio artistico e
monumentale del primo Islam, fu significamente influenzato dalla tradizione artistica e
architettonica ellenistico-romana. I califfi omayyadi si ispirarono alla cultura di corte bizantina
nella costruzione della propria coscienza “imperiale”.
Sebbene la tradizione romano-bizantina lascio’ un’impronta piu’ evidente nelle espressioni
artistiche del secolo omayyade, il linguaggio artistico e monumentale protoislamico fu il
risultato della mescolanza e reinterpretazione di tre componenti artistico-culturali principali:
1. La tradizione araba pre-islamica: sebbene gravemente sottostimata dalla tradizione
accademica occidentale del novecento (a causa del fenomeno dell’ “Orientalismo” che
approfondiremo in una delle prossime lezioni), l’arte e l’architettura dell’Arabia pre-
islamica ebbero un’enorme portata nella nascita del linguaggio artistico e monumentale
islamico, in quanto immediato retroterra culturale del musulmani.
2. La tradizione romano-bizantina: tipi architettonici delle tadizione romana come la
basilica e il castrum diventeranno moduli basilari per l’architettura religiosa,
residenziale e militare omayyade. Le arti decorative dell’affresco e, soprattutto, del
mosaico, avranno grandissima diffusione in queso periodo: i califfi chiamano a corte
artisti e artigiani cristiani (bizantini e copti) per avere i propri palazzi e moschee
decorati.
3. La tradizione persiano-sasanide: i Sasanidi sono una dinastia iranica che regno’ sui
territori dell’attuale Iran, Iraq e Asia centrale dal III al VII sec. d.C.
Nel suo periodo di massima espansione, l’impero Sasanide comprendeva il Caucaso e
l’Oman. Nemici naturali dell’impero Romano, con cui si scontrarono a piu’ riprese per
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il controllo di territori cruciali quali l’Armenia, l’Anatolia e l’Asia Minore. Dinastia
zoroastriana: lo Zoroastrismo (dal nome del profeta Zaratustra) e’ una religione iranica
dualistica che vede Ahura Mazda come creatore supremo e principio del bene
universale. Al centro della liturgia zoroastriana vi e’ il culto del fuoco, che viene
officiato da sacerdoti in particolari templi (chiamati appunto templi del fuoco).
L’architettura sasanide, che influenzera’ molto gli Omayyadi e gli Abbasidi, e’
caratterizzata in particolare da vani voltati monumentali (iwan) in mattoni cotti, cupole
con trombe angolari, uso di mattoni crudi e decorazione in stucco. Anche l’arte
suntuaria – specie il fine vasellame in metalli preziosi con scene di caccia e di corte e
animali fantastici – ebbe una grande influenza sulla produzione Omayyade.
Innovazioni del secolo omayyade (661-750):
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Secondo un’etimologia riportata da Giovanni Damasceno, il termine “Saraceni” (dal greco
Σαρακηνός) deriverebbe dalle parole Σάρρα (Sárrha, “Sarah”) e κενό (kenó, “vuoto”), dunque
“il ventre di Sarah vuoto”.
Il Corano
Il Corano e’ il libro Sacro dell’Islam. Contiene la Rivelazione comunicata dall’Arcangelo
Gabriele al profeta Muhammad nel corso di 23 anni.
Il Corano e’ considerato un miracolo dai musulmani: e’ la parola di Dio incarnata. La sua
centralita’ e’ la ragione dello sviluppo della calligrafia: una delle manifestazioni artistiche piu’
alte della civilta’ islamica. Scrivere, esercizio della riproposizione e diffusione del Verbo
Divino, è considerato infatti l’atto di fede per eccellenza. Oltre a costituire la base della teologia
islamica, il Corano contiene anche norme e precetti di carattere giuridico: la presenza di questo
doppio livello, teologico e giuridico, è di fondamentale importanza nell’Islam.
E’ anche considerato la piu’ raffinata opera letteraria in ligua araba.
I cinque pilastri dell’Islam
Il credo islamico si basa su 5 cosiddetti “pilastri”: precetti fondamentali cui ogni buon
musulmano, per essere tale, si deve attenere.