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I FATIMIDI (901-1171)
Dinastia fondata da Abuu ‘Abd Allah al-Shii’ii in nome di ‘Ubayd Allah ,
presunto discendente della figlia del Profeta, da cui il nome “Fatimidi”.
Originari della penisola araba, si trasferiscono ad inizio X secolo in Africa
settentrionale per sfuggire alle persecuzioni, a cui erano sottoposti dai
Carmati (corrente ismailita maggioritaria. Gli stessi Fatimidi sono ismailiti).
Inizialmente si stanziano nella parte più occidentale (Tunisia), con il
supporto degli autoctoni Kutaama (ramo dei berberi), e pongono fine alla
dinastia degli Aghlabiti. A quel punto volgono la loro attenzione verso
Oriente: nel 969 il quarto califfo, al-Mu’izz, riesce ad entrare in Egitto
scalzando I locali Ikhshiditi (953-969) e nel 970 fonda Il Cairo (“la vittoriosa”).
-Il califfato fatimida presenta una continuità con la precedente dinastia degli
Ikhshiditi (e precedentemente in Tunisia con gli Aghlabiti). I funzionari sono
scelti tra schiavi o liberti educati allo scopo, tra cui molti eunuchi. Inoltre
viene introdotto il vizirato, con funzione prima solo esecutiva, poi anche
giudiziaria. L’apparato religioso che sostiene questa dinastia è ispirato
all’ismailismo (sciismo) e in particolare al suo assetto piramidale, con il
califfo/imam al vertice e la massa dei credenti alla base; in mezzo, una scala
di funzionari, che vanno dal baab (subito sotto il vertice), ai daa’ii
(propagandisti missionari grazie a cui si accresce la base). A chi occupa un
determinato grado nella piramide religiosa può venir assegnata
un’equivalente funzione pubblica.
-Appena divenuti sovrani d’Egitto, intraprendono la conquista della Syria e
raggiungono la massima espansione nell’ultimo decennio del X secolo,
anche se non sarà duratura: dall’Atlantico al Mar Rosso, includendo gran
parte della Syria e dello Yemen, la Sicilia (ereditata dagli Aghlabiti), e il
controllo su La Mecca e Medina.
Vengono scalzati dagli Ayyubidi (dinastia fondata nel 1147 da Saladino) con il
pretesto di riportare l’egemonia sunnita. Nel 1187 Saladino riporta
Gerusalemme in mano araba.
La Reconquista non si spegne; nel 1248 viene conquistata Siviglia, e nel 1492
il regno di Granada, che era l’ultimo ad essere rimasto sotto il dominio arabo.
Inoltre la Spagna acquista prestigio internazionale con la scoperta
dell’America.
SELGIUCHIDI
Nel 1055 compaiono I turchi Selgiuchidi che daranno vita a principati del
tutto indipendenti; non si parla di khalifa ma di sultano. I Selgiuchidi erano
prima buddisti o animisti e poi si sono convertiti all’islam sunnita; prendono
il nome dal turco Salcuk. Sono nomadi provenienteidalle steppe siberiane,
attratti dalla vita sedentaria di corte: si installano a ridosso del califfato e
iniziano ad assorbire la lingua e la cultura persiana. Si instaurano nel
Khorasan, in Anatolia, fino al Khwarzim, inoltre creano sultanati nella
Transoxiana e il sultanato di Rum. Tutti questi erano territori a cui aspiravano
gli Abbasidi. Nel 1038 il loro capo Toghril si proclama sultano, titolo
confermato dal califfo al-Qaim che teme un’avanzata verso Baghdad.
Con i selgiuchidi si istituzionalizza quella dualità di poteri già sorta con I
Barmecidi: al califfo spetta il compito di rappresentare la comunità di
credenti, al sultano tocca la gestione dell’impero in termini difensivi e
espansionistici. Il califfato assume una funzione simbolica (ibn Khaldun nella
sua Muqaddimah lo accosta al Papato). L’impero viene suddiviso in entità
amministrative affidate ai vari rami del clan: il risultato è una forte messa in
discussione del potere centrale. Si ha una crescita dell’importanza
dell’apparato militare: in cambio di prestazioni vengono affidate ai militari
delle terre secondo il modello di lqta (“suddivisione”), e così I mercenari e le
loro famiglie si stabiliscono e acquistano gradualmente controllo politico-
economico. I Selgiuchidi sono incolpati dalla storiografia musulmana di aver
spostato il centro dell’impero più a est e nord (Iran e Anatolia), fuori dal
mondo arabizzato.
SICILIA (AL-SIQILLYA)
La Sicilia era strategicamente fondamentale in quanto punto d’incontro tra
svariati territori. Gli arabi vi arrivano nell’827 con la dinastia degli Aghlabiti
(sunniti). Il centro degli aghlabiti in Turchia era Kairowan e la Sicilia ne
diviene distretto. La dominazione araba dura fino al 1061.
Il giurisperito Asad ibn al-furat partì da Susa e approdò a Mazzara nel giugno
827 conquistandola. Il primo obiettivo della conquista era Siracusa, ma vi
arrivano solo dopo 50 anni. Agrigento viene occupata nell’829, Palermo
(Balirmu) nell’831, Enna nell’859. Palermo diventa capitale della Sicilia
islamica, nonché centro culturale ed emporio commerciale per gli scambi
con Spagna e Oriente. Nascono molte moschee e madrasat. L’isola viene
divisa in distretti (“val”--> Val di Mazzara, etc). Viene sviluppato un sistema
fondiario efficente. Vengono importati agrumi e palme.
La presa totale della Sicilia avviene nel 962 con Taormina.
La dinastia successiva agli Aghlabiti è quella dei Fatimidi, che sbarcano a
Mazzara nel 910. A Palermo costuiscono al-Qasr (il Cassaro, aka palazzo die
normanni), il castello a mare (residenza emirale), la Khalsa (khalisa, “pura,
eletta”. Centro politico). I Fatimidi comandano fino al 947, quando
delegheranno il ppotere ai mutawalli (amministratori) per spostarsi in Egitto
e fondare Il Cairo.
Il potere passa ad una terza dinastia: quella Kalbita (948-1053). Sarà una
dinastia semi-indipendente. E’ il periodo del rigoglio culturale. Grande
sviluppo della letteratura. Lo scrittore più importante è Ibn Hamdis.
Quando Ruggero II e Roberto il Giusto conquistano la Sicilia nel 1105
riportano il cristianesimo, ma mantengono molti aspetti della cultura arabo-
musulmana e si instaura un clima di tolleranza. Proprio da questa
commistione nascono opere come la Zisa, la Cuba, la Cattedrale.
I MAMELUCCHI (1250-1517)
Mamelucchi (da mamluk, “proprietà di”, quindi schiavo) furono soldati di
origine servile al servizio dei califfi abbasidi e impiegati nell'amministrazione
e nell'esercito. Di origine turca o circassa (caucaso), costituiscono la più
grande presenza musulmana nel mondo islamico. Sono organizzati in casate
militari, con un capo riconosciuto (ustaadh) che addestra e possiede un
certo numero di mamluk, che gli giurano fedeltà. Gli Ayyubidi li avevano
acquistati nel XII secolo (in particolare la casata dei Bahriyya), come guardia
privata del sultano, e da loro vengono scalzati quando con la crociata di San
Luigi (Luigi IX, re di Francia) e con l’arrivo dei mongoli in Siria I mamelucchi
danno un contributo fondamentale alla difesa, e ciò gli permette di prendere
il potere. Questo è inoltre facilitato da lotte inetrne alla famiglia ayyubide.
-Nel 1250 fondano la propria casata e si trasferiscono in Egitto. Aybak diventa
sultano col nome di al-Malik al-Mu’izz e a mo’ di legittimazione della sua
carica sposa Shajar al-durr, vedova di uno degli ultimi sultani ayyubidi
(usanza condivisa dai selgiuchidi). Gli ayyubidi di Siria continuano ad
opporsi ai mamelucchi ma questi li sconfiggono nel 1260 quando
sconfiggendo I mongoli conquistano Damasco e Aleppo. Rimangono
autonomi un paio di principati ma nel complesso il dominio mamelucco è
ora impiantato. L’atto decisivo in questo senso lo compie il sultano Baybars,
che accoglie a corte un presunto discendente dei califfi abbasidi spodestati a
Baghdad, da cui si fa investire “sovrano universale dell’Islam” acquistando
grande prestigio.
Mantengono come lingua di corte il turco e non si arabizzano mai
completamente.
Il loro regime, pesante e malvisto dalle popolazioni, finì con la
conquista ottomana nella battaglia di Marj Dabiq (1517). All’epoca
occupavano Egitto, Siria, Hijaz, Mecca, Medina. Gli ottomani riserveranno ai
mamelucchi alcune funzioni pubbliche in ambito amministrativo (ad es.
l’iltizam, il collettore fiscale).
I MOGHUL (1526-1858)
Nel frattempo, in Asia, Tamerlano si proclama erede di Gengis Khan un
secolo dopo la sua scomparsa. Nel 1398 Tamerlano saccheggia Dheli e lascia
il sultanato in preda all’anarchia. Fonda l’impero timuride, e con il suo
discendente Babur (1483-1530), nonché discendente di Gengis Khan, darà
vita alla dinastia Moghul. Vuole unificare il subcontinente, che è suddiviso in
sultanati indipendenti.
La cultura Moghul e la sua organizzazione militare condivide molti aspetti
con quelli safavidi (dinastia-confraternita mistica di lingua e cultura turca,
originaria del Kurdistan persiano). Però man mano che l’impero si rafforza I
Moghul sviluppano più interesse ad allacciare relazioni politiche e
commerciali con l’Europa e l’Occidente.
Al vertice della struttura sociale c’è la famiglia reale, seguita dai proprietari
terrieri, e poi dai sudditi, il cui gradino più basso è costituito da contadini,
mercanti e artigiani, e dai paria ( i fuori casta nel sistema sociale e
religioso induista, che include anche gli aborigeni indiani e gli stranieri).
Fu un periodo di sfarzo, riscontrabile nelle corti, nelle capitali (Delhi e Agra),
nella quantità di monumenti (ad es. il Taj Mahal, costruito da Shah Jahan
come tomba per la propria sposa).
La dinastia Moghul fu l’ultima forza unificatrice dell’India prima della
conquista europea, e la sua disfatta aprì le porte dell’India alla penetrazione
britannica.
-Il movimento dei Giovani Turchi nasce alla fine del XIX secolo (1889) e
prende sempre più forza negli anni 1905-1906, rappresentato in Parlamento
dal partito Unione e Progresso. Il nome prende spunto dalla precedente
esperienza del movimento dei Giovani Ottomani (Yeni Osmanlılar) di metà
XIX secolo. Il movimento è formato da ufficiali dell'esercito, intellettuali e
piccoli funzionari, caratterizzati da un acceso nazionalismo turco e
dall'ideologia borghese. I Giovani Turchi, col loro "ottomanismo", volevano
un impero unico e indivisibile, con un'unica lingua, e ritenevano che il
sultano Abdül Hamid II non fosse più in grado di salvare l’Impero dal suo
declino.
Nel 1908 i Giovani Turchi costringono il sultano a ristabilire la costituzione
del 1876, riescono a ribaltare il potere e appropriarsene.
Nell'aprile del 1909 a Costantinopoli si verificò un tentativo
controrivoluzionario che mirava a emarginare i Giovani Turchi e a ripristinare
l'autocrazia del sultanato. Ma il tentativo fallì e i Giovani Turchi ne
approfittarono per instaurare la dittatura militare. In un congresso segreto
dei Giovani Turchi, tenutosi a Salonicco nel 1911, fu deciso di sopprimere
totalmente gli armeni residenti in Turchia. Essi temevano che gli armeni
potessero allearsi con i russi, di cui erano nemici. Subito dopo che i Giovani
Turchi eliminarono i controrivoluzionari, in Cilicia (città di Adana) 30.000
armeni vengono uccisi da turchi e curdi. Il genocidio vero e proprio fu
scatenato nel 1915. Allo scoppio della prima guerra mondiale molti armeni
disertarono, e battaglioni armeni dell'esercito russo cominciarono a
reclutare fra le loro file armeni che prima avevano militato nell'esercito
ottomano.
Nasce così la Repubblica Turca (1922), in cui governeranno affiancati dal
movimento Unione e Progresso. Sono inoltre presenti dei sultani fantocci
per dare una parvenza di unità politica e religiosa.
Nel 1908 l'agitazione si trasformava in rivolta: il sultano 式 Abd 眉 l-岣m 墨 d si vide costretto a rimettere in
vigore la Costituzione del 1876. I Giovani Turchi, che controllavano ormai il Parlamento, intendevano creare una
nuova Turchia, ma l'incapacit 脿 di risolvere i problemi di fondo (rapporti coi cristiani dell'impero, laicizzazione
dello Stato, conservazione di una struttura statale decrepita), e soprattutto gli insuccessi militari (contro l'Italia e i
popoli balcanici) resero difficile il cammino del nuovo governo. Si avvert 矛 il bisogno di un forte appoggio in
Europa e si credette trovarlo nella Germania di 聽 Guglielmo II. Questa alleanza fu infine realizzata dal
triumvirato che aveva conquistato il potere nell'agosto 1914 (Enver Pasci 脿,聽 Tal 式 at A 岣ed Pasci 脿,聽铅
em 膩 l Pasci 脿
. Essi sembravano intenzionati ad abbattere il sistema imperiale per poi creare una
federazione di tutti i popoli precedentemente inclusi nell'Impero. Ovviamente le
concezioni del nazionalismo turco e di una federazione ottomana erano tra loro
decisamente antitetiche e questo influenzerà negativamente gli sviluppi della rivoluzione
dei Giovani Turchi; porterà nuovamente a considerare l'elemento armeno come un
pericolo interno da combattere ed annientare.
-L’Impero Ottomano crolla durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1916 viene
siglato l’accordo di Sykes-Picot tra Francia e Inghilterra, con cui le aree
geografiche dell’Impero turco vengono spartite a tavolino. Alla Francia
vengono assegnate Siria e Libano, all’Inghilterra Iraq e Palestina. Quattro
anni più tardi (1920) l’impero ottomano perde tutte le province non turche
con il trattato di Sevres, a cui partecipano Francia, Giappone, Italia,
Germania, Grecia, Regno Unito. Si parla di parcellizzazione dei confini
territoriali. La Francia si impone definitivamente sulla Siria e l’Inghilterra su
Iraq e Palestina. L’esercito turco viene reso impotente. Al sultano deposto,
‘Abd al-Majid, viene riconosciuto il titolo di califfo fino al 1924, ma l’Impero
ottomano era già crollato, indebitandosi inoltre con I suoi nuovi governanti
(a cui era costretto a vendere le proprie materie prime per poi ricomprarle).
Nascono nuove scuole e enti per l’insegnamento della lingua araba, di cui
molti stanno dimenticando l’uso, essenziale invece per leggere e studiare il
Corano. Questa riforma o risanamento è detta islaah, in opposizione a ifsaad
(disordine e corruzione, data da errori e colpe umane, come ad esempio
quelli dei sovrani ottomani).
-Dal 2000 in poi è leader assoluto della Siria Bassar al-Asad, che sarà più
aperto del suo predecessore Hafiz al-Asad. Fa parte della setta degli Alawiti,
che si erano distaccati dagli sciiti duodecimani nel IX secolo e fanno risalire
le proprie origini all’undicesimo Imam al-Hasan al-’Askari e al suo pupillo Ibn
Nusayr. Fa inoltre parte del partito arabo socialista Ba’th, costituito nel
secondo dopoguerra, che in Siria riesce ancora a mantenere il controllo.