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Maometto muore nel 632 lasciando al mondo una figlia femmina, Fatima, e

nessuna indicazione esplicita sulla successione. La comunità islamica si


divide in due fazioni: coloro che appoggiano la nomina a guida spirituale
di Alì, cugino e genero di Maometto, e coloro che invece chiedono l’elezione
di un califfo (che in arabo significa “sostituto”) da parte dei membri della
comunità stessa. I sostenitori di Alì affermano che Maometto stesso lo abbia
indicato come suo successore durante una sosta presso lo stagno di Khumm.
E’ in questa occasione che si apre un dibattito destinato a durare secoli,
riguardo la legittimità del potere della famiglia del Profeta (Ahl al-Bayt)
-Si creò la fazione degli sciiti, che sostenevano Alì, in quanto aveva legami
più stretti col Profeta (da sh’ia, “fazione”). Inoltre, essi sostenevano che il
ruolo di Imam (guida religiosa) e Califfo (autorità politica) dovessero
cumularsi in un'unica persona. Gli sciiti, al contrario dei sunniti, riconoscono
l’autorità, oltre che di Allah e Maometto, dei suoi discendenti, Alì e il figlio
Husayn. In altre parole riconoscono l’autorità degli a’imma (pl. di imam)
(teoria dell’imamato): sono coloro a cui è stato trasmesso il senso più intimo
ed esoterico dell’Islam e sono accostabili al Profeta (sono I suoi Compagni).
Per I sunniti l’Imam è soltanto colui che guida la messa. Il filone
maggioritario degli sciiti è quello duodecimano (o imamita), i cui seguaci
riconoscono dodici imam. Gli altri due filoni sono quello degli Ismailiti e
quello degli Zayiditi.
Di conseguenza, ovviamente, I sunniti seguono la sunna solo di Maometto,
gli sciiti anche dei suoi discendenti.
Alcuni pensano che l’ultimo degli a’imma sia occulato (ghayba) e tornerà alla
fine dei tempi.
-Infine, gli sciiti dovettero riconoscere come primo califfo Abū Bakr, eletto dal
resto della comunità; fu quindi istituito il califfato elettivo (khilafa). Abu Bakr
è scelto a causa della provenienza dalla tribù del Profeta, I Quraysh, e anche
della sua maturità e autorevolezza, e inoltre per essere stato in passato posto
a capo del primo vero pellegrinaggio alla Mecca da Muhammad stesso. Ali e
il suo partito non si oppongono.
Il califfo deve essere: anziano, vicino al Profeta, virtuoso, sano di mente e di
corpo, un buon credente.
INIZIO PERIODO AUREO, detto dei CALIFFI BEN GUIDATI, perché rispettosi e
aderenti alla parola di Dio e di Muhammad, e perché riuscirono a garantire
equilibrio e serenità.
-Il primo califfo è Abu Bakr (632-34), padre dell’ultima moglie di Muhammad,
A’isha. Governerà due anni. Era un uomo maturo e autorevole che si era
convertito in tarda età. A lui è attribuita la prima raccolta scritta del Corano
(????? Non era ‘Uthman?)
-il secondo califfo è ‘Umar ibn al-Khattab (634-44), designato da Abu Bakr.
Da’ una prima impronta islamica al califfato, iniziando a gestire il potere
basandosi sul Corano e sulla vita di Maometto. La Siria comincia ad
acquistare centralità: vi sono insediamenti arabi che già cominciano ad
accettare la nuova religione, e si trova in posizione strategica tra l’Oriente e la
regione anatolica. Diventa l’avamposto militare del neonato stato islamico e
presto (656) la capitale verrà spostata a Damasco. ‘Umar viene assassinato
senza un motivo apparente.
-il terzo califfo è ‘Uthman b. ‘Affan (detto Amir al-mu’umin) (644-56). Fu eletto
da un consiglio (shura) istituito da ‘Umar. A lui si fa risalire la dinastia degli
Omayyadi. Riguardo il suo califfato si parla di sei anni “buoni” e poi sei anni
“cattivi”. Nei primi anni infatti porta avanti la politica dei predecessori, ma nei
successivi inizia ad appoggiarsi più del dovuto a membri della sua famiglia
(tra cui Mu’aawiya, governatore della Siria) e a mettere in atto un forte
nepotismo. Questo evidenzia anche la fragilità dell’entità statuale che sta
prendendo corpo, in cui è difficile comprendere a chi spetti la funzione
califfale. Inoltre è difficile coniugare l’antica struttura tribale arcaica e le
nuove conquiste che necessitano un centro decisionale forte e un apparato
gestionale articolato. ‘Uthman inizia a perdere consensi anche tra I suoi; un
gruppo di rivoltosi lo tiene in assedio, con l’appoggio della shii’a e
l’indifferenza di Ali. Viene assassinato.
-il quarto califfo è ‘Ali b. Abi Talib (656-661). Cugino di Maometto. Oggetto di
venerazione per gli sciiti. Quando ‘Othman viene ucciso, Alì viene nominato
califfo dagli ansar e da altri autorevoli compagni. La prima difficoltà che si
trova ad affrontare è il confronto con due membri della shurà, creata da
‘Umar, che rivendicano il ripristino della politica dei primi due califfi; li
affronta e li sconfigge nella battaglia del Cammello (656). La famiglia di
Othman chiede giustizia, ma Alì tergiversa, sia perché parte della
responsabilità è oggettivamente sua, sia perché l’apparato giuridico è ancora
informe. Comincia così un battaglia (660), che termina con un patto accettato
da Alì e impostogli da Mu’awiya (parente di Othman e governatore della
Syria). Per questo, molti suoi seguaci lo abbandonarono (firqa, “spaccatura”),
costituendo una nuova setta detta dei Karijiti (leggittimità uccisione dei
peccatori, nessun diritto al califfato per I quaryshiti). Non si ha una vera e
propria deposizione di Alì, ma il potere passa a Mu’aawiya e Alì verrà
assassinato dai kharijiti. La shi’a continua a sostenere il diritto al califfato dei
discendenti di Alì: il primogenito al-Hasan, che vi rinuncia in cambio di un
compenso economico, e al-Husayn, sconfitto e ucciso nel 680.
In questo periodo, prime conquiste: verso nord, regni dei Lakhmidi e
Ghassanidi: nel 633 è conquistata Hìra (cap. Dei Lakhmidi) e la popolazione
viene arruolata. Con ‘Umar si conquistano Gerusalemme (Palestina) e
Damasco (Siria). Con Alì viene occupata al-Fustat (Egitto, 670), che diventerà
molto importante. I musulmani in guerra realizzavano dei fortini, I più famosi
quelli di Bassora e Kufa (Iraq).
I califfi sono Amir al-mu’min. Chi guida il pellegrinaggio, che non è
necessariamente il califfo, è invece Amir al-hajj.

-CALIFFATO OMAYYADE (661-749)


Tribù proveniente dal nord della penisola araba. Gli omayyadi sono sunniti e
il califfo è sia guida politica che spirituale. Non fanno parte della “Gente della
Casa” (Ahl al-Bayt)
-La capitale è Damasco, uno dei più grandi centri in cui si raccoglie la
carovana prima di iniziare il pellegrinaggio. La Mecca e Medina non perdono
importanza, sono ancora città sante, mete di pellegrinaggi e di ziyara (da cui
sono ispirati I kutub ziyarat). Il territorio sotto il loro controllo, nel periodo di
massima estensione, arriva a coprire più di cinque milioni di chilometri
quadrati, formando uno dei più grandi imperi mai sorti: conquistano nord
Africa, Iran, Khorasan, Cina, Spagna. Puntano a creare un’uniformità nella
gestione di questi territori. Regioni iraniche, Transoxiana (=Uzbekistan), e
Khorasan costituiscono la periferia del regno. In Khorasan coesistono varie
culture, tra cui persiani e turchi; la loro integrazione avverrà per forma
clientelare (nasce la figura del mawali, il cliens romano).
-L’impero è diviso in province; ognuna ha un governatore che è a capo dei
capi religiosi, dei funzionari dell’esercito, della polizia.
-Agli Omayyadi è accreditato di aver centralizzato l'amministrazione del
califfato e di aver stabilito l'arabo come lingua ufficiale dell'impero
(sostituendo ebraico e greco), nonché di aver introdotto una moneta unica
(mankush) per tutta la Umma musulmana, soppiantando le monete
bizantine e Sasanidi precedentemente in uso.
-Le tensioni presenti riguardano principalmente il fatto che ai nuovi
convertiti non venissero concessi gli stessi diritti dei musulmani Arabi, in
particolare in termini di esenzioni dalle tasse (per paura di una diminuzione
troppo rilevante del gettito fiscale), e finiranno per contribuire a causare la
rivolta degli Abbasidi. Queste rivolte sono represse con violenza dall’esercito
siriano.

-Durante gli omayyadi, il figlio illeggittimo di Ali, al-Husayn, organizza una


dawa (propaganda) per salire al potere, ma muore nel 700. Alcuni sciiti
credono che sia l’ultimo imam e che non sia morto ma nascosto, da cui
l’idea di ra’ja (“ritorno”).
-Verso la fine del califfato, I governatori diverranno inabili al potere a causa
della rilassatezza della vita di corte e questo faciliterà la loro caduta.
Nel frattempo, alcune missioni Hashimiyya (clan rivale agli omayyadi,
appartenente alla tribù abbaside) hanno cominciato a cercare seguaci in
Khorasan con la scusa di fare proselitismo presso le popolazioni locali.
Promettevano di sostenere un "membro della famiglia" di Maometto, ed
ebbero un notevole successo sia tra gli Arabi che tra i non Arabi. Abu Muslim,
nipote di Ali, nel 749 da vita ad una rivolta contro il califfo e conquista il
consenso del Khorasan. Tutti gli Omayyadi vengono sterminati, tranne uno:
Abd al-Rahman, che diverrà prima emiro (governatore) e poi califfo di
Cordova.

----Il califfato Ommayade è il primo a non essere motivato dinasticamente.


Mu’aawiya sceglie come successore il figlio Yaziid nel 680 e a lui succederà
Marwaan nel 684. La carica califfale rimarrà in quetso clan. A partire da
Marwaan si registra una linea espansionistica in politica estera, ma vi è anche
una linea contrastante, controcorrente, interessata al contenimento
dell’azione di conquista. Questo perché ogni nuova spedizione aveva un
peso fiscale non indifferente e perché il solo fronte siriano non poteva tener
testa a tutti gli impegni militari. La linea espansionistica è sostenuta dalla
tribù dei Kalb (arabi del nord), la seconda dai Qays (yemeniti), che si
scontreranno nella battaglia di Marj Rahit (684). Inoltre vi è un altro tentativo
di contrastare il potere centrale di Damasco, con la creazione di un
anticaliffo, ‘Abd Allaah ibn al-Zubayr, sostenuto dai Kalb.
Quando saliranno al potere prima Sulaymaan e poi ‘Umar II questa politica
cambierà: le conquiste vengono sospese, la pressione fiscale allentata, si
cerca di integrare I non-arabi e soprattutto si cerca di recuperare il consenso
con un preteso ritorno all’Islam delle origini.

-Durante Yazid, al-Husayn (figlio di Ali e Fatima) cerca di riportare il potere in


seno alla famiglia con un colpo di stato (680) a Kufa, ma non trova il sostegno
dei cittadini come sperato,e viene sconfitto e ucciso. La notizia che è stato
sparso il sangue del Profeta per ordine del califfo in carica lascia sgomenta la
comunità intera, non solo gli sciiti. Vi sono varie sollevazioni a Kufa.
Un’altra rivolta è ad opera di al-Mukhtaar ibn abii ‘Ubayd, membro di una
famiglia importante, si presenta come emissario (daa’ii) di un figlio
illeggittimo di Ali, Muhammad ibn al-Hanafiyya (Kufa, 685-687).

-CALIFFATO ABBASIDE (749-1258)


Grazie all’appoggio del Khorastan, Abu Muslim (as-Saffah) diventa il nuovo
califfo. Con gli Abbasidi si apre una nuova era, in cui il passaggio del potere
sarà dinastico e non sarà più dato da un sistema consultivo: nasce quindi il
concetto di dawla, ovvero dinastia. Gli Abbasidi sostengono di essere
discendenti del Profeta (discendenza maschile dai Banu Hashim , più forte
della discendenza femminile di Fatima) e quindi destinati ad essere gli
interpreti della volontà di Dio.
-Inizialmente si stanziano a Damasco, ma sin da subito aspirano a fondare
un’altra capitale sul Tigri, Baghdad (Iraq), che verrà fondata nel 762 dal califfo
al-Mansùr. La Siria inizia a diventare periferica, e il centro si avvicina alle
regioni iraniche (come il Khorastan) in cui non vivono arabi puri; questo
causerà dei problemi (inamicizia tra persiani e khurastan e impossibilità di
ricevere il sostegno di entrambi), ma anche una commistione e fioritura
culturale. Vi sarà anche un’altra capitale,Samarrà, ma per breve tempo (836-
892).
-Il primo secolo abbaside è l’apogeo della storia dell’Islam. Non esistono
barriere: si intensificano I viaggi di pellegrinaggio e di ricerca del sapere
(talab al-’ilm). Si ha una notevole diffusione della cultura, soprattutto
filosofica e religiosa. Inizia una grande opera di traduzione dei classici greci
in arabo, e si iniziano a studiare grandi autori come Aristotele, Platone.
Nell’833 nasce a Baghdad la Bayt al-hikma (Casa della sapienza), una delle
massime istituzioni culturali del mondo arabo-islamico; inizialmente era la
biblioteca privata del califfo Harun al-Rashid, grandemente ampliata dal
figlio al-Ma’mun, raggiunge quasi mezzo milione di volumi. Altri importanti
centri culturali si trovano a Bassora e Kufa (Iraq). Nascono le prime scuole
per adulti, le madaris (sing. madrasa). Le scuole dei bambini, già esistenti,
sono le kuttab. Si sviluppa il settore giuridico e nascono figure nuove come
quella del qadi (giudice), del faqih (giurisperito) e del mufti (persona che
rilascia un sapere per risolvere controversie). E’ il momento dell’impulso
tecnologico e scientifico, delle grandi opere urbanistiche (Baghdad) e
artistiche (Abu Nuwas).
-Dopo questo primo secolo, però, iniziano le tensioni. Nasce il movimento di
rivolta della Shu’ubiyya, un movimento di rivendicazione culturale ad opera
dei non arabi e in opposizione alla supremazione culturale araba. Il Corano
infatti è scritto in arabo ed è un sacrilegio tradurlo, e per questo turchi e
persiani rivendicano la propria cultura e le proprie origini (anche se lo fanno
in arabo ovviamente). Inoltre, oltre ad essere la lingua del Corano l’arabo è la
lingua ufficiale dell’amministrazione. E’ una lingua semitica. Il persiano (farsi)
è una lingua storica, indoeuropea; è più raffinata e dolce. Il turco è antico,
anche se non quanto il farsi; è una lingua altaica (vicina quindi a mongolo,
cinese).
-Si sviluppa un’importante scuola di teologia volta a indagare la parola della
rivelazione (ilm al-kalam), che si interroga sul tema della sua
creazione/increazione. La mu’tazila, sua corrente, diventa il credo ufficiale
del califfato nell’827 e chi non aderisce viene perseguitato. I mu’taziliti
negavano l’eternità e in-creazione del Corano e in virtù di questo
sostenevano la veridicità della parola (essendo emanata da Allah stesso, e
non coesistente ad Egli sin dagli inizi). Sono in opposizione ai sunniti. 22
anni dopo il dogma dell’increazione viene ripristinato dal califfo Ja’far ibn al-
Mu’tasim (al-mutawakki, “il confidente”).
-Dal 750 si inizia a creare una sorta di frammentazione del potere
proveniente adesso da occidente (Maghreb, Egitto, Siria), da parte degli
sciiti/alidi. Queste rivolte seguono due correnti: quella zaydita (corrente dello
sciismo nata da Zayd ibn ‘Ali che è anche responsabile delle prime rivolte a
Kufa) e quella dei sovrani dell’Iran, che si appoggiano alla propaganda sciita,
fino ad in alcuni casi proclamarsi Imam e addirittura nuovi Profeti.

-A partire dal IX secolo si ha un decentramento dei luoghi decisionali dovuto


all’emergere di vere e proprie dinastie indipendenti: gli Idrisiti (sciiti del
Marocco, 789-926), I Tulunidi (Egitto, 868-905), Aghlabiti (Ifriqiya aka Tunisia,
902-972), Fatimidi (Egitto, ismailiti, 969), Hamdanidi (sciiti, a-Jazir e nord
della Syria), Tahiridi (Persia orientale) cui seguiranno I Samanidi, Qarakhanidi
(Transoxiana e Turkistan est). Queste dinastie sono importanti a livello locale
e sono abbastanza indipendenti, ma riconoscono l’autorità centrale del
califfo. Gli unici che si rafforzano abbastanza da costituire una minaccia per il
potere centrale sono I Fatimidi (a Il Cairo) e gli Andalusi.
-Haruun stabilisce che il califfato passi al figlio al-Amiin ma di fatto divide
l’impero lasciando all’altro figlio le regioni orientali (Khurasan etc). Inoltre le
truppe mercenarie hanno grande potere in quanto costituiscono la guardia
personale del califfo e hanno molti privilegi, tra cui quello di approvare la
nomina del califfo. Tutto questo da luogo a grande disgregazione
nell’Impero, e si creano tanti altri piccoli centri di potere più o meno
indipendenti: I Barmecidi (famiglia persiana), a cui il califfo Harun al-Rashid
riconobbe grandi poteri e il cui centro di potere si trova vicino Baghdad; I
Buyidi che si ritagliano un regno nell’Iran centrale a fianco dei Samanidi
(successori dei Tahiridi) e arrivano a essere arbitri nelle scelte di politica
internazionale, etc. Presto al califfo rimarranno principalmente la gestione
dei beni califfali e della corrispondenza ufficiale con I governatori provinciali
e il compito di incorporare solo convenzionalmente l’unità dell’ecumene
islamica.

-E’ importante riflettere sulle modalità di conquista ed espansione di questo


periodo. Infatti, nei primi secoli di espansione dell’Islam la conquista era una
jihaad, una guerra santa, legittimata almeno in facciata da ragioni
ideologiche e religiose, o per condurre o tutelare gli interessi della umma.
Inoltre, a partire dai Selgiuchidi vengono “inglobate” popolazioni non
musulmane o di recente islamizzazione, che nell’assetto istituzionale
riescono a mantenere le proprie modalità tradizionali, anche a lungo
termine. Nei primi secoli di conquista, invece, le popolazioni assoggetate
non erano così estranee agli arabi, bensì vicine al loro bagaglio culturale e
politico; si vede nel Corano e nell’azione di Maometto l’espressione
dell’eredità tardoantica e iranica.
-Si ha una trasformazione della storiografia (tarikah), che assume una visione
molto più specifica alle singole regioni e dinastie, “storie regionali” che
tralasciano la grande visione d’insieme.

I FATIMIDI (901-1171)
Dinastia fondata da Abuu ‘Abd Allah al-Shii’ii in nome di ‘Ubayd Allah ,
presunto discendente della figlia del Profeta, da cui il nome “Fatimidi”.
Originari della penisola araba, si trasferiscono ad inizio X secolo in Africa
settentrionale per sfuggire alle persecuzioni, a cui erano sottoposti dai
Carmati (corrente ismailita maggioritaria. Gli stessi Fatimidi sono ismailiti).
Inizialmente si stanziano nella parte più occidentale (Tunisia), con il
supporto degli autoctoni Kutaama (ramo dei berberi), e pongono fine alla
dinastia degli Aghlabiti. A quel punto volgono la loro attenzione verso
Oriente: nel 969 il quarto califfo, al-Mu’izz, riesce ad entrare in Egitto
scalzando I locali Ikhshiditi (953-969) e nel 970 fonda Il Cairo (“la vittoriosa”).
-Il califfato fatimida presenta una continuità con la precedente dinastia degli
Ikhshiditi (e precedentemente in Tunisia con gli Aghlabiti). I funzionari sono
scelti tra schiavi o liberti educati allo scopo, tra cui molti eunuchi. Inoltre
viene introdotto il vizirato, con funzione prima solo esecutiva, poi anche
giudiziaria. L’apparato religioso che sostiene questa dinastia è ispirato
all’ismailismo (sciismo) e in particolare al suo assetto piramidale, con il
califfo/imam al vertice e la massa dei credenti alla base; in mezzo, una scala
di funzionari, che vanno dal baab (subito sotto il vertice), ai daa’ii
(propagandisti missionari grazie a cui si accresce la base). A chi occupa un
determinato grado nella piramide religiosa può venir assegnata
un’equivalente funzione pubblica.
-Appena divenuti sovrani d’Egitto, intraprendono la conquista della Syria e
raggiungono la massima espansione nell’ultimo decennio del X secolo,
anche se non sarà duratura: dall’Atlantico al Mar Rosso, includendo gran
parte della Syria e dello Yemen, la Sicilia (ereditata dagli Aghlabiti), e il
controllo su La Mecca e Medina.
Vengono scalzati dagli Ayyubidi (dinastia fondata nel 1147 da Saladino) con il
pretesto di riportare l’egemonia sunnita. Nel 1187 Saladino riporta
Gerusalemme in mano araba.

CALIFFATO ANDALUSO (912-1492)


‘Abd al-Rahman, ultimo sopravvissuto allo sterminio degli Omayyadi, scappa
da Damasco nel 749 e si impianta tra I berberi (nord Africa); nel 756 arriva in
Spagna e vi fonda un emirato. Cordoba, Toledo e alte città erano già state
conquistate nel 711. Rimane un principato indipendente che gli Abbasidi
rivendicano solo nominalmente, poi nel 912 si trasforma in un califfato, che
si porrà in opposizione al potere centrale abbaside e durerà circa un secolo
(1031). Il califfato è appoggiato dalla popolazione spagnola. Il potere è in
mano ad ‘Abd al-Rahmaan III al-Naasir (“vittorioso”).
Vi sono berberi, schiavi neri, slavi e germanici, ebrei; gli arabi sono la
minoranza. Vi sono relazioni culturali molto fitte. Il califfato è sunnita e segue
la scuola giuridica malachita.
La conversione all’islam non è imposta, ma nutre molti vantaggi. Gli
spagnolo convertiti sono detti muwalladun (“rinati”); I cristiani e gli ebrei
sono detti mozarabi e devono pagare una tassa (jizya) per dimostrare la
sottomissione al califfato.
Nel 1031, il califfo di Cordova abdica (per paura del movimento di
Reconquista) e si crea un momento di caos politico. Si smembrano tutti I
possedimenti musulmani, e a capo vengono messi dei re, detti Reyes de
Taifas o Muluk Al-Tawa’if.
-La Reconquista spagnola diventa sempre più aggressiva e I musulmani
chiamano in aiuto gli Almoràvidi (dinastia berbera), che riusciranno a
prendere il potere e lo deterranno per circa un secolo (1056-1147).
Conquistano anche gran parte del Maghreb e istituiscono Marrakesh come
capitale. Sono originari del Sahara e il loro nome viene da al-Muraabitun,
che viene a sua volta da ribaat, “monasteri” in cui le truppe di passaggio
venivano ospitate e rifocillate.
-Sotto gli ultimi califfi la decadenza fu inarrestabile e gli Almoravidi dovettero
cedere il potere al gruppo rivale degli Almohadi che nel 1147 conquistarono
la capitale.

La Reconquista non si spegne; nel 1248 viene conquistata Siviglia, e nel 1492
il regno di Granada, che era l’ultimo ad essere rimasto sotto il dominio arabo.
Inoltre la Spagna acquista prestigio internazionale con la scoperta
dell’America.
SELGIUCHIDI
Nel 1055 compaiono I turchi Selgiuchidi che daranno vita a principati del
tutto indipendenti; non si parla di khalifa ma di sultano. I Selgiuchidi erano
prima buddisti o animisti e poi si sono convertiti all’islam sunnita; prendono
il nome dal turco Salcuk. Sono nomadi provenienteidalle steppe siberiane,
attratti dalla vita sedentaria di corte: si installano a ridosso del califfato e
iniziano ad assorbire la lingua e la cultura persiana. Si instaurano nel
Khorasan, in Anatolia, fino al Khwarzim, inoltre creano sultanati nella
Transoxiana e il sultanato di Rum. Tutti questi erano territori a cui aspiravano
gli Abbasidi. Nel 1038 il loro capo Toghril si proclama sultano, titolo
confermato dal califfo al-Qaim che teme un’avanzata verso Baghdad.
Con i selgiuchidi si istituzionalizza quella dualità di poteri già sorta con I
Barmecidi: al califfo spetta il compito di rappresentare la comunità di
credenti, al sultano tocca la gestione dell’impero in termini difensivi e
espansionistici. Il califfato assume una funzione simbolica (ibn Khaldun nella
sua Muqaddimah lo accosta al Papato). L’impero viene suddiviso in entità
amministrative affidate ai vari rami del clan: il risultato è una forte messa in
discussione del potere centrale. Si ha una crescita dell’importanza
dell’apparato militare: in cambio di prestazioni vengono affidate ai militari
delle terre secondo il modello di lqta (“suddivisione”), e così I mercenari e le
loro famiglie si stabiliscono e acquistano gradualmente controllo politico-
economico. I Selgiuchidi sono incolpati dalla storiografia musulmana di aver
spostato il centro dell’impero più a est e nord (Iran e Anatolia), fuori dal
mondo arabizzato.

Ai Selgiuchidi si attribuisce il ripristino dell’egemonia sunnita, attraverso la


diffusione del loro madhab (scuola giuridica), l’hanafismo, che sarà ufficiale
anche per l’impero ottomano. In questo periodo si istituiscono quattro
scuole giuridiche, le madhab: quella hanafita, liberale, quella shafita,
liberale, quella malikita con sede a Medina, e quella hambalita, la più
rigorosa, con sede in Arabia Saudita. Viene formulata la Sha’ria, legge sacra
basata sul Corano e sulla Sunna.
SUFISMO
Il sufismo o tasawwuf consiste nella dimensione mistica dell’Islam. Le
confraternite sufi, o turuq, (pl. di tariqa) si riunivano in luoghi sacri (takiyya),
considerate waqf. Sufi viene da suf, lana grezza con cui erano intessuti I loro
vestiti, o da suffa, “portico” antistante la casa di Mohammed a Medina sotto il
quale si raccoglievano alcuni pii musulmani, che non possedevano beni
materiali. Altri riconducono il termine a safa “purezza”, o a “saff al-awwal”, “in
prima fila” rispetto a Dio. Riconoscono un unico grande maestro, Maometto,
che trasmise ai suoi compagni la naraka (“benedizione”) di Dio, e loro la
tramandarono alle generazioni successive, creando la catena iniziatica
(silsila). Un’immagine che esemplifica il rapporto fra musulmani e sufi è
quella del cerchio. La circonferenza è la sha’ria, che mantiene il credente
all’interno del cerchio; il centro è l’haqiqa, la verità divina; ogni musulmano è
un punto del cerchio; il raggio (tariqa) è la via per la realizzazione e
conoscenza della Realtà divina ed indica l’ordine dei sufi. I primi a praticare il
sufismo furono proprio Muhammad e I suoi compagni.
Una particolare confraternita sufi è quella dei darwishi. Il nome viene dal
persiano antico e significa “mendicante”, ma ha assunto il significato di
asceta. Il termine indica varie confraternite, ma in genere si riferisce a quella
mawlawiyya, in Turchia. Questa confraternita pratica la danza turbinante
come metodo per raggiungere l’estasi mistica (jadhb). Chi la compie è
sottoposto ad una lunga preparazione. La mano destra è volta al cielo per
ricevere I doni di Dio, la mano sinistra verso terra per trasmetterli ai credenti.

SICILIA (AL-SIQILLYA)
La Sicilia era strategicamente fondamentale in quanto punto d’incontro tra
svariati territori. Gli arabi vi arrivano nell’827 con la dinastia degli Aghlabiti
(sunniti). Il centro degli aghlabiti in Turchia era Kairowan e la Sicilia ne
diviene distretto. La dominazione araba dura fino al 1061.
Il giurisperito Asad ibn al-furat partì da Susa e approdò a Mazzara nel giugno
827 conquistandola. Il primo obiettivo della conquista era Siracusa, ma vi
arrivano solo dopo 50 anni. Agrigento viene occupata nell’829, Palermo
(Balirmu) nell’831, Enna nell’859. Palermo diventa capitale della Sicilia
islamica, nonché centro culturale ed emporio commerciale per gli scambi
con Spagna e Oriente. Nascono molte moschee e madrasat. L’isola viene
divisa in distretti (“val”--> Val di Mazzara, etc). Viene sviluppato un sistema
fondiario efficente. Vengono importati agrumi e palme.
La presa totale della Sicilia avviene nel 962 con Taormina.
La dinastia successiva agli Aghlabiti è quella dei Fatimidi, che sbarcano a
Mazzara nel 910. A Palermo costuiscono al-Qasr (il Cassaro, aka palazzo die
normanni), il castello a mare (residenza emirale), la Khalsa (khalisa, “pura,
eletta”. Centro politico). I Fatimidi comandano fino al 947, quando
delegheranno il ppotere ai mutawalli (amministratori) per spostarsi in Egitto
e fondare Il Cairo.
Il potere passa ad una terza dinastia: quella Kalbita (948-1053). Sarà una
dinastia semi-indipendente. E’ il periodo del rigoglio culturale. Grande
sviluppo della letteratura. Lo scrittore più importante è Ibn Hamdis.
Quando Ruggero II e Roberto il Giusto conquistano la Sicilia nel 1105
riportano il cristianesimo, ma mantengono molti aspetti della cultura arabo-
musulmana e si instaura un clima di tolleranza. Proprio da questa
commistione nascono opere come la Zisa, la Cuba, la Cattedrale.

I MONGOLI E GENGIS KHAN


Nel 1206 Gengis Khan aveva sviluppato una potente dinastia tra i Mongoli
dell'Asia centrale e lungo tutto il corso del secolo l'Impero Mongolo si era
espanso conquistando la maggior parte della massa terrestre eurasiatica,
arrivando ad inglobare territori che comprendevano dalla Cina a est a gran
parte dell'antico califfato islamico a ovest, in cui si erano instaurate varie
dinastie, come I Il-khanidi di Persia, I Khan dell’Orda d’Oro in Russia
meridionale, e vari principati.
Gengis Khan inizia una serie di campagne verso Tibet e Cina, e in Occidente
verso il Khwarizm. Inizialmente, però, riconosceva il governatore del
Khwarizm come suo pari (“Tu governi il sole nascente, io il sole che
tramonta”); fu un incidente diplomatico a creare la scintilla del conflitto
(degli inviati mongoli vengono uccisi per un fraintendimento). Fra il 1219 e il
1220 viene conquistata la Transoxiana.
Le truppe mongole sono sostanziose e si muovono velocemente, puntando
sulla sopresa. Attaccano in maniera strategica, avvicinandosi
contemporaneamente da più lati, o fingendo ritirate per trarre il nemico in
un’imboscata.
Il trauma provocato dall’invasione mongola è tale che si parla per la prima
volta nella storia dell’Islam di un “prima” ed un “dopo”. Si crea anche una
sorta di cliché che attribuisce ai mongoli la responsabilità delle difficoltà
economiche dei paesi da loro conquistati, in particolare l’Iran, e dei disastri
causati in momenti successivi, in particolare dalle campagne militari di
tamerlano.
I mongoli rimangono a lungo fedeli allo sciamanesimo e anche quando si
convertono non tutti scelgono automaticamente l’Islam, preferendo a volte il
cristianesimo o il buddismo; bisogna attendere Tamerlano affinché si
islamizzino completamente.
-Dopo Gengis Khan le conquiste vengono portate avanti dal suo successore
Hulagu, in particolare verso l’Iran. Nel 1256 pone fine all’ismailismo politico
(ma in Iran non c’erano I selgiuchidi sunniti??). Non è automatico un
passaggio al sunnismo, molti restano buddisti o devoti allo sciamanesimo;
alcuni sovrani decidendo di islamizzarsi optano per uno sciismo
duodecimano, che permetterà anche al sufismo di circolare più liberamente.
-Nel 1258 Hulagu pone fine al califfato abbaside, assassinando l’ultimo
califfo, Mu’tasim. I suoi discendenti, Il-Khanidi, si stanziano in Azarbaygian,
fino a quando nel XIV il principato si sfalda in piccole dinastie locali.
-Un secolo dopo, Tamerlano si proclama erede di gengis Khan e fa un
tentativo di ripercorrere le sue orme. Parte conquistando la Transoxiana
(1370), poi si dirige verso Khwarizm e Khorasan, poi Iraq (1395) e Russia
meridionale. Samarcanda diventa il centro delle sue attività. Da qui prenderà
le mosse Baabur, il fondatore dell’Impero moghul.

I MAMELUCCHI (1250-1517)
Mamelucchi (da mamluk, “proprietà di”, quindi schiavo) furono soldati di
origine servile al servizio dei califfi abbasidi e impiegati nell'amministrazione
e nell'esercito. Di origine turca o circassa (caucaso), costituiscono la più
grande presenza musulmana nel mondo islamico. Sono organizzati in casate
militari, con un capo riconosciuto (ustaadh) che addestra e possiede un
certo numero di mamluk, che gli giurano fedeltà. Gli Ayyubidi li avevano
acquistati nel XII secolo (in particolare la casata dei Bahriyya), come guardia
privata del sultano, e da loro vengono scalzati quando con la crociata di San
Luigi (Luigi IX, re di Francia) e con l’arrivo dei mongoli in Siria I mamelucchi
danno un contributo fondamentale alla difesa, e ciò gli permette di prendere
il potere. Questo è inoltre facilitato da lotte inetrne alla famiglia ayyubide.
-Nel 1250 fondano la propria casata e si trasferiscono in Egitto. Aybak diventa
sultano col nome di al-Malik al-Mu’izz e a mo’ di legittimazione della sua
carica sposa Shajar al-durr, vedova di uno degli ultimi sultani ayyubidi
(usanza condivisa dai selgiuchidi). Gli ayyubidi di Siria continuano ad
opporsi ai mamelucchi ma questi li sconfiggono nel 1260 quando
sconfiggendo I mongoli conquistano Damasco e Aleppo. Rimangono
autonomi un paio di principati ma nel complesso il dominio mamelucco è
ora impiantato. L’atto decisivo in questo senso lo compie il sultano Baybars,
che accoglie a corte un presunto discendente dei califfi abbasidi spodestati a
Baghdad, da cui si fa investire “sovrano universale dell’Islam” acquistando
grande prestigio.
Mantengono come lingua di corte il turco e non si arabizzano mai
completamente.
Il loro regime, pesante e malvisto dalle popolazioni, finì con la
conquista ottomana nella battaglia di Marj Dabiq (1517). All’epoca
occupavano Egitto, Siria, Hijaz, Mecca, Medina. Gli ottomani riserveranno ai
mamelucchi alcune funzioni pubbliche in ambito amministrativo (ad es.
l’iltizam, il collettore fiscale).

IMPERO OTTOMANO (1342-1924)


Il nome deriva dal fondatore della dinastia, Uthman (574-656). Inizialmente,
nel 1300, sono stanziati in un principato della Bitinia (in Anatolia, che
coincide con gran parte della Turchia attuale). Iniziano a islamizzarsi grazie al
contatto coi Selgiuchidi (l’Anatolia era sotto il loro controllo), anch’essi turchi,
e finiscono per assorbire anche la lingua e cultura persiana. Diventando
“eredi” dei selgiuchidi, si pongono come paladini del sunnismo, in
particolare hanafita.
-Il Gran Consiglio (il governo) è presieduto dal gran visir, scelto
personalmente dal sultano, e composto da funzionari che dirigono I singoli
settori del governo e controllano I governatori delle varie province. Figure
molto importanti sono quelle di qaadii (giustizia ordinaria) e muftii (materia
anche teologica), magistrati e giuristi, e di ulama, dotto nelle scienze
religiose, soprattutto teologi e giurisperiti. Qaadii, mufti e ulama hanno al
loro vertice lo shaykh. Questa stabile organizzazione amministrativa, oltre
che l’unità religiosa (Islam come religione di stato) e la grande forza militare,
permisero all’impero ottomano di rafforzarsi ed espandersi.
Inizialmente la volontà non è quella di fondare un impero, ma uno stato
(devlet, dawla). Istanbul viene ripopolata da quanti erano fuggiti all’assedio,
che vennero richiamati; vennero costruite scuole, strade, ospedali, ponti e gli
artigiani ricevettero delle esenzioni fiscali.
Vi è una grande presenza di cristiani, anche nell’amministrazione, e le rendite
dello stato derivano in gran parte dai sudditi non musulmani, tramite le jizya
e le kharaaj (imposta fondiaria, pegno da pagare in cambio del mancato
sequesto delle terre conquistate).
Ai capi militari vengono assegnate le rendite fondiarie (iqtaa o tiimaar). Non
si creerà mai una vera e propria aristocrazia erdeitaria; I funzionari o capi
militari (askari) sono “schiavi” del sultano e la loro autonomia va pian piano
a diminuire.
-Con l’Impero Ottomano si parla di Impero sovranazionale, in quanto vi
vivevano svariate etnie, organizzate in millet, ovvero comunità confessionali.
Ognuna era guidata da capo religioso, che fosse un imam, un rabbino o un
patriarca per I greco-ortodossi. A queste comunità è riconosciuto il diritto di
regolare le questioni interne nei propri tribunali. Questo sistema costituisce
una forma perfezionata della dhimma. Vi era grande mobilità fra le varie
millet, ad eccezione di quella musulmana, in cui costituiva un peccato di
apostasia (consiste appunto nell’abbandono della propria religione). Molti
invece si convertono all’Islam, ma mantengono le proprio bagaglio culturale
rituali e credenze di origine cristiana o centroasiatica. La tariqa maggiore era
la mawlawyya (sufi, dervisci), tra la più colte ed elitarie, molto prestigiosa.
-I prigionieri di guerra sono I kapi kullar (“schiavi della porta”), da topkapi
(porta del cannone), ovvero il Palazzo Imperiale. La porta è quindi il simbolo
del potere. Il palazzo è costituito da cortili concentrici, con varie porte che
portano via via al cuore del palazzo, ovvero le stanze del sultano, nascoste.
Un’usanza molto diversa da quella dei califfi, che invece si mostravano
spesso in pubblico. La porta del sultano era chiamata porta della felicità
(spesso vi si tenevano cerimonie gioiose, ma in realtà anche esecuzioni di
nemici). Con gli Ottomani i kapi kullar prenderanno il posto dei Turcomanni,
che si occupavano di difendere I confini durante gli Abbasidi. Nel 1400 il
sovrano Beyazit decide che per avere cariche militari o amministrative I kapi
kullar avrebbero dovuto convertirsi, giurare fedeltà al sultano e apprendere
la lingua turco-ottomana dell’élite (misto fra arabo, persiano, turco).
Dal 1400 in poi nasce un nuovo corpo militare: I Giannizzeri (da Yeni Ceri,
“nuova leva”). Erano giovani cristiani prelevati dai territori occupati, che
venivano islamizzati, cresciuti ed educati in famiglie o nel palazzo del
sultano, e destinati a formare un esercito d’élite, profumatamente retribuito.
Questa leva obbligatoria si diffonde poi anche in Anatolia sui musulmani.
-Vengono fondate le waqf: fondazioni pie con un fine di beneficenza, di cui
non ci si può appropriare, volte a conservare e rendere inalienabili i beni che
ne sono oggetto; la gestione del bene può infatti restare alla famiglia della
persona che lo ha istituito, ma essa non ne ha la proprietà. Hanno al loro
interno una maktaba; fondata da un uomo facoltoso e gestita da un
mutawalli/mutasarrif. La gestione di questi beni arricchisce notevolmente gli
ulama.
-Con il termine Hadd si indica l’atteggiamento di chiusura, durante gli
Ottomani, verso l’Europa e l’Occidente. E’ un senso di superiorità e
autosufficienza istigato dal sovrano, che scoraggia contatti e viaggi fuori dai
confini (hadd=confine).

-Si ha una fase di formazione che si conclude a fine Quattrocento, il periodo


dell’apogeo che corrisponde al XVI secolo, ma già con evidenti segni di
declino.
Sono stanziati già prima dell’arrivo dei Mongoli, e questo ne rallenta lo
sviluppo. A partire dalla fine del 1200 iniziano le rivalità coi bizantini,
confinanti, dovute a domini contesi in Anatolia occidentale.
Nel 1402 il sovrano Baayaziid I viene sconfitto da Tamerlano, che però presto
abbandonerà l’Anatolia, divisa più che mai, aprendo un periodo detto
“interregno”. Con il successore Muraad II vengono riprese le conquiste in
Europa, nella penisola balcanica, in Anatolia. Vengono sconfitti I safavidi. Nel
1453 arrivano fino a Costantinopoli, ribattezzata Istanbul, resa capitale. Il
sultano è Mehmet II, detto al-Fatih, il Conquistatore.
Nel 1516, guidati da Selim I gli ottomani sconfiggono I Mamelucchi a Marj
Dabiq, e l’anno successivo il sovrano mamelucco Tuman Bay viene destituito
ad Il Cairo. Ottengono così Egitto e Siria. Selim I, detto il Crudele, regna fino
al 1520 e sarà famoso per l’utilizzo di pratiche barbare come l’impalazione.
Con Sulaymaan II, detto il Magnifico o il Legislatore, l’Impero raggiunge la
sua massimo estensione: Iraq, Hijaz, Yemen, costa occidentale dle Mar
Rosso. Dopo di lui però si conclude il momento d’oro della dinastia. Ultime
vittorie:
Tunisi (1574) e il Marocco (1580).
Inizia un lento e inesorabile declino sul fronte europeo sancito
definitivamente dalla Pace di Passarowitz (1718), con cui gli Ottomani
perdono gran parte dei territori restanti.
Questa crisi si riprende brevemente durante Ahmed III (1703-1730), in un
periodo detto Periodo dei Tulipani (si importavano tulipani dall’Olanda per
abbellire la corte). Questa occidentalizzazione è ostacolata dai Giannizzeri,
che sentivano minacciata la propria posizione.
All’inizio del 1800 l’Impero Ottomano si trova in una condizione di inferiorità
rispetto alle grandi potenze europee, soprattutto dal punto di vista militare.
Nell’Ottocento si accendono le ribellioni balcaniche (serbe, greche, blugare e
rumene) contro il governo imperiale, mosse da motivi identitari nazionali e
religiosi.
Nel XIX secolo I russi iniziano ad espandersi in Asia centrale e in Caucaso
(Azerbaigian, Armenia del nord, Georgia, che opposero un’accanita
resistenza).Lo zar ne esce affermato come campione del cristianesimo contro
l’islam. Le motivazioni del conflitto russo-turco erano quindi religiose e
geopolitiche. Con il trattato di Adrianopoli (1829) I turchi si trovano a
riconoscere le conquiste russe in Caucaso, l’indipendenza piena della Grecia,
della Serbia, della Moldavia e della Valacchia.
L’Impero crollerà con la sconfitta subita nella Prima guerra mondiale nel
1918, e la sua conseguente parcellizzazione. Al sultano deposto, ‘Abd al-
Majiid, verrà riconosciuto fino al 1924 il titolo di califfo.

-L’impero ottomani è stato definito “Il Grande malato” da Nicola I. La perdita


di controllo politico-amministrativo sulle aree periferiche arabe,
semidesertiche, ha lasciato spazio per la nascita di una nuova
interpretazione dell’Islam, molto più radicale e integralista, in particolare ad
opera dei wahhabiti. Essi conquistano addirittura la Mecca nel 1803.

I MOGHUL (1526-1858)
Nel frattempo, in Asia, Tamerlano si proclama erede di Gengis Khan un
secolo dopo la sua scomparsa. Nel 1398 Tamerlano saccheggia Dheli e lascia
il sultanato in preda all’anarchia. Fonda l’impero timuride, e con il suo
discendente Babur (1483-1530), nonché discendente di Gengis Khan, darà
vita alla dinastia Moghul. Vuole unificare il subcontinente, che è suddiviso in
sultanati indipendenti.
La cultura Moghul e la sua organizzazione militare condivide molti aspetti
con quelli safavidi (dinastia-confraternita mistica di lingua e cultura turca,
originaria del Kurdistan persiano). Però man mano che l’impero si rafforza I
Moghul sviluppano più interesse ad allacciare relazioni politiche e
commerciali con l’Europa e l’Occidente.
Al vertice della struttura sociale c’è la famiglia reale, seguita dai proprietari
terrieri, e poi dai sudditi, il cui gradino più basso è costituito da contadini,
mercanti e artigiani, e dai paria ( i fuori casta nel sistema sociale e
religioso induista, che include anche gli aborigeni indiani e gli stranieri).
Fu un periodo di sfarzo, riscontrabile nelle corti, nelle capitali (Delhi e Agra),
nella quantità di monumenti (ad es. il Taj Mahal, costruito da Shah Jahan
come tomba per la propria sposa).
La dinastia Moghul fu l’ultima forza unificatrice dell’India prima della
conquista europea, e la sua disfatta aprì le porte dell’India alla penetrazione
britannica.

IMPERO SAFAVIDE (1501-1732)


All'inizio del XVI secolo l'Iran non era uno Stato unitario, ma era diviso in un
gran numero di emirati e khanati, i più importanti dei quali erano gli
Stati timuride a est e Aq Qoyunlū a ovest. I safavidi, originari dell’Azerbaigian,
si stabiliscono in Iran legittimando la propria autorità con la loro presunta
discendenza da Ali ibn Abi Talib e Fatima (secondo gli appunti: discendenti
dall’imam Musa al-Khazim). Il nome ha orgine dalla confraternita sufi
fondata da Safi al-din.
Seguivano la tariqa Safawiyya. Nacque un grande movimento di
militarizzazione chiamato Qizilbash (dal copricapo rosso a dodici bande,
come I dodici imam).
Con loro salirà al potere Ismail I, che stabilisce la capitale a Tabriz (Iran nord-
occidentale) e dichiara lo sciismo (duodecimano) come religione di stato.
Riesce inoltre ad unificare la maggior parte del territorio iranico, arrivando
fino alle regioni orientali dell’Anatolia, dove verrà sconfitto nel 1500 ca da
Salim I (Impero ottomano).
L’ultimo sovrano muore nel 1732.
I TRE GRANDI IMPERI SOVRANAZIONALI
I tre imperi sovranazionali che si instaurano tra il XV e il XVI secolo sono:
-Ottomano (1342-1924)
-Safavide (1501-1732)
-Moghul (1526-1858)
I possedimenti musulmani in Spagna sono stati riconquistati dagli spagnoli
in concomitanza con la scoperta dell’America, con un conseguente esodo di
ebrei e mori verso il nordafrica e l’Oriente.
Questi tre imperi si spartiscono quasi tutta l’ecumene islamica.
Possono esseri considerati turchi, e sul piano culturale la componente
dominante è quella persiana, la cui lingua infatti diventerà quella universale
(dal Mediterraneo fino all’Oceano indiano). Vi è però una compresenza di
altre lingue, parlate in diversi settori: l’arabo è lingua sacra, il turco è la lingua
dell’autorità, il farsi/persiano è la lingua letteraria. A questo si deve
un’eterogeneità e una tolleranza culturali e religiose, in cui ogni etnia
mantiene la propria identità.

In questo periodo, in Occidente, inizia l’età moderna, caratterizzata dallo


sviluppo tecnologico e scientifico, dalla costituzione di stati nazionali e dalla
nascita di ideologie basate su laicismo e democrazia, in particolare a partire
dalla Rivoluzione francese. Tutto ciò porta al radicarsi di un giudizio
complessivamente negativo sul mondo musulmano, visto come arretrato.
Ciononostante, nel ‘700 inizia un gusto per i viaggi e l’esotico, che diventerà
un secolo dopo veicolo di intervento delle potenze coloniali (un po’ vaga
come cosa). VEDI APPUNTI--AMPLIARE Con la colonizzazione da parte degli
occidentali si ha una trasformazione anche ideologica degli ex sudditi degli
imperi, da cui l’impero viene visto come sinonimo di arretratezza, e lo stato-
nazione come sinonimo di modernità. Ne consegue una lettura storiografica
sviante e arbitraria da parte degli stessi arabi, indiani e persiani. Gli stessi
arabi vedevano l’Impero ottomano come i primi colonizzatori e vi
attribuivano la causa del ritardo socio-economico e politico del mondo
arabo.
In questo periodo si ha inoltre un maggiore avvicinamento tra oriente e
occidente, dato dalla crescente tolleranza tra indù e musulmani in India,
cristiani e musulmani nell’Impero ottomano, musulmani ed europei in quasi
tutte le zone. Le comunità musulmane assorbono progressivamente le
novità tecnologiche ed ideologiche europee, anche se il colonialismo ha
costituito un ostacolo in questo processo.

L’obiettivo comune a tutte le azioni colonialiste è quello di impadronirsi di


materie prime e aprire nuovi mercati per l’affermazione dell’industria
europea. Molto spesso questo va a distruggere le economie locali: ad
esempio in Egitto, che a causa sia della Gran Bretagna sia del governatore
ottomano Muhammad ‘Alii tenta una via all’indistrializzazione, con la
produzione del cotone che va a impoverire le produzioni agricole tradizionali
provocando una minore autonomia alimentare e un indebitamento per la
costruzione delle infrastrutture necessarie. Il colonialismo provoca anche la
decadenza dei porti del Mediterraneo orientale a vantaggio dei porti francesi.
In India la penetrazione inglese avviene per tappe e viene sancita
definitivamente nel 1858 con l’assunzione del governo dell’India da parte
della Corona attraverso un viceré e un governatore generale. Le esportazioni
indiane si concentrano in materie prima utili all’industria inglese e
nonostante venga dotata di infrastrutture iniziano ad emergere problemi di
sovrappopolazione, carestia e miseria. Nel Maghrib e nell’Africa occidentale
subsahariana la Francia mette in atto strategie diversificate.
Il colonialismo russo si concentra verso i possedimenti europei dell’impero
ottomano, il Caucaso e l’Asia centrale , ed è una colonizzazione di
insediamento, accompagnata da un tentativo di modificare le economie
locali, in un rapporto di sfruttamento più arcaico rispetto a quello messo in
atto dalle potenze europeee. Altro dettaglio importante è l’assenza di
organicità nella politica antislamica e il sistema giudiziario islamico più o
meno immutato.
La mappa degli interessi coloniali muta significativamente con la “scoperta”
del petrolio ad inizio XX secolo. La tendenza è comunque quella di
bpoicottare qualunque iniziativa che voglio far emergere le economie locali.
Sul piano socio-culturale la tendenza è ovuqneu quella di discriminare gli
autoctoni e rivendicare un ruolo civilizzatore dell’occidente, che si realizza in
maniere diverse: la Gran Bretagna scoraggua ogni integrazione, considerata
assurda e innaturale; la Francia invece promuove un’assimilazione a scapito
però di ogni identità socio-culturale dei colonizzati; con la Russia,
l’imposizione dei valori è quasi sempre accompagnata da una messa in
discussione della legittimità dell’autorità dello zar sostenuta dagli stessi russi
presenti nelle colonie. Si crea un congresso annuale detto “Congresso di tutti
I musulmani” che riunisce I musulmani d’Europa; è però un tentativo fallito
di unire le forze musulmane.

Per I musulmani, la storia (tarikah) e la storiografia sono inscindibilmente


connesse alla religione. La storia è vista come un flusso di eventi di cui
l’islam e la lingua araba costituiscono un collante. L’unità del patrimonio
culturale è essenziale ai fini del nazionalismo.

Un argomento di dibattito è il dispotismo, in arabo zulm, che comporta una


crescente censura della stampa e della libertà di parola (oltre che un
aumento del peso fiscale sui singoli cittadini). Il dibattito politico verrà
portato avanti clandestinamente.

-Nel 1865 nascono I Yeni Osmanilar, un movimento di giovani ottomani che


si pone contro il potere dispotico cercando di distruggere I centri di potere
autocratici. (Gli appunti qua sono molto superficiali - AMPLIARE DAL LIBRO).
Gli Yeni ottomani rivendicano un’appartenenza all’Impero, rafforzando il suo
carattere islamico e arginando l’influenza europea (ottomanismo). Il
movimento, sulla spinta delle Tanzimat (riforme, riordinamento. 1839),
punta a una modernizzazione dell'impero in senso occidentale ed europeo
(e centralistico), ma senza per questo abbandonare le radici musulmane. Ha
un indirizzo decisamente parlamentarista e spinge per il passaggio
dall'assolutismo a una monarchia costituzionale ispirata al modello
francese.
La classe dirigente assume un atteggiamento di () promuovendo varie
riforme per accontentarli. I giovani ottomani richiedevano il promulgamento
di una costituzione che estendesse I principali diritti a tutte le fasce della
popolazione e l’istituzione di un parlamento. I tempi però non erano ancora
abbastanza maturi e gli Yeni verranno perseguitati e si scioglieranno
fuggendo in Egitto e in Europa (da cui faranno ritorno solo all'epoca delle
riforme costituzionali di Abdul-Hamid II?). I loro obiettivi saranno raggiunti e
mantenuti per un breve periodo di un anno (1877), durante il governo di
Abdul Hamid II (sultano dell’Impero ottomano dal 1876 al 1909), quando
vennero promulgati la costituzione e il parlamento. Questo avviene anche
per calmare la situazione data delle insurrezioni in Bulgaria contro il governo
ottomano e della conseguente guerra con la Russia?The uprising was the starting
point of the Great Eastern Crisis, the reopening of the "Eastern Question".[8] The unrest
rapidly spread among the Christian populations of the other Ottoman provinces in
the Balkans (notably the April Uprising in Bulgaria) setting off what would become known as
the Great Eastern Crisis. The Ottoman atrocities in suppressing unrest in the Balkan
provinces eventually led to the Russo-Turkish War of 1877–78, which ended in Turkish
defeat, and the signing of the Treaty of San Stefano in March 1878, followed in July of the
same year by the Treaty of Berlin, severely reducing Ottoman territories and power in
Europe. The Congress of Berlin decided that Bosnia and Herzegovina, while remaining
nominally under Turkish sovereignty, would be governed by Austria-Hungary. Austria-
Hungary annexed Bosnia and Herzegovina in 1908. The occupation and annexation enraged
Serbian nationalists and was a catalyst for the assassination of Archduke Franz Ferdinand of
Austria by the Bosnian Serb nationalist Gavrilo Princip.
In pratica: Abdul Hamid II decide di promulgare la costituzione e il parlamento sia perché da prima
sosteneva I giovani ottomani (quando erano stati esiliati lui ancora non era al governo), sia per cercare
di placare le province dell’Impero in Russia e mantenere il loro controllo. Fu inutile (infatti vennero
annullati, erano precoci) e l’aggravarsi delle rivolte nei Balcani diede inizio alla crisi d’occidente (si
intende delle province occidentali dell’impero ottomano). Questa si chiuderà con l’annessione della
Bosnia-Erzegovina all’Austria, a causa della quale nasceranno I Giovani Serbi che daranno la scintilla
della Prima Guerra Mondiale con l’assassinio dell’arciduca austriaco Francesco Ferdinando. L’impero
Ottomano infatti entrarà in guerra a fianco di Austria, Ungheria e Germania per riconquistare le terre
in Russia.
Il Parlamento era costituito da due camere: il consiglio dei nobili, eletti dal
sultano, e il consiglio dei rappresentanti eletti dal popolo. Inoltre durante il
regno di Abdul Hamid II si hanno grandi migliorie a livello di infrastrutture, in
particolare la nascita di una rete ferroviaria molto estesa che però comporta
un forte indebitamento con l’Europa, che la finanzia. Anche l’istruzione viene
riformata: viene garantita l’istruzione gratuita, resa obbligatoria fino alla
scuola primaria ed estesa anche alle donne.

COLLEGAMENTI TRA GIOVANI OTTOMANI - GIOVANI TURCHI - COSTITUZIONE DI


ABDUL HAMID II E RIVOLTA IN BULGARIA - GUERRA CON LA RUSSIA - NASCITA
GIOVANI SERBI - SCOPPIO I GUERRA MONDIALE ??????

-Il movimento dei Giovani Turchi nasce alla fine del XIX secolo (1889) e
prende sempre più forza negli anni 1905-1906, rappresentato in Parlamento
dal partito Unione e Progresso. Il nome prende spunto dalla precedente
esperienza del movimento dei Giovani Ottomani (Yeni Osmanlılar) di metà
XIX secolo. Il movimento è formato da ufficiali dell'esercito, intellettuali e
piccoli funzionari, caratterizzati da un acceso nazionalismo turco e
dall'ideologia borghese. I Giovani Turchi, col loro "ottomanismo", volevano
un impero unico e indivisibile, con un'unica lingua, e ritenevano che il
sultano Abdül Hamid II non fosse più in grado di salvare l’Impero dal suo
declino.
Nel 1908 i Giovani Turchi costringono il sultano a ristabilire la costituzione
del 1876, riescono a ribaltare il potere e appropriarsene.
Nell'aprile del 1909 a Costantinopoli si verificò un tentativo
controrivoluzionario che mirava a emarginare i Giovani Turchi e a ripristinare
l'autocrazia del sultanato. Ma il tentativo fallì e i Giovani Turchi ne
approfittarono per instaurare la dittatura militare. In un congresso segreto
dei Giovani Turchi, tenutosi a Salonicco nel 1911, fu deciso di sopprimere
totalmente gli armeni residenti in Turchia. Essi temevano che gli armeni
potessero allearsi con i russi, di cui erano nemici. Subito dopo che i Giovani
Turchi eliminarono i controrivoluzionari, in Cilicia (città di Adana) 30.000
armeni vengono uccisi da turchi e curdi. Il genocidio vero e proprio fu
scatenato nel 1915. Allo scoppio della prima guerra mondiale molti armeni
disertarono, e battaglioni armeni dell'esercito russo cominciarono a
reclutare fra le loro file armeni che prima avevano militato nell'esercito
ottomano.
Nasce così la Repubblica Turca (1922), in cui governeranno affiancati dal
movimento Unione e Progresso. Sono inoltre presenti dei sultani fantocci
per dare una parvenza di unità politica e religiosa.

Nel 1908 l'agitazione si trasformava in rivolta: il sultano 式 Abd 眉 l-岣m 墨 d si vide costretto a rimettere in
vigore la Costituzione del 1876. I Giovani Turchi, che controllavano ormai il Parlamento, intendevano creare una
nuova Turchia, ma l'incapacit 脿 di risolvere i problemi di fondo (rapporti coi cristiani dell'impero, laicizzazione
dello Stato, conservazione di una struttura statale decrepita), e soprattutto gli insuccessi militari (contro l'Italia e i
popoli balcanici) resero difficile il cammino del nuovo governo. Si avvert 矛 il bisogno di un forte appoggio in
Europa e si credette trovarlo nella Germania di 聽 Guglielmo II. Questa alleanza fu infine realizzata dal
triumvirato che aveva conquistato il potere nell'agosto 1914 (Enver Pasci 脿,聽 Tal 式 at A 岣ed Pasci 脿,聽铅
em 膩 l Pasci 脿
. Essi sembravano intenzionati ad abbattere il sistema imperiale per poi creare una
federazione di tutti i popoli precedentemente inclusi nell'Impero. Ovviamente le
concezioni del nazionalismo turco e di una federazione ottomana erano tra loro
decisamente antitetiche e questo influenzerà negativamente gli sviluppi della rivoluzione
dei Giovani Turchi; porterà nuovamente a considerare l'elemento armeno come un
pericolo interno da combattere ed annientare.

Nasce il Movimento Nazionalista, ispirato all’idea di Panturchismo.


Quest’ultimo era un movimento tendente a promuovere l’unità culturale e
politica fra tutti i popoli di lingua turca. Fa leva su un’etnia turca, quella
anatolica, in opposizione al potere occidentale. Oggi il panturchismo è
ancora abbastanza forte in Turchia, Caucaso e Asia centrale.
Il Panislamismo, invece, è un pensiero politico e religioso che auspica
l’unione politica di tutti I popoli islamici in un’unica istituzione statale, cioè la
Dar al-Islam. Nasce in reazione all’espansionismo occidentale, e in chiave
antimperialista e anticolonialista. Era sostenuto dai sultani ottomani. Inizia
ad acquistare peso dopo la Prima Guerra Mondiale, e influenza il programma
politico dei Fratelli Musulmani, primo movimento islamista della storia
moderna dell’Islam.

-L’Impero Ottomano crolla durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1916 viene
siglato l’accordo di Sykes-Picot tra Francia e Inghilterra, con cui le aree
geografiche dell’Impero turco vengono spartite a tavolino. Alla Francia
vengono assegnate Siria e Libano, all’Inghilterra Iraq e Palestina. Quattro
anni più tardi (1920) l’impero ottomano perde tutte le province non turche
con il trattato di Sevres, a cui partecipano Francia, Giappone, Italia,
Germania, Grecia, Regno Unito. Si parla di parcellizzazione dei confini
territoriali. La Francia si impone definitivamente sulla Siria e l’Inghilterra su
Iraq e Palestina. L’esercito turco viene reso impotente. Al sultano deposto,
‘Abd al-Majid, viene riconosciuto il titolo di califfo fino al 1924, ma l’Impero
ottomano era già crollato, indebitandosi inoltre con I suoi nuovi governanti
(a cui era costretto a vendere le proprie materie prime per poi ricomprarle).

-Nel 1835 la Francia invade l’Algeria che prontamente risponde, sotto la


guida di al-Amir ‘Abd al-Qadir al-Jaza’iri. L’Algeria non combatte solo per se
stessa, ma per tutto il mondo arabo-musulmano in una visione più ampia.
Abu al-Qasim Sa’d Allah (storico) sostiene l’esistenza di un sentimento
nazionalista di appartenenza anche tra gli stati islamici, non solo in
occidente, e prende ad esempio la lotta intrapresa dall’Algeria.
Nel 1920 nasce il Libano, sotto il mandato francese.
Dopo lo sciogliersi dell’Impero Ottomano la Francia assume le redini del
potere in Siria con un mandato (intidaab) deciso dall’ONU, pensato come
temporaneo ma che durerà 25 anni (1920-1945).

Il nazionalismo (Qawmiyya, da Qawm, “nazione”) sostiene un sentimento di


opposizione sia verso l’impero ottomano (dispotico e visto come una
potenza straniera e coloniale) sia verso l’Europa e il colonialismo. Tafagan=
francesizzazione). Strettamente collegato al concetto di ‘uruuba, arabicità,
data dalla compresenza della lingua araba, della religione islamica e di un
patrimonio storico e culturale condiviso.

Nascono nuove scuole e enti per l’insegnamento della lingua araba, di cui
molti stanno dimenticando l’uso, essenziale invece per leggere e studiare il
Corano. Questa riforma o risanamento è detta islaah, in opposizione a ifsaad
(disordine e corruzione, data da errori e colpe umane, come ad esempio
quelli dei sovrani ottomani).

-I coloni dividono I territori sottomessi a loro piacimento, con l’obiettivo di


trarre il maggior beneficio economico grazie alla materie prime di ognuno. Si
ha inoltre una graduale assimilazione del modello politico a quello
occidentale. Tutto questo avviene in Algeria, Egitto, Tunisia, Siria, che solo
gradualmente riusciranno a riguadagnarsi l’autonomia (istiqlaal) e espellere I
coloni. L’autonomia algerina si realizza il 5 luglio 1962, dopo una battaglia
decennale. A partire dal 1958 si è aperto, a fianco della battaglia in Algeria,
un fronte in francia (FNL, Front de Libération Nationale), che da luogo ad una
serie di attentati.

-Nel 1928 nascono I Fratelli Musulmani, una militanza intransigente e


radicale che vuole contrastare il potere britannico sulla base di ideologie
nazionaliste ed estremiste. Fondati in Egitto da Hasan al-banna. Al giorno
d’oggi sono considerati un’organizzazione terroristica e sono fuori legge in
Egitto, Bahrain, Russia, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan e
Uzbekistan. Sono diffusi principalmente in Egitto e in Palestina e godono di
cospicui finanziamenti e protezione più o meno eplicita da parte del governo
del Qatar.

-I Fratelli Musulmani danno paradossalmente appoggio al partito degli


Ufficiali Liberi, che nel 1952 attuano un colpo di stato (guidati da al-Naseer) e
proclamano la Repubblica d’Egitto. L’Egitto ottiene la piena indipendenza
nel 1956 (nel 1922 si era ottenuta solo formalmente); si ha la fine del co-
dominio anglo-egiziano sul Sudan e la nazionalizzazione del canale di Suez.

-Dal 2000 in poi è leader assoluto della Siria Bassar al-Asad, che sarà più
aperto del suo predecessore Hafiz al-Asad. Fa parte della setta degli Alawiti,
che si erano distaccati dagli sciiti duodecimani nel IX secolo e fanno risalire
le proprie origini all’undicesimo Imam al-Hasan al-’Askari e al suo pupillo Ibn
Nusayr. Fa inoltre parte del partito arabo socialista Ba’th, costituito nel
secondo dopoguerra, che in Siria riesce ancora a mantenere il controllo.

Si ha una riscrittura della storia, più accurata, che prende in considerazione


le storie dei singoli territori rianalizzandole sotto una nuova luce. Nascono
anche le yawmiyyat, una cronaca quotidiana che considera I mutamenti di
ogni giorno. Hawaadith= relazioni di eventi. Uno scrittore-storiografo molto
importante è Amiin al-riithaanii, sirio-libanese che però si allontana dal
watan arabo e si trasferisce negli Stati Uniti, diventando un muhaagir (coloro
che compiono un viaggio allontandosi dalla patria). Vive tra la metà del XIX
secolo e lo scorso; scrive La Siria Storica, in cui parla delle catastrofi che sin
da prima dell’Islam fino all’epoca contemporanea hanno colpito la dar al-
islam e a cui gli arabi non hanno saputo far fronte. Nakbat= giorno di
commiserazione delle catastrofi.

‘ILM AL-LGTIMAA - scienza della società


La sociologia (scienza della società e delle relazioni tra individui) nasce in
Francia nel 1837 con Comte, il padre del Positivismo (si basa su un approccio
scientifico: osservazione, ipotesi, verifica), in un periodo che risente delle
recenti rivoluzioni francese e industriale.
Nel XIX secolo nasce in contesto europeo una critica all’orientalismo e una
necessità di decolonizzazione dall’occidente. Si inizia a studiare l’Oriente
attraverso la letteratura: ad esempio, viene tradotto Le Mille e Una Notte
attraverso cui passa una visione distorta dell’Oriente. Nel 1978 Albert
Huuraanii definisce l’orientalismo una “visione distorta”, una costruzione
erronea da parte dell’Occidente. La sociologia araba deve rinascere nel
mondo arabo stesso. Si parla di sociologia antelitteram quando verso la fine
del 1400 Ibn Khaldun nella sua Storia Universale fa una riflessione sulla
società arabo-musulmana andalusa.

n gran parte, questo processo fu anche il risultato dell'osservazione di quanto


forze scismatiche avessero minato il regime degli Omayyadi, che si basava,
come base della sua pretesa di legittimità, sulla affermazione della superiorità
della cultura araba. Al contrario, i califfi abbasidi, rendendosi conto
dell'assurdità di una supposta gerarchizzazione culturale, si aprirono a
modelli culturali non arabi,

n epoca preislamica (che i musulmani chiamano della 聽 J 膩 hiliyya, l'Ignoranza 聽 del


messaggio salvifico del 聽 Corano) i Quraysh avrebbero tratto grandi vantaggi dalla gestione
del santuario urbano della 聽 Ka 士 ba, normalmente dedicato alla divinit 脿 oracolare di 聽
Hubal 聽 ma presto apertosi al culto della tante altre divinit 脿 venerate in tutta la 聽 Penisola
arabica.
Attivit 脿 specifica dei Quraysh erano per 貌 i traffici carovanieri che collegavano, passando
per la 聽 Mecca, le coste mediterranee al meridione dell'Arabia
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