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Maometto

Maometto nacque nel 570 alla Mecca.


La sua nascita, secondo le ipotesi, sarebbe stata segnata da eventi miracolosi, in
quanto si crede che sarebbe stato incaricato da Dio stesso.
Fu ritenuto l’ultimo esponente della tradizione profetica, per questo motivo per i
musulmani rappresenta una posizione di assoluto rilievo e fu appellato con il
nominativo di “Messaggero di Dio” o “Sigillo dei Profeti” . Rimase orfano
precocemente e di conseguenza fu dato a balia a Ḥalīma bt. Abī Dhuʿayb, della
tribù dei Banū Saʿd b. Bakr. Nell’ Arabia preislamica le comunità religiose furono
già presenti formate in gran parte da ebrei e cristiani. Maometto potrebbe aver
avuto l’occasione di entrare in contatto con i hanīf, quando fu deportato dopo la
morte della madre al nonno paterno, che fu il suo primo tutore. Secondo una
tradizione islamica, egli stesso era un ḥanīf e un discendente di Ismaele, figlio di
Abramo. A causa delle difficoltà economiche in cui si trovava Abū Ṭālib, zio di
Maometto e figura centrale nella sua vita, consigliò al nipote di lavorare come
agente per la ricca ed erudita vedova Khadīja bt. Khuwaylid. Maometto
prenderà nella sua casa ʿAlī, figlio di Abū Ṭālib e figura centrale dello sciismo.
Grazie alla sua fama come commerciante onesto e equo gli fu assegnato il
soprannome “al-Amīn” (il fidato), portarono Khadìja a offrirgli la guida e la
gestione di un suo carico di mercanzie per la Siria e Yemen. Nel 595 sposò
Khadìja. Quindici anni dopo, Maometto sarebbe prescelto da Allah per ricevere
la sua rivelazione. Khadìja fu l’unica a credere alle parole del marito fino alla sua
morte, nel 619. Maometto ebbe quattro figlie: Zaynab, Ruqayya, Umm
Khulthūm e Fāṭima, detta al-Zahrāʾ (le prime tre destinate però a premorire al
padre); oltre a due figli maschi (al-Qàsim e ʿAbd Allah) che morirono tuttavia in
tenera età. Nel 605, Ibn Ishaq riferisce riferisce il ruolo fortuito avuto dal futuro
Profeta nel reinserimento della pietra nera - situata in quella che è oggi la
Grande Moschea della Mecca - nella sua collocazione originaria. La pietra nera
era infatti stata rimossa per facilitare i lavori di restauro della Kaʿba ma i
principali esponenti dei clan della Mecca, non riuscendo a decidere su quale di
essi dovesse avere l'onore di ricollocare la pietra al suo posto originario,
decisero di affidare questo onorevole compito alla prima persona che fosse
transitata sul posto: Maometto. Mise la pietra e la trasportò insieme agli
esponenti dei clan più importanti, ognuno dei quali reggeva un angolo del
tessuto.
Nel 610, Maometto affermò di operare in base a una rivelazione ricevuta,
cominciò a predicare una religione monoteista basata sul culto esclusivo di un
Dio, unico e indivisibile. Maometto, raccontò che la rivelazione era stata
preceduta da sogni con forti connotazioni spirituali. Furono proprio questi sogni
a sospingere Maometto verso una pratica spirituale molto intensa e sono quindi
considerati anticipatori della rivelazione vera e propria. Come altri ḥanīf,
cominciò a ritirarsi a cadenze regolari in una grotta sul monte Hira, vicino alla
Mecca, per meditare. Secondo la tradizione, una notte intorno all'anno 610,
durante il mese di Ramadan, all'età di circa quarant'anni, gli apparve l'arcangelo
Gabriele (in arabo Jibrīl o Jabrāʾīl, ossia "potenza di Dio": da "jabr", potenza, e
"Allah", si rivolse a lui con le seguenti parole:

“1) Leggi, in nome del tuo Signore, che ha creato, (2) ha creato l'uomo da un
grumo di sangue! (3) Leggi! Ché il tuo Signore è il Generosissimo, (4) Colui che
ha insegnato l’uso del calamo, (5) ha insegnato all'uomo quello che non sapeva”

Maometto, crebbe di essere impazzito,quando fu scosso da violenti tremori,


cadde preda di un intenso terrore. Secondo la tradizione islamica Maometto
poté in quella sua prima esperienza teopatica sentire le rocce e gli alberi
parlargli. Preso dal panico fuggì a precipizio dalla caverna in direzione della
propria abitazione e, nel girarsi, raccontò di aver visto Gabriele sovrastare con le
sue ali immense e lo sentì rivelargli di essere stato prescelto da Dio come suo
Messaggero (rasūl).
Non fu facile per Maometto accettare questa notizia, ma a convincerlo della
realtà di quanto accadutogli, provvide innanzitutto la fede della moglie e, in
seconda battuta, quella del cugino di lei, Waraqa ibn Nawfal, che le fonti
islamiche indicano come cristiano ma che poteva anche essere uno di quei
monoteisti arabi (ḥanīf) che non si riferivano a una specifica struttura religiosa
organizzata.Dopo aver portato in prossimità della sua città natale, un forte
contingente armato, affermando di voler compiere un pellegrinaggio alla Kaʿba,
Maometto si accordò con i Meccani per rimandare all'anno successivo quel
pellegrinaggio, sottoscrivendo nel marzo del 628 l'Accordo di al-Hudaybiyya,
suscitando un forte sconcerto tra i suoi seguaci e, particolarmente, in ʿUmar b.
al-Khaṭṭāb.
L'intento fu realizzato come concordato il 2 marzo 629, con quello che viene
ricordato come "Pellegrinaggio d'adempimento" (ʿumrat al-qaḍāʾ).

Nel 630 Maometto era capace di conquistare la Mecca. Tornò peraltro a vivere a
Medina e da qui ampliò la sua azione politica e religiosa a tutto il resto del Hijaz
e, dopo la sua vittoria nel 630 a Ḥunayn contro l'alleanza che s'imperniava sulla
tribù dei Banū Hawāzin, con una serie di operazioni militari nel cosiddetto Wadi
al-qura.
Due anni dopo Maometto morì a Medina, dopo aver compiuto il Pellegrinaggio
detto anche il "Pellegrinaggio dell'Addio", senza indicare esplicitamente chi
dovesse succedergli alla guida politica della Umma.

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