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L’AFGHANISTAN, LA TOMBA DEGLI IMPERI

L’Afghanistan è uno Stato situato nel cuore dell’Asia Centrale. Il suo territorio, prevalentemente montuoso,
non presenta sbocchi sul mare. La popolazione afghana, che si concentra prevalentemente sulle poche
vallate fertili, ammonta a circa 31 milioni, e professa quasi totalmente la religione islamica. In Afghanistan
molte persone vivono in tribù, che hanno tra loro talvolta rapporti di pacifica convivenza, talvolta di ostilità
e inimicizia.

L’Afghanistan, sin dall’ antichità, è un territorio molto ambito per gli imperi, a causa della sua posizione
strategica, proprio nel cuore dell’Asia. Tuttavia, gli afghani, davanti agli invasori stranieri, hanno sempre
messo da parte le loro rivalità per difendere il loro territorio.

È così sin dai tempi di Alessandro Magno. Il mitico condottiero macedone aveva infatti mire
espansionistiche sul territorio afghano, prima appartenente all’impero Persiano che egli stesso aveva
conquistato, ma in quel momento dominato da alcuni satrapi d’Oriente responsabili dell’uccisione di Dario
III, e capeggiati da Besso, satrapo che si autonominava gran Re. Alessandro, dopo aver conquistato il Paese,
cercò il satrapo ribelle per circa un anno, salvo poi trovarlo e ucciderlo tra atroci torture.

Quando nacque il califfato arabo-islamico, l'Afghanistan non era conosciuto con questo nome (assai
recente) e l'area era vista come una realtà tutt'altro che omogenea, su cui gravitavano regioni come lo
Zābulistān (attuale Afghanistan centrale), il Badakhshan, il Khorāsān e così via. Il califfato inizialmente
annetté nel 652 alcune parti dell'Afghanistan occidentale e in seguito, tra il 706 e il 709, conquistò quasi
tutto il resto del paese, amministrando la regione con il nome di Khorsabad. Con il passare del tempo gran
parte della popolazione si convertì all'Islam, anche se minoranze manichee e buddhiste sono testimoniate
fino a oltre l'anno 1000. L'Afghanistan diventò successivamente il centro di importanti regni locali, come
quello ghaznavide , fondato da un ex-schiavo e poi governante turco originario di Ghazni, noto come
Mahmud di Gazna, destinato a diventare celebre in tutto il mondo islamico per le sue campagne di
conquista nell'India nord-occidentale. Il suo posto fu preso, verso la metà del XII secolo dai turchi
Selgiuchidi (che conquistarono Baghdad nel 1055) dando forma all'ultimo grande impero dell'Islam
classico.

Nel 1219 la regione fu invasa dai Mongoli di Gengis Khan, che devastarono il Paese e lo tennero tra varie
vicende per circa un secolo. Una seconda invasione fu quella del celebre Tamerlano, alla fine del XIV secolo.
I suoi figli daranno origine ai floridi regni dell'era timuride fra cui spicca quello afghano di Herat che fu, a
cavallo tra il XV e il XVI secolo, un centro culturale fondamentale per comprendere gli sviluppi successivi
della storia letteraria (persiana e turca-chagatay), artistica (arte miniaturista e architettura) e religiosa
(misticismo sufi) del mondo islamico centro-asiatico.

Dopo varie dominazioni di stampo ottomano, nel 1747 nacque il moderno Stato afghano, quando con
l'assassinio di Nadir Shah il generale Ahmad Durrani, capo di una tribù pashtun dell'altopiano iranico, gli
Abdali, si proclamò scià a Kandahar impadronendosi di tutta la parte orientale dell'Impero persiano
fondando così l'Impero Durrani. Il territorio da lui conquistato coincideva sostanzialmente con i territori
degli attuali Afghanistan e Pakistan a cui poi aggiunse anche il Kashmir e in seguito sconfisse l'Impero
Maratha nel 1761 nella battaglia di Panipat.

Il successore Timur Shah spostò la capitale a Kabul e perse le province del Sind e del Balkh, con la sua morte
avvenuta nel 1793 i cinque figli iniziarono una lotta di potere lunga vent'anni e che vide la progressiva
affermazione della tribù dei Barakzai. La lotta si concluse con l'affermazione nel 1809 di Mahmud Shah
Durrani che governò l'Impero tcon l'appoggio del gran visir Fateh Khan della tribù dei Barakzai.

Per via della posizione strategica del territorio afghano l'Impero britannico e l'Impero russo entrarono in
rotta di collisione portando così allo scoppio della prima e della seconda guerra anglo-afghana. La guerra
terminò nel 1880 con la vittoria degli inglesi e la proclamazione dell'emiro Abdur Rahman Khan che ridusse
il potere dei capi tribali e avviò la modernizzazione del paese. I fratelli dell'emiro Habibullah Khan nel 1919
cominciarono una lotta fratricida che portò all'ascesa al trono di Amānullāh Khān che per via delle sue
posizioni anti-inglesi proclamò la guerra santa contro l'Impero britannico e nonostante la vittoria britannica
l'Afghanistan riuscì ad ottenere l'indipendenza.

Con l'ascesa del re Amānullāh Khān nel 1919 il Paese riprese il controllo della propria politica estera,
uscendo dalla zona di influenza del Regno Unito. Il Re operò per mettere fine al tradizionale isolamento del
Paese negli anni successivi alla terza guerra anglo-afghana: stabilì rapporti diplomatici con i Paesi più
importanti, e, a seguito di un viaggio in Europa e Turchia (durante il quale osservò l'operato di Atatürk),
introdusse diverse riforme intese alla modernizzazione. Fu costretto ad abdicare nel gennaio 1929 dopo che
una insurrezione armata guidata da Habibullah Katakana prese Kabul. Il principe Mohammed Nadir Shah,
un cugino di Amānullāh, a sua volta sconfisse e uccise Habibullah Katakana nell'ottobre dello stesso anno, e
con l'appoggio delle tribù Pashtun, fu dichiarato Re Nadir Shah. Abbandonò le riforme radicali del suo
predecessore, a favore di un percorso più cauto verso la modernità. Nel 1933 fu assassinato da uno
studente di Kabul. Mohammed Zahir Shah (1914-2007), il figlio diciannovenne di Nadir Shah, gli succedette
al trono e regnò fino al 1973. Sotto il suo regno l'Afghanistan visse uno dei periodi più lunghi di stabilità.
Durante questo periodo l'Afghanistan rimase neutrale. Non partecipò alla seconda guerra mondiale, né si
allineò con i blocchi di potere durante la Guerra fredda .Mentre il Re si trovava in Italia, il 17 luglio 1973 il
cugino del Re ed ex Primo Ministro, Mohammed Daud Khan, organizzò un golpe incruento e scrisse la
parola fine sulla monarchia in Afghanistan.

Mohammed Daud Khan diede vita alla prima Repubblica afghana, ma il suo Governo non durò molto. Infatti
il Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (PDPA), d'ispirazione marxista-leninista, rovesciò il
Governo di Mohammed Daud Khan il 27 aprile 1978 con un colpo di Stato (la cosiddetta Rivoluzione di
Saur) e diede vita alla Repubblica Democratica dell'Afghanistan governata dal leader del partito, Nur
Mohammad Taraki. Nei mesi successivi al colpo di Stato, il governo avviò una serie di riforme: fece
distribuire le terre a 20.000 contadini, abrogò l'ushur (ovvero la decima dovuta ai latifondisti dai braccianti)
e bandì l'usura, regolò i prezzi dei beni primari, statalizzò i servizi sociali garantendoli a tutti, diede il
riconoscimento al diritto di voto alle donne, legalizzò i sindacati, vietò i matrimoni forzati e lo scambio di
bambine a scopo economico, sostituì leggi tradizionali e religiose con altre laiche, mise al bando i tribunali
tribali e rese pubblica a tutti l'istruzione, anche alle bambine che in precedenza non potevano andare a
scuola. Queste riforme si scontrarono fortemente con le autorità religiose locali e tribali che si opposero
alle politiche di Taraki .Nel mese di settembre 1979 Taraki venne assassinato, su ordine del suo Vice Primo
Ministro Hafizullah Amin, il quale lo sostituì alla guida del Paese. L'URSS non si fidò di Amin, sospettato di
legami con la CIA, e decise di invadere il Paese, anche a seguito di un aumento delle rivolte e del
conseguente rischio di destabilizzazione della zona. L'Armata rossa entrò a Kabul il 27 dicembre 1979 e
mise al potere Babrak Karmal. La guerra con i mujaheddin, finanziati anche dagli Stati Uniti, fu lunga e
cruenta e terminò con l'abbandono del Paese da parte dei Sovietici nel febbraio 1989. Nonostante la
mancanza di coesione il 17 aprile 1992 i mujaheddin costrinsero il presidente Mohammad Najibullah alla
fuga e proclamarono la nascita dello Stato Islamico dell'Afghanistan. Le forti tensioni tra i comandanti dei
mujaheddin portarono alla nascita dei talebani, una milizia composta da giovani afghani di origine pashtun
provenienti dalle scuole islamiche del Pakistan e da mujaheddin delusi dai loro comandanti. I finanziamenti
derivati dal traffico degli oppiacei consentirono ai talebani di acquistare gli armamenti con cui condurre una
guerra civile conclusasi nel 1996 con la presa di Kabul e la nascita dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan
capeggiato dal mullah Mohammed Omar. Il governo dei talebani trovò l'opposizione di alcuni mujaheddin
guidati da Ahmad Shah Massoud e riuniti nell'Alleanza del Nord, mentre ottenne l'appoggio
dell'organizzazione terroristica al Qaid alloraa capeggiata dal miliardario saudita Osama bin Laden, giunto in
Afghanistan nel 1996.

In seguito agli attentati dell'11 settembre 2001 e il continuo rifiuto da parte dei talebani di consegnare
Osama bin Laden gli Stati Uniti d'America decisero di invadere l'Afghanistan con l'obiettivo di porre fine al
regime dei talebani ed eradicare al Qaida dal territorio. La superiorità militare statunitense consentì di
riconquistare Kabul e nell'arco di tre mesi di instaurare un governo di transizione guidato da Hamid Karzai
poi ufficializzato il 9 ottobre 2004 con la celebrazione delle prime elezioni presidenziali da lui vinte. Durante
la sua presidenza restò nel paese una considerevole presenza dei contingenti NATO dell'ISAF che tentarono
senza successo di porre fine alla guerriglia talebana e nel 2014 nuove elezioni videro la nomina a presidente
di Ashraf Ghani. In seguito alle elezioni fu inaugurata l'operazione Sostegno Risoluto con l'obiettivo di
formare un esercito regolare in grado di fronteggiare autonomamente la guerriglia talebana.

Con la firma dell'accordo di Doha fu programmato il progressivo ritiro delle forze dell'operazione Sostegno
Risoluto che una volta iniziato provocò una nuova offensiva delle milizie talebane. In poche settimane i
talebani conquistarono la maggior parte del territorio afghano entrando a Kabul il 15 agosto 2021 e
costringendo alla fuga il presidente Ashraf Ghani.

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