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è una tra le più povere del pianeta e risente dei continui conflitti che si sono
susseguiti negli ultimi decenni che hanno distrutto le infrastrutture, sconvolto il
sistema sociale, vessato e decimato la popolazione.
Mohammed Daud Khan diede vita alla prima Repubblica afgana, ma il suo governo non
durò molto. Infatti il Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (PDPA),
d'ispirazione marxista-leninista, rovesciò il governo di Mohammed Daud Khan il 27
aprile 1978, con un colpo di stato, la cosiddetta Rivoluzione d'aprile, e diede
vita alla Repubblica Democratica dell'Afghanistan governata dal leader del partito,
Nur Mohammad Taraki. Nei mesi successivi al colpo di Stato, il governo avviò una
serie di riforme: fece distribuire le terre a 20.000 contadini, abrogò l'ushur
(ovvero la decima dovuta ai latifondisti dai braccianti) e l'usura, regolò i prezzi
dei beni primari, statalizzò i servizi sociali garantendoli a tutti, diede il
riconoscimento al diritto di voto alle donne, legalizzò i sindacati, vietò i
matrimoni forzati e lo scambio di bambine a scopo economico, sostituì leggi
tradizionali e religiose con altre laiche, mise al bando i tribunali tribali e rese
pubblica a tutti l'istruzione, anche alle bambine che in precedenza non potevano
andare a scuola. Queste riforme si scontrarono fortemente con le autorità religiose
locali e tribali che si opposero alle politiche di Taraki.
Nel mese di settembre 1979 Taraki venne assassinato, su ordine del suo vice primo
ministro Hafizullah Amin, il quale lo sostituì alla guida del paese. L'URSS non si
fidò di Amin, sospettato di legami con la CIA, e decise di invadere il paese, anche
a seguito di un aumento delle rivolte e del conseguente rischio di
destabilizzazione della zona. L'Armata rossa entrò a Kabul il 27 dicembre 1979 e
mise al potere Babrak Karmal. La guerra con i mujaheddin, finanziati anche dagli
Stati Uniti, fu lunga e cruenta e terminò con l'abbandono del paese da parte dei
sovietici nel febbraio 1989.
Dopo l'attentato terroristico dell'11 settembre 2001 gli Stati Uniti decidono di
invadere l'Afghanistan, dando il via all'operazione Enduring Freedom (Libertà
Duratura) che si poneva come obiettivo la fine del regime dei talebani e la
distruzione dei campi di addestramento e della rete di al-Qāʿida, il gruppo
terroristico guidato da Osama bin Laden. Vista la sproporzione di forze il regime
integralista viene rovesciato in poco più di un mese, nel novembre del 2001.
Al potere si insedia Hamid Karzai, che rimane capo di stato dell'Afghanistan sino
al settembre del 2014. Nel paese rimane tuttavia ancora una considerevole presenza
di contingenti NATO a causa dell'instabilità politica e degli attentati
terroristici di Talebani e insorti, radicati ancora nel sud-est del paese al
confine con il Pakistan. Dopo quasi 20 anni dall'inizio della missione
statunitense, nel gennaio/febbraio 2020, il presidente degli U.S.A. Donald Trump ha
deciso di ritirare la maggior parte delle truppe dall'Afghanistan