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La Nazione Arcobaleno

6 aprile 1652. Un manipolo di coloni olandesi sbarca sull’estremità più meridionale del continente africano. Questi
uomini hanno una missione delicata da compiere: coltivare pianticelle di insalata per rifornire di vitamine gli equipaggi
delle navi della Compagnia olandese delle Indie Orientali in transito, decimati dallo scorbuto. In questa fase non c’è
alcun progetto di conquista coloniale, ma di lì a poco la situazione cambierà profondamente. Inizia la storia di un paese
che ancora non esiste: il Sudafrica.
Convinti dalla fede calvinista di essere il nuovo popolo eletto, i coloni, chiamati boeri, decidono di cambiare identità.
Ora, saranno afrikaner e la loro migrazione verso la Terra promessa, il grande viaggio, li porterà ad accamparsi
nell’immensità del veld, la savana africana dove pascolano le loro mandrie. Da allora sono ricordati come il popolo dei
carri.
I boeri e ben presto anche i coloni inglesi che si addentrano nell’Africa australe non tarderanno a imbattersi nelle
popolazioni nere, che occupano quei territori.
Nel 1846 più di cinquecento xhosa vengono massacrati da un reggimento di cavalleria britannica. Anche i neri, però, si
organizzano e i più bellicosi tra loro, gli zulu, armati di lance e mazze, uccidono un gran numero di boeri e di soldati
britannici.
Guidati da capi leggendari, i boeri ben presto devono difendere le loro repubbliche da un nemico infinitamente più
potente delle tribù nere, gli inglesi della regina Vittoria. La guerra anglo-boera sarà un conflitto terribile. In questa
guerra tra due grandi potenze bianche è in gioco anche il possesso delle miniere d’oro e di diamanti di cui il S
Sudafrica è ricco.
Il 28 maggio 1948 tre milioni di nazionalisti bianchi vincono le elezioni e prendono il potere. Il loro capo, D. F. Malan
dichiara al parlamento:” finalmente il Sudafrica ci appartiene. Preghiamo Dio perché sia sempre così” Per difendere e
diffondere più efficacemente la loro causa gli afrikaner creano una società segreta, La Lega dei Fratelli, che diffonde
l’ideale nazionalista dei bianchi in tutti gli strati della società e che diventerà il pilastro dell’apartheid.
All’inizio del XX secolo le elite nere tentano di insorgere contro gli oppressori bianchi. L’8 gennaio 1912 il giovane
avvocato P. Seme raduna i responsabili delle principali etnie e tribù e fonda con l’appoggio di Gandhi L’African
National Congress (Anc). Per tre generazioni questa organizzazione incarnerà la crociata non razziale e non violenta
dei neri sudafricani per la conquista del diritto all’uguaglianza e alla libertà. Uno dei suoi capi più illustri sarà il giovane
avvocato Nelson Mandela. Monsignor Desmond Tutu, vescovo di Johannesburg, poi arcivescovo di Città del Capo,
sarà uno dei militanti più accaniti della lotta dei neri per i diritti civili. Tuttavia l’ANC non riuscirà a impedire che il
potere bianco realizzi il suo programma di deportazione delle popolazioni nere nelle riserve situate nelle zone
periferiche del paese. Le deportazioni vengono effettuate con estrema brutalità: le famiglie sono cacciate dalle loro case
con le povere cose che posseggono e trasportate con i camion nelle riserve. Il regime razzista dell’apartheid con l’aiuto
di geometri ed urbanisti divide il Sudafrica in zone bianche e zone nere. Per dissipare i timori suscitati dalle
deportazioni, il primo ministro dichiara che “ i trasferimenti dei neri hanno lo scopo di favorire la loro unità nazionale,
di proteggere i loro interessi etnici e politici e di migliorare le loro condizioni di vita.” I neri organizzano marce non
violente contro il potere bianco e reclamano la soppressione dei pass , i passaporti interni che limitano la loro
circolazione e che in realtà sono un ulteriore mezzo di controllo .
Il capo della resistenza nera Nelson Mandela viene condannato all’ergastolo, da scontare nel penitenziario di Robben
Island, isola dell’estremo sud dell’Africa. Con i suoi compagni M. passerà gli anni di prigionia a spaccare pietre nel
cortile del Blocco 3, nel settore di massima sicurezza. Sarà autorizzato a ricevere e spedire lettere solo ogni sei mesi. A
volte la moglie dovrà aspettare due anni per poterlo andare a trovare. La sua reclusione durerà 27 anni.
In carcere M. creerà una “università” dove i suoi compagni di prigionia potranno imparare la storia e avere una
formazione politica. Lui stesso imparerà l’afrikan per poter rivolgersi agli oppressori nella loro lingua. Oggi Robben
Island è un museo.
IL 16 giugno 1976 gli studenti di Soweto, la township più importante del Sudafrica, si ribellano contro l’autorità che
vuole imporre l’uso dell’afrikan in tutte le scuole frequentate dai neri. Si verificano violenti scontri, un adolescente di
13 anni, Hector Peterson è la prima vittima. La foto della sua morte farà il giro del mondo.
Domenica 11 febbraio 1990, dopo 27 anni di prigionia Nelson Mandela assapora il primo giorno di libertà. Mano nella
mano Nelson e Winnie Mandela fanno il saluto dell’ANC: braccio alzato e pugno chiuso in segno di vittoria. Quattro
anni dopo il 10 maggio 1994 al termine di difficili negoziati che hanno portato a elezioni generali sulla base di “un
uomo, un voto” Nelson Mandela e Frederik De Klerk , l’ultimo ministro del regime dell’apartheid, suggellano la
riconciliazione tra i bianchi e i neri. Nelson Mandela è diventato il primo presidente del Sudafrica democraticamente
eletto. Frederik De Klerk sarà viceministro del suo governo.

UBUNTU
Ubuntu è un'etica o un'ideologia dell'Africa sub-Sahariana che si focalizza sulla lealtà e sulle
relazioni reciproche delle persone. La parola ha le sue origini nei linguaggi Bantu dell'Africa del
sud. Ubuntu è visto come un concetto tradizionale africano.

Significato: Nonostante il suo significato sia stato descritto come "troppo bello per essere tradotto"
ecco alcune interpretazioni del senso di Ubuntu:

 "Io sono perché noi siamo"


 "Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti" Una definizione popolarmente
accettate è anche, "la credenza in un legame universale di scambio che unisce l'intera
umanità"

Si può tradurre Ubuntu (non senza perdita di parte del «Una persona con ubuntu è aperta e
significato) con Umanità, nel senso di qualità umana. disponibile agli altri, solidale con gli altri,
Cercando di tradurre la parola, bisogna infine tenere non dubita che gli altri siano validi e buoni,
presente che nel senso di Ubuntu trova spazio anche perché ha quella sicurezza che deriva dal
la dimensione religiosa di un legame tra tutti gli esseri sapere di appartenere ad un tutto più
umani.L'arcivescovo Desmond Tutu, Premio Nobel grande, e che siamo feriti quando gli altri
per la pace, nel 1999 disse: sono umiliati o feriti, torturati o oppressi.»
Il concetto di ubuntu definisce l'individuo in funzione delle sue molteplici relazioni con gli altri, e
sottolinea l'importanza di ubuntu come concetto religioso. Mentre la massima Zulu umuntu
ngumuntu ngabantu ("una persona è una tramite per mezzo delle altre") potrebbe non avere
apparenti connotazioni religiose nel contesto della società Occidentale, nel contesto Africano
suggerisce che la persona deve diventare tale comportandosi con il resto dell'umanità in modo
conforme al rispetto degli antenati e in loro venerazione. Coloro i quali sostengono il principio di
ubuntu durante la loro vita potranno raggiungere, nella morte, un'unità con quelli che sono ancora
vivi«Ubuntu», in afrikaans, vuol dire coscienza africana collettiva e fratellanza universale degli
africani, vuol dire essere persona solo grazie alle altre persone; secondo Desmond Tutu chi manca
di ubuntu è privo di umanità. In quello che può essere considerato il manifesto della teologia della
liberazione africana, composto a caldo dopo l’assassinio di Steve Biko (12 settembre 1977) , l’ex-
arcivescovo anglicano di Città del Capo scrive: «Il razzismo spersonalizza i Neri a un tale livello da
fare mettere loro in dubbio – blasfemia di tutte le blasfemie – la loro qualità di uomini e a pensare
che i loro oppressori siano nel vero quando gliela negano». Per questo allora c’è bisogno di ubuntu,
di riconciliazione: per la ricostituzione dell’identità nera devastata. Sta ora all’Occidente decidere se
sedersi o meno intorno al fuoco.

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