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Scuola Secondaria di I grado

"Carlo e Nello Rosselli"


Fiano

Tesina finale

Idee, ideali e ideologie

Federico Fauro
Classe III B
Federico Fauro anno scolastico 2013-2014 classe III B

1 Motivazioni
Io ho scelto di parlare di idee, ideali e ideologie per questa tesina, in quanto mi
incuriosisce come il pensiero umano possa dar frutto a delle idee tanto diverse, che
possono donare qualcosa di positivo all'umanità come qualcosa di molto negativo. Mi
affascina anche constatare come queste idee possono essere condivise da più persone,
diventando così ideali o ideologie, dannosi o arricchenti per la nostra società.
Ora analizzerò megio ogni passo:
Idea : Ciò che di più astratto ed essenziale può essere concepito dalla mente umana.
Ideale : obiettivo e non ancora nella realtà, obiettivo perseguito da più persone il
quale generalmente si diffonde di propria forza.
Ad esmpio parlerò dell'ideale di Nelson Mandela che ha combattuto l'apartheid per
tutta la vita, seguendo il suo ideale e, infine, trionfando sulle ingiustizie.
Io sono particolarmente sensibile ad argomenti di questo genere dato che sono
facilmente impressionabile sentendo parlare di certi individui talmente privi di empatia
verso l'umanità da trattare il prossimo in modi così sbagliati quali quelli razzisti e anche
solo sentire una persona qualunque che parla con disprezzo di un'altra etnia mi mette
addosso molta rabbia. Perciò persone come Ghandi, Martin Luther King Jr. e Nelson
Mandela che con i loro ideali hanno combattuto e sconfitto idee negative come quelle
del regime dell'apartheid sono per me oggetto di molto rispetto e stima, quindi mi
sembra giusto parlare di loro per ciò che ci hanno donato
Ideologia : Complesso di idee e di finalità che costituiscono la ragione d'essere e il
programma di un movimento politico, di un partito.

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2 Contenuti

2.1 Storia
L' ideologie razziste sono nate da pregiudizi dovuti alla paura del diverso oppure, in
altri casi, volute da politici per etichettare alcune minoranze etniche come capro
espiatorio di situazioni di crisi, che ha segnato per sempre la storia dell' uomo e che
ancora oggi non è affatto estinta.
In particolare, parlo dell' apartheid in Sudafrica e di Nelson Mandela, il quale ha
dedicato la sua vita a cercare di estirparlo con la protesta pacifica. Parlo anche della
situazione del razzismo oggi.

2.2 Geografia
Mi collego a storia (vedi su) e parlo del Sudafrica collegandomi con il razzismo, dato
che in questo stato, per alcuni anni prevalse il regime politico di segregazione razziale
conosciuto come "Apartheid" basato sulla discriminazione dell' etnia nera a vantaggio
di quella bianca.

2.3 Letteratura/Antologia
Parlo di "12 anni schiavo" di cui ho letto il libro e visto il film, per esaminare l' idea che
un uomo possa essere considerato indegno di avere i diritti anche più ovvi come quello
alla libertà.

2.4 Arte
Qualunque espressione artistica in cui i concetti e le idee espresse siano più importanti
del risultato estetico e percettivo dell'opera stessa appartiene alla cosiddetta arte
concettuale, un movimento artistico sviluppato a partire dagli Stati Uniti d'America dalla
seconda metà degli anni sessanta.

2.5 Scienze
Parlo della intuizione di Gregor Mendel, nata dall'osservazione della natura e
confermata da lunghissimi esperimenti. Parlo del DNA, su cui si basa tutta la genetica e
le sue idee.

2.6 Tecnologia
Parlo delle nuove idee relative alle fonti energetiche rinnovabili utili a far fronte

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all'esauribilità e al fattore inquinante di quelle vecchie.

2.7 Inglese
Collegandomi a storia (apartheid), parlo di Nelson Mandela, Gandhi, Martin Luther
King Junior.

2.8 Francese
Viaggiare apre la mente a nuove idee: vi presento la mia esperienza di scambio
culturale con la scuola francese di Bordeaux e parlo un po' della città

2.9 Musica
Il blues ed suoi derivati

2.10 Educazione Fisica


Parlo dell' hit ball che è uno sport che è stato ideato a Torino, il quale è il capoluogo
della regione in cui sono nato.

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3 Storia: l'apartheid e Nelson Mandela

3.1 Breve panoramica storica


Il termine razzismo, nella sua definizione più semplice, si riferisce ad un'idea, spesso
preconcetta e scientificamente errata (in quanto non esistono le razze per l' umanità,
trattandosi di una sola specie), che la specie umana possa essere suddivisa in razze
biologicamente distinte, caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali o morali
e con, di conseguenza, meno diritti con la conseguente convinzione che sia possibile
determinare una gerarchia secondo cui un particolare, ipotetico, raggruppamento
razzialmente possa essere definito superiore o inferiore ad un altro ragruppamento.
Nel mondo il razzismo e la discriminazione sono sempre esistiti. Persino i romani
discriminavano coloro i quali erano di religione cristiana, o in generale diversa da quella
dell'impero; e così hanno fatto i cristiani una volta saliti al potere "spirituale" di Roma.
Già da allora si può parlare di razzismo.
Il razzismo moderno, così come oggi noi lo conosciamo, si verifica con la scoperta
dell'America nel 1492, quando si creò il concetto di purezza del sangue, ovvero il
concetto su cui è fondata ogni forma di razzismo moderno che si è verificato e che
continua a verificarsi, purtroppo, tuttora.
L' idea che un individuo sia superiore ad un altro nasce anche dalla teoria dell'
evoluzione di Darwin. Le persone bianche cominciarono a sentirsi più evolute, in quanto
più agiate, e con, di conseguenza, il diritto di assoggettare le popolazioni meno evolute.
Grazie alla genetica, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, la biologia
considera ormai assodato il fatto che tutti i componenti della specie Homo sapiens
sapiens costituiscano un solo insieme omogeneo, ciononostante il razzismo persiste
come problema di svariati paesi ancora oggi.

3.2 L'apartheid in Sudafrica


Vorrei parlare di un particolare tipo di ideologia razzista, ovvero il regime politico
verificatosi in Sudafrica chiamato "Apartheid" e di un uomo che ha speso la
maggiorparte della sua vita a combatterlo, ovviamente parlo di Nelson Mandela.
Apartheid in linguaggio afrikaans significa letteralmente “separazione”, ed infatti era su
ciò che l' aparthid si basava.
Infatti esso si defininisce “politica di segregazione razziale”, in questo caso a vantaggio
dai bianchi, opprimendo l' etnia nera.
L'apartheid aveva due manifestazioni

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1. La separazione dei bianchi dai neri nelle zone abitate da entrambi (per esempio
rispetto all'uso di mezzi e strutture pubbliche).
2. L'istituzione dei bantustan, i territori semi-indipendenti in cui molti neri furono
costretti a trasferirsi.
In Sudafrica, mentre i neri e i meticci costituivano l'80% circa della popolazione, i
bianchi si dividevano in coloni di origine inglese ed afrikaner. Gli afrikaner, che
costituivano la maggioranza della popolazione bianca, erano da sempre favorevoli ad
una politica razzista; mentre i Sudafricani di origine inglese, malgrado il sostanziale
appoggio dell'apartheid, erano più concilianti nei confronti dei connazionali neri.
In un primo tempo sia neri che bianchi organizzarono proteste contro l'apartheid, in
genere brutalmente soffocate dalle forze di sicurezza governative. Nei primi anni
sessanta l'ala armata dell'ANC (African National Congress) ,cioè il principale organo
contro il regime razzista, di cui Nelson Mandela fu Presidente, iniziò a usare la forza,
limitandosi però ad azioni di sabotaggio contro obiettivi strategici come centrali
elettriche e altre infrastrutture. Nel 1975, i burocrati decisero di fare rispettare una legge
a lungo dimenticata: ogni norma doveva essere scritta in lingua afrikaans. La legge fu
estesa a tutte le scuole, imponendo che le lezioni fossero tenute metà in inglese e metà
in afrikaans.
La comunità internazionale varò una serie di sanzioni al regime segregazionista
Sudafricano.
Forti furono anche le pressioni internazionali, anche nel mondo dello sport; infatti a
causa dell'apartheid il Sudafrica fu escluso fino agli anni ottanta dalle partecipazioni alle
Olimpiadi.
Inoltre ci fu il boicottaggio africano alle Olimpiadi del 1976, come protesta perché la
nazionale di rugby neozelandese aveva giocato alcune partite con la squadra
Sudafricana.
La liberazione di Nelson Mandela, avvenuta nel 1990 dopo 27 anni di prigionia, e la sua
successiva elezione a capo dello Stato decretarono la fine dell'apartheid.
Le elezioni del 1994 videro la schiacciante vittoria dell'ANC con il 62,65% dei voti, al di
sotto però della soglia dei due terzi necessaria per modificare la costituzione.
Da allora l'ANC governa ininterrottamente il paese, prima con Nelson Mandela, poi con
Thabo Mbeki e successivamente con Kgalema Motlanthe e Jacob Zuma. La
Commissione per la Verità e la Riconciliazione, istituita nel 1995, si è occupata di
raccogliere testimonianze sulle violazioni dei diritti umani e ha concesso l'amnistia a chi
confessasse spontaneamente e pienamente i crimini commessi agli ordini del governo.
Il Sudafrica post-apartheid, aggiungendo nove lingue africane, ha portato il totale degli

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idiomi ufficiali a undici. Un altro gesto del nuovo governo è stato l'abbattimento
dell'arsenale bellico Sudafricano.
Il 27 aprile 1994 si tennero le prime elezioni democratiche con suffragio esteso a tutte
le etnie, in cui venne eletto presidente il capo dell'ANC Nelson Mandela, cui successe
poi Thabo Mbeki nel 1999. Il periodo di transizione dal regime dell'apertheid al nuovo
corso politico fu gestito da un tribunale speciale istituito nel 1995 a Città del Capo, la
Commissione per la Verità e la Riconciliazione (Truth and Reconciliation Commission,
TRC). Le condizioni di vita per i neri tuttavia restano molto difficili. Il governo
sudafricano ha dovuto accettare le politiche neoliberiste del Fondo Monetario
internazionale: si è fatto carico di pagare il debito internazionale creato dai precedenti
governi anche privatizzando molte imprese nazionali. I servizi sociali (acqua, istruzione,
sanità) non sono riconosciuti a tutti. Nelle periferie urbane i poveri non sono ancora
cittadini a tutti gli effetti.
L' anniversario delle elezioni del 27 aprile è giorno festivo in Sudafrica, la Festa della
libertà.

3.3 Nelson Mandela


Nelson Rolihlahla Mandela è stato un politico Sudafricano, primo presidente a essere
eletto dopo la fine dell'apartheid nel suo Paese e premio Nobel per la pace nel 1993
insieme al suo predecessore Frederik Willem de Klerk.

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Fu a lungo uno dei leader del movimento anti-apartheid ed ebbe un ruolo


determinante nella caduta di tale regime, pur passando in carcere gran parte degli anni
dell'attivismo anti-segregazionista. Protagonista insieme al presidente Frederik Willem
de Klerk dell'abolizione dell'apartheid all'inizio degli anni Novanta, venne eletto
presidente nel 1994, nelle prime elezioni multirazziali del Sudafrica, rimanendo in carica
fino al 1999.
Il suo partito, l'African National Congress (ANC), è rimasto da allora ininterrottamente al
governo del paese.
Mandela è il cognome assunto dal nonno. Il nome "Rolihlahla" (letteralmente "colui che
provoca guai") gli fu attribuito alla nascita; "Nelson" gli fu invece assegnato alle scuole
elementari.
Il nomignolo Madiba era il suo nome all'interno del clan di appartenenza, dell'etnia
Xhosa.Nelson Mandela mosse i primissimi passi verso la conquista della libertà degli
uomini nel 1941, all'età di ventitré anni, quando insieme al cugino Justice fu messo di
fronte all'obbligo di doversi sposare con una ragazza scelta dal capo della tribù thembu
Dalindyebo. Questa imposizione di matrimonio combinato era una condizione che né
Mandela né il cugino volevano tollerare. La scelta era molto delicata: o si sposava e
andava contro il suo massimo principio, cioè la libertà, oppure non si sposava
mancando così di rispetto alla sua tribù e alla famiglia. Così decise di scappare insieme
al cugino, in direzione della città di Johannesburg.
Da giovane studente di legge, Mandela fu coinvolto nell'opposizione al minoritario
regime sudafricano, che negava i diritti politici, sociali, civili alla maggioranza nera
sudafricana. Unitosi all'African National Congress nel 1942, due anni dopo fondò
l'associazione giovanile Youth League, insieme a Walter Sisulu, Oliver Tambo e altri.
Dopo la vittoria elettorale del 1948 da parte del Partito Nazionale, autore di una politica
pro-apartheid di segregazione razziale, Mandela si distinse nella campagna di resistenza
del 1952, organizzata dall'ANC, ed ebbe un ruolo importante nell'assemblea popolare
del 1955, la cui adozione della Carta della Libertà stabilì il fondamentale programma
della causa anti-apartheid. Durante questo periodo Mandela e il suo compagno
avvocato Oliver Tambo fondarono l'ufficio legale Mandela e Tambo fornendo assistenza
gratuita o a basso costo a molti neri che sarebbero rimasti altrimenti senza
rappresentanza legale.
Inizialmente coinvolto nella battaglia di massa, fu arrestato insieme ad altre 150
persone il 5 dicembre 1956 con l'accusa di tradimento. Seguì un aggressivo processo,
durato dal 1956 al 1961, al termine del quale tutti gli imputati furono assolti. Nel marzo
del 1960, dopo l'uccisione di manifestanti disarmati a Sharpeville e la successiva
interdizione dell'ANC e di altri gruppi anti-apartheid, Mandela e i suoi colleghi
appoggiarono la lotta armata.

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Nel 1961 divenne il comandante dell'ala armata Umkhonto we Sizwe dell'ANC ("Lancia
della nazione", o MK), della quale fu co-fondatore. Coordinò la campagna di sabotaggio
contro l'esercito e gli obiettivi del governo ed elaborò piani di una possibile guerriglia
per porre fine all'apartheid. Raccolse anche fondi dall'estero per il MK e dispose
addestramenti paramilitari, visitando vari governi africani. Nell'agosto del 1962 fu
arrestato dalla polizia sudafricana, in seguito a informazioni fornite dalla CIA, notizie
che però lo stesso Mandela nella sua biografia ritiene non attendibili, e fu imprigionato
per 5 anni con l'accusa di viaggi illegali all'estero e incitamento allo sciopero.
Durante la sua prigionia, la polizia arrestò importanti capi dell'ANC, l'11 luglio 1963
presso la Liliesleaf Farm, di Rivonia. Mandela fu considerato fra i responsabili, e insieme
ad altri fu accusato di sabotaggio e altri crimini equivalenti al tradimento (ma più facili
per il governo da dimostrare). Joel Joffe, Arthur Chaskalson e George Bizos fecero parte
della squadra di difesa che rappresentò gli accusati.
Tutti, a eccezione di Rusty Bernstein, furono ritenuti colpevoli e condannati all'ergastolo,
il 12 giugno 1964. L'imputazione includeva il coinvolgimento nell'organizzazione di
azione armata, in particolare di sabotaggio (del cui reato Mandela si dichiarò colpevole)
e la cospirazione per aver cercato di aiutare gli altri Paesi a invadere il Sudafrica (reato
del quale Mandela si dichiarò invece non colpevole). Per tutti i successivi 26 anni,
Mandela fu sempre maggiormente coinvolto nell'opposizione all'apartheid, e lo slogan
"Nelson Mandela Libero" divenne l'urlo di tutte le campagne anti-apartheid del Mondo.
Mentre era in prigione, Mandela riuscì a spedire un manifesto all'ANC, pubblicato il 15
giugno 1980. Il testo recitava:
« Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l'incudine delle azioni di massa e il martello della
lotta armata dobbiamo annientare l'apartheid! »
(Nelson Mandela)
Rifiutando un'offerta di libertà condizionata in cambio di una rinuncia alla lotta armata
(1985), Mandela rimase in prigione fino al 1990. Le crescenti proteste dell'ANC e le
pressioni della comunità internazionale portarono al suo rilascio l'11 febbraio 1990, su
ordine del Presidente sudafricano F. W. de Klerk, e alla fine dell'illegalità per l'ANC.
Mandela e de Klerk ottennero il Premio Nobel per la pace nel 1993. Mandela era già
stato in precedenza premiato con il Premio Sakharov per la libertà di pensiero nel
1988 e con il Premio Lenin per la pace nel 1990.
U-un secondo....... Premio LENIN per la pace?! Davvero...? Ok...
Mandela fu liberato l'11 febbraio del 1990. Nonostante la dura oppressione e la lunga
detenzione, rinunciò a una strategia violenta e vendicativa in favore di un processo di
riconciliazione e pacificazione. Divenuto libero cittadino e Presidente dell'ANC (luglio
1991–dicembre 1999) Mandela concorse contro De Klerk per la nuova carica di

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presidente del Sudafrica e vinse, diventando il primo capo di stato di colore. De Klerk fu
nominato vice presidente. Come presidente (maggio 1994/giugno 1999), Mandela
presiedette la transizione dal vecchio regime basato sull'apartheid alla democrazia,
guadagnandosi il rispetto mondiale per il suo sostegno alla riconciliazione nazionale e
internazionale. Tale transizione fu portata avanti tramite l'istituzione, da parte dello
stesso Mandela, di un tribunale speciale, la cosiddetta Commissione per la Verità e la
Riconciliazione (Truth and Reconciliation Commission, TRC). Un ruolo particolare
Mandela svolse nell'ispirare e consigliare i rappresentanti dello Sinn Féin irlandese,
impegnati nelle trattative di pace con il governo britannico.
Alcuni esponenti radicali furono delusi dalle mancate conquiste sociali durante il
periodo del suo governo, nonché dall'incapacità del governo di dare risposte efficaci al
dilagare dell'HIV/AIDS nel Paese. Mandela stesso ammise, dopo il suo congedo, che
forse aveva commesso qualche errore nel calcolare il possibile pericolo derivante dal
diffondersi dell'AIDS. Anche la decisione di impegnare le truppe sudafricane per
opporsi al golpe del 1998 in Lesotho fu una scelta controversa.
Dopo aver abbandonato la carica di presidente nel 1999, Mandela ha proseguito il
suo impegno e la sua azione di sostegno alle organizzazioni per i diritti sociali, civili e
umani. Ha ricevuto numerose onorificenze, incluso l'Order of St. John dalla Regina
Elisabetta II e la Presidential Medal of Freedom da George W. Bush.
Mandela è una delle due persone di origini non indiane (l'altra è Madre Teresa) ad aver
ottenuto il Bharat Ratna, il più alto riconoscimento civile indiano (nel 1990). A
testimonianza della sua fama va ricordata la visita del 1998 in Canada, durante la quale
allo Skydome di Toronto parlò in una conferenza a 45.000 studenti che lo salutarono
con intensi applausi. Nel 2001 ha ricevuto l'Ordine del Canada, primo straniero a
ricevere la cittadinanza onoraria canadese.
Nel giugno 2004, all'età di ottantacinque anni, Mandela ha annunciato di volersi ritirare
dalla vita politica e di voler passare il maggior tempo possibile con la sua famiglia,
finché le condizioni di salute glielo avessero concesso. Ha comunque fatto un'eccezione
nel luglio 2004 confermando il suo duraturo impegno nella lotta contro l'Aids recandosi
a Bangkok per parlare alla quindicesima conferenza internazionale sull'AIDS. Il 23 luglio
2004, con una cerimonia tenutasi a Orlando, Soweto, la città di Johannesburg gli ha
conferito la più alta onorificenza cittadina, il "Freedom of the City", paragonabile alla
consegna delle chiavi della città.
Il 27 giugno 2008 a Londra, in Hyde Park, si è svolto un grande concerto per ricordare i
suoi novant'anni, il suo impegno nella lotta contro il razzismo e il suo contributo alla
lotta contro l'AIDS. A sorpresa Nelson Mandela ha voluto essere presente al concerto,
accolto da una straordinaria ovazione di circa 500'000 persone. Ai lati del palco
campeggiava il numero 46664, il numero che era scritto sulla sua giubba durante la

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permanenza in carcere. Mandela ha pronunciato un breve discorso in cui ha ribadito le


ragioni del suo impegno civile e politico, dopo aver ringraziato per la straordinaria
manifestazione di affetto e di rispetto nei suoi confronti.
Il 28 marzo 2013 viene ricoverato in un ospedale di Pretoria per una grave infezione
polmonare, connessa ad una tubercolosi subita durante il periodo di prigionia; viene
dimesso dopo pochi giorni, il 6 aprile 2013[9] Due mesi dopo, l'8 giugno 2013, viene
nuovamente ricoverato in condizioni preoccupanti ma stabili.[10].
Nella notte del 24 giugno 2013 le condizioni di Madiba si aggravano notevolmente,
sempre in relazione alla grave infezione polmonare connessa alla vecchia tubercolosi.
Nelson Mandela è morto il 5 dicembre 2013 nella sua casa di Johannesburg all'età di 95
anni, dopo una vita intera passata a cercare di far valere il suo IDEALE e, per fortuna di
tutto il mondo, a riuscirci.

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4 Geografia : Il Sudafrica

4.1 Il paese
La Repubblica Sudafricana, o Sudafrica, è uno stato indipendente dell'Africa
meridionale. È situato nella punta meridionale del continente africano e confina a nord
con la Namibia, il Botswana e lo Zimbabwe, a nord-est con il Mozambico e lo Swaziland.
Comprende nei suoi confini il Lesotho.

Secondo la moderna paleoantropologia, il Sudafrica fu probabilmente la "culla


dell'umanità"; qui (soprattutto nella zona del Transvaal) si sono infatti trovati fossili di
australopitechi, Homo habilis, Homo erectus e Homo sapiens sapiens.
l territorio sudafricano è in gran parte formato da altopiani, il cosiddetto Alto Veld, che
in si innalza verso ovest, raggiungendo quote comprese fra i 900 e i 1.800 m. Verso le
coste l'altopiano presenta un orlo rialzato, detto Grande Scarpata, che si articola in
diverse catene montuose separate da aree livellate dall'erosione. La Scarpata include a
sud-ovest massicci isolati, come Table Mountain (1.914 m), un massiccio di arenaria che

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incombe su Città del Capo; a est e a nord si sviluppa invece in catene montuose
importanti; le principali sono i Monti dei Draghi, caratterizzati da effusioni basaltiche e
cime che toccano altezze superiori ai 3000 m , da cui si dipartono catene minori
(Stormberg). Al di là della Scarpata si estende la pianura alluvionale costiera detta Basso
Veld, salvo nella zona della Penisola del Capo, dove le formazioni rocciose giungono
direttamente all'Oceano in una successione di promontori con coste a falesia. Il centro
del paese è in gran parte occupato dai bacini semi-desertici del Grande e Piccolo Karoo,
che sfumano a nord-ovest nel deserto del Kalahari, condiviso da Sudafrica e Namibia.

Idrograficamente, il Sudafrica è diviso in diversi bacini, ma quello principale è


nell'Oceano Atlantico. Il fiume più importante è l'Orange (1860 km) a ovest, che nasce
dal Lesotho e il cui vasto bacino (1.020.000 km²) corrisponde a buona parte degli
altopiani; il fiume segna anche un tratto del confine con la Namibia. Il corso del fiume è
però accidentato da rapide e cascate che ne rendono difficile la navigazione. Tra gli
affluenti dell'Orange hanno una certa importanza il Vaal (1.200 km) e il Molopo (circa
1.000 km) che segna per lungo tratto il confine col Botswana ma è quasi sempre
asciutto.
Nell'Oceano Indiano sfocia invece il Limpopo (1600 km), il quale divide anch'esso il
Paese dal Botswana; e, sempre come il primo,è impossibile da navigare. Gli altri fiumi
nascono in genere nella Grande Scarpata e presentano un andamento normale alla
costa; fra i molti è celebre il Tugela che si origina sulle Drakensberg, ai confini col
Lesotho, e forma le cascate omonime.

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l clima del Sudafrica è notevolmente vario in rapporto sia alla grande estensione
territoriale, sia all'altitudine, sia all'esposizione al mare. La latitudine subtropicale e il
profondo influsso marittimo sono all'origine del clima mediterraneo che caratterizza la
parte meridionale del territorio, dove le temperature sono miti e le precipitazioni
superano i 600 mm; le piogge sono legate all'avanzata di fronti freddi di origine
antartica durante l'inverno, mentre quasi tutto il resto dell'Africa australe nello stesso
periodo è sovrastato da un'area anticiclonica che impedisce l'afflusso di masse d'aria
umida degli oceani circostanti. Al contrario, d'estate, quando in ambito continentale si
instaurano condizioni di bassa pressione, le masse d'aria umida provenienti dall'Oceano
Indiano al seguito dell'aliseo di sud-est investono le coste orientali e la Grande Scarpata
irrorandole di abbondanti precipitazioni (1000–1500 mm). In particolare il KwaZulu-
Natal gode di un clima caldo umido, che fa di questa provincia l'area più favorevole alla
coltivazione di colture tropicali. Man mano che si prosegue verso l'interno le
precipitazioni diminuiscono: sugli altopiani si aggirano sui 500–800 mm annui. In modo
più netto si riducono proseguendo verso ovest fino a toccare i 60 mm a Port Nolloth,

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sull'Atlantico. Le escursioni termiche, sensibili sugli altopiani, sono alquanto contenute


sulle coste.

4.2 L'economia
Il sottosuolo del Sudafrica è un elemento di vitale importanza per l' economia del
paese, come vedremo tra poco nell' apposità sezione di cui sto per parlare.
Nonostante i gravi problemi sociali ereditati dall'apartheid, l'economia della repubblica
Sudafricana è la più sviluppata del continente africano. Il Paese produce da solo oltre un
terzo del reddito continentale, grazie soprattutto alle risorse minerarie (oro, diamanti,
platino, ferro, cromo, carbone) e alle industrie collegate.
L'agricoltura è tra le più sviluppate dell'Africa, anche se con forti squilibri: alle efficienti
e produttive aziende agricole che attuano un'agricoltura di piantagione altamente
specializzata si affiancano le agricolture di sussistenza, praticate nei villaggi con metodi
tradizionali. L'agricoltura e la pesca non solo soddisfano l'intero fabbisogno nazionale,
ma producono anche prodotti di esportazione. La produzione di cereali è concentrata
nel cosiddetto "triangolo del mais", cioè l'area compresa fra la città di Mafikeng, il
Lesotho e lo Swaziland. Il 69% del terreno agricolo del paese è comunque destinato
all'allevamento: il Sudafrica è uno dei principali produttori di lana di pecora e di pellicce
di karakul.
Per quanto riguarda la silvicoltura, il paese ha messo a punto programmi di
rimboschimento di pini ed eucalipti, specie che sono alla base delle esportazioni di
legno grezzo e dello sviluppo d'importanti attività industriali. Le aree dove tale settore è
più sviluppato sono il Mpumalanga e la zona di George.

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L'attività mineraria e l'industria rappresentano i settori più importanti dell'economia


sudafricana. Ai giacimenti di oro e diamanti, iniziale richiamo per i colonizzatori, si
affiancano altre risorse presenti in maniera diversificata e in grande quantità nel
sottosuolo, come argento, platino, uranio e carbone. Grazie a ciò si è sviluppata anche
un'importante industria pesante, che va a sommarsi a quelle che producono beni di
consumo (meccaniche, tessili e alimentari) o di lavorazione dei prodotti agricoli e della
pesca.All'incirca il 93% dell'energia è di origine termica. Da circa un decennio le
industrie metallurgiche italiane collaborano con quelle sudafricane, questo ha permesso
ad entrambe le nazioni un miglioramento economico notevole. Il livello relativamente
alto di sviluppo economico del paese non impedisce una larga diffusione della povertà:
circa il 40% della popolazione del paese vive con meno di due dollari statunitensi al
giorno.

4.3 La popolazione
Il Sudafrica ha circa 51 milioni di abitanti che si concentrano nelle città principali dando
una distribuzione irregolare nel paese. Il Sudafrica è un paese fortemente multietnico;
convivono, spesso con difficoltà, etnie bianche, nere, asiatiche e miste. La legge
sudafricana riconosce formalmente quattro macro-categorie etniche: neri, bianchi,
"coloured" (gruppi etnici di origine mista), e asiatici. Le religioni più diffuse sono quelle
cristiane. La più diffusa è la chiesa riformata sudafricana la quale è di orientamento
protestante. Altre confessioni cristiane sono il cattolicesimo, lo anglicanesimo, il
metodismo, il luteranesimo più altre fedi cristiane minori. Ci sono anche minoranze
animiste, induiste, islamiche e ebree .Le lingue ufficiali sono 11 e corrispondono alle
varie etnie. I coloreds parlano in maggioranza l'afrikaans, mentre gli asiatici usano
soprattutto l'inglese per comunicare.
L'istruzione è obbligatoria tra i 7 e gli 11 anni. L'istruzione primaria dura 7 anni; essa è
divisa in una sezione inferiore (due anni) e una superiore; l'istruzione secondaria è
quadriennale e comprende una sezione inferiore triennale che termina con un esame e
una sezione superiore, che si conclude con un esame di ammissione universitaria.
sistema sanitario e di sicurezza sociale sono da sempre molto sviluppati e fortemente
integrati, sia nel settore pubblico che in quello privato. Essi assicurano benefici o sussidi
ai disoccupati, agli invalidi civili e militari, agli anziani, ai malati cronici. L'assistenza
medica è gratuita per i bambini fino al compimento del sesto anno di età e per le
donne incinte. La legge sudafricana impone un basso costo per i medicinali contro
l'AIDS sin dal 1999. Dopo un'iniziale opposizione, nel 2001 le case farmaceutiche hanno
accettato questa legge. La prima operazione di trapianto cardiaco al mondo avvenne in
Sudafrica.

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5 Letteratura/Antologia : Dodici anni schiavo

5.1 Il libro
Oggi parlerò di "Dodici anni schiavo". È un'autobiografia che ho desiderato leggere per
questa tesina in quanto parla di un uomo afroamericano di metà ottocento (1841-1853)
il quale vive libero al nord con sua moglie e tre figli. Quest'uomo verrà rapito e
impiegato come schiavo al sud e per dodici anni cercherà di ritornare alla libertà,
seguendo quindi un ideale.

Trama
Il protagonista di questa storia è un nero di nome Solomon Northump, il quale vive
libero a Saratoga insieme a sua moglie Anne e i suoi figli : Elizabeth, Margaret e Alonzo.
Saratoga è nello stato di New York, nel nord degli Stati Uniti. Essendo a nord non è uno
stato schiavista come quelli del sud. Un giorno in cui l'autore di questa autobiografia
non riesce a trovare un impiego temporaneo; gli viene richiesto da due individui di
accompagnarli in un viaggio verso lo stato di Washington nel sud dello stato suonando
il violino durante le loro esibizioni circensi. Il protagonista accetterà di buon grado, vista
la quantità di denaro che i due artisti gli offriranno. Anne, ovvero la moglie di Solomon,
in quel momento è via per lavoro e i figli si trovano da un loro parente. Dato il fatto che
Solomon pensa di tornare prima della moglie, non si prende la briga di avvertirla della
sua partenza, purtroppo Solomon si sbagiava: da quel viaggio non tornerà per dodici
lunghi anni.
I due artisti convincono Solomon a seguirli anche dentro lo stato di Washington, che è
ancora schiavista, dicendo che volevano farlgli vedere il loro circo al completo
chiedendogli di suonare assieme alla compagnia al completo per qualche serata.
Inizialmente i due si mostrano molto premurosi verso il loro violoinista, ricordandogli
spesso di tenersi stretti i documenti che attestano la sua libertà; ma in conseguenza dei
fatti che accadono dopo, l' autore scrive di non dare ai suoi compagni di viaggio il
beneficio del dubbio. Una sera Solomon si sente male in seguito a una bevuta con gli
artisti per cui suona; mentre è semicosciente viene picchiato e stordito, perdendo
definitivamente i sensi. Al suo risvegio si trova in una costruzione adibita a deposito per
schiavi dove viene a lungo frustato per aver cercato di rivendicare il suo stato di uomo
libero; dopo quell'episodio Solomon non riproverà mai più di allermare il diritto alla
libertà, ma non smetterà certo di seguire dentro di lui l' ideale della fuga. Da lì viene
spostato in un mercato di schiavi a New Orleans in Luisiana, dove gli viene assegnato
permanentemente il nome di "Platt" . Lì viene comprato e si ritrova infine a lavorare nel
"Bayou Boeuf", un zona sulle sponde del Red River, nello stato del Mississippi. Solomon

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sa suonare il violino e questo gli dà la possibilità di guadagnare dei soldi,


indipendentemente dal padrone, venendo noleggiato per serate eleganti e feste
organizzate da schiavisti vicini. Grazie a questo può comprarsi dei beni in più come un
forchetta.
Ad un certo punto il suo padrone si trova in debito con un carpentiere e decide di
pagare il debito donando Solomon al debitore. Quest'ultimo è spesso ubriaco e tenta
varie volte di ucciderlo, ma l'autore viene salvato dal suo precedente padrone. Dopo
questo episodio l'ubriaco lo vende infine allo schiavista con cui passerà gli ultimi dieci
anni di schiavitù: Edwin Epps.
Con Epps, Solomon imparerà a chinare la testa al volere del padrone, a raccogliere
cotone e la canna da zucchero. In questa pintagione vivrà molte esperienzem,
generalmente tristi; finchè non arriva alla piantagione un bianco che lavora come
carpentiere per Epps. Quest'uomo si dice contro la schiavitù in tutti i sensi e cerca di
essere gentile con gli schiavi con cui lavora. La sua personalità porta Solomon a fidarsi
di lui e a rivelargli il suo vero nome e la sua storia.
L'uomo prova pena per l'autore e scrive alla famiglia dello schiavo che manda
immediatamente un amico di Solomon con i documenti per liberarlo.
Alla fine il nostro protagonista ritorna in patria e riabbraccia tutta la sua famiglia,
compreso un nipotino appena nato che non sapeva di avere. Il primo nome che hanno
dato a questo neonato è Solomon.

Dodici anni schiavo è un libro che narra una storia vera ed è una grande critica alla
schiavitù e, di conseguenza, al razzismo che c'è ancora oggi.
L'autore spende spesso molte righe parlando di come si coltivi il grano e la canna da
zuccherò, formando veri e propri testi argomentativi che sono senz'altro molto noiosi e
inutili, ma secondo me servono a calare il lettore ancora meglio nell'atmosfera che la
frequenti sequenze descrittive.
Io ho molto apprezzato "Dodici anni schiavo", sia per la storia che per le idee e gli ideali
che vuole far valere, con i quali sono da sempre daccordo. Solo una cosa ho trovato
fastidiosa nella lettura di questa autobiografia : le anticipazioni sulla morte di ogni
personaggio secondario che compare nel testo.
Ogni volta che Solomon incontra qualcuno di questo personaggio viene descritto
l'aspetto, il carattere e la morte. Inoltre ogniqualvolta che il protagonista si trova in una
situazione di pericolo, ne viene subito rivelato il finale.

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5.2 Il film
Ovviamente non ripeterò ciò che ho già affermato prima nella trama del libro, ma ho
voluto creare questo punto per evidenziare le differenze tra il libro ed il film, che in
alcuni casi sono consistenti.
Il film contiene in due casi scene di rapporto sessuale esplicito, cosa che non compariva
affatto nel libro, e sinceramente di queste scene non ne ho proprio capito l'utilità.
Una differenza del film è anche riguardante i personaggi, e penso si possa dividere in
due categorie: il ruolo dei personaggi e le loro caratterizzazione.
In "Dodici anni schiavo" i personaggi sono davvero parecchi e la magggior parte di essi
è inutile per la trama; così nel film sono stati eliminati vari personaggi, ma questo è più
che comprensibile in quanto necessario per la riuscita di un film che non duri un
numero troppo grande di ore. Però in un caso ho trovato questa manovra
inappropriata: nella storia sono presenti due carpentieri, uno solamente antipatico e
scettico verso le abilità di Solomon, ed un altro che invece tenta più volte di ucciderlo.
Bene, nel film questi due personaggi sono riuniti in uno solo e questo l'ho trovato
troppo confusionale per chi guarda il film dopo aver letto il libro.

Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, ho trovato reso male proprio il
personaggio si Solomon, che è il protagonista :
Nel libro Solomon è forte di carattere e quando si trova in difficoltà o quando è di
fronte ad una scena di dolore di qualche altro schiavo lui non si mette a piangere in
primi piano strappalacrime come accade nel film; bensì si ingengna senza disperare per
trovare una soluzione o semplicemente rivolge una preghiera a dio.....e va bene.....a Dio
e poi va avanti con forza senza mai lasciarsi prendere dalla disperazione.

Per concludere
Queste sono le differenze che io ho ritenuto evitabili nel film di questo libro e per
concludere vorrei solo aggiungere che nel film, quando Solomon torna a casa è in
lacrime e non fa altro che chiedere perdono alla famiglia, inoltre sua moglie si è
risposata con un altro e la faccenda non viene affatto chiarita. Nel libro Solomon
riabbraccia la famiglia scoppiando di felicità ringraziado il Signore per averlo liberato e
avergli fatto rivedere sua moglie che lo ha sempre aspettato senza mai tradirlo.
Perciò si può notare come i due finali distinguono il libro (commedia) dal film
(tragedia...bellissima!..Ma pur sempre una tragedia)

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6 Arte: l'arte concettuale


La definizione di arte concettuale nel contesto dell'arte contemporanea si deve a
Joseph Kosuth che lo utilizzò verso la metà degli anni sessanta per definire il suo
obiettivo di un'arte fondata sul pensiero e non più su un ormai frainteso ed equivoco
piacere estetico. Nel 1965, infatti, Kosuth realizzò l'opera Una e tre sedie che
comprendeva una vera sedia, una sua riproduzione fotografica ed un pannello su cui
era stampata la definizione da dizionario della parola "sedia": l'artista si proponeva di
richiamare lo spettatore a meditare sulla relazione tra immagine e parola, in termini
logici e semiotici.

Comunque già nell'anno 1960, e probabilmente all'insaputa uno dell'altro, il catalano


Joan Brossa aveva concepito il poema-oggetto Cerilla (fiammifero), che riuniva la parola
"cerilla", il disegno di un fiammifero e il fiammifero vero e proprio. Il meccanismo
logico-semiotico è lo stesso in ambedue i casi.
La rarefazione dei contenuti emozionali nell'arte perseguita dagli artisti concettuali
arrivò ben presto anche a determinare la volontà di prescindere dall'opera d'arte in sé:
l'idea e la riflessione subentrarono così al manufatto, all'oggetto, indipendentemente
dal loro carattere tradizionale o innovativo.
L'arte concettuale fu il punto d'arrivo del percorso che, dall'impressionismo in poi,

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aveva caratterizzato l'evoluzione dell'arte visiva contemporanea mediante la volontà di


sottrarre l'arte medesima ai vincoli formali e culturali che ne avevano costituito la
tradizione: la scelta di rinunciare addirittura all'opera dopo aver ripudiato in sequenza il
naturalismo e la mimesi (post-impressionismo e espressionismo), la prospettiva
(cubismo), il passato (futurismo), il valore venale dell'opera (dadaismo), la forma
(informale), rappresentò senza dubbio il momento più alto e, nel contempo, l'ultimo
possibile offerto alla ricerca e all'ansia di novità delle avanguardie novecentesche (non a
caso l'evento forse più rilevante che seguì i quindici anni d'oro del concettuale – dal
1965 al 1980 – fu denominato Transavanguardia e venne caratterizzato dal ritorno
all'oggetto e alla pittura). In questo senso possono essere definite "concettuali"
esperienze molto diverse tra loro ma caratterizzate comunque da un comune
denominatore inequivocabile (la Land Art, l'Arte povera, la Body Art, la Narrative Art,
ecc.).
Le prime esperienze "concettuali" furono rappresentate dai movimenti Neo-Dada e
Minimal Art tra gli anni cinquanta e sessanta: il primo, i cui maggiori rappresentanti,
come Jasper Johns e Robert Rauschenberg, divennero in seguito esponenti di primo
piano della Pop Art, fu caratterizzato dall'uso di oggetti desunti dal quotidiano e inseriti
all'interno dell'opera d'arte. Una propensione simile distinguerà poco dopo e in senso
già profondamente concettuale anche le provocazioni neo-dadaiste di artisti italiani
come Piero Manzoni. Una delle sue opere più conosciute è Socle Du Monde: un
piedistallo capovolto che esprime il concetto che tutto il mondo sia un'opera d'arte.

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Anche la Minimal Art (Minimalismo) ebbe origine negli Stati Uniti e fu contraddistinta
dalla produzione di grandi strutture geometriche cromaticamente essenziali e ispirate a
fredde modalità puramente costruttive che privilegiavano una fruizione di stampo
razionalistico, priva di concessioni all'empatia o al godimento estetico.
Negli anni successivi le premesse poste da questi due movimenti furono ereditate e
ampliate dall'arte concettuale propriamente detta (Joseph Kosuth, Bruce Nauman,
Lawrence Weiner, Joseph Beuys, Wolf Vostell, Nam June Paik, Charlotte Moorman ecc.),
dall'arte povera italiana (Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Mario Merz, Jannis Kounellis,
Michelangelo Pistoletto, Luciano Fabro, ecc.) e dalla "Narrative Art", profondamente
ispirata dallo stesso Kosuth, nella quale il lavoro degli artisti si concretizzava intorno al
dualismo narrativo rappresentato dalle immagini e dalla scrittura.
In ambito concettuale fiorirono anche due forme di azione artistica come l'happening e
la performance che, nonostante forti ed evidenti analogie, si distinguono invece per la
componente d'improvvisazione anche collettiva tipica dell'happening che non
ritroviamo nella performance, più vicina alla pianificazione registica e drammaturgica
propria del teatro.
Se gli antefatti storici di queste ultime esperienze furono sicuramente le "Serate
futuriste" e il dadaista Cabaret Voltaire, negli anni sessanta il compito di ereditarne la
poetica trasferendola all'interno della nuova sensibilità concettuale toccò
principalmente alla Body Art, caratterizzata dall'uso del corpo stesso dell'artista per
azioni spinte a volte sino ai limiti dell'autolesionismo, e alla Land Art, nella quale spirito
documentaristico e nesso tra azione e territorio esplorarono inusitati ambiti espressivi
con risultati artistici spesso molto convincenti.

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7 Scienze: Gregor Mendel, l'ereditarietà e la scoperta del DNA


Johann Gregor Mendel aveva due sorelle, una minore (Veronica) e l'altra maggiore
(Theresia)[3]. Erano figli di un contadino di Hynčice, una volta Heinzendorf, dove Johann
nacque il 22 luglio 1822. Durante l'infanzia lavorò come giardiniere, ma fin
dall'adolescenza sognava di essere ritenuto degno della memoria dei posteri ed era
pertanto consapevole del fatto che il mondo contadino non gli si addiceva. Così,
conclusa l'età infantile, decise di intraprendere gli studi presso il ginnasio di Troppau,
oggi Opava, dopo il quale frequentò per due anni un istituto filosofico ad Olmütz, oggi
Olomouc. La permanenza nella nuova città risultò difficile, in quanto Mendel era privo
di denaro, di casa e ostacolato anche dal problema della lingua.
Nel 1843 Mendel fece ingresso nel monastero di San Tommaso a Brunn (odierna Brno),
accolto dai frati agostiniani e dall'abate Cyrill Napp. Il monastero privilegiava l'impegno
accademico alla preghiera, dato il fatto che lo studio era considerato la più alta forma di
orazione. Ciò costituiva un vantaggio per un uomo come Mendel: lì poteva finalmente
dedicarsi allo studio delle sue discipline preferite (matematica, botanica, meteorologia),
e, in un clima di piena libertà, si laureò sia in biologia sia in matematica.
Trascorsi cinque anni felici a San Tommaso, Mendel fu ordinato sacerdote il 6 agosto
1847. Nel 1849 cominciò a insegnare in una scuola media a Znaim (odierna Znojmo,
Repubblica Ceca): nella città si sottopose all'esame per diventare professore, che superò
solo dopo numerosi fallimenti e bocciature. Nel 1851 quando Napp gli concesse la
possibilità di iscriversi all'Università imperiale di Vienna Mendel seppe sfruttare
pienamente l'occasione e divenne quasi subito assistente all'istituto di fisica, ruolo
riservato agli studenti migliori.
Nel 1853 Mendel conobbe Andreas von Ettingshausen e Franz Unger, l'influenza dei
quali fu determinante per lo sviluppo del suo esperimento sui piselli rugosi: il primo gli
spiegò la teoria combinatoria, il secondo le tecniche più avanzate di impollinazione
artificiale. Dopo anni trascorsi a Vienna, nel luglio del 1853 Mendel tornò al monastero
come professore, principalmente di fisica, matematica e biologia. Lì sviluppò le sue doti
di ricercatore e scienziato, fondamenti della sua attività futura nel monastero di Brno.
Mendel amava dedicarsi alla meteorologia (pubblicò diversi lavori al riguardo) e all'orto
dell'abbazia, dove scoprì le caratteristiche variabili delle piante, svelando dopo molti
anni di lavoro i meccanismi dell'ereditarietà. Gregor Mendel, oggi conosciuto un po'
impropriamente come il "padre della genetica moderna", per compiere i suoi
esperimenti coltivò e analizzò durante i sette anni di esperimenti circa 28.000 piante di
piselli; successivamente impegnò un biennio per elaborare i suoi dati, che portarono a
tre generalizzazioni che divennero in seguito famose come Leggi dell'ereditarietà di
Mendel. Finalmente, nell'inverno 1865 Mendel ebbe l'occasione di esporre il lavoro di
una vita a un pubblico di circa quaranta persone, tra cui biologi, chimici, botanici e

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medici, in due conferenze tenute rispettivamente l'8 febbraio e l'8 marzo. Purtroppo,
nessuno riuscì a seguire né a comprendere il suo lavoro . È adesso per noi
chiarissima l'idea, la scoperta tamite ragionamento, di Mendel : la studiamo alle medie
e la conosce qualsiasi ragazzino, eppure ,all'epoca, di quaranta scienziati nessuno era
riuscito a seguire o a comprendere la sua intuizione. Spero che questo episodio riesca a
illustrare quanto innovativa e rivoluzionaria fu questa sua idea

È proprio a livello del metodo che si rileva un fondamentale contributo di Mendel: egli
applica per la prima volta lo strumento matematico, in particolare la statistica e il
calcolo delle probabilità, allo studio dell'ereditarietà biologica. Trentacinque anni dopo
la scoperta delle leggi mendeliane, l'olandese Hugo de Vries, il tedesco Carl Correns e
l'austriaco Erich von Tschermak dopo essere giunti alle stesse conclusioni del monaco
della Slesia, si accorsero della sua opera e riconobbero il merito a Gregor Mendel. Così,
nel 1900 l'opera di Mendel riuscì ad avere il luogo che le corrispondeva nella storia
della scienza. La scienza dell'ereditarietà ricevette il nome di genetica nel 1906 ad opera
di William Bateson; il termine "gene" fu introdotto ancora più tardi, nel 1909, da Wilhem
Johansen.
Il concetto base concepito dal monaco era molto innovativo: egli infatti dedusse che
l'ereditarietà era un fenomeno dovuto ad agenti specifici contenuti nei genitori.
Mendel, dopo sette anni di selezione, identificò sette "Linee pure": sette varietà di
pisello che differivano per caratteri estremamente visibili (forma del seme: liscio o
rugoso; colore del seme: giallo o verde; forma del baccello: rigonfio o grinzoso; colore
del baccello: giallo o verde; posizione dei fiori: lungo il fusto o in cima; colore dei fiori:
bianco o rosa; lunghezza dei fusti: alti o bassi). Proprio le caratteristiche di tale pianta si
prestavano particolarmente allo studio, unitamente a un semplice sistema riproduttivo,
grazie al quale il monaco poteva impollinare a piacimento i suoi vegetali. Operò con un
vastissimo numero di esemplari perché sapeva che le leggi della probabilità si
manifestano sui grandi numeri.
Mendel prese due varietà di piante di pisello completamente diverse, appartenenti alle
cosiddette linee pure (ovvero quelle nelle quali l'aspetto è rimasto costante dopo
numerose generazioni) e iniziò ad incrociarle per caratteri specularmente diversi: ad
esempio, una pianta a fiori rossi con una pianta a fiori bianchi. Notò che la prima
generazione filiale manifestava soltanto uno dei caratteri delle generazioni parentali e
ne dedusse che uno dei due caratteri doveva essere dominante rispetto all'altro: da
questa osservazione trae origine la legge sull'uniformità degli ibridi. Incrociando poi tra
loro le piante della prima generazione filiale Mendel osservò, in parte della successiva

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generazione, la ricomparsa di caratteri "persi" nella prima generazione filiale e capì


quindi che essi non erano realmente scomparsi, bensì erano stati "oscurati" da quello
dominante. Osservando la periodicità della seconda generazione filiale o seconda
generazione filiale, (tre esemplari mostrano il gene dominante e uno il gene recessivo)
Mendel portò le scoperte ancora più avanti:
• L'esistenza dei geni (detti da lui caratteri determinanti ereditari).
• I fenotipi alternativi presenti nella seconda generazione filiale sono definiti da
forme diverse dello stesso gene: tali forme sono chiamate alleli.
• per dare origine alla periodicità della seconda generazione filiale ogni tipo di
gene deve essere presente, nelle piante di pisello adulte, con due coppie per
cellula che si segregano al momento della produzione dei gameti.

7.1 Le tre leggi

Grazie a questi esperimenti Mendel riuscì a mettere a punto tre leggi che regolano
l'ereditarietà. Queste leggi (che forse non mi chiederete all'orale) sono:

• Legge della dominanza = gli individui nati dall'incrocio tra due individui
omozigoti che differiscono per una coppia allelica, avranno il fenotipo dato
dall'allele dominante.
Con significato più ampio rispetto al lavoro di Mendel, può essere enunciata
come legge dell'uniformità degli ibridi di prima generazione.
• Legge della segregazione = ogni individuo possiede due fattori per ogni
coppia di alleli, uno paterno e uno materno.
Quando si formano i gameti, i fattori si dividono e ogni gamete possiede uno
solo dei fattori.
• Legge dell'assortimento indipendente = gli alleli posizionati su cromosomi
non omologhi si distribuiscono in modo casuale nei gameti.

Grazie alle leggi di Mendel oggi possiamo determinare il fattore di possibilità che un
individuo eterozigote figlio di due persone portatrici sane di una malattia, nasca malato
di quest'ultima, ovvero di una MALATTIA GENETICA.

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Visto che l'argomento trattato è Mendel, parlerò delle malattie genetiche ereditarie,
ovvero che si trasmettono dai genitori malati o portatori ai nasciturni.
Le malattie ereditarie seguono precise regole di trasmissione da una generazione
all'altra, esattamente con gli stessi criteri tramite i quali si trasmettono il colore degli
occhi o il gruppo sanguigno. Sia le caratteristiche fisiche sia alcune malattie (dette
appunto genetiche) rappresentano l'espressione di migliaia di geni localizzati su 23
coppie di cromosomi che ciascuna cellula del nostro organismo possiede.
Attualmente si conoscono in modo dettagliato molte delle malattie genetiche più
frequenti e per alcune è già stata identificata una terapia. Esistono diverse modalità di
trasmissione delle malattie ereditarie: alcune patologie possono essere ereditate
indifferentemente dal padre o dalla madre e i figli hanno il 50% di probabilità di
ammalarsi (nanismo acondroplasico, rene policistico, corea di Huntington ecc.); altre
patologie vengono trasmesse dalla madre sana, ma portatrice del gene alterato,
soltanto ai figli maschi, che risulteranno ammalati nel 50% dei casi, mentre alle figlie
femmine è trasmessa nel 50% dei casi la condizione di portatrici sane (emofilia, favismo,
distrofia muscolare di Duchenne); altre malattie invece vengono trasmesse al 25% dei
figli - indipendentemente dal sesso - solo se entrambi i genitori sono portatori dello
stesso difetto genetico, pur essendo sani. In quest'ultimo caso il 50% dei figli risulterà a
sua volta portatore sano del difetto e il 25% assolutamente sano (fibrosi cistica,
talassemia).
Esistono poi alcune malattie determinate da anomalie della struttura o del numero
totale dei cromosomi che si verificano al momento del concepimento (sindrome di
Down, sindrome di Turner); nei casi più gravi questi errori non consentono lo sviluppo
di un embrione vitale e si verifica un aborto spontaneo.
I cromosomi sono formati da DNA e ne consegue che tutta la genetica è basata su du
esso, quindi ora parlerò propri del DNA.

7.2 IL DNA

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8 Tecnologia: Le nuove fonti energetiche rinnovabili


Con il termine energie rinnovabili si intendono le forme di energia prodotte da fonti di
energia derivanti da particolari risorse naturali che per loro caratteristica intrinseca si
rigenerano almeno alla stessa velocità con cui vengono consumate[1] o non sono
"esauribili" nella scala dei tempi di "ere geologiche" e, per estensione, il cui utilizzo non
pregiudica le stesse risorse naturali per le generazioni future. Sono dunque forme di
energia alternative alle tradizionali fonti fossili (che sono invece parte delle energie non
rinnovabili) e molte di esse hanno la peculiarità di essere anche energie pulite ovvero di
non immettere in atmosfera sostanze nocive e/o climalteranti quali ad esempio la CO2.
Esse sono dunque alla base della cosiddetta economia verde.
Le risorse rinnovabili, sia di materia sia di energia sono risorse naturali che, per
caratteristiche naturali o per effetto della coltivazione dell'uomo, si rinnovano nel tempo
e risultano, quindi, disponibili per la sopravvivenza umana pressoché indefinitamente,
cioè non esauribili.
Per quanto attiene alle risorse "coltivabili" - quali foreste, pascoli e, generalmente, suolo
agricolo - il mantenimento delle caratteristiche di rinnovabilità dipende dall'abilità e
dall'attenzione del coltivatore e dal clima. Una risorsa rinnovabile si dice anche
"sostenibile", se il tasso di rigenerazione della medesima è uguale o superiore a quello
di utilizzo. Tale concetto implica la necessità di un uso razionale delle risorse rinnovabili
ed è particolarmente importante per quelle risorse - quali, ad esempio, le forestali - per
le quali la disponibilità non è indefinita, rispetto ai tempi d'evoluzione della civiltà
umana sulla Terra, quali invece, ad esempio, le fonti solari o eoliche. Le risorse
rinnovabili presentano numerosi vantaggi, di cui i maggiori sono senza dubbio l’assenza
di emissioni inquinanti durante il loro utilizzo (fatta eccezione per le biomasse) e la loro
inesauribilità. L'utilizzo di queste fonti non ne pregiudica la disponibilità nel futuro e
sono preziosissime risorse per creare energia riducendo al minimo l'impatto ambientale.
In questo modo si tutela la natura nel rispetto delle prossime generazioni e, oltretutto,
si limitano i costi di produzione e distribuzione di energia (ma in generale solo in una
visione di lungo termine).

Per quanto riguarda le risorse rinnovabili di tipo energetico, si considerano tali (più
propriamente fonti):
• L'irraggiamento solare (per produrre energia chimica, energia termica ed energia
elettrica).
• il vento (fonte di energia meccanica ed energia elettrica).
• Le biomasse (combustione, in appositi impianti per generazione termica e

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cogenerazione di calore ed elettricità).


• Le maree e le correnti marine in genere;
• Le precipitazioni meteoriche, utilizzabili tramite il dislivello di acque (fonte
idroelettrica),

In generale, si possono considerare "fonti" rinnovabili anche i "pozzi" termici utilizzabili


per il raffrescamento passivo degli edifici: aria (se a temperatura inferiore a quella
dell'ambiente da raffrescare - raffrescamento microclimatico); terreno (raffrescamento
geotermico); acqua nebulizzata (raffrescamento evaporativo); cielo notturno
(raffrescamento radiativo). Le fonti di energia rinnovabili associate a tali risorse sono
quindi l'energia idroelettrica, quella solare, eolica, marina e geotermica, ovvero quelle
fonti il cui utilizzo attuale non ne pregiudica la disponibilità nel futuro. Al contrario, le
energie "non rinnovabili", sia per avere lunghi periodi di formazione, di molto superiori
a quelli di consumo attuale (in particolare fonti fossili quali petrolio, carbone, gas
naturale), sia per essere presenti in riserve esauribili nel giro di poche centinaia di
generazioni umane. E’ utile sottolineare come le forme di energia presenti sul nostro
pianeta hanno quasi tutte origine dall'irraggiamento solare. Fanno eccezione l'energia
nucleare, l'energia geotermica e quella delle maree. Senza il Sole non ci sarebbe infatti il
vento, causato dal non uniforme riscaldamento delle masse d’aria, e con esso l'energia
eolica. L'energia delle biomasse è energia solare immagazzinata chimicamente,
attraverso il processo della fotosintesi clorofilliana. L’energia idroelettrica, che sfrutta le
cadute d’acqua, non esisterebbe senza il ciclo dell'acqua dall’evaporazione alla pioggia,
innescato dal Sole. Anche i combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) derivano
dall’energia del sole immagazzinata nella biomassa milioni di anni fa attraverso il
processo della fotosintesi clorofilliana, ma non sono rinnovabili in tempi storici umani.

8.1 Energie sostenibili e energie energie alternative


Se la definizione in senso stretto di "energia rinnovabile" è quella sopra enunciata,
spesso vengono usate come sinonimi anche le locuzioni "energia sostenibile" e "fonti
alternative di energia". Esistono tuttavia delle sottili differenze:
Energia sostenibile è una modalità di produzione ed uso dell'energia che permette uno
sviluppo sostenibile: ricomprende dunque anche l'aspetto dell'efficienza degli usi
energetici.
Fonti alternative di energia sono invece in generale tutte quelle fonti di energia "non
fossili", ovvero diverse dagli idrocarburi o il carbone; rientra tra queste, ad esempio,
anche l'energia nucleare, considerata alternativa all'uso di idrocarburi e carbone.
Comprendono dunque anche le energie rinnovabili.

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La normativa europea (Direttiva 2009/28/CE) ha provveduto a fare chiarezza circa quali


fonti siano effettivamente considerate rinnovabili, in modo da evitare classificazioni
opinabili o poco scientifiche.

Una distinzione che spesso viene fatta in tale ambito è quella tra fonti rinnovabili
"classiche" (essenzialmente idroelettrico e geotermia) e fonti rinnovabili "nuove" (anche
dette "NFER"), tra cui vengono generalmente incluse l'energia solare, eolica e da
biomassa. Nell'ambito della produzione di energia elettrica le fonti rinnovabili vengono
inoltre classificate in "fonti programmabili" e "fonti non programmabili', a seconda che
possano essere programmate in base alla richiesta di energia oppure no. Secondo la
definizione del Gestore dei Servizi Energetici (GSE, anche conosciuto come GRTN), nel
primo gruppo rientrano "impianti idroelettrici a serbatoio e bacino, rifiuti solidi urbani,
biomasse, impianti assimilati che utilizzano combustibili fossili, combustibili di processo
o residui", mentre nel secondo gruppo (non programmabili) si trovano "impianti di
produzione idroelettrici fluenti, eolici, geotermici, fotovoltaici, biogas". Una definizione
parallela di energie rinnovabili riguarda anche il fatto che esse non contribuiscano
all'aumento dell'effetto serra (pur fra difficoltà di effettiva verifica delle emissioni
effettive e reali di tutta la filiera energetica/produttiva), sebbene anche in questo caso
sia più rigoroso parlare di energia sostenibile, essendo l'accento posto sugli effetti
ambientali della produzione di energia, piuttosto che sulle fonti da cui viene ottenuta.

Curiosità sul nucleare


Spesso in passato si sono affidate molte speranze nell'energia nuclare, ma
attenzione : Sebbene "non fossile", l'energia nucleare NON è annoverabile fra le
rinnovabili poiché basata sullo sfruttamento di riserve combustibili limitate di origine
minerale, in particolare per quanto riguarda l'energia da fissione e il ciclo di reazione
che si basa sull'uranio-235 come combustibile (ovvero in pratica il ciclo quasi
esclusivamente sfruttato allo stato attuale). Sono peraltro ormai noti da diversi decenni
(ma finora di limitato utilizzo per problemi tecnici e di sicurezza) cicli di reazione
nucleare autofertilizzante che, sfruttando il più abbondante uranio-238 (più del 99% del
totale), promettono di prolungare la durata delle riserve di minerale. Analogo discorso
può essere fatto a proposito dell'uso del torio-232, combustibile nucleare naturale più
abbondante dell'uranio che sarebbe utilizzabile sia in reattori tradizionali che in
autofertilizzanti. Anche la Commissione europea si è espressa affermando che il nucleare
non è considerabile come fonte rinnovabile.

8.2 L'energia idroelettrica


Per concludere questa presentazione di tecnologia, vorrei parlare più dettagliatamente

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dell'energia rinnovabile per eccellenza, che è anche quella che preferisco :


l'energia idroelettrica.
L'energia idroelettrica è una fonte di energia alternativa e rinnovabile, che sfrutta la
trasformazione dell'energia potenziale gravitazionale, posseduta da una certa massa
d'acqua ad una certa quota altimetrica, in energia cinetica al superamento di un certo
dislivello; tale energia cinetica viene infine trasformata in energia elettrica in una
centrale idroelettrica grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina.
I greci e i romani furono le prime civiltà nel Mondo allora conosciuto, ad utilizzare la
potenza dell'acqua, o più precisamente dell'energia cinetica prodotta dal liquido; si
deve però specificare che queste due antiche civiltà sfruttarono questo tipo di energia
rinnovabile solo per azionare semplici mulini ad acqua per macinare il grano.
Già quello si può definire energia idrica.
Un progresso tecnico di enormi proporzioni si è avuto alla fine dell'Ottocento, circa
all'inizio della Seconda Rivoluzione Industriale avvenuta in Europa e non solo, in seguito
all'evoluzione della ruota idraulica in turbina, macchina motrice costruita da una ruota a
pale imperniata su un asse, che all'inizio erano grossolane e schematizzate, ma con le
innovazioni tecnologiche, soprattutto della prima metà del Novecento, divenne sempre
più perfezionata e funzionale.
L'energia idroelettrica viene ricavata dal corso di fiumi e di laghi grazie alla creazione di
dighe e di condotte forzate. Esistono vari tipi di diga: nelle centrali a salto si sfruttano
grandi altezze di caduta disponibili nelle regioni montane. Nelle centrali ad acqua
fluente si utilizzano invece grandi masse di acqua fluviale che superano piccoli dislivelli;
per far questo però il fiume deve avere una portata considerevole e un regime costante.

L'acqua di un lago o di un bacino artificiale viene convogliata a valle attraverso


condutture forzate, trasformando così la sua energia potenziale in energia di pressione
e cinetica grazie al distributore e alla turbina. L'energia meccanica viene poi trasformata
attraverso il generatore elettrico, grazie al fenomeno dell'induzione elettromagnetica, in
energia elettrica. Per permettere di immagazzinare energia e di averla a disposizione nel
momento di maggiore richiesta, sono state messe a punto centrali idroelettriche di
generazione e di pompaggio. Nelle centrali idroelettriche di pompaggio, l'acqua viene
pompata nei serbatoi a monte sfruttando l'energia prodotta e non richiesta durante la
notte cosicché di giorno, quando la richiesta di energia elettrica è maggiore, si può
disporre di ulteriori masse d'acqua da cui produrre energia. Questi impianti permettono
di immagazzinare energia nei momenti di disponibilità per utilizzarla nei momenti di
bisogno.

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8.3 La centrale idroelettrica

Per centrale idroelettrica si intende una serie di opere di ingegneria idraulica


posizionate in una certa successione, accoppiate ad una serie di macchinari idonei allo
scopo di ottenere la produzione di energia elettrica da masse di acqua in movimento.
L'acqua viene convogliata in una o più turbine che ruotano grazie alla spinta dell'acqua.
Ogni turbina è accoppiata a un alternatore che trasforma il movimento di rotazione in
energia elettrica. Lo sfruttamento dell’energia idroelettrica e la conseguente produzione
di energia elettrica non è costante nel tempo, ma dipende dal rifornimento d’acqua del
bacino d’acqua artificiale a sua volta dipendente dal regime degli immissari/fiumi e
quindi dal regime precipitativo del bacino idrografico. Una pratica diffusa in alcuni
paesi/zone è quella di pompare acqua nei bacini idroelettrici durante la notte quando
l’energia da spendere costa meno e riutilizzare l’energia idroelettrica accumulata di
giorno quando la richiesta è maggiore e conseguentemente il prezzo risulta maggiore
ottenendo così un guadagno netto.

L'energia idroelettrica è la principale risorsa alternativa alle fonti fossili usata in Italia e
garantisce circa il 15% del fabbisogno energetico italiano. La sua importanza in passato
fu molto più grande perché dagli inizi del XX secolo sino al primo dopoguerra l'energia
idroelettrica rappresentava la stragrande maggioranza dell'energia prodotta in Italia

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9 Inglese: Nelson Mandela, Gandhi, Martin Luther King jr.

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10 Francese: Scambio culturale a Bordeaux e città

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11 Musica: il Blues ed i suoi derivati


Il blues è una forma musicale vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata
da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso, nella melodia, delle cosiddette
blue note. Le radici del blues sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi
afroamericani nelle piantagioni degli stati meridionali degli Stati Uniti d'America (la
cosiddetta Cotton Belt). La struttura antifonale (di chiamata e risposta) e l'uso delle blue
note (un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che
in Italia valse al blues il nomignolo di musica stonata) apparentano il blues alle forme
musicali dell'Africa occidentale. Molti degli stili della musica popolare moderna
derivano o sono stati fortemente influenzati dal blues. Sebbene ragtime e spiritual non
abbiano la stessa origine del blues, questi tre stili musicali afroamericani si sono
fortemente influenzati tra loro. Altri generi sono derivazioni o comunque sono stati
fortemente influenzati da questi: jazz, bluegrass, rhythm and blues, talking blues, rock
and roll, hard rock, hip-hop, musica pop in genere. La ricerca musicale di molti artisti ha
portato il blues, e soprattutto il jazz, a contatto con molteplici realtà musicali, creando
stili sempre nuovi e differenti.
Blues deriva dall'espressione "to have the blue devils" (letteralmente: avere i diavoli blu)
col significato di "essere triste" e per questo motivo, nella lingua inglese il colore blu
viene comunemente associato alla sofferenza, alla tristezza, all'infelicità e alla
malinconia.
Come per molte forme di musica popolare, le origini del blues sono oggetto di molte
discussioni.
In particolare, non c'è una precisa data di nascita per questo genere musicale: la traccia
più antica di una forma musicale simile al blues è il racconto che, nel 1901, fece un
archeologo del Mississippi, descrivendo il canto di lavoratori neri che sembra avere
affinità melodiche e liriche con il blues. Non è, dunque, possibile stabilire con esattezza
una data che segni l'origine del genere, tuttavia un anno fondamentale fu il 1865, anno
dell'abolizione della schiavitù negli Stati Uniti d'America: ottenuta la libertà, numerosi ex
schiavi-musicisti iniziarono a portare la loro musica fuori dalle piantagioni e, nel giro di
qualche decennio, questo genere fu noto ai più fino a giungere alle prime attestazioni
che ci sono pervenute. Uno dei più importanti antenati del blues è senz'altro lo
spiritual, una forma di canto devozionale nato dalle riunioni di devoti durante il Grande
risveglio.
dei primi anni del XIX secolo. Di argomento malinconico e appassionato, rispetto al
blues gli spiritual avevano accenti meno personali e rivolti alla persona del cantante,
riferendosi spesso alla condizione dell'umanità in generale e al suo rapporto con Dio, e
i testi erano corrispondentemente meno profani.

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Altri antenati del blues vanno cercati fra le work song (canzone di lavoro) degli schiavi
di colore (field hollers) e di altra provenienza (canti dei portuali o stevedore; canti dei
manovali o roustabout), che risuonavano in America all'epoca della Guerra di
secessione (e anche negli anni successivi, in cui la condizione di soggezione e povertà
degli afroamericani persistette nonostante l'abolizione della schiavitù). Da questi il blues
ereditò probabilmente la sua struttura di call and response ("chiamata e risposta"), di
origine Africana, mutuando invece la sua struttura armonica e strumentale dalla
tradizione europea.
Molte delle caratteristiche del blues, a cominciare dalla struttura antifonale e dall'uso
delle blue notes, possono essere fatte risalire alla musica africana. Sylviane Diouf ha
individuato molti tratti, tra cui l'uso di melismi e la pesante intonazione nasale, che
fanno pensare a parentele con la musica dell'Africa centrale e occidentale.
Il blues ha una struttura relativamente semplice sia per la parte musicale che per quella
del testo. Lo schema musicale fa uso prevalentemente della scala pentatonica minore
(in Do: Do, Mib, Fa, Sol, Sib, Do) e della scala blues (in Do: Do, Mib, Fa, Solb, Sol, Sib, Do)
e si snoda lungo tre frasi da quattro battute ognuna, basate su tre accordi fondamentali.

La sua struttura metrica è generalmente di 12 misure (o battute), ma esistono anche


blues di 16 o 24 misure, generalmente grazie all'introduzione di segmenti addizionali di
4 misure con varie funzioni e strutture tematiche. Armonicamente presenta la
progressione tipica tonica-sottodominante-dominante, distribuita sulle dodici misure.
La melodia o il canto hanno un impianto antifonale di domanda-risposta, solitamente
divisa in tre parti: domanda nelle prime 4 misure, risposta nelle successive 4 e
conclusione nelle ultime. Il blues produce un senso di indefinitezza tonale, dato dall'uso
di scale pentatoniche e del loro adattamento alle varie scale europee. Il terzo grado e il
settimo della scala diatonica vengono abbassati. Si noti che questo comporta una
dissonanza caratteristica tra l'armonizzazione (che nel blues maggiore, usa terze
maggiori) e la melodia (le cui scale tipiche usano terze minori): questo modo di cantare
in minore su maggiore rappresenta una delle ambiguità tipiche del blues.
Nel caso del blues in 12 misure, il testo si articola in versi di tre strofe in cui le prime
due si ripetono e, generalmente, è molto esplicito, con frequenti riferimenti al sesso.

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12 Educazione Fisica : l'Hit Ball


L'hit- ball trae le sue origini da un progetto sperimentale scolastico iniziato nel 1978 da
Luigi Gigante, professore di educazione fisica della scuola media statale "Antonio
Gramsci" in via Brofferio a Settimo Torinese. Derivazione diretta di quello che allora si
chiamava "baraonda", che era una variante sperimentale del calcio svedese (calcio
seduto), l'hit ball vede la luce nel dicembre del 1978, quando il moderno impianto di
regole inizia a prendere forma. Dopo alcuni anni di sperimentazione, il primo
regolamento di gioco depositato alla SIAE è datato 1986. Nel 1989 nasce la prima
società sportiva che inizia l'avviamento alla pratica agonistica. Nel 1991 vengono
depositati i brevetti per le attrezzature. Negli anni seguenti l'hit ball viene presentato in
molte scuole della provincia di Torino e nel 1992 lo stesso Luigi Gigante fonda la FIHB
(Federazione Italiana Hit Ball), che da allora organizza ogni anno i campionati nazionali
italiani. Il comune e la provincia di Torino sono i territori dove l'hit ball è maggiormente
diffuso e radicato. Proprio a Torino, dal 2002, esiste un impianto dedicato
esclusivamente alla pratica dell'hit ball, denominato "Palahit" e situato in via Andrea
Sansovino 130/B a Torino.
VEDIAMO ORA COME SI GIOCA

Lo scopo del gioco è quello di segnare più reti (hits) della squadra avversaria. Un hit è
valido quando l'azione che lo ha determinato è regolare e non compromessa da
un'infrazione e quando il pallone ha superato completamente la linea di porta e il suo
ideale proseguimento verticale.La partita si divide in tre tempi da 15 minuti ciascuno,
intervallati da 5 minuti di pausa al termine dei quali le squadre cambiano campo. Per
garantire uguali condizioni ai contendenti, il terzo tempo è diviso in due parti (ciascuna
da 7 minuti e mezzo) ma senza intervallo: al segnale dell'arbitro le squadre si
scambiano semplicemente di campo e il gioco riprende. Il tempo viene stoppato
soltanto in caso di incidenti o per qualunque interruzione di gioco rilevante.
L'Hit ball è uno sport di squadra, in cui due squadre di cinque giocatori ciascuna si
affrontano, a campi divisi, con lo scopo di segnare punti nella porta avversaria. Il
campo, per essere omologato per gli incontri agonistici, deve essere un parallelepipedo
avente le seguenti caratteristiche: lunghezza compresa tra i 18 e i 28 metri, larghezza
compresa tra gli 8 e i 16 metri e altezza pari o superiore a 3 metri. Sono considerate
ideali le misure di metri 20 x 10 x 4. Le pareti laterali e il soffitto devono consentire il
rimbalzo in gioco della palla. Il lato corto del parallelepipedo ospita le porte, lunghe
come tutto il lato (10 m), alte 2,30 metri e munite di reti nella parte posteriore ed
esterna al terreno di gioco.

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12.1 Le linee
Il piano di gioco è diviso dalla linea centrale in due metà campo quadrate di 10 metri di
lato ognuna, aventi entrambe un lato di porta, due lati chiusi e un lato in comune con
l'altra metà (oltre ovviamente al soffitto). Le linee si sviluppano per tutta la larghezza del
piano di gioco e parallelamente alla linea centrale; in particolare, a 2 metri di distanza
dalla linea centrale si trova la linea di tiro, a 6 metri la linea di difesa e a 10 metri la linea
di porta. Esse dividono ogni metà campo in tre zone:

12.2 Le zone

12.2.1 Zona Franca


Si estende tra la linea di metà campo e la linea di tiro (o linea d'attacco). Vi si può
entrare per contendere e recuperare palloni vaganti e passarli indietro o per effettuare il
muro difensivo, ma non per effettuare il tiro decisivo.

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12.2.2 Zona d'attacco


Si estende tra la linea di tiro e la linea di difesa. Un hit realizzato da qui vale un punto.

12.2.3 Zona di difesa


Si estende tra la linea di difesa e la linea di porta.
Un hit realizzato da qui vale 2 punti.

12.3 Regole

I giocatori devono essere muniti di appositi bracciali protettivi, che proteggano


entrambi gli arti superiori dal polso a metà avambraccio.Tutte le situazioni che
prevedono l'interruzione del gioco da parte dell'arbitro si dicono FISCHI. A seguito di
un fischio nessun giocatore può colpire la palla fino alla ripresa effettiva del gioco, che
avviene con una rimessa a favore della squadra che non ha causato l'interruzione, anche
se involontaria. I più comuni fischi sono:

• Invasione del campo avversario (solo se vantaggiosa e/o pericolosa)


• Scadere dei 5 secondi disponibili per ciascuna azione di gioco
• Attribuzione dei punti a seguito di hits validi
• Eventuali ammonizioni o espulsioni di giocatori
• Inizio e fine di ogni tempo di gioco
L'arbitro è tenuto comunque a interrompere il gioco in qualsiasi momento per infortuni
o situazioni di pericolo di qualsiasi genere. Bracciali rotti, scarpe slegate e cose simili
non costituiscono motivo di interruzione per cui il giocatore interessato deve
provvedere facendosi sostituire da un compagno di squadra.

Un'altra regola dell'hit ball sono le azioni BRUCIATE, cioè azioni di cui è annullata la
validità in seguito ad una azione non regolare, ma che non comportano un'interruzione
della partita, al contrario dei fischi. Per esempio se un giocatore realizza un hit durante
un'azione bruciata, quell'hit non sarà convalidato. In questo modo si favorisce la
continuità e la velocità del gioco. Un'azione risulta bruciata nei seguenti casi:
• colpo decisivo effettuato volontariamente con parti del corpo che non siano gli

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arti superiori
• colpo decisivo effettuato in zona franca (al di là della linea di tiro)
• pallone trattenuto o accompagnato
• doppio tocco consecutivo (anche involontario) del pallone da parte di un
giocatore
• permanenza di più di tre giocatori in zona di difesa (al di qua della linea di
difesa)
L'arbitro provvede a segnalare l'azione bruciata sollevando il braccio e specificandone a
voce alta l'infrazione.

Per finire un giocatore può essere ammonito per diversi motivi (gioco scorretto o
antisportivo, gioco pericoloso, comportamento antisportivo).
L'espulsione avviene alla seconda ammonizione o in seguito a comportamenti
particolarmente gravi. In caso di espulsione la squadra dovrà scontare 5 minuti di
inferiorità numerica ai termini dei quali il giocatore potrà essere sostituito. Un giocatore
espulso non può più ritornare in campo per tutta la durata dell'incontro.

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