a cura di
Ismaele Tahiri
I Diritti Umani (o Diritti dell’uomo, in inglese human rights) sono una concezione filosofico-politica che, accolta come
fondamento giuridico dalle Costituzioni moderne, descrive i Diritti inalienabili che ogni essere umano possiede.
Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani.Dopo questa solenne deliberazione, l'Assemblea delle Nazioni Unite diede istruzioni al Segretario
Generale di provvedere a diffondere ampiamente questa Dichiarazione e, a tal fine, di pubblicarne e distribuirne il testo
non soltanto nelle cinque lingue ufficiali dell'Organizzazione internazionale, ma anche in quante altre lingue fosse
possibile usando ogni mezzo a sua disposizione.Il testo ufficiale della Dichiarazione è disponibile nelle lingue ufficiali
delle Nazioni Unite, cioè cinese, francese, inglese, russo e spagnolo. Nella seguente Dichiarazione sono presenti 30
articoli sui Diritti dell’uomo.
UN.
The United Nations Organization, in acronym UN, abbreviated to United Nations, is a global intergovernmental
organization. Among its main objectives are the maintenance of world peace and security, the development of
friendly relations between nations, the pursuit of international cooperation and the harmonization of the various
actions carried out for these purposes by its members. The UN is the largest, best known, most internationally
represented and most powerful intergovernmental organization in the world. It is headquartered internationally in
New York, while other main offices are located in Geneva, Nairobi and Vienna.
Established after World War II with the aim of preventing future conflicts, it replaced the ineffective League of
Nations. The process leading to its founding began on April 25, 1945, when representatives of 50 governments
met in San Francisco for a conference starting to draft the United Nations Charter, which was approved on June 25
of the same year and entered into force on October 24 following, the official start date of the activities. Under the
Charter, the organization's objectives will include the maintenance of international peace and security, the
protection of human rights, the provision of humanitarian aid, the promotion of sustainable development and the
respect of international law. At the time of its founding, the UN had 51 member states, a number that later grew to
193 2011, representing the vast majority of sovereign states in the world.
Vorrei aggiungere che non sempre vengo rispettati i
diritti umani, perché in alcuni paesi ci sono delle leggi
che negano alle donne di fare sport oppure di essere
libere nel modo in cui si vestono.
Negli anni 70’ ci furono molte persone che
combatterono per i propri diritti e per questo furono
mandati in carcere. Un esempio è quello di Nelson
Mandela che per i propri diritti fu mandato in carcere
per ventisette anni. Sempre in quel periodo ci furono
artisti che dipinsero lo scenario di quegli anni.
Un esempio è quello di Giuseppe Pellizza da Volpedo,
che con la sua opera “Il quarto stato” denuncia le
condizioni di povertà in cui erano catapultati i contadini.
Correre, inseguire un pallone, fare goal e poi ancora esultare: in quel sussulto, in quell’urlo
liberatorio, risiede l’essenza dello sport. La corsa a volte non è soltanto contro il cronometro, ma
anche contro il tempo della storia. Sfidava quelle lancette Kamia Yousufi (velocista afghana e
portabandiera olimpica), stabilendo a Tokio il record nazionale sui 100 metri. Abbattere il muro
del tempo è riuscito a Kamia, ma il suo scatto non è stato veloce quanto l’avanzata parallela degli
studenti coranici; così mentre lei volava sul tartan della pista di atletica, a Kabul trionfava
l’oscurantismo. In Afghanistan la paura di quello che accadeva tra il 1996 e il 2001 all’epoca del
regime talebano tornava ad essere realtà. I talebani hanno deciso che alle donne sarà vietato fare
sport, perché non “è necessario” ed “espone i loro corpi”. Il divieto è scattato per una partita di
cricket che le afghane avrebbero dovuto giocare in Australia, ma è stato esteso a tutti gli sport.
Il giorno 11 gennaio 2002, il governo degli Stati Uniti d’America, allora presieduto da
George W. Bush, ha aperto un campo di prigionia all'interno della base, finalizzandolo alla
detenzione di prigionieri catturati in Afghanistan e in Pakistan, anche tramite
extraordinary rendition, ritenuti collegati ad attività terroristiche, coniando il nuovo status
di "combattenti nemici illegali", non contemplato nel lessico del diritto umanitario.
Guantánamo è una struttura detentiva statunitense di massima sicurezza interna alla base
navale di Guantánamo, sull'isola di Cuba.
Il campo è noto all’opinione pubblica mondiale per via delle sistematiche violazioni delle
Convinzioni di Ginevra riguardo ai prigionieri di guerra, quali detenzioni a tempo
indefinito senza previo processo e torture, ivi perpetrate prevalentemente su prigionieri
ritenuti connessi al terrorismo di matrice islamica.
Nelson Rolihlahla Mandela è stato un politico e attivista sudafricano, presidente del Sudafrica dal
1994 al 1999.
Antagonista, con il predecessore Frederik de Clerk, dell'apartheid e insieme a questi insignito del
Premio Nobel per la pace nel 1993, Mandela fu il primo presidente sudafricano non bianco a
ricoprire tale carica; attivista per i diritti civili e avvocato, aveva scontato 27 anni di carcere per la
sua lotta al segregazionismo razziale.
Rivoluzionario e successivamente uomo di un governo di riconciliazione e pacificazione, fu a
lungo uno dei leader del movimento anti-apartheid ed ebbe un ruolo determinante nella caduta di
tale regime, pur passando in carcere gran parte degli anni dell'attivismo anti-segregazionista.
Uomo simbolo dell'uguaglianza e dell'antirazzismo, premio Nobel, Premio Lenin per la pace e
Premio Sakharov per la Libertà di pensiero, ha saputo dosare differenti approcci politici e
pragmatici alla lotta di liberazione del suo popolo, dalle iniziali teorie di opposizione non violenta
di Gandhi, che tenterà anche in seguito di anteporre, alla armata.
Il quarto stato è un dipinto a olio su tela (293×545 cm) del pittore italiano Giuseppe Pellizza da
Volpedo, realizzato dal 1898 al 1901 e conservato al Museo del Novecento di Milano .Pellizza
incominciò a lavorare a un bozzetto degli Ambasciatori della fame nel 1891, dopo aver assistito a
una manifestazione di protesta di un gruppo di operai. L'artista rimase molto impressionato dalla
scena, tanto che annotò nel suo diario. L’abbozzo venne completato nell'aprile del 1894. Il tema è
una rivolta operaia nella piazza Malaspina a Volpedo, in provincia di Alessandria, con tre soggetti
posti davanti alla folla in protesta: la scena è vista dall'alto, e le figure sono distribuite su linee
ortogonali. Nonostante la composizione ancora «embrionale» dell'opera, com'ebbe ad affermare lo
stesso artista più tardi, Ambasciatori della fame si imposta già come caposaldo per le successive
redazioni dell'opera, che pure presenteranno come peculiarità il terzetto posto dinanzi alla massa di
gente sullo sfondo e lo stacco d'ombra in primo piano.
In fine vorrei ribadire un’altra volta che noi siamo tutti uguali e ce lo dimostra anche la
scienza. Bianchi, neri, gialli, poco importa: sotto la pelle siamo tutti uguali. A dirlo
sono diversi studi sul Dna arrivati tutti alla stessa conclusione: guardando al codice
genetico è impossibile dire se una persona è caucasica, africana o asiatica perché dal
punto di vista biologico le razze non esistono.
Tutti gli esseri umani hanno in comune il 99,9% del Dna. C’è poi una piccola parte che
varia da persona a persona, ma non sulla base del gruppo etnico di appartenenza. I geni
di un bianco sono simili (e nello stesso tempo diversi) a quelli di un altro bianco, come
lo sono a quelli di un nero o di un asiatico. Uno studio ha mostrato che quando gli
scienziati cercano di indovinare l’origine etnica di una persona guardando i suoi geni,
sbagliano due volte su tre.
L’analisi degli studi fin qui fatti sul genoma umano è stata condotta dalla Howard
University di Washington e pubblicata in un’edizione speciale dalla rivista scientifica
britannica Nature Genetics. Le conclusioni della ricerca di fatto demoliscono le teorie
razziste sulla supremazia bianca e mandano definitivamente in pensione i tentativi di
dare un’origine etnica a caratteristiche positive o negative delle persone.
L’etnicità, dicono i ricercatori, non ha nulla di biologico ed è quasi interamente una
costruzione sociale e culturale. “L’unicità degli individui e l’universalità del genere
umano emersi dalla mappatura del genoma dell’uomo spazzano via i modelli biologici
esistenti o le categorizzazioni razziali o etniche”, hanno detto Charmaine Royal e
Georgia Duston che hanno coordinato la ricerca della Howard university, un ateneo
tradizionalmente nero dove la maggioranza degli studenti e dei docenti sono afro-
americani e che ha tra i suoi collaboratori il genetista Francis Collins, uno degli artefici
del progetto Genoma umano.