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GENOCIGIO IN RUANDA ll genocidio del Ruanda fu uno dei pi sanguinosi episodi della storia del XX secolo.

Dal 6 aprile alla met di luglio del 1994, per circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente (a colpi di armi da fuoco, machete pangas e bastoni chiodati) tra 800.000 e 1.000.000 persone. Le vittime furono prevalentemente Tutsi. Tutto ebbe inizio nel 1924 quando la regione Rwanda, esplorata a fine 800 dai tedeschi, venne affidata con mandato della Societ delle Nazioni al Belgio. Forti delle teorie fisiognomiche ottocentesche, i belgi si appoggiarono, nello sfruttamento coloniale, alletnia tutsi, che avevano unificato il Paese e instaurato un regime monarchico di tipo feudale, sottomettendo gli hutu e i twa. I tre gruppi, tutsi, hutu e twa, vivevano insieme da almeno cinque secoli e aveva la stessa lingua, religione e cultura. Per la loro conformazione fisica, pi vicina agli standard occidentali, i tutsi, alti, magri e dalla carnagione chiara, venivano ritenuti pi intelligenti e adatti a gestire il potere; mentre gli hutu, pi tozzi e scuri, venivano descritti come rozzi e adatti al lavoro dei campi; i twa, pigmei, erano visti come esseri vicini alle scimmie. L'idea di una differenza di tipo razziale fra gli Hutu e i Tutsi legata proprio al primo colonialismo belga in Africa. I coloni belgi si basarono sulla semplice osservazione dell'aspetto fisico degli appartenenti ai diversi gruppi. Addirittura i belgi inseriranno letnia di appartenenza (hutu e tutsi) sui documenti di identit ruandesi aumentando il sentimento di razzismo tra due principali etnie: hutu e tutsi. Lappoggio belga ai tutsi termina quando scoppia una rivoluzione nel 1959, a seguito del malcontento provocato dallo sfruttamento coloniale, che porta gli hutu a ribellarsi ai tutsi e questultimi a progettare lindipendenza del Paese dal Belgio. I colonizzatori sceglieranno allora di appoggiare la rivolta degli hutu perch su una popolazione di 7.300.000, l84 % era hutu, il 15 % era tutsi e l1 % era twa. Dopo il 1959 gli hutu detennero il potere fino al 1994. Infatti il 6 aprile di quellanno l'aereo presidenziale dell'allora presidente Juvnal Habyarimana, al potere con un governo dittatoriale dal 1973, fu abbattuto da un missile terra-aria, mentre il presidente era di ritorno da un colloquio di pace. Molto probabilmente chi ha pianificato lattacco apparteneva alle frange estremiste del partito presidenziale, le quali non accettavano la ratificazione dell'accordo di Arusha (1993) che concedeva al Fronte Patriottico Ruandese (RPF), composto in prevalenza da esiliati Tutsi, un ruolo politico e militare importante all'interno della societ ruandese. Il giorno 7 aprile a Kigali e nelle zone controllate dalle forze governative (FAR, Forze Armate Ruandesi), con il pretesto di una vendetta trasversale, iniziarono i massacri della popolazione Tutsi e di quella parte Hutu imparentata con questi o schierata su posizioni pi moderate, ad opera della Guardia Presidenziale e dei gruppi paramilitari Interahamwe e Impuzamugambi, due gruppi paramilitari principalmente responsabili dell'eccidio, con il supporto dell'esercito governativo. Vennero acquistati dalla Cina, attraverso la ditta Chillington di Kigali, i machete e vennero redatte liste di esponenti tutsi da uccidere. Venne lanciata Radio Machete, la Radio Televisione Libera delle Mille Colline, per coordinare e incitare gli hutu a completare il lavoro di sterminio degli scarafaggi tutsi. Il tutto con il sostegno finanziario e militare della Francia. Il 22 giugno i francesi intervengono con unazione militare umanitaria, lOperazione Turquoise, successivamente riconosciuta dallONU: lintervento viene per utilizzato dai genocidari per proteggere la propria fuga dal Paese. Il

genocidio ruandese ebbe termine nel luglio 1994 con la vittoria dell'RPF nel suo scontro con le forze governative. Giunto a controllare l'intero paese l'RPF attu una risposta al genocidio che aggrav ulteriormente la situazione umanitaria in quanto comport la fuga di circa un milione di profughi Hutu verso i paesi confinanti Burundi, Zaire, Tanzania e Uganda. Numerosi autori delle stragi rimasero impuniti o indirettamente protetti da paesi occidentali, come la Gran Bretagna, a causa dell'assenza di trattati di estradizione con il Ruanda. Di fronte allimpossibilit, per il sistema penale locale, di sottoporre a processo tutti i carcerati, nel 2000 sono state istituite le gacaca, tribunali popolari, che invitano i colpevoli ad ammettere le proprie colpe in cambio di importanti sconti di pena. Tra gli inquisiti vi sono anche sacerdoti cattolici, come il sacerdote Athanase Seromba. L'UNAMIR, missione delle Nazioni Unite il cui scopo era quello di calmare le tensioni etniche nel paese, rest in Ruanda fino all'8 marzo 1996, con l'incarico di assistere e proteggere le popolazioni oggetto del massacro. L'ufficio dell'ONU fu capace di lavorare a pieni ranghi solo dopo il termine del genocidio, e questo ritardo cost alle Nazioni Unite una quantit di accuse che le portarono, nel marzo 1996 appunto, a ritirare i propri contingenti

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