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(Alberto Mario Banti) L'eta Contemporanea dalla Grande


guerra a Oggi
Storia contemporanea (Università degli Studi Roma Tre)

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L'età contemporanea. Dalla Grande guerra ad oggi


Alberto Maria Banti

Capitolo 1. La Grande Guerra
1.1. Giorni d'estate
1914, 28 giugno, Assassinio dell'Arciduca austriaco, Ferdinando.
Agosto, quasi tutti gli Stati stanno per scendere in guerra:

IMPERI CENTRALI INTESA
Germania Francia, Regno Unito, Russia, Serbia
Austria-Ungheria Nel '15 Italia e Bulgaria
Impero Ottomano Nel '17 Portogallo, Romania, Grecia

Sono d'accordo gli intellettuali: Rilke, Marinetti, Anatole France,, persino il giovane Gandhi e
Freud. E anche i partiti socialisti con l'eccezione di quello serbo e del Partito
Socialdemocratico russo.
31 luglio, viene ucciso Jean Jaurès, leader socialista pacifista.
In tutta Europa c'è una rinascita del nazionalismo e una sottovalutazione del tipo di guerra
che si andava a combattere: pensavano che sarebbe durata poco e avrebbe portato benefici
economici. I numeri finali sono di 10milioni di morti, 30milioni di feriti anche con gravi
invalidità e per lo più giovani tra i 18 e i 30 anni.
1.2 La brutalità della guerra
Le trincee in cui i soldati vivono in condizioni igieniche inaccettabili, sono vicinissime, dotate
di tutte le armi tecnologiche esistenti, comprese maschere antigas e filo spinato. Hanno inoltre
a disposizione: mitragliatrici, cannoni, granate (schegge), gas asfissianti, aerei da
combattimento aereo e terrestre.
La tecnica dell'assalto di sfondamento alle trincee nemiche provoca migliaia di morti.
La PROPAGANDA ufficiale esaspera i toni e incita spesso a uno sterminio senza distinzione di
militari e civili e si accompagna a un PATRIOTTISMO BELLICISTA.
1916 ci sono 2milioni e mezzo di volontari contro 16mila obiettori.
Per la prima volta viene creata una COMMISSIONE d'inchiesta per accertare le violenze sui
civili che vengono pubblicizzate per degradare l'immagine del nemico. Ci sono anche false
notizie come quella del soldato crocifisso diffusa dal vescovo di Londra. Come dice lo storico
francese Marc BLOCH: "una falsa notizia nasce sempre da RAPPRESENTAZIONI COLLETTIVE
[...] "è lo specchio in cui" la collettività vede se stessa (p.11). L'avere nobilitato la violenza e la
morte fa capire come milioni di soldati hanno potuto sopportare senza cedere tante difficoltà
e atrocità. Lo storico tedesco George MOSSE parla di assuefazione alla violenza e dal rapporto
quotidiano con la ferocia.
1915 in ANATOLIA ORIENTALE il Partito dei Giovani Turchi del governo ottomano, trasferisce
con la violenza gli ARMENI in Siria per paura che si alleino con i russi
=> 370mila arrivano in Siria, 300mila passano per L'Armenia russa, ne muoiono tra i 300mila
a 1milione. Prima della guerra in Turchia ci sono 1milione e 500mila armeni, dopo, 70mila.
CONTRO la guerra: pochi partiti socialisti e pochi Paesi neutrali che nel
1915 alla Conferenza di Zimmerwald in Svizzera e nel
1916 a Kiental, tra seri dissensi riescono a scrivere il MANIFESTO DI ZIMMERWALD che
contiene un invito esplicito ad abbandonare le armi o a impiegarle per una rivoluzione sociale.
1917, anche Papa Benedetto XV interviene contro la guera e suggerisce una pace senza vinti e
vincitori.
Tuttavia, malgrado questo fino al 1917 quasi nessuno pensa di protestare o ammutinarsi.

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1.3 Disagi e ribellioni


In Europa la guerra è ovunque e coinvolge anche i civili.
Le DONNE ad esempio fanno lavori che una volta facevano solo gli uomini.
La guerra influenza il SITEMA ECONOMICO coordinato dai Governi.
INDUSTRIA BELLICA:
=> aumenta i PROFITTI per gli imprenditori e i SALARI per operai/ie
Mentre
=> salgono i prezzi dei prodotti alimentari per 3 ragioni:
a] diminuzione produzione = rialzo prezzi
b] i primi acquisti sono destinati agli eserciti dal governo
c] le banche centrali hanno emesso più cartamoneta delle riserve in oro per garantire ai
governi denaro necessario agli armamenti, RISULTATO INFLAZIONE e aumento dei prezzi.
1917, è l'anno più difficile soprattutto per chi, come Gran Bretagna e Francia, non ha le risorse
COLONIALI. La Germania fa una guerra sottomarina contro ogni nave diretta verso i porti
nemici: impedire rifornimenti e scambi commerciali.
Per le condizioni di lavoro, le paghe e l'aumento dei prezzi un po' ovunque scoppiano
RIVOLTE, INSUBORDINAZIONI e SCIOPERI.
Malgrado questo prevale il patriottismo e gli eserciti francesi non disertano e non
fraternizzano con il nemico, pochi gli ammutinamenti per i quali aumentano le punizioni.
Nel loro insieme le truppe francesi hanno un trattamento migliore e gli eserciti si
RICOMPATTANO e s'impegnano nell'ultimo anno di guerra. Anche tutti gli altri Paesi sono
pronti per lo sforzo finale meno la RUSSIA dove nel '17 scoppiano 2 RIVOLUZIONI che
causano la fine del regime degli zar e l'uscita anticipata dalla guerra.
Perché crolla la Russia? perché dopo l'assassinio dello zar Alessandro II nel 1881, si è
interrotto il processo d'integrazione e nazionalizzazione delle masse degli anni '80. Sono nate
allora tensioni socio-politiche che si sono aggravate con la guerra e provocano la Rivoluzione
del '17.
1.4 Le prime fasi della guerra (1914-15)
1914 Intesa contro gli IMPERI CENTRALI.
1914, A OVEST, i tedeschi passano per il Belgio neutrale e non difeso e arrivano quasi a Parigi.
I francesi li bloccano prima e il fronte si stabilizza lungo la linea Ypres
(Belgio)/ Arras/Reims/Verdun.
FRONTE ORIENTALE. Sembra quasi che i russi riescano a sfondare le linee tedesche e austro-
ungariche MA a settembre sono bloccati dai tedeschi e il fronte si sposta in
POLONIA.
=> non più una guerra di MOVIMENTO ma di POSIZIONE. (trincee)
1915, entrano nel conflitto ITALIA e BULGARIA.
1.5 L'Italia dalla neutralità all'intervento (1914-15)
1882 TRIPLICE ALLEANZA tra Italia/Austria-Ungheria/Germania.
Il capo del Governo italiano Antonio SALANDRA sceglie di rimanere neutrale perché
l'Austria-Ungheria ha attaccato la Serbia senza avvisare gli alleati.
MOTIVI REALI:
=> non è sicuro che l'Austria-Ungheria restituisca le terre irredente di TRENTO e TRIESTE;
=> l'esercito è provato dalla guerra recente contro l'impero ottomano (1911-12)
=> la posizione particolare geografica dell'Italia la espone agli attacchi della MARINA
BRITANNICA.



ii

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In Italia si formano due schieramenti riguardo all'intervento:



FAVOREVOLI CONTRARI/NEUTRALI
=> 1914, novembre, MUSSOLINI, inizialmente contrario, => GIOLITTI che, anche se sostituito dal governo
cambia idea, si dimette dall'AVANTI! (giornale socialista) Salandra ha ancora molti parlamentari dalla sua
e fonda il POPOLO D'ITALIA. Viene espulso dal PSI;
=> Interventisti DEMOCRATICI (tra cui SALVEMINI, però
parte;
con l'INTESA; => SOCIALISTI, in posizione neutrale, clamorosa
=> Interventisti rivoluzionari (tra cui Mussolini), ex le defezione di Mussolini direttore del loro
sindacalisti, socialisti, anarchici. giornale;
=>Interventisti LIBERALI: il Corriere della Sera diretto da => larga parte del mondo cattolico che segue
Luigi Albertini, seguiti più tardi da SALANDRA e dal
Ministro degli Esteri, Sidney SONNINO. Tra le ragioni
l'orientamento espresso da papa Benedetto XV
della scelta: l'ostilità contro GIOLITTI e la possibilità di
iniziare una politica anti-socialista e anti-sindacale.
=> Interventismo NAZIONALISTA: guerra = rivoluzione
nazional-patriottica (i liberali)

Orientamento del governo e attivismo della propaganda interventista sono determinanti per
la scelta d'intervenire.
1914, autunno Sonnino e Salandra fanno incontri diplomatici con ambedue le parti e
decidono che la migliore alleanza è quella con l'Intesa (Gran Bretagna, Francia e Russia) che
con la firma segreta del PATTO di LONDRA del 1915 s'impegna in caso di vittoria a restituire
le terre irredente (Trentino e Friuli), il Tirolo fino al Brennero, L'Istria senza Fiume, la
Dalmazia, il protettorato sull'Albania, la base di Valona e la provincia turca di Antalia in
Anatolia.
1915, 3 maggio, il governo notifica all'Austria la disdetta della Triplice Alleanza, MA Salandra
non ottiene l'approvazione del Parlamento e quindi si dimette
Gli interventisti fanno manifestazioni favorevoli alla guerra:
=> capeggiati da Gabriele D'ANNUNZIO che gira per l'Italia facendo discorsi molto efficaci a
favore della guerra);
=> con l'appoggio dei gruppi nazionalisti (spesso giovani universitari).
1915, 16 maggio, il re conferma Salandra Presidente del Consiglio, e
20 maggio, ottiene pieni poteri in caso di guerra anche dalla maggioranza giolittiana mentre i
socialisti rimangono neutrali: "né aderire, né sabotare";
23 maggio, dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria.
24 maggio, l'Italia entra in guerra. Il generale Luigi CADORNA è il capo di Stato Maggiore.
cfr. p. 21 I discorsi di D'Annunzio.
1.6 Trincee e assalti (1915-17)
Con l'entrata di Portogallo, Romania e Grecia non cambia molto, ci sono trincee fortificate per
centinaia di chilometri. Con l'ingresso dell'Italia la linea delle trincee segue a nord il corso del
fiume Isonzo e del CARSO (altipiano roccioso).
1915, 4 offensive italiane: 250mila morti, nessun risultato.
1916, controffensiva austro-ungarica per punire il mancato rispetto della Triplice, attacco
bloccato ma cade il governo Salandra sostituito da BOSELLI (tutti i gruppi politici meno
i socialisti).
Situazione simile sul fronte francese:
1916, i tedeschi attaccano a VERDUN, massacro e nessun risultato. Francesi e inglesi
contrattaccano sul fiume Somme, 60mila morti inglesi e nessun risultato.
1915 FRONTE ORIENTALE, i tedeschi sconfiggono i russi e occupano la POLONIA e gli austro-
ungarici occupano definitivamente la SERBIA.
1915-16 GALLIPOLI: tentativo franco-inglese (australiani e neozelandesi) di bloccare i

iii

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rifornimenti al nemico. Dopo mesi alla fine sono sconfitti.


1914 Sul MARE gli incrociatori tedeschi attaccano ovunque sia le navi mercantili che nei porti
e le navi inglesi e francesi, anche nelle colonie, con lo scopo di disturbare anche il
traffico mercantile. All'inizio la guerra CORSARA tedesca funziona. Ma tra fine
1914 e il '15 la marina britannica si riorganizza: blocca o affonda gli incrociatori nemici e,
come controffensiva, organizza un blocco navale sul mare del nord che impedisce
il passaggio alle navi tedesche.
RISULTATO => CONTRABBANDO affidato alle navi dei paesi neutrali (Olanda e Scandinavia)
=> SOTTOMARINI che i tedeschi utilizzano contro le navi mercantili dirette in
Gran Bretagna (aprile-agosto 1915) MA il
7 maggio 1915 i tedeschi affondano il transatlantico inglese LUSITANIA (tra NY e Liverpool)
con a bordo 128 cittadini statunitensi. Le proteste degli Stati Uniti e di altri
stati neutrali fanno cessare questa prima fase di guerra sottomarina.
1916, 31 maggio/2 giugno, Il blocco navale britannico viene interrotto dopo la battaglia
navale al largo della costa danese in cui vincono i tedeschi.
1.7 La fase conclusiva
1917, i tedeschi vittoriosi riprendono la guerra con i SOTTOMARINI. In pochi mesi affondano
molte navi mercantili, ma siccome molte di esse battono bandiera statunitense, il
governo degli Stati Uniti ( Presidente WILSON) nell'aprile del 1917, dichiara guerra alla
Germania e ai suoi alleati.
Nel corso della guerra l'economia statunitense ha stretto forti legami con i paesi dell'Intesa:
=> aumento import-export con Francia e Regno Unito: le imprese produttrici di ARMI hanno
avuto con l'Intesa un enorme giro di affari;
=> le BANCHE hanno concesso enormi prestiti a Francia e Inghilterra.
Quindi entrare in guerra vuol dire anche proteggere i propri interessi economici MA l'esercito
americano è su base volontari e dopo la dichiarazione di guerra invece dei 700mila soldati
necessari ce n'erano solo circa 4mila. Hanno dovuto fare ricorso alla COSCRIZIONE
obbligatoria per raggiungere un milione e 800mila uomini che però dovevano essere
addestrati. Così gli Stati Uniti sono stati in grado di entrare in guerra solo nel 1918.
Nel frattempo le truppe europee sono stanche fisicamente e psicologicamente.
1917, marzo, RUSSIA: una prima rivoluzione porta all'abdicazione dello zar;
1917, ottobre, seconda rivoluzione guidata dalla fazione BOLSCEVICA del Partito Socialista;
1918, 3 marzo il risultato: Repubblica Socialista e TRATTATO di pace con la Germania (Brest-
Litovsk).
FRONTE OCCIDENTALE dove i tedeschi hanno aumentato le truppe dopo il ritiro dei Russi.
1917, 24 ottobre, CAPORETTO, ritirata italiana che si trasforma in fuga disordinata Gli austro-
tedeschi avanzano fino al fiume PIAVE dove vengono fermati dagli italiani che sono
riusciti a riorganizzarsi.
CONSEGUENZE POLITICHE di Caporetto:
=> sostituzione di generali da Cadorna a Diaz e con lui ci sono dei
MIGLIORAMENTI:
=> una propaganda nazional-patriottica per motivare le truppe
=> condizioni dei soldati: + cibo, + licenze, + divertimenti.
Intanto la guida del governo passa da Boselli a Vittorio Emanuele ORLANDO.
1918, gli austro-tedeschi cercano la vittoria finale con 2 grandi offensive contro il FRONTE
FRANCESE e la LINEA DEL PIAVE. I due fronti reggono e intanto, in agosto, arrivano gli
AMERICANI che con i CARRI ARMATI vincono sul fronte occidentale.
1918, settembre la Germania inizia le trattative per l'armistizio, MENTRE:
settembre/ottobre, i Francesi ottengono la resa dei bulgari e
gli inglesi quella degli ottomani.

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fine ottobre VITTORIO VENETO, gli italiani sconfiggono gli austro-tedeschi e


riconquistano ben oltre i territori persi a Caporetto.
3 novembre, on valore il 4, l'Austria FIRMA l'ARMISTIZIO con l'Italia.
Sul FRONTE OCCIDENTALE, dopo la vittoria americana, le trattative per l'armistizio si erano
fermate ma le notizie che arrivano dagli altri fronti provocano in GERMANIA una grave crisi
politica:
1918, 9 novembre, RIVOLUZIONE a Berlino, l'imperatore Guglielmo II fugge e viene eletto un
Presidente del Consiglio socialdemocratico, EBERT, e viene proclamata la
REPUBBLICA.
11 novembre, firma dell'ARMISTIZIO tra i rappresentanti del nuovo governo della
Repubblica Tedesca e le forze dell'Intesa.
FINE DELLA GUERRA.
1.8 Le conseguenze geopolitiche della guerra
1.8.1 I 14 punti di Wilson
1918, gennaio, il Presidente americano Wilson fissa le richieste in 14 punti tra queste:
la libertà di navigazione; la rinuncia alla diplomazia segreta; il disarmo generale; la
reintroduzione di rapporti commerciali liberistici; l'autodeterminazione dei popoli per
ridisegnare la carta politica d'Europa; la creazione di un organismo internazionale che si
assicuri che i principi vengano osservati e si occupi di trovare soluzioni pacifiche ai conflitti
internazionali.
Per l'America quella stipulata deve essere una PACE SENZA VINCITORI ma tale richiesta
risulta irrealizzabile: Francia e Inghilterra vogliono punire la Germania e l'Italia rivendica ciò
che le è stato promesso. E tutti i punti sembrano più che altro un'UTOPIA.
1.8.2 La conferenza di pace
1919, 18 gennaio a VERSAILLES, la conferenza di pace è legata a 4 eventi:
a] in RUSSIA dal 1917 l'impero zarista è stato sostituito da una Repubblica Socialista;
b] dal 9 novembre anche l'Impero tedesco è stato sostituito da una Repubblica
Democratica;
c] l'IMPERO AUSTRO-UNGARICO si è disgregato nel corso della guerra:
1918, 16 ottobre a Vienna il nuovo imperatore, Carlo I
d'Asburgo, nomina una commissione per riformare
l'impero in modo FEDERALE ma è tardi: cechi, slavi,
ungheresi e polacchi proclamano la loro
indipendenza e l'11 novembre l'imperatore ABDICA.
d] l'IMPERO OTTOMANO è travolto dalla guerra. Si ribella tutta l'area ARABA a cui
il governo britannico promette la formazione di uno stato SAUDITA indipendente.
Alla GRECIA promette la formazione di una grande Grecia con la Tracia e parte
della Turchia.
MOVIMENTO SIONISTA: già nel 1917 (31 ottobre), il ministro degli esteri britannico
aveva inviato una lettera ufficiale a Lord Walter ROTHSCHILD (pron. roscild) in cui si
dichiarava favorevole alla costituzione di una PATRIA NAZIONALE (national home) per il
popolo ebraico. L'espressione è volutamente ambigua, non parla di uno STATO ebraico. Le
truppe britanniche si stanno impadronendo della Palestina per questo per loro è importante il
sostegno morale, culturale ed ECONOMICO della comunità ebraica.
Tutto questo contribuisce alla sconfitta dell'Impero Ottomano dopo di che l'Intesa occupa le
aree strategiche in MEDIO ORIENTE e in TURCHIA.
1918, 13 novembre, occupazione di Istanbul.
1919, il Consiglio superiore delle potenze dell'Intesa autorizza le truppe greche a occupare
Smirne e l'area circostante.

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1.8.3 La Repubblica tedesca


La Repubblica tedesca ha pesantissime condizioni di pace:
=> alla FRANCIA: Alsazia e Lorena
=> alla POLONIA: Slesia, Posnania e Pomerania
=> Danzica viene proclamata città libera
=> a Regno Unito, Francia e Giappone: le COLONIE tedesche
In più deve: risarcire i danni, abolire la coscrizione obbligatoria, limitare l'ESERCITO a
100mila unità, rinunciare alla FLOTTA di guerra e, per 15 anni truppe francesi, inglesi e
belghe controlleranno la fascia del RENO che deve rimanere smilitarizzata.
1.8.4 L'Austria e i nuovi Stati
Dalla frantumazione dell'Impero austro-ungarico emergono: la Repubblica d'Austria, la
Repubblica d'Ungheria che perde la Transleitania (un gruppo di Stati associati all'Ungheria,
poi entrati nell'Impero austro-ungarico: Croazia, Dalmazia, Montenegro, Bosnia, Serbia ecc.,
con lingue differenti) che formano la JUGOSLAVIA e la ROMANIA, mentre BOEMIA, MORAVIA
e SLOVACCHIA formano la Repubblica Cecoslovacca.
All'Italia vanno Trento, Trieste e l'Istria, non la Dalmazia dove ha solo ZARA.
1.8.5 La Russia
La Repubblica socialista di Russia non viene riconosciuta mentre, per indebolirla, sono
riconosciute, FINLANDIA, ESTONIA, LETTONIA, LITUANIA.
1.8.6 L'Irlanda
1914, settembre, Home rule, Costituzione dello Stato Libero d'IRLANDA autonomo dal Regno
Unito con esclusione dell'ULSTER. Ma la home rule viene rimandata quando scoppia la guerra
e 200mila irlandesi si arruolano nell'esercito britannico.
1916, Dublino, tentativo di rivolta dei nazionalisti che pensano di conquistare l'indipendenza.
Viene proclamata la Repubblica d'Irlanda, ma la rivolta finisce dopo settimane di scontri in cui
muoiono 300 irlandesi, 116 inglesi. La reazione britannica è molto dura: 15 giustiziati, 2mila
persone imprigionate. RISULTATO: aumentano i nazionalisti del Partito SINN FEIN che è
appoggiato dalla chiesa cattolica.
1918, prime elezioni del dopoguerra: il partito che appoggia l'Home rule passa da 68 a 6 seggi
mentre l'altro partito Sin Fein passa da 7 a 73 seggi. Viene proclamata l'indipendenza.
1919/1921, si verificano durissimi scontri tra Sinn Fein, una parte del quale si fa chiamare
IRISH REPUBLICAN ARMY (IRA) e il governo inglese con i Black & Tans.
Fine 1921, una delegazione dell'assemblea irlandese guidata da MICHAEL COLLINS firma con
il governo inglese il Trattato anglo-irlandese che fonda lo STATO LIBERO
d'IRLANDA con esclusione dell'USLER. L'Irlanda fa quindi parte dell'impero
britannico dal punto di vista economico e politico ma è costituzionalmente
autonoma.
1922, A seguito della firma del trattato si crea una profonda spaccatura che provoca una
guerra civile.
1923, lo Stato Libero d'Irlanda che ha l'appoggio del governo britannico, riesce ad imporsi.
Molti morti, tra cui lo stesso Collins e il disaccordo tra i due gruppi continua anche negli
anni successivi.
1.8.7 La Turchia
1919, l'impero ottomano sembra destinato a scomparire. Ma in ANATOLIA, Mustafà KEMAL,
ex ufficiale ottomano, rilancia gli ideali del nazionalismo turco.
1920, molti rispondono al suo appello e si riuniscono ad ANKARA. Sono contro il sultano
Maometto VI e contro il Trattato di pace di Sévres imposto dall'Intesa che prevede
Bosforo e Dardanelli come zone internazionalizzate; Smirne e isole dell'Egeo alla
Grecia: Dodecaneso e Rodi all'Italia. Kemal s'impone anche per paura della minaccia
greca.

vi

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1921, giugno, l'esercito greco parte da Smirne e si dirige su Ankara per occupare l'Anatolia.
Infieriscono brutalmente anche contro i civili.
In estate, controffensiva di Kemal e ritirata dei Greci. Le popolazioni greche fuggono
verso la costa, i soldati greci in ritirata distruggono anche le proprie case e i soldati
turchi distruggono il resto.
1922, 3 settembre, l'esercito greco radunato a Smirne fugge per mare;
9 settembre, arrivano i turchi e viene compiuto ogni tipo di violenza contro i profughi
greci.
1922, 13 settembre, scoppiano incendi che continuano per giorni, migliaia i morti;
22 settembre, finito l'incendio il porto di Smirne è semidistrutto. Molti greci sono
riusciti ad imbarcarsi ma nei mesi seguenti la popolazione greca viene cacciata da
tutta la Turchia.
ottobre, Kemal firma un armistizio con le forze occupanti: Possono tenere delle forze
militari a Istanbul a patto che tutta la Turchia sia riconosciuta come parte del nuovo
Stato indipendente turco.
novembre, Maometto VI è costretto all'esilio.
1923, 29 ottobre, costituzione della Repubblica di Turchia riconosciuta anche dal Trattato di
Losanna, 24 luglio, che prevede anche la deportazione di turchi dalle isole dell'Egeo e dalla
Macedonia greca in Turchia, mentre un milione di greci sono spostati dalla Turchia in Grecia.
Si tratta di PULIZIA ETNICA che crea una Turchia di soli turchi musulmani, una volta
annientati gli ARMENI e cacciati i GRECI.
1.8.8 Il Medio Oriente
Tra il 1920-1922 vengono formati Stati indipendenti controllati da Francia e Regno Unito.
Regno Unito: Palestina, Transgiordania, Iraq, Kuwait insieme ad aree sulla costa sud-orientale
della penisola arabica. Un rapporto diplomatico, politico ed economico privilegiato con:
Arabia Saudita e Yemen.
Francia: Siria e Libano.
1.8.9 La Società delle Nazioni
La pace di Versailles e i vari Trattati non rispecchiano i 14 punti del Presidente Wilson che a
gennaio 1920 crea la Società delle Nazioni, un organismo sovranazionale con sede a Ginevra
(Svizzera). Gli Stati che aderiscono s'impegnano a rispettare il territorio e l'indipendenza
politica degli Stati membri. Chi viòla le condizioni è soggetto a sanzioni economiche.
ORGANI della società: Assemblea degli Stati e il Consiglio Direttivo di cui fanno parte le 5
potenze vincitrici più altri 4 Stati eletti ogni 3 anni dall'Assemblea.
Ma il Senato americano a maggioranza Repubblicana (Wilson è Democratico) rifiuta
l'adesione così la Società nasce, fin dall'inizio, molto debole.

CAPITOLO 2 La Russia Rivoluzionaria

2.1] Due rivoluzioni, una a febbraio e l'altra a ottobre.
Lo zar e la stato maggiore non si sono preoccupati di salvare a vita ai propri soldati (anche per
qualità di armamenti) e quindi la Russia è il paese che ha il maggior numero di perdite.

-- La produzione agricola e industriale non soddisfa più la domanda interna.
-- Il blocco navale inglese e le incursioni sottomarine tedesche
-- il blocco dei Dardanelli e del Bosforo da parte dell'Impero ottomano annulla il commercio
nel Mar Nero
-- 1916 cattiva annata agricola e i prezzi dei generi alimentari vanno alle stelle.

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Lo zar cambia il nome di San Pietroburgo in Pietrogrado, lì c'è il governo e il Parlamento


(DUMA) e l'industria Putilov, la principale fabbrica di ARMI. Dal 1917 i suoi operai e quelli di
altre fabbriche dei dintorni sono in agitazione.:
Inizio gennaio manifestazione x commemorare la rivoluzione del 1905
dal 18 febbraio sono in sciopero per avere aumenti salariali
23 febbraio GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA
Agli slogan per l'emancipazione della donna se ne uniscono altri; per il PANE, e CONTRO i
capitalisti, il governo la DUMA e anche lo zar.
Lo zar è andato al fronte e per il momento il governo non interviene, ma dopo due giorni e
malgrado il freddo la gente continua a manifestare (240mila).

26 febbraio lo zar ordina all'esercito di sparare, lo fa sulla folla, 40 morti ma l'esercito
rifiuta di obbedire agli ordini e il
27 febbraio si ammutina un intero reggimento e molti soldati si mescolano ai
manifestanti portando con sé le armi.

LA MANIFESTAZIONE DIVENTA RIVOLUZIONE. Alla fine della giornata gli insorti hanno in
mano Pietrogrado. Allora lo zar Nicola II il primo marzo cerca di tornare ma il suo treno è
bloccato dai dimostranti e viene deviato lontano dalla capitale. Viene raggiunto da due
deputati del DUMA che gli consigliano di abdicare sia lui che suo figlio in favore di suo fratello
il granduca Michele il quale, una volta raggiunto, dice che accetterà la corona sole se offerta da
un'Assemblea costituente che nessuno ha pensato di convocare. Quindi la sua dichiarazione è
interpretata come una rinuncia e così la dinastia dei Romanov lascia la scena politica.
La DUMA nomina un governo di coalizione: diversi partiti coordinati dal principe L'vov del
partito costituzional-democratico che deve decidere innanzi tutto sulla guerra. Decide di non
ritirarsi suscitando l'insoddisfazione di milioni di operai/e e contadini/e.
I SOVIET (Comitati di operai e soldati già formata nel 1905) vengono ricostituiti e hanno in
comune la richiesta di ritirarsi dalla guerra.
Il soviet di Pietrogrado è guidato dai dirigenti socialisti MENSCEVICHI che ha l'autorità perché
ha il controllo di FERROVIE, POSTE e TELEGRAFI e ha assunto il comando delle forze militari
ribelli, soviet degli operai e dei soldati.
Nelle CAMPAGNE i contadini si rivoltano e assalgono le case signorili, confiscano le proprietà
terriere e trattengono le merci nei magazzini.
LENIN, dirigente dei socialisti BOLSCEVICHI, in esilio in Svizzera dal 1907, viene fatto
rientrare a Pietrogrado dal governo tedesco. Lenin è molto noto per i suoi scritti e per il suo
desiderio di uscire dalla guerra. I tedeschi lo aiutano perché con la Russia fuori dalla guerra
possono spostare le loro truppe sul fronte occidentale.
4 aprile 1917 TESI d'APRILE, discorso di Lenin pubblicato dal giornale bolscevico PRAVDA
(=verità).

Programma:
-- rovesciamento del governo provvisorio e trasferimento del potere ai soviet, slogan "Tutto il
potere ai soviet"
-- uscita della Russia dalla guerra
-- nazionalizzazione di tutte le proprietà terriere. Slogan: "Pace, terra e pane".

I menscevichi (socialdemocratici moderati) e i social rivoluzionari (forti nelle campagne.
Obiettivo primario la riforma agraria) decidono di entrare in un nuovo governo provvisorio
con L'vov e di continuare la guerra. Se conservano il consenso nelle campagne, la stessa cosa
non avviene nelle città dove gli slogan bolscevichi cominciano a fare presa.

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LE GUARDIE ROSSE, forza paramilitare bolscevica organizzata da Lenin e composta da 10mila


operai di Pietrogrado a cui il soviet ha consegnato fucili e munizioni.
KERENSKIJ, ministro della guerra del secondo governo L'vov, pensa che il governo per
imporsi ha bisogno di una vittoria militare che però non è pensabile viste le condizioni
dell'esercito russo che infatti subisce una disastrosa sconfitta in Galizia contro gli austriaci.
Inizio luglio 1917 a Pietroburgo, rivolta di soldati e operai che cercano, senza riuscirci
d'impedire la partenza per il fronte di nuovi reparti. Il tentativo fallisce ma L'vov dà le
dimissioni ed è sostituito da KERENSKIJ che ne approfitta per cercare di arrestare i capi
bolscevichi, Lenin fugge all'estero. Kerenskji allora pensa di aver risolto il problema MA il
26 agosto 1917, KORNILOV, il comandante in capo dell'esercito che lui stesso aveva nominato,
tenta un colpo di Stato.
Per bloccarlo Kerenskji ha bisogno di tutti, anche dei bolscevichi in carcere che sono
amnistiati e armati insieme agli operai. Il tentativo di Kornilov fallisce e viene catturato il 2
sett. MA le Guardie Rosse approfittano della situazione per riorganizzarsi e sono loro a essere
visti come i veri SALVATORI della PATRIA e il governo vacilla.
A novembre è prevista l'elezione dell'Assemblea Costituente e voteranno anche le donne che
ne hanno ottenuto il diritto con un decreto del 20 luglio 1917. I bolscevichi sono molto forti
nelle città ma temono il voto nelle campagne così nella notte tra il
24/25 ottobre 1917 le Guardie Rosse occupano il PALAZZO d'INVERNO, sede del
governo. Si tratta di un vero e proprio colpo di Stato (i membri del governo arrestati,
Kerenskji fugge). Il nuovo governo è formato dai bolscevichi che lo chiamano Consiglio dei
Commissari del Popolo: Tutti i ministri sono bolscevichi: Lenin presidente, Trotskij (pron.
troschi), ministro degli esteri, Stalin, ministro per le questioni nazionali
Ancora prima di formare il governo Lenin annuncia di voler riunire i delegati di tutte le
province dell'ex impero russo in un Congresso panrusso dei soviet per avviare trattative per
una PACE senza annessioni né indennizzi e fare un decreto per CONFISCARE le PROPRIETÀ
TERRIERE dei possidenti e della Chiesa e redistribuire ai contadini tutta la terra che ogni
famiglia può coltivare senza pagare per aiuti.
Attuazione del programma: "la terra ai contadini".
25 nov. 1917 alle elezioni per l'Assemblea Costituente i bolscevichi si rendono conto che
hanno fatto male i loro calcoli perché ottengono solo 175 seggi su 717, escono quasi di scena
menscevichi e Partito costituzional-democratico ma vincono i social-rivoluzionari moderati
con 370 seggi che gli vengono soprattutto dalle campagne.
Gennaio 1918 Allora i bolscevichi TRUCCANO LE CARTE e sciolgono con la forza l'Assemblea
Costituente con l'aiuto dei reparti dell'esercito a loro favorevoli. In questo modo seguono le
linee tracciate da Lenin nelle Tesi d'aprile e pongono le premesse di un regime politico
dittatoriale a partito unico.
2.2] La guerra civile
Nov. 1917 Cessazione ostilità. Trattative di pace tra governo bolscevico / Germania e Austria-
Ungheria.
3 marzo 1918 a Brest-Litovsk firmano un trattato con condizioni durissime per la Russia. Le
truppe tedesche occupano la Finlandia, le regioni balcaniche, la Polonia e l'Ucraina.
La capitale viene allora spostata a Mosca perché Pietrogrado è troppo vicina ai nuovi confini.
A Mosca il III congresso panrusso dei soviet approva il trattato di pace.
Primavera 1918 a Mosca il Congresso del Partito socialdemocratico operaio decide di seguire il
suggerimento espresso da Lenin nelle Tesi d'aprile e cambia il nome in PARTITO COMUNISTA.
Ma invece di un periodo di pace inizia una guerra civile tra armate controrivoluzionarie, le
armate bianche che vogliono il ritorno dello zar e altri gruppi con obiettivi diversi cmq contro i
bolscevichi che si trovano così accerchiati da nemici.
Inizio 1918 A SUD generali zaristi che contano anche sui cosacchi

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a EST vengono liberati i 60mila cecoslovacchi prigionieri in Siberia. Ma dopo la


firma della pace i bolscevichi aggrediscono i cecoslovacchi che resistono e si spostano a ovest
verso il Volga (fiume) dove possono fermare la ferrovia transiberiana. Minacciano di marciare
su Ekaterinburg dov'è prigioniero lo zar Nicola II e la sua famiglia. I bolscevichi locali li
luglio 1918 uccidono per paura che siano liberati.
Aprile 1918 A NORD sbarca un gruppo franco-inglese che vuole evitare un'avanzata tedesca in
Finlandia e un altro ne arriva ad agosto.
Fine aprile dall'Estonia truppe zariste verso Pietrogrado
nella stessa direzione truppe nazionaliste estoni, lituane e lettoni.
A SUD-OVEST truppe nazionaliste con appoggio tedesco in Ucraina
REAZIONE COMUNISTA affidata a TROTSKIJ che organizza l'ARMATA ROSSA in brevissimo
tempo con una disciplina rigidissima, il reclutamento basato su
volontariato e coscrizione e aperto anche alle donne; per i comandanti vengono richiamati
48mila ufficiali ex zaristi controllati da commissari politici di controllo e col ricatto di agire
contro le famiglie.
1919/1920 con 5milioni di soldati vengono quasi del tutto sconfitte le armate bianche.
È stato importante anche il rifiuto dei bianchi di riconoscere l'indipendenza a
Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania (diverranno indipendenti nel '21) che quindi non li
hanno aiutati.
Primavera del 1920-21 attacco della Polonia che rivendica alcuni territori, dovranno cedere
Bielorussia e Ucraina.
1921 l'Armata Rossa riprende Crimea, Caucaso e altre aree al confine tra Persia e Afghanistan
ricostruendo così quasi totalmente il vecchio impero zarista.

2.3] I comunisti al potere
Guerra civile, bilancio: 7 milioni di morti di cui 2milioni per la carestia degli anni '20/'21.
ECONOMIA per rimetterla a posto: i debiti con l'estero sono dichiarati nulli;
le fabbriche vengono espropriate e nazionalizzate;
continua l'espropriazione e redistribuzione delle terre.
COMUNISMO DI GUERRA: sia l'Armata Rossa che gli operai possono requisire viveri e
rifornimenti dalle campagne. Negozi e ristoranti sono requisiti e gestiti dalle autorità
municipali. I beni alimentari sono razionati e ogni famiglia ha una tessera annonaria.
Il MERCATO NERO è il risultato di tali restrizioni. Viene represso duramente dal governo.
1917 CEKA, la polizia politica che fa esecuzioni sommarie (cioè senza regolare processo), nel
'18 di 6300 persone accusate di speculare con il mercato nero.
BUROCRAZIA] per tutte le sue esigenze (gestione dei servizi commerciali e delle imprese,
requisizioni, tessere annonarie, reclutamento dei poliziotti) l'apparato
burocratico cresce e lo stato comincia a prendere la forma di un organismo
burocratico centralizzato e onnipotente.
CAMPAGNE] i social-rivoluzionari protestano in nome dei contadini, il governo comunista
elimina tutti gli organi rappresentativi nelle campagne.
Luglio 1918 viene approvata una COSTITUZIONE non democratica: tutto il potere ai soviet, il
diritto di voto è negato ai nemici dello stato rivoluzionario (nobili, clero,
proprietari, industriali, funzionari); il voto degli operai/e vale di più di quello dei
contadini/e.
PARTITO COMUNISTA è l'unico partito tutti gli altri a cominciare dai menscevichi e i social-
rivoluzionari sono messi a tacere.
Marzo 1919 TERZA INTERNAZIONALE nota anche come COMINTERN (Internazionale
Comunista) che precisa i suoi obiettivi nel corso del secondo Congresso, a Mosca nel

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luglio 1920. Lenin tiene molto alla diffusione della Riv. comunista in Europa e nel resto del
mondo. In un documento in 21 punti Lenin precisa che i partiti che aderiscono devono:
-- seguire il modello bolscevico
-- chiamarsi comunisti
-- rompere ogni collaborazione con i social democratici
-- impegnarsi a difendere le ragioni della Russia rivoluzionaria.
In Europa la maggio parte dei militanti continua a orientarsi verso i partiti socialisti, tuttavia
vengono fondati ovunque partiti comunisti che accettano le regole di Lenin, entrano a far parte
dell'Internazionale Comunista, ma rimangono minoritari.
Marzo 1921 seguendo gli operai di Pietrogrado che sono di nuovo in agitazione anche i marinai
della base navale di Kronstadt si ribellano al "comunismo di guerra", vengono massacrati.
Si pensa cmq di eliminare il "comunismo di guerra" e Lenin elabora la Nep (Nuova politica
economica), non più requisizioni del grano ma il pagamento di un'imposta che lascia la
possibilità di vendere parte delle merci al mercato. Migliorano scambi e quantità di beni nei
mercati urbani però si arricchiscono molto alcuni contadini e commercianti e cosi viene meno
la società senza classi voluta dalla Riv. e all'interno del Partito Comunista ci sono proteste:
troppo a favore dei contadini e dannoso per gli operai.
Tra il '22 e il '24 Lenin, il capo indiscusso del partito ha varie crisi e il 21 gennaio muore.
SUCCESSIONE; dal '22 la Russia si chiama Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche URSS.
1924 viene approvata una nuova Costituzione che definisce i caratteri apparenti del nuovo
Stato: una federazione di repubbliche con il potere ai soviet dell'unione. In realtà vi è
una lista unica e i candidati sono designati dall'unico partito esistente, quello comunista, anzi
più precisamente dal segretario generale e dal Comitato centrale che è scelto dal segretario.
Dall'aprile del 1922 il segretario è Stalin, scelto da Lenin per le sue qualità organizzative. In
seguito Lenin aveva espresso dure critiche su Stalin e sulla dirigenza del partito.
Dopo la sua morte la vedova consegna questa sorta di testamento ai dirigenti del partito tra cui
Stalin. È ovvio, visto che attacca tutti i maggiori dirigenti del partito, che il testamento non
venga preso in considerazione
Tuttavia la lotta per la successione si apre tra Stalin e Trotskij. I punti di divergenza sono
sull'esportare la riv. (Trotskij) e l'occuparsi dei problemi interni (Stalin); sul proseguire con il
Nep (S) o meno. Stalin riesce a mettere suoi uomini nelle posizioni direttive principali e Trotskij
perde e viene allontanato nel '25, deportato nel '28, cacciato nel 1929. Come lui anche i suoi
seguaci.
L'evoluzione di questi contrasti interni è importante perché:
1] segna il successo di Stalin che nel '27 è il principale dirigente del partito e quindi dell'URSS
2] dimostra che nel partito unico bolscevico non possono esserci opposizioni né esterne e
neppure interne.
Siamo in una società e in un partito a struttura MONISTICA e non pluralistica.

2.4 Donne nuove e famiglie nuove
DIRITTO DI FAMIGLIA: Legislazione molto innovativa, le donne hanno il diritto al voto già dal
luglio 1917.
Dopo ottobre 1917: divorzio consensuale; eguaglianza tra uomini e donne; matrimonio civile.
1918: leggi anche per i musulmani: abolizione della poligamia; divieto dei matrimoni delle
bambine; abolizione del velo. Leggi accolte molto male dalla componente maschile delle
comunità.
1918 assistenza ospedaliera gratuita per le partorienti
1920 legalizzazione dell'aborto

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1926 CODICE DI FAMIGLIA in cui ci sono tutte queste norme più il riconoscimento legale delle
convivenze extramatrimoniali e l'autorizzazione al divorzio anche se a richiederlo è solo uno
dei coniugi.
Le norme seguono un ideale di libertà per realizzare la persona come lavoratore/lavoratrice.
Ma l'incremento del lavoro femminile dovuto alla guerra non continua anzi decresce.
C'è inoltre la volontà di sottrarre l'educazione dei giovani alle famiglie a favore dello Stato
rivoluzionario. L'utopia è perseguita con parole ispirate da Alexandra KOLLONTAJ che
immagina una "grande famiglia proletaria" (cfr. p. 56). L'istruzione obbligatoria fino ai 15 anni
deve sostituire la famiglia nelle funzioni pedagogiche (d'insegnamento). In effetti
l'analfabetismo (che riguardava soprattutto le donne) dal '26 al '39 viene sconfitto (cfr. tabella
p. 57). A scuola prevale l'insegnamento delle materie tecniche più la dottrina marxista.
Il progetto del Diritto di famiglia fallisce a causa della guerra civile ('19-'21): aumentano le
vedove, i divorzi, cade il livello di occupazione femminile quindi aumentano gli aborti e la
pratica dell'abbandono negli orfanatrofi o per strada. Le BANDE DI BAMBINI VAGANTI che
delinquono in vari modi ne sono la conseguenza (nel '21, 7milioni). Inoltre si muovono intere
famiglie dalle città verso le campagne dove vivono da nomadi.

2.5 Paura e consenso
Dall'abolizione nel 1918 dell'Assemblea Costituente c'è una dittatura bolscevica a partito unico.
Nel 1924 la Costituzione l'istituzionalizza e la rende ufficiale.
Da notare che con gli zar non c'era libertà quindi il partito unico non fa una differenza
sostanziale.
Come si regge il regime? da un lato con la PAURA: il cosiddetto <<terrore rosso>>, dall'altro con
strumenti che assicurano il consenso: vantaggi economici e sociali a operai e (un po' meno) ai
contadini. Poi con il NEP molti contadini si arricchiscono.
Per le donne due situazioni: quelle travolte dal disastro familiare non sono grate alla
rivoluzione, ma la maggioranza che ha costruito nuclei familiari stabili è favorevole.
Nasce un clientelismo d'apparato: ottenere un posto statale in cambio delle fedeltà politica.
Il regime comunista è nato da una doppia guerra esterna e interna, contro gli stranieri e contro
i filozaristi, e il governo continua a sospettare e cercare traditori e nemici (il non fidarsi di
nessuno era già successo con la Rivoluzione francese col terrore giacobino).
Questo porta a tenere insieme tutti quelli che pensano di fare parte della comunità comunista, il
problema è che oggi amici e domani nemici. La conseguenza, le PURGHE POLITICHE: i social-
democratici e i menscevichi prima, gli oppositori interni come Trotskij e altri dopo.
Quindi la paura porta a cercare di identificare il perfetto militante che è anche uno pronto a
denunciare gli altri.
Per nobilitare un meccanismo così duro si ricorre alla sacralizzazione del partito che da molti è
stato paragonato a una Chiesa. Come tale ha i testi sacri: Marx, Hengels e, più tardi Lenin e poi i
"santi" i grandi dirigenti; le agiografie cioè le loro biografie edulcorate (rese più belle); con i
conseguenti ritratti.
Fin dall'inizio il partito comunista si sente l'unico ad avere la verità, non è un caso che il suo
giornale, la Pravda, voglia dire verità.
Per sacralizzare il partito sono utilizzate due dinamiche:
1] decristianizzare: 1918 separazione tra Stato e Chiesa; 1921 divieto insegnamento religioso
nelle scuole; vietata stampa e diffusione libri a tema religioso; grande riduzione della Chiesa
ortodossa , chiusura chiese e arresto dei capi religiosi che non si attengono alle norme
comuniste.
2] colmare la mancanza di sacralità con il culto della personalità riservato a Lenin che inizia
subito dopo la sua morte nel Congresso dei Soviet dell'Unione il 26 gennaio 1924 con il discorso

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commemorativo di Stalin che, come in altri Paesi i capi nazionalisti di destra, mette insieme
militarizzazione e sacralizzazione.
Da notare le ripetizioni che servono a dare ritmo al discorso e, allo stesso tempo, a far rimanere
impresso ciò che si vuole sottolineare: <<non a tutti>> per far sentire alla classe operaia di
essere superiori, gli eletti; <<i figli>> della classe operaia, del bisogno, della lotta. Poi Stalin
passa a Parlare di Lenin e comincia a costruire il personaggio come padre della patria: è lui che
ha costruito<<il partito operaio più forte [...] del mondo>> e segue l'elenco dei nemici sconfitti,
dai borghesi ai proprietari terrieri, ai generali delle armate bianche... Stalin poi passa alla
ripetizione di <<Lasciandoci, il compagno Lenin>> e <<Ti giuriamo>>, un vero e proprio
testamento che, mentre rende onore a Lenin, sta dettando le sue (di Stalin) regole di
comportamento: conservare l'unità del partito e diffondere l'Internazionale comunista nel
mondo; tenere uniti operai e contadini; estendere l'unione delle repubbliche.
Vengono subito pubblicati tutti gli scritti di Lenin e la salma imbalsamata è da allora esposta
nel mausoleo della Piazza Rossa perché i fedeli possano andare a vederla in pellegrinaggio.
Tutto questo per avere una dimensione metafisica che le religioni hanno grazie al rapporto con
l'aldilà. Se si cerca di costruire un Paradiso in Terra non si riesce a dare un senso alla morte e
alla perdita. L'immortalità deriva dalla conservazione della memoria del morto che in questo
caso diventa memoria collettiva. Ma non è sufficiente solo con la conservazione del corpo. Lenin
non muore davvero "il suo presente è quello in cui i <<buoni>> morti continuano a vivere
accanto ai vivi, infatti la Pravda scrive che LENIN È IMMORTALE perché c'è <<l'umanità PRIMA
e l'umanità DOPO di lui, ha cambiato la storia.

CAPITOLO 3. Il dopoguerra dell'Occidente

3.1] Le trasformazioni economiche nel primo dopoguerra
Per finanziare la guerra, FRANCIA, REGNO UNITO e ITALIA hanno avuto molto danaro in
prestito dagli STATI UNITI. Hanno inoltre emesso più carta moneta delle riserve auree
causando l'inflazione. Mentre gli altri Paesi cercano di rimediare aumentando le tasse, la
Germania continua ad emettere carta moneta: il marco si svaluta moltissimo e rapidamente
con conseguente aumento dei prezzi. Ovvia conseguenza le tensioni sociali:
industriali e commercianti aumentano i prezzi (e così contribuiscono ad aumentare
l'inflazione); i proprietari d'immobili e terreni oltre agli operai e impiegati, vedono precipitare
i loro redditi, quando non perdono il lavoro.
La fine della guerra vuol dire anche riconversione industriale e, in un primo momento,
diminuisce la produzione e aumenta la disoccupazione o diminuiscono i salari e aumentano le
lotte sindacali. Inoltre negli anni '20 il ritorno dei soldati dal fronte vuol dire ritorno a casa
delle donne. Sono cambiati i rapporti economici: gli stati europei non sono più stati in grado di
esportare le loro merci e ne hanno approfittato STATI UNITI e GIAPPONE che si sono
appropriati dei mercati sudamericani e asiatici, mentre paesi come Argentini, Brasile e
Australia sviluppano propri sistemi produttivi.
Situazione degli stati europei: la Russia rivoluzionaria è fuori dai circuiti di mercato come lo è
la Germania bloccata dall'inflazione. I nuovi stati nati dalla dissoluzione dell'Austria-Ungheria
attuano una politica economica protezionistica.
Chi ne beneficia? gli Stati Uniti, tra il
1913-20 la produzione industriale aumenta del 23% mentre quella europea diminuisce del
22%. La BILANCIA COMMERCIALE (rapporto import/export) americana ha la metà delle
riserve auree mondiali. Sono diventati i principali esportatori di capitali del mondo con il 30%
di investimenti in banche, imprese e società europee (alla fine della guerra). Mentre i
principali paesi dell'intesa hanno debiti di guerra con gli USA.
3.2] Le riparazioni di guerra e le relazioni economiche internazionali

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Nella seconda metà degli anni '20 c'è una ripresa economica che nasce dalla soluzione delle
riparazioni dei debiti di guerra chiesti alla Germania. La cifra è stabilita in 132miliardi di
marchi che Francia, Regno Unito e Italia pensano di utilizzare per saldare il proprio debito con
gli USA che non concedono dilazioni ai paesi dell'intesa e, in più, perseguono una politica
protezionistica e nel '22 aumentano i dazi doganali dal 21% al 38%.
Ma la Germania, che non è in grado di pagare il suo debito (ha perso zone economicamente
importanti come l'Alsazia e la Lorena), decide di svalutare il marco. Due le ragioni: 1] per non
aumentare troppo le tasse né tagliare la spesa pubblica preferisce stampare carta moneta;
2] dimostrare che la Germania non può pagare il debito.
Inoltre il Governo tedesco con l'inflazione vede diminuire il proprio debito con i tedeschi ai
quali durante la guerra aveva chiesto di contribuire acquistando cartelle di prestito patriottico.
Come reagisce il contesto internazionale? L'esercito francese e belga -- d'accordo con l'Italia e
in opposizione con il Regno Unito -- occupano la RUHR (la zona carbonifera e industriale
tedesca). Allora il governo tedesco blocca la produzione carbonifera e le ferrovie e, per aiutare
le famiglie rimaste senza lavoro, stampa carta moneta con conseguente tracollo definitivo del
marco. Mentre anche la Francia rischia una grave crisi economica per far fronte alle spese
dell'occupazione.
1923 si sblocca la situazione. La Germania, rassicurata sul modo di pagare il debito, smette di
produrre carta moneta, aumenta le imposte e taglia la spesa pubblica e trova il modo di far
rientrare i capitali dall'estero.
1924 rivalutazione del marco (PIANO DAWES). La Germania torna alla normalità economica.
La soluzione è stata favorita dalla CONFERENZA INTERNAZIONALE PER LE RIPARAZIONI DI
GUERRA, Parigi 1924 che decide di adottare il PIANO DAWES (Charles G. Dawes banchiere e
politico statunitense) che prevede l'obbligo di rivalutare e stabilizzare il marco, una dilazione
del pagamento dei risarcimenti e la possibilità per la Germani di ricevere prestiti
internazionali. In questo modo gli USA possono investire in attività finanziarie o produttive
tedesche acquistando cartelle di prestito a ottimi tassi d'interesse.
Si verifica così una circolazione finanziaria triangolare che viene perfezionata a giugno 1929
da una nuova Commissione internazionale, presieduta dall'uomo d'affari americano Owen D.
YOUNG che prevede il pagamento rateale di 2milioni l'anno per 58 anni.
Così l'economia europea si riprende tra il '25 e il '29 con il ruolo fondante dei capitali
americani.
3.3] I consumi culturali e gli stili di genere
Negli anni '20, il rilancio dell'economia insieme al desiderio di dimenticare il periodo della
guerra porta a un incontenibile desiderio di rinnovamento e divertimento.
Il fenomeno che riguarda i giovani è vissuto in modo dirompente soprattutto dalle ragazze che
cambiano moltissimo rispetto alla generazione di prima della guerra: capelli corti, alla
garçonne, (il modello è cinematografico, la Louise Brooks come appare nel Vaso di Pandora
del regista tedesco Pabst); la flapper (tipa emancipata): capelli e gonne corti e l'uso del make-
up e di profumi come il famoso Chanel n.5.
La protagonista del romanzo La garçonne di Victor Margueritte del 1922 impersona la donna
nuova che ha i capelli corti, si trucca, porta le gonne corte, fa sport, balla, segue i corsi alla
Sorbona e fa un lavoro interessante. Ha una vita sentimentale libera.
Ma, oltre che dalla letteratura il modello è diffuso dal cinema (in larga parte americano che sta
già creando il suo star system) e dalla danza, Joséphine Baker che al teatro degli Champs-
Élysées si esibisce praticamente nuda con un gonnellino di banane.
Per gli uomini il modello è del genere rude e romantico (Rodolfo Valentino) che ha sostituito il
maschio combattente e dominatore di prima della guerra.

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Donne e uomini raggiungono il successo da molto giovani e si fa evidente la separazione dalle


altri classi d'età che non hanno vissuto l'esperienza del lavoro in fabbrica che ha dato loro una
diversa consapevolezza di sé.
E anche i movimenti politici più dinamici (ed estremisti) sono fatti da giovani ed esaltano la
giovinezza come un valore, la giovinezza come modello da imitare. Così, mentre s'invertono le
relazioni Stati Uniti/Europa, s'invertono anche i modelli culturali che non sono più quelli
europei colti e raffinati, ma quelli dei ricchi Stati Uniti e il suo cinema trattato come ogni altra
produzione industriale.
3.4] La prosperità statunitense
1918, viene approvato dalla Camera il XIX emendamento della Costituzione degli Stati Uniti
che, dopo le lotte delle suffragiste, accorda il voto alle donne, ma ci vorranno altri 2 anni e un
intervento della Corte Suprema prima che passi anche al Senato senza leggi speciali che ne
limito l'attuazione come è stato nel caso dei neri.
Tuttavia le flappers rimangono nei film, mentre sia per le donne che per gli uomini c'è un
ritorno alla "normalità" che per le donne vuol dire casa, figli ecc. e, per tutti, desideri
consumistici come auto, radio, elettrodomestici in genere, incoraggiati anche dalla nuova
tecnica della vendita a rate. In questo periodo si susseguono due presidenze repubblicane:
HARDING e COOLIDGE e l'FBI (Federal Bureau of Investigation) diretto da J. Edgard HOOVER
reprime duramente le organizzazioni sindacali (dal '20 al '29 gli iscritti al sindacato scendono
da 5milioni a 3milioni e mezzo). Lo slogan del presidente Coolidge è <<the business of
America is business>>, gli affari innanzi tutto, con l'obiettivo di favorire le classi alte e i più
potenti gruppi imprenditoriali. Sparita la politica antitrust dell'età progressista (le riforme tra
fine '800 e '900) con la riduzione delle tasse sul reddito, tutte le società sono concentrate nelle
mani di poche persone: rete telefonica e telegrafica, il petrolio, l'energia elettrica, la
produzione cinematografica. E il sistema funziona: tra '19 e '29 il PIL cresce del 40% e, ancora
più rapidamente crescono i dividendi e i salari operai, quindi crescono i consumi.
Però gli unici ad usufruire del benessere sono soprattutto i WASP (White Anglosaxon
Protestant, bianco, anglosassone, protestante), i più penalizzati anche a causa della presenza
del KU KLUX KLAN (nato nel 1866 e rifondato nel 1915), sono i neri, ma anche gli ispanici e gli
immigrati recenti, soprattutto gli italiani del sud e gli ebrei. Tra il '21 e il'24 sono limitati i
flussi migratori in entrata.
Dell'impegno morale dell'<<età progressista>> rimane la lotta all'alcool che è presente in un
emendamento della Costituzione (il XVIII del '19, approvato nel '20).
Risultato: distillerie clandestine e contrabbando. Nel '33 un altro emendamento, il XXI,
abolisce il XVIII e così finisce il proibizionismo che è servito soltanto a rafforzare le
organizzazioni criminali guidate a Chicago da Al Capone e Bugs Moran.

I roaring twenties (ruggenti anni Venti) sono in gran parte un fenomeno americano, mentre in
Europa hanno altri problemi più urgenti: come conservare la stabilità economica, sociale e
politica. Ci riescono in Francia e Gran Bretagna, fanno fatica in Ungheria, Germania e Italia.
3.5] Stabilità e rinnovamento nel Regno Unito
Nel dopoguerra ci sono 3 novità:
1] 1923, autonomia dell'IRLANDA dopo 3 anni di guerra con l'Inghilterra e 2 di guerra civile,
ad eccezione dell'ULSTER che rimane inglese.
2] 1918, suffragio universale maschile e femminile (maschi 20 anni e anche meno se sono stati
in guerra, donne 30)
1928, la legge viene modificata e le donne equiparate.
3] Crisi del partito liberare (particolarmente grave dopo il '24) e ascesa del partito laburista
che nel '29 diventerà il secondo partito del paese insieme ai conservatori che mantengono
un andamento stabile. Così tra '24 e '29 il sistema parlamentare britannico si trasforma da

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tripartitico a bipartitico.
Il risultato è che dal '22 al '29 i conservatori sono sempre al governo guidati da Stanlew
BALDWIN e da Winston CHURCHILL (pron. cercil, cfr scheda p. 80) che è il Cancelliere dello
Scacchiere (cioè ministro delle finanze).
1925-26, un momento molto difficile di crisi interna. La produzione di carbone soffre delle
esportazioni meno costose del carbone tedesco e polacco. Per far fronte gli industriali
decidono di abbassare i salari e aumentare le ore di lavoro. I sindacati si oppongono e gli
imprenditori chiudono le miniere (1926). La risposta sindacale è uno sciopero generale che
paralizza il paese per 9 giorni (3-12 maggio), poi lo continuano solo i minatori che però a
dicembre devono cedere e accettare le condizioni degli imprenditori.
Però nelle successive elezioni del '29 vince il partito laburista (non per numero di voti ma di
seggi) e così l'8 giugno 1929 si forma un governo laburista di coalizione (appoggiato dai
liberali) presieduto da James Ramsey MacDonald e che durerà a lungo.
La differenza voti/seggi è dovuto al sistema maggioritario uninominale che vuol dire che in
ogni singolo collegio viene eletto un solo candidato, quello che ottiene il maggior numero di
voti. (cfr. pp. 79-80).
3.6] Inquietudine politica e stabilizzazione economica in Francia
Nel dopoguerra non cambia la costituzione, le donne continuano a non avere diritto al voto e il
quadro politico di centro destra tassa soprattutto i redditi medio-bassi (1919).
Il quadro politico frammentato rende molto instabili i governi, 6 dal '20 al '24. Uno degli atti
principali del governo di Raymond POINCARÉ è l'occupazione della Ruhr. La crisi economica
costringe il governo ad aumentare le tasse e diminuire la spesa pubblica.
Risultato: radicali e socialisti uniti nel '24 vincono le elezioni, ma anche qui la coalizione non
regge e si susseguono ben 7 governi in 2 anni. Quindi tornano i conservatori con un nuovo
governo Poincaré che riesce a durare 28 mesi e a fare qualcosa: aumento delle tasse, taglio
delle spese e controllo della monetazione. Risultato: stabilizzazione del franco che si rivaluta
su sterlina e dollaro bloccando l'inflazione (1928).
3.7] Il <<biennio rosso>> nell'Europa centrale
1918-19: In molti vorrebbero fare propria l'esperienza dei soviet russi, ma tutti i tentativi
sono destinati a fallire.
Il disfarsi dell'Impero Austro-Ungarico e la trasformazione della Germania da Impero a
Repubblica trasforma i contrasti politici in guerre civili.
UNGHERIA, 1919, il paese è stato diviso dai vincitori e il governo del Conte Karoly si dimette
per protesta. Il governo socialdemocratico che gli succede pensa di poter mantenere i territori
uniti e cerca di realizzare una rivoluzione politica con una repubblica dei soviet. Per questo
chiedono di formare un governo a Béla KUN, che nel 1918 aveva fondato il Partito comunista
ungherese, aveva partecipato alla Rivoluzione bolscevica russa e conosceva i dirigenti russi ai
quali poteva chiedere un aiuto militare. Kun accetta e a marzo del '19 viene proclamata la
Repubblica dei soviet d'Ungheria. In una società prevalentemente agricola non viene accettata
la nazionalizzazione delle terre. Intanto l'Intesa decide di porre fine all'esperienza sovietica e,
coordinati dai francesi, l'esercito cecoslovacco e rumeno attaccano l'Ungheria che spera in un
aiuto dei Russi che non arriva (sono in piena guerra civile), e quindi perdono.
GERMANIA, 1918 l'imperatore Guglielmo II è costretto a fuggire e viene proclamata la
Repubblica a guida socialdemocratica. Sembrerebbe un insperato successo per il movimento
operaio tedesco, ma si oppongono i gruppi più oltranzisti (=estremisti) che a Berlino cercano
di fare una rivoluzione (rivoluzione spartachista).
Si tratta di un gruppo di socialisti di estrema sinistra che nel 1916 hanno lasciato il partito
(SPD) per fondare il Partito comunista tedesco (KPD). I capi Rosa LUXEMBURG e Karl
LIEBKNECHT vorrebbero fondare una repubblica dei soviet come quella russa anche se in
Germania non vorrebbero che il bolscevismo elimini i soviet come è successo in Russia. La

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rivoluzione è repressa dal governo che utilizza sia l'esercito che un corpo speciale, i
FREIKORPS (corpi franchi cfr. p. 83 e scheda p. 89). Questi corpi speciali sono
particolarmente feroci e sono stati costituiti per aggirare il divieto imposto alla Germania di
non avere un esercito di più di centomila uomini.
Anche in Baviera c'è un tentativo di fondare una repubblica autonoma: la repressione da parte
dei Freikorps è immediata.
3.8] La Repubblica di Weimar
A Berlino dopo la repressione del tentativo spartachista il presidente provvisorio, il
socialdemocratico Friedrich Hebert, convoca le elezioni per i rappresentanti dell'Assemblea
Costituente. I socialdemocratici vincono le elezioni e fanno un accordo con i cattolici e il
Partito democratico, Ebert diviene Presidente della Repubblica. Nel 1919 viene promulgata la
Costituzione secondo la quale la Repubblica tedesca rimane federale, ha un Parlamento
eletto a suffragio universale maschile e femminile, il presidente è eletto direttamente e il
Governo è responsabile davanti al Parlamento. Il documento è scritto a Weimar e per questo
si chiama REPUBBLICA DI WEIMAR.
Ci sono 2 tipi di problemi: economici e politici:
1] risanare l'economia e pagare le riparazioni di guerra (piani Dawes e Young);
2] la contrarietà alla Repubblica parlamentare.
Le opposizioni vengono da sinistra e da destra.
Sinistra: Partito socialdemocratico indipendente (Uspd), estrema sinistra dal 1917;
Partito comunista tedesco (Kpd), fondato nel '18. Nel '20 i due partiti si uniscono.
Dopo il '19 ci sono altri tentativi ('23-'24) di costituire repubbliche sovietiche autonome
anch'essi repressi dall'esercito. Tuttavia continua la polemica e le accuse di tradimento della
classe operaia.
Destra: opinione pubblica nazionalista, composta dal ceto medio e l'alta borghesia, ma anche
alcuni operai e contadini, appoggia numerosi responsabili dell'esercito e i reduci
confluiti nei Freikorps. Per loro c'è stato un tradimento politico, una <<pugnalata alla
schiena>>: non c'è stata una vera sconfitta, se l'imperatore non fosse fuggito, l'esercito
poteva resistere. Non è vero, nel '18 l'esercito stava arretrando e il fronte austro-ungarico
stava crollando. Ma per i nazionalista non è accettabile né il Trattato di Pace, ancora meno i
risarcimenti e l'occupazione della Ruhr. Ci sono quindi una serie di colpi di stato che falliscono
e una serie di attentati che invece riescono.
1920 il governo socialademocratico (Hermann Müller) decide di sciogliere le Freikorps che
reagiscono con un Putsch (pusc, colpo di stato) che fallisce per la neutralità dell'esercito
regolare (non li attacca ma non collabora); i mancati collegamenti con altri Freikorps; la
mancata collaborazione di funzionari e Banche e per uno sciopero generale indetto
(dichiarato) dai socialdemocratici.
Negli anni seguenti ex militanti dei Freikorps o di gruppi paramilitari compiono due attentati
e uccidono due importanti personalità politiche della repubblica di Weimar: agosto '21
Mathias ERZBERGER, accusato di aver firmato il trattato di pace; giugno '22 Walter
RATHENAU, imprenditore, dirigente del partito democratico e, in quel momento, ministro
degli esteri, è ritenuto favorevole al Trattato di Versailles e responsabile della firma del
trattato di Rapallo (aprile'22) che ha riaperto i rapporti diplomatici con l'Unione Sovietica.
Novembre 1923 a Monaco di Baviera un colpo di stato organizzato da Adolf HITLER, che fa
parte del piccolissimo partito dei lavoratori tedeschi (DAP), nazionalista e antisemita ma
anche favorevole a una politica sociale per i lavoratori. Nel 1920 il partito cambia nome in
Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (Nsdap) e formula un programma in 25 punti
(cfr. p. 86).
Nel '21 Hitler diviene capo, FÜHRER, del partito che intanto cresce e crea un suo
distaccamento paramilitare, i Reparti d'assalto (SA) finanziati dai grandi industriali.

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Autunno '23 in Baviera durante le proteste per l'occupazione della Rhur, Hitler tenta un altro
colpo di stato e cerca alleanze con l'esercito. Non le ottiene e l'8 novembre 1923 fa irruzione
con un reparto armato in una birreria di Monaco dove ci sono il capo del governo bavarese, il
locale comandante dell'esercito e il capo della polizia. Tenta di arrestarli tutti e tre ma
riescono a fuggire e a raggiungere una caserma dell'esercito. Avviene uno scontro a fuoco, 16
nazionalsocialisti uccisi e Hitler arrestato, processato e condannato a 5 anni di carcere. Ne
sconta solo 9 mesi e comincia a scrivere il Mein Kampf (La mia battaglia). Uscito di prigione
riorganizza il partito e nel 1924 si presenta per la prima volta alle elezioni: 1924, 6%, poi 3%;
e 2,6% nel 1928.
Negli anni Venti si succedono al governo: a sinistra il Spd; al centro il Partito democratico, Dpd
e i cattolici dello Zentrum e del partito popolare bavarese, Bvp; a destra il Partito popolare
tedesco. Nei momenti di crisi hanno successo nelle elezioni i partiti antisistema.

CAPITOLO 4. Il fascismo al potere

4.1] Il quadro politico italiano nell'immediato primo dopoguerra
1918 i problemi italiani somigliano di più a quelli dei paesi che hanno perso la guerra:
inflazione, riorganizzazione produttiva, inquietudine sociale e instabilità politica.
Quest'ultima deriva dalle riforme elettorali approvate dal parlamento in maggioranza liberale
che prevedono il suffragio universale maschile ('18) e la rappresentanza proporzionale con
scrutinio di lista ('19) che vuol dire che ogni partito o gruppo politico avrà un numero di
rappresentanti simile al numero di voti. Le nuove regole favoriscono i gruppi con strutture
organizzative stabili e diffuse sul territorio, non i liberali quindi che non hanno un partito ma
altre due formazioni politiche: il Partito popolare italiano (Ppi), cattolico fondato e guidato da
un sacerdote don Luigi Sturzo (profondamente antifascista, sarà infatti costretto ad
abbandonare l'Italia (cfr. scheda p.91). Nel partito c'è sia l'area democristiana che quella più
conservatrice.
Il Partito socialista italiano (Psi), che esiste dal 1848 ora appare rinnovato e ha posizioni
molto più estremiste di prima della guerra. A Bologna l'8-9 ottobre 1919 si tiene il suo XVI
Congresso Nazionale in cui viene approvato un programma massimalista in 4 punti:

a] il modello è la Rivoluzione Sovietica
b] quindi il partito aderisce all'Internazionale comunista (la Terza Internazionale)
c] se è necessario per raggiungere i suoi fini il partito può ricorrere alla violenza
d] tra i fini c'è la demolizione dello Stato borghese, la dittatura del proletariato e la
costruzione di <<un nuovo ordine comunista>>.

Questo programma fa molto dubitare della loro lealtà verso il Regno d'Italia e, dopo le lezioni
in cui i liberali subiscono un netta perdita, diventa difficile un governo stabile. I governi
liberali di Francesco Nitti (cfr. scheda p.93), prima delle elezioni che quello successivo di
Giovanni Giolitti devono avvalersi dell'appoggio esterno di alcuni ministri del Partito
popolare. Tale schema (già sperimentato nel '13 col <<patto Gentiloni>>, accordo con i
cattolici) diviene la norma nel quadro politico italiano che vede succedersi governi
politicamente fragili.
4.2] Le aree di crisi nel biennio 1919-20
1915, Patto di Londra (cfr1.5) all'Italia Trento, Trieste e terre circostanti e anche la
DALMAZIA. ma il presidente degli Stati Uniti fa valere il principio di corrispondenza tra
nazioni e Stati e assegna la Dalmazia alla Jugoslavia. Rimane incerto il destino di Fiume.
Quindi la prima ragione di crisi nasce per ragioni nazional-patriottiche, Gabriele D'Annunzio
parla di <<vittoria mutilata>> e va a Ronchi, vicino a Fiume dove si trova un battaglione

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dell'esercito italiano che lo elegge come capo. A loro si uniscono centinaia di volontari e il 12
settembre 1919 marciano su Fiume e cacciano le forze interalleate. D'annunzio si pone a capo
come reggente della città e del territorio circostante che dichiara italiano.
I governi Nitti e Giolitti cercano di risolvere quello che rixhia di diventare un incidente
internazionale e il 12 novembre 1920 Giolitti firma con la Jugoslavia il Trattato di Rapallo i cui
la Dalmazia co l'eccezione di Zara va alla Jugoslavia e Fiume rimane città libera.
A Natale 1920 l'esercito italiano vince le forze della Reggenza del Carnaro (il governo
irregolare di D'Annunzio a Fiume). Ma questo non ferma le polemiche nazional-patriottiche.
La seconda ragione di crisi viene dalle lotte nelle fabbriche e nelle campagne. Questo avviene
anche ina altri paesi ma in Italia la presenza di un forte Partito socialista che appoggia la
Rivoluzione sovietica incoraggia le lotte dei sindacati: tra il '19 e il '20 sono diversi milionigli
operai e i braccianti che scendono in sciopero.
In Val Padana e nell'Italia centrale la conflittualità agraria raggiunge toni particolarmente
accesi perché le Leghe sindacali tra le varie rivendicazioni chiedono anche l'<<imponibile di
mano d'opera>>: l'obbligo per proprietari o affittuari di assumere un numero fisso di
braccianti concordato con i rappresentanti sindacali. Lo ottengono dopo i numerosi scioperi
del 1920. Nel Meridione non sono numerosi gli scioperi ma l'occupazione di terre incolte da
parte dei contadini senza terra.
Nelle aree industriali (soprattutto nord-ovest) la Fiom (Federazione Italiana operai
metallurgici che aderisce alla Confederazione generale del lavoro, Cgdl) chiede aumenti per i
metalmeccanici, gli imprenditori rispondono con una serrata (chiusura delle fabbriche) e gli
operai le occupano (500mila operai tra Lombardia, Piemonte e Liguria, 30-31 agosto 1920) e
cercano di mandare avanti da soli la produzione mentre, gruppi paramilitari armati, Guardie
rosse, li difendono da eventuali interventi dell'esercito. Il Governo Giolitti decide di non
intervenire e le trattative sindacati/imprenditori vanno avanti fino a raggiungere un accordo
a fine settembre con la vittoria dei lavoratori che ottengono non solo aumenti salariali ma
anche miglioramenti nelle condizioni di lavoro e che la produzione sia controllata dai consigli
degli operai. Tuttavia rimangono delusi gli operai che avevano visto nell'occupazione l'inizio
di una rivoluzione sul modello sovietico. Inoltre nelle settimane successive si vede che gli
imprenditori non intendono attivare i consigli operai e il sindacato preferisce non insistere.
Tutto questo affretta una spaccatura all'interno del PSI in cui si è creata una corrente che
vuole sperimentare la via rivoluzionaria e accusa parte dei socialisti di non voler realizzare
davvero una rivoluzione sovietica. La corrente di dissidenti è guidata, tra gli altri, da Amedeo
Bordiga, Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti. (cfr. schede p. 96)
Il 21 gennaio 1921 a Livorno durante il XVII Congresso del Psi , la corrente rivoluzionaria
costituisce il Partito comunista d'Italia (Pcd'i). La maggior parte dei militanti rimane nel Psi
però ora la sinistra è divisa.
4.3] La nascita del fascismo
I governi liberali non sono intervenuti a sostenere gli imprenditori e questi, in particolare gli
<<agrari>> (proprietari terrieri e affittuari cercano un modo di difendersi dagli scioperanti ed
eventualmente permettere di andare al lavoro a quelli che non intendono aderire agli scioperi.
Alla fine del 1920 cominciano a rivolgersi a formazioni politiche che hanno piccole forze
paramilitari e, tra queste, ce n'è una che avrà un importante futuro, il Movimento dei Fasci di
combattimento, fondati a Milano da Mussolini nel 1919. La vita politica di Mussolini comincia
nel Psi, di cui dirige anche il quotidiano <<Avanti!>>, nel '14 si dichiara favorevole all'entrata
in guerra ed è espulso dal Psi. Dopo l'espulsione fonda un altro giornale il <<Popolo d'Italia>>
finanziato da un gruppo di grandi industriali tra cui Giovanni Agnelli, il padrone della Fiat di
Torino.
I Fasci di combattimento sono una formazione politica che mescola patriottismo bellicista e
ambizioni di riforme sociali (simile alla Dap di Drexler e alla Nsdap di Hitler, cfr. 3.8), ma non

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funziona nelle elezioni del 1919 e quindi Mussolini lascia perdere le riforme sociali e mette
l'accento sull'antisocialismo e l'antibolscevismo. Il nuovo movimento è gradito ai proprietari e
affittuari della Valle Padana che finanziano il potenziamento delle formazioni paramilitari.
Nascono così le squadre d'azione fasciste gruppi violenti di ex combattenti, che iniziano una
lunga e sanguinosa serie di azioni a sorpresa: aggressioni e scontri contro i socialisti, i
sindacalisti, le loro sedi, i loro militanti o contro i municipi con amministrazioni di sinistra.
Fine 1920 e nei due anni successivi lo <<squadrismo>> diventa una realtà politica
incoraggiata da proprietari terrieri e imprenditori; l'opinione pubblica antisocialista,
anticomunista e antisindacalista è contenta che allontani il pericolo di una rivoluzione,
mentre esercito, forza pubblica e magistratura sono molto tolleranti.
I fascisti, come gli altri movimenti di destra, scelgono un modo di vestirsi che li distingua. La
divisa fascista ha una camicia nera con molti simboli mortuari (es. il teschio con le tibie
incrociate) che si erano già visti nella Grande Guerra per i corpi speciali d'assalto o dai
Freikorps tedeschi. Le tecniche d'aggressione sono brutali, quando non sono armi da fuoco
sono bastoni o manganelli oppure l'olio di ricino (un forte purgante) che sta a dimostrare che
il nemico se la fa addosso come un bambino, cioè non è un vero uomo. i militanti sono spesso
molto giovani, infatti il loro inno principale s'intitola Giovinezza. (ascoltarlo su youtube).
Il fascismo si presenta come l'unico movimento in grado di raccogliere l'eredità del discorso
nazional-patriottico fondato nel Risorgimento. Non dimentica i martiri e in loro nome vuole
ricostruire la grandezza della nazione. Ma, secondo Mussolini, per raggiungere tale obiettivo è
necessario eliminare ogni divisione sociale e politica e questo giustifica anche il ricorso alla
violenza perché i fascisti sono gli unici depositari della verità che deve essere "ficcata" in testa
agli avversari "dopo avergliela spaccata", dice uno squadrista nel 1920.
Ne consegue una guerra civile con 2/3mila morti socialisti e 672 fascisti tra il '19 e il '22.
Nonostante questo una buona parte dell'opinione pubblica medio e alto borghese apprezza il
fascismo che considera forte e deciso ma anche ricco di idealità, spiritualità e passione
nazional-patriottica. Ed è proprio l'incontro tra attivismo violento e aspirazione ideale che
Mussolini esprime nei suoi discorsi con grande abilità retorica e un lessico sacrale.
Leggere i brani dei due discorsi che tiene nel '21 e nel '22 (pp.99-100) er vedere come si
esprime Mussolini: parla di disinteresse, spiritualità, ideali, religione per difendere l'azione
dei giovani squadristi morti. E pronuncia la parola <<sicari>>, ma solo per negarla in
un'interrogativa retorica (che è la forma che si usa quando non si chiede nessuna risposta ma
si vuole affermare una verità che appare evidente. E poi continua con la ripetizione della
parola chiave, Italia per dire ciò che non è, ma anche qui, le sue negazioni sono affermazioni
che servono per dire ciò che l'Italia deve rappresentare non tanto per i giovani fascisti morti
gridando, Viva l'Italia! ma per quelli vivi a cui si rivolge. L'Italia è: una razza, una storia, un
orgoglio, grandezza del passato e dell'avvenire. Non sono parole a caso quelle usate da
Mussolini. Il termine razza avrà un peso terribile negli anni successivi; la storia a cui si rifà
tutta la retorica fascista è quella dell'impero romano dove si ritrovano anche la grandezza e
l'orgoglio e l'avvenire è quel promesso "sol dell'avvenir" celebrato nell'inno fascista (youtube,
All'armi...).
Stessa retorica che prende forza dalle ripetizioni nel secondo discorso dove si parla di
<<mito>> che è una <<fede>> e qual è il mito? la nazione, la grandezza della nazione che se
ancora non è realtà è compito dei fascisti farla diventare reale. Con un tocco di retorica finale
"la nazione" è "territorio" ma "soprattutto spirito".
4.4] La marcia su Roma
Elezioni maggio 1921 vari gruppi politici si uniscono nelle liste dei cosiddetti <<Blocchi
nazionali>> per aiutare i liberali a ostacolare, il Ppi e il Psi. I Fasci entrano in quelle liste e
riescono ad ottenere un certo numero di seggi. È la loro prima legittimazione politica.
Vengono eletti alla Camera 38 fascisti, tra cui Mussolini. Comunque non c'è una maggioranza e

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da luglio -21 a febbraio '22 si susseguono 3 brevissimi governi: Ivanoe Bonomi e Luigi Facta
(cfr. i grafici pp. 100, 101 e 103). Nel frattempo aumentano le simpatie versp il movimento
fascista.
Novembre 1921, i Fasci di combattimento diventano il Partito nazionale fascista (Pnf).
Mussolini viene chiamato duce (=condottiero in latino) e le squadre d'azione diventano
interne al partito e, di fatto, sono una forza militare privata. Nessuno autorità dello Stato
interviene a sanzionare l'illegalità dell'organizzazione del Pnf e i aumentano i militanti che
sono borghesi e medio-borghesi , anche se tra gli iscritti ci sono anche numerosi operai e
contadini. Tuttavia tra fine '21 e durante il 1922 la situazione d'illegalità comincia a pesare
sull'opinione pubblica che mostra delle perplessità su un partito che usa sistemetaticamente
la violenza privata. Anche perché nel frattempo gli scioperi sono quasi del tutto cessati e il Psi
ha continuato ad indebolirsi in continue scissioni: 1921 Pcd'I, ottobre '22, i riformisti guidati
da Filippo Turati e Giacomo Matteotti fondano il Partito socialista unitario (Psu).
Nel Psi rimangono i massimalisti stretti tra sinistra comunista e socialismo riformista non
riescono a far seguire atti politici coerenti dalla loro retorica verbale violentemente
rivoluzionaria. Al contrario il Psu è molto moderato e potrebbe facilmente allearsi con i
liberali per fare una maggioranza di governo. Di fronte a tale prospettiva i fascisti decidono
un'azione di forza, un progetto di colpo di Stato che viene messo in atto tra il 27-28 ottobre
1922 con una marcia su Roma. Camice nere fasciste convergono su Roma da varie parti
d'Italia per occupare poste, telegrafi e prefetture, far cadere il governo Facta e dare a
Mussolini l'incarico di formare un nuovo governo. Facta chiede al re Vittorio Emanuele III di
proclamare lo stato d'assedio per far intervenire l'esercito, ma il re decide di non firmare il
decreto. Così i fascisti entrano a Roma e il 30 ottobre Mussolini si presenta al re e chiede ed
ottiene l'incarico di formare un nuovo governo che viene fatto in 2 giorni. È un governo di
coalizione con 5 fascisti, 3 indipendentisti filofascisti, 1 nazionalista, 2 popolari, 2
democratico-sociali (ex radicali di destra) e 2 liberali (per i nomi cfr. p.104). Quindi il capo di
un partito che ha solo 38 deputati alla camera (7% dei seggi) ha sia la Presidenza del Consiglio
che una maggioranza di ministri del suo piccolo gruppo di parlamentare.
16 novembre 1922. È Mussolini stesso che nel suo discorso d'insediamento afferma che la
legalità costituzionale è stata infranta. Ripete POTEVO per dire che "con 300mila giovai
armati" avrebbe potuto: punire tutti quelli che avevano parlato male del fascismo; riempire
l'aula di sue truppe armate (manipoli); costituire un governo di soli fascisti. Avrebbe potuto
ma non ha voluto "almeno in questo primo tempo". Sono chiaramente una serie di minacce
che mostrano gli scenari politici possibili se il suo governo non verrà approvato e sostenuto.
Ottiene la fiducia con 306 voti favorevoli e 116 contrari alla Camera e 196 favorevoli e 19
contrari al Senato. Nello stesso momento sia alla camera che al Senato con l'approvazione di
un disegno di legge il governo ha pieni potere per riordinare il sistema tributario e la pubblica
amministrazione. Questo è solo l'inizio della fine della liberal-democrazia, che sarà
perfezionata dal '22 al '25.
4.5] Una fase transitoria (1922-25)
È iniziata quella che Mussolini chiama la Rivoluzione fascista.
Dicembre '22 Gran Consiglio del fascismo, un organo di raccordo tra Partito e Stato: i membri il
Presidente del Consiglio e il segretario del Pnf, i presidenti di Camera e Senato e
diversi dignitari fascisti.
Gennaio '23 Le squadre d'azione fasciste sono trasformate nella Milizia volontaria per la
sicurezza nazionale che le legittima e le mette sullo stesso piano di esercito e
carabinieri e così sono legittimate anche le violenze e le aggressioni.
In economia il ministro delle Finanze e del Tesoro, Alberto De Stefani, adotta una linea
liberista. Le tariffe doganali sono leggere per favorire gli scambi utili
all'industria meccanica e siderurgica.

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Rapporti Mussolini mostra riconoscenza a chi per primo lo ha sostenuto, quindi


di LAVORO autonomia organizzativa per imprenditori industriali e agrari (del
resto i sindacati sono stati annullati il che vuol dire niente scioperi).
Fisco Prevalgono le IMPOSTE INDIRETTE che favoriscono le élite economiche e
sociali.
Risultati positivi: cresce la produzione industriale e agricola e il PIL.
I salari industriali in un primo momento ('21) decrescono, ma non scendono
sotto i livello del <<biennio rosso>> e, tra 1924-25 crescono insieme ai prezzi.
Luglio 1923 Nuova legge elettorale (sostenuta anche da liberali e popolari di destra) che
serve ad imporre il Pnf. La lista che raggiunge la maggioranza relativa (25%),
con una sorta di "premio di maggioranza", ha i 2/3 dei deputato alla Camera.
6 aprile 1924 elezioni in un clima di violenza che porta gli elettori verso le 'Liste nazionali"
mentre le opposizioni si presentano divise. Risultato: vittoria fascista: 65% dei
voti e 70% dei seggi. Ma il 30 maggio 1924 Giacomo
Matteotti, segretario del Psu, pronuncia alla Camera un duro e chiaro discorso di denuncia
delle violenze e intimidazioni fasciste durante le elezioni e ne chiede
l'annullamento. Dieci giorni più tardi lo uccidono,
10 giugno'24 il corpo viene ritrovato dopo 2 mesi. La responsabilità politica e morale ricade
su Mussolini anche se sembra che non abbia ordinato direttamente l'omicidio.
L' opposizione si ritira dal parlamento -- secessione dell'Aventino -- sperando in un intervento
del re che non arriva.
https://it.wikisource.org/wiki/Italia_-_3_gennaio_1925,_Discorso_sul_delitto_Matteotti
Mussolini in un discorso alla Camera si assume tutte la responsabilità morale, non materiale,
con la sua solita retorica provocatoria e violenta che si serve di ripetizioni continue: da un lato
una dichiarazione di responsabilità io...io...io...; dall'altro l'affermazione delle giusta causa che
giustifica le azioni violente se....se...se... per arrivare, e far arrivare chi lo sta ascoltando, alla
conclusione voluta "La sedizione dell'Aventino ha ripercussioni in tutto il Paese" quindi
"Quando due elementi sono in lotta e sono irriducibili, la soluzione è la forza" e continua per
arrivare alla parte costruttiva del suo discorso, "L'Italia [...] vuole pace, tranquillità e "calma
laboriosa" gliela daranno loro, i fascisti "con l'amore, se è possibile, e con la forza se sarà
necessario". E, dopo aver messo uno accanto all'altro due elementi contrastanti (ossimoro)
come amore e forza, da intendere come violenza, Mussolini conclude il discorso con un tono
che vuole essere rassicurante ma è, in realtà, minaccioso: "Voi state certi che nelle 48 ore
successive al mio discorso, la situazione sarà chiarita su tutta l’area, [...]. Tutti sappiamo che
ciò che ho in animo non è capriccio di persona, che non è libidine di governo, che non è
passione ignobile, ma è soltanto amore sconfinato e possente per la Patria" (cfr. p. 108).
[Per gli storici come Renzo De Felice questo discorso è ritenuto l'atto costitutivo del fascismo
come regime autoritario]. Il senso del discorso è, infatti, che lo stato liberale è finito ed è
arrivato il momento di portare a compimento la rivoluzione fascista iniziata con la marcia su
Roma.
4.6 Il fascismo si fa stato (1925-29)
Nei giorni successivi al discorso del 3 gennaio vengono sciolte tutte le associazioni politiche
avverse al fascismo. Non sono ancora aboliti gli altri partiti, ma vengono chiusi giornali e
riviste, arrestati o aggrediti dirigenti e militanti.
Leggi fascistissime, tra fine '25 e il '26:
a] 24 dic. 1925 Il governo è responsabile solo nei confronti del re senza voti di fiducia
(giå previsto dallo Statuto Albertino), il <<capo del governo>> ha
maggiori competenze.
31 genn. 1926 aumentano le possibilità governative di emanare norme di legge.
b] 2 leggi del '26 il governo locale di sindaci e giunte non è più elettivo ma vengono

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istituiti 2 nuovi organismi di nomina governativa: i podestà e le consulte.


c] 25 nov. 1926 reintroduzione della pena di morte per chi attenti alla vita di regnanti e
capo di governo (c'erano stati 4 attentati falliti contro Mussolini);
inasprisce le pene per i reati politici (cioè chiunque metta in dubbio il
regime) per i quali c'è un
Tribunale speciale: i suoi giudici sono gli ufficiali generali dell'esercito ma, soprattutto i
membri della Milizia volontari per la sicurezza nazionale, cioè le ex
squadre fasciste, quindi anche il tribunale è parte del Pnf.
d] 2 ott. 1926 patto di Palazzo Vidoni che interviene sui rapporti di lavoro. La
Confindustria (Confederazione generale dell'industria, l'associazione nazionale degli
imprenditori) riconosce solo la Confederazione delle Corporazioni fasciste
(l'organizzazione sindacale fascista. Questo è il primo passo per la legge
del 3 aprile 1926 che ammette solo le associazioni sindacali riconosciute dal governo e
vieta serrate e scioperi.
e] 9 nov. 1926 vengono dichiarati decaduti tutti i deputati dell'opposizione, il primo
passo verso lo scioglimento di tutti i partiti tranne il Pnf che con i suoi
membri come unici parlamentar legittimi attraverso Gran Consiglio,
Milizia volontaria e Tribunale speciale s'identifica sempre più con lo
Stato. Nasce così un regime politico monopartitico simile a quello che
negli stessi anni sta avvenendo nella Russia sovietica.

1928 nuova riforma del sistema elettorale che prevede un'unica lista nazionale
compilata dal Gran Consiglio che gli elettori possono approvare o
respingere (ipotesi esclusa). La svolta totalitaria porta cambiamenti
nell'economia dal '24 i prezzi hanno ripreso a salire (svalutazione lira/sterlina). Per
bloccale l'inflazione Mussolini nell'agosto 1926 decide di rivalutare la lira
portandola a <<quota novanta>> che significa che prima 1sterlina inglese
valeva 135 lire, ora ne vale 90. La manovra favorisce le importazioni ma
crea seri problemi nelle esportazioni e rende meno competitive le merci
italiane sul mercato internazionale.
Conseguenze: rallentamento della crescita economica, discesa e poi stagnazione del Pil
tra il '26 e il '29.
Nello stesso periodo Mussolini immagina un'assoluta autonomia economica e sociale: crescita
demografica e <<battaglia del grano>> cioè autosufficienza alimentare. Come? alzando i dazi
doganali sui cereali (1925) e incoraggiando l'uso di tecniche di coltivazione più moderne
(macchine e concimi chimici) e incoraggia ad estendere le superfici coltivabili. Il governo da
parte sua nel 1928 inizia la <<bonifica integrale>>, soprattutto nel centro-meridionale delle
aree paludose e malariche (non sarà portata a termine). Per completare la stabilità del regime
è poi necessario un accordo con la Chiesa cattolica.
1923, Riforma scolastica fatta dal filosofo Giovanni Gentile, ministro della pubblica istruzione
del primo governo Mussolini. Prevalgono le materie umanistiche,
viene reintrodotto l'insegnamento obbligatorio della religione nelle
scuole elementari. Gli istituti religiosi possono rilasciare diplomi con
lo stesso valore delle scuole pubbliche.
Papa Pio XI come per compensare non è intervenuto a favore del Partito popolare.
Dopo il 1871 i rapporti tra Stato italiano e Chiesa si sono interrotti anche se ci sono stati
momenti di collaborazione (cattolici/liberali poi cattolici/fascisti). Ma Mussolini vuole
riprendere i rapporti con un'istituzione seguita da milioni di persone. Nel '26 c'è un primo
riavvicinamento che porta all'11 febbraio del 1929 quando vengono stipulati i
Patti Lateranensi un trattato formale tra la Chiesa e lo Stato italiano. Secondo tali patti lo

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Stato italiano paga alla Chiesa un'indennità di risarcimento per la perdita


del potere temporale; in cambio il Papa riconosce lo Stato italiano e
accetta di limitare la propria sovranità popolare alla Città del Vaticano.
Concordato ciò che il regime fascista riconosce: è riconfermata religione di
Stato: il valore civile del matrimonio religioso; l'insegnamento della
dottrina cattolica in tutte le scuole; l'Azione cattolica, unica associazione
non fascista tollerata dal regime, può continuare le sue attività a patto
che non siano politiche.
Il popolo italiano sembra apprezzare questo riavvicinamento alla Chiesa e lo dimostra nelle
nuove elezioni del '29 in cui va a votare il 90% degli aventi diritto e i consensi sono del 98%,
per quello che può valere visto che c'è un regime dittatoriale e quindi molti voti sono per
evitare persecuzioni, repressioni, ritorsioni.
4.7] Miti e rituali fascisti
L'ascesa del fascismo da movimento a partito nasce da 4 fattori: 1] uso della violenza; 2]
finanziamenti di imprenditori e proprietari terrieri; 3] costruzione di una mitologia e
simbologia; 4] distinzione tra nazione e antinazione.
L'uso della violenza è tollerato quando non apertamente apprezzato da larga parte di esercito,
polizia e magistratura e la forza paramilitare (squadrismo) è organizzata rapidamente grazie
ai finanziamenti.
Miti e simboli all'inizio servono a creare un senso di appartenenza tra i militanti, quando il
movimento diventa partito si estendono all'intera società.
L'antinazione sono tutti gli altri partiti a cominciare da quelli che sono stati contrari
all'ingresso in guerra: liberali, socialisti e comunisti sono corpi estranei alla nazione, in
particolare gli ultimi due si sentono parte di una comunità internazionale che s'ispira alla
Russia bolscevica. Nei suoi discorsi e negli articoli sul Popolo d'Italia Mussolini ripete che il
fascismo non si rivolge solo ai ricchi ma a tutte le classi sociali e quindi è giusto che ci sia un
solo partito che giustamente lotta contro i gruppi politici avversari. Un partito-milizia che non
si vergogna, anzi esibisce le proprie tecniche di aggressione militare.
Le squadre ricollegano direttamente il movimento alla Grande Guerra, sono, infatti,
largamente composte da ex combattenti che sono fieri della loro esperienza. Del resto la
guerra ha un ruolo fondamentale nell'ideologia fascista, l'ascesa di Mussolini inizia proprio
nel momento in cui esce dal partito socialista perché favorevole alla guerra.
Legato al culto della guerra c'è il culto funebre che celebra i caduti e che è essenziale nei riti
della comunione degli squadristi che, come in ogni liturgia, fanno un giuramento di
appartenenza le cui parole sono approvate alla vigilia della marcia su Roma:

Nel nome di Dio e dell'Italia, nel nome di tutti i caduti per la grandezza dell'Italia, giuro
di consacrarmi tutto e per sempre al bene d'Italia. (cfr. altro es. p.115)

La sacralizzazione dell'azione politica, anche la più violenta, come, del resto nella tradizione
cristiana, passa per un momento tipico, l'appello dei caduti perché le morti non sono state
invano e rimarranno sempre come esempio per i vivi [ancora oggi i manifesti fascisti che
vediamo sui muri portano il nome del militante morto, le date e la scritta vive].
Ma perché il fascismo divenga parte della memoria di tutti vengono istituite una serie di
festività [alcune delle quali in vigore ancora oggi]:
31 gen./24 sett. '23 culto della bandiera: saluto nelle scuole ed esposizione negli edifici
pubblici in occasione di feste o lutti nazionali;
FESTIVITÀ:
23 ott. '22 viene istituita la Festa della Vittoria, ogni 4 novembre;
entrata in guerra dell'Italia da celebrare ogni 24 maggio;

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fondazione (natale) di Roma ogni 21 aprile che sostituisce la festa dei lavoratori del
Primo Maggio
ricorrenza della Marcia su Roma ogni 28 ottobre
Ritualità, architettura e monumentalità fasciste si svilupperanno soprattutto negli anni '30 ma
già tra il '22 e il '29 il rituale dell'incontro con il popolo dei capi del fascismo, soprattutto
quando è presente Mussolini, ha momenti di vera apoteosi. Il duce crea una vera unione
mistica con le folle e riesce a costruire un culto della personalità che non riguarderà solo il
fascismo.

CAPITOLO 5. Civiltà in trasformazione

5.1] IL <<FARDELLO DELL'OCCIDENTE>>
Lo scrittore indiano Rudyard Kipling (Il libro della Jungla, il suo romanzo più famoso), studia e
lavora in Inghilterra ma fa anche il giornalista in India e in Usa, conosce quindi bene il
colonialismo e i rapporti tra colonizzatori e colonizzati e nel 1899 in una sua poesia dice che
per i colonizzatori i colonizzati sono il <<fardello [peso] dell'uomo bianco>> perché deve
civilizzare popolazioni arretrate. Con il passare degli anni s'inverte il significato
dell'espressione e il "fardello" è l'oppressione che patiscono i colonizzati.
Alla Grande Guerra, che si è svolta in Europa, hanno partecipato in molti: giornalisti,
diplomatici ma soprattutto soldati provenienti dalle colonie.
La guerra è servita anche a mostrare modelli politici alternativi come comunismo e fascismo
da usare contro l'Occidente imperialista. È questo che ha dato all'espressione "fardello
dell'Occidente" un terzo significato che si riferisce all'influenza dei modelli politici e culturali
dell'Occidente sui paesi extra occidentali. Buruma e Margali nel libro Occidentalismo.
L'Occidente agli occhi dei suoi nemici (2004) scrivono che <<l'Occidente fu combattuto con
idee nate in Europa>>. Infatti i modelli politici e ideologici che saranno utilizzati contro
l'Occidente provengono da intellettuali giapponesi, cinesi, indiani, arabi o egiziani che hanno
studiato in Europa. Il processo però non è a senso unico: le idee partono dall'occidente ma poi
ogni paese le adatta alle proprie tradizioni politiche, filosofiche e religiose creando ed
esportando culture politiche nuove, a volte terribili, a volte esaltanti, quasi sempre tragiche.
5.2] LA CINA CONTESA
1911 era stata proclamata la Repubblica ma i gravi conflitti interni cominciano a risolversi nel
1923 quando il Partito nazionalista cinese (Kuomintang) ricostituisce a Canton un governo
nazionale (a guida di Sun Yat-sen) con l'appoggio del Partito comunista cinese (fondato
nel "21, tra gli altri anche da Mao Tse-tung) e un accordo con rappresentanti
dell'Unione Sovietica.
Si forma anche un esercito volontario pronto a combattere contro i <<signori della guerra>> (i
seguaci di Yuan Shikai , morto nel 1016, che detengono il potere militare e politico nelle
province) e contro i giapponesi che sono già in Manciuria.
1925 Cresce l'influenza del partito comunista e quando muore Sun Yan-set la guida passa
a un moderato, Chiang Kai-shek (ciankaiscec) che vuole sconfiggere i signori della
guerra e riunire la Cina del Nord-ovest alla Cina del sud.
1926 spedizione contro il nord che ha successo grazie all'aiuto di contadini e operai.
1927 l'esercito nazionalista entra a Shanghai aiutato da un grande sciopero operaio. Però se
lo sciopero è stato d'aiuto ha anche mostrato la forza comunista e convinto Chiang Kai-
shek dell'opportunità di liberarsi di loro. La repressione ha inizio a Shangai il 12 aprile
1927 e prosegue nei mesi successivi in tutte le zone del governo nazionalista mentre viene
interrotta la collaborazione con l'Unione Sovietica.
1928 a Nanchini si forma un nuovo governo nazionalista cui partecipano anche i <<signori
della guerra>> che accettano di allearsi.

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Il nuovo governo vorrebbe modernizzare economia e società ma non ne ha i mezzi perché in


realtà controlla solo le città di Wuhan, Nanchino e Shanghai dove però ci sono potenti gruppi
criminali contro i quali Chang Kai-shek non ha potere perché lo hanno aiutato nella
repressione anticomunista del '27. L'altro problema sono le tasse per finanziare l'esercito che
pesano sulle attività commerciali e produttive urbane mentre nelle aree rurali finiscono nelle
tasche dei <<signori della guerra>>, gli amministratori locali con i quali è stato fatto un
accordo. Inoltre nelle campagne del Nord e dell'Ovest i proprietari terrieri e le comunità
contadine hanno propri gruppi armati che svolgono attività di brigantaggio ostacolando le
attività commerciali.
Nelle aree meridionali ci sono i gruppi comunisti sfuggiti alla repressione. Il principale
dirigente è Mao Tse-tung che ritiene di poter fare la rivoluzione comunista non con gli operai
ma con i contadini (non le città e gli operai come da regola marxiste). Una scelta obbligata che
si rivela vincente grazie a un'attenta politica. I contadini possono espropriare la terra dei
grandi proprietari ma rimane a loro la terra che possono coltivare da soli e non sono toccate
le piccole proprietà dei lavoratori diretti. In questo modo Mao riesce ad avere dei forti gruppi
armati.
1931 a rendere ancora più difficile la posizione dei nazionalisti arriva l'attacco giapponese
alla Manciuria controllata da uno dei <<signori della guerra>> e andare oltre.
Chiang Kai-shek non ha forze sufficiente per battere i giapponesi e decide quindi di
lottare contro i comunisti che stanno cercando di formare una Repubblica cinese dei
soviet.
1931/34 L'esercito nazionalista fa 5 campagne contro i comunisti e sta quasi per vincere
quando nel '34 100mila comunisti riescono a dirigersi prima a ovest e poi a nord fino
alla regione dello Yenan.
1935 arrivano in 10mila dopo aver percorso 10mila kilometri in quella che è ricordata come
lunga marcia. Nella nuova base di Yenan Mao ricomincia a riorganizzarsi anche
militarmente e riesce a ricostruire un numeroso esercito popolare cinese.
1937 Chiang Kai-shek accetta un accordo che stabilisce un'unica linea di difesa contro i
giapponesi e i comunisti rinunciano a dar vita a una rivoluzione comunista nella zona
da loro controllata che diventa regione autonoma mentre le armate comuniste
diventano parte dell'esercito cinese. L'accordo arriva pochi mesi prima di un violento attacco
giapponese contro Shanghai e Nanchino.
5.3] IL GIAPPONE IMPERIALE
Tra fine Ottocento e inizio Novecento il Giappone continua la crescita economica e territoriale.
Lo Stato interviene nelle attività economiche ed esercita una forte pressione fiscale
soprattutto sui redditi agricoli per finanziare il sistema educativo, le infrastrutture (strade,
ferrovie, porti) e soprattutto l'esercito (dal 1914 alla fine degli anni Trenta le spese militari
sono il 30/40% del bilancio statale). La crescita dell'industria siderurgica e meccanica è
strettamente legata all'esercito ma non è la sola industria importante c'è anche la crescita
costante dell'industria tessile che nel '29 rappresenta il 70% delle esportazioni. Il problema
della crescita delle industrie giapponesi è strettamente legato alla necessità di importare le
materie prime e di avere poi un mercato esterno per esportare i prodotti finiti dato che il
mercato interno è troppo povero (le retribuzioni contadine ed operaie sono molto basse).
Da qui nasce anche la necessità di espansioni territoriali verso l'Asia continentale, all'inizio
del Novecento c'è stata l'annessione di Taiwan, della Corea e la dominazione economica e
militare su parte della Manciuria.
La politica giapponese ha forti legami sia con i grandi imprenditori che con le associazioni
legate ai generali e agli ufficiali dell'esercito che vedono positivamente un'espansione
territoriale che però è fermata nella prima parte degli anni Venti dai problemi interni.
C'è una prima fase di democratizzazione autoritaria del partito Kenseito, liberal-conservatore.

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1924 va al governo Kato Komei


1925 introduzione suffragio universale maschile, ma viene fatta contemporaneamente una
legge sull'ordine pubblico che prevede pene molto gravi per chiunque venga meno
all'assoluta obbedienza all'imperatore e alle autorità politiche sociali e religiose.
1926 muore l'imperatore Taisho e gli succede il figlio Hirohito. Muore anche Kato Komei e gli
succede un militare, Tanaka Giichi che elimina le componenti democratizzanti e nel
1928 introduce la pena di morte per che esprime pensieri pericolosi che mettono in
discussione i valori de Kokutai (<<sistema dell'identità nazionale>>). Le opposizioni
socialiste e democratiche sono messe a tacere e il sistema politico si avvia verso una totale
subordinazione alle élite militari. Anche se c'è una lunga fase di insubordinazioni e di scontri
tra fazioni interne all'esercito. La crisi inizia in Manciuria dove al confine con la Corea c'è un
corpo di spedizione dell'esercito giapponese.
1931 I militari giapponesi provocano un incidente non autorizzato con i cinesi per avere un
pretesto per occupare le maggiori città della Manciuria ed entro la fine del '31 l'esercito
giapponese, aiutato dalla Corea, controlla tutta la regione.
Nessun governo riesce a fermare i militari e a Tokyo questo provoca una serie di crisi
politiche.
1932 A gennaio, truppe giapponesi bombardano Shangai che resiste. Il Primo marzo i capi
dell'esercito proclamano la formazione di Manciukuo, uno stato-fantoccio [fantoche],
Il capo formale è l'ultimo imperatore, Puji, deposto dal trono imperiale cinese nel 1911,
ma di fatto sotto il controllo dell'esercito giapponese che lo dichiara Stato autonomo e
dipendente dal Giappone. Vengono condannati dalla Società delle Nazioni e, in risposta
1933 il Giappone ritira la sua adesione. Tutto questo rende evidente la debolezza dei partiti
politici giapponesi. Le diverse fazioni militari, strutturate in società segrete, si
combattono tra loro con una serie di attentati e aggressioni che si susseguono dal '30 al
'36 contro i dirigenti politici civili.
1936 tentativo fallito di colpo di stato della Fazione della via imperiale (Kodoha) bloccato
dalla Fazione di controllo (Toseiha), premessa di un cambiamento definitivo di regime
politico.
1937 Konoe Fumimaro, principe della famiglia reale, viene nominato Primo ministro con
l'appoggio sia della fazione militare vincente che degli imprenditori.
Il testo programmatico del nuovo governo Kokutai no Hongi (Principi cardinali dell;identità
nazionale) afferma: la sacralità dell'Imperatore che serve per dire che il popolo giapponese è
diverso e superiore a ogni altro popolo della Terra. Questa è la base di partenza per una politica
estera estremamente aggressiva e una politica interna autoritaria e repressiva.
1937, estate un esercito di 350mila uomini inizia l'aggressione militare della Cina.
Conquistano prima Shangai e poi Nankino (allora capitale) e sterminano sia i militari
che la popolazione civile con esecuzioni di massa e un comportamento terribilmente
aggressivo.
'37-38 L'esercito giapponese controlla gran parte della Cina nord-orientale. Ma la guerra è
appena iniziata perché i cinesi si stanno preparando a resistere in ogni modo.
1940 All'interno del Giappone sono sciolti tutti i partiti o obbligati a confluire in un partito
unico Taisei Yokusan Kai (Associazione per l'assistenza al governo imperiale.
5.4] L'INDIA DI GANDHI
Prima della Grande Guerra c'era tensione tra le comunità indù e islamica che cercano un
accordo durante la guerra ma Tilak e Jinnah non riescono a stabilire a una linea comune anti
britannica.
Ogni comunità religiosa ha un'organizzazione politica: gli indù il Congresso nazionale indiano
con a capo Lal Gangdhar Tilak; gli islamici la Lega musulmana con a capo Mohammed Ali
Jinnah.

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Dopo la guerra l'India, che ha partecipato con oltre un milione di soldati, si aspetta una
qualche forma di autonomia invece il governo britannico nel 1919 conferma le leggi
eccezionali fatte durante la guerra che negano ogni autonomia e prevedono l'incarcerazione
senza processo per chiunque manifesti posizioni politiche antigovernative.
Mohandas Karamchand Gandhi, figlio del primo ministro del Porbandar, uno stato semi
autonomo dell'India nord-occidentale. Di religione indù e molto influenzato dal giainismo,
una corrente filosofico-religiosa che si fonda, tra l'altro, sul principio dell'ahimsa (<<non
violenza integrale>>). Ha studiato giurisprudenza in Inghilterra allo University College di
Londra e ha le sue prime esperienze politiche in Sudafrica dove rimane coplito dalla
discriminazione razziale verso i neri e gli indiani. S'impegna nella difesa degli indiani che a
fine Ottocento erano stati privati del diritto al voto. È in questo periodo che elabora una sua
teoria politica radicalmente innovativa e distante dalla cultura politica e dai credo religiosi
dell'epoca, l'idea che un'azione politica di massa possa essere condotta senza ricorrere alla
violenza con forme di resistenza passiva e pacifica. La sua lotta polica prende il nome di
satyagraha, fermezza della verità. Quando torna in patria è già famoso e quando nel 1918
s'impegna in difesa dei contadini cominciano a chiamarlo Bapu (padre) o Mahatma (grande
anima). Nel 1919 invita gli indiani a protestare contro le leggi speciali con un hartal, una sorta
di sciopero generale che ha grande successo ma provoca una reazione militare ad Amritsar,
nel Punjab, dove l'esercito spara sulla folla, uccide 400 manifestanti e provoca grande
disapprovazione verso l'autorità britannica mentre accresce il prestigio di Gandhi.
1920 muore Tilal e Gandhi diviene capo del partito indù, il Congresso nazionale e cerca di
nuovo un accordo con la Lega musulmana di Jinnah che però è contraria alla non violenza.
'20-22 Campagna di Gandhi per la non cooperazione che vuol dire non avere nessun rapporto
con i britannici neppure con i tessuti inglesi che vengono bruciati in piazza. Gandhi
stesso rinuncia agli abiti occidentali e adotta il dhoti (abito tradizionale indiano) e
invita a tessersi i tessuti da soli: l'arcolaio [la macchina per tessere a mano] diviene il
simbolo dell'indipendenza indiana. Inoltre Gandhi è a favore dell'emancipazione delle
donne e per l'abolizione della casta degli intoccabili.
Nel '22 Gandhi interrompe la campagna per la non-cooperazione per paura che la
protesta degeneri come è successo in un villaggio in cui alcuni manifestanti hanno
rinchiuso un gruppo di poliziotti in una stazione di polizia e gli hanno dato fuoco.
Gandhi viene arrestato e condannato a 6 anni di carcere. Ne sconta 2, esce nel '24.
Sembra che sia stato dimenticato ma i suoi seguaci continuano a cercare l'indipendenza
dell'India, in particolare Jawaharlal Nehru a cui si unisce Gandhi.
1930, marcia del sale (monopolio britannico) nuova campagna di disobbedienza civile.
Gandhi e i suoi seguaci partono a piedi e percorrono 400 chilometri (da Dandi a
Gujarat). Via via che avanzano si uniscono altri seguaci e, arrivati sulla spiaggia, Gandhi
viola la legge raccogliendo un granello di sale. Lo imitano in tutto il paese e gli inglesi
non sanno più dove mettere i manifestanti arrestati. Il viceré dell'india, Lord Edward
Irwin, propone un accordo: se Gandhi sospende la manifestazione lui gli trova il modo di
farlo andare in Inghilterra a parlare con il presidente del Consiglio, un laburista.
Ma il governo laburista cade e il governo conservatore, dove c'è anche Winston Churchill,
non vuole neppure sentire parlare di concessioni. Per Churchill Gandhi non è che <<un
fachiro seminudo che osa salire le scale del palazzo di Sua Maestà>>. L'immagine tuttavia
è vincente e anche se Gandhi è arrestato al suo rientro in patria, gli atti di resistenza e
insubordinazione si moltiplicano mentre Gandhi in carcere con lo sciopero della fame attira di
nuovo su di sé l'interesse dell'opinione pubblica.
1935, (in vigore dal '37) una Costituzione per l'India concedere maggiori autonomie ai governi
locali. Ma il Congresso con Gandhi e Nehru non è soddisfatto perché pensa che
l'indipendenza sia vicina.

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Rimane tuttavia da risolvere il rapporto tra indù e musulmani (che non credono alla non
violenza) e il fatto che alla fine degli anni '30 il governo britannico non ha nessuna intenzione
di lasciar andare l'India.
5.5] IL MONDO ISLAMICO
L'impero ottomano era stato il più grande stato islamico al mondo con le città sante della
Mecca e Medina e il titolo di califfo (massima autorità spirituale) per il sultano che dava un
senso di unità.
Alla fine della Grande Guerra l'Impero ottomano non esiste più e il califfato viene abolito nel
1924 dalla nuova Repubblica di Turchia. L'Islam è ora suddiviso in molte entità statali quasi
tutte controllate dalle potenze occidentali.
Francia: Maghreb, Tunisia, Marocco
Italia: Libia (anche se per tutti gli anni Venti c'è la guerra con la confraternita musulmana e
con le tribù dell'interno)
Gran Bretagna: Egitto che però nel '22 diviene semindipendente: una monarchia
parlamentare sottoposta alla tutela inglese per le forze armate, la politica
estera, l'amministrazione dell'area del Sudan e la giurisdizione degli stranieri,
riservata ai tribunali inglesi.
I musulmani d'India.
Gran Bretagna o Francia: Siria, Libano, Transgiordania, Palestina, Iraq. Sotto il controllo di uno
dei due Paesi da mandati emessi dalla società delle Nazioni.
L'Afghanistan è regno autonomo dal 1919.
I musulmani d'Indonesia sono sudditi della corona olandese.
Stati autonomi dell'area islamica: Arabia Saudita, Turchia, Persia. Ma i fedeli islamici si
sentono molto disorientati proprio guardando come i tre Stati si muovono in direzioni
divergenti.
5.5.1] L'Arabia Saudita
Abdul Aziz Ibn Saud dal 1902 conquista Ryad e si proclama imam (capo religioso) dei
wahhabiti, corrente religiosa islamica fondata nel XVIII sec. da al-Wahhab. Saud con il suo
forte esercito negli anni Venti conquista Medina e la Mecca, i luoghi santi islamici. Da quel
momento il suo profilo religioso diviene particolarmente importante in un regno le cui
strutture di potere poggiano su relazioni personali e alleanze matrimoniali. Gli ulema, cioè le
autorità religiose del paese sono discendenti di Wahhab e imparentate attraverso il
matrimonio. Nello stesso modo Ibn Saud è imparentato con i vari gruppi tribali del suo regno.
In questi anni l'Arabia Saudita è caratterizzata da un tradizionalismo politico-religioso e
un'arretratezza economica anche se nel '33 e nel '39 la Standard Oil ha cominciato a testare il
terreno alla ricerca del petrolio.
5.5.2] La Turchia
29 ottobre 1923 nasce la Repubblica di Turchia con a capo Mustafà Kemal che nel '23 viene
proclamato presidente a vita anche se per due anni sembra ammettere altri partiti oltre al suo
Partito repubblicano del popolo. Poi forte del suo esercito nel 1925 con un colpo di Stato
instaura un sistema autoritario a partito unico. Con una Costituzione nel '37 il sistema
s'istituzionalizza: rimane un parlamento e delle elezioni a voto palese, cioè plebiscitarie come
dal '29 quelle dell'Italia fascista.
Kemal cerca di costruire un culto della personalità con sue statue ovunque nel paese e
facendosi chiamare Atatürk (padre dei turchi) dal 1934 (l'ispirazione gli viene dall'Italia
fascista e dalla Russia comunista).
Kemal vuole attuare una modernizzazione economica e sociale tramite una laicizzazione e
occidentalizzazione della società turca:
1924 abolizione del titolo di califfo
1925 vietate le confraternite islamiche e i beni requisiti; vietato l'uso del fez (cappello

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tradizionale
1926 nuovo diritto di famiglia: abolizione della poligamia e parità di sessi in caso di divorzio;
dissuadere le donne dall'uso del velo
1928 l'islam cessa di essere religione di Stato; l'alfabeto arabo sostituito da quello latino
1934 diritto di voto alle donne
1935 obbligo di assumere cognomi occidentali; 17 donne elette al Parlamento.
Laicizzazione e occidentalizzazione vanno insieme a un forte nazionalismo turco che vuol dire
parlare turco ed essere musulmani.
Dopo la Grande Guerra il Kurdistan è stato suddiviso tra Turchia, Iraq e Siria e i curdi si
ribellano a Kemal per due motivi: 1] vorrebbero la ricostruzione di un Stato curdo autonomo;
2] sono musulmani osservanti e non approvano la politica religiosa di Kemal.
Ci sono tre grandi ribellioni ('25,'30.'36-38) alle quali il regime reagisce con estrema violenza
perché per Kemal sono inaccettabili i motivi etno-religiosi che mettono in discussione l'unità
della nazione turca. Va aggiunto che molti altri musulmani sono d'accordo con i curdi perché
trovano inaccettabili l'apertura alle abitudini occidentali e le leggi favorevoli alle donne.
5.5.3] La Persia
Il Paese nel 1911 sta per diventare una colonia russo-britannica quando nel 1923 il
comandante militare Reza Khan, depone lo shah e si proclama nuovo shah di Persia (1925) e
dà inizio alla dittatura della famiglia Pahlavi sostenuta dall'esercito. Nel 1935 la Persia
assume il nome di Iran. Il modello è la Turchia di Kemal; modernizza il Paese, riforma
l'esercito, riduce il potere dei mujatahid sciiti, le massime autorità religiose.
1928 nuovi codici giuridici che non si uniformano alla Sharia (il codice etico islamico);
'32-36 riorganizza il sistema dei tribunali: solo giudici laici laureati in giurisprudenza
all'università di Teheran;
'34-35 riforma il sistema educativo che sottrae alle autorità relgiose;
1936 proibisce il velo femminile.
Molte le critiche dei mujatahid ma il punto debole del regime è la politica economica
controllata dall'occidente. I primi giacimenti petroliferi scoperti nel 1908 sono controllati
dalle compagnie straniere, soprattutto britanniche. Così l'opposizione di chi critica la
subalternità ai paesi occidentali si salda con quella religiosa.
5.5.4] Il radicalismo religioso
I 3 stati islamici autonomi hanno leggi diverse, quasi feudale l'Arabia Saudita, sulla via
dell'occidentalizzazione Turchia e Iran, dipendenza dall'occidente anche degli altri paesi
islamici. Tutto questo è frustrante per i fedeli musulmani. Due le soluzioni:
1] i movimenti nazionalisti antioccidentali e
2] un radicalismo religioso islamico che con la jihad aspira a uno stato integralmente
islamico.
Questo è dimostrato dalla diffusione della Fratellanza musulmana, associazione fondata nel
1928 dall'insegnante egiziano Hasan al-Bann.
La Fratellanza musulmana accoglie adesioni non solo in Egitto ma anche in Sudan, Siria,
Giordania, Iran, Punjab, Bengala, Indonesia e Malesia e sostiene che i paesi islamici sono stati
indeboliti dalle idee occidentali. L'unica salvezza è in un ritorno integrale all'Islam.
al-Banna rilancia due forme di jihad, maggiore contro il male e minore come lotta militare
contro gli infedeli. Anche se la jihad è una pratica difensiva non è <<strumento di aggressione
[ma] per proteggere la proclamazione [dell'islam] come garanzia di pace e come strumento
per realizzare [...] la missione di guidare il popolo alla verità e alla giustizia [...] "se [i nemici di
Dio] preferiscono la pace, anche tu preferiscila e confida in Dio " (Corano, 8:61)>> {cfr. p. 137)
Abu al--A'la al-Mawdudi, un musulmano indiano, tra i fondatori della rinascita di un islam
radicale, che vede il governo dell'uomo sotto la sovranità di Dio e che viene attuato in uno
Stato islamico dove il Parlamento e la sovranità popolare devono essere sostituiti dalla Sharia,

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cioè dalla legge islamica ricavata dal Corano. Secondo Mawdudi l'obbiettivo può essere
raggiunto attraverso una guerra difensiva, jihad, che protegge l'area della pace, dar al-islam,
quella dove è diffuso l'islam e deve andare contro tutti quei governi che impediscono la
predicazione e realizzazione del vero islam.


5.5.5] La Palestina
La Palestina fornisce ai musulmani l'esempio perfetto di aggressività degli infedeli di mancato
rispetto delle popolazioni islamiche.
1897 Theodor Herzl fonda l'Organizzazione sionista mondiale. Da quel momento molti ebrei si
trasferiscono in Palestina (soprattutto dalla Russia). Alcuni si stabiliscono in città nuove come
Tel Aviv, altri acquistano terre arabe e si trasferiscono in campagna, alcuni di convinzioni
socialiste fondano i kibbutzim comunità rurali di proprietà collettiva.
1917 Dichiarazione di Balfour al movimento sionista vengono promesse terre in Palestina.
Dopo la Grande Guerra la Gran Bretagna controlla l'area per conto della Società della Nazioni.
L'emigrazione ebraica aumenta anche a seguito dei tragici eventi della guerra. Nei primi anni
Venti i britannici proteggono la costituzione di colonie ebraiche e permettono agli ebrei di
avere formazioni paramilitari (Haganah=difesa) per proteggersi dagli arabi.
1939 gli ebrei in Palestina sono 500mila con un esercito di 10mila unità.
Negli anni Venti nasce un movimento di opposizione nella società arabo-palestinese,
malgrado sia economicamente molto arretrata e divisa in clan spesso rivali tra loro.
Il movimento ha due anime: una nazionalista che cerca di dare alla popolazione un senso di
appartenenza;
una religiosa che ha il punto di forza nella lotta islamica
contro i miscredenti.
Lo sceicco 'Izz al-Din al-Qassam negli anni Trenta riesce a riunire le due componenti
fondando l'Associazione dei giovani musulmani ai quali chiede di smettere di vendere le terre
ai coloni ebrei. Autodisciplina e puritanesimo religioso, eventuale ricorso alla forza in gruppi
di mujaheddin (guerrieri della fede) che diano il via a un jihad contro ebrei e inglesi. che, se
necessario, ricorra anche ai shahid (martiri per la fede).
1936-38 rivolta degli arabi palestinesi schiacciata dagli inglesi nel '38.
1937 a Damasco in Siria, grande Conferenza panaraba che ha condannato la formazione di
colonie ebraiche in Palestina.
Reazione della Gran Bretagna: impone alla Palestina un'amministrazione militare britannica;
1939 limita i flussi d'ingresso di immigrati ebrei e l'acquisizione di terre.
La tensione diviene molto alta anche perché entrambe le parti hanno eserciti e
l'amministrazione britannica agisce in modo piuttosto contradditorio.
5.6] NEL RESTO DEL MONDO
5.6.1] L'Africa coloniale
La sconfitta della Germania cambia le geografia coloniale africana. Gran Bretagna, Francia e
Belgio si dividono le colonie tedesche dove comunque continua il duro sfruttamento.
Il Sudafrica ha una legislazione razzista contro neri (5milioni), meticci (500mila) e indiani
(200mila) a favore di un milione di bianchi, afrikaans (boeri) e inglesi.
1936 una rappresentanza in Parlamento a favore dei neri è affidata a deputati bianchi;
1948 un sistema di apartheid (segregazione) che separa bianchi e neri.
1912 era stato fondato l'African National Congress, su modello indiano e, al suo interno, nel
1944 si forma l'African National Congress Youth League, al suo interno c'è Nelson Mandela che
all'epoca era molto influenzato da Gandhi.
Ma al momento il regime sta benissimo, anzi viene imitato anche in altri Paesi come il Kenia
dove 12mila coloni bianchi spadroneggiano su 3milioni di neri.

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5.6.2] Il <<Commonwealth>>
1926 e tradotto in legge nel 1931 dal Parlamento britannico il Commonwealth stabilisce che
Canada, Australia, Nuova Zelanda, Stato Libero d'Irlanda, Terranova e anche il razzista
Sudafrica sono enti statali autonomi all'interno dell'impero britannico con l'impegno, dal
1932, di preferirsi l'un l'altro come partner commerciali.

5.6.3] L'America Latina
Dopo la Grande Guerra gli Stati Uniti prendono il posto della Gran Bretagna sia per i rapporti
bancari che per quelli commerciali: le società private statunitensi controllano la produzione
dello zucchero cubano, del rame cileno, delle banane in Guatemala, Nicaragua, Honduras e
Panama e buona parte del petrolio del Venezuela. Inoltre controllano la quasi totalità delle
esportazioni.
Dal punto di vista politico militare una situazione del genere ha due fasi:
1] fino ai primi anni Trenta: sostegno militare ai regimi politici contro rivolte che richiedono
una maggiore giustizia sociale;
2] dai primi anni Trenta: con Francis Delano Roosevelt al governo, disimpegno militare con 2
eccezioni, Guantanamo a Cuba e il Canale di Panama.
Tuttavia continuano gli aiuti economici a leader politici e regimi che garantiscono la
continuità dei rapporti commerciali. Negli anni Trenta la crisi economica e, a volte, l'appoggio
degli Stati Uniti, favoriscono la formazione di dittature militari o consolidano quelle già
esistenti come: Gomez in Venezuela, Batista a Cuba, Benavides in Perù, Vargas in Brasile.
Con due eccezioni: Messico e Argentina.
5.6.4] Il Messico
1910 rivoluzione guidata da Pancho Villa ed Emiliano Zapata che hanno organizzato
militarmente i peones, i contadini privati della terra dal governo di Porfirio Diaz.
1917 Venustiano Carranza diviene presidente della repubblica e la guerra civile s'interrompe.
Viene approvata una nuova Costituzione che prevede l'esproprio delle proprietà terriere
latifondiste e la nazionalizzazione delle risorse minerarie messicane (petrolio compreso);
giornata lavorativa di 8 ore e un minimo salariale per operai e contadini.
1920 Controrivoluzione, uccisione di Carranza e inizio della dittatura militare di Alvaro
Obregon subito appoggiato dagli Stati Uniti per proteggere le compagnie petrolifere.
Sia Obregon che il suo successore Plutarco Calles rallentano la redistribuzione delle
terre e attuano una politica anticlericale con il risultato di avere nuove rivolte che il
1934-40 presidente successivo Lazaro Cardenas riesce a fermare. Cardenas mostra
un'inattesa integrità morale, rilancia la riforma agraria e nel '38 nazionalizza gli
impianti petroliferi. Riesce a terminare il suo mandato circondato dal consenso
e malgrado l'opposizione degli Stati Uniti e del Regno Unito che interrompono i
rapporti diplomatici e commerciali.
5.6.5] L'Argentina
1930 Un colpo di stato interrompe il regime rappresentativo e instaura una dittatura
conservatrice. L'Argentina continua a mantenere rapporti diplomatici ed economici con gli
Stati Uniti e i governi che si susseguono non riescono a controllare la crisi economica.
1943 Nuovo colpo di stato attuato da un gruppo di generali contrari all'egemonia
statunitense.
Al potere il generale Pedro Ramirez, ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, il
colonnello Juan Domingo Peron che stabilisce una collaborazione con il principale sindacato, la
Confederación general del trabajo (Cgt) e avvia una politica sociale che aumenta i salari degli
operai, migliora le condizioni di lavoro: arbitrato e permessi per chi svolge attività sindacale
nelle fabbriche. Diviene così molto popolare tra gli operai.

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1947 un tentativo di colpo di Stato militare, appoggiato dagli Stati Uniti, scioglie il governo in
carica e imprigiona Peron. Manifestazioni sindacali organizzate dalla Cgt e guidate da Eva
Duarte (un'attrice radiofonica che Peron sposerà) lo liberano e mettono fine all'insurrezione.
1946 nuove elezioni che sanciscono la vittoria di Peron che può continuare nella sua politica
nazional-sociale: riforme ma anche controllo delle opposizioni che a volte superano i limiti
della legalità e un forte nazionalismo.

Cap. 6. La Crisi economica e le democrazie occidentali (controllare i grafici)

6.1] LA CRISI DEL '29
Nella seconda metà degli anni Venti cresce la produzione industriale statunitense grazie alla
produzione di beni durevoli (auto, frigo, radio ecc.) ma, essendo durevoli non c'è un rapido
ricambio: è un mercato molto dinamico che si satura rapidamente.
Imprenditori, finanzieri e risparmiatori non capiscono subito il meccanismo e tutti acquistano
i titoli azionari emessi dalle imprese. Tra il 1927-28 la produzione diviene eccessiva rispetto
alla domanda, le ordinazioni diminuiscono mentre la borsa continua a salire: i risparmiatori
s'illudono che i guadagni continueranno mentre si verificano manovre speculative. Gli
operatori di Borsa comprano azioni, aspettano che salgano di prezzo e le rivendono
considerando che tra acquisto e vendita il prezzo aumenterà e loro avranno un guadagno
superiore al prezzo che l'azienda paga sulle azioni stesse.
Si chiama bolla speculativa; crescita del valore delle azioni indipendentemente dalle
condizioni economiche reali delle aziende a cui sono collegate.
1929, in autunno gli operatori si rendono conto di ciò che sta avvenendo e vendono le azioni,
prima lentamente poi sempre più rapidamente e il 21 ottobre gli operatori della Borsa di New
York di Wall Street accelerano moltissimo le vendite , 6 milioni di dollari, triplicati dopo 3
giorni. È il panico per i risparmiatori che cominciano a vendere tutti insieme, il 29 ottobre è
chiamato il martedì nero di Wall Street, in un giorno 16milioni e 500mila dollari e la discesa
dei valori azionari continua fino al 1932. L'effetto si ripercuote sulle banche e quando qualche
piccola banca comincia a dichiarare fallimento il panico diventa totale e anche i risparmiatori
delle grandi banche cominciato a chiedere indietro il proprio denaro.
Le imprese già in difficolta per la saturazione dei mercati si riptrovano a non avere più prestiti
dalle banche per acquistare le materie prime, pagare gli stipendi. Chiudono o rallentano la
produzione e sono costrette a licenziare operai e impiegati o a diminuire gli stipendi per
abbassare i prezzi. La spirale continua, niente lavoro, niente danaro, niente acquisti, spesso
non riescono a far fronte alle spese primarie (cibo, mutuo..)
Anche peggio nelle aree rurali (campagne), i prezzi diminuiscono moltissimo perché manca la
domanda. I proprietari terrieri specialmente i più piccoli e gli affittuari non possono comprare
fertilizzanti, mangimi per gli animali ...oppure pagare i debiti e perdono i terreni.
1929-32 sono gli anni della grande depressione: falliscono 100mila aziende, 5mila banche
chiudono, i disoccupati passano da 3 a 13 milioni.
L'EUROPA viene contagiata a causa degli stretti legami economici con gli Stati Uniti, Piano
DAWES del '24 (cfr.3.2): finanziamenti USA a Germania che può risarcire Francia,
Regno Unito e Italia che, a loro volta pagano interessi e debiti a USA e il ciclo
ricomincia.
GERMANIA I tedeschi non ricevono danaro Usa e quindi non possono restituire i soldi
ricevuti dagli operatori finanziari che li chiedono indietro per saldare i debiti
con le banche o con i finanziatori statunitensi. La crisi si ripercuote sulle
imprese tedesche e quindi anche in Germania si ripete la sequenza della crisi
USA. Dalla Germania la crisi si trasmette a Gran Bretagna, Francia Italia.

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La prima risposta dei governi è di svalutare le monete. Nel 1931 viene svalutata la sterlina su
cui si basava il gold exchange standard che regolava l'emissione di carta moneta sulla base
della disponibilità delle riserve auree e di riserve in sterline inglesi.
La svalutazione monetaria serve a favorire le esportazioni del paese che svaluta ma il
vantaggio viene annullato dagli altri governi che alzano le tariffe doganali.
Risultato finale crolla il commercio internazionale (dai 68miliardi del '29 ai 24 del '33),
aumenta il numero di suicidi. L'opinione pubblica chiede risposte ai politici: in alcuni paesi la
crisi porta a un rinnovamento dei sistemi democratici; in altri paesi ne provoca la distruzione.
6.2] Il <<New Deal>> di Franklin Delano Roosevelt
Marzo 1929 il repubblicano Herbert Clark Hoover è eletto Presidente degli Stati Uniti, pochi
mesi prima del crollo di Wall Street. È convinto delle capacità illimitatedi
espansione economica del paese e quindi la crisi lo coglie del tutto impreparato e le iniziative
che prende per arginarla sono inadeguate: prestiti diretti a banche e aziende ricavati da tagli
alle spese pubbliche e aumento della pressione fiscale. La gente disperata chiede il sussidio di
disoccupazione, il presidente nel '32 a Washington, fa intervenire l'esercito contro i
manifestanti accampati in baraccopoli (Hoovervilles). Hoover si ricandita dopo il primo
mandato e viene sconfitto dal democratico FD Roosevelt che viene da una ricca famiglia dello
Stato New York ed è stato governatore di New York.
Durante la campagna elettorale promette un new deal for the American people, un nuovo
patto o corso e con quel people vuole sottolineare le parole di apertura della Costituzione degli
Stati Uniti : <<We, the people of the United States...>> e da quando si insedia il 4 marzo 1933
si muove in 4 principali direzioni;
a] riordino del sistema bancario: più potere di controllo alla Federal Reserve (banca federale) e
1934 costituisce la Securities and Exchange Commission (agenzia federale di monitoraggio
sulla Borsa di Wall Street).
b] sostegno a gruppi sociali in difficoltà con, tra gli altri, il Federal Emergency Relief Act che
permette al governo di concedere fondi agli Stati o alle amministrazioni locali per assistere
poveri e disoccupati e vengono introdotte anche misure di sostegno per gli agricoltori, o per i
mutui contratti per case o terreni agricoli.
c] un vasto programma di lavori pubblici che dà lavoro a milioni di disoccupati.
Uno dei progetti più importanti la costituzione di un'agenzia federale incaricata della bonifica
del bacino del fiume Tennesse (Tennesse Valley Authority, Tva), esperienza che risolleva
un'area economicamente repressa e viene resa permanente ed estesa ad altre aree con la
Works Progress Administration (Wpa).
d] con la National Recovery Administration si cerca di riorganizzate le relazioni tra
imprenditori e sindacati per orientare i livelli di produzione, prezzi e retribuzioni industriali.
Ma la Corte Suprema blocca la legge perché non rispetta l'autorità dei singoli Stati e la libertà
delle imprese. Nel 1935 Roosevelt presenta il National Labor Relations Act che riconosce ai
sindacati il potere di rappresentare i lavoratori nelle trattative con gli imprenditori. Inoltre
con il Social Security Act viene istituito un primo sistema nazionale di previdenza e assistenza
con sussidi di disoccupazione, metà a carico dello Stato e metà dei singoli Stati e un piano di
pensione per la vecchiaia (da cui sono però esclusi i lavoratori agricoli(.
I risultati di questa vasta azione di governo sono notevoli.
1936 John Maynard Keynes, economista inglese, pubblica la Teoria generale dell'occupazione
dell'interesse e della moneta in cui analizza il governo di
Roosevelt dal punto di vista economico e sostiene che è sbagliata l'impostazione liberista per
la quale il mercato si autoregola adeguando i livelli di domanda/offerta. Secondo Keynes il
sistema economico deve essere continuamente stimolato da un assiduo intervento dello Stato
soprattutto in fasi economiche negative. La politica delle opere pubbliche deve essere attuata
anche a costo di portare in passivo il bilancio dello Stato. Una manovra del genere è essenziale

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per restituire potere d'acquisto ai lavoratori e fare in modo che tornino ad essere dei
consumatori. Rilanciano la domanda aggregata (cioè la somma delle domande dei singoli) che
porta a un'ulteriore domanda: le aziende che vedono aumentare gli acquisti a loro volta
investono in materie prime e attrezzi e così l'economia riprende a funzionare.
Gli effetti politici del New Deal sono altrettanto importanti: per la prima volta i democratici
riescono ad attirare i voti dell'elettorato nero che era rimasto fedele al partito repubblicano
che aveva guidato le lotte per l'abolizione della schiavitù. Molti bianchi del sud continuano a
votare democratico per tradizione ma anche perché convinti dalla politica di aiuti
all'agricoltura e continuano a votarlo anche gli operai e i sindacati.
Nel '36 Roosevelt vince il secondo mandato e ne vincerà altri due nel '40 e nel '44.
6.3] FDR, un presidente per il <<popolo>>
La grande diffusione della radio permette a quello che ormai tutti chiamano FDR di attuare
una straordinaria innovazione le <<side chats>>, conversazioni del focolare: sono momenti in
cui il Presidente parla al suo <<popolo>> e spiega in modo semplice e confidenziale le sue
strategie governative. Lo fa la domenica alle 10 di sera a reti unificate (Cbs, Nbc, Mbs) quando
tutte le famiglie sono a casa dopo cena riunite attorno alla radio.
Non ne fa molte, solo 13 tra il '33 e il '39, annunciate diversi giorni prima e durano dai 15 a 45
minuti. Hanno grande successo dimostrato dalle moltissime lettere di commento che il
Presidente riceve (una media di 8mila al giorno).
Non vengono raggiunti tutti, ad esempio sono poche le famiglie afroamericane perché poche
hanno la radio. Anche se tra i collaboratori del Presidente ci sono alcuni esponenti della
comunità nera, il New Deal non affronta in modo diretto il problema della discriminazione
razziale perché la base elettorale è composta dall'elettorato bianco rurale e urbano degli Stati
Uniti meridionali e centro-occidentali. Quindi niente leggi contro il linciaggio o per difendere e
tutelare i diritti politici e civili degli afroamericani.
Tra gli ascoltatori ci sono anche molte donne che sono importanti perché votano. Tuttavia
anche verso di loro il New Deal è controverso: non sono stati dimenticati i roaring Twenties,
(cfr 3.3), ma l'immagine trasgressiva si è trasformata in quella di una <<donna moderna>>
che la pubblicità presenta come madre e moglie felice che sa essere anche attraente e che
utilizza vestiti aderenti, cosmetici ma anche elettrodomestici. Donne seducenti ed eleganti,
politicamente consapevoli e in carriera, ma anche attente alla famiglia.
Tra il 1910 e il 1940, c'è un costante 25% di donne che lavorano (industria, agricoltura e uffici
privati e pubblici). Aumenta il numero di ragazze che studiano anche fino alla laurea. Tra gli
anni Venti e Trenta, le donne sono circa la metà della popolazione universitaria, il livello più
alto al mondo. Da qui anche l'attivismo politico. Eleanor Roosevelt, la moglie del Presidente ha
un ruolo pubblico autonomo già da prima dell'elezione del marito. Attiva nella Women's
Trade Union League (organizzazione sindacale femminile) prende pubblicamente posizione a
favore degli afroamericani e del movimento dei diritti civili e funziona come integrazione e
sostegno della politica del marito.
Frances Perkins, Ministro del Lavoro dal1933 al '45, la prima donna ad avere un incarico
ministeriale in USA. Laureata in sociologia alla Columbia University diviene una delle massime
esperte di legislazione del lavoro, in gran parte suo il Social Security Act in cui sono incluse
norme che tutelano le madri povere con figli a carico che aiutano nel periodo della grande
depressione a riconquistare un po' di speranza. La straordinaria forza del New Deal sta
proprio nel ridare speranza, tranquillizzare, dare almeno l'impressione che nessuno sia
lasciato solo.
6.4] Le demacrazie europee (Regno Unito e Francia)
Una situazione economica meno grave degli USA e della Germania e tuttavia mancanza di
dirigenti capaci e innovativi come in USA.

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1929 Regno Unito elezioni con aumento dei voti laburisti: governo di coalizione del laburista
MacDonald appoggiato dai resti del partito liberale. Tagli alla spesa pubblica, aumento tasse
sui redditi e prelievi sugli stipendi garantiscono il sussidio statale ai lavoratori disoccupati e la
parità di bilancio ma non bastano a far riprendere l'economia. Aumenta la disoccupazione e le
proteste operaie e MacDonald include i conservatori nel governo e nel 1931 svaluta la sterlina
(manovra che permette alle banche di abbassare i tassi d'interesse sui prestiti, cioè il denaro
costa meno a privati e aziende e quindi c'è una certa ripresa economica) . Il partito laburista
contrario all'unità nazionale espelle MacDonald e lui fonda il Partito laburista nazionale.
Nuove elezioni 9Ottobre 1931) vinte dai conservatori che confermano MacDonald Primo
ministro. Il nuovo governo fonda il British Commonwealth che rafforzando i rapporti
economici con i Dominions (Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica e Stato Libero d'Irlanda)
migliora gli scambi commerciali e l'economia anche se il livello di disoccupazione rimane
elevato. 1935 MacDonald lascia la direzione del governo per ragioni di salute.
I conservatori vincono le elezioni. Si succedono 2 governi conservatori, Baldwin (35-37) e
Chamberlain ('37) che possono ridurre le imposte sui redditi e i prelievi dagli stipendi perché
la situazione economica è migliorata.
In Francia la situazione politica è molto instabile, dal '29 al '36 si susseguono 20 governi
(durata media 4 mesi).
1934 Maurice Thorez, dirigente del Partito comunista francese si allea con socialisti e radicali
nel Fronte popolare e nelle elezioni del '36 ottiene la maggioranza dei seggi in Parlamento.Il
governo che nasce è guidato dal socialista Léon Blum con un ambizioso programma:
nazionalizzazione dell'industria bellica e controllo statale sulla Banca di Francia e riesce a far
sottoscrivere un accordo imprenditori/sindacati che stabilisce per gli operai una settimana
lavorativa di 40 ore, salari più alti e 2 settimane di ferie pagate.
Però gli imprenditori alzano i prezzi con conseguenze molto negative: vanifica gli aumenti
salariali, mette in difficoltà i redditi fissi e le categorie meno sindacalizzate che non riescono
ad avere aumenti retributivi e non aiuta la produzione industriale perché i prodotti francesi
diventano meno competitivi.
Blum chiede pieni poteri in materia finanziaria per fare un piano d'emergenza, la Camera
approva ma non il Senato e quindi Blum si dimette. Si susseguono vari governi sostenuti dal
Fronte popolare che però nel '38 si scioglie a causa dei dissensi interni tra socialisti e
comunisti divisi non solo sulla gestione economica ma anche sulla valutazione della situazione
internazionale europea.
6.5] Demografia, famiglia e rapporti tra i generi in Francia e nel Regno Unito
Tassi di natalità in picchiata e, alla fine degli anni Trenta in Francia il saldo natalità/mortalità
diviene più volte negativo (+morti che nati). In Francia si colpevolizza il lavoro femminile
(36% soprattutto agricoltura) Regno Unito 30%, servizi e industria, USA 25% servizi e
industrie ma anche contadine. In Francia le donne vengono invitate a tornare a casa e a fare
figli.
Nel Regno Unito è diverso: dopo la guerra è stata fatta propaganda per la limitazione delle
nascite e per una maternità consapevole, ma negli anni Trenta il tasso di natalità si è talmente
abbassato che i politici si preoccupano e le donne ricevono lo stesso invito delle francesi
anche perché si pensa che se rimangono a casa aumenteranno le opportunità di lavoro per gli
uomini. Le donne delle famiglie medio e alto borghesi si adeguano senza difficoltà.
Ovviamente meno ubbidienti le donne di classi medio-basse per le quali il lavoro è una
necessità e comunque in varie interviste dichiarano di preferire il lavoro fuori casa che le
rende autonome dalla famiglia d'origine o dal marito. E anche sul fare più figli non sono
d'accordo e quindi diminuiscono le dimensioni delle famiglie, da 5-6 figli a 2-3 se non 1.
La tendenza è aiutata dalle tecniche anticoncezionali ma anche dal ricorso all'aborto. L'aborto
è vietato in ambedue i paesi ma è molto diffuso l'aborto clandestino che porta gravi infezioni e

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molte morti. Il Parlamento britannico nel 1938 approva una legge che legalizza l'aborto per
evitare che le donne continuino a correre rischi.
Negli anni Venti e Trenta ci sono stati molti progressi nell'uguaglianza uomo/donna davanti
alla legge, tutta via le donne britanniche possono votare ed essere elette in Parlamento, le
francesi no. E una donna entra in parlamento nel '29 sotto la presidenza di MacDonald.
Margaret Bondfield. famiglia operaia, religione protestante, nel '23 diviene Presidente del
Consiglio generale del Trades Union Congress e viene eletta in Parlamento, nel '29 viene
nominata Ministro del Lavoro. Rimane comunque un'eccezione.

Capitolo 7. Nazismo, fascismo, autoritarismo
7.1. L'ascesa del Nazismo
Il Piano Dawes e il Piano Young (cfr.3.2) hanno permesso una ripresa economica della
Germania che però dipende direttamente dai finanziamenti USA, la crisi del '29 manda il tilt il
sistema economico tedesco: crollano produzione industriale e agricola e chiudono le
fabbriche. Nel 1932 un lavoratore su 3 è disoccupato (30%).
I governi che si succedono dal '30 al '32 non trovano una linea politica che aiuti la ripresa
economica. È' in questo contesto che il piccolo partito fondato da Hitler (NSDP, Partito
Nazionalsocialista) nel '30 ottiene il 18,3% (diventa il secondo partito dopo il Partito
Socialdemocratico Spd); nelle elezioni del '32 ha il37,3%, ha poi una flessione sempre nel '32
(meno 4,2%) ma rimane il partito maggiore mentre l'Spd passa dal 21,6 al 20,4%.
La durezza delle condizioni imposte alla Germania dal Trattato di Versailles (cfr. 1.8; 3.2)
hanno creato scontento anche in persone con un orientamento moderato o perfino socialista.
Questo scontento trova campo fertile nella polemica nazista che afferma di conoscere i
<<veri>> responsabili delle sofferenze del popolo tedesco: le potenze straniere e i partiti della
Repubblica di Weimar ma soprattutto gli ebrei e i comunisti.
Quindi il nazismo costruisce il suo successo su 3 elementi primari:
-- nazionalismo aggressivo con implicazioni bellicistiche;
-- razzismo estremo;
-- concreti attacchi fisici contro i <<nemici del popolo tedesco>>.
DOCUMENTO:
Contro gli ebrei c'è una lunga tradizione che passa dal Medioevo all'Età moderna a cui ha
contribuito anche Martin Lutero che, per convertirli al cristianesimo, nel 1543 ha scritto Degli
ebrei e delle loro menzogne. Tra fine Ottocento e inizio Novecento gli ebrei subiscono attacchi
da alcuni gruppi politici tedeschi, perché di "razza" diversa. Per la Lega degli agricoltori
(proprietari terrieri) e la Lega pangermanica (partito politico di estrema destra fondato nel
1891) gli ebrei sono dei senza patria, materialisti che curano solo i propri interessi e sono
pronti a tradire la nazione che li ospita. Stessa posizione in Austria del Movimento
pangermanico di Georg von Schönerer e del Partito cristiano sociale di Karl Lueger che ha
molto influenzato Hitler. Ma finché Hitler, in prigione, non scrive il Mein Kampf,
l'antisemitismo non è al centro dei programmi politici.
Hitler lo pone al centro del proprio credo politico perché gli permette di riconoscere e definire
con chiarezza chi ha il diritto di essere parte della pura comunità nazionale o popolare
tedesca (Volksgemeinschaft). Un attacco simile è riservato ai bolscevichi tedeschi che sono
fedeli a una nazione di <<barbari orientali>> (Unione Sovietica)
Hitler scrive il Mein Kampf dopo essere stato arrestato per il Putsch di Monaco dell'8 nov.
1923; il primo volume esce nel '25, il secondo nel '26.
Scrive Hitler che l'ebreo è come un parassita che rimane nascosto finché non trova le
circostanze favorevoli per uscire allo scoperto. L'ebreo per questo deve sempre mentire e può
sembrare un vero francese, tedesco ecc. anche se con una religione diversa. Ma, secondo
Hitler l'ebreo non è mai stato solo una comunità religiosa ma un popolo con particolari

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caratteristiche razziali. E cita i Protocolli dei Saggi Anziani di Sion, un documento falso scritto
tra il 1897-98 da antisemiti francesi per conto della polizia segreta zarista. Secondo Hitler gli
ebrei mentono anche quando affermano di essere ebrei e di voler costruire un loro stato in
Palestina, non è vero, vogliono soltanto creare un'organizzazione diffusa con diritti sovrani e
protetta dall'intervento di altri Stati. Inoltre gli ebrei cercano con ogni mezzo di distruggere le
basi raziali del popolo in cui si sono insinuati unendosi con ragazze di razza bianca e
contaminandole. <<Ma un popolo razzialmente puro, conscio del suo sangue, non potrà mai
essere schiavizzato dall'ebreo>>. (cfr. p. 171).
[Adolf Hitler, Mein Kampf, Bd.I, Eine Abechnung, Verlag Franz Eher Nachfolger, München
1934, pp.334-35; 356-57].
I governi e le autorità di polizia tollerano le aggressioni a comunisti, socialdemocratici ed
ebrei compiute da associazioni paramilitari naziste. Aumenta il prestigio del Partito nazista
perché la gente pensa che Hitler e i suoi <<fanno sul serio>> e vogliono veramente cacciare
quelli che hanno tradito il popolo tedesco.
Chi è l'iscritto al partito nazionalsocialista?: il 70% degli iscritti ha meno di 40 anni; Hitler nel
'33 ha 44 anni; gli esponenti più accreditati sono tutti più giovani di Hitler: Göring, 40; Hess,
39; Goebbels, 36; Himmler,33; Heydrich, 29, Speer, 28 (cfr. le brevi biografie pp.172-3).
La maggioranza, il 41% della popolazione è tra i 15 e 40 anni e buona parte degli uomini tra i
35 e i 45 è reduce della Grande Guerra ed apprezza la propaganda nazionalista mentre i più
giovani vivono l'aggressività verbale e fisica come una rivolta generazionale. Inoltre i dirigenti
della Repubblica di Weimar sono anziani o molto anziani e i nazisti possono presentarsi come
l'<<onda giovane>>.
Il nucleo della base elettorale proviene dai ceti medi (impiegati, liberi professionisti, studenti)
ma c'è anche un buon numero di operai. Il partito è finanziato da alcuni imprenditori
importanti e fortemente sostenuto dai giornali di Alfred Hugenberg , imprenditore di destra e
dirigente del Partito nazional-popolare tedesco che nel '32 ha il 7/8% di voti.
Dopo una serie di crisi di governo (ott. '31/dic. '32) il Presidente della Repubblica Paul von
Hindenburg dà a Hitler l'incarico di formare il governo.
Il 30 gennaio 1933 Hitler forma un governo di coalizione (3 ministri nazisti su 11).
Il 27 febbraio 1933 il Reichstag (la sede del Parlamento) viene data alle fiamme. Viene data la
colpa ai comunisti e Hitler sospende i diritti costituzionali (libertà di
stampa, di associazione, di espressione).
Marzo 1933, nuove elezioni, sotto gravi intimidazioni i nazisti ottengono il 44% dei voti.
Potrebbero governare da soli ma Hitler vuole ed ottiene dal Parlamento i
pieni poteri: fine della Repubblica di Weimar e nascita del Terzo Reich
nazista.
7.2 Le strutture del regime nazista
Tra il '33 e il '34 avviene l'allineamento e il coordinamento (Gleichschaltung) del Terzo Reich,
la sua struttura. Per attuare il programma ci si muove in 5 direzioni principali:
a] repressione delle opposizioni e costruzione di un sistema a partito unico;
b] riassetto dei poteri istituzionali;
c] ridefinizione degli equilibri interni al Partito nazista;
d] costruzione di un sistema associativo totalitario;
e] definizione dei rapporti con le Chiese.
7.2.1 La repressione delle opposizioni e la costruzione di un sistema a partito unico
Vengono sciolti il Spd e i sindacati socialisti. Radio e giornali sono controllati dal Partito
nazista, altri partiti sono costretti a sciogliersi; il partito cattolico si scioglie dopo la firma del
Concordato con la Chiesa Cattolica. Gli oppositori arrestati e rinchiusi in campi di
concentramento, il primo quello di Dachau (marzo '33).

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Maggio '33 i sindacati sono costretti a entrare nel sindacato unico controllato dal Partito
nazista, il Fronte tedesco del lavoro, Daf.
Luglio '33 la Nsdap diviene l'unico partito ammesso.
Novembre '33 elezione a lista unica nazista, 92% dei voti.
7.2.2 Il riassetto dei poteri istituzionali
La Germania cambia da Stato federale a Stato controllato dai poteri centrali del Terzo Reich.
2 agosto 1934 Hitler diviene non solo capo del Governo ma anche Presidente del Reich.
7.2.3 La ridefinizione degli equilibri interni al Partito nazista
SA Sturmabteilungen (Reparti d'assalto): forza paramilitare della Nsdap dai primi anni Venti;
SS Schutzstaffeln (Squadre di protezione) costituite dal 1926 per proteggere Hitler e i
dirigenti del Partito nazista. Le loro divise sono nere a imitazione di quelle del Partito fascista
italiano.
Ernst Röhm, capo delle SA vorrebbe diventare ministro della Difesa e sostituire l'esercito
(Wehrmacht) che, secondo il trattato di Versailles, non può superare le 100mila unità.
Hitler non è d'accordo perché:
1] non vuole inimicarsi i capi direttivi dell'esercito; 2] non vuole accrescere il potere di Röhm.
Notte dei lunghi coltelli: tra il 30 giugno e il 2 luglio 1934 Hitler ordina alle SS di attaccare il
quartier generale delle SA e di uccidere Röhm e gli altri dirigenti.
Dopo tale operazione le SA continuano ad esistere ma subordinate alle SS che sotto il
comando di Himmler ed Heydrich, sono incorporate nelle strutture dello Stato, a loro viene
affidato il controllo della Gestapo (Geheime Staatspolizei, <<polizia segreta di Stato>> e del
Sicherheitsdienst (il <<servizio segreto>>).
Le SS, il principale braccio operativo del nazismo: sono responsabili dei campi di
concentramento; dal '34 hanno un reparto militare autonomo che affianca la Wehrmacht che,
tuttavia, mantiene una larga autonomia e dal '33 viene potenziata, è introdotta di nuovo la
coscrizione obbligatoria e nel '36 ci sono 500mila uomini e attrezzature belliche più
numerose e potenti.
7.2.4 La costruzione di un sistema associativo totalitario
Riguarda l'inquadramento di tipo militare dei giovani (maschi dai 6 anni; donne dai 10 anni).
Hitler Jugend (Gioventù hitleriana) la principale organizzazione per i ragazzi dai 14 ai 18 anni
Se non continuano gli studi fanno poi il servizio militare o lavorano nel Reichsarbeitsdienst
Rad, Servizio di lavoro del Reich, un programma di lavori pubblici.
Jungmädel (Fanciulle), 10/14 anni. Poi Bund Deutscher Mädel (Lega delle ragazze tedesche,
Bdm). Anche loro in seguito possono svolgere lavori pubblici.
Lavoratori e lavoratrici sono inquadrati nell'organizzazione sindacale Deutsche Arbeitsfront
(Daf) che assicura garanzie d'impiego e retribuzione, in genere in cambio dell'aumento
dell'orario di lavoro. Dalla Daf dipende anche la Kraft durch Freude (forza attraverso la gioia)
che organizza il tempo libero dei lavoratori, pacchetti vacanze, possibilità di acquistare
un'auto, la Volkswagen (progetto che rimane per lo più non attuato).
7.2.5 La definizione dei rapporti con le Chiese
La Chiesa luterana dà subito il suo appoggio al nazismo.
Con la Chiesa cattolica i rapporti sono più complessi. Viene firmato un Concordato nel '33 ma
Papa Pio XI pubblica un'enciclica in cui esprime la sua preoccupazione per gli sviluppi
neopagani e razzisti che condanna fermamente (Mit brennender Sorge, <<Con bruciante
preoccupazione>>) e nel '38-39 pensa di pubblicare una nuova enciclica per condannare
esplicitamente l'antisemitismo, ma muore e Pio XII, il successore, non continua il suo lavoro.
7.3. L'edificazione della <<Volksgemeinschaft>> (comunità nazionale)
La politica economica ottiene risultati straordinari. Si basa su due punti: lavori pubblici e
potenziamento dell'industria bellica. Le risorse provengono dall'interruzione del risarcimento

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del debito contratto dopo la Grande Guerra. Nel '32 ottengono una sospensione temporanea
(Conferenza Internazionale di Losanna) che diviene definitiva nel '33.
Tutti gli indicatori economici tornano ad essere positivi: pieno impiego di tutta la forza lavoro;
aumentano i salari industriali e agricoli, crescono i prezzi (ma non più dei salari), cresce la
produzione industriale, il Pil e i profitti delle grandi imprese.
Il sistema non può reggere a lungo ma l'obiettivo è di mantenere una condizione temporanea
e intanto preparare la guerra di conquista di nuovi territori. Il primo passo è l'uscita dalla
Società delle Nazioni (ottobre '33) per avere la libertà di rimettere in discussione il Trattato di
Versailles. Del resto il riarmo della Wehrmacht era già una violazione del trattato, come lo
sarà nel '36 l'occupazione militare della Renania che doveva rimanere smilitarizzata.
Sono tutte azioni che rafforzano il regime nazista mostrando la sua forza a livello
internazionale. Inoltre viene incoraggiato l'aumento della natalità delle coppie di <<pura
razza ariana>> per avere una popolazione numerosa e sana che sia d'appoggio all'espansione
militare. Il tasso di natalità sale con l'aiuto dei prestiti matrimoniali, i benefici fiscali e gli
assegni familiari a chi ha 3 o più figli.
Nell'ambito della politica delle nascite in negativo c'è:
-- la repressione dell'omosessualità maschile, le leggi c'erano già dal 1871 ma vengono
inasprite e tra il '35 e il '39 la Gestapo incrimina circa 9mila persone l'anno (erano 500
all'inizio del secolo e 700 durante la Rep. di Weimar);
-- le misure antinataliste contro chi non può assicurare una corretta riproduzione (malati di
mente, disabili, criminali). Tra il '33 e il '45 sono obbligate a sterilizzarsi 400mila persone -
uomini e donne;
-- dal '39 viene praticata l'eutanasia per scopi eugenetici. Pratica interrotta nel '41 per
intervento del vescovo di Münster. Clemens August von Galen fa uccidere 200mila persone
anche di razza ariana: anziani non autosufficienti, o malati in genere, handicappati.
Le prime vittime, 5mila bambini handicappati di meno di 3 anni, sfuggiti al programma di
sterilizzazione. In questo programma viene usato per la prima volta un gas tossico, il
monossido di carbonio. Nelle <<cliniche>> in cui si attua il programma collaborano medici,
psichiatri, infermieri e inservienti.
Un'accettazione più larga è quella richiesta per l'attuazione della legislazione razziale
considerata fondamentale per la comunità nazionale (Volksgemeinschaft).
Appena Hitler prende il potere promulga delle leggi contro la comunità ebraica (aprile '33):
-- esclusione dalle amministrazioni pubbliche, medici, avvocati, giornalisti;
-- limitazione delle ammissioni in scuole e università;
-- 1935 nel Congresso del Partito nazista di Norimberga viene affrontato il problema della
discendenza e dei rapporti sessuali. Vengono approvate 2 leggi:
-- Legge sulla cittadinanza del Reich che distingue tra <<cittadini a pieno diritto>>, quelli di
sangue tedesco e tutti gli altri, <<membri dello Stato senza diritti>>, tra cui gli ebrei (=almeno
3 nonni di razza ebraica)
-- Legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco che proibisce matrimoni e rapporti
sessuali tra ebrei e tedeschi <<ariani>>.
L'intento è di escludere gli ebrei dalla comunità nazionale (Volksgemeinschaft).
21 dicembre 1935 licenziamento di qualunque ebreo sia ancora nelle amministrazioni
pubbliche.
1936 divieto di svolgere lavori di libera professione
1937-38 limiti alla gestione di aziende e imprese
26 aprile 1938 obbligo della denuncia dei beni che prelude alla loro confisca
27 settembre 1938 obbligo di apporre la J di Jude su passaporti e carte d'identità
9-10 novembre 1938 la Notte dei Cristalli un pogrom (massacro/devastazione) in tutta la
Germania con il pretesto dell'uccisione a Parigi di un diplomatico nazista.

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Vengono devastati 7mila negozi , le vetrine infrante -- da lì i <<cristalli>> --, 91 ebrei uccisi,
200 sinagoghe bruciate, 26mila arrestati e deportati nei campi di concentramento.
Pochi giorni dopo viene emessa una legge che esclude bambini e ragazzi dalle scuole.
Fino a questo momento il regime ha cercato di allontanare gli ebrei dalla Germani, di 500mila
300mila sono andati via ma molti si sentono profondamente tedeschi e sono rimasti.
Tutto questo avviene se non con l'approvazione, nell'indifferenza di gran parte della
popolazione, anzi quelli sicuri di essere <<ariani>> si sentono rassicurati e protetti.
Questo è potuto avvenire grazie a un'adeguata estetica politica e un'efficiente economia
politica.
ESTETICA POLITICA. Goebbels e Speer sono molto attenti ai simboli e alle liturgie collettive:
grandi adunate per far sentire il popolo unito al suo Führer; torce, uniformi, bandiere;
radio e film per rendere tutti partecipi. Tanto vuole essere tranquillizzante Roosevelt, tanto i
discorsi di Hitler sono costruiti in modo che le frasi assomiglino ad ordini militari.
E sono molto importanti suoni e immagini. Il film Triumph des Willens (Il trionfo della
volontà) di Leni Riefenstahl, (grande regista del regime che ha filmato anche le Olimpiadi di
Berlino) è un documentario di propaganda del Congresso del Partito nazionalsocialista
nazista. La regista riesce a far sentire lo spettatore presente all'avvenimento.
ECONOMIA POLITICA il successo economico dà la sensazione che i nazisti siano in grado di
mantenere le promesse e la bandiera è simbolica: sfondo rosso per ricordare la natura
<<sociale>>, la svastica come simbolo di purezza ariana. La ripresa economica significa corsa
al riarmo per guerre di conquista che rivedano i trattati internazionali e portino nuove
ricchezze e la sottomissione di altri popoli.
Il regime è tra i più virilisti della storia occidentale, tra i dirigenti non c'è neppure una donna
anche se il nazismo non vuole donne esclusivamente casalinghe, anzi devono lavorare (35%
nel '33, 37% nel 39). Quindi madri e lavoratrici e per questo viene creato lo Hilfswerk Mutter
und Kind (Ente di Assistenza per la madre e il bambino) che aumenta i servizi sociali, gli asili
passano da mille nel '35 a 30mila nel '41. Inoltre le donne devono partecipare attivamente alla
diffusione del nazismo con associazioni e manifestazioni continuando a riconoscere
un'assoluta superiorità dei maschi, compreso lo studio che non viene particolarmente
incoraggiato.
La costruzione della nuova Germania passa anche per un'epurazione della produzione
culturale. Uno dei primi gesti del regime è un pubblico rogo dei libri scritti da ebrei e
comunque con idee non conformi al regime (maggio 1933).
Nel 1937 viene anche organizzata una mostra di <<arte degenerata>> con autori come
Chagall, Kandinskij, Klee e Mondrian, insomma l'arte non figurativa. In contrapposizione viene
proposta una pittura figurativa, una musica tonale e una narrativa realistica. Tra gli
intellettuali tedeschi che aderiscono o collaborano con il regime c'è il filosofo Martin
Heidegger.
7.4 Il fascismo italiano negli anni Trenta
Il fascismo italiano è uno dei principali modelli del nazismo. Al potere dal '22, in forma
totalitaria dal '25, anche sul fascismo cade la crisi del '29, ma i rapporti con gli USA sono meno
diretti e la crisi colpisce meno violentemente che in Germania.
Tuttavia diminuiscono esportazioni e produzione, mentre aumentano i disoccupati (nel '33
sono il 7,5% contro il 23/30% tedesco e americano).
La crisi viene in parte risolta da Mussolini con i lavori pubblici (come nel New Deal e in
Germania). Da ricordare la bonifica dell'Agro Pontino (zona paludosa e malarica a sud di
Roma), la costruzione di 2 nuove città: Sabaudia e Littoria (oggi Latina) e la costruzione di
edifici pubblici in uno stile architettonico iper-razionalista (masse geometriche regolari, uso
di marmi e mattoni rossi. (Es. a Roma lo Stadio dei marmi e il quartiere dell'EUR).

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Nel '31 per finanziare le grandi banche e le industrie viene creato l'IMI, Istituto mobiliare
Italiano che nel '33 è in parte sostituito dall'IRI Istituto per la ricostruzione industriale con 2
sezioni: 1] dà finanziamenti e sostituisce i compiti della precedente IMI,
2] <<smobilizzi industriali>> che preleva dalle banche o da privati le azioni di grandi
imprese industriali in difficoltà. In questo modo toglie dalle banche le partecipazioni azionarie
che le bloccano. L'intenzione è di rivendere le azioni a privati ma l'operazione non riesce e
L'IRI che doveva essere un ente temporaneo diviene permanente con il compito di gestire le
imprese acquisite.
In questo modo lo Stato fascista controlla e gestisce una quota d'imprese superiore a quella di
ogni altro Stato (ad eccezione dell'Unione Sovietica). L'operazione favorisce le banche o gli
imprenditori privati ex proprietari delle aziende rilevate dallo Stato, ci rimettono i cittadini
comuni perché i soldi utilizzati sono quelli delle tasse, però la crisi economica non peggiora.
Nel complesso i risultati non sono negativi: disoccupazione al 4% anche se i salari di operai e
agricoltori crescono meno dei prezzi e ancora meno le retribuzioni degli impiegati o i profitti
degli imprenditori.
Allora a metà degli anni '30 il regime fascista tenta 2 nuove innovazioni: quella dell'autarchia
e quella corporativa. I principi corporativi (1927 Carta del Lavoro) creano un sistema di
organismi -- con a capo i rappresentati sia degli imprenditori che degli operai -- con il compito
di eliminare i contrasti di classe e sindacali. Nel '39 la Camera dei Deputati cambia
denominazione in Camera dei Fasci e delle Corporazioni, nominata per metà dal Gran Consiglio
del Fascismo e per metà dalle organizzazioni corporative che così divengono parte integrante
del governo fascista.
Malgrado tali innovazioni la società e l'economia italiana rimangono indietro rispetto ad altri
contesti, il reddito medio italiano è più basso e quindi lo sono anche i consumi (nel '39
un'automobile ogni 140 persone, un telefono ogni 66 e una radio ogni 37(cfr. il grafico p. 189).

L'Italia è paese prevalentemente agricolo con aree poco sviluppate (valli alpine e
appenniniche, Sardegna e meridione) quindi il desiderio di Mussolini di un'espansione militare
non ha il dovuto sostegno economico. Il Duce allora pensa di migliorare la quantità piuttosto
che la qualità e avvia una politica natalista per avere una crescita demografica.
Diversamente che in Germania, in Italia il ruolo delle donne è quello di fare e crescere i figli, e
all'inizio non viene incoraggiata la partecipazione al lavoro, in seguito ci saranno sempre più
carriere vietate alle donne: nel '23 non possono divenire presidi, dal '26 non possono
insegnare storia, filosofia ed economia alle superiori, nel '34 con la politica delle "quote
negative" per le amministrazioni pubbliche, le donne non devono superare una certa
percentuale - minoritaria - del personale, nel '38 quella percentuale viene specificata, non più
del 10% femminile. E per sottolineare il loro ruolo esclusivo di mogli e madri il 10 dicembre
del 1925 viene creata l'ONMI: Opera Nazionale per la protezione della Maternità e
dell'Infanzia, un ente assistenziale per le madri povere e nubili.
Negli anni seguenti ci saranno altre leggi e, inoltre: fine anni '20, diminuiscono le tasse per gli
uomini a capo di famiglie numerose; nel '36 assegni famigliari per moglie e figli a carico; nel
'39, premi per le famiglie numerose.
Come nel nazismo c'è anche una componente repressiva: l'aborto è un crimine contro lo Stato,
la contraccezione è scoraggiata, i celibi pagano un'imposta speciale per non aver costituito
una famiglia, gli omosessuali sono perseguitati anche se, contrariamente alla Germania, in
Italia l'omosessualità non è un reato penale.
I risultati: la popolazione lavorativa femminile rimane stabile (28%); il tasso di natalità cresce
un po' (da 39mila a 43mila circa), meno che in Germania.
Comunque Mussolini decide di poter attaccare l'Etiopia nell'ottobre del '35 e vince sul
sovrano etiope Haile Salassie.

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Le truppe italiane guidate dai generali Pietro Badoglio e Rodolfo Graziani si comportato in
modo brutale, non risparmiano la popolazione civile. Vengono bombardati interi villaggi,
viene fatto uso di gas asfissianti lanciati dagli aerei che avvelenano tutto, la popolazione viene
deportata in massa.
Maggio 1936 viene formata la nuova colonia dell'Africa orientale Italiana (AOI) che
comprende: Etiopia, Eritrea e Somalia. Mussolini proclama la nascita di un Impero Italiano e
Vittorio Emanuele III prende il titolo d'imperatore.
Protesta della Società delle Nazioni che blocca i rifornimenti bellici, aiuti dalla Germania
nazista con la quale nell'ottobre del '36 viene stipulato un patto di alleanza (l'Asse Roma-
Berlino) con sfere d'influenza diverse, Germania: Europa centro-orientale/Italia:
Mediterraneo. Nel 1937 tale accordo viene esteso a un patto antisovietico (Italia, Germania,
Giappone) e all'uscita dell'Italia dalla Società delle Nazioni.
1936: una donna che sposa un "suddito" diviene "suddita";
1937: un uomo italiano "cittadino" se sposa una "suddita", reclusione da 1 a 5 anni;
1939: introduzione del reato di <<lesione della razza>> quando un "cittadino" lavora alle
dipendenze di un "suddito", o frequenta luoghi riservati a soli "sudditi" o si mostra ubriaco
davanti a loro;
1940: <<norme relative ai meticci>> equiparati ai nativi e quindi considerati "sudditi".
13 luglio 1938 il Manifesto della razza, apertamente antisemita, è approvato dal Ministero
della cultura Popolare e firmato da <<studiosi fascisti, docenti nelle Università italiane>>.
Il testo afferma che gli italiani sono di razza ariana e che gli ebrei non appartengono alla razza
italiana.
22 agosto 1938, censimento degli ebrei italiani (0,1% della popolazione).
7 ottobre 1938, Dichiarazione sulla razza del Gran Consiglio del fascismo.
Prima norma: Provvedimento per la difesa della razza nella scuola fascista, firmato da Giuseppe
Bottai, ministro dell'Educazione nazionale che prevede l'espulsione immediata di studenti e
docenti di razza ebraica.
17 novembre 1938 divieto di matrimonio tra ariani e non; nello stesso decreto una serie di
limitazioni professionali ed economiche che aprono la strada a requisizioni di beni
patrimoniali e di aziende e all'esclusione degli ebrei da ogni impiego pubblico.
29 giugno 1939, esclusione degli ebrei dalle professioni di notaio e giornalista e limitazioni
per tutte le altre professioni. Sono escluse le famiglie con decorati al valor militare. Inoltre il
ministro dell'interno con una legge del '39 può "arianizzare" a sua discrezione.
REAZIONE DELLA SOCIETÀ ITALIANA: sostegno, sconcerto, più spesso indifferenza, compresa
la Chiesa cattolica anche se Pio XI si era detto contrario all'antisemitismo ma muore prima di
emettere un'enciclica di condanna e il suo successore, Pio XII non dà seguito all'iniziativa.
L'Ovra, la polizia politica segreta creata nel '26 si occupa di vigilare e reprimere.
Ma il fascismo non è solo repressione: è stata creata una struttura di associazioni divise per
classi d'età, generi e categorie in cui vengono insegnati i valori fascisti: per bambini e ragazzi i
Figli della Lupa, i Balilla e gli Avanguardisti; per gli universitari i GUF (gruppi universitari
fascisti; da adulti devono iscriversi al Partito nazionale fascista.
I lavoratori hanno l'Opera Nazionale Dopolavoro per il tempo libero (viaggi, colonie estive).
Per le ragazze: le associazioni delle Piccole italiane, le Giovani italiane e le Giovani fasciste.
Da adulte: i Gruppi femminili fascisti e per le contadine le Massaie rurali.
Il regime offre alle donne spazi che permettono loro una certa libertà rispetto al virilismo
fascista, sono contente di fare sport e magari riuscire anche meglio degli uomini. Ondina Valla
che vince la medaglia d'oro nella corsa a ostacoli alle Olimpiadi di Berlino del '36 diventa un
esempio e un modello.
La propaganda fascista vuole dare un'idea ORGANICISTICA della nazione e per questo si affida
-- alla didattica scolastica che insegna che fascismo e nazione sono un tutto unico sostenuto

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dall'etica del SACRIFICIO (il massimo è dare la vita per la patria) e la dimensione "guerriera" è
continuamente ricordata dalla presenza delle DIVISE militari che indossano tutti dal Duce alle
associazioni giovanili.
C'è continuità col nazionalismo liberale (o addirittura risorgimentale) e intellettuali come
Gentile e Volpe lo hanno fatto notare; in più il fascismo aggiunge due fattori originali:
-- il culto della Roma imperiale, matrice originaria e modello da imitare e
-- il culto del Duce personificazione e sintesi dell'"uomo nuovo" nato dalla rivoluzione fascista.
Tale culto si esprime nelle adunate oceaniche e nei discorsi dal balcone del suo ufficio a
Palazzo Venezia. Per Mussolini come per Hitler è importante ciò che dicono ma lo è molto di
più il modo in cui lo dicono: vigoroso, autoritario, militaresco.
Per chi non può presenziare c'è la radio: nel '27 viene fondato l'EIAR, Ente italiano audizioni
radiofoniche, gli apparecchi sono pochi ma le trasmissioni vengono diffuse con gli altoparlanti
in luoghi pubblici. Ancora più efficace l'azione dell'Istituto Luce, l'ente cinematografico del
regime che dal '27 prepara e diffonde nei cinema i <<cinegiornali>> che informano sui
successi del regime.
7.5 Gli altri regimi autoritari in Europa
Da fine Ottocento a dopo la Grande guerra la democrazia sembra essere l'unica soluzione
governativa europea e negli anni 20 e 30 del Novecento resiste in Irlanda, Gran Bretagna,
Francia, Svizzera, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Cecoslovacchia, Danimarca, Norvegia, Svezia e
Finlandia. Nel resto d'Europa, prima o poi, s'instaurano regimi autoritari spesso ispirati a
fascismo e nazismo che nascono da colpi di Stato. Essenziali l'intervento degli ESERCITI
sostenuti dalle CHIESE locali, e da movimenti di destra, nazionalisti e conservatori; in altri casi
a volerlo sono dei SOVRANI sostenuti dalle élite locali, in prevalenza proprietari terrieri;
oppure sono voluti da DIRIGENTI POLITICI conservatori o nazionalisti.
RISULTATO: molti regimi autoritari di destra che stringono rapporti diplomatici amichevoli
con fascismo e nazismo. Se si guarda la carta d'Europa del 1938 (p. 196) si vede come
l'Europa meridionale e centro-orientale è tutta nera (colore delle divise di fascismo/nazismo).
Vediamo il processo costitutivo di tale situazione:
PORTOGALLO:
1926 colpo di stato militare, guidato dal generale Carmona, che instaura un regime
dittatoriale. Nomina come ministro delle Finanze Salazar, che emerge come il vero
uomo forte del governo
1930 l'Unione Nazionale, diviene l’unico partito legittimo
1932 Salazar capo del governo: repressione e associazioni di massa in stile fascista.
1933 Nuova costituzione che riduce il Parlamento ad organo consultivo a suffragio ristretto e
organizzato per corporazioni.
POLONIA:
1926 colpo di stato condotto dal generale Pilsudski, che instaura un governo autoritario
LITUANUA:
1926 con un colpo di Stato, Smetona torna ad essere presidente della repubblica e si batte
contro l'annessione del suo Paese all'Unione Sovietica. Quando, nel '40, la Lituania
viene nuovamente invasa dai russi, si rifugia negli Stati Uniti
JUGOSLAVIA:
1929 il re Alessandro I Karagjorgkjevic abroga la costituzione e instaura un regime autoritario
centrato sulla Serbia. => In Croazia Pavelic fonda il movimento autonomista croato degli
Ustasa (pron. ustascia=ribelli), di ispirazione fascista e antisemita.
1934 un attentato terroristico da loro organizzato uccide il re legittimo e il governo è affidato
ad un Consiglio di reggenza che conserva il regime autoritario.
UNGHERIA:

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1920) l’ammiraglio Horthy instaura un regime autoritario, introducendo una legislazione


antisemita => successivamente si impone il movimento nazista delle Croci Frecciate di Szálasi.
AUSTRIA:
1932 il cancelliere cristiano-sociale Dollfuss scioglie i partiti nazista e socialdemocratico, e
introduce una costituzione che gli attribuisce poteri dittatoriali .
1934 repressione di un tentativo insurrezionale guidato dalla sinistra. Subito dopo si verifica
un tentato colpo di Stato organizzato dai nazisti austriaci che vogliono l'annessione al
Terzo Reich: represso ma Dollfuss viene ucciso. Il nuovo cancelliere, Schuschnigg,
mantiene la Costituzione dittatoriale.


BULGARIA:
1934-35 colpo di stato del re Boris III che limita le libertà costituzionali, il parlamento diventa
solo consultivo.
ESTONIA e LETTONIA:
1934 due colpi di Stato introducono governi dittatoriali.
GRECIA:
1922 dopo la sconfitta con la TURCHIA re Giorgio II è costretto alla fuga.
1924 Viene proclamata la Repubblica
1935 la Repubblica viene rovesciata. La restaurazione della monarchia si accompagna alla
formazione di un regime autoritario guidato dal generale Metaxas.
ROMANIA:
1930 il re Carol II impone un regime autoritario, appoggiato dall’esercito e sostenuto dai
fascisti
1937 introduzione leggi antisemite
1938 Carol II con un colpo di stato instaura una dittatura dopo aver sciolto tutti i partiti.

7.6 La guerra civile in Spagna
L'insediamento di un regime di destra in Spagna è traumatico e complesso perché a una
guerra civile si unisce l'intervento di tutta l'Europa.
1923 colpo di stato del generale Miguel Primo de Rivera, appoggiato dal re Alfonso XIII.
Scioglimento del parlamento
=> il regime autoritario avvia un piano di lavori pubblici che tuttavia non migliora
le condizioni delle aree agricole
=> la politica di ingenti spese pubbliche rilancia l’inflazione e fa aumentare il deficit.
1929 una cattiva annata agricola aumenta il disagio delle aree rurali. L'insoddisfazione per il
regime è sempre maggiore e coinvolge anche l'esercito.
1930, 26 gennaio, de Rivera dà le dimissioni.
1931, aprile, elezioni amministrative e trionfo dei partiti repubblicani.
Il re Alfonso XIII non abdica ma lascia il Paese. Si tengono allora le Elezioni per
un'Assemblea Costituente in cui vince l’alleanza tra socialisti e repubblicani di sinistra.
dicembre viene promulgata la Costituzione che istituisce la Repubblica e introduce il suffragio
universale maschile e femminile, la libertà di culto e la separazione tra Stato e Chiesa.
1932-33 => il governo Azana scioglie l’ordine dei gesuiti e chiude le scuole cattoliche,
riconosce la Catalogna come regione autonoma, ma non riesce a trovare una
soluzione per la questione agraria.
=> si vorrebbe espropriare e ridistribuire le terre incolte ma repubblicani e
socialisti non riescono a raggiungere un accordo: paralizzano il governo e
bloccano ogni riforma.
Intanto gli anarchici in Andalusia e Catalogna, incoraggiati dalla politica

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laicizzante del governo compiono moltissimi gesti di violenza contro chiese e


conventi mentre gruppi di contadini occupano parti di latifondi.
Molti elettori cominciano a preoccuparsi di un'eventuale riforma agraria e
1933 alle elezioni lo schieramento di destra ottiene la maggioranza. Il nuovo governo è
sostenuto dalla Confederazione spagnola delle destre autonome (Ceda) ed è
guidato da Gil-Robles che revoca l’autonomia della Catalogna, accantona i progetti di
riforma agraria, allontana i contadini dalle terre occupate, riapre le scuole
confessionali (cioè religiose, dei gesuiti) e riduce i salari.
1934 rivolta autonomista in Catalogna; nelle Asturie tentata insurrezione socialista dei
minatori. Ambedue represse dall'esercito.
1936 elezioni: socialisti, comunisti, anarchici e repubblicani di sinistra si uniscono in un
Fronte Popolare che ottiene la maggioranza contro il Blocco nazionale.
=> clima post-elezioni caratterizzato da violenze sia di destra che di sinistra.
La prospettiva di un governo con comunisti, socialisti e anarchici, induce la destra
(Ceda e Falange, un nuovo partito fascista fondato dal figlio di de Rivera) a
pensare a una reazione estrema.
17 luglio l’esercito di stanza in Marocco si ribella autonomamente al governo e conquista la
Spagna sud-occidentale, e poi tutto il nord. Fra i generali ribelli si impone Francisco
Franco. La guerra civile che ne deriva è caratterizzata da violenze terribile da
ambedue le parti.
La particolarità di questa guerra, da cui deriverà la sua evoluzione finale, è che, anche se inizia
come una guerra spagnola, diviene internazionale. La Francia propone un accordo con Regno
Unito, Italia, Germania per il non intervento ma mentre Regno Unito e Francia stanno ai patti,
=> l'Italia sostiene la ribellione franchista, fornendo rifornimenti e inviando un
contingente di 70.000 “volontari”
=> la Germania invia tecnici, materiale bellico e squadriglie aeree che bombardano
indiscriminatamente anche insediamenti civili (da cui il famoso quadro di Picasso
Guernica dal nome della città basca rasa al suolo)
=> le truppe repubblicane ricevono aiuti solo dall’Unione Sovietica che invia materiale
bellico e si adopera per il reclutamento di volontari, sia comunisti che democratici, che
combattono nelle Brigate Internazionali. Al loro fianco combattono moltissimi
giovani che partono dal Regno Unito e dalla Francia.
1937 le forze politiche di destra confluiscono nella Falange Nazionalista, organizzazione
politica a sostegno dei ribelli guidata da Franco, chiamato Caudillo (condottiero)
=> un sostegno importante allo schieramento franchista viene dalla Chiesa spagnola
=> il fronte repubblicano è invece spezzato da pesantissime rivalità interne che vedono
i comunisti contro gli anarchici e le altre formazioni di estrema sinistra (Partito
Operaio di Unificazione Marxista - Poum).
Il dissidio riguarda la strategia da adottare e si fa aspro soprattutto in Catalogna.
Si verificano anche scontri armati.
1939 gennaio, i franchisti conquistano Barcellona e successivamente Madrid
in aprile il nuovo governo del generale Franco chiarisce la sua collocazione politica
aderendo all’alleanza tra ITALIA, GERMANIA e GIAPPONE.
Negli anni seguenti e per molti anni, prosegue un'azione punitiva contro coloro che -- dal '34
al '39 -- hanno partecipato ad azioni contro il regime. Dal regime di Franco sono state
giustiziate decine di migliaia di persone.



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Capitolo 8. L'unione Sovietica di Stalin
8.1. Un'economia <<pianificata>>
La guerra in Spagna fa tornare nel contesto internazionale un' unione Sovietica molto diversa dal
punto di vista delle strutture istituzionali, politiche e sociali.
1927-29, Stalin si è imposto come dirigente indiscusso del Partito Comunista e dell’URSS. Decide di
deviare dalla linea dalla Nuova politica Economica del '21, promuovendo l’industrializzazione del
sistema produttivo e la completa collettivizzazione dell’agricoltura.
Come? con la
=> pianificazione: definizione di obiettivi produttivi da raggiungere entro archi di tempo determinati,
sotto il controllo del governo.
1928, primo PIANO QUINQUENNALE;
1932-1938, secondo e terzo piano quinquennale. Grandi risultati:
=> grande crescita della produzione industriale, soprattutto nei settori siderurgico, meccanico,
elettrico ed estrattivo;
=> vengono costruite nuove industrie, alcune enormi.
=> nascono nuove città industriali e di conseguenza
=> si favorisce un'enorme migrazione interna,
=> si potenziano la rete stradale e ferroviaria
=> rafforzamento delle strutture educative, soprattutto nel settore tecnico.
1940, l’Unione Sovietica è diventata la terza potenza industriale del mondo. MA i ritmi accelerati hanno
richiesto:
=> costi molto pesanti e la compressione del tenore di vita, salari bassi non adeguati al crescere dei
prezzi.
Da una parte questa corsa all'industrializzazione, dall'altra una completa COLLETTIVIZZAZIONE delle
AZIENDE AGRICOLE: tutti i contadini e kulaki (proprietari terrieri) sono costretti ad associare le loro
aziende a cooperative agricole, i KOLCHOZ, o a cederle ad aziende gestite dallo stato, i SOVCHOZ. Ciò
ha una sua razionalità economica: l’agricoltura deve produrre quantitativi di derrate prefissati, a un
prezzo stabilito per sorreggere l'industrializzazione.
=> molti contadini sono forzati alla collettivizzazione con brutali metodi coercitivi: espropriazioni,
deportazioni in Siberia, condanne a morte …
1928-37, la produzione agricola è in declino, soprattutto per le difficoltà nel riorganizzare l’intero
sistema e per il poco entusiasmo dei contadini. A metà anni ’30 si ritorna al sistema delle requisizioni
forzate dei prodotti.
1932-33, in Ucraina scoppia una tremenda carestia di fronte alle quale il governo non fa niente.
8.2 La paura come strumento di governo
Lo Stalinismo negli anni '30 è governo attraverso la paura e il sospetto. L'intimidazione violenta delle
opposizioni diventa lo strumento essenziale di controllo e di governo.
EROI del COMUNISMO: chi si conforma ai voleri delle autorità, fino ad anticiparli.
- Pavlik Morozov, è un ragazzino che denuncia il padre, capo-villaggio che aiuta i kulaki, in una
versione della storia, i delinquenti in un'altra. Il padre viene deportato e i parenti uccidono il ragazzo.
Come molte altre storie di eroi è una versione manipolata per la propaganda.
=> messaggio etico fondamentale di queste storie: i valori collettivi cioè prima di tutto ci deve essere
l'ubbidienza allo stato e ai suoi valori.
1937, introduzione di una norma di polizia che stabilisce che devono essere arrestati e deportati anche
i familiari di un condannato. (LEGGI I decreti del terrore, pp. 206ss)
=> scardinare le relazioni private, per far penetrare la paura nell’intimo delle famiglie.
=> il sistema delle differenze “noi-loro” è incredibilmente più pervasivo e spaventoso: i loro, nemici da
abbattere, sono i kulaki e alcuni gruppi etnici, i preti ortodossi.
Nessuno confine rigido: i nemici possono essere anche all’interno del partito: sin dalla fine degli anni
’20 ci sono state espulsioni ed emarginazioni di capi comunisti.
Per l'allontanamento degli avversari viene usato il termine, PURGHE.
1936, l’allontanamento progressivo di dirigenti diventa un rituale. Si ha il processo farsesco contro 16
oppositori, tra i quali anche importanti dirigenti della prima ora. Vengono costretti a confessare un

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crimine che non hanno commesso, vengono tutti condannati e giustiziati. Nel '38 tocca a Bucharin e
nel 1940 Trotskij viene assassinato in Messico.
1936-38, 2/3 dei membri del Comitato Centrale, quasi tutti i delegati del congresso, metà degli ufficiali
dell’Armata Rossa, diplomatici, intellettuali vengono condannati: 1 su 10 viene giustiziato, il resto
viene deportato nei GULAG (campi di concentramento che precedono quelli nazisti. Nel
1940 ne esistono 53 con oltre un milione di detenuti. Altre 400 colonie per il lavoro correttivo
con 1 milione di kulaki e contadini. Le condizioni di vita in questi luoghi sono terribili con un
altissimo tasso di mortalità:
=> si stima che in 12 anni 20 milioni di russi abbiano subito condanne, oltre 10 milioni le vittime
Per far funzionare tale sistema è fondamentale l’azione svolta dalla Direzione Politica di Stato (GPU), la
polizia politica, dotata di ampi poteri e disinvolta nelle tecniche di indagine e di repressione. È alle
dipendenze del COMMISSARIATO agli AFFARI INTERNI (NKVD) che fa a capo allo stesso Stalin. La
violenta repressione è accompagnata dal
=> CULTO della PERSONALITÀ di Stalin, presentato come il vero padre della patria.
=> coreografia, propaganda, costruzione di statue, organizzazione di associazioni per la gioventù,
indottrinamento nelle scuole
8.3 Conservatorismo culturale
La svolta staliniana è completata dallo
=>scoraggiare tutte le forme di arte sperimentale: niente più innovazioni ma un REALISMO
SOCIALISTA. Il partito pretende racconti edificanti, musiche tonali senza dissonanze, pitture narrative,
didattiche, esplicative senza astrattismi.
=> politiche per la famiglia: non più modelli innovativi del dopo-rivoluzione, ma coesione delle
famiglie, una scelta che deriva dal conservatorismo culturale di Stalin e si accompagna a una politica
demografica natalista. Quindi:
1934, l’omosessualità viene considerata un reato,
1936, l’aborto vietato, il divorzio molto più difficile da ottenere.
La maternità incentivata:
=> le donne vengono considerate “un esercito” fondamentale nel mondo del lavoro e nell’educazione
dei figli. Il numero delle donne impiegate nell’industria e nell’agricoltura è in aumento, arrivando al
43% nel 1940.
=> aumento degli aborti clandestini e riduzione dell’indice di natalità a causa delle condizioni
economiche molto precarie.
8.4 La politica estera
L’URSS si trova a lungo emarginata nell’Est europeo, fuori dai circuiti economici che collegano i paesi
occidentali. L’unico modo che ha per esercitare una qualche influenza è attraverso i partiti comunisti:
le direttive del Comintern (Internazionale comunista) sono spesso contradittorie.
1929, viene enunciata la teoria del “socialfascismo”, ovvero del carattere oggettivamente reazionario
dei partiti socialisti: ha ripercussioni gravi in GERMANIA, perché impedisce una cooperazione tra KPD
(partito comunista) e SPD (socialdemocratico).
1934, una direttiva invita i comunisti a cercare accordi con i socialdemocratici, a fronte del successo
del nazismo in GERMANIA: si traduce nella breve stagione dei Fronti Popolari in SPAGNA e FRANCIA.
Ed è proprio la tragedia spagnola che permette all'Unione Sovietica di tornare nel gioco delle relazioni
internazionali.

Cap. 9. La seconda guerra mondiale
9.1 Dall' <<Anschluss>> al patto di Monaco
Dalla metà degli anni '30 la Germania nazista spinge verso la guerra per
=> ricomporre il popolo tedesco in uno Stato unico, il Reich
=> rimettere in discussione gli accordi di Versailles e assicurare al Reich nuovi spazi e nuovi
territori verso est.
=> primo passo l’ANSCHLUSS, cioè l’annessione dell'AUSTRIA, obiettivo caldeggiato dal
partito nazista austriaco, ma NON condiviso da una larga parte dell’opinione pubblica
austriaca.
1934, tentativo di colpo di stato in AUSTRIA, subito represso. La GERMANIA non interviene

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per la pressione di Mussolini.


1936, ottobre, ALLEANZA Italia- Germania, ASSE ROMA-BERLINO. Sostengono di Franco nella
guerra di Spagna
1937, l’ALLEANZA si ALLARGA al GIAPPONE
1938, 13 marzo, i nazisti austriaci, appoggiati dalla Germania, tentano di far cadere il
cancelliere Schuschnigg. I continui disordini interni spingono il cancelliere a tenere un
referendum per determinare l’orientamento sull’annessione: il risultato è per l’autonomia.
Hitler si prepara ad attaccare. Sale al governo il nazista Inquart, che apre le frontiere
all’esercito tedesco: FORMALE ANNESSIONE dell’AUSTRIA alla GERMANIA.
=> il governo del conservatore Chamberlain dà la sensazione che il Regno Unito accetti il fatto,
per conservare la pace. Hitler interpreta giustamente l’atteggiamento britannico come un
gesto di debolezza.
1938, settembre Hitler ingiunge al governo cecoslovacco di cedere il territorio dei Sudeti (al
confine tra Germania e Cecoslovacchia)
1938, 29-30 settembre, CONFERENZA di MONACO e Patto di Monaco: Chamberlain, il primo
ministro francese Daladier e Hitler riconoscono unilateralmente, senza consultare il
governo CECOSLOVACCO, alla Germania il diritto di annettersi i Sudeti, subordinato solo alla
celebrazione di un plebiscito di annessione
=> l’opinione pubblica occidentale lo considera un grande risultato perché si pensa che la
Germania nazista sia soddisfatta e che la pace sia al sicuro.
9.2 Dalla dissoluzione della Cecoslovacchia all'aggressione della Polonia
Previsione errata in quanto la Germania nazista ha costruito la sua struttura socio-economica
in funzione di un'espansione territoriale.
1939, marzo le TRUPPE TEDESCHE ENTRANO in Cecoslovacchia. Lo stato viene diviso: viene
istituito il Protettorato di Boemia e Moravia, annesso alla Germania, e lo Stato Autonomo
di Slovacchia, governato da Mons. Tiso, un sacerdote cattolico filonazista, che lo pone alle
dipendenze della Germania. Tutto il quadro internazionale si muove e
=> i diplomatici tedeschi chiedono alla POLONIA la cessione del corridoio di Danzica, che
separa la Prussia orientale dalla madrepatria. La Polonia rifiuta: FRANCIA e REGNO UNITO
garantiscono alla Polonia il supporto militare in caso di attacco.
1939, aprile l’ITALIA OCCUPA MILITARMENTE l’ALBANIA, su cui esercitava già una specie di
protettorato: il sovrano albanese è costretto alla fuga e il territorio diventa colonia
italiana.
1939, maggio Germania e Italia sottoscrivono il PATTO d’ACCIAIO, che prevede che se uno dei
due paesi si trova impegnato in una guerra, l’altro contraente è obbligato a intervenire
militarmente. Mussolini e il firmatario italiano, il ministro degli Esteri Ciano, è consapevole
dell’impreparazione italiana.
1939, 23 agosto, PATTO di NON AGGRESIONE tra Unione Sovietica e Germania (PATTO
MOLOTOV-RIBBENTROP): l’URSS dà carta bianca alla Germania per quanto riguarda il
corridoio di Danzica cioè la Polonia occidentale e la Lituania.
Viceversa all’URSS è riconosciuta la competenza su LETTTONIA, ESTONIA, FINLANDIA,
POLONIA orientale e la ROMANIA nord-orientale.
1939 primo settembre la Germania ATTACCA la Polonia.
INIZIA la SECONDA GUERRA MONDIALE.
3 settembre Francia e Regno Unito DICHIARANO GUERRA alla Germania. L’Italia dichiara la
sua non belligeranza. Chamberlain, ammettendo il fallimento della sua politica di
appeasement, nomina il conservatore Winston Churchill ministro della marina.
1939, 17 settembre, l'Unione Sovietica attacca la Polonia, gli Stati baltici e la Finlandia.
9.3 La guerra lampo

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L’INVASIONE della Polonia venne attuata con un rapidissimo movimento di forze corazzate e
aeree, con la BLITZKRIEG (Guerra Lampo): lo stile bellico nazista (e sovietico) trae ispirazione
dalle più truci esperienze delle guerre coloniali e delle recenti esperienze di massacro di civili
per motivi politici.
Nella Polonia occupata dalla Germania entrano in azione le Einsatzgruppen (Gruppi Operativi)
che uccidono migliaia di polacchi ritenuti politicamente pericolosi. Alla stessa maniera i
sovietici eliminano 20.000 militari e civili polacchi.
1940, marzo, l’attacco sovietico alla Finlandia incontra notevoli difficoltà per la resistenza
finlandese. Perciò URSS e Finlandia siglando un accordo: la Finlandia cede
soltanto un lembo di territorio sud-orientale
aprile, la Germania attacca e conquista la DANIMARCA e la NORVEGIA. La resistenza
norvegese dura fino a giugno poi il governo viene affidato a un nazista norvegese.
10 maggio, offensiva tedesca contro la FRANCIAche include anche Olanda e Belgio. I
francesi sono una linea difensiva fortificata, la LINEA MAGINOT, mentre
l’esercito tedesco penetra in Francia attraverso la foresta delle Ardenne, una
zona scarsamente considerata dallo stato maggiore francese.
Il 10 giugno Mussolini dichiara guerra a Francia e Regno Unito. L’attacco italiano alla
Francia meridionale si rivela un fallimento strategico italiano.
Il 14 giugno i tedeschi sono a Parigi e dividono la Francia in due:
=> area settentrionale sotto la diretta amministrazione nazista;
=> area meridionale affidata al governo collaborazionista del gen. Pétain, a Vichy.
Ciò che resta degli eserciti inglese e francese ripara in Inghilterra.
Nel Regno Unito Chamberlain si dimette e si forma un governo di unità nazionale guidato da
Churchill. La Royal Navy mette in atto un blocco navale antitedesco.
10 luglio, BATTAGLIA d’INGHILTERRA: la Germania risponde al blocco attaccando il Regno
Unito con la Luftwaffe, l'aviazione, verso obiettivi militari e civili. L’intenzione è un’invasione
dell’isola ma l’ottima difesa antiaerea e la resistenza inglese spingerà dopo 10 mesi i tedeschi
ad un cambiamento di strategia e di obiettivi.
9.4 Le guerre <<parallele>>
L’Italia nel frattempo apre nuovi fronti, per assicurarsi la sua parte di nuovi territori. La
strategia italiana è quella di svolgere una guerra propria, parallela, non subalterna agli
obiettivi di Hitler.
1940, agosto, l’esercito italiano attacca la Somalia Britannica e l’EGITTO. Inizialmente gli
italiani guidati dal maresciallo Graziani riescono a penetrare in Egitto.
1940, 28 ottobre, l’Italia attacca la GRECIA, ma si rivela un fallimento: i greci riescono a
contrattaccare quasi subito.
1940, dicembre, controffensiva britannica in NORD-AFRICA: gli italiani devono abbandonare
la Cirenaica.
1941, febbraio, Mussolini chiede aiuto alla Germania che invia in Nord-Africa l’Afrikakorps al
comando del generale Erwin Rommel: le forze italo-tedesche riescono a
respingere gli inglesi in Egitto.
1941, marzo truppe inglesi sbarcano in Grecia. La flotta italiana viene attaccata a Taranto e
viene sconfitta a Capo Matapan.
aprile i tedeschi, con Italia, Ungheria, Romania e Bulgaria, attaccano la Jugoslavia, per
poi spingersi in Grecia: per ambedue si crea un regime di occupazione.
All’Italia viene assegnata parte della Slovenia, Zara, Dalmazia e Montenegro. La
Germania si riserva la Serbia. Creazione di uno stato autonomo di Croazia,
affidato a Pavelic. e ai suoi Ustasa.
1941, 6 aprile, l'Italia perde la guerra con i britannici in Africa orientale e il sovrano etiope
Haile Selassie torna ad Addis Abeba, la capitale etiope.

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9.5 La Germania Nazista attacca l'Unione Sovietica


A metà del '41 le potenze dell'Asse controllano tutta l'Europa ad eccezione del Regno Unito e
dell'Unione Sovietica.
Fallito l’attacco alla Gran Bretagna, il successivo obiettivo nazista è l’URSS: l’Ucraina fa gola
per la sua ricchezza agricola e tutto l’est bolscevico è considerato possibile terra di
espansione.
1941, 22 giugno, Inizio OPERAZIONE BARBAROSSA: offensiva tedesca contro URSS. La
Germania impegna una grande quantità di uomini e mezzi (tra cui 60.000 italiani del CSIR,
Corpo di Spedizione Italiano in Russia, cui se ne aggiungono 230mila nel '42)
=> 3 direttrici: attraverso paesi baltici verso Leningrado, da Varsavia verso Mosca, attraverso
l’Ucraina verso il Caucaso
=> offensiva iniziale ottima, attacco verso Mosca tardivo, i tedeschi si devono fermare con
l’arrivo dell’inverno: la popolazione, spaventata dalla propaganda sul comportamento
tedesco, collabora attivamente con l’Armata Rossa.
1941-42, inverno, la BATTAGLIA per MOSCA non dà i risultati sperati dalla Germania. Il fronte
si è esteso enormemente, ostacolando i rifornimenti. Inoltre nelle zone occupate dai
tedeschi si formano gruppi di partigiani antinazisti.
1942, 21 giugno, OPERAZIONE BLU (Fall Blau): visto che non riescono a prendere Leningrado
e Mosca, i tedeschi puntano verso i campi petroliferi a nord del Caucaso, per bloccare
i rifornimenti ai russi e impadronirsene
1942, agosto, il corpo di spedizione tedesco giunge a Stalingrado, ma si ferma dinanzi alla
resistenza sovietica.
9.6 La guerra nel Pacifico
Tra il '41 e il '42 la guerra diviene veramente mondiale.
1940, settembre, il Giappone invia truppe in Indocina, politica incoraggiata da Hitler, che lo
vede come un utile diversivo.
1940, 27 settembre, PATTO TRIPARTITO: Germania e Italia riconoscono l’Asia orientale al
Giappone che riconosce Europa, Germania e Italia.
1941, da una politica isolazionista, Roosevelt passa a una linea di più attivo sostegno ai paesi
che si oppongono alla Germania.
1941, marzo approvazione la LEGGE AFFITTI e PRESTITI, per la concessione di materiale
bellico a condizioni favorevoli.
1941, 28 luglio, il Giappone occupa definitivamente l’Indocina.
=> Roosevelt impone l’embargo sul petrolio e acciaio USA destinato al Giappone e sequestra i
beni giapponesi in USA. Inoltre chiede al governo giapponese del generale Tojo di ritirarsi da
CINA e Indocina. Il generale risponde con l'attacco di Pearl Harbor.
1941, 4 agosto, Roosevelt e Churchill sottoscrivono la CARTA ATLANTICA, documento che
prefigura un nuovo ordine mondiale che deve emergere dalla sconfitta dei nazi-fascisti,
fondato sul rifiuto di politiche belliciste.
=> Roosevelt si preoccupa di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica Usa sul doppio
pericolo corso dalle democrazie, quello nazista e quello giapponese.
1941, 7 dicembre, senza alcuna dichiarazione, l’aviazione navale nipponica attacca la flotta
del Pacifico statunitense a Pearl Harbor.
=> il Giappone occupa: Tailandia, Indonesia, Malesia, Birmania, Filippine e Nuova Guinea.
8 dicembre, il Congresso statunitense approva la dichiarazione di guerra al Giappone, con un
solo voto contrario.
=> gli USA dispongono di un apparato industriale capace di produrre a ritmi molto rapidi i
mezzi per affrontare la guerra.
=> la partecipazione alla guerra e la crescita della domanda di materiale bellico consentono
all’economia e alla società USA di superare definitivamente la crisi del 1929: netta ripresa

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dei salari industriali, garantendo una buona prosperità e consenso alle istituzioni politiche.
1941, 11 dicembre, Italia e Germania dichiarano guerra agli Stati Uniti.
9.7 L'<<ordine nuovo>> in Asia e in Europa
1942, massima espansione dell’ASSE. Le loro élite sono mosse da un’ideologia che postula la
superiorità delle proprie razze su tutti gli altri popoli. Il Giappone occupa una vasta area
facendo impiego di retorica antioccidentale e anticoloniale.
=> il Giappone punta alla formazione di una <<Sfera di coprosperità della Grande Asia
Orientale>>, ma i territori conquistati sono sottoposti a durissimi regimi di occupazione
militare, la cui finalità prima è quella di depredare le zone occupate di tutte le risorse. Le
popolazioni locali sono sfruttate ancora più brutalmente che sotto il colonialismo
occidentale.
=>in EUROPA si formano “regimi collaborazionisti” (Pétain, Francia; Pavelic, Croazia; Tiso,
Slovacchia; Quisling, Norvegia), in cui i tedeschi ottengono contribuzioni coatte e risorse,
oppure “sistemi di occupazione militare gestiti dalle autorità naziste” (Boemia, Polonia,
Moravia). Da queste zone vengono reclutati o deportati all’incirca 14 milioni di individui,
impiegati come forza lavoro servile.
=> tutto questo brutale sistema di gestione dei territori occupati fa sì che in Germania i
cittadini “tedeschi-ariani” risentano poco dello sforzo di guerra: ciò rafforza il consenso
intorno al regime e fa sì che non ci siano forme significative di resistenza o di opposizione.
Ciò è dovuto anche all’efficienza della polizia nazista.
=> guardando al futuro, alla creazione dell’ordine nuovo, vengono prese misure giustificate
solo dalla considerazione che vi sono zone dell’Europa popolate da razze di “sottouomini”
(slavi, zingari, ebrei)
=> nel Governatorato Generale (Polonia centrale, Galizia), in Ucraina e in Bielorussia si
elaborano i progetti più estremi: sono zone sotto il controllo delle SS e la loro
riorganizzazione prevede la colonizzazione dell’intera regione da parte di coloni tedeschi.
La popolazione slava locale è sottoposta ad una selezione razziale per individuare persone
di discendenza tedesca, che saranno sottoposte ad un programma di rieducazione. I loro
bambini devono imparare nozioni elementari, visto che il loro destino è la funzione di servi.
9.8 Lo sterminio degli ebrei
Fino all'occupazione dei territori orientali l’atteggiamento nazista nei confronti degli ebrei è
stato favorevole alla loro deportazione e dispersione fuori dal Reich, ma la linea cambia man
mano che le truppe tedesche avanzano e trovano comunità ebree sempre più grandi.
1939, alla conquista della Polonia, si ha la deportazione degli ebrei dalle aree rurali dentro
quartieri specifici, i ghetti.
1941 nei ghetti in Polonia vengono mandati ebrei provenienti dall’Europa occidentale
=> col crescere del numero di ebrei da gestire, i nazisti adottano due soluzioni complementari
- le Einsatzgruppen delle SS coadiuvate da gruppi ausiliari, eseguono rastrellamenti della
popolazione ebraica e fucilazioni di massa;
- gli ebrei cominciano ad essere deportati in massa nei campi di concentramento finora
utilizzati per ospitare oppositori.
1942, 20 gennaio, nel corso di una riunione a Wannsee (vicino Berlino), Heydrich comunica di
aver ricevuto da Göring l’incarico di organizzare <<l’auspicata soluzione finale della
questione ebraica>>, sterminarli fisicamente.
Vengono creati per questo dei campi speciali dove vengono via via trasferiti tutti gli ebrei:
=> l’attuazione della soluzione finale impegna un’amministrazione numerosa e attentissima a
minimizzare i costi e a ottenere il massimo dei risultati. Supervisione di ufficiali delle SS.
=> il sistema utilizzato nei campi è quello delle camere a gas. I gruppi di internati destinati alla
soppressione vengono denudati e condotti in locali che sembrano docce collettive, dove viene
rilasciato un gas tossico (CO, acido cianidrico, noto come Zyklon-B). I cadaveri vengono poi

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portati nei forni crematori. Spesso i lavori di spoliazione e preparazione sono affidati a dei
Sonderkommandos (squadre speciali di detenuti ebrei).
=> il risultato è lo sterminio di 6 milioni di ebrei.
1943, 19 aprile, RIBELLIONE del ghetto di VARSAVIA: gli ebrei rimasti nel ghetto si ribellano
al contingente inviato per deportarli. Ma soli pochi riescono a sfuggire al rastrellamento. Dopo
un mese la ribellione è soppressa.
9.9 La Resistenza contro le occupazioni nazi-fasciste
FRANCIA: il generale De Gaulle, in esilio a Londra, lancia un appello ai francesi perché non si
arrendano al potere nazista, di resistere ed opporsi agli occupanti. Con l’appoggio del Regno
Unito ricostituisce una forza armata francese, Forces Françaises Libres, e riesce a coordinarsi
con i gruppi resistenziali che si formano all’interno della Francia occupata.
POLONIA: dal 1942 si forma un gruppo di resistenti che si coordinano nella Armia Krajowa
(Esercito Nazionale), fedele al governo polacco in esilio a Londra, che entra in concorrenza
con l’Armia Ludowa (Armata popolare) di orientamento comunista, sostenuta dall'Unione
Sovietica ma molto meno forte. Collegata con i gruppi partigiani che operano nei territori ex
sovietici occupati dai nazisti. Le più numerose sono quelle collegate e sotenute dall’Armata
Rossa.
UCRAINA, BIELORUSSIA, PAESI BALTICI: formazioni di Resistenza di orientamento
nazionalista, ostili ai sovietici.
JUGOSLAVIA:
=> in Croazia operano gli Ustasa di Pavelic, sostenuti dai nazisti con aggressioni contro la
minoranza serba e contro gli ebrei;
=> in Serbia ma anche in Croazia operano i Cetnici, serbi filofascisti e nazionalisti guidati da
Mihajlovic e in conflitto con gli Ustasa.
=> terzo gruppo di resistenza di varia estrazione etnica, ma di orientamento comunista,
guidato dal croato Josip Broz, detto Tito. Vanta un’ottima organizzazione militare, ma non è
appoggiato da Stalin, che non approva l’autonomia di Tito. Tra il '43 e il '45 riceve aiuti dalle
forze anglo-americane.
GRECIA: anche qui operano diverse formazioni partigiane.
=> il Fronte di Liberazione Nazionale è l’organizzazione più ampia ed è animata dal Partito
Comunista Greco. Inoltre operano gruppi di partigiani nazionalisti e liberali.
In tutta EU le azioni partigiane sono durissimamente represse dalle forze di occupazione, che
prendono di mira i civili, con esecuzioni sommarie di massa. Queste aggressioni non seguono
alcun criterio se non quello di spargere il terrore.
1941 in Grecia e in Jugoslavia gli italiani attuano rastrellamenti ed esecuzioni di civili in
un'escalation di violenza.
=> anche in Dalmazia e Croazia gli italiani procedono a rastrellamenti, fucilazioni e
internamenti. La stessa tecnica repressiva viene adottata dalle truppe naziste, normalmente
su una scala più ampia e sistematica
=> si stima la morte di 30.000 civili in Francia, 2.000 in Olanda, 150.000 in Grecia, mezzo
milione nei territori occupati dell’Unione Sovietica.
9.10 La svolta del 1942-43
La vera svolta militare della guerra non viene dai vai movimenti di resistenza ma tra l'estate
del 1942, e quella del 1943, cambiano gli equilibri, dei tre quadranti principali.
PACIFICO: il cambiamento nei rapporti di forza avviene
1942, maggio, Battaglia del Mar dei Coralli: con pesanti perdite gli USA bloccano lo sbarco
giapponese in Nuova Guinea, primo vero scontro aeronavale con l’uso di portaerei;
1942, giugno, Battaglia delle Isole Midway: gli USA contrastano efficacemente un attacco
giapponese alla base di Midway, il Giappone perde 4 portaerei e la forza per espandersi
ulteriormente;

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1942, agosto, feb. '43, Battaglia per l’Isola di Guadalcanal: i marines USA sbarcano a
Guadalcanal e cacciano i giapponesi. L’iniziativa strategica passa agli USA.
FRONTE ORIENTALE: l’assedio tedesco a Stalingrado continua, con perdite pesantissime
1942, novembre, Operazione Urano: l’Armata Rossa circonda la VI Armata tedesca di Paulus a
Stalingrado....
1943, primo febbraio, il neo feldmaresciallo Paulus si arrende ai sovietici.
NORDAFRICA:
1942, autunno, l’Afrikakorps di Rommel e gli italiani cedono davanti all’offensiva inglese del
generale Montgomery.
1942, novembre gli italo-tedeschi sono sconfitti ad El-Alamein. Un corpo di spedizione anglo-
americano compie uno sbarco in Marocco e Algeria. Le forze italo-tedesche si ritirano in
Tunisia.
1943, maggio, le truppe italo-tedesche in Africa sono costrette ad arrendersi a Tunisi.
9.11 La caduta del fascismo, la Resistenza e la guerra in Italia
1943, marzo, un’ondata di scioperi si diffonde nelle fabbriche del Nord Italia.
1943, 10 luglio, SBARCO ALLEATO in SICILIA: gli alleati non incontrano serie resistenze.
Mussolini ha ormai perso ogni contatto con la società: troppi gli errori di valutazione compiuti
e troppe le sofferenze patite dalle famiglie italiane.
24/25 luglio il regime crolla per un COLPO di STATO al quale partecipano il re e diversi
dei massimi esponenti del fascismo: nel corso di una riunione del Gran Consiglio, viene
approvata una risoluzione proposta da Dino Grandi la quale attribuisce nuovamente il
comando delle forze armate esclusivamente al re.
MUSSOLINI VIENE ARRESTATO e il re nomina PRESIDENTE del CONSIGLIO il generale
BADOGLIO, che annuncia che niente è mutato per quanto riguarda l’impegno bellico italiano,
ma apre trattative segrete con gli anglo-americani.
1943, 3 settembre, firma ARMISTIZIO di CASSIBILE, che viene reso noto 5 giorni dopo (8 set):
l’annuncio lascia l’Italia nel caos, non vengono dati ordini specifici all’esercito. Quasi ovunque
i reparti dell’esercito si sciolgono. Altri decidono di opporre resistenza alle forze tedesche,
come la Divisione Acqui a Cefalonia (5.000 fucilati).
9 settembre: SBARCO ALLEATO a SALERNO: i tedeschi si schierano sulla Linea Gustav
(Gaeta-foce del Sangro).
FORMAZIONE del COMITATO di LIBERAZIONE NAZIONALE (CLN), costituito da membri del
Partito d’Azione, Democrazia Cristiana, Partito Socialista, Partito Repubblicano, Partito
Liberale e Partito Comunista: iniziale polemica col governo Badoglio e con il re, ritenuto
responsabile del fascismo.
12 settembre, un commando di Fallschirmjäger (paracadutisti) LIBERA MUSSOLINI dalla
prigionia sul Gran Sasso.
23 settembre MUSSOLINI ANNUNCIA la COSTITUZIONE della REPUBBLICA SOCIALE
ITALIANA (RSI) con capitale a Salò
=> nella parte meridionale dell’Italia si trova il REGNO del SUD, col re e col governo Badoglio,
sostenuto dagli anglo-americani
=> nascita della RESISTENZA ITALIANA contro il nazi-fascismo: gruppi armati di studenti,
operai e soldati. Tra i gruppi antifascisti c’è il gruppo di Giustizia e Libertà (1929) di Lussu e
Rosselli, di ideali liberal-socialisti: azione poco incisiva.
Di ispirazione comunista sono le Brigate Garibaldi. I partigiani di simpatie socialiste si
riuniscono nelle Brigate Matteotti.
1944, marzo, SVOLTA di SALERNO: il dirigente del PCI Togliatti sbarca a Napoli, decide di
abbandonare la polemica con Badoglio e con il re e di fare in modo che il CLN collabori
attivamente col governo e con le forze alleate.
Prima azione antipartigiana: a Roma vengono fucilati 335 detenuti.

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=> gli atti di ritorsione contro le azioni partigiane colpiscono sempre più spesso e sempre più
violentemente.
=> con questi atti si propone di spargere il terrore tra i civili, viene considerata come
un’ordinaria tecnica di guerra, si sperava di attizzare l’odio della popolazione civile contro i
partigiani e per esercitare pressione sui ribelli
il 24 aprile 1944 si forma il primo governo di unità nazionale, presieduto da Badoglio e
comprende i partiti del CLN.
1944, giugno, Roma viene liberata dalle forze alleate, Badoglio si dimette e viene sostituito da
Bonomi. Umberto di Savoia assume la carica di luogotenente generale del Regno in
sostituzione del padre.
1944, dicembre, il COMITATO di LIBERAZIONE NAZIONALE dell’ALTA ITALIA (CLNAI) viene
riconosciuto dal governo Bonomi come il suo corrispettivo istituzionale nelle zone occupate.
1945, gli effettivi partigiani sono circa 130.000. L’impatto delle azioni partigiane non è certo
decisivo ma indubbiamente costituisce una costante spina nel fianco per le truppe nazi-
fasciste.
9.12 La fine della guerra
1943, febbraio, dopo Stalingrado, tedeschi e alleati (fra cui l’ARMIR, Armata Italiana in Russia)
sono costretti a ritirarsi.
1943, 28 nov-1 dicembre, CONFERENZA di TEHERAN: Roosevelt, Churchill e Stalin si
incontrano per valutare l’andamento del conflitto. Stalin insiste perché gli alleati aprano un
nuovo fronte ad occidente.
1944, 6 giugno, SBARCO in NORMANDIA: truppe statunitensi, inglesi, canadesi, polacche e
francesi sbarcano in FRANCIA.
=> fine luglio, gli alleati riescono a sfondare le linee tedesche in Normandia
=> 1 agosto, l’Armata Rossa è penetrata in Polonia: inizia la RIVOLTA di VARSAVIA, ma Stalin
ferma l’esercito fuori dalla città.
=> 15 agosto, gli alleati sbarcano nella Francia meridionale.
=> 24 agosto, una prima compagnia francese entra nella notte a Parigi, già praticamente in
mano ai partigiani. Il giorno dopo il governatore tedesco di Parigi si arrende. De Gaulle tiene
un discorso dinanzi alla popolazione parigina.
=> 1 ottobre, viene soppressa la Rivolta di Varsavia: 300.000 polacchi morti.
=> a ottobre, i partigiani di Tito entrano a Belgrado. Truppe inglesi sbarcano in Grecia,
=> 16 dicembre, INIZIO OFFENSIVA delle ARDENNE: ultima grande offensiva strategica
tedesca. iniziale vittoria tattica tedesca, trasformata in un mese in una vittoria strategica degli
Alleati.
1945, 4-11 febbraio, CONFERENZA di YALTA: Roosevelt, Churchill e Stalin si accordano sulla
divisione della Germania in quattro zone di influenza (URSS, UK, USA, FR) e sulla
formazione di governi provvisori in POL, JUG, ROM, BUL.
13-15 febbraio la campagna di bombardamenti strategici anglo-americana raggiunge il
suo apice con il bombardamento di Dresda.
12 aprile, muore Roosevelt. Diventa presidente Harry Truman
1945, 25 aprile, le forze sovietiche cominciano a penetrare a Berlino. Il CLNAI fa scattare
l’insurrezione generale delle truppe partigiane, che liberarono le principali città della Valle
Padana, prima dell’arrivo delle forze alleate.
28 aprile, mentre cercano di fuggire in Germania, Mussolini e l’amante Petacci vengono
catturati e fucilati da un gruppo di partigiani.
30 aprile, con i russi a meno di 100 m dal suo bunker, Hitler si suicida con Eva Braun.
L’ammiraglio Dönitz diventa Presidente del Reich, mentre Goebbels diventa il nuovo
Cancelliere, ma si suicida con la moglie e i figli il giorno dopo.
2 maggio, fine della Battaglia di Berlino.

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7 maggio, il generale Jodl firma la resa incondizionata delle forze armate tedesche a
Reims. Il giorno dopo il generale Keitel firma una seconda resa dinanzi ai sovietici.
FINE della GUERRA in EUROPA.
1945, 16 luglio, il Progetto Manhattan fa detonare la prima bomba atomica della storia.
Truman decide di utilizzarla contro il Giappone, per evitare una sanguinosa invasione
delle isole principali.
6-9 agosto, due bombe nucleari vengono sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
8 agosto, l’URSS dichiara guerra al Giappone, invasione della Manciuria.
15 agosto, l’imperatore Hirohito annuncia alla popolazione giapponese la resa
incondizionata alle potenze alleate
2 settembre, nella Baia di Tokyo, l’atto di resa viene ufficialmente firmato dai delegati
delle forze armate nipponiche e dai rappresentanti delle nazioni vincitrici.
FINE GUERRA MONDIALE
=> 50 milioni di morti: 15 milioni di militari uccisi (10 sul solo fronte russo).

Capitolo 10. Dopo la Guerra (1945-1950)
10.1 Ombre lunghe di una guerra appena conclusa
1945, 26 giugno, a San Francisco, rappresentanti di 50 nazioni approvano lo STATUTO
dell’ORGANIZZAZIONE delle NAZIONI UNITE (ONU): <<salvare le future generazioni dal
flagello della guerra […] fede nei diritti fondamentali dell’uomo [..] eguaglianza nei diritti [...]
rispetto degli obblighi derivati dai trattati [...] promuovere il progresso sociale [unire le forze
per mantenere la pace>>.
CAPITOLO I. FINI E PRINCIPI
Art. 1 I fini delle Nazioni Unite sono:
1) Mantenere la pace e la sicurezza internazionale [...];
2) sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio
dell’eguaglianza dei diritti e dell’autodecisione dei popoli [...];
3) conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di
carattere economico, sociale, culturale e umanitario. [Nel] rispetto dei diritti dell'uomo e delle
libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione;
4) costruire un centro per il coordinamento dell'attività delle nazioni volta al conseguimento
di questi fini comuni>>.
1946, a Londra la PRIMA ASSEMBLEA GENERALE accetta la proposta USA di porre a New
York la sede centrale dell’ONU
=> L’Assemblea Generale si riunisce una volta l’anno
=> Organo fondamentale è il CONSIGLIO di SICUREZZA, composto dai rappresentanti di
cinque membri permanenti (USA, URSS, CINA, Regno Unito e FR) e di 10 membri di altri paesi
con mandati temporanei. Ha il potere di prendere decisioni vincolanti e può autorizzare
l’intervento delle sue forze armate. I membri permanenti hanno diritto di veto.
=> Dotata di altre strutture istituzionali collegate, l’ONU si propone come governo mondiale e
sembra in grado di svolgere un’azione assai più incisiva della Società delle Nazioni di cui ha
preso il posto.
Sembra che le cose comincino ad andare meglio, ma, in realtà la LIBERAZIONE dal nazi-
fascismo e la fine della guerra sono accompagnate da violenze, vendette, esecuzioni
sommarie, a danno di collaborazionisti o di ex fascisti (vittime stimate: FR: 18.000, IT: 12.000)
=> uno dei luoghi in cui più si concentrano questo genere di ritorsioni è l’Emilia Romagna
(435 vittime tra ex membri RSI);
=> fenomeno degli stupri: i soldati dell’Armata Rossa oltre al saccheggio e al maltrattamento
dei civili, si abbandonarono a sistematiche aggressioni contro le donne tedesche (si stima la

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nascita di un milione di “bastardi” russo-tedeschi); in Italia le truppe coloniali francesi


(algerini e marocchini) compirono una serie di saccheggi e violenze, tollerati dai comandanti
=> punizioni riservate alle donne accusate di aver collaborato con i nazisti, punizioni non
legali, ma organizzate in pubblico e assumono la forma di un rituale di degradazione: vengono
rasate a zero, imbrattate e costrette a sfilare in pubblico.
FOIBE: grotte carsiche perpendicolari, diffuse in Istria, zona di Gorizia e di Trieste.
1943, settembre, l’Istria interna viene occupata dai partigiani comunisti iugoslavi: sono
giustiziati e infoibati 600 militari italiani.
1945, giugno, nelle zone occupate dalle truppe di Tito il Reparto di Protezione del popolo, la
polizia politica comunista jugoslava, compie violente azioni di repressione contro i
nemici del nuovo potere comunista. Le vittime sono militari Repubblica Sociale Italiana (RSI),
fascisti, membri non comunisti del CLN, membri della Guardia di Finanza, civili, sloveni e
croati anticomunisti (più numerosi i collaborazionisti membri delle formazioni Ustasa
giustiziati in altre parti del paese).
=> desiderio di vendicarsi per l’occupazione nazifascista dalla Jugoslavia e per il tentativo di
italianizzazione dell’Istria: in parte l’operazione è una componente della più complessiva
strategia del movimento comunista sloveno (integrato nel movimento comunista jugoslavo
diretto da Tito), che vuole compiere un’epurazione drastica di tutti i potenziali oppositori del
regime comunista,. Inoltre si punta a ricostruire e potenziare le identità croata e slovena ed
allontanare quanto più è possibile la popolazione italiana della regione.

1947, 10 febbraio, FIRMA TRATTATO di PACE di PARIGI: siglato dai rappresentanti di Italia e
Jugoslavia, assegna l’Istria alla Jugoslavia. Trieste e dintorni vengono costituite in
Territorio Libero di Trieste (TLT): per metà, Zona A, è sotto l'amministrazione alleata, mentre
la Zona B, a sud, è amministrata dalla Jugoslavia. Esodo di 250.000 italiani che decidono di
lasciare l’Istria: in realtà è una decisione forzata, vista l’ostilità delle autorità iugoslave.
1954, la zona A viene incorporata nel territorio IT e la zona B in quello JUG.
1975, TRATTATO di OSIMO: lo stato di fatto viene riconosciuto ufficialmente.

La TRASFORMAZIONE DELLA CARTA POLITICA è condotta sulla base di una spartizione dello
spazio Europeo attuata dalle due grandi potenze vincitrici, USA e URSS sulla base di accordi
formali o di azioni di forza,.
La RIORGANIZZAZIONE DELLA CARTA EUROPEA dopo la guerra si struttura intorno alla
formazione di due blocchi politici principali e contrapposti, uno occidentale, che gravita
intorno agli USA, e uno orientale, che gravita intorno all’URSS
=> ogni spostamento di confine comporta lo spostamento di centinaia di migliaia di persone
da un posto all’altra: dalle aree orientali (Prussia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania,
Jugoslavia) vengono cacciati 12 milioni di tedeschi.
DOPO LA GUERRA:
USA: (1945) 150 milioni di abitanti, perdite di guerra contenute (300.000)
=> s'impongono economicamente, producendo metà del prodotto interno lordo globale. Sono
tecnologicamente all’avanguardia e hanno prodotto e continuano a farlo: armi e ogni altro
tipo di strumento o risorsa per le nazioni alleate.
URSS: (1945) 200 milioni di abitanti (20 milioni di morti)
=> l’economia sovietica ha retto allo sforzo della guerra, ma non ha l’energia dinamica di
quella USA. L’autorità statale dipende dal prestigio morale conquistato nella lotta contro i
nazisti. Esercito determinato, grandi risorse demografiche;
=> l'avanzata dell'Armata Rossa ha permesso l'annessione di Estonia, Lituania, Lettonia,
Carelia ex Finlandia, Bessarabia, Polonia orientale.
POLONIA: viene compensata delle acquisizioni sovietiche con Slesia, Pomerania e Prussia

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GERMANIA: territorio estremamente ridotto e suddiviso in quattro zone: l’intera zona


orientale, intorno a Berlino, viene affidata all’URSS. La zona occidentale viene affidata a USA,
Regno Unito, Francia. Berlino stessa è divisa tra le 4 potenze.
Sembra il Risiko, ma non è un gioco e ogni spostamento di confini vuol dire spostamento di
migliaia di persone: dai paese dell'Est i tedeschi sono cacciati verso la Germania, dove
arrivano anche i reduci dai campi di concentramento. Un dolore infinito che viene in parte
curato da alcune iniziative spesso simboliche come:
Autunno 1945-autunno 1946, PROCESSO di NORIMBERGA: un tribunale militare composto da
giudici delle potenze vincitrici processa 24 alti dirigenti nazisti, con tre imputazioni:
“crimini contro la pace”, “crimini di guerra”, “crimini contro l’umanità”, “partecipazione a
guerre d’aggressione”. Dodici imputati vengono condannati a morte (Göring si suicida), tre
all’ergastolo, quattro a 10-15-20 anni di prigione, tre vengono assolti.
1946-1948: PROCESSO di TOKYO (International Military Tribunal for the Far East): processo
contro 28 alti dirigenti giapponesi. In sette, compresi l’ex primo ministro Tojo,
vengono condannati a morte
1945-1951, OCCUPAZIONE STATUNITENSE del Giappone: il generale MacArthur è
responsabile dell’amministrazione e impone una nuova Costituzione democratica,
redatta da funzionari americani.
1944, luglio, CONFERENZA INTERNAZIONALE di BRETTON WOODS: si definiscono le
modalità dei rapporti finanziari, si accetta di basare le emissioni monetarie non solo
sulle riserve auree ma anche sul dollaro USA (proposta dell'economista John Maynard
Keynes). Il dollaro americano sostituisce la sterlina inglese come principale valuta
internazionale
=> COSTITUZIONE INTERNATIONAL MONETARY FUND: si tratta di un’istituzione finanziaria
internazionale, a cui non aderiscono URSS e CINA. Concessione di aiuti ai paesi che hanno una
bilancia dei pagamenti in grave deficit.
=> FONDAZIONE BANCA INTERNAZIONALE per la RICOSTRUZIONE e lo SVILUPPO: finanziare
la ricostruzione dei paesi che hanno subito danni di guerra o di sostenere con prestiti
l’industrializzazione di paesi sottosviluppati.
1947, SOTTOSCRIZIONE GENERAL AGREEMENT on TARIFFS and TRADE (GATT: Accordo
Generale sulle Tariffe e sul Commercio)) : i Paesi che vi aderiscono tengono conferenze
periodiche, nelle quali vengono stabilite le regole generali per favorire gli scambi
commerciali.
1947-1951 PIANO MARSHALL (European Recovery Program): elaborato dal segretario di
stato George C. Marshall.
Prevede la concessione di prestiti, anche gratuiti, a lunga scadenza ai paesi Europei. La
condizione è l'accettazione dell'alleanza con gli USA e l'adesione ai principi della
democrazia e del libero mercato.
10.2 Un'Europa divisa
La distanza ideologica, economica e sociale tra URSS e USA è enorme. I rispettivi governanti
pensano di dover fare in modo di assicurare ai loro paesi la massima influenza possibile sui
territori dove sono stati i loro eserciti.
1946, i dirigenti dei due schieramenti si accusano reciprocamente di non tener fede ai patti
sottoscritti durante la guerra e di voler creare delle aree da sottomettere al proprio
potere o alla propria influenza.
1946, 5 marzo Winston Churchill in un discorso famoso parla di una “cortina di ferro” che
da Stettino sul Baltico a Trieste sul Mediterraneo mette << tutte queste famose città e le
popolazioni che le circondano [sotto] la sfera sovietica, e tutte sono sottoposte [...] non
solo all’influenza sovietica ma anche a un’altissima e in qualche caso crescente forma di
controllo esercitata da Mosca>>.

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=> l’URSS cerca di ottenere dalla TURCHIA basi sui Dardanelli, gli USA inviano parte della
flotta a sostegno della Turchia
=> intervento Regno Unito e USA in GRECIA per impedire il diffondersi di un’insurrezione
comunista: si tengono le elezioni, vinte dal fronte monarchico, e un referendum
istituzionale che approva il ritorno del re Giorgio II. I partigiani comunisti, avviano azioni
contro il governo di Atene che ha il supporto materiale USA: inizio di una dura guerra civile.
1947-1949, in POL, CECOSL, UNG, ROM e BUL, colpi di stato col sostegno dei comunisti locali
e con la pressione dell'Armata Rossa. Questi paesi sono trasformati in “democrazie
popolari" cioè Stati Comunisti a Partito Unico.
1947, 12 marzo, DOTTRINA TRUMAN: il presidente americano afferma che bisogna dare aiuti
finanziari e militari a Grecia e Turchia per frenare l’avanzata del comunismo. La
missione degli Stati Uniti è infatti quella di <<sostenere i popoli liberi che stanno resistendo ai
tentativi di soggiogamento da parte di minoranze armate o di pressioni straniere>>. A maggio
la dottrina è approvata dal Congresso.
1947, settembre la dirigenza sovietica crea un organo di coordinamento e di controllo sui
partiti comunisti dei paesi “fratelli”, il COMINFORM (Ufficio di Informazione dei Partiti
Comunisti), che sostituisce l’Internazionale Comunista.
1948, 24 luglio, Stalin considera strumenti di aggressione sia la Dottrina Truman che il Piano
Marshal e inizia una serie di RITORSIONI.
=> chiude le tre zone occidentali di Berlino, sperando di prendere per fame chi vive a Berlino
Ovest. Ha inizio la GUERRA FREDDA tra Ovest ed Est.
=> gli USA organizzano un ponte aereo che rifornisce continuamente la parte occidentale della
città.
1949, maggio, i sovietici decidono di riaprire gli accessi a Berlino Ovest.
1949, USA, UK e FR decidono di riunire le loro tre aree della GER in uno stato nuovo, la
REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA (RFT), con capitale a Bonn, assetto federale e una
costituzione democratico-parlamentare.
Stalin risponde facendo della Germania Est uno stato autonomo, la REPUBBLICA
DEMOCRATICA TEDESCA (RDT), con capitale a Berlino Est: una repubblica socialista
dominata da un partito unico, il partito Socialista Unificato Tedesco.
JUGOSLAVIA: a liberazione avvenuta, Tito vi fonda uno Stato Socialista a Partito Unico e
difende la sua autonomia dall’URSS.
=> Federazione di sei repubbliche: Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro,
Macedonia e Serbia. Grandi differenze religiose, etniche e linguistiche che sono tenute insieme
soltanto dalla presenza di Tito, alla sua morte le divisioni avranno conseguenze drammatiche.
1948, rottura con Mosca: Stalin accusa gli jugoslavi di deviazionismo. La Jugoslavia gode di
una certa autonomia e dichiara la propria politica estera come “non allineata”. La sua
posizione rende rischioso un eventuale attacco.
GRECIA 1949, i comunisti greci scelgono la fedeltà all’URSS alla collaborazione con la JUG. Tito
cessa di sostenere le milizie comuniste greche, che ora possono contare solo sul modesto
aiuto albanese, mentre Stalin decide di non attuare alcun intervento in Grecia. L’esercito
regolare greco è in grado di travolgere le resistenze comuniste.
1949, ottobre, i comunisti greci annunciano il cessate il fuoco. I comunisti che non sono
catturati fuggono in Albania o Bulgaria, il partito comunista è messo fuori legge. Ultimo
passo nella stabilizzazione della situazione Europea.

1949, aprile, a Washington FIRMA del TRATTATO NORD ATLANTICO (PATTO ATLANTICO)
da parte dei rappresentanti di USA, CAN, FR, Regno Unito, Belgio, Olanda, Lussemburgo,
Norvegia, Danimarca, Islanda, Portogallo e IT.

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Il trattato prevede anche la formazione di un organismo permanente di coordinamento


militare tra i paesi aderenti, la NORTH ATLANTIC TREATY ORGANIZATION > NATO.
Successivamente aderiscono Grecia, Turchia ('52) e Repubblica Federale Tedesca ('55).
A Est:
1955, COSTITUZIONE del PATTO di VARSAVIA, trattato di alleanza militare tra l’URSS e i
paesi
Europei a regime di “democrazia popolare” (Bulgaria, Romania, Cecoslovacchia,
Ungheria, Polonia, Germania est e Albania).
10.3 L'occidente nell'immediato dopoguerra
10.3.1 Gli Stati Uniti
=> il clima della Guerra Fredda influenza pesantemente anche la vita politica interna, che per
un decennio è condizionata da una vera e propria OSSESSIONE ANTICOMUNISTA
1945, viene resa permanente la Commissione del Congresso per le Attività Antiamericane
1947, marzo, Gli Stati Uniti orientano la loro politica estera sulla base della Dottrina Truman.
Negli anni successivi la classe politica USA si fa guidare costantemente dalla
preoccupazione di ostacolare o ribaltare la temuta espansione degli Stati Comunisti.
1947, una legge pone limiti alle attività sindacali, vietando espressamente ai comunisti di
occupare cariche sindacali.
1949, il governo USA approva la costituzione della CENTRAL INTELLIGENCE AGENCY (CIA)
che sostiene l'azione anticomunista degli accordi di Bretton Woods, del Piano Marchall,
del Patto Atlantico e della Nato.
1950, il senatore repubblicano Joseph McCarthy annuncia di possedere liste di comunisti
introdotti nell’amministrazione pubblica: la sua denuncia avvia una sistematica serie di
indagini e di schedature di cittadini statunitensi sospettati di comunismo.
Nasce il MACCARTISMO (persecuzione anticomunista). Il senatore dichiara di sapere che
anche i vertici delle forze armate sono stati infiltrati da comunisti: l’accusa fa nascere dubbi
sulla fondatezza della campagna anticomunista, fino al voto di censura ricevuto dal senatore
che pone termine alla sua carriera. Ma rimane il sentimento di diffidenza per i gruppi radicali
di sinistra. In Europa occidentale, malgrado il peso dell'influenza americana, i partiti di
sinistra, comunisti compresi, mantengono un peso politico e un seguito significativi.
10.3.2 Il Regno Unito
1945, luglio, prime elezioni politiche del dopoguerra: i conservatori di Churchill vengono
sconfitti nettamente dai laburisti. Diventa Primo Ministro il laburista Attlee. Secondo la sua
idea uno stato equo dovrebbe impedire che il reddito di ogni individuo scenda sotto il livello
minimo di sussistenza.
1946, organizzazione del National Health Service, che prevede prestazioni mediche gratuite, e
di un sistema di assicurazioni contro malattie e disoccupazione. Nazionalizzazione di: Banca
d’Inghilterra, industrie siderurgiche, elettriche e trasporti.
=> PRIMO ORGANICO ESEMPIO di WELFARE STATE: orientamento delle risorse pubbliche
verso il raggiungimento di un livello di benessere e protezione sociale garantita per tutti i suoi
cittadini
=> i costi notevoli del Welfare State sono fronteggiati con una forte tassazione progressiva, ma
non basta: il governo è costretto ad aumentare l’indebitamento UK nei confronti degli USA.
compressione dei consumi data dal contenimento delle retribuzioni e limita la domanda dei
beni di consumo
1951, ottobre i laburisti vengono sconfitti dai conservatori: nuovo governo guidato da
Churchill.
10.3.3 La Francia

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Rottura nella continuità costituzionale: dopo la guerra c’è una convergenza piuttosto ampia
dei diversi partiti democratici a favore dell’elezione di un’Assemblea Costituente che scriva
una nuova Costituzione.
1945, 21 ottobre, doppia elezione: viene eletta un’Assemblea Parlamentare e si chiede agli
elettori se l’Assemblea debba svolgere anche funzione costituente. Partecipano per la
prima volta anche le donne. Il corpo elettorale si esprime a favore del rinnovamento della
Costituzione. Si impongono il Movimento Repubblicano Popolare (democratico cristiano),
il Partito Socialista e il Partito Comunista. Formazione di un governo di coalizione presieduto
da De Gaulle.
=> redazione nuova Costituzione: un netto disaccordo sulle forme costituzionali, i principali
partiti sono per un sistema parlamentare con un presidente con scarsi poteri, mentre De
Gaulle punta sul modello USA, con un presidente di forti poteri. Ma non riesce a far prevalere
il suo punto di vista e dà le dimissioni da presidente del consiglio.
1946, 2 giugno, viene eletta una seconda Assemblea Costituente, che scrive una nuova
costituzione: notevoli poteri al Parlamento bicamerale, presidente della Repubblica con
poteri limitati.
=> FONDAZIONE della QUARTA REPUBBLICA FRANCESE, approvata da una minoranza del
corpo elettorale.
=> la legge per l’elezione del Parlamento è proporzionale: si forma un quadro politico molto
frammentato, dato che nessun partito riesce ad assicurarsi la maggioranza dei seggi.
1947, con il deteriorarsi delle relazioni occidente-URSS, il Partito Comunista Francese è
escluso dalle maggioranze di governo. Decisione sollecitata dalle autorità diplomatiche
americane che non aiuta ad avere governi più stabili: tra il '47 e il'50 si succedono 8
diversi governi.
10.3.4 La Germania Federale
1949, NASCITA della REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA (RFT). Un’Assemblea Costituente
redige la Costituzione. Le elezioni per il parlamento premiano soprattutto i partiti
cristiano-democratici. La presidenza del Consiglio è lungamente tenuta da Konrad Adenauer,
autorevole dirigente dell’Unione Cristiano-Democratica
=> il ruolo strategico della RFT, nonostante sia economicamente in ginocchio, fa sì che possa
avviarsi rapidamente verso la ricostituzione dei suoi apparati produttivi. Gli USA non
chiedono riparazioni di guerra e la includono nel Piano Marshall.
10.3.5 L’Italia
Forte cambiamento istituzionale: militarmente occupata, tensioni e violenze politiche, ritorno
di fenomeni di malavita organizzata (mafia siciliana). L’unica garanzia positiva è data dal
movimento resistenziale antifascista. Ai partiti che hanno fatto parte del CLN viene affidato il
compito di formare dei governi provvisori di larga coalizione.
1945, 19 giugno, formazione governo presieduto dal capo partigiano e dirigente del Partito
d'Azione Ferruccio Parri, intenzionato ad attuare un programma radicale: epurazione
e drastica limitazione dei diritti politici di coloro coinvolti col fascismo. I liberali
finiscono per togliergli la fiducia.
A dicembre, costituzione di un governo di ampia coalizione presieduto da Alcide De Gasperi,
fondatore e dirigente della Democrazia Cristiana (cfr scheda p. 271). Dal '45 al '53 sarà
ininterrottamente a capo di 8 governi diversi.
1946, 9 maggio, Re Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto II nel tentativo di
influenzare il risultato del Referendum.
A giugno, Palmiro Togliatti, ministro della Giustizia e capo del PCI, emette un decreto di
amnistia che pone fine a ogni tentativo di epurazione delle persone coinvolte con il
fascismo.

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Il 2 giugno, il governo De Gasperi riesce a organizzare le elezioni in cui si elegge anche


l’Assemblea Costituente e si vota per il REFERENDUM ISTITUZIONALE
Monarchia/Repubblica. Prime elezioni con partecipazione femminile. Vince per la
REPUBBLICA. Per la Costituente si impongono: la Democrazia Cristiana, il Partito
Socialista e il PCI. Costituzione di un altro governo di ampia coalizione sempre a guida
De Gasperi.
1947, gennaio, all’interno del Partito Socialista il rapporto con i comunisti e con il modello
sovietico suscita critiche. Il gruppo moderato, che vorrebbe una maggiore moderazione
politica e una maggiore autonomia d’azione nei confronti del PCI, guidato da Saragat,
decide di scindersi dal PSI e fondare il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani.
marzo, discussione sull’art. 7 della Costituzione: proposto dei democristiani, mantenimento
dei rapporti Italia-Chiesa sulla base del Concordato firmato nel 1929. Opposizione dei
partiti laici. I comunisti votano a favore, per rispettare il sentimento religioso di parte
della popolazione e per porre le basi per la continuazione del dialogo con i cattolici.
Primo maggio, il segretario di stato USA Marshall comincia a far pressione su De Gasperi
affinché si liberi al più presto di comunisti e socialisti. De Gasperi già non apprezza
molti aspetti dell’esperienza e della dottrina comunista e sa che il futuro degli aiuti
economici USA dipende da una sua netta scelta anticomunista.
31 maggio, si apre una crisi di governo che conduce alla costituzione di un governo De
Gasperi ma senza ministri PCI o PSI.
22 dicembre, APPROVAZIONE della nuova COSTITUZIONE che entra in vigore il 1 gennaio
1948.
=> architettura costituzionale solida ed equilibrata: Parlamento bicamerale (Camera dei
Deputatati e Senato), eletto a suffragio universale, possiede il potere legislativo ed elegge il
Presidente della Repubblica, che ha poteri limitati, fra cui quello di conferire l’incarico al
Presidente del Consiglio, che ha il compito di formare il governo sulla base della
maggioranza presente in Parlamento. Istituzione di una Corte Costituzionale.
1948,18 aprile, PRIME ELEZIONI del NUOVO PARLAMENTO: contesa tra DC e le opposizioni di
sinistra unite nel Fronte Popolare. Vantaggi della DC: il 20 mar 1948 Marshall dichiara
pubblicamente che nel caso di una vittoria dei comunisti gli aiuti verranno sospesi; la
DC ha l’appoggio del pontefice, PIO XII, e di altri prelati che ammoniscono
pubblicamente gli elettori; nel febbraio 1948 c’è stato un COLPO di STATO comunista
in CECOSLOVACCHIA e la stampa moderata suggerisce un’analoga sorte in caso della
vittoria del Fronte popolare.
=> la Democrazia Cristiana vince le elezioni con il 48,5%, seguita dal Fronte, col 31%
23 maggio De Gasperi costituisce il suo sesto governo, appoggiato da socialdemocratici,
liberali e repubblicani (64% dei seggi)
14 luglio FALLITO ATTENTATO a TOGLIATTI: si rischia il riaccendersi della guerra civile, ma i
capi del PCI, che ritengono impossibile il successo di un’insurrezione, si mobilitano per
bloccare le iniziative spontanee.
10.4 Il blocco sovietico
1953, muore Stalin. Il culto di Stalin dal '45 fino ad allora è al suo apogeo (al punto più alto): è
considerato il grande condottiero ed eroe che ha sconfitto da solo il nazismo. Inoltre il sistema
del terrore che continua anche dopo la sua morte riesce a tenere sotto controllo la società
sovietica e le pesanti riparazioni di guerra pagate dai paesi occupati favoriscono un continuo
sviluppo dell’industria pesante, gli armamenti in particolare.
1949, primo test atomico sovietico,
1953, prima bomba a idrogeno (“bomba H”) sovietica, grande passo avanti del socialismo e
quasi parità con gli USA.

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=> progressi del genere sono realizzati a spese della manodopera e dell’efficienza degli
impianti: salari industriali sono in netta diminuzione. Gli impianti industriali costruiti nel
dopoguerra sono progettati in modo da risparmiare su tutti gli aspetti considerati non
essenziali. Le misure di sicurezza sono trascurate.
=> il settore agricolo continua ad essere l’anello debole dell’apparato produttivo: cicli
ambientali negativi, scarsa fiducia che molti contadini nutrono nei confronti del sistema
economico e politico.
Funzionari di partito e governo godono di retribuzioni e favori, sono divenuti un'élite
privilegiata (“nomenklatura”). Il potere dei membri di questa casta assume caratteri
dispoticamente clientelari, arrivando ad estorcere ai produttori agricoli e industriali dei veri e
propri tributi. Il fenomeno è talmente evidente che un importante dirigente come Nikita S
Chruščёv affermò che <<ci sono non pochi funzionari che non si considerano sottoposti alla
legge>>. Nei paesi caduti sotto l’egemonia dell’URSS, la situazione è analoga: la terra viene
espropriata e redistribuita a singoli coltivatori e si procede alla costituzione di fattorie
collettivizzate. I piani produttivi vengono regolati sulla base delle priorità economiche del
paese guida.
=> il coordinamento tra le varie economie del paesi dell'est è assicurato dal CONSIGLIO di
MUTUA ASSISTENZA ECONOMICA (Comecon), fondato a Varsavia nel 1949.


10.5 Il comunismo in Asia: la nascita della Cina popolare e la Guerra di Corea
Le diplomazie occidentali si devono preoccupare non solo dell'espandersi del comunismo in
Europa orientale ma anche in Asia Orientale. Innanzi tutto la Cina.
1937, accordo Mao Tse-tung e Chiang Kai-shek (ciang kai scek) aveva bloccato l'avanzata
militare del Giappone in Cina. Quando nel '41 il Giappone è impegnato nella guerra con gli
Stati Uniti, allenta la pressione sulla Cina e Chiang Kai-shek si riorganizza per attaccare ed
eliminare la presenza comunista dalla Cina. Così da guerra contro i giapponesi si torna a una
guerra civile tra cinesi nazionalisti e comunisti.
1945-1949, nella Cina Nord-Orientale i comunisti con la redistribuzione delle terre hanno
conquistato il sostegno dei contadini, che gli ha dato la possibilità di larghi appoggi logistici e
di reclutare nuovi soldati. La guerra volge a loro favore.
1949, febbraio, le truppe comuniste entrano a Pechino. Chiang Kai-shek, i nazionalisti e le
truppe loro fedeli fuggono nell’isola di Taiwan
ottobre, Mao Tse-Tung proclama a Pechino la nascita della REPUBBLICA POPOLARE CINESE,
ma non viene riconosciuto dagli USA, che ritengono la REPUBBLICA NAZIONALISTA CINESE
di Chiang Kai-shek come l’unico stato cinese legittimo.
=> la REPUBBLICA POPOLARE procede subito alla nazionalizzazione delle banche e delle
imprese di grandi e medie dimensioni, e a una vasta redistribuzione della terra tra i contadini
1950, febbraio, CINA e URSS stipulano un trattato di amicizia e di mutua assistenza.
1945 la Corea era stata occupata a nord dall’Armata Rossa e a sud dagli USA. Divisione in due
parti: la COREA del NORD è sotto un regime comunista guidato da Kim Il Sung, mentre la
COREA del SUD è affidata ad un governo nazionalista.
1950, Giugno, GUERRA di COREA le truppe nordcoreane, con l’appoggio sovietico, invadono la
Corea del Sud con l’intenzione di annetterla. Il presidente Truman chiede l’intervento ONU,
che viene approvato anche grazie all’abbandono del Consiglio da parte del rappresentante
sovietico (come protesta contro la decisione di non annettere la Cina Comunista).
7 luglio, il Consiglio di Sicurezza autorizza un’azione militare e affida il comando delle
operazioni agli USA.
Ott-nov., il corpo di spedizione ONU riesce a contrattaccare e occupa la Corea del Nord,
spingendosi fin quasi al confine della CINA comunista che invia rinforzi militari alla Corea del

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Nord, che può respingere le forze ONU oltre il 38° parallelo, tornando alla situazione
precedente all’inizio della guerra. Truman non interviene con un attacco nucleare alla CINA e
dà l’avvio ai negoziati.
1953, 25 luglio, ARMISTIZIO: ristabilimento del confine al 38° parallelo, con una zona
demilitarizzata
=> la guerra rende ancora più aspre le tensioni tra i due contendenti e incoraggia il
potenziamento della produzione di armi.

10.6 L’inizio della decolonizzazione
Durante la II Guerra Mondiale inizia un processo di emancipazione delle colonie europee. I
paesi asiatici e mediorientali sono i primi a conquistarsi l’indipendenza e possono
approfittare del fortissimo indebolimento politico-militare del Regno Unito, Francia e Olanda.
La ricerca dell’indipendenza è condotta da dirigenti e movimenti che combinano tradizioni e
culture locali con modelli di organizzazione politica e quadri ideologici di matrice occidentale.
=> aree in cui si sviluppano movimenti nazionalisti che ibridano il discorso patriottico di
matrice europea con l’identità religiosa e culturale (INDIA induista e paesi musulmani:
Pakistan, Indonesia, area mediorientale). Dopo l’indipendenza si ha un contrasto tra gruppi
religiosi e gruppi laici
=> nell’Asia sud-orientale si formano movimenti che eleggono a modello l’esperienza del
comunismo cinese, e ricevono aiuti dalla Cina.
10.6.1 La <<Partition>> dell’India
Nel corso della II Guerra Mondiale le manifestazioni e i gesti di resistenza antibritannica si
sono moltiplicati.
1945, il governo laburista di Attlee convoca le elezioni per un’Assemblea Costituente indiana:
è l’occasione per una netta rottura tra il Partito Nazionale del Congresso (induista), guidato da
Gandhi e Nehru, e la Lega Musulmana di Jinnah.
=> Gandhi si è pronunciato più volte a favore di un’INDIA unita, ma trascura le richieste
avanzate dai capi musulmani, che vogliono precise garanzie per la minoranza musulmana del
paese. Ciò induce i musulmani a radicalizzare la loro posizione, con la richiesta di formazione
di uno Stato Musulmano autonomo.
1946, data la mancanza di intesa e la campagna di azione diretta musulmana, per il governo
inglese è assolutamente necessario procedere in tempi brevi a una divisione o “Partition” del
territorio indiano, con la formazione di uno stato a maggioranza indù e uno a maggioranza
musulmana: la loro massima concentrazione è situata all’estremo occidente e oriente, dove
vivono minoranze indù rilevanti. Nella Penisola Indiana vivono importanti minoranze
musulmane.
1947, 14 agosto, il viceré annuncia a Karachi l’INDIPENDENZA del PAKISTAN (le due regioni a
maggioranza musulmana).
1947, 15 ago, il viceré annuncia a Nuova Delhi l’INDIPENDENZA dell’INDIA (o Unione Indiana)
=> tra i due stati scoppiano contestazioni sui confini (Punjab e Kashmir) che comportano
scontri armati tra i due eserciti.
=> esodo (17 milioni di persone): indù e sikh che si trovano a vivere in Pakistan decidono di
spostarsi in India. Viceversa i musulmani che si trovano entro i confini dell’India si muovono
verso il Pakistan. Gravissime violenze interreligiose.
10.6.2 I primi passi dell’India indipendente
L’INDIA cerca di uscire da questa situazione preparandosi a costruire un assetto
costituzionale democratico sotto la guida politica di Nehru e sotto la guida morale dello stesso
Gandhi, che si dichiara favorevole a una divisione fra tutte le componenti della
popolazione delle risorse patrimoniali lasciate dagli inglesi: non tutti in India lo capiscono e lo
apprezzano.

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1948, 30 gennaio, Gandhi viene assassinato da un estremista indù che lo ritiene responsabile
di aver tradito gli interessi indiani.
1950, 26 gennaio, entra in vigore la nuova Costituzione, che pone le fondamenta di uno Stato
Indiano laico e democratico.
10.6.3 Il Pakistan
Il PAKISTAN è una realtà complessa: è diviso fisicamente in due territori separati e da
innumerevoli gruppi etno-linguistici diversi.
Le élite politiche del Pakistan trovano nell’Islam l’elemento identitario fondamentale su cui
edificare la struttura dello Stato nuovo, le autorità religiose islamiche che vorrebbero uno
Stato interamente modellato sui principi della Sharia. Ma gli esponenti della Lega Musulmana,
appoggiati dall’esercito, sono piuttosto favorevoli a uno Stato laico su modello Turco.
Questa alternativa trova una soluzione (non solida) di compromesso che dà spazio alle
richieste dei gruppi islamici radicali
10.6.4 L’Asia sud-orientale
1946, le Filippine ottengono l’indipendenza dagli USA.
1948, Birmania e Ceylon ottengono l’indipendenza dall’Regno Unito.
10.6.5 L’Indocina
1945, Ho Chi-Mihn (ocimin), capo del movimento comunista Vietmihn (lega per
l'indipendenza del Vietnam), proclama l’indipendenza dalla Francia e la costituzione della
REPUBBLICA DEMOCRATICA del VIETNAM. La Francia non riconosce il nuovo stato e occupa
la zona meridionale.
1954, Dopo una lunga guerra i francesi sono travolti a Dien Bien Phu. Gli ACCORDI di
GINEVRA decretano il ritiro francese da tutta l’Indocina. Il Vietnam viene diviso in due stati:
una repubblica comunista al nord e uno filoccidentale a sud. Nascono gli stati indipendenti del
Laos e della Cambogia.
10.6.6 L’Indonesia
Già alla fine dell’800 si sono formati in Indonesia movimenti per il rinnovamento dell’Islam
che si sono poi trasformati in organizzazioni politiche che chiedono l’indipendenza. Si tratta
tuttavia di movimenti divisi nel modo di concepire il rapporto con l’Islam: da una parte un
orientamento religioso tradizionalista, dall’altra influenze moderniste. Parallelamente si
formano anche un Partito Comunista e un Partito Nazionale, guidato da Ahmed Sukarno, che
punta alla formazione di uno stato indonesiano indipendente e laico.
1942, la dominazione olandese viene spezzata dall’occupazione giapponese, che collabora con
le élite islamiche e nazionaliste.
1945, agosto, sconfitta del Giappone, Sukarno ne approfitta per proclamare l’indipendenza
indonesiana, ma il governo olandese, appoggiato da Regno Unito e Australia cerca di
riprendere il controllo dell’Indonesia.
1950, agosto, gli olandesi si arrendono di fronte alla resistenza indonesiana e alle pressioni
ONU
=> il sostegno della popolazione è suddiviso abbastanza equamente tra i quattro movimenti
principali e nessuno dei quattro riesce ad imporsi da solo. Ne deriva un compromesso tra
musulmani e nazionalisti: nasce uno stato parlamentare, non islamico, ma vengono conservati
i tribunali islamici. L'equilibrio rimane delicato.
10.6.7 La Conferenza di Bandung
Le nuove realtà statali che nascono dalla dissoluzione degli imperi coloniali spezzano la
struttura bipolare delle relazioni internazionali che si è formata tra Europa e Nord America,
poiché rifiutano di schierarsi nettamente con l’uno o con l’altro blocco.
1955, in Indonesia i rappresentanti di 29 stati (Cina, Indonesia, India, Pakistan, Vietnam, Laos,
Cambogia,…) si riuniscono per promuovere un coordinamento afro-asiatico che si opponga sia

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all’imperialismo occidentale sia al neoimperialismo sovietico: NASCITA del MOVIMENO dei


“NON ALLINEATI” o del “TERZO MONDO”: né occidentale né filosovietico.
10.7 Il Medio Oriente e la nascita di Israele
EGITTO: 1922, monarchia parlamentare semindipendente dal Regno Unito.
1936, ottiene il riconoscimento di un'indipendenza quasi integrale e stipula un’alleanza
ventennale con il Regno Unito che s'impegna a far lasciare gradualmente alle sue truppe la
zona del Canale di Suez. Non lo fa e alla fine della II Guerra Mondiale la presenza delle truppe
britanniche suscita le proteste degli indipendentisti.
=> opposizione animata dalla Fratellanza Musulmana, fondata da Hasan al-Banna nel 1928 e
che ambisce alla formazione di uno Stato Islamico fondato sulla Sharia, e
=> dal Comitato degli Ufficiali Liberi, un raggruppamento indipendentista militare che vuole
fondare un Egitto moderno e laico.
1952, sotto la guida di Nasser e Sadat il Comitato riesce a compiere un colpo di stato che
costringere l’esercito britannico ad abbandonare il Canale di Suez. Instaurazione di una
dittatura militare laica e vagamente socialista. I Fratelli Musulmani vanno all'opposizione.

Fra le due guerre mondiali si forma un Movimento Nazionale Arabo che punta
all’indipendenza dall’occidente. Il movimento si basa sull’idea dell’esistenza di una grande
nazione araba e dell’Islam come elemento identitario.
Indipendenze: (1935) Iraq; (1945) Libano; (1946) Siria, Giordania
=> regimi altamente instabili, divisioni interne tra gruppi tribali, organizzazioni religiose e
movimenti politici
1945, CREAZIONE della LEGA degli STATI ARABI (LEGA ARABA), guidata dall’Egitto. Uno
degli obiettivi della Lega è impedire la formazione di uno Stato ebraico in Palestina.

In Palestina, durante la II Guerra Mondiale, i britannici, per poter mantenere buoni rapporti
con gli arabi palestinesi, hanno impedito l’accesso a gran parte degli ebrei che hanno cercato
di trasferirsi dall’Europa nelle colonie ebraiche.
La reazione dei coloni e del Movimento Sionista, guidato da David Ben Gurion è molto decisa:
rafforzamento delle formazioni paramilitari già esistenti: Haganah, forza armata della
comunità ebraica palestinese da cui derivano l'Irgun e la <<banda Stern>> che compiono
azioni terroristiche tanto contro gli arabi quanto contro i britannici .
1947, maggio il Regno Unito, dopo vari attentati, rinuncia al mandato sulla regione, passando
il problema all’ONU.
29 novembre, la Commissione Speciale per la Palestina formula un piano che prevede la
formazione di due Stati, lo STATO EBRAICO di ISRAELE e lo STATO ARABO di PALESTINA,
mentre Gerusalemme dovrebbe diventare città libera.
=> scoppiano scontri tra palestinesi ed ebrei.
1948, marzo, l’operazione di distruzione dei villaggi palestinesi e di allontanamento forzoso
degli arabi diventa sistematica.
14 maggio, il leader sionista Ben Gurion proclama la NASCITA dello STATO di ISRAELE,
riconosciuto da USA e URSS.
15 maggio, le truppe della Lega Araba attaccano il territorio di Israele. Guerra che durerà fino
a metà 1949 con la vittoria israeliana. Israele s'impadronisce di parte dell’area che l’ONU
aveva assegnato agli arabi palestinesi, e fa una politica di allontanamento della popolazione
palestinese, che fugge in Libano, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Da allora la QUESTIONE PALESTINESE diventa un enorme problema politico: i profughi
palestinesi sono utilizzati dai paesi arabi che danno loro ospitalità come un pretesto per
continui tentativi di attacco a Israele. Intanto i palestinesi stessi cercano di ricostruire la loro
identità mescolando parole d’ordine nazionaliste con elementi della tradizione islamica.

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L’esempio dell’esperienza palestinese rianima potentemente il radicalismo politico e religioso


islamico, offrendo a movimenti come la Fratellanza Musulmana esempi e ragioni per
diffondere ulteriormente la loro predicazione.


Capitolo 11. Democrazie occidentali e comunismo tra il 1950 e il 1970
11.1 I <<miracoli economici>> dell’Occidente
Sia per la Repubblica Federale Tedesca che per l’Italia gli anni ’50 sono caratterizzati da
processi di crescita economica così rapidi da far parlare di miracolo economico. I due paesi
sono stati devastati e hanno subito perdite demografiche notevoli (più in Germania). Eppure
in breve tempo, le economie si rimettono in movimento: lo stesso accade in altri paesi
dell'Europa occidentale con ritmi differenti.
Un ruolo importante è svolto dalla forte spinta dinamica impressa dal sistema economico
degli Stati Uniti a tutte le economie che gli sono collegate: la spinta fondamentale è data dalla
crescita della spesa statale per gli armamenti che tra il '50 e il '52 in piena Guerra di Corea
cresce del 200%% e dal 50 al 70 del 360%. Ciò crea un INDOTTO cioè una ricaduta economica
enorme su tutti i settori industriali, ma anche sull’intero sistema economico USA e influenze in
Europa. Un altro elemento essenziale è costituito dal Piano Marshall: i crediti e le forniture di
beni di varia natura che arrivano in Europa hanno l’effetto di rivitalizzare sistemi economici
prostrati dalle conseguenze della guerra e di rimettere in moto la domanda e
gli investimenti. Una parte dei prestiti vengono impiegati nella ricostruzione di edifici, strade,
reti di trasporto e impianti industriali: questi investimenti si riverberano in una nuova
ulteriore domanda per macchinari e materiali indirizzati verso tutti i settori produttivi. Ne
risulta una crescita dell’attività economica e del processo di industrializzazione.

Un'ulteriore importante spinta alla ripresa economica viene pure dalla rete di accordi
economici che sono alla base dell’Europa comunitaria, che tentano di strutturare una vasta
area di Paesi legati dalla comune sottoscrizione di accordi.
1951,18 aprile, su iniziativa di Schuman e di Monnet, i rappresentanti di Belgio, Francia,
Repubblica federale tedesca, Italia, Lussemburgo e Olanda fondano la COMUNITÀ
EUROPEA del CARBONE e dell’ACCIAIO (CECA).
1957, 25 marzo, gli stessi paesi sottoscrivono il TRATTATO di ROMA, che fonda la COMUNITÀ
ECONOMICA EUROPEA (CEE), per formare un MERCATO EUROPEO COMUNE (MEC):
=> abbassamento delle barriere doganali, facilitazione della circolazione di merci e individui,
=> coordinamento di politiche agricole e industriali.
Costituzione della COMUNITÀ EUROPEA dell’ENERGIA ATOMICA (CEEA o EURATOM), che ha
il compito di coordinare e incoraggiare le ricerche per l’utilizzazione dell’energia atomica a
scopi civili.
1954, primo impianto sovietico;
1956, Regno Unito;
1957, USA.
A seguire anche altri paesi della CEE per produrre energia elettrica: diminuiscono i prezzi ma
aumentano i rischi ambientali.
11.2 Migrazioni e mutamenti sociali
Ripresa economica vuol dire anche maggiore richiesta di lavoratori in un momento in cui
diverse società Europee hanno subìto perdite demografiche rilevanti (soprattutto nelle fasce
giovanili). Si rimedia conservando o aumentando i livelli di impiego femminile e con l’utilizzo
di lavoratori immigranti provenienti dai paesi meno sviluppati (Turchia, Grecia, aree ex
coloniali). Ma fondamentali sono anche i flussi migratori interni: dall’Italia meridionale verso
il Nord Italia e Roma, in Spagna dall’Andalusia verso Valencia e Barcellona, in Grecia verso

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Atene… Contemporaneamente molte capitali Europee (Londra, Parigi) subiscono una


contrazione demografica, per la formazione di una vastissima cintura urbanizzata intorno a
queste città: si creano le prime megalopoli, città che si espandono con la creazione di un
continuum urbanizzato che ingloba comuni prima autonomi.
Aumentano i lavoratori del settore TERZIARIO (impiegati, commercianti, professionisti)
ambito in espansione man mano che aumentano i servizi offerti dallo Stato, specie col
diffondersi del modello del Welfare State. Questi nuovi bisogni sollecitano la crescita e il
miglioramento delle strutture educative di tutti i livelli: le scuole non sono più luoghi per
disciplinare o nazionalizzare, ma per formare. E ciò perché dirigenti e imprenditori hanno del
tutto chiaro che le risorse tecnologiche e la capacità di conoscerle e usarle sono essenziali.
Inoltre abbiamo movimenti da un settore socio-economico a un altro: diminuiscono gli addetti
all’agricoltura e aumentano gli addetti alle industrie e ai servizi.
Di conseguenza diminuisce la disoccupazione e aumentano i salari, specie nell’industria e nei
servizi, le famiglie cominciano ad avere dei risparmi che gli permettono di acquistare una
maggiore quantità di beni di consumo.
È un dato di fatto che dopo ogni grave crisi di mortalità c’è un ritorno di edonismo, di ricerca
di piaceri che può essere soddisfatto con lo shopping. Il fenomeno ha dimensioni talmente
vaste e sistematiche che si crea un termine per questo, il CONSUMISMO, ossia l’incessante
propensione all’acquisto di beni di consumo che è propria della cultura economica e sociale
dell’Occidente del secondo dopoguerra. Il rilancio dei consumi è enormemente stimolato dalle
innovazioni tecniche industriali, che riducono il costo dei beni, e dalla pubblicità.
11.3 Dagli <<oggetti del desiderio>> al <<villaggio globale>>
Tra gli oggetti che attraggono al primo posto ci sono televisioni e automobili.
Negli USA le stazioni televisive appartengono a privati, mentre in EU le trasmissioni sono
curate da agenzie statali (BBC nel Regno Unito, RAI in Italia). La rete comunicativa si fa
infinitamente più estesa e proietta gli spettatori verso luoghi di cui nemmeno sospettavano
l’esistenza. Ben presto ogni compagnia televisiva comincia a comprare prodotti non autoctoni
e il mercato statunitense impone i suoi format.
Cosa simile avviene per il cinema, ma con un processo di americanizzazione più netto anche
se l’invasione dei film statunitensi in questi anni è ancora contrastata da importanti
cinematografie nazionali europee, che spesso hanno un approccio letterario al cinema e i
registi italiani e francesi sono considerati grandi artisti (neorealismo italiano, nouvelle vague
francese). Ma la vera industria cinematografica è quella americana e molti autori europei
trovano negli USA il luogo che li lancia all’attenzione mondiale.

Si ha una rivoluzione anche nei mezzi di locomozione personale: scooter, ciclomotori e
automobili. Per quest’ultima possederla diventa un imperativo sociale possederla, diventa un
luogo dell’immaginario, di massa. Aumenta il numero di coloro che possono permettersi di
volare: abbassamento dei prezzi e moltiplicazione delle linee aeree.
Nel dopoguerra i sindacati ottengono il beneficio delle ferie pagate: ora tutti possono fare ciò
che una volta facevano solo i ricchi.
La dimensione dei viaggi dipende soprattutto da una cosa: il petrolio. La domanda di
carburanti e derivati del petrolio aumenta enormemente. I suoi derivati vengono utilizzati per
il riscaldamento degli edifici e nell’industria chimica. L’aumento della domanda viene
soddisfatto da una grande crescita della produzione, con la scoperta di nuovi giacimenti.
La produzione è dominata da sette compagnie principali a capitale USA o EU. Si sottrae al
circuito la produzione URSS, gestita da compagnie di Stato, che soddisfa solo i bisogni
dell’economia sovietica. Tra gli anni ’60/’70 la situazione comincia a cambiare: formazione di
nuove compagnie nazionali: nasce l’ORGANIZATION of the PETROLEUM EXPORTING
COUNTRIES (OPEC 1960), formata dai rappresentanti di Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita e

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Venezuela. La finalità dell’OPEC è quella di cercare un coordinamento tra i massimi paesi


produttori non occidentali, ciò incoraggia la discesa dei prezzi, che a sua volta incoraggia la
motorizzazione.
Si ha la sensazione che tutto il mondo sia diventato un <<villaggio globale>>
11.4 Il <<baby boom>>
Le flessioni demografiche provocate dalla guerra sono controbilanciate da un aumento delle
nascite: il “Baby Boom”, che controbilancia anche una secolare tendenza alla diminuzione del
tasso di natalità.
Importante è l’avvio di programmi di Welfare State: programmi di assistenza pensionistica,
sanitaria e di sostegno alle famiglie vengono introdotti a cominciare dal Regno Unito e poi
ovunque in tutti i paesi europei occidentali. Ovunque un potenziamento del sistema sanitario.
Effetti particolarmente positivi sulla natalità infantile, il cui aumento è anche riflesso della
parallela diminuzione della mortalità perinatale. L’introduzione di programmi di vaccinazione
abbatte ulteriormente i tassi di mortalità.
Dagli anni '50 comincia un ciclo economico espansivo e le famiglie dispongono di redditi
maggiori e quindi, migliore alimentazione, maggiore propensione all’istruzione e
partecipazione a programmi di educazione allo sport. I Baby Boomers sono più sani, con una
statura superiore a quella delle generazioni precedenti. L’aumento delle nascite è anche frutto
dell’entusiasmo suscitato alla fine della guerra, dall’ottimismo collettivo.
=> tassi di mortalità in diminuzione, vita media in rialzo, saldo positivo tra nascite e morti.

Intanto i neri d’America, una popolazione povera e tra le meno beneficiate dalla crescita
economica, danno vita a un grande movimento politico, che provoca reazioni e tensioni negli
USA. Inoltre una nuova categoria sociale, i giovani, entrano con forza sulla scena politica.
Mentre le classi operaie, sia a Ovest che a Est, protestano per ottenere migliori condizioni di
vita e un maggiore peso politico.
11.5 Gli Stati Uniti dal movimento per i diritti civili alla guerra del Vietnam
I dirigenti e gli azionisti di grandi, grandissime imprese industriali, delle armi, del petrolio
sono quelli che hanno grandi benefici dalla crescita economica degli Stati Uniti, mentre alla
fine degli anni ’50, 1/4 degli americani per lo più neri, vive in condizioni di povertà.
Nelle aree rurali del Sud e dell’Ovest, nei ghetti urbani, molti afroamericani vivono in
condizioni disastrose: la disoccupazione li colpisce per primi e di più, e la segregazione è
rigorosa.
1953, il generale Ike Eisenhower (pronuncia: aisenauer), eroe di guerra, sostenuto dal
Partito Repubblicano, viene eletto presidente degli Stati Uniti. I Repubblicani esprimono le
posizioni dell’opinione pubblica bianca, conservatrice, di sentimenti nazional-patriottici.
1954, Eisenhower, si fa promotore di un nuovo Social Security Act, che innalza sussidi e
pensioni e include anche i contadini.
Inoltre nomina presidente della Corte Suprema il giudice Earl Warren che, andando al di là
delle aspettative presidenziali, emette una sentenza che considera incostituzionale la
segregazione razziale nelle scuole: il presidente non si oppone, ma sollecita l’adeguamento dei
sistemi educativi. Tuttavia questo è solo il punto di partenza di un grande movimento.
1955, dicembre, a Montgomery, Alabama, Rosa Parks, una donna di colore, si siede sul sedile
di un pullman riservato ai bianchi e viene arrestata. Ne nasce un movimento di protesta
locale: boicottaggio dei servizi pubblici. Alla guida del movimento si segnala un ecclesiastico
battista, Martin Luther King, che coordina le proteste che si diffondono negli USA.
=> il movimento ha un carattere rigorosamente non violento;
=> una parte significativa dell’opinione pubblica bianca guarda con simpatia al movimento. E
il Partito Democratico sembra particolarmente sensibile alla questione nera.

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1960, John Fitzgerald KENNEDY, democratico, vince di misura contro Nixon. Si presenta con
la promessa di un profondo rinnovamento della società USA: maggiore giustizia sociale, fine
della discriminazione razziale e rafforzamento del Welfare State.
=> L'opposizione di gran parte del Congresso e la breve durata della sua presidenza non gli
permettono di realizzare gran parte del programma;
=> è più attivo in politica estera. Primo problema la supremazia dell'URSS nei programmi
spaziali e missilistici.

CORSA allo SPAZIO.
1957, l’URSS mette in orbita il PRIMO SATELLITE ARTIFICIALE, lo Sputnik:
1958, gli USA rispondono fondando la NASA (National Aeronautics and Space Administration)
1961, 12 aprile, l’URSS mette in orbita il PRIMO COSMONAUTA, Yuri Gagarin.
5 maggio, Alan Shepard è il PRIMO AMERICANO nello SPAZIO.
1962, 20 febbraio, gli USA mettono in orbita il loro PRIMO ASTRONAUTA, John Glenn.
1963, 16 giugno, l’URSS lancia la PRIMA DONNA nello SPAZIO, Valentina Tereshkova.
1969, 20 luglio sbarco sulla luna di Armstrong e Aldrin.
Lo scopo principale dei programmo spaziali è mettere in orbita satelliti con impieghi militari e
civili.

Nell'amministrazione Kennedy è anche rilevante l'impegno di continuare a contenere
l'avanzata del comunismo (dottrina Truman).
1959, a Cuba il regime filoamericano di Batista viene rovesciato da una rivoluzione guidata da
Fidel Castro, che non ha un orientamento filosovietico, ma si scontra con gli interessi
statunitensi (esproprio di proprietà terriere e piantagioni della United Fruit,
nazionalizzazione delle raffinerie petrolifere). Il governo cubano comincia a cercare sostegno
diplomatico ed economico dall’URSS.
1961, aprile Kennedy autorizza un’operazione organizzata dalla CIA, uno sbarco armato di
esuli cubani anticastristi alla Baia dei Porci, che però si rivela un fallimento totale. Il governo
cubano si avvicina definitivamente all’URSS.
1962, impianto di missili sovietici a Cuba. In ottobre Kennedy ottiene dal governo URSS
l’immediato smantellamento della base sotto minaccia di un attacco militare.
1963, estate, firma di un trattato USA/URSS contro i test nucleari in mare e nell’atmosfera.

1963, intanto Kennedy sta considerando l'opportunità d'intervento diretto in Vietnam e
aumenta i finanziamenti e l’aiuto tecnico all’esercito del Vietnam del Sud, colpito da azioni di
guerriglia de Vietnam del nord comunista.

1963, 28 agosto, 250.000 persone sfilano a Washington, Martin Luther King tiene un
emozionante discorso al Lincoln Memorial in cui dice di sognare che bianchi e neri possano
convivere pacificamente (I have a dream). Un sogno che Kennedy condivide ma il
22 novembre, KENNEDY VIENE ASSASSINATO A DALLAS. Il vicepresidente Lyndon Johnson
prende il suo posto e continua la vasta ed efficace politica sociale, quasi paragonabile al New
Deal.
1964, Sfruttando l’occasione dell’INCIDENTE del GOLFO del TONCHINO (probabilmente un
pretesto) Johnson ottiene dal Congresso l’autorizzazione a prendere misure che condurranno
all’intervento diretto in Vietnam. Adozione della strategia dell'escalation (aumento
progressivo dei bombardamenti) per distruggere le basi dei Viet Cong.
1964, Civil Rights Act: dichiara illegale ogni discriminazione razziale, sessuale, etnica,
religiosa. Creazione della Equal Employment Opportunity Commission. Le norme che
ostacolano la partecipazione della popolazione nera vengono abolite

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=> borse di studio per famiglie povere, fondi federali per le scuole pubbliche, programmi di
assistenza sociale e di edilizia popolare, programma nazionale di assistenza medica gratuita
per gli anziani. Versione USA del Welfare State meno organica e di carattere non universale
rispetto al modello EU, ma aumenta reddito e partecipazione della popolazione nera
=> formazione di un movimento che si oppone all’integrazione della comunità nera:
separazione culturale basata sull’idea dell’orgoglio nero e sulla riscoperta delle comuni radici
africane. Promuove la formazione di gruppi di attivisti neri radicali.
1965, il leader del movimento nero Malcom X viene assassinato. Il successore Carmichael
prova a radicalizzare il movimento (sostenuto dal Black Panther Party), ma subisce una dura
repressione dell’FBI.
1968, gennaio, OFFENSIVA del TET: i Viet Cong passano al contrattacco con un attacco
simultaneo su vasta scala: infliggono gravi perdite agli americani, ma vengono fermati anche
con terribili rappresaglie.
=> le notizie di massacri e bombardamenti circolano, e il fatto che i soldati USA sono dei
coscritti, che rimangono profondamente traumatizzati, porta alla formazione di un grande
movimento pacifista.
Novembre, il malumore dell’opinione pubblica induce Johnson a non ricandidarsi: viene eletto
il REPUBBLICANO Richard NIXON, che decide di cominciare a ritirare le truppe, ma continua i
bombardamenti.
1969, 20 luglio, si realizza il sogno di Kennedy: due statunitensi, Armstrong ed Aldrin,
sbarcano sulla Luna.
1970, Nixon ordina un’OFFENSIVA in CAMBOGIA, che non dà i risultati sperati.
1973, gli USA firmano un armistizio.
1975, la capitale del Vietnam del Sud, Saigon, cade sotto l’occupazione comunista.
11.6 Le dinamiche politiche dell'Europa occidentale
Dopo la seconda guerra mondiale il Portogallo è ancora sotto la dittatura di Salazar e la
Spagna sotto quella di Franco. La neutralità durante la II Guerra Mondiale ha favorito la
ripresa dei rapporti di collaborazione tra i due paesi iberici e gli USA, anche se il contributo
dato in Spagna dal nazifascismo ne hanno reso più complesso l’inserimento nelle istituzioni
che coordinano il blocco occidentale.
1953, accordo militare bilaterale tra Stati Uniti e Spagna
1955, la Spagna viene accolta nell’ONU.
1967, dittatura militare di destra anche in Grecia con un colpo di Stato;
1970, gli USA riprendono comunque le relazioni diplomatiche.
Nel resto d'Europa 3 gli aspetti essenziali:
=> 1958, crisi politica interna in Francia, felicemente superata
=> trasformazione dei principali partiti socialisti, meno dottrina marxista e più riformismo
=> diversa evoluzione politica italiana.
11.6.1 La Francia
Massima instabilità della Quarta Repubblica che aumenta moltissimo con la guerra d'Algeria.
1957, la guerriglia urbana mossa dal movimento indipendentista algerino (Fronte di
Liberazione Nazionale, Fln) travolge per 9 mesi Algeri. Si combatte per le strade, La battaglia
di Algeri, alla fine vincono le truppe francesi.
1958, maggio, di fronte alla possibilità che il governo Francese proclami l’indipendenza
dell’Algeria, un gruppo di militari francesi di stanza in Algeria forma un Comitato di Salute
Pubblica che sembra intenzionato a compiere un Colpo di Stato.
=> viene nominato capo di governo il generale De Gaulle, senza tuttavia dare alcuna precisa
garanzia ai rivoltosi, De Gaulle si affretta a redigere una nuova Costituzione: mantiene l’assetto
rappresentativo, ma attribuisce un peso maggiore al presidente che ha il potere di nominare il
Primo ministro e assumere pieni poteri in caso di emergenza.

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28 settembre, il nuovo testo costituzionale viene approvato con un referendum.


Dicembre, De Gaulle viene eletto presidente di quella che prende il nome di QUINTA
REPUBBLICA: alle elezioni per il parlamento il suo partito diventa il primo partito francese.
Per molti anni i governi sono presieduti da un gollista.
=> quadro che non lascia spazi all’alternanza politica: l’opposizione di sinistra è dominata da
un forte Partito Comunista che non è in grado di costruire alleanze politiche efficaci.
=> Il prestigio e la forza politica di De Gaulle gli consentono di attuare una vigorosa politica
estera:
=> tenta di svincolare sia la Francia sia la Comunità EU da quella che egli giudica una troppo
pesante tutela USA.
1961, De Gaulle reprime un nuovo tentativo di colpo di stato militare delle truppe francesi di
stanza in Algeria.
1962, INDIPENDENZA dell’ALGERIA.
1963, De Gaulle si oppone all’ingresso del Regno Unito nella CEE perché ritiene sia troppo
legato agli Stati Uniti. Per questo avvia una politica di riarmo: test nucleari (il primo nel '60)
che portano al possesso della bomba atomica.
1965, De Gaulle viene rieletto alla presidenza.
1966, pur mantenendo la Francia nella NATO, De Gaulle ritira le sue truppe dal contingente a
disposizione della NATO.
Gli altri paesi di CEE e Nato non hanno intenzione di seguire De Gaulle nella sua politica di
distacco polemico dagli USA.
11.6.2 Il Regno Unito
Hanno il problema di mantenere il Welfare State malgrado le sopraggiunte difficoltà
economiche.
1951, i conservatori di Churchill tentano di rendere l’insieme meno oneroso, procedendo alla
riprivatizzazione dell’industria siderurgica e alla cancellazione di una parte delle spese
sanitarie. Ma la partecipazione alla Guerra di Corea e la costruzione di bomba atomica e
bomba H, provocano un deficit del bilancio statale.
1964, i laburisti conquistano una strettissima maggioranza che gli permette di tornano al
governo con Wilson.
1966, Carica confermata dopo la vittoria alle elezioni.
11.6.3 La Germania Federale
1956, il Partito Comunista Tedesco viene messo fuori legge dalla Corte Costituzionale.
1959, CONGRESSO di BAD GODESBERG: il Partito Socialdemocratico (SPD) abbandona la sua
impostazione marxista, dichiarando di accettare i principi di un’economia di mercato. Il
partito continua ad aumentare i suoi consensi.
1966, Fino a questo punto il quadro politico è dominato dall’alleanza fra i partiti cristiano-
democratico, cristiano-sociale e liberale che avviano un piano di costruzione di un sistema
sanitario e pensionistico sul modello del Regno Unito. Però la coalizione si spacca, perché i
liberali si oppongono a un progetto di incremento delle imposte reso necessario
dall’aumento del deficit dovuto alle spese per il sistema sanitario, scolastico e pensionistico.
Si forma allora l’inedita grande coalizione tra i due partiti cristiani e quello socialdemocratico.
11.6.4 L’Italia
Fra 1948 e 1969 vi fu una grande trasformazione della società e del sistema produttivo
italiano. Piano Marshall e inserimento nella CEE aiutano la piena industrializzazione
dell'Italia: il “miracolo economico”. Si verificano grandi FLUSSI MIGRATORI dalla montagne
verso le valli e, soprattutto dal Sud al Nord industriale. creando una divergenza nei ritmi di
sviluppo. Aumentano gli addetti all’industria e ai servizi, diminuiscono gli agricoltori.
=> A governare, la Democrazia Cristiana, (DC) partito di maggioranza relativa che, di volta in
volta, si allea con partiti minori.

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=> BIPARTITISMO IMPERFETTO: elemento essenziale del sistema è l’esclusione dal governo
del maggiore partito politico della sinistra, il Partito Comunista, anche se negli anni '60 ha
attenuato i suoi legami di fedeltà con l’URSS, l'opinione pubblica moderata considera la
visione del mondo del PCI incompatibile con quella di una democrazia occidentale ed è anche
la ragione per cui la sua crescita elettorale rimane insufficiente a divenire partito di
maggioranza relativa. Il sistema politico italiano non è, tuttavia, immobile e si possono
distinguere 3 grandi cicli a seconda delle diverse coalizioni della DC con gli altri partiti.
11.6.5 Il primo ciclo politico italiano
Durante la Liberazione, in Italia meridionale, numerosi gruppi di contadini occupano
abusivamente terreni incolti o latifondi per metterli autonomamente a coltura, vengono
subito repressi, ma, allo stesso tempo, denunciano un problema da risolvere.
1948-1957, si formano prevalentemente coalizioni centriste, (DC, partiti repubblicano,
liberale o socialdemocratico:
=> i governi centristi si preoccupano subito di attuare riforme che vadano incontro alle
richieste dei contadini privi di terra e pongono le premesse per una modernizzazione
dell’agricoltura meridionale.
1950, il governo De Gasperi, supera l'opposizione della destra (soprattutto il Partito Liberale),
e approva le norme che portano all'espropriazione e redistribuzione di 750.000 ettari di terra:
Riforma agraria. Viene istituita la Cassa per il Mezzogiorno con il compito di coordinare i
finanziamenti e i sostegni riservati alle regioni meridionali.
1953, il governo di De Gasperi propone una nuova legge elettorale: lo schieramento che
ottiene più del 50% riceve un premio di maggioranza, che consiste nell’automatica
assegnazione del 65% dei seggi in Parlamento. L’idea di base è di confermare la centralità
democristiana, legando più strettamente alla DC i partiti minori.
=> alle successive elezioni il premio di maggioranza per pochissimo non viene assegnato, la
legge viene abrogata e la DC si conferma come primo partito.
Con l’avvio del processo di industrializzazione, i governi DC si concentrano sul sostegno alla
trasformazione.
1956, viene creato il Ministero delle Partecipazioni Statali con il compito di coordinare le
attività produttive delle imprese statali:
=> il settore industriale in più rapida espansione è quello automobilistico con fabbriche
all'avanguardia: FIAT (Privata, famiglia Agnelli); Alfa Romeo, (pubblica, IRI). Per sostenerne lo
sviluppo, i vari governi finanziano progetti di ricerca di giacimenti petroliferi nella penisola, il
cui coordinamento è affidato a un ente pubblico, l’ENI.
Inoltre viene realizzato un vasto piano di ampliamento della rete stradale (Autostrada del
Sole: '56/64).
=> Importante la partecipazione dell'Italia agli organismi di cooperazione economica europea
(Ceca, Cee, Euratom).
11.6.6 Il secondo ciclo politico italiano
1957-1960, si avvia la crisi dell’egemonia di De Gasperi all’interno della DC, che sceglie
maggioranze di centro-destra. Caratteristica delle coalizioni di questa fase è l’inclusione del
Movimento Sociale Italiano (MSI, guidato da Almirante e fondato da ex membri della
Repubblica Sociale Italiana).
1960, marzo, il presidente della Repubblica, il democristiano Gronchi, dà al democristiano
Tambroni l’incarico di formare il governo, costituito da soli democristiani ma che si avvale dei
voti del MSI: è costretto a dimettersi subito.
30 giugno-2 luglio, la situazione politica si fa tesa quando il MSI annuncia che intende
tenere il suo congresso a Genova. L’autorizzazione concessa dal governo Tambroni fa
esplodere una violenta rivolta popolare a Genova, e provoca le dimissioni di Tambroni,
politicamente screditato.

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11.6.7 Il terzo ciclo italiano


=> la maggior parte dei dirigenti democristiani e centristi si orientano verso una possibile
apertura del governo alla partecipazione del PSI, che nel frattempo ha preso le distanze dal
PCI.
1962, il PSI dà un appoggio esterno a un governo guidato al democristiano Fanfani. Da allora
numerosi ministri socialisti entrano a far parte di governi di coalizione del democristiano
Aldo Moro.
INIZIO FASE CENTRO-SINISTRA con 2 importanti riforme:
=> nazionalizzazione dell’energia elettrica con la costituzione dell’Ente Nazionale per
l’Energia Elettrica (ENEL);
=> costituzione della scuola media unificata, obbligo scolastico a 14 anni,
=> i successivi governi di centro-sinistra con ministri socialisti sono sorretti da una
maggioranza troppo eterogenea per poter funzionare efficacemente e non producono altri
risultati normativi di rilievo;
=> l’apertura al PSI nasconde il desiderio di trovare un sistema per costruire un solido
consenso popolare intorno alle istituzioni della Repubblica;
=> la crescita economica sta dando grandi frutti: disoccupazione in rapida diminuzione, salari
industriali in crescita, ma il livello di conflittualità sindacale e sociale è in genere superiore a
quello di altri paesi industrializzati. L’industrializzazione avviene attraverso lo spostamento
di un numero molto alto di individui o di intere famiglie da un’area all’altra della penisola.
L’integrazione non è facile, i lavoratori di origine meridionale sono tra i protagonisti delle
agitazioni operaie in Italia settentrionale.
Inoltre bisogna considerare l’effetto psicologico di un forte PCI, che può costituire un’efficace
area di aggregazione per i membri delle classi operaie e può alimentare aspettative di
profondo rinnovamento sociale. Ma la sistematica emarginazione politica del PCI alimenta
anche la frustrazione socio-politica dei suoi sostenitori:
=> complessivamente si ha una scarsa efficacia riformatrice dei governi di centro-sinistra.
11.7 ll comunismo nell’Europa dell’Est
Nel Blocco Sovietico la crescita demografica viene attivamente incoraggiata per colmare i
vuoti demografici della II Guerra Mondiale. Anche qui ci sono notevoli miglioramenti nei
sistemi sanitari. La ricostruzione postbellica è l’occasione per l’attuazione di una sistematica
pianificazione urbanistica, più funzionale. Le scuole di tutti i livelli vengono potenziate e si fa
ogni sforzo possibile per garantire a ragazzi e ragazze un’ordinata e regolare istruzione.
La ricostruzione economica è trainata dalla crescita della spesa per gli armamenti, che va di
pari passo con la ricerca di combustibili e di fonti di energia: l’URSS è tra i primi paesi a varare
un piano per la costruzione di centrali atomiche per la produzione civile di energia elettrica,
con una assoluta sottovalutazione dell’impatto ambientale.
Ma la ripresa economica è tutta giocata sulla compressione dei redditi e dei consumi.
1953, muore Stalin. La lotta per la successione è vinta da Nikita S. Chruščёv (pron. cruscev):
che porta un profondo cambiamento nella gestione del potere.
Chruščёv ritiene che non sia più possibile governare col sistema del terrore.
1956, 26 febbraio in una seduta riservata del XX Congresso del PCUS, Chruščёv denuncia lo
stalinismo e i brutali sistemi repressivi.
=> la svolta suscita sconcerto ma accende anche enormi aspettative: molti pensano che ora sia
possibile conquistare nuovi spazi di libertà.
Polonia: (1956) scioperi degli operai, che chiedono retribuzioni migliori. Mosca reagisce
riabilitando Gomulka uno dei dirigenti del comunismo polacco imprigionati da Stalin che,
dopo aver riaffermato la fedeltà della POL all’URSS, procede a una serie di riforme: privatizza
numerose aziende agricole, riconosce i consigli operai autonomi, riapre il dialogo con la
Chiesa Cattolica (liberazione del cardinale Wyzynski).

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Ungheria: (ottobre, 1956) incoraggiati dall'esempio polacco manifestanti protestano contro le


condizioni economiche e contro la mancanza di libertà imposta dal sistema comunista. Si
uniscono professori, studenti ed esercito. Viene richiamato l’ex primo ministro comunista
Nagy.
Egli prospetta la possibilità di un radicale mutamento di indirizzo e annuncia la possibile
uscita del paese dal PATTO. Allora l’ARMATA ROSSA INVADE l’Ungheria: l’esperienza viene
chiusa nel sangue e muoiono le speranze accese dalla destalinizzazione.
1961, un numero crescente di tedeschi dalla GERMANIA comunista si spostano a Berlino
Ovest, per poi entrare nella Repubblica Federale Tedesca. I media ne parlano come una
dimostrazione dello scarso consenso di cui gode il regime comunista della Repubblica
Democratica Tedesca.
1961, 12/13 agosto, il governo della Germania comunista, in accordo con l'Unione Sovietica
decide di far costruire in una sola notte un MURO che circondi tutta la parte occidentale di
BERLINO. I passaggi da una parte all’altra sono posti sotto stretta sorveglianza armata
=> il flusso migratorio diminuisce enormemente ma l’effetto è screditare il sistema comunista
agli occhi dei simpatizzanti occidentali.
1964, la parziale liberalizzazione del sistema politico URSS viene interrotta: Chruščёv viene
messo sotto accusa per le rivolte e l’esito della crisi dei missili cubani. Viene sostituito da un
triumvirato composto da Brežnev, Kosygin e Podgornij: la repressione del dissenso interno
riprende affidato al KGB, (Comitato per la Sicurezza dello Stato): la polizia politica
riorganizzata nel 1954.
11.8 Primavere culturali e politiche
Gli anni Sessanta sono segnati da avvenimenti che inducono al pessimismo:
OMICIDI POLITICI, i fratelli Kennedy: dopo John (Dallas '63) anche Bob ('68, 5 giugno, Los
Angeles); Martin Luther King ('68, 4 aprile, Memphis), Malcolm X ('65, 21 febbraio, nello Stato
di New York) .
GUERRE; nel Sud-est asiatico, USA contro Cina e URSS;
Inoltre nell'est europeo, le speranze suscitate da Chruščёv sono state brutalmente represse.
Tuttavia sia a Ovest che a Est, continua a circolare il bisogno di sapere che un mondo nuovo e
più giusto è possibile.
Negli USA il numero di studenti e di studentesse che frequentano le università americane e
cresciuto considerevolmente. I giovani americani una volta arrivati all'università lasciano le
famiglie e vivono nei campus e, in un paio di decenni, mode culturali, forme linguistiche
speciali e abbigliamenti particolari fanno delle giovani generazioni un gruppo a parte rispetto
agli adulti.
Nelle università californiane, in particolare a BERKELEY, nascono gruppi di discussione
favorevoli al movimento per i diritti civili e favorevoli a discutere di nuove esperienze nelle
relazioni sessuali e nell’uso di droghe psichedeliche. Il movimento contribuisce a diffondere
una controcultura sostenuta da giovani HIPPIES: atteggiamento polemico e critico verso
famiglia e società, dichiarato pacifismo con proteste contro la guerra nel Vietnam (nessun
giovane vuole andare in guerra).
1969, 15 maggio, all’Università di Berkeley, USA, gli studenti protestano contro i piani di
espansione edilizia: il governatore repubblicano della California, Ronald Reagan, ordina alla
Guardia Nazionale di occupare il campus.
1970, 4 maggio, alla Kent State University in Ohio la Guardia Nazionale spara sugli studenti
che protestano contro l’attacco alla Cambogia ordinato dal presidente Nixon che definisce gli
studenti dei fannulloni antipatriottici.
Emblema del movimento è la diffusione della musica ROCK (incrocio tra blues afroamericano
e la canzone popolare anglo-irlandese o la canzone tradizionale di protesta americana, pronta
a far dialogare jazz, musica classica ed etnica) che sa affrontare i più svariati temi. Tutto

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questo appassionante fenomeno è pieno di una gran quantità di contraddizioni. Sin dalle
origini il rock si pone come un linguaggio musicale di opposizione, ma alimenta un intero
sistema economico di proporzioni planetarie.

L'esempio americano contagia l'Europa dove, prima a Parigi e poi in Italia e altrove si forma
un MOVIMENTO GIOVANILE DI PROTESTA.
1968, marzo, gli studenti occupano l'Università di Nanterre rivendicando il diritto di
intervenire in merito al governo dell'università, la protesta arriva alla Sorbona di Parigi con
manifestazioni di solidarietà. La polizia li attacca brutalmente: intorno a loro cresce la
protesta e la solidarietà.
1968, maggio, il movimento acquista una connotazione politica che si rivolge all'estrema
sinistra. A metà maggio scendono in strada in sciopero anche gli operai.
Il governo è preso in contro piede, e prendono le distanze sia il Partito Comunista Francese
che il maggiore sindacato, la Cgt (Confédération Générale du Travail) che riesce a far rientrare
la protesta operaia facendo accordi con gli imprenditori: aumenti salariali e diminuzione orari
di lavoro.
1968, 23 giugno, De Gaulle che aveva pensato di far intervenire l'esercito decide invece di
sciogliere il Parlamento e convocare nuove elezioni, il suo partito stravince. Questo dimostra
che il movimento è stata una cosa soprattutto parigina e che l'opinione pubblica è contro le
rivolte giovanili.

1967, autunno, in ITALIA ci sono le occupazioni di diverse università (Trento, Torino e
Cattolica di Milano). Obiettivo polemico sono le condizioni di studio, l’autoritarismo dei
docenti e i disegni di riforma dell’università. Tutte cose discusse nelle ASSEMBLEE.
1968, febbraio, la polizia sgombera l’università di Roma; a marzo gli studenti cercano di
riprendere la Facoltà di Architettura: scontro frontale con la polizia, la <<battaglia di Valle
Giulia>>. Il movimento che fino ad allora era stato complessivamente pacifico, tende a
militarizzarsi e molti studenti scendono in corteo con caschi, spranghe e pietre, pronti allo
scontro con la polizia. I dirigenti adottano un lessico rivoluzionario marxista. Nasce una
varietà di gruppi politici (Avanguardia operaia, servire il Popolo, Lotta Continua, Potere
Operaio) che, sul modello del partito rivoluzionario leninista, polemizza duramente con i
sindacati dei lavoratori (CGL (PCI), CISL (DC) , UIL (PSI), con la Sinistra storica e con il PCI,
considerato del tutto privo di vera energia rivoluzionaria.
1969, diversi aderenti ai gruppi della sinistra extraparlamentare entrano in contatto con gli
operai di Milano e Torino per convincerli a richiedere riduzioni dei turni lavorativi e aumenti
salariali. Ma i sindacati non si lasciano intimorire e sono loro a guidare lo sciopero dei
metalmeccanici (AUTUNNO CALDO). La lotta si conclude con la sottoscrizione con i
rappresentanti degli imprenditori di un contratto nazionale che prevede una riduzione
dell’orario di lavoro aumenti salariali e la possibilità di organizzare assemblee di fabbrica per
un max di 10h l'anno. Rilancio del prestigio dei sindacati.

1967, AUTUNNO, PRIMAVERA di PRAGA: Dubček, al Congresso del Partito Comunista
Cecoslovacco, chiede più democrazia, per arrivare ad un “socialismo dal volto umano”. Ciò
provoca un mutamento nella dirigenza del partito. Avvio di una coraggiosa serie di riforme,
abolizione della censura, autorizzazione della ricostituzione del partito socialdemocratico.
1968, primavera, la PRIMAVERA DI PRAGA che dura pochissimo
18/20 agosto, i carri armati sovietici occupano la CECOSLOVACCHIA: la popolazione
mette in atto una disperata resistenza non violenta, ma Dubček viene rimosso e le riforme
cancellate.

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1969, gennaio, Jan PALACH, uno studente universitario di 21 anni per protesta si dà fuoco in
piazza e muore. Nei mesi seguenti altri due seguono il suo esempio, ma non serve a niente,
Dubček viene rimosso e le riforme cancellate.

Capitolo 12. I mondi postcoloniali
12.1 Uno sguardo d’insieme
Anni ’50: il processo di decolonizzazione prosegue su scala planetaria e non rimane niente
delle vecchie colonie occidentali. Eventuali ambizioni neoimperialiste sono destinate ad
infrangersi contro la vitalità dei mondi postcoloniali. Come in Vietnam dove vincono dei
guerriglieri asiatici (anche se sostenuti dalla Cina). E se in Africa, America Latina e Medio
Oriente nascono ambizioni neoimperialiste (soprattutto USA) imposte in forme indirette: aiuti
economici e militari.
=> i mondi postcoloniali sono profondamente condizionati dai modelli di organizzazione
economica e politica occidentali.
=> le ideologie che animano i processi di decolonizzazione sono anch’esse in larga misura
derivate da matrici concettuali occidentali. I principali modelli adattati alle diverse culture:
nazionalismo, comunismo, democrazia rappresentativa.
Anche l'universo islamico sembra aderire a questo ideale con Stati laici retti da militari, anche
se aspirano a un netto allontanamento dall'Occidente.

12.2 L'Asia tra democrazia e comunismo
Anni ’50-‘70: Asia postcoloniale caratterizzata dalla contrapposizione tra due modelli socio-
economici molto diversi;
- Giappone e India: strutture politiche democratiche che promuovono un’economia fondata
sul libero mercato o sull’economia mista;
- Asia Centro-Orientale e Sud-Orientale: dominio del comunismo. Cina, Corea del nord e, dopo
la guerra in Vietnam, l'ex Indocina, il Vietnam del sud, Laos e Cambogia
=> entrambi i modelli sembrano suscettibili di grandi sviluppi: L'India consolida gli istituti
democratici, la Cina comunista ha difficoltà a liberarsi dal ricorso alla violenza. Il Giappone si
distingue per lo straordinario slancio della ricostruzione economica postbellica.
12.2.1 Il Giappone
1946, sotto il controllo USA e amministrato dal generale MacArthur: nuova Costituzione, con
Parlamento Rappresentativo:
l’imperatore Hirohito conserva il suo ruolo, seppur simbolicamente e senza alcun potere
politico, ma deve dichiarare la natura non divina del suo potere. Gran parte dei generali e
ufficiali viene giustiziata o epurata.
=> nuova politica basata su regole democratiche e sul pluralismo.
1955, nascita Partito Liberal-Democratico, che dominerà la scena politica per anni. Partito
Socialista relegato all’opposizione;
=> la vicinanza di potenze comuniste di dimensioni e di forza notevoli preoccupa una buona
parte dell’opinione pubblica.
Essenziale per il decollo economico del Giappone è lo stretto rapporta che instaura con gli
Stati Uniti, alle cui industrie l’economia giapponese fornisce macchine, componenti…. Inoltre
gli USA non chiedono il pagamento dei danni di guerra.
Il livello di crescita economica giapponese è straordinario e fa sì che torni ben presto a essere
una delle massime potenze economiche mondiali. La crescita postbellica si basa sulla
presenza di pochi grandi complessi industriali-finanziari, intorno ai quali si forma
un'articolata costellazione di piccole e medie aziende collegate.

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La bassa conflittualità (nonostante un agguerrito movimento studentesco, sia filocomunista


che antiamericano) e l’eccezionale livello delle prestazioni economiche del sistema
giapponese vanno ricondotti al persistente dominio della morale scintoista che
sollecita alla lealtà, alla cooperazione, allo spirito di sacrificio in vista del bene della comunità
di appartenenza (sia familiare che aziendale che nazionale).

12.2.2 L’India di Nehru
La costruzione dell’INDIA (dopo i conflitti tra indù e musulmani e l'assassinio di Gandhi) è
affidata a Nehru, il cui obiettivo è quello di farne la più grande democrazia del mondo.
Si tratta di un paese prevalentemente agricolo, alti livelli di analfabetismo e di povertà e con
grandi disuguaglianze sociali (1947-1964) a dominare la scena politica sono il Partito del
Congresso, e Nehru, che si impone su numerose altre formazioni politiche perché è l’unico
partito politico nazionale. Tutte le altre formazioni hanno solo un radicamento locale.
=> notevole stabilità politica. Il Partito del Congresso è piuttosto composito, con gruppi
moderati favorevoli alla nazionalismo indù e gruppi che cercano di realizzare riforme
socialdemocratiche.
1950, 26 gennaio, entra in vigore la Costituzione: sistema rappresentativo democratico,
eguaglianza giuridica di tutti i cittadini, parità giuridica tra i sessi.
Il Partito del Congresso ha al suo interno due componenti rappresentate da Nehru, di idee
socialiste, e Patel, espressione del moderatismo nazionalista. Le divergenze sono discusse
lealmente e democraticamente all’interno del partito, in Parlamento e nell'opinione pubblica.
Dal punto di vista della politica economica i governi guidati da Nerhu realizzano:
=> una riforma agraria che redistribuisce parte delle proprietà terriere tra i contadini;
=> finanziano la costruzione di infrastrutture come strade, dighe, centrali elettriche.
In politica estera Nehru è tra i principali promotori della CONFERENZA di BANDUNG (1955)
in cui si costituisce il fronte dei paesi “non allineati” che dovrebbe essere un terzo polo
internazionale indipendente da USA/URSS. Ma gli equilibri di tale fronte sono impediti dai
conflitti India/Cina per i confini orientali.
1962, Breve guerra con la Cina, che conquista il controllo del Tibet meridionale.
12.2.3 L’India di Indira Gandhi
1964, morte di Nehru.
1965, GUERRA col PAKISTAN: per il controllo del Kashmir.
1966, la direzione del governo alla figlia di Nehru, Indira Gandhi (omonima ma non parente
del Mahatma).
=> deve affrontare il progressivo declino della forza elettorale del partito del Congresso e le
difficoltà dei rapporti tra India e Pakistan.
=> stile politico decisamente autoritario, assume su di sé i ministeri chiave (gli interni le
permettono il controllo della polizia .
=> riforme sociali a favore delle classi più povere. Insiste molto sul nazionalismo indù come
chiave identitaria.
=> il governo si impegna a diffondere l’uso di sementi selezionate e di fertilizzanti artificiali e
nel miglioramento della produzione casearia (formaggi). Aumento della produttività
dell’agricoltura, eliminando le cicliche crisi agricole
1971, gran successo del Partito del Congresso nelle elezioni.
1971, marzo nel Pakistan orientale si è formato un movimento nazionale bengalese che
protesta contro il Pakistan occidentale per lo scarso peso politico e l’eccessivo sfruttamento
economico. L’esercito pakistano interviene nel Pakistan orientale per reprimere il
movimento, provocando la reazione militare indiana.
Dicembre, FORMAZIONE dello STATO INDIPENDENTE del BANGLADESH (ex Pakistan
orientale):

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=> crisi delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti che hanno fatto del Pakistan uno dei
principali alleati tra il paesi islamici, Gandhi rompe la politica di non allineamento, stringe un
accordo di collaborazione con l’URSS e compie il primo test nucleare.
1975, alcuni giudici riscontrano gravi irregolarità compiute nelle precedenti elezioni ed
emettono una sentenza che interdice dai pubblici uffici la Gandhi. Ma lei proclama lo stato di
emergenza per insurrezione interna e rimane al potere.
1977, alle elezioni il Partito del Congresso viene nettamente battuto dal Janata Party, una
federazione di raggruppamenti politici uniti dall’ostilità nei confronti del tentativo di svolta
autoritario.
12.2.4 La Cina
Dopo la Guerra Civile, il regime di Mao Tse-Tung, punta a realizzare una vasta riforma agraria.
Il processo si accompagna alle durezze repressive tipiche dei sistemi comunisti.
1953, viene avviato un PRIMO PIANO QUINQUENNALE che prevede la nazionalizzazione delle
miniere e delle industrie pesanti e punta a una rapida industrializzazione dell’economia
cinese, a scapito della produzione agricola.
Nel contesto internazionale:
1950, la Cina si colloca a fianco dell’URSS con la firma di un trattato di collaborazione.
Interviene in Corea a sostegno del regine comunista contro Corea del Sud e truppe ONU.
1951, la Cina procede all’annessione del Tibet, cui viene lasciata solo un’autonomia formale.
1956, scoppia una ribellione in Tibet che viene repressa dopo 3 anni di scontri
1959, l'allontanamento del Dalai Lama e l'annessione alla Cina.
1962, La Cina, dopo una guerra contro l'India, si annette anche il Tibet meridionale.
La Cina offre sostegno al movimento Vietminh.

In politica interna:
1958, “GRANDE BALZO in AVANTI”: prevede un raddoppio della produzione agricola e
industriale, rigorosa collettivizzazione delle aziende agricole. Il risultato è a dir poco
disastroso: la produzione cerealicola crolla (20milioni di persone muoiono per denutrizione)
e ci sono anche ripercussioni in politica estera.
=> Mao decidere di seguire una linea più autonoma, chiudendo i rapporti diplomatici con
l’URSS, anche perché l’URSS mal vede il tentativo cinese di esercitare un’egemonia politica su
tutta l’Asia comunista. Il risultato è l'ammissione delle Cina all'Onu al posto della repubblica
nazionalista cinese.
Per far fronte alla robusta opposizione interna guidata dal segretario del Partito Comunista
Deng Xiaoping.
1966, Mao invita i giovani studenti a realizzare una “RIVOLUZIONE CULTURALE”: sono
esortati a mettere in discussione i dirigenti del partito e a formare gruppi autonomi di critica,
le GUARDIE ROSSE, dal “Libretto Rosso” di Mao che diventa un testo sacro:
=> attacchi alle massime autorità del partito, compreso Xiaoping, che viene costretto ad
allontanarsi dall’incarico;
=> la rivoluzione culturale riceve l’appoggio del ministro della Difesa e dell’Esercito.
1967, principali obiettivi politici raggiunti: eliminazione degli oppositori, ma non si può
fermare il movimento giovanile.
1969, si chiude la fase della rivoluzione culturale: l’esercito ferma gli eccessi spesso violenti
del movimento e Mao è riuscito a riacquistare pieni poteri.
12.3 Sogni rivoluzionari e colpi di Stato autoritari in America Latina
Gli USA sono notevolmente preoccupati dal fatto che il “contagio comunista” possa
trasmettersi in America Latina: gli USA considerano la zona un’area territoriale che
appartiene alla loro sfera di influenza.

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1948, costituzione dell'Organization of American States, con il quale gli USA vogliono
coordinare e controllare l’America Latina, attraverso la cooperazione economica, trattati
commerciali: investimenti compiuti da compagnie USA impegnate nello sfruttamento di
materie prime. Inoltre gli USA addestrano e finanziano le forze miliari.
=> spesso la CIA si lega a gruppi di militari disposti a compiere colpi di Stato contro governi
che prendono iniziative pericolose per gli interessi USA.
CUBA: (1933-1944) paese controllato dal dittatore Batista, poi sostituito da un sistema
costituzionale e pluralista.
1952, Batista compie un secondo colpo di Stato.
1953, 26 luglio, Fidel Castro ed alcuni seguaci tentano un attacco ad una caserma ma
vengono arrestati e poi esiliati.
1955, Castro organizza il movimento 26 de Julio che compie azioni di guerriglia finalizzate al
rovesciamento di Batista. Dopo esser sbarcato a Cuba riesce a conquistarsi la simpatia dei
contadini e costituisce
1959, gennaio un'offensiva che travolge le truppe di Batista che si rifugia negli USA.
=> Castro attua subito una riforma agraria a danno dei grandi proprietari terrieri e della
United Fruit.
=> nonostante il nuovo regime non sia comunista, il governo USA considera Castro ostile ai
propri interessi. Castro, per evitare l’isolamento, intreccia rapporti commerciali e diplomatici
con l’URSS.
1961, dopo il successo alla Baia dei Porci, Castro dichiara una piena adesione di Cuba al
modello comunista:
=> il governo di Castro si trasforma in una dittatura comunista. Le riforme economiche danno
risultati poco brillanti e il livello di vita rimane molto modesto. Però Cuba è il primo paese
dell’America Latina a sconfiggere l’analfabetismo:
=> l’isola diventa un esempio per tutti quei gruppi indipendentisti e antiUSA dell’America
Latina, che vedono nel marxismo e nella rivoluzione comunista le parole d’ordine per
organizzare movimenti d’opposizione.
In America Latina la diffusione di gruppi di guerriglieri di orientamento comunista inasprisce
la tendenza a risolvere le tensioni politiche con colpi di Stato autoritari che è propria delle
forze armate e delle élite conservatrici. Ma ora anche parte della classe media appoggia le
giunte militari, a loro volta sostenute dagli USA.
Bolivia: (1964) instaurazione di una giunta militare.
Brasile: (1964-1974) regime militare.
Perù: (1968) colpo di Stato d'ispirazione vagamente progressista.
Ecuador: (1972) colpo di Stato d'ispirazione vagamente progressista.
Uruguay: (1973) colpo di Stato militare.
Cile: (1970) si forma un governo di unità popolare guidato dal medico socialista Salvador
Allende, che tenta di realizzare un’ampia politica di nazionalizzazioni che danneggia gli
interessi di alcune compagnie USA.
1973, 11 settembre: colpo di stato messo in atto dalle forze armate e guidato dal generale
Pinochet Ugarte, che guida il paese con mano di ferro fino al 1988.
Argentina: (1962) (1966) due colpi di Stato portano al potere giunte militari.
1973, Perón torna dall’esilio e viene eletto presidente, ma muore poco dopo e il suo posto
viene preso dalla moglie, Evita.
1976, un colpo di stato militare instaura la dittatura: si compiono operazioni d'inudita
brutalità contro gli oppositori.
LEGGERE A PP. 346-7 il DOCUMENTO su CHE GUEVARA (morto in Bolivia nel '67),
personaggio emblematico e carismatico la cui immagine fa parte dell'immaginario collettivo.

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La sua famosa fotografia, diffusa dall'editore Giangiacomo Feltrinelli, è stata sulle magliette di
moltissimi giovani del '68.
12.4 La decolonizzazione nell'Africa centro-meridionale
In Africa, dopo la II Guerra Mondiale i movimenti indipendentisti sono più che determinati a
lottare contro i poteri coloniali, approfittando del fatto che le potenze europee non hanno più
risorse per controllare le colonie. Si costruiscono Stati che hanno assetti artificiali: si
tratta di assemblaggi di gruppi etno-linguistici differenti, la cui unità è fissata dai confini delle
precedenti aree coloniali e dalla cultura di derivazione occidentale delle élite al potere. Si
formano soprattutto dittature autoritarie, scosse da lotte interne tra i diversi gruppi etno-
tribali che si scontrano con i governi per ottenere maggiori spazi di autonomia e influenza. A
complicare la situazione si inseriscono gli interventi diretti o indiretti delle potenze
occidentali.
Kenya: una colonia di inglesi ha dato vita a un regime razzista.
1953-1959, una setta indipendentista combatte una dura lotta contro le autorità coloniali
inglesi.
1963, il governo riconosce l’indipendenza del Kenya.
1960 indipendenza Congo Belga. La regione del Katanga, ricca di miniere, tenta una
secessione incoraggiata da Belgio e Stati Uniti.
1963-64, repressione del tentativo secessionista, formazione di un governo dittatoriale
guidato dal generale Mobutu, favorevole agli interessi americani e belgi.
Successivamente ribattezza il paese Zaire.
1960 indipendenza Nigeria.
1966, la regione del Biafra, ricca di petrolio, tenta una secessione favorita dagli USA, ma si
mantiene l’unità del paese.
Sudafrica: da tempo vige un regime di apartheid, contro il quale si oppone l’African National
Congress (ANC).
1961, indipendenza dal Commonwealth, l’ANC viene messo fuori legge e passa alla lotta
armata.
1962-1964, Nelson Mandela e la dirigenza dell’ANC vengono messi in prigione.
Rhodesia: 1965, il primo ministro Ian Smith ne proclama l'indipendenza dal Commonwealth.
Dominata dalla minoranza bianca che introduce legalmente la segregazione razziale e priva la
popolazione nera di ogni diritto politico. Si formano due movimenti nazionalisti neri fondati
nel '62-'63 da Nkomo e Mugabe che organizzano forme di guerriglia e di terrorismo.
12.5 L'Islam postcoloniale
I Paesi nei quali è diffusa la religione islamica affrontano una fase di profondi cambiamenti,
che portano ad una completa riorganizzazione dei loro assetti istituzionali interni. Il periodo
sembra dominato da una spinta alla costruzione di Stati laici, dominati da élite militari con
regimi autoritari a partito unico, di orientamento simil-socialista.
I movimenti che propugnano una rinascita dell’Islam con stati basati sulla Sharia mantengono
un largo prestigio, soprattutto in Iran (opposizione guidata dagli ayatollah sciiti), Algeria
(trova un notevole ascolto la protesta delle massime autorità religiose - gli ulema sunniti -) e
Egitto (opposizione interna dei gruppi islamici radicali).
Il processo di decolonizzazione parte dalla Libia: dopo la II Guerra Mondiale
l'amministrazione transitoria è affidata a Francia e Regno Unito.
1951, dicembre, l’ONU permette alla Libia di costituirsi in stato indipendente come monarchia
costituzionale con la corona affidata all’emiro senusso Idris I.
1959, vengono scoperti notevoli giacimenti di petrolio:
=> una giovane generazione di tecnici e militari, d'ideali nazionalisti e socialisti ritiene che il
governo di Idris I sia corrotto e che i benefici derivati dal petrolio vadano solo ad una
ristrettissima élite.

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1969, colpo di stato militare organizzato dal gruppo dei Liberi Ufficiali: il potere viene assunto
da un Consiglio della Rivoluzione, presieduto da Muhammar Gheddafi, che organizza una
dittatura militare di ispirazione islamica, ma senza che le élite religiose abbiano un peso nella
gestione del potere.
1956, Marocco: indipendenza con una monarchia costituzionale guidata dal sultano
Muhammad con una legislazione molto tradizionalista rispettosa delle norme della Sharia.
Tunisia: 1956, indipendenza dalla Francia guidata dal partito nazionalista Neo-Destur guidato
da Habib Burghiba. Formazione di un sistema a partito unico con una connotazione
rigorosamente laica: parità di diritti tra uomini e donne, proibizione della poligamia e per ogni
controversia riguardo alla famiglia ci sono i tribunali civili.
=> dopo una fase di orientamento socialista, Burghiba passa alla liberalizzazione delle
iniziative economiche e allo sviluppo di settori come quello del turismo.
1954 in Algeria, fondazione del Fronte di Liberazione Nazionale dell’Algeria, guidato da
Ahmed Ben Bella.
=> situazione complessa vista la presenza di un milione di francesi sul territorio.
1958, tentativo di colpo di stato delle truppe francesi che temono che il governo possa
proclamare l’indipendenza. La Francia si rende conto che non può insistere nel conservare la
colonia.
1962, riconoscimento dell’indipendenza algerina. Ben Bella promulga una costituzione di
impianto socialista (partito unico).
1965, colpo di stato del generale Boumédienne che instaura una dittatura militare socialista e
laica. Si scontra però con la resistenza delle autorità islamiche locali e con le tendenze
autonomiste rurali che non hanno nessun beneficio da giacimenti di petrolio e di gas naturale
nazionalizzati nel '71.

Zona marginale il Medio Oriente diventa una regione molto importante per gli scontri tra
programmi politici e identità religiose a causa della formazione dello Stato ebraico di Israele in
una regione arabo-islamica e della valorizzazione economica dell’area (Canale di Suez e la
scoperta di ricchissimi giacimenti petroliferi).
Dopo la II Guerra Mondiale gli stati islamici tentano diverse forme di coordinamento.
1945, LEGA degli STATI ARABI (Egitto, Iraq, Giordania, Libano, Arabia Saudita, Siria, Yemen;
successivamente Libia, Sudan, Marocco, Tunisia, Kuwait e Algeria). L’intervento militare della
lega contro Israele si rivela un disastro.
1948, l'intervento militare contro lo Stato d'Israele si risolve in un disastro.
1958-1961, Repubblica Araba Unita (Egitto-Siria).
1960, Organization of the Petroleum Exporting Countries (OPEC, gli esportatori di petrolio),
fondata da: Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita e Venezuela.
=> Fino ai primi anni '70 la sua azione non è in contrasto con gli interessi occidentali, ma è
volta a ottenere migliori condizioni commerciali per i paesi produttori di petrolio che
aderiscono, non incide sul prezzo del petrolio (in diminuzione). La situazione cambierà negli
ani '70.
1970-71, accordo Egitto-Libia-Sudan, federazione Libia-Egitto-Siria.
Iran, uno dei più importanti paesi dell'OPEC. Subito dopo la guerra la questione principale
della lotta politica riguarda il controllo e la commercializzazione delle riserve di petrolio.
1951, lo Shah Mohammad Reza Pahlavi nomina primo ministro il nazionalista Mossadeq, che
riesce ad ottenere dal parlamento la nazionalizzazione della Anglo-Iranian Oil Company. ma
Regno Unito e Usa non sono d'accordo.
1953, la CIA conquista l’appoggio dello shah e di alcuni generali e con un colpo di stato
rovescia il governo di Mossadeq. Il nuovo governo è tutto nelle mani dello shah e di una
ristretta élite di ufficiali, di funzionari e mercanti.

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1954, creazione di un consorzio di aziende che si occupano dell'estrazione e


commercializzazione del petrolio: la parte del leone spetta alla British Petroleum (BP, ex
Anglo-Iranian Oil Company).
=> Lo Shah avvia un programma di modernizzazione del paese grazie ai proventi del petrolio:
riforma agraria, costituzione di un sistema di istruzione pubblica, trasformazione in senso
occidentale delle relazioni tra uomini e donne nella società e nella famiglia.
1967-75 Riforma del diritto di famiglia;
=> crescente opposizione delle massime autorità islamiche sciite (ayatollah e mujtahid): la
riforma agraria colpisce i loro interessi, molti loro possedimenti vengono espropriati; la
riforma scolastica mette in discussione la centralità delle scuole religiose. Protesta contro
l’occidentalizzazione dei costumi, la dipendenza economia dall’occidente e contro il carattere
dispotico e autoritario del regime.
=> molti contadini, diventati operai, non vedono migliorare la loro condizione, mentre le élite
ottengono forti profitti. Un numero crescente di persone negli strati popolari si avvicina alle
posizioni degli ayatollah.
1964, viene esiliato in Iraq l'ayatollah Ruhallah Khomeini, che ormai gode di un prestigio
notevole e che si è opposto fin dall’inizio alle riforme dello shah.
1970, Khomeini afferma in un serie di discorsi che il futuro dell’Islam consiste nella
costituzione di uno stato fondato sulla Sharia, dove le élite religiose possiedano anche il
potere politico.
Al momento non sembrano posizioni di cui preoccuparsi e anche l' Iraq ha un orientamento
decisamente laicizzante.
1958, colpo di stato militare in Iraq, guidato da Quassim che abbatte la monarchia e crea un
regime politico militare.
1968, arriva al potere il Partito Baath, guidato anche da Saddam Hussein, che instaura una
dittatura militare, inizialmente di ispirazione socialista. L’élite al potere è composta dalla
minoranza sunnita.
1972, nazionalizzazione dei giacimenti petroliferi.
12.6 I conflitti arabo-israeliani, dalla crisi di Suez alla guerra del Kippur
1952, in Egitto ha inizio una dittatura militare guidata da Nasser: egli non fa mistero del suo
desiderio di porre l’Egitto alla guida di un grande movimento di paesi arabi che abbatta
Israele e allontani ogni presenza occidentale dall’area.
=> Nasser chiude il Canale e il Golfo di Aqaba alle navi israeliane.
1955, l’Egitto, dopo aver aperto trattative con Regno Unito e Stati Uniti per la costruzione
della diga di Assuan, si accorda con i paesi del blocco sovietico per importare materiale
bellico. Per ritorsione gli USA si ritirano dal progetto di Assuan.
1956, Nasser procede allora con la NAZIONALIZZAZIONE del CANALE di SUEZ: la cosa offre a
Regno Unito e Francia un’occasione per intervenire contro l’Egitto. Il Regno Unito vuole
riprendere il controllo militare del Canale di Suez. La Francia difende gli interessi della
Compagnia del Canale ma vuole anche punire l'Egitto per il sostegno ai movimenti
indipendentisti del Maghreb, in particolare il Fln algerino.
1955, il governo israeliano guidato da David Ben Gurion ordina una sanguinosa incursione a
Gaza, in territorio egiziano.
1956, ottobre, SECONDA GUERRA ARABO-ISRAELIANA: l’esercito israeliano attacca e
sconfigge l’esercito egiziano e occupa gran parte del Sinai.
L’aviazione anglo-francese dà sostegno all’operazione, reparti di paracadutisti prendono
possesso del Canale di Suez. URSS e USA condannano l’iniziativa: le truppe israeliane si
ritirano dal Sinai e Francia e Regno Unito si ritirano dal Canale.
Tutto questo fa aumentare il prestigio di Nasser e dell'Egitto visto come paese-guida

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La nascita dello Stato di Israele è stata vissuta da molti arabi come un atto di pura protervia
dell’Occidente, che ha voluto stabilire una sorta di avamposto neocolonialista dentro il mondo
arabo. Ma Israele non nasce per questo scopo, anzi nasce nonostante l’opposizione o il tiepido
sostegno dell’occidente. Il risentimento contro Israele è acuito dalla presenza di colonie di
profughi palestinesi tra Giordania, Gaza e il Libano, che organizzano gruppi di guerriglieri
palestinesi (feday), sostenuti e armati dall’Egitto.
1964, i palestinesi organizzano un’associazione politica, l’Organizzazione per la Liberazione
della Palestinese, OLP, dove cresce il prestigio di Yasser Arafat, capo di Al-Fatah, un gruppo
politico militare.
1967, crescenti disaccordi diplomatici tra Israele e Siria fanno precipitare la situazione.
Nasser comincia a mobilitare le truppe, e minaccia di chiudere nuovamente il Golfo di Aqaba
alle navi israeliane.
5 giugno, GUERRA dei SEI GIORNI, dura rappresaglia militare guidata dal generale Moshe
Dayan: l’aviazione israeliana attacca di sorpresa Egitto, Giordania e Siria. Israele
s'impadronisce delle alture del Golan, del Sinai, della Striscia di Gaza e della Cisgiordania.
L'umiliazione subita è terribile. Ora in Israele si trovano un milione di palestinesi.
=> Egitto, Siria e Giordania reclamano la restituzione delle terre conquistate da Israele, ma
nonostante una risoluzione ONU, il governo israeliano si rifiuta.
1970, morte di Nasser. Il potere passa a Sadat.
1972, un commando terroristico palestinese sequestra e uccide 11 atleti israeliani alle
Olimpiadi di Monaco.
1973, ottobre, GUERRA del KIPPUR: durante la festività ebraica dello Yom Kippur, l’esercito
egiziano e quello siriano attaccano a sorpresa, ma Israele riesce a contrattaccare e mantenere
il controllo del Golan e della Striscia di Gaza. Accetta di iniziare una graduale restituzione del
Sinai all’Egitto.
=> rinascita del radicalismo islamico all’interno dell’Egitto. Fondamentale è il ruolo dei
Fratelli Musulmani, con Sayyd Qutb: studia in America e il contatto con la società USA lo
inclina verso il radicalismo islamico, a suo parere è necessario riaccendere la fiamma della
jihad, combattendo innanzitutto contro i falsi musulmani, come i nuovi governanti dell’Egitto.
1966, Viene arrestato con l’accusa di progettare un colpo di stato e viene impiccato.
=> Sadat decide di aprire trattative con Israele, favorite dalla mediazione diplomatica degli
USA: ciò scatena i gruppi islamici radicali, che considerano Sadat un traditore.
=> nel corso della guerra l’OPEC ha deciso di sostenere lo sforzo bellico di Siria ed Egitto
aumentando il prezzo del petrolio greggio, con la dichiarata intenzione di danneggiare
l’economia dei paesi occidentali, lo shock petrolifero chiude un ciclo economico espansivo e
ne apre un altro, di grave crisi economica.

CAPITOLO 13 – L’Occidente dal 1970 a oggi
13.1 La stagflazione
Inizi anni Sessanta si interrompe il ciclo economico positivo che dagli accordi di Bretton
Woods ('44) aveva fatto del dollaro statunitense la moneta di riferimento perché la Federal
Reserve assicurava la convertibilità in oro. Cosa che le Banche hanno spesso richiesto finché le
riserve auree dal '48 al '70 non si sono ridotte della metà e le importazioni di materie prime e
beni strumentali, hanno superato le esportazioni. Il deficit della bilancia commerciale ha
provocato un'altra uscita di riserve monetarie.
1971, il presidente Nixon interviene e sospende la convertibilità del dollaro in oro.
CONSEGUENZE:
=> svalutazione del dollaro e delle monete dei paesi economicamente collegati agli Stati Uniti;
=> e quindi aumento dei prezzi
=> e anche incertezza nei cambi monetari.

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1973, Questo non è niente se paragonato al terremoto provocato dall' aumento del prezzo del
petrolio deciso dai paesi dell'OPEC, come rappresaglia per la Guerra del Kippur.
Si tratta di una crisi inedita.
CONSEGUENZE:
=> aumentano sia i costi dei trasporti, che quelli dei prodotti collegati al petrolio.
=> genera una complessiva spinta inflazionistica:
=> flessione della domanda dei beni, i consumatori tendono a comprare con più cautela.
=> le imprese cominciano a produrre meno. Aumenta la disoccupazione
=> MA La diminuzione della produzione non fa diminuire i prezzi, perché la minore offerta di
beni sul mercato è compensata dal costante aumento del prezzo del petrolio (d1,67$ al barile
nel '70 a 18$ nell''80).
Tutto questo meccanismo viene definito STAGFLAZIONE (combinazione di “stagnazione” >
meno produzione /più disoccupazione e “inflazione” > aumento dei prezzi)
Tutto questo avviene in un momento in cui l'Occidente ha difficoltà politiche e tensioni sociali.
13.2 Le difficoltà degli USA
Se nel 1946 il Pil degli Sati Uniti era la metà di quello mondiale, nel 70 è ridotto a essere un
terzo. E gli USA devono affrontare la concorrenza di paesi che hanno avuto una straordinaria
ripresa economica come Germania e Giappone.
1973, la decisione dell’OPEC ha come primo obiettivo proprio gli USA, per il solido rapporto di
alleanza economica e militare con Israele, che hanno aiutato a potenziare le forze armate.
Anno difficile per Nixon: gli USA abbandonano il Vietnam (i responsabili dell'escalation in
Vietnam erano stati Kennedy e Johnson ma l'opinione pubblica vede in Nixon il presidente che
<<sconfitta>.), poi c'è la Guerra del Kippur, il colpo di stato in Cile di cui non si sa quanto siano
responsabili gli Sati Uniti, certo la brutalità della dittatura di Pinochet fa vedere la CIA in una
luce sinistra.
A completare un anno terribile arriva lo “SCANDALO WATERGATE”: cinque uomini si
introducono in un ufficio del Partito Democratico, per spiare gli esponenti democratici per
conto dei repubblicani. Due giornalisti del Washington Post -- Bob Woodward e Carl Bernstein
-- lo scoprono e le inchieste giornalistica e giudiziaria dimostrano che Nixon lo sapeva e che
avevano la sua approvazione. Inoltre si scopre che Nixon ha utilizzato l’FBI per organizzare
campagne di disinformazione per screditare gli avversari politici. Il fatto è gravissimo perché
l'FBI è una polizia federale al servizio di tutti e non del solo partito al potere.
1974, 9 agosto, NIXON si DIMETTE prima ancora di subire l’impeachment (allontanamento
formale dall’incarico), e viene sostituito dal vice-presidente Gerald Ford. Il caso mostra la
fragilità etica che è dietro la potenza economica e militare degli USA.
1976, le elezioni vengono vinte dal democratico Jimmy Carter che desidera riscattare la crisi
morale del paese. E riesce ad ottenre un grande successo internazionale quando nel
1978, nella tenuta presidenziale di Camp David Carter organizza un incontro tra il presidente
Egiziano Sadat e il primo ministro Israeliano Begin che il
26 sett. 1979 firmano il TRATTATO di PACE tra Egitto e Israele: completo ritiro delle truppe
israeliane dal Sinai, il libero accesso al Canale di Suez la conclusione dello stato di guerra
Egitto-Israele e la ripresa dei rapporti diplomatici.
A quest'operazione vincente ne segue una disastrosa
1979, in Iran il regime dello Shah, sostenuto dagli USA, è abbattuto da una rivolta. 52 cittadini
USA che lavorano nell’ambasciata di Teheran sono presi in ostaggio. Un tentativo fallito di
liberazione annulla la popolarità di Carter.
1980, novembre, alle elezioni Carter viene battuto dal Repubblicano (ex attore di Hollywood)
Ronald Reagan. Solo dopo le elezioni gli ostaggi americani sono liberati.
13.3 Una stagione di piombo

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Non solo gli USA attraversano un periodo difficile anche diversi stati europei hanno difficoltà
economiche e sociali che è accomunata dalla diffusione del terrorismo politico: gli “anni di
piombo” (il piombo delle pallottole). Due diverse connotazioni:
=> terrorismo NAZIONALISTA (Irlanda del nord e Paesi Baschi)
=> terrorismo EVERSIVO ESTREMISTA di estrema destra ed estrema sinistra (Germania e
Italia). Il terrorismo anarchico dell'Ottocento sceglieva vittime politicamente rilevanti (es.
l'arciduca d'Austria a Serajevo e la 1^ guerra mondiale). Quello di fine ‘900 vuole intimidire,
spaventare o compiere vendette e perciò non ha problemi ad uccidere persone comuni,
vittime scelte solo per la loro appartenenza nazionale o per la funzione professionale che
svolgono. Non è un caso che molti attentati avvengono tra la folla. Nessuna delle formazioni
terroristiche riesce a raggiungere i propri obiettivi tuttavia fanno rivivere paure e angosce
delle generazioni precedenti.
13.3.1 In Irlanda
1921, costituzione dello Stato Irlandese. L’Ulster, la parte nord-orientale a maggioranza
protestante con una minoranza irlandese cattolica (che viene percepita da molti oltranzisti
come qualcosa di estraneo), rimane parte del Regno Unito.
1966, la Ulster Volunteer Force, un corpo paramilitare protestante, compie diversi omicidi a
danno di cattolici.
=> i nazionalisti cattolici organizzano la Irish Republican Army, IRA, per difendere i quartieri
cattolici.
1969, il governo inglese invia nell’Ulster alcuni reparti militari.
1972, 30 gennaio, BLOODY SUNDAY. A Derry truppe britanniche sparano su una
manifestazione cattolica. Il fatto rilancia l’azione dell’IRA e della sua componente estremista,
Provisional IRA.
1979, 27 agosto, un comando dell’IRA fa saltare in aria la barca dell’ex viceré dell’India, Lord
Mountbatten (pron. maunbatten), zio del principe Filippo.
1982, una bomba viene fatta esplodere in una sede del Partito Conservatore a Brighton (8
morti)
=> nel movimento nazionalista cattolico emerge la figura di Gerry Adams, favorevole
all’abbandono delle azioni terroristiche.
1994, l’IRA annuncia una cessazione delle iniziative militari.
1998, viene siglato un accordo tra Irlanda e Regno Unito e dirigenti dei principali movimenti
cattolici e protestanti.
2005, l’IRA decide di deporre le armi. Due anni dopo l’esercito britannico abbandona l’Ulster.
-13.3.2 In Spagna
1959, nel Paese Basco viene fondato l'ETA (Euskadi ta Askatasuna (Paese Basco e Libertà),
un'organizzazione paramilitare che ha l’obiettivo di conquistare l’indipendenza dalla Spagna.
Azioni contro funzionari, magistrati o membri della polizia. La più famosa, l'uccisione di Luis
Carrero BLANCO, Primo Ministro spagnolo (dic. '73). La lunga operatività dell’ETA (continua a
essere attiva fino agli anni Novanta) è dovuta al suo discreto grado di radicamento all’interno
della società basca. Non riesce comunque a ottenere la secessione.
13.3.3 In Germania Ovest
Dal 1970 opera un gruppo terroristico di estrema sinistra, la Rote Armee Fraktion (RAF,
<<Frazione dell’Armata Rossa>>, nota anche come banda BAADER-MEINHOF, dai nomi dei
due dirigenti, Andreas Baader ('43-'77) e Ulrike Meinhof ('34-'76): nasce negli ambienti del
movimento studentesco e ha un orientamento marxista-rivoluzionario. L’obiettivo è quello di
aprire una crisi sociale nel sistema politico tedesco che porti allo scoppio di una rivoluzione
comunista. Negli anni Settanta si sta sperimentando un'alternanza tra governi guidati da
partiti democratici e dal Partito socialdemocratico.

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La RAF riesce a compiere sequestri e omicidi di uomini politici e di personalità del mondo
imprenditoriale tedesco, ma è del tutto incapace di conquistarsi un minimo sostegno politico
da parte dell'opinione pubblica. Anni '70 inizio '80 viene colpita più volte e praticamente
annientata dalla polizia. I piccoli nuclei che rimangono attivi non sono più in grado di
influenzare le decisioni politiche.
13.3.4 In Italia
Anni ’70, gravissima ondata di terrorismo politico, organizzato sia da gruppi di estrema destra
sia di estrema sinistra:
I gruppi terroristici di estrema destra: ricorrono soprattutto all’attentato dinamitardo, facendo
esplodere bombe in luoghi molto frequentati:
1969,12 dicembre, strage di Piazza Fontana (Banca dell'Agricoltura a Milano, 17 morti e 100
feriti).
1974, 28 maggio, strage di Piazza della Loggia a Brescia, una bomba esplode durante una
manifestazione sindacale e antifascista (8 morti e 94 feriti).
1974, 4 agosto, strage dell’Italicus, esplode una bomba nel treno fermo in una stazione in
provincia di Bologna (12 morti e 44 feriti).
1980, 2 agosto, strage alla Stazione di Bologna (una bomba esplode in una sala d'aspetto, 85
morti e 200 feriti), l'unico attentato per il quale la magistratura è riuscita a identificare i
responsabili, un piccolo gruppo di destra.
Obiettivo di questo tipo di azioni, di solito non rivendicate, è creare paura e fare in modo che
associando questi atti di violenza a gruppi o partiti di sinistra, la destra --in particolare il MSI
(Movimenti Sociale Italiano), possa ottenere più voti. Non succede.
I gruppi terroristici di sinistra: BRIGATE ROSSE (BR), NUCLEI ARMATI PROLETARI e PRIMA
LINEA. Formazioni composte da giovani che vengono dal movimento studentesco, da
formazioni della sinistra extraparlamentare, qualche volta dal PCI o dalla militanza sindacale.
La strategia è quella di colpire magistrati, funzionari, o giornalisti ferendoli gravemente
(sparando alle gambe) o uccidendoli.
Le BR sperimentano anche la tecnica del rapimento usata dall'ETA per sottoporre le vittime a
processi proletari.
Gli obiettivi sono creare le premesse per la formazione di un vasto partito armato, capace di
rovesciare le istituzioni repubblicane e compiere una rivoluzione proletaria.
La strategia delle BR vuole sfruttare la crisi economica che si è aperta con lo <<shock
petrolifero) e vuole bloccare un processo politico in corso, che vede il PCI rendersi
progressivamente disponibile a una possibile cooperazione politica con le formazioni di
centro: questa linea (compromesso storico) è stata elaborata da Enrico Berlinguer, segretario
del PCI, che vuole evitare che un possibile governo di sinistra sia vittima di soluzioni
autoritarie come quella cilena. Berlinguer è l’esponente della linea che, dopo l'invasione della
Cecoslovacchia del '68 aveva preso le distanze dall’URSS; lui e il PCI si distaccano dalle azioni
delle BR (per questo le BR non riescono ad ottenere il consenso di massa che speravano).
Quindi il PCI alle elezioni del '76 supera la DC (Democrazia Cristiana) e diviene una forza
politica difficile da ignorare.
Favorevoli all’apertura al PCI sono diversi dirigenti della Democrazia Cristiana, fra cui Aldo
Moro.
1978, 16 marzo, formazione di un governo guidato dal democristiano Giulio Andreotti col
voto favorevole dei comunisti, lo stesso giorno le BR rapiscono Aldo Moro, che viene ucciso
dopo 55 giorni di prigionia. L’intento delle BR è quello di rompere il processo che ha portato il
PCI a entrare nell’area di governo
=> la reazione generalmente molto composta dei dirigenti dei partiti democratici, l'uccisione
degli uomini della scorta, l'insistenza dei media sulla brutalità dell'azione fa perdere alle BR le
simpatie e il sostegno che avevano avuto e sperato di aumentare con il rapimento.

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Nel momento di massima visibilità inizia il declino delle BR: defezioni, pentimenti,
testimonianze: nei mesi e negli anni seguenti viene arrestata tutta la dirigenza delle Br e degli
altri gruppi del terrorismo di sinistra. Il <<partito armato>> agli inizi delgli anni Ottanta non
ha più alcun peso.
nell'immediato però ci sono state ripercussioni:
=> si crea un clima di tensione e di sospetto che non facilita la collaborazione DC-PCI,
essenziale perché possa procedere con successo l’esperimento dei governi di solidarietà
nazionale.
1979, Berlinguer decide di abbandonare la linea della collaborazione con la DC. Alle elezioni il
PCI subisce una netta flessione, dovuta per lo più dall’insoddisfazione delle componenti più
radicali del suo elettorato. Tuttavia ha ancora molti voti ma è costretto all'opposizione.
=> l’unica prospettiva praticabile sembra quella di un nuovo centro-sinistra (DC, PSI + i partiti
socialdemocratico, repubblicano e liberale). Intanto è divento segretario del PSI Bettino Craxi
che è anticomunista e sostenitore dell’autonomia socialista.
13.4 Una stagione di rose
Negli anni ’70 si fa vivo il MOVIMENTO FEMMINISTA, composto da una grande varietà di
organizzazioni che nascono negli USA e nell’Europa occidentale, tutte promosse e guidate da
donne che vogliono rimettere in discussione la natura delle relazioni che legano l’universo
femminile e quello maschile. Aspetti essenziali delle democrazie postbelliche è l’integrale
estensione dei diritti politici alle donne, l’organizzazione o il completamento di strutture
educative totalmente aperte anche alle ragazze.
Sono trasformazioni importanti, perché pongono premesse per ragionare intorno alla
legittimità di persistenti discriminazioni, come le questioni su opportunità d'impiego e su
differenze di salario. Sono domande che circolano nel variegato movimento studentesco degli
anni ’70, movimento molto aperto alle sperimentazioni, ma che conserva un notevole
maschilismo.
È dall’insoddisfazione, dalle speranze e dalle riflessioni alimentate da questa contrastata
partecipazione al movimento studentesco che nasce in molte giovani donne l’impulso che
porta alla formazione di un nuovo movimento femminista.
Dentro associazioni appositamente create per discutere la condizione femminile prendono
forma tre direttrici di riflessione:
=> “il privato è politico”: i rapporti privati incorporano rapporti di potere che devono poter
essere discussi:
=> identificazione di una positiva differenza sessuale, basata sulla valorizzazione di specifiche
particolarità bio-culturali legate alla corporeità alla sessualità e alla riproduzione e vissute in
modo diverso dai due sessi;
=> “separatismo femminile”: spinge alle estreme conseguenze la riflessione sulla differenza, e
vuole raggiungere una radicale indipendenza psicologica e sociale dagli universi maschili
(padri, fratelli, mariti, compagni, amanti, figli).
La cultura femminista finisce per avere un impatto notevolissimo e duraturo sulla mentalità,
sui costumi e sulle legislazioni:
-- introduzione del divorzio e del principio della parità dei coniugi (
=> Francia, '65 divorzio consensuale; '75 adulterio; '85 parità dei coniugi;
=> Italia, '70 e '74 divorzio consensuale; '75 uguaglianza tra i coniugi; '77 uguale trattamento
salariale e lavorativo; '78 e '81 legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza.
Cambia anche il MONDO DEL LAVORO: vengono abolite preclusioni e barriere e le donno
posso essere magistrato (dal '45 in Francia, dal '65 in Italia). E nelle libere professioni, medici,
avvocati, notai.
Normative specifiche incoraggiano o impongono una presenza paritaria di uomini e donne
nelle pubbliche amministrazioni: il principio delle pari opportunità è stato accolto nei

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principali paesi occidentali. Negli Stati Uniti, fin dagli anni '70, con le affirmative actions le
amministrazioni pubbliche sono obbligate a non discriminare gruppi sociali <<svantaggiati>>
come neri, donne.... In Italia nel 2003 è stato modificato l'art. 51 della Costituzione per
aggiungere le "pari opportunità tra donne e uomini" per accedere alle cariche pubbliche.
Nonostante ciò la presenza delle donne nei luoghi del potere continua ad essere relativamente
limitata.
13.5 Una stagione di garofani
Una serie di rivolte mediamente pacifiche cambiano le dittature in Portogallo, Grecia e
Spagna.
13.5.1 In Portogallo
1961, scoppiano rivolte e azioni di guerriglia nelle colonie con il sostegno militare di URSS e
Cina (Angola, Monzambico e Guinea Bissau). Il dittatore portoghese Salazar adotta una linea
di resistenza estrema, impiegando gran parte delle risorse del paese per finanziare l’esercito.
1970, muore Salazar, il successore Caetano continua sulla stessa linea, non si ottengono
risultati concreti, ma solo perdite.
1974, 25 aprile, RIVOLUZIONE dei GAROFANI: un gruppo di militari di orientamento
democratico compie un colpo di stato che rovescia il regime dittatoriale. La rivolta viene
accolta con entusiasmo dalla popolazione che offre garofani ai militari e li infila nelle canne
dei fucili.
1975, il potere viene ceduto a un governo: la rivoluzione ha come effetto la proclamazione
dell’indipendenza delle colonie africane e la convocazione delle elezioni per un’Assemblea
Costituente. Da allora il Partito Socialista si alterna a coalizioni di centro destra.
13.5.2 In Grecia
1974, anche in Grecia si conclude la dittatura militare insediatasi dopo il colpo di stato del '67.
All'origine del cambiamento c'è il tentativo di annettere Cipro.
1960, Cipro ottiene la sua indipendenza dal Regno Unito. Formazione di un governo
presieduto dall'arcivescovo greco-ortodosso Makarios.
=> la Grecia vorrebbe annettere l’isola, ma nell’isola vive una larga minoranza turca che la
Turchia non vuole assolutamente venga aggregata alla Grecia.
1973, una grande manifestazione di protesta contro la dittatura viene organizzata dagli
studenti dell'Università di Atene è repressa con violenza.
1974, la giunta greca organizza un colpo di Stato a Cipro, compiuto dalla Guardia Nazionale
cipriota. La Turchia occupa la parte settentrionale di Cipro. L’isola viene divisa in due zone
indipendenti. Forte panico in Grecia per il timore di una guerra con la Turchia.
1974, estate, uno dei dirigenti politici in esilio, Karamanlis, torna in Grecia e assume
l’incarico di capo del governo provvisorio. In autunno si svolgono libere elezioni
1975, un referendum istituzionale fa decadere la monarchia. Viene approvata la nuova
Costituzione della Repubblica greca. Negli anni seguenti si alternano al governo il partito
conservatore Nea Demokratia di Karamanlis e il Partito socialista greco, Pasok.
13.5.3 In Spagna
1975, morte di Franco. Il successore designato è il principe Carlos di Borbone, che viene
proclamato re di Spagna e che subito manifesta la sua intenzione di favorire una transizione
della Spagna verso istituzioni democratiche.
1976, luglio, il re nomina Primo Ministro Suárez, importante politico franchista passato a
fianco del re.
1977, elezioni per l’Assemblea Costituente, seguite dalle prime elezioni democratiche, vinte
dall’Unione di Centro Democratico (la Catalogna chiede ampia autonomia).
Intanto un'amnistia libera i detenuti politici, si autorizza la ricostituzione dei sindacati e dei
partiti politici, compreso il partito comunista. Non è tuttavia una fase del tutto pacifica: i

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terroristi baschi dell'Eta sono in azione e gruppi di estrema destra e sinistra compiono
attentati sequestri e omicidi.
1978, dicembre la nuova Costituzione viene approvata da un referendum popolare
1981, febbraio, il colonnello Tejero tenta di compiere un colpo di stato, ma fallisce per la
fermezza con la quale viene affrontato dal re e da una larga parte dei responsabili delle forze
armate.
1982, le elezioni danno la maggioranza al PSOE e il socialista Gonzales forma il governo.
Negli anni successivi c'è un'alternanza tra Psoe e Partito Popolare, di centro destra costituito
all'unione di Ucd e Alleanza Popolare.
13.6 Politica ed economia: dalla svolta neoliberista a oggi
Né negli Stati Uniti, né in Europa c'è un governo in grado di rispondere alla crisi scatenata
dall’OPEC. In alcuni casi la situazione si complica per via dei tentativi di conservare intatta la
struttura del Welfare State: obiettivo perseguito soprattutto dalla sinistra, ma difficilmente
realizzabile nel contesto della stagflazione, se non grazie alla conservazione di una forte e
costante pressione fiscale. Molti cominciano a pensare che sarebbe meglio fare a meno di
benefici importanti ma non immediatamente visibili. Inoltre molti politici e pubblicisti di
destra cominciano a criticare duramente il Welfare State.
Regno Unito: 1974, i Laburisti vanno al governo: si trovano a dover affrontare la missione
impossibile di mantenere il Welfare State, far qualcosa per frenare l’inflazione e rilanciare
l’economia. Ma invece la disoccupazione cresce sensibilmente, i prezzi aumentano e la
produzione cala.
1979, alle elezioni vince il Partito Conservatore guidato da Margareth Thatcher: prima
donna primo ministro del Regno Unito (vi rimarrà per 11 anni, '79-90). Per il suo carattere
deciso verrà soprannominata la “lady di ferro”. Il suo programma è di innovare
economicamente quanto è più possibile e far uscire il paese dalla crisi, anche sacrificando il
Welfare State.
=> la sua politica è nettamente neoliberista: rilancio della libertà d’azione degli imprenditori,
contenimento del flusso complessivo della spesa pubblica, che deve essere accompagnata
dalla diminuzione della pressione fiscale, soprattutto sulle fasce di reddito più elevate,
concedere più risorse agli imprenditori, per risvegliare l’economia.
1982, GUERRA delle FALKLAND: il Regno Unito riesce a riconquistare le isole occupate
temporaneamente dall’Argentina.
1983, la Thatcher vince le elezioni per la seconda volta aiutata anche dalla vittoria nelle
Falkland.
In politica economica i provvedimenti principali di Margareth Thatcher sono:
=> attuazione di un ampio piano di privatizzazioni di aziende possedute o gestite dallo stato;
=> duro confronto con i sindacati operai, volto a limitarne il peso e la forza contrattuale;
=> avvio di una politica di contenimento della pressione fiscale sui redditi più alti, mentre
aumentano le tasse sui servizi e sui beni di consumo;
=> taglio dei finanziamenti per il sistema di Welfare (istruzione, sanità, pensioni…).
Riceve un alto consenso dalle classi medie e dagli imprenditori e rispetto da parte delle classi
operaie e trova un imitatore negli Stati Uniti di Donald Reagan che dall'inizio della sua
presidenza (1981-'89)
=> si presenta come l’interprete della moral majority, cioè quella parte di opinione pubblica
cristiana e conservatrice, e come difensore della supremazia americana: il nemico numero
uno è il mondo comunista.
La sua politica economica, detta poi REAGANOMICS, si fonda su:
=> abbassamento del livello di imposizione fiscale;
=> ridimensionamento della spesa per il Welfare;
=> controllo della circolazione monetaria (innalzamento del tasso di interesse);

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=> attuazione di una politica di “deregulation” (eliminazione delle norme che pongono limiti --
sindacali, sociali, ambientali-- all’iniziativa imprenditoriale),
Gli effetti POSITIVI delle politiche di Thatcher e Reagan: contenimento dell’inflazione,
aumento del PIL e quindi, nuovi investimenti e sviluppi tecnologici.
Nei loro progetti sono anche aiutati da una costante diminuzione del prezzo del petrolio.
Inoltre nel Regno Unito sono scoperti nel '71 ed entrano in funzione nel '79 giacimenti di
petrolia a largo della Scozia.
In NEGATIVO ci sono contraccolpi sociali piuttosto significativi:
=> si allarga il divario tra gruppi sociali con redditi alti e gruppi sociali con redditi bassi o ai
limiti della povertà. Tasso di disoccupazione a livelli alti;
=> rimane alto il tasso di disoccupazione o sottooccupazione;
=> negli Stati Uniti si hanno effetti negativi sul sistema sanitario: rimangono attivi solo
Medicaid e Medicare (assistenza medica per indigenti ed anziani). Ogni cittadino si deve
pagare un’assicurazione sanitaria privata così il 10% della popolazione rimane senza
copertura medica.
Nessuno dei governi venuti dopo ha fatto cambiamenti sostanziali alla politica economica
fissata negli anni Ottanta e la dottrina neoliberista ha finito per imporsi nel resto d'Europa,
cercando però di conservare o migliorare gli elementi essenziali del Welfare State: sanità,
scuola, pensioni.
L'eccezione, almeno nelle intenzioni, la Francia del socialista François MITTERAND (1981)
con un programma di nazionalizzazioni, aumenti salariali e riforme sociali. Ma alla fine il
contesto economico non ne ha permesso l'attuazione.
2008, radicale mutamento di prospettive economiche e politiche, che rimette in discussione la
validità del modello thatcheriano e reaganiano: inaspettata crisi economica e le elezioni
presidenziali americane vengono vinte dal democratico Barack Obama, con largo scarto
rispetto ai repubblicani
=> ritornano in auge strumenti come l’aumento della tassazione dei redditi più elevati,
sanzioni fiscali alle imprese inquinanti, rilancio del sistema sanitario statale, intervento del
governo a sostegno delle aziende in difficoltà.
2008-09 si apre un contro-ciclo economico che mette in discussione i trionfalismi delle
politiche neoliberiste.
13.7 Il blocco sovietico dalla crisi alla disgregazione
Lo shock petrolifero colpisce duramente anche le economie e le società dell’Europa
comunista dove provoca un grave deterioramento dei livelli di vita. Il sistema economico
comunista si rivela disastrosamente inefficiente. La produzione industriale ha impianti
costruiti senza nessuna cura per l'ambiente con livelli d'inquinamento atmosferico pazzeschi.
L'agricoltura è il punto debole dell'intero sistema, il suo livello d'inefficienza peggiora al punto che
mentre grandi quantità di grano marciscono, devono importare beni alimentari dall’estero
(anche dagli USA) a prezzi crescenti per effetto della “stagflazione”. Anche la rete
commerciale è disastrosa con funzionari incapaci di calcolare i bisogni del mercato le merci si
trovano a cicli periodici, per es. solo cavoli e niente mele, mele ma non formaggi, formaggi ma
niente carne e così via mentre continuano ad aumentare i prezzi. Il contesto politico è
caratterizzato da un irrigidirsi dei controlli e della repressione nei confronti delle
manifestazioni di critica o dissenso e da un’ulteriore divaricazione tra la gente comune e i
privilegi della la Nomenklatura (l'élite politica e burocratica).
1979, INVASIONE SOVIETICA DELL’AFGHANISTAN: dopo un colpo di stato che rovescia la
monarchia regnante e instaura una repubblica, si attua un secondo colpo di stato che instaura
un regime di sinistra. Drastica riforma agraria e politica di laicizzazione. Ciò provoca una dura
guerra civile, sia per divisioni interne alle forze golpiste sia per la resistenza dei mujaheddin,
(che combattono una "guerra santa" contro il comunismo in nome dei principi dell'Islam) e

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sono finanziati dagli USA che temono un'avanzata del comunismo nel Golfo Persico e i
preziosi giacimenti petroliferi di Iran e Iraq. Il governo sovietico decide di invadere
l’Afganistan ed intraprende una guerra che è un po' il Vietnam dell'URSS e che provoca
un'ulteriore diminuzione del consenso.
1980, in POLONIA l’aumento dei prezzi dei beni alimentari provoca una serie di scioperi nelle
fabbriche. A Danzica, i lavoratori dei cantieri fondano un sindacato libero non comunista,
SOLIDARNOŚĆ, aiutato anche dalla Chiesa cattolica (Papa Wojtyla, Giovanni Paolo II, ex
arcivescovo di Cracovia).
1981, Il governo comunista inizialmente tollera le proteste, ma il capo del governo proclama lo
stato di emergenza e scioglie Solidarność, che sopravvive clandestinamente.
1985, La crisi complessiva dell'intero blocco sovietico arriva a una svolta quando diventa
segretario del PCUS Michail Gorbačëv, estraneo all’esperienza staliniana, ma profondamente
convinto dell’assoluta necessitò di rinnovare e liberalizzare il sistema politico ed economico
sovietico.
1986, GLASNOST (trasparenza): parola d’ordine che allude a una serie di misure volte ad
attenuare la censura, rianimare il dibattito politico interno, rendere pubbliche e relativamente
criticabili le decisioni dell’élite politica sovietica.
L'esplosione di uno dei reattori della centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina mette sotto
gli occhi dell’opinione pubblica mondiale lo stato catastrofico degli impianti sovietici perché la
nube radioattiva, oltre all'Ucraina, investe l'Europa Orientale e la Scandinavia, la Germania, la
Francia e l'Italia.
Gorbačëv lancia la seconda parola d’ordine, PERESTROIKA (ristrutturazione): l’obiettivo è il
rinnovamento del sistema economico attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche e
il miglioramento nella qualità degli impianti.
1988, Gorbačëv fa approvare una nuova Costituzione: rimane la struttura a partito unico, ma
c'è una relativa apertura del sistema politico.
1989, elezioni del Congresso dei deputati del popolo: vincono gli esponenti favorevoli alle
riforme.
1990, marzo, il Congresso elegge Gorbačëv presidente dell’URSS. La maggior libertà di
discussione ha rilanciato le forze nazionaliste, che ora chiedono l’autonomia delle repubbliche
periferiche. Le tre repubbliche baltiche proclamano l’indipendenza. Gorbačëv vorrebbe
bloccare i processi, ma subisce le critiche dei riformisti, guidati da Boris Eltsin.
1991, giugno Eltsin viene eletto presidente della Repubblica russa.
Agosto, tentativo dell’ala conservatrice del governo, PCUS e del KGB di un colpo di stato che
viene sventato perché non aderisce tutto l’esercito e perché Eltsin guida una grande
manifestazione di piazza.
DISSOLUZIONE dell’URSS: Russia, Ucraina, Bielorussia costituiscono la Confederazione degli
Stati Indipendenti (CSI), insieme a tutti gli altri stati asiatici dell’URSS. Non è che l'avvio di un
processo di liberazione di tutti gli Stati. Eltsin scioglie sia il PCUS, sia il KGB. Tutto il blocco
dell’est va in frantumi: i paesi comunisti attraversano crisi che portano allo smantellamento
delle istituzioni comuniste e all'istituzione di sistemi democratici e pluralisti.
1989, 9 novembre, Repubblica Democratica Tedesca: i dirigenti autorizzano l’apertura dei
passaggi tra le due parti di Berlino (già da qualche mese l’Ungheria aveva aperto la frontiera
con l’Austria). I cittadini di Berlino cominciano ad abbattere il Muro di Berlino costruito 28
anni prima.
1990, la Germania viene riunita nella REPUBBLICA FEDERALE di GERMANIA, grazie al
Cancelliere dell’RFT, il democristiano Kohl.
1989, dicembre, Romania: imponenti manifestazioni contro il regime comunista dittatoriale di
Ceauşescu che vengono represse violentemente. Il dittatore tenta la fuga ma viene fermato,

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condannato a morte e immediatamente giustiziato insieme alla moglie da un tribunale


improvvisato.
13.8 La guerra torna in Europa
Non è stata necessaria nessuna guerra per distruggere il comunismo che si è autodistrutto tra
ingiustizie e inefficienze.
Tutta l’Europa orientale può dotarsi di istituzioni libere e democratiche. Ma non è così pacifico
ovunque. In alcune repubbliche indipendenti nate dalla dissoluzione dell’URSS si verificano
scontri molto violenti per ragioni etnico-religiose : Tagikistan (tagiki contro la minoranza
pamira), Azerbaigian (azeri contro armeni), Georgia (tentativo di secessione dell’Abkhazia).
RUSSIA: dopo il ritiro di Gorbačëv, Eltsin guida la nuova Federazione Russa. Ma l’economia
non si riprende e la corruzione politica dilaga. Si formano gruppi politici nazionalisti ed Eltsin
reagisce a difesa dell’identità nazionale russa: per questo intraprende una Guerra contro la
Cecenia, che vuole l'indipendenza.
2000, Eltsin è sostituito alla presidenza da Vladimir Putin (ex dirigente del KGB) che si
mantiene sulla linea di Eltsin: s'impegna in Cecenia e cerca di condizionare l'indipendenza
dell'Ucraina.
Dal punto di vista della politica economica interna:
=> l’introduzione dell’economia di mercato si accompagna a una drammatica divaricazione
delle ricchezze, mettendo in dubbio il carattere democratico del sistema politico russo.
1993, Cecoslovacchia, il paese si divide pacificamente in due parti, la REPUBBLICA CECA e la
SLOVACCHIA.
Iugoslavia: anche se non fa parte dello stato sovietico, la crisi dello stato comunista, provocata
dalla dissoluzione dell’URSS apre lo spazio ai movimenti nazionalisti che vogliono
l’indipendenza delle diverse regioni, della Federazione Jugoslava che hanno grandi differenze
culturali, linguistiche e religiose.
Le tendenze secessioniste sono osteggiate da Milošević, presidente della Serbia, che vede lo
Stato principale della Federazione, egemone nella nuova Jugoslavia.
1991, Slovenia, Croazia e Macedonia proclamano la loro indipendenza dalla Jugoslavia,
provocando la reazione militare serba. In SLOVENIA la guerra dura pochissimi e la Serbia di
Milošević riconosce l'indipendenza del nuovo Stato.
In CROAZIA: l’intervento serbo è giustificato dall’esistenza di significative minoranze serbe.
Nascono bande paramilitari serbe che compiono atti di violenza contro i civili croati. Il
governo indipendente croato riesce a creare rapidamente un esercito che contrasta quello
serbo. Inizia una guerra di 4 anni che vedono, da ambedue le parti, rappresaglie e operazioni
di pulizia etnica contro la popolazione civile.
1995, la guerra si conclude con la mediazione del presidente Clinton. La Serbia riconosce lo
stato indipendente croato.
1992, anche la Bosnia-Erzegovina tenta di separarsi dalla Jugoslavia. Si verificano duri scontri,
dovuti dalla composizione plurietnica della Bosnia-Erzegovina: bosniaci musulmani, serbi
ortodossi e croati cattolici. L’indipendenza viene dichiarata dal governo musulmano: sia i
serbi che i croati della Bosnia si oppongono e si organizzano militarmente.
Scoppia una sanguinosissima guerra tra tre Stati che dura 3 anni.
1995, con un accordo di pace si costituisce uno Stato Unitario di Bosnia-Erzegovina, articolato
in due unità largamente autonome:
=> la Federazione Croato-Musulmana e la Repubblica Serba.
In KOSOVO. Tensione tra la Serbia e la provincia serba del Kosovo: contrasto tra la comunità
albanese-kosovara, maggioritaria e che chiede l’indipendenza dalla Serbia, e la comunità
serbo-kosovara, minoritaria ma sostenuta dallo Stato serbo. Ma il Kosovo è una sorta di
regione sacra per il nazionalismo serbo. In quell'area le truppe serbe hanno perso la guerra

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contro il sultano Murad I nel 1389: uno degli eventi che fanno parte della mitologia
nazionalista serba.
1989, Milošević revoca l’autonomia amministrativa alla provincia del Kosovo e tenta una
“serbizzazione” forzata dell’area.
1996, comincia ad operare il gruppo separatista albanese-kosovaro UÇK: attacchi contro
comunità serba. In risposta i serbi costringono gli albanesi a lasciare i territori ed andare in
l’Albania o inMacedonia.
1999, la NATO, su impulso del presidente Clinton, avvia una campagna di bombardamenti in
Serbia, fino alla capitolazione. In Kosovo arrivano truppe ONU, ma continuano le azioni di
albanesi-kosovari contro i serbi.
2000, questa serie di sconfitte constringono Milošević a indire libere elezioni per la
presidenza dello stato serbo. Viene sconfitto dal Partito Liberaldemocratico di Kostunika.
2001, Milošević viene arrestato su mandato del Tribunale Internazionale per i crimini di
guerra come uno dei massimi responsabili delle sanguinose guerre jugoslave.
2006, il Montenegro con un referendum proclama la sua indipendenza dalla Serbia. Milošević
muore in prigione.
2008, anche il Kosovo proclama la sua indipendenza, ma non ha ancora ricevuto un
riconoscimento internazionale.
13.9 Un'Europa unita
La dissoluzione dell'Est comunista ha visto riemergere odi etnici e movimenti nazionalisti. E
rivedere Sarajevo (capitale della Bosnnia-Erzegovina) al centro dei conflitti ha fatto
riemergere il ricordo della prima guerra mondiale. Mentre invece il resto dell'Europa si è
indirizzata verso la cooperazione e l’unione dei vari Stati-nazione in unità istituzionali
sovranazionali.
1951, Belgio, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Italia, Lussemburgo e Olanda formano la
COMUNITÀ EUROPEA del CARBONE e dell’ACCIAIO (CECA.)
1957, creazione della COMUNITÀ ECONOMICA EUROPEA (CEE) e la Comunità Europea
dell’Energia Atomica
=> Consiglio dei Ministri, tre Commissioni esecutive, un Parlamento comune e una Corte di
Giustizia.
1973, entrano nel sistema Regno Unito, Irlanda e Danimarca.
1979, il Parlamento europeo viene eletto a suffragio universale diretto da tutti i cittadini dei
paesi membri. Viene stabilito un accordo monetario che regola i rapporti di cambio tra le
monete dei paesi membri.
1981, aderisce la Grecia.
1986, si uniscono Spagna e Portogallo. Un accordo trasforma il mercato comune in un mercato
unificato.
1992, TRATTATO di MAASTRICHT: prevede l’introduzione di una moneta unica e di una
BANCA COMUNE EUROPEA, la possibilità di realizzare iniziative comuni di politica estera e
l’introduzione dello status di CITTADINO EUROPEO.
1993, la comunità prende il nome di UNIONE EUROPEA.
1995, adesione di Austria, Finlandia e Svezia. Diventa efficace il TRATTATO di SCHENGEN che
autorizza la libera mobilità dei cittadini nell’area territoriale dei paesi dell’Unione che l’hanno
accettato.
2002, 1 gennaio, prende corso legale la MONETE UNICA dell’UNIONE, l’EURO e sostituisce le
monete locali in Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo,
Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Grecia, Slovacchia, Slovenia, Malta e Cipro.
Il processo di Unione Europea, anche se lungo e complesso, è uno degli eventi più significativi
di tutta la storia europea.

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2005, alcuni paesi membri dell’Unione si oppongono all’approvazione di una Costituzione


valida per l’intera UE. Viene bocciato da due referendum popolari in Francia e in Olanda.
2007, 13 dic a LISBONA, approvazione e firma di un nuovo TRATTATO sull’UNIONE che
riprende gli accordi di Maastricht e conferma l’esistenza delle istituzioni europee al momento
attive e migliora i rapporti tra istituzioni europee e Parlamenti dei paesi membri, ma non fa
dell’UE una struttura politica capace di imporsi sulla volontà e gli indirizzi dei governi. Entra
in vigore nel 2009.

Gli organi fondamentali dell’UE sono:
=> COMMISSIONE EUROPEA: potere esecutivo, ha sede a Bruxelles. È composta da un
presidente, che sceglie un commissario in rappresentanza di ciascun paese dell’UE. La
Commissione deve essere ratificata dal Consiglio dell’UE e approvata dal Parlamento. Formula
proposte di legge che devono essere approvate dal Consiglio e dal Parlamento Europeo;
=> CONSIGLIO dell’UNIONE EUROPEA: potere legislativo, sede a Bruxelles. È formato dai
ministri dei governi degli Stati membri, ha il compito di concludere accordi internazionali tra
UE e altri paesi. Esercita, insieme al Parlamento, il potere legislativo;
=> PARLAMENTO EUROPEO: doppia sede a Strasburgo e Bruxelles, potere legislativo affidato
a 2 organi, bicameralismo imperfetto;
=> CONSIGLIO EUROPEO composto dai capi di Stato o di governo dei paesi membri coadiuvati
dai ministri degli Esteri. Esamina questioni sul processo di integrazione europeo o il rapporto
con altri Stati o organizzazioni internazionali;
=> CORTE di GIUSTIZIA: sede a Lussemburgo, un giudice per ogni stato membro tratta dei
contenziosi tra uno Stato membro e l'UE in merito all’applicazione delle norme approvate
dagli organi legislativi dell'Unione;
=> BANCA CENTRALE EUROPEA: sede a Francoforte, compito di delineare e mettere in
esecuzione la politica monetaria degli Stati membri che hanno adottato l'euro.
13.10 La politica italiana dal 1980 a oggi
Negli anni ’80 si ha la ripresa in grande stile delle attività della criminalità organizzata, che
gestisce attività illegali lucrose, come il commercio della droga o le estorsioni. La lotta contro
la mafia è condotta da funzionari di altissimo profilo etico (Dalla Chiesa, Falcone,
Borsellino), tutti morti in seguito ad attentati compiuti dalle organizzazioni mafiose.
1979, si chiude l’esperienza dei governi di solidarietà nazionale e del compromesso storico. Il
PCI è di nuovo all’opposizione.
Il PSI è l’unica sponda possibile per la costruzione di solide maggioranze.
1981/2, governo guidato da un esponente del Partito Repubblicano, Spadolini, con coalizione
di centro-sinistra.
1983-1987, governo Craxi con una coalizione di centro-sinistra.
1989, Dopo la Caduta del Muro di Berlino, il segretario del PCI, Achille Occhetto, annuncia
l’apertura di una fase di discussione che dovrebbe portare a un mutamento del nome del
partito e a un mutamento dei suoi riferimenti ideali. Ma molti rimangono convinti che i valori
e gli ideali comunisti vadano conservati.
1991, scioglimento del PCI e fondazione di un nuovo partito, il Partito Democratico della
Sinistra (PDS), che dichiara di voler essere socialdemocratico. Nel 1998 il PDS assume il nome
di Democratici di Sinistra (DS). I più conservatori fondano il Partito della Rifondazione
Comunista (PRC).
1992, esplode l’inchiesta “Mani Pulite” che denuncia pratiche di corruzione e concussione
che coinvolgono tutti i principali partiti italiani che hanno avuto recenti responsabilità di
governo. La credibilità di politici come Craxi (PSI); La Malfa (PRI); Forlani (DC) viene messa
fortemente in discussione. Anche diversi nomi dell’imprenditoria appaiono coinvolti. Lo scopo
dei partiti era assicurarsi i fondi necessari a finanziare le attività dei partiti come le campagne

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elettorali, mentre gli imprenditori pagavano tangenti per assicurarsi gli appalti delle opere
pubbliche o delle forniture dello Stato. I partiti coinvolti tentano di avviare un processo di
cambiamento delle leadership, del nome e della struttura, ma in poco tempo scompaiono di
scena.
1993, 18 aprile, da un referendum emerge chiaramente il desiderio di cambiare il sistema
elettorale per adottarne uno che favorisca il bipolarismo: si vorrebbe passare da un sistema
proporzionale a uno maggioritario. Sulla base dei risultai del referendum il Parlamento
approva nuove leggi elettorali per Camera e Senato basate sul sistema maggioritario che
costringe i partiti a formare coalizioni elettorali.
Intanto tra il '91 e il '95 il centro-destra si trasforma:
1991, da formazioni neo-nazionaliste nasce la Lega Nord, guidata da Umberto Bossi che
dichiara di voler difendere un'identità nazionale padana ma, più concretamente, difende gli
interessi economici dei ceti medi e imprenditoriali dell’Italia settentrionale minacciati da
un'eccessiva pressione fiscale.
1994, gennaio, il massimo imprenditore televisivo, Silvio Berlusconi, a pochi mesi dalle
elezioni fonda un partito nuovo, Forza Italia, con un programma neoliberista (che s'ispira alla
Thatcher e a Reagan).
1995, il segretario del Movimento Sociale Italiano, Gianfranco Fini, ribattezza il partito
Alleanza Nazionale (AN), e abbandona i suoi riferimenti ideologici al fascismo, trasformando il
partito in un partito democratico di destra, che, rispetto al partito di Berlusconi, mostra una
maggiore attenzione alle politiche sociali e alla possibilità dell’intervento dello stato nella
gestione di settori economici strategici.
Tutto questo fa sì che dalle elezioni del '94 in poi si stabilizza una situazione quasi bipolare:
=> Coalizione di CENTRO-DESTRA: “Polo, poi Casa delle Libertà e Libertà”, costituita da Forza
Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord e formazioni ex-democristiane (dal 2002 riunite
nell'UDC);
=> Coalizione di CENTRO-SINISTRA: “Ulivo”, composto da formazioni post-comuniste, varie
formazioni post-democristiane, liberaldemocratiche, socialdemocratiche e altre formazioni
minori.
L'andamento dei risultati elettorali ha permesso per la prima volta dalla fondazione della
Repubblica di avere una regolare alternanza di governi di centro-destra e centro-sinistra. (cfr.
schema p. 406).
Le campagne elettorali si sono svolte con pesanti accuse dall'una e dall'altra parte:
=> Berlusconi è stato accusato dal centro-sinistra di costituire un pericolo per la democrazia,
concentrando nelle sue mani potere politico e controllo di gran parte dei media e di
appoggiarsi su partiti antidemocratici e antinazionali;
=> i leader della coalizione di centro-sinistra sono stati accusati di essere condizionati dalla
presenza di una forte minoranza di sinistra, comunista o estremista;
=> i governi di entrambe le coalizioni hanno appoggiato le iniziative politiche e militari USA.
=> l’inclusione di partiti estremisti all'interno di partiti più moderati ha permesso un
confronto democratico;
=> il problema per entrambe le coalizioni è che, essendo formate da partiti che hanno visioni
della politica economica o sociale a volte distanti, ha reso difficile e meno incisiva l'azione dei
governi. L'opinione pubblica ha cominciato a prendere le distanze dalla politica e ad
apprezzare le posizioni assunte da opinionisti o uomini dello spettacolo che lanciano critiche
contro l’inefficienza o lo scarso rigore etico della classe politica portando alla nascita di una
nuova forma di QUALUNQUISMO.
Ma i cambiamenti dei partiti continuano:
2007, ottobre, Margherita e DS confluiscono in un nuovo partito, Partito Democratico (PD),
con alla guida Veltroni.

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2008, febbraio, fusione tra Forza Italia e AN (Alleanza Nazionale), costituzione di un nuovo
partito, il Popolo delle Libertà (PdL.)
Aprile, elezioni in cui si sfidano centro-destra (PdL, Lega), centro-sinistra (PD, Italia dei
Valori) e formazioni autonome (UDC).
Vince la coalizione di centro-destra, con larghissimo margine. I cattolici dell’UDC mantengono
una piccola rappresentanza.
8 maggio, formazione di un governo di centro-destra, presieduto per la quarta volta da
Berlusconi. Nonostante la larga maggioranza, fatica a governare.
2011, novembre, il governo Berlusconi si dimette e viene sostituito da un governo tecnico,
presieduto da Mario Monti.

Capitolo 14. Desideri e paure
14.1 Il dominio dei monitor
Ai nostri tempi domina la potenza ipnotica dei monitor, di tv e computer. È negli anni ’60 che
la televisione si impone ovunque. Un decennio dopo si moltiplicano le stazioni televisive:
prima emittenti pubbliche, poi sempre più stazioni private, sul modello del sistema USA. Negli
anni ‘80/’90 la tecnologia televisiva esplode: le reti si moltiplicano, mentre nascono i canali
satellitari a pagamento. La vera americanizzazione della cultura europea ha luogo ora,
attraverso l’importazione di prodotti e format USA.
Il cinema segna il suo trionfo definitivo dagli anni ’80 in avanti, con mega-produzioni USA che
relegano le cinematografie nazionali a piccoli spazi di mercato.
Questi processi sono rafforzati dall’imporsi dell’inglese come lingua dominante: questa
egemonia si attua attraverso cinema, tv, libri e musica. La grandissima maggioranza della
musica e dei libri tradotti sono di provenienza anglo-americana.
Le case editrici anglo-americane non hanno moltissimi motivi per tradurre libri da altre
lingue, disponendo già di un esercito di scrittori in lingua inglese.
Poi ci sono le immagini e i servizi sull’attualità, che sono l’essenza del giornalismo televisivo,
che ha progressivamente marginalizzato il giornalismo stampato: dal Vietnam in poi le guerre
e gli eventi si seguono in diretta televisiva.
Negli anni ‘60/’70 i computer sono ancora strumenti che solo enti pubblici o grandi aziende
private possono permettersi.
Con gli anni ‘80/’90 i prezzi calano e le prestazioni migliorano notevolmente, diventando
disponibili per famiglie e privati.
Nello stesso periodo esplode anche internet, che diventa un sistema efficiente per realizzare la
metafora del “villaggio globale”.
14.2 Le narrazioni commerciali
I mezzi di telecomunicazione sono perfetti per pubblicizzare i prodotti di consumo: lo spazio
riservato alla pubblicità che negli anni Cinquanta/Sessanta era piuttosto ridotto, si moltiplica.
La debordante presenza delle pubblicità all’interno delle trasmissioni è oggetto di dibattito: vi
è chi la ritiene normale in un sistema di mercato, chi invece ritiene la cosa eticamente
riprovevole. Le pubblicità ancor più di prima entrano nell’immaginario di tutti perché sempre
di più raccontano. La creatività e l’inventiva di storie di questo tipo è veramente notevole, e a
volte le modalità narrative sono in grado di interagire direttamente con le narrazioni
cinematografiche (utilizzo di famosi registi). Viene da chiedersi se le immagini presentate
presentino una realtà immaginaria o siano il riflesso della vita reale con cui stabiliscono un
contatto immediato.
4.3 Gli affetti in famiglia
Negli ultimi decenni del XX sec. le famiglie sono cambiate. Fino agli anni ’60 ha dominato un
modello di famiglia gerarchia, nella quale l’autorità del maschio capofamiglia raramente viene
messa in discussione. I modelli normativi hanno lasciato poco spazio per i rapporti affettivi,

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densi di emotività e di partecipazione: i rapporti tra genitori e figli sono stati improntati a un
sostanziale formalismo e durezza.
Dagli anni ’70 in avanti si ha un cambiamento di cui sono protagonisti i baby boomers cioè le
persone nate negli anni '50-'60 che hanno partecipato ai movimenti giovanili e hanno messo
in discussione l’autorità dei propri genitori che vogliono evitare di imitare. Si diffondono
comportamenti parentali che accorciano le distanze gerarchiche genitori-figli e mariti-mogli.
Il modello romantico della famiglia felice tende a rimodellarsi, ad aprirsi verso un rapporto di
complicità emotiva e affettiva tra tutti i suoi membri. È un modello che si vede al cinema e in
tv e che viene identificato come qualcosa di “moderno” e quindi “buono, perché al passo con i
tempi”. Così si compie un processo cominciato all'inizio dell'Ottocento che spinge verso
famiglie fondate sull'amore, tra marito e moglie, tra genitori e figli. Ma con il grande
investimento emotivo nascono anche le tensioni che mettono in crisi i rapporti.
14.4 La rivoluzione sessuale e le sue implicazioni
Negli anni ’70 si sviluppa in occidente una “rivoluzione sessuale”, un mutamento radicale e
molto rapido delle pratiche sessuali.
Negli anni precedenti i giovani arrivavano al matrimonio avendo alle spalle modeste
esperienze sessuali. Ora la sessualità prematrimoniale diventa la norma, l’età del primo
rapporto si abbassa e le sperimentazioni sessuali avvengono in una fase relativamente lunga
che precede il matrimonio.
Gli elementi che determinano questo cambiamento sono:
=> l’evoluzione delle tecniche anticoncezionali: commercializzazione della pillola
anticoncezionale (anni '60). Il sesso comincia ad essere concepito come una pratica sganciata
dalla finalità riproduttiva e le donne conquistano il controllo della propria sessualità. La
minaccia dell’AIDS negli anni ’80 non modifica le pratiche relazionali ma porta soltanto ad un
uso più oculato delle tecniche anticoncezionali (il profilattico).
=> i movimenti giovanili degli anni Sessanta/Settanta: movimento studentesco, quello
femminista, la cultura hippy e quella del rock hanno come obiettivo polemico il
proibizionismo tradizionalista delle famiglie autoritarie. Uno dei principali punti di attacco è
la possibilità di vivere in modo libero la propria sessualità.
L’idea che la sessualità non debba essere necessariamente legata alla riproduzione porta molti
a considerare sotto un’altra luce il concetto di perversione sessuale e a manifestare una
maggiore tolleranza nei confronti dei diversi orientamenti sessuali.
In alcuni casi non si tratta solo di un mutamento di costumi ma dell'introduzione di norme
giuridiche che aboliscono il reato di omosessualità (Regno Unito '67, Germania, '69). Nel 1973
l'associazione degli psichiatri americani cancella l'omosessualità dal Manuale Statistico e
Diagnostico delle Malattie Mentali.
La rivoluzione sessuale diffonde inoltre un modello relazionale nel quale l’intesa affettiva e
romantica dev’essere completata da una perfetta intesa erotica. Questo nuovo concetto delle
relazioni di coppia si trasmette anche ai rapporti matrimoniali. Il risultato un notevole
aumento dei divorzi.
Emergono tre nuovi tipi di famiglie:
=> famiglie ricostruite, quelle nelle quali almeno una persona viene da un matrimonio
precedente. La forma più semplice è quando non ci sono figli, la più complessa quella in cui
ambedue i coniugi sono divorziati e hanno figli dalle unioni precedenti e nuovi figli nella
nuova unione. Questo tipo di famiglia fa esplodere le strutture parentali tradizionali e non ci
sono ancora né un vocabolario né leggi stabili che regolino i nuovi tipi di rapporti;
=> convivenze di fatto, cioè le unioni stabili di persone che non vogliono sposarsi, che
ritengono questa soluzione più flessibile e fluida delle famiglie tradizionali. Sono unioni più
diffuse nell'Europa centro-settentrionale e sono favorite da una legislazione che ha equiparato
i figli nati fuori dal matrimonio (una volta illegittimi) con quelli nati all'interno;

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=> unioni permanenti di coppie di omosessuali. In diversi paesi europei per le copie
omosessuali sono state introdotte leggi che introducono il matrimonio (Paesi Bassi, Belgio,
Spagna); in molti altri paesi sono stati introdotti (dall''89 al 2007) i matrimoni civili; in
Francia dal '99 c'è il Pact Civile de Solidarité per tutte le unioni di fatto.
Le strutture familiari sono state poi rese più complesse dalle possibilità offerte dalle nuove
tecniche di fecondazione. Nel 1978 in Inghilterra per la prima volta una bambina viene
concepita in vitro (ovulo materno fertilizzato da spermatozoo paterno e poi reintrodotto
nell'utero materno).
La tecnica offre nuove possibilità e combinazioni sia alle coppie sterili che a quelle
omosessuali. Molti i dibattiti in merito.
14.5 Questioni etiche, risposte sociali
Gli interventi più sistematici sull’insieme di questioni che riguardano le strutture familiari, la
riproduzione e la contraccezione sono compiuti soprattutto dagli esponenti della Chiesa
Cattolica. Il mutamento ha inizio con i pontificati di Giovanni XXIII (1958-1963) e di Paolo VI
(1963-1978). Giovanni XXIII introduce uno stile e una linea pastorale di maggior apertura e di
dialogo con le società contemporanee. Indìce il Concilio Ecumenico Vaticano II (ott. 1962), che
decide di abbandonare la messa in latino in favore della messa celebrata usando la lingua di
uso corrente.
Paolo VI nel 1968 pubblica l’Enciclica Humanae Vitae: punto essenziale è che il matrimonio
deve avere la finalità della riproduzione. Il papa condanna ogni pratica anticoncezionale.
Giovanni Paolo II incoraggia la politica di evangelizzazione e diffusione del cattolicesimo,
continua il dialogo con le altre religioni, si impegna pubblicamente nella critica netta nei
confronti dei regimi comunisti, insiste sui temi relativi alla difesa della famiglia come nucleo
sociale destinato alla costruzione di una relazione armonica proiettata verso la riproduzione,
si esprime contro le pratiche che consentono di interferire con il processo di riproduzione
naturale. In continuità con i predecessori si mantiene Benedetto XVI.
Gli interventi dei pontefici in materia di morale sessuale hanno grande ascolto nei paesi
prevalentemente cattolici, anche se su alcuni temi, come l’impiego di tecniche
anticoncezionali, l’ascolto sembra essere molto più ridotto. Alcuni paesi cattolici (Spagna,
Portogallo, Italia) hanno tassi di fertilità e numero di figli tra i più bassi d’Europa perché
l’insistenza della Chiesa sui rapporti famigliari ha indotto le élite politiche a investire
relativamente poco in interventi di politica familiare demandando l'assistenza alle reti
parentali.
Politiche sociali come quelle di Italia, Spagna e Portogallo, che si fondano sulla convinzione
che i doveri di assistenza e cura familiare appartengono alle reti parentali più che allo Stato,
non considerano i mutamenti familiari che hanno investito anche questi paesi con il risultato
di una notevole limitazione delle nascite.
14.6 La violenza contro le donne
Il processo di liberazione dei costumi sessuali ha favorito la circolazione di immagini o di
narrazioni a carattere sessuale. Il problema nasce dal diffondersi di materiale di carattere
esplicitamente pornografico (quando le immagini offrono una rappresentazione dell’incontro
sessuale come una relazione totalmente anaffettiva, nella quale un soggetto dispone del corpo
dell’altro come se si trattasse di un puro oggetto). Materiali di questo genere soddisfano un
bisogno di compensazione psicologica del maschio: l’emergere delle donne come soggetti
attivi nel mondo del lavoro mette in discussione un plurisecolare dominio maschile sulle
donne. Gli uomini oggi sono forse più violenti nei confronti delle donne di quanto non lo siano
fra di loro.
In tutta l’EU le violenze commesse da uomini tra le mura domestiche sono in testa alle
statistiche sulle cause di morte delle donne. Gli aggressori sono spesso uomini con buona
istruzione e con una soddisfacente collocazione professionale.

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In cima alla classifica c'è la Romania e, a seguire, Finlandia, Norvegia, Lussemburgo,


Danimarca, Svezia. Agli ultimi posti Italia, Portogallo e Irlanda.
Il fatto che in paesi avanzati e moderni si verifichino comportamenti violentemente misogini
si può in parte spiegare con il fatto che la storia e la cultura dell’Occidente moderno e
contemporaneo ha visto un predominio assoluto del maschio sulla femmina. Di positivo cè
che, negli ultimi anni, tutti i paesi dell'Unione Europea, hanno adottato o stanno adottando,
misure legislative più severe contro questi reati.
14.7 Per sempre giovani
Caratteristico del XX sec è l’esaltazione della bellezza come attributo assoluto della giovinezza,
esaltazione amplificata e imposta da tv, dal mondo dello spettacolo, dalla pubblicità e dallo
sport. La popolarità degli sport passa anche dalle strette relazioni che allaccia con il mondo
della pubblicità e delle comunicazioni televisive. Un’ossessione simile è quella che riguarda le
vacanze: più sono faticose, più consentono di esibire il buon funzionamento del corpo di una
persona.
Si pone il problema delle persone anziane, sempre più numerose e che sono diventate uno
straordinario mercato, al quale si offrono strumenti per nascondere i segni della vecchiaia.
Dietro a tutte queste ossessioni c’è uno dei più grandi mutamenti antropologici mai
attraversati dall’occidente: il culto della giovinezza e della bellezza tradisce una sincera paura
per la morte. La rimozione della morte è la regola: i bambini vengono tenuti lontani, chi ha
subito un lutto non deve esibirlo troppo, i culti funebri diventano piuttosto sbrigativi.
È un processo che ha diverse cause possibili, fra cui la grande quantità di morti della II Guerra
Mondiale. Il cedimento di un’ideologia mortuaria e sacrificale come quella nazionalista, lascia
spazio a reazioni differenti, a un ottimismo in alcuni casi.
Alla rimozione della morte contribuiscono sicuramente anche gli straordinari miglioramenti
della scienza medica che permettono l’abbattimento dei tassi di mortalità: la morte viene ora
associata unilateralmente con la vecchiaia, con la decadenza.
Un rito fondamentale è l’osservazione di morti remote, che non toccano emotivamente chi le
guarda, in una celebrazione rassicurante. Un altro rito è quello che consiste nell’elevare al
rango di icona mortuaria una qualche figura che incorpori in sé l’ingiustizia di una morte
precoce (ad es. il culto per Lady Diana). Un terzo rito è offerto dal modo attraverso il quale la
morte è trattata nel cinema o nei videogiochi. La struttura fondamentale comporta che il
protagonista non possa morire, senza dimenticare che comunque la morte esiste, ma non
riguarda gli eroi. Particolare dei videogiochi è una struttura narrativa che suggerisce fantasie
di immortalità.
Alla fine questa grande trasformazione culturale ha effetti vari e piuttosto contradittori: può
sollecitare nevrosi e depressione, aggressività e disadattamento sociale.
Per la prima volta nella storia dell’occidente si guarda alla guerra e alla morte in guerra con
occhi diversi.
Per la prima volta vasti movimenti pacifisti hanno preso a formarsi e a riscuotere un certo
successo: questi movimenti affondano le loro radici nel movimento giovanile USA degli anni
’60. È il timore della guerra, e il timore che essa possa voler dire la morte propria o dei propri
cari, che fa considerare la pace come un bene primario.
A questo punto sarà importante vedere quale tipo di rapporto l'Occidente è in grado di avere
con le altre culture, le altre religioni e le altre concezioni della vita e della morte che arrivano
dai paesi extraoccidentali.

Capitolo 15. Scenari della globalizzazione
15.1 Uno sguardo di lungo periodo
Nel XVI sec. prende avvio il processo di globalizzazione che segue due direttrici di sviluppo:
=> integrazione sempre più stretta dei mercati e delle strutture produttive occidentali con i

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mercati extraoccidentali;
=> sistematica superiorità economica, tecnologica, produttiva e militare dell’occidente.
Nel corso del XX sec. la globalizzazione si svolge con gradi di intensità diversi: restano ai
margini del processo buona parte dell’America Latina, dell’Africa Sub-Sahariana e del mondo
islamico (per problemi di natura culturale e politica).
Nelle macro-aree dell’emisfero Nord le trasformazioni degli ultimi 30 anni comportano:
=> l’integrazione dei mercati che si intensifica;
=> la superiorità economica dell’Occidente si attenua perché vi sono aree emergenti che
cominciano a mostrare una dinamicità pari se non superiore;
=> la superiorità militare e politica dell’Occidente subisce sfide significative.
La sfida all'Occidente iniziata con la decolonizzazione ha nuovi sviluppi.
15.2 Sei miliardi di abitanti
Mutamento nei ritmi della crescita demografica, da cui deriva una diversa distribuzione della
popolazione mondiale. Dal 1950 a oggi c’è stato un evidente, profondo mutamento, mentre la
crescita Europea è molto rallentata (flessione del tasso di natalità dovuta alla pianificazione
demografica), in Asia e in Africa si verifica un’esplosione demografica dovuta ad una
nettissima diminuzione dei tassi di mortalità (soprattutto infantile), mentre la natalità rimane
molto alta. Uno degli effetti primari di questi processi è stato l’impulso potente a flussi
migratori dai paesi meno sviluppati economicamente a quelli più sviluppati: dall’Asia
(soprattutto India e Cina) verso Nord America, Europa, Penisola Araba e Australia e poi
dall’Africa del Nord verso l'Europa e dal Centro America al Nord America, in primo luogo
verso gli Stati Uniti.
15.3 Flessibilità, delocalizzazione, globalizzazione
A partire dagli anni ’80 le politiche neoliberiste (Thatcher/Reagan) hanno un impatto
profondo sulle modalità di organizzazione dei sistemi produttivi. Approfittando del minor
peso delle organizzazioni sindacali le imprese occidentali introducono nuove modalità di
utilizzazione della forza lavoro. Tutte adottano sistemi vari, che si fondano sull’idea di
un'utilizzazione temporanea e a basso costo della forza lavoro giovanile (contratti temporanei
di formazione o "progetti" formativi) con coperture assistenziali limitate o inesistenti. Al
termine dei contratti le imprese possono decidere se confermare o lasciar cadere il rapporto
di lavoro (come avviene con più frequenza perché più conveniente). Così molti giovani
attraversano un lungo periodo di apprendistato, prima di acquisire le competenze sufficienti
ad essere assunti in forma stabile. Il termine che cerca di nobilitare esperienze lavorative
difficili e scoraggianti è flessibilità.
Un secondo aspetto importante è la delocalizzazione e globalizzazione della produzione
industriale: per molte imprese occidentali è conveniente aprire impianti di produzione in parti
del mondo dove la forza lavoro costa pochissimo e dove non esistono normative ambientali o
sindacali. Spesso le aziende occidentali si limitano a commercializzare i prodotti confezionati
nel Terzo Mondo.
La delocalizzazione comporta un processo di globalizzazione integrale che non riguarda più
soltanto gli scambi commerciali ma le stesse attività produttive.
Nel settore dell’intermediazione commerciale sono in atto processi diversi, caratterizzati dalla
formazione di catene commerciali o di grandi magazzini collegati a un’unica azienda: esse
possono avere un’estensione nazionale, ma anche una disseminazione mondiale (es.
MacDonald).
Tutti questi processi sono resi possibili dalla rivoluzione informatica derivata
dall’abbassamento dei prezzi dei computer, che ora riesce a trovare un’applicazione nei
processi di produzione, dove consente un incredibile risparmio di manodopera.
La successiva diffusione negli anni Novanta di internet, che consente con la posta elettronica la
comunicazione in tempo reale con ogni parte del mondo, ha avuto ulteriori effetti economici:

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ha facilitato l’efficienza della delocalizzazione, che può essere applicata anche ai servizi di
assistenza -- call center o i computing center -- che possono trovarsi in qualunque parte del
globo. Allo stesso modo i collegamenti finanziari (spostamento di capitali, mobilità di valori
della Borsa) sono ora un’operazione immediata e di grandissima rapidità.
Tutte queste dinamiche sollecitano un ulteriore mutamento, quello che si può definire
l’avvento della società post-industriale: in occidente le aziende delocalizzano e quindi
diminuisce il numero dei lavoratori industriali mentre aumenta il numero degli addetti ai
servizi. In conclusione il processo iniziato negli anni Sessanta si compie nei decenni
successivi: sono aumentati i lavoratori del terziario e sono diminuiti gli operai e i contadini.
Inoltre sono importanti le politiche di deregulation (eliminazione di regole e proibizioni
relative alle attività imprenditoriali), che dagli USA si diffondono poi in EU, e che hanno
attenuato le norme relative alla tutela ambientale. Solo di recente sono state reintrodotte
normative adeguate sull'emissione dei gas di scarico o sull'immagazzinamento e smaltimento
dei rifiuti, ma rimane grave la mancanza di regole ecologiche nei paesi del Terzo Mondo dove
la globalizzazione ha spostato le attività industriali. Ne consegue che il grado di inquinamento
marino e atmosferico è cresciuto esponenzialmente negli ultimi decenni, fino a provocare
effetti permanenti particolarmente gravi, tali da riguardare l’intero globo. Per esempio
l’uso di clorofluorocarburi ha prodotto una lacerazione nello strato di ozono. Le emissioni di
grandi quantità di gas di scarico creano una cappa atmosferica più densa del normale,
provocando un effetto serra e un graduale aumento della temperatura media globale, il global
warming, che causa eventi atmosferici insoliti e pericolosi.
Si è sviluppata una accesa disputa sui benefici o sui danni della globalizzazione. Contro i
processi globalizzanti si sono creati reticoli associativi, in EU e negli USA, che sottolineano le
radicali ineguaglianze geoeconomiche provocate dalla globalizzazione.
I favorevoli sottolineano gli effetti benefici che aree del Terzo Mondo hanno potuto trarre
dalla loro integrazione entro il reticolo produttivo globalizzante, soprattutto sui tassi di
diminuzione della popolazione in condizioni di povertà (cfr. p. 439 per i dati del Pil).

15. 4 Le <<tigri asiatiche>>
Nell’Asia orientale e meridionale la disponibilità di una grande quantità di manodopera a
buon mercato, a volte con buoni livelli di istruzione, ha indotto molte aziende occidentali a
delocalizzare in quei paesi le proprie attività, anche per una normalizzazione delle condizioni
politiche.
L’aggregazione del Giappone ai processi di globalizzazione è stata naturale, visto la
straordinaria ripresa post II Guerra Mondiale, che ha permesso al paese di diventare una delle
principali potenze economiche mondiali. Anche il Giappone è stato colpito dallo shock
petrolifero e dalla conseguente stagflazione degli anni '70, ma la crisi viene superata
rapidamente attraverso un forte processo di innovazione orientata verso la ricerca
informatica e l’adozione di strumentazioni e di tecnologie high-tech. Già nel 1982 la
produzione si avvale di 32mila robot computerizzati e gli investimenti nella ricerca
tecnologica sono nettamente superiori a quelli di Stati Uniti ed Europa.
Anche se corruzione e scandali hanno portato instabilità politica e finanziaria, alla fine degli
anni'90 ci sono chiari segni di ripresa.
Nello stesso periodo le modalità organizzative dell’industria giapponese si sono diffuse in
aree produttive e finanziarie legate al Giappone: Thailandia, Malaysia, Indonesia, Corea del
Sud, Taiwan, Singapore e Hong Kong. Tutti paesi che negli ultimi vent’anni hanno conosciuto
una crescita economica strepitosa, superiore a quella giapponese ed europea ( 4, 5% e 8% del
PIL), tanto da creare la definizione di “Tigri Asiatiche”.
Da queste aree partono anche controtendenze globalizzanti: le grandi aziende asiatiche sono
diventate, su modello occidentale, delle multinazionali, che cominciano a impiantare fabbriche

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e filiali commerciali ovunque nel mondo. Alcune delle maggiori banche mondiali si trovano in
Giappone o nell'area delle tigri asiatiche. La crescita economica di tutta questa regione
geoeconomica è favorita anche dal tipo di rapporto finanziario che si è creato con gli Stati
Uniti che hanno continuato ad essere impegnati ovunque in azioni militari.
Poiché da Reagan in avanti la politica dei governi USA è stata quella di diminuire il prelievo
fiscale, una parte della spesa per gli armamenti è stata finanziata con prestiti che vengono
dagli istituti bancari asiatici, i quali possiedono una quota importante dei titoli di debito
pubblico USA.
Per questa ragione i movimenti che avvengono sui mercati asiatici sono seguiti con
considerevole interesse negli USA e in Europa. Ormai Occidente e Asia sono legate da un
mercato integrato ed eventuali crisi economiche locali possono avere ripercussioni mondiali.
15.4.1 In Cina
1976, morte di Mao Tse-Tung. Lotta per la successione che vede contrapposta la “banda dei
quattro” -- un gruppo sostenitore del ritorno ai metodi della rivoluzione culturale di cui fa
parte anche la moglie di Mao -- e Deng Xiaoping, che era stato emarginato e poi riabilitato da
Mao, e che alla fine predomina.
Deng introduce riforme che liberalizzano radicalmente le attività economiche: vengono
ammesse differenze salariali tra operai e manager a seconda delle loro prestazioni. Anche le
aziende agricole attraversano una fase di liberazione.
Fine anni ’80, queste trasformazioni e le notizie che arrivano dall'Unione Sovietica di
Gorbacev fa pensare a molti cinesi che sia tempo di ottenere la democratizzazione del sistema
politico.
1989, primavera si organizza una grande protesta studentesca a Pechino. Ma il governo è
inamovibile dalla sua linea che vede una liberalizzazione economica da un lato e
conservazione del sistema politico a partito unico dall'altro e ordina all’esercito d'intervenire
a piazza TIENANMEN e di reprimere nel sangue le manifestazioni.
=> inizialmente sembra che l’occidente voglia reagire isolando la Cina, ma il quadro politico
cinese si stabilizza, l’economia si sviluppa secondo regole di tipo capitalistico, e l’esercito è
fedele al regime. Così i paesi occidentali ricominciano a intrecciare fitti legami di cooperazione
e di scambio, incoraggiati anche dagli accordi che consentono l’annessione di Hong Kong e di
Macao.
Ma anche la Cina è attraversata da profondi contrasti: città in pieno sviluppo economico e
urbanistico si contrappongono ad aree rurali dove le condizioni di vita e lavoro hanno fatto
pochi passi in avanti.
15.4.2 In Vietnam e in Laos
1975, I paesi dell'ex Indocina conquistano l'indipendenza dopo la guerra in Vietnam.
In VIETNAM c'è un governo comunista che collettivizza le proprietà agricole e cerca d'imporsi
dal punto di vista politico e militare.
1979, attacco della Cina che ne ridimensiona le ambizioni.
1986, il governo avvia una politica simile a quella cinese e, anche qui i risultati economici sono
molto positivi.
Il LAOS segue una traiettoria simile con risultati economici meno brillanti.
15.4.3 In Cambogia
1976/8, si impone il regime comunista dei KHMER ROSSI, costola dell’esercito popolare
vietnamita, guidati da Pol Pot.
=> quelli che sono identificati come sostenitori del precedente regime vengono eliminati;
=> deportazioni di massa nelle campagne per attuare un comunismo rurale totalmente
egualitario;
=> abolizione del denaro, collettivizzazione delle terre, distruzione di ogni riferimento al
passato (templi buddisti).

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1978, dicembre, TERZA GUERRA d’INDOCINA: il Vietnam attacca la Cambogia: il governo di


Pol Pot viene rovesciato e si insedia un governo comunista filovietnamita. Gli scontri tra
truppe governative e i Khmer Rossi continuano fino al 1998.
1987/8, l’esercito vietnamita abbandona la Cambogia.
1993, grazie alla mediazione ONU si tengono le elezioni per un Assemblea Costituente, che
reintroduce la monarchia costituzionale (re Sihanouk). Le elezioni vedono vincitore il nuovo
partito comunista, che mette fuori legge i Khmer Rossi (definitivamente sconfitti nel '98):
=> le condizioni del paese restano molto critiche nonostante l’apertura del proprio mercato
ad investimenti esteri.
15.4.4 In India
La fase più recente della storia indiana è segnata da notevoli tensioni politiche, con attriti tra i
diversi gruppi etnici, e da un'apprezzabile trasformazione economico-sociale.
1980, torna al potere il Partito del Congresso, guidato ancora da Indira Gandhi.
1984, giugno, l’esercito indiano attacca un tempio sacro ai sikh, che chiedono l’indipendenza
del Punjab, uccidendo oltre 1000 indipendentisti. Negli anni seguenti i sikh lasciano cadere la
richiesta di indipendenza.
31 ottobre, Indira Gandhi viene uccisa dalla propria guardia del corpo, di confessione sikh.
Alla guida del partito sale il figlio Rajiv, che allontana il partito dal filosocialismo, orientandolo
verso una politica neoliberista.
1987, Rajiv decide di intervenire direttamente nella guerra civile in Sri Lanka, tra cingalesi
buddhisti e tamil indù (minoritari).
Sigla un accordo di pace che prevede concessioni ai tamil e per la sua realizzazione invia un
corpo di spedizione che rimane coinvolto in scontri contro i tamil estremisti.
1990, ritiro delle forze indiane, senza che esse abbiano ottenuto alcun risultato.
1991, Rajiv Gandhi viene ucciso a Madras da un terrorista tamil. I governi successivi seguono
le stesse linee: privatizzazione di imprese pubbliche, liberalizzazione degli scambi
commerciali.
1992, conflitto etnico in Kashmir, regione indiana a maggioranza musulmana: azioni di
guerriglia dei gruppi separatisti musulmani. Scontri di frontiera con truppe del Pakistan, che
vorrebbe annettere il Kashmir.
1996, il Partito del Popolo Indiano, conservatore e nazionalista, diventa il partito di
maggioranza relativa. Da allora si ha un confronto continuo tra questo partito e il Partito del
Congresso. Nel complesso il sistema democratico indiano ha retto bene. Le politiche
neoliberiste di Rajiv Gandhi sono state seguite dai governi successivi. Il PIL è aumentato
rapidamente (+3,4% negli anni '80/'90 al 9,7% del 2006). Anche se l'India rimane un paese
agricolo, i settori trainanti sono quello industriale e soprattutto quello dei servizi grazie al
fatto che l'India offre alle imprese occidentali una massa di persone con un alto livello
d'istruzione che possono essere pagate di meno.
Nonostante questo l'India rimane un paese in via di sviluppo con una gran parte della
popolazione ancora analfabeta e in condizioni di povertà.

15.5 Ai margini della globalizzazione
Non tutte le aree del mondo sono coinvolte in misura uguale nel processo di integrazione
economica e hanno visto migliorare le loro condizioni economiche com'è accaduto in Asia
orientale e meridionale.
15.5.1 L'Africa sub-sahariana
Nell'Africa sub-sahariana dall'81 al 2002 la popolazione che vive con meno di 1,36 euro al
giorno è aumentata dal 73,3% al 75% e il Pil pro capite è diminuito del 3,2%.
Le ragioni per cui rimasta ai margini della globalizzazione sono strutturali:
=> scarse comunicazioni e scarsi impianti per le telecomunicazioni;

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=> un livello di analfabetismo molto alto;


=> un livello di conflittualità tra i più alti e distruttivi al mondo.
Colpi di stato, guerre civili, guerre tra etnie, guerre tra Stati...
1994/1996 in Ruanda, uno dei conflitti più disastrosi tra le etnie hutu e tutsi.
1991 in Somalia, anche qui la caduta di una dittatura scatena conflitti tra clan rivali. che
1992/95 una spedizione multinazionale dell'ONU cerca senza riuscirci di risolvere.
Il conflitto al 2007 non si è ancora concluso.
1965, Africa meridionale si forma lo stato razzista della Rhodesia in cui una minoranza bianca
(250mila) domina la popolazione nera (5milioni). Il primo ministro Ian Smith non ottiene
nessun aiuto dall'occidente e l'ONU affretta la caduta del regime razzista con sanzioni
economiche e commerciali.
1972 due organizzazioni nazionaliste nere fondate da Joshua Nkomo e Robert Mugabe e
finanziate da Cina e URSS, iniziano a combattere contro le forze armate bianche.
1976-78 il Primo ministro Ian Smith apre le trattative con i capi dei ribelli,
1980 la Rhodesia cade sostituita dal nuovo stato dello Zimbabwe.
La popolazione nera ottiene i diritti civili e politici ma le due principali etnie continuano a
farsi la guerra negli anni successivi finché nel
1985 Mugabe s'impone come leader e riesce a trovare un accordo. Tuttavia la sua politica
economica porta il paese al collasso. La sua riforma agraria e di redistribuzione delle terre,
espropriate ai bianchi e affidate a persone senza esperienza, nel 2000 fa crollare la
produzione agricola.
In Sudafrica, l'altro stato dominato dai bianchi ancora nel secondo dopoguerra, la crisi inizia
negli anni '70 quando la popolazione nera comincia a ribellarsi all'apartheid (segregazione
razziale), sull'esempio della Rhodesia.
1976 a Soweto (periferia di Johannesburg, la polizia apre il fuoco contro la popolazione e gli
studenti che protestano per l'imposizione nelle scuole della lingua afrikaans al posto
dell'inglese (ci sono molti morti).
1977, Steven Biko, uno dei dirigenti della protesta nera viene arrestato e ucciso in carcere.
A seguire proteste internazionali e pressioni ONU per l'abolizione dell' apartheid.
Per evitare una seconda Rhodesia il bianco Frederick De Klerk, dal 1989 dirigente del
National Party, quando nell'89 diviene Primo ministro legalizza l'African National Congress
(ANC, la principale associazione politica dei neri, illegale dal 1960) e ordina la scarcerazione
di Nelson Mandela, leader dell'ANC, in carcere dal '62.
1992, referendum in cui De Klerk riceve l'approvazione della comunità bianca e viene abolito
l'apartheid.
1994, prime elezioni a suffragio universale vinte da Mandela che diviene Presidente della
Repubblica Sudafricana.
1996, nuova Costituzione che sancisce l'uguaglianza tra bianchi e neri.
Negli anni successivi il problema della riconciliazione tra bianchi e neri viene risolto con
l'istituzione di una COMMISSIONE NAZIONALE PER LA VERITÀ E LA RICONCILIAZIONE
davanti alla quale i responsabili di violenze compiute negli anni dell' apartheid rilasciano
testimonianze pubbliche che valgono per ottenere l'amnistia.[soluzione a cui si sono ispirati
in Colombia nel 2016 per il loro processo di pace].
Tuttavia le tensioni sono ancora presenti perché, malgrado abbiano il miglior PIL di tutta
l'Africa, la ricchezze è distribuita in modo diseguale:
=> le aree urbane vicino alla costa sono le più industrializzate e sviluppate; la popolazione
bianca continua ad avere redditi in media 6 volte superiori a quella nera; gran parte della
popolazione nera che vive nelle periferie urbane e nelle aree rurali è in condizioni di assoluta
povertà. Questo spiega il perché dell'aumento di violenze (non politiche) contro i bianchi.
15.5.2 L'America Latina

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L'America latina è entrata solo parzialmente nella globalizzazione. Tra il 1881 e il 2002
nell'America centro-meridionale il tasso di povertà si è abbassato: le persone che guadagnano
meno di 1,36 euro al giorno sono passate dal 29,6% al 23,4% e questo suggerisce che le
condizioni di vita sono molto migliori che in Asia o in Africa. Ma si tratta di progressi
contenuti: la crescita del Pil è decisamente inferiore rispetto a certe zone delle <<tigri
asiatiche>>.
Negli anni ’90 gran parte dell’America Latina ha cercato di attuare politiche neoliberiste,
scelta accompagnata da gravi crisi finanziare, che hanno scosso soprattutto Messico e
Argentina. Ne è derivata una dipendenza dagli aiuti e dai prestiti USA.
In compenso si concludono molti cicli dittatoriali: (1980) Perù; (1982) Bolivia; (1983)
Argentina; (1985) Uruguay e Brasile; (1989) Cile e Paraguay. La crisi delle dittature nasce da
un profondo scollamento tra governi e opinioni pubbliche, stanche delle repressioni. Un ruolo
rilevante è dato anche dalla crisi del sistema comunista: non è più giustificabile la
sopravvivenza di dittature che bloccano la libertà senza essere in grado di gestire i processi
economici in corso.
I nuovi sistemi democratici si orientano verso l’adozione di istituzioni costituzionali di taglio
presidenziale, facilitando l’ascesa di dirigenti politici che in alcuni casi raccolgono le istanze
anti USA molto diffuse in America Latina.
Sono da ricordare per le riforme sociali ed economiche, capaci di ridare autonomia ai loro
paesi: il presidente brasiliano <<Lula>> da Silva (eletto nel 2002 e rieletto nel 2006). [In
prigione dal 12.4.2018 accusato di corruzione, ma in realtà per impedirgli di partecipare alle
elezioni.]
In Venezuela la presidenza di Chávez (dal 1998, 2000 e 2006). [Dal 2014 il Venezuela sta
vivendo una pesante crisi economica e politica. che nasce dalla caduta del prezzo del petrolio.
Il successore di Chavez (morto nel 2013), il presidente Maduro è stato rieletto per 6 anni con
elezioni definite "farsa" mentre il paese muore letteralmente di fame].
In Bolivia Morales (dal 2005 ancora oggi) [Il 14 aprile 2018 ha definito gli Usa, <<la principale
minaccia per il mondo moderno]. Gli ultimi due [ai tempi di Chavez] avevano insistito molto
sulla necessità di una svolta antimperialista e anti USA, dichiarando di voler formare un “Asse
del Bene” con Cuba, in contrasto con l’”Asse del Male” di USA e alleati, impegnati in uno
sfruttamento neocoloniale dell’America Latina.
Particolare è la figura di Morales: prima coltivatore nelle piantagioni di coca, diventa poi capo
sindacale dei lavoratori nelle piantagioni (cocaleros). Nel 1997 viene eletto deputato al
Parlamento per un partito socialista: si oppone alla politica antidroga del governo in carica,
messa in atto per pressioni USA. Nel 2002 si candida alle presidenziali, scontrandosi
duramente con l’ambasciatore USA: il suo diventa il principale partito dell’opposizione e
continua a difendere i diritti dei cocaleros. Queste prese di posizione gli fruttano una grande
popolarità che lo fa diventare presidente nel 2005. Attua la nazionalizzazione delle
raffinerie di gas naturale e la revisione dei contratti per lo sfruttamento delle risorse
petrolifere. Politiche simili erano state fatte nel Venezuela di Chaves.
15.6 Le istituzioni internazionali
L’autorità degli USA è apparsa quasi indiscussa dopo il 1989 e dopo la disgregazione
dell’URSS, quando gli USA sono sembrati l’unica SUPERPOTENZA MONDIALE davvero in
grado di governare le relazioni internazionali.
Ma in questa fase movimenti e dirigenti politici e religiosi islamici hanno focalizzato man
mano le loro energie in una pesante polemica contro gli USA, considerati l’avanguardia di un
occidente corrotto e neoimperialista.
Il processo di globalizzazione è stato guidato da principi neoliberisti (privatizzazioni,
riduzione dei deficit statali, libertà di commercio e investimento, abolizione delle barriere
protezionistiche), principi fatti propri da organismi che regolano i rapporti economici e

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commerciali internazionali: Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, World Trade


Organization (WTO, più di 150 paesi aderenti, obiettivo è quello di regolare i rapporti
commerciali tra stati, favorendo la libertà di circolazione di capitali e di merci), G8 (Great 8,
struttura informale di incontri annuali tra i rappresentanti di Stati Uniti, Giappone, Germania,
Francia, Regno Unito, Italia, Canada, Russia).
In occasione dei WTO e dei G8 si verificano manifestazioni di protesta di membri delle
organizzazioni che si oppongono alla globalizzazione (no-global). Durante il G8 di GENOVA
del 2001 si sono verificati pesanti scontri tra manifestanti e polizia.
Vi sono anche organizzazioni fondate da paesi di macro aree affini economicamente o
politicamente: UE, OPEC, North American Free Trade Agreement (NAFTA: USA, Canada e
Messico); Mercosur, fodato nel 1991 (Mercato comune del sud: Brasile, Argentina, Paraguay,
Uruguay e Venezuela); Association of Southeast Asian Nations (Asean, fondata nel 1967:
Brunei, Birmania, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Filippine, Singapore, Thailandia,
Vietnam).
I più importanti tra questi organismi sono egemonizzati dagli USA, stato guida del “nuovo
ordine mondiale neoliberista”.
Gli USA non hanno mai smesso di organizzare interventi militari diretti o indiretti: Reagan è
intervenuto contro la diffusione del comunismo (Salvador, Grenada, Nicaragua, Angola), Bush
sr. e Clinton con iniziative volte a preservare la pace e a diffondere la democrazia (Somalia,
Serbia). In altri casi le intenzioni umanitarie si sono sommate al desiderio di controllare
un’area economicamente strategica, ricca di giacimenti e raffinerie petroliferi.
15.7 Tensioni e conflitti nell’area compresa tra la Palestina e il Golfo Persico
1975, primavera, si riaccende in Libano lo scontro tra cristiani maroniti e i drusi (setta
islamica), a causa di centinaia di migliaia di profughi palestinesi, sfruttati da libanesi sciiti per
imporsi sui maroniti. Nello scontro intervengono la Siria (che vuole recuperare il Libano) e
Israele (che vuole liberarsi delle postazioni palestinesi).
1979, la pace firmata dopo la Guerra del Kippur provoca una dura reazione antiegiziana nel
mondo arabo: la Lega Araba decide di espellere l’Egitto. La pace viene vista dagli islamici
radicali egiziani che seguono gli insegnamenti di Sayyd Quth come una prova del tradimento
compiuto da Sadat.
1981, 16 ottobre, assassinio di Sadat da parte di un gruppo di militari affiliati all'associazione
islamica radicale egiziana.
1982, l’esercito israeliano interviene in LIBANO, assediando Beirut, ma le forze ONU
consentono alle milizie palestinesi di fuggire. Le truppe maronite, protette da Israele, ne
approfittano per aggredire i campi profughi di Sabra e Shatila e massacrare la popolazione
palestinese.
Intanto il governo israeliano autorizza la colonizzazione della Striscia di Gaza e della
Cisgiordania da parte di coloni israeliani provocando una grande ribellione palestinese
promossa dall'OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina).
1987 -- 1993, l’Intifada(=scrollarsi di dosso) è il nome della ribellione fatta di manifestazioni
di protesta e di aggressioni contro la popolazione e l'esercito israeliano.
1992, il presidente USA Bush sr. si impegna affinché si aprano delle trattative tra governo
israeliano e stati arabi. L’iniziativa è favorita dalla vittoria in Israele del Partito Laburista:
diventa primo ministro Rabin, che blocca i nuovi insediamenti.
1993, diventa presidente USA Clinton, che prosegua nella linea tracciata dal predecessore:
Rabin e Arafat siglano a Oslo un accordo che pone le premesse per la costituzione di una serie
di aree affidate a un’Autorità Nazionale Palestinese (ANP). Si prefigura la nascita di un
possibile Stato palestinese indipendente.
1995, 4 novembre, Rabin viene ucciso da un estremista israeliano

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=> i coloni israeliani non abbandonano gli insediamenti e l’esercito israeliano non abbandona
le sue postazioni.
2000, nuova Intifada: tra i palestinesi si conquista un notevole seguito HAMAS,
un’organizzazione radicale che non riconosce l’autorità dell’ANP.

IRAN: crescita del movimento di protesta contro il governo autoritario dello shah, lo guida
l’ayatollah Khomeini. I testi delle sue conferenze vengono diffusi clandestinamente in Iran
1978, Khomeini viene espulso dall’Iraq e si rifugia a Parigi. Comincia a farsi chiamare imam,
considerata dagli sciiti come la massima autorità religiosa. In teoria un ayatollah come
Khomeini non potrebbe essere considerato altro che un vicario del dodicesimo imam
“occultatosi” nel IX sec. Questo, insieme allo sfruttamento delle grandi aspettative che lo
circondano tra i musulmani iraniani (sciiti), danno un’enorme forza a Khomeini e al
movimento.
1979, gennaio lo shah Palhavi decide di abbandonare l’Iran e di sfuggire all’estero. Poco dopo
Khomeini arriva a Teheran. Si forma uno Stato integralmente islamico (REPUBBLICA
ISLAMICA dell’IRAN): la costituzione si basa sulla Sharia e sul predominio politico ed etico
delle élite religiose.
=> emarginazione dei gruppi liberali e marxisti. Si impone il Partito Repubblicano Islamico,
legato alle élite religiose
=> le donne non possono uscire senza essere coperte da un velo (il chador), ma possono
uscire da sole, lavorare e istruirsi.
4 novembre, occupazione dell’ambasciata USA a Teheran.

IRAQ: la nascita dell’Iran islamico viene particolarmente malvista, temendo che il successo del
sciita Khomeini possa indurre gli sciiti iracheni a ribellarsi ai sunniti al potere.
1980, Saddam Hussein lancia una crociata patriottica contro gli iraniani, attaccando
militarmente l’Iran, per ottenere anche il controllo del petrolio iraniano. La guerra si conclude
senza cambiamenti, se non il consolidamento del regime iraniano e l’indebolimento
dell’economia irachena.
1990, agosto PRIMA GUERRA del GOLFO: Hussein decide di attaccare il Kuwait, che vanta
600mila abitanti e una notevole quantità di petrolio. Non ha però previsto una violentissima
reazione internazionale: l’ONU, con l’appoggio dell’URSS, autorizza l’intervento di un corpo di
spedizione multinazionale a guida USA.
1991, febbraio, le forze anti irachene, dopo un’intensa campagna di bombardamento, lanciano
l’offensiva terrestre, ma il presidente USA Bush sr. decide di non spingere l’offensiva, per non
destabilizzare troppo il regime di Hussein.
Inoltre gli USA temono che la popolazione possa approfittarne per instaurare uno Stato
Islamico. Il fatto che Hussein sia uscito indenne dalla faccenda, ne fa una sorta di eroe
araboislamico.

AFGANISTAN: 1979, guerra tra il governo comunista afghano, sostenuto dalle truppe
sovietiche, e le formazioni dei mujaheddin.
1989, le truppe sovietiche si ritirano dall’Afganistan.
1992, il governo afghano viene sconfitto dai mujaheddin, che tuttavia sono divisi al loro
interno in vari gruppi.
1996, il gruppo islamico radicale dei talebani, guidato da religiosi di etnia pashtun, tra cui il
mullah Omar, si impone sulle varie fazioni. Si costituisce l’EMIRATO ISLAMICO DI
AFGHANISTAN: i talebani (sunniti) danno vita ad uno stato più rigidamente teocratico di
quello iraniano. Adesione integrale alla Sharia.

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(!) i movimenti islamici radicali iraniano, afghano e palestinese non nascono dall’iniziativa di
gruppi che appartengono alla stessa corrente confessionale: sono movimenti che non pensano
nemmeno a coordinarsi o ad unificarsi in un unico fronte islamico, proprio a causa delle
divergenze confessionali.

Negli anni ’80-’90 si ha la nascita di un movimento musulmano radicale globale, provocato da
due fenomeni.
1] la formazione di un cospicuo flusso di volontari islamici che accorrono a combattere al
fianco di altri musulmani nelle diverse aree di conflitto, a partire dall’Afganistan.
Il fenomeno si ripete in Cecenia, Bosnia, Palestina, Kashmir, Somalia…
Ma un movimento di questo genere ha bisogno sia di teorici sia di organizzatori: il teorico più
importante che si adopera per la formazione di un movimento globale è il palestinese sunnita
Azzam, che collaborò con i mujaheddin. Sviluppa l’idea di una lotta panislamica contro tutti gli
aggressori dell’Islam, una jihad globale basata sulla massima disponibilità al martirio.
1988, Azzam fonda AL-QAEDA, un’organizzazione con il compito di federare e unificare i vari
gruppi islamici radicali. Alla morte di Azzam, OSAMA BIN LADEN prende il suo posto come
leader. Bin Laden ha migliori capacità organizzative e insiste sulla necessità di una lotta senza
quartiere contro gli USA, contro Israele, contro l’occidente e contro tutti i nemici dell’Islam. La
jihad islamica globale è necessaria perché è in corso una congiura mondiale contro l’islam,
comprese le élite degli stati laici dell’area islamica. AL-QAEDA si rifiuta di spargere sangue
musulmano: ciò gli vale un largo apprezzamento nel mondo islamico.
Fino agli anni ’90 l’idea di martirio appartiene solo alla tradizione sciita: è proprio un gruppo
radicale sciita, HEZBOLLAH, attivo inizialmente in Libano contro Israele, il primo a
sperimentare la tecnica dell’attentato compiuto da un militante imbottito di esplosivo.
Il martirio non è un suicidio, proibito dall’Islam, ma una gloriosa morte in battaglia. La tecnica
si diffonde prima tra i sunniti palestinesi di Hamas, che la usano contro i civili israeliani, e poi
dai sunniti ceceni contro l’esercito russo.
Questo strumento di lotta suscita orrore e disgusto in occidente e scava un fossato psicologico
profondo nei confronti dell’Islam.
Gli osservatori occidentali tendono ad identificare l’Islam radicale con tutto il mondo islamico:
secondo il ragionamento di bin Laden, ciò gioca a favore delle organizzazioni radicali, perché a
tutti i musulmani apparirà l’insuperabile disprezzo che anima gli occidentali nei confronti
dell’Islam.
15.9 L’11 settembre 2001 e le sue conseguenze
11 settembre 2001, quattro aerei di linea vengono dirottati da militanti islamici: due si
schiantano contro il World Trade Center, uno contro il Pentagono e l’ultimo (forse destinato
alla Casa Bianca) non provoca danni. La prima volta che gli USA sono attaccati all'interno dei
loro confini e provoca negli americani un enorme shock collettivo.
=> L’attentato provoca circa 3000 vittime, la maggior parte tra i civili e viene rivendicato da
Al-Qaeda. Nei paesi islamici le reazioni sono contrastanti: vi sono molti che criticano o
prendono nettamente le distanze, soprattutto gli stati laici.
Ottobre, Bush jr. organizza un’azione di risposta che si concentra sull’Afganistan talebano,
sospettato di ospitare basi di Al-Qaeda. Bush ottiene il sostegno dell’ONU, della NATO e di
alcuni paesi islamici. L’attacco provoca l’abbattimento del regime talebano.

=> il nuovo regime, con istituzioni democratiche, è tuttavia fragile e nell’area rimane una forza
militare multinazionale continuamente attaccata dai guerriglieri talebani.
Osama bin Laden non è stato trovato [sarà catturato e ucciso soltanto il 2.5.2011 in Pakistan
dalle forze militari USA sotto il governo Obama].

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2003, Bush con l'appoggio del Primo ministro britannico laburista Tony BLAIR progetta un
attacco in Iraq. L'accusa è che Saddam Hussein possiede armi chimiche di distruzione di
massa che potrebbero essere usate contro Israele e i paesi occidentali e che sostiene
politicamente e finanziariamente Al-Quaeda. In realtà si vuole il controllo diretto sulla
produzione petrolifera. Le prove sono fragili e si è poi dimostrato che l'Iraq NON possedeva
armi di distruzione di massa. L'ONU non dà il suo appoggio ma Bush e Blair non cambiano
idea.
2003, marzo inizia la guerra che si conclude in maggio.
14 dicembre 2003, cattura di Saddam Hussein che, dopo viene processato e condannato a
morte. La sentenza viene eseguita 1l 30 dicembre 2006.
Nei mesi successivi vengono inviati militari (partecipa anche l'Italia) con compiti di
pacificazione e controllo del territorio. Ma anche qui come in Afganistan ci sono vari gruppi di
guerriglieri appartenenti a diverse associazioni di radicali islamici che continuano con gli
attentati suicidi <<operazioni di martirio>>.
I governi sono indeboliti dalle varie fazioni: sunniti, sciiti e curdi.
2004, 11 marzo una serie di attentati a diverse stazioni ferroviarie di Madrid (200 morti, 2000
feriti). Probabilmente compiuti da associazioni islamiche vicine ad Al-Qaeda come ritorsione
per l'appoggio del governo spagnolo all'invasione anglo-americana dell'Iraq. [Sono numerosi
gli attentati che si sono succeduti da allora ad oggi in diverse città europee]

Golfo Persico.
2002, PROGETTO “ROAD MAP for PEACE”: USA, Unione Europea, ONU e Russia propongono
un piano per l’assetto di Gaza e Cisgiordania, che dovrebbe portare al completo ritiro di
insediamenti e postazioni militari israeliane dai territori palestinesi. Il progetto sembra poter
funzionare malgrado le violenze e attentati dei palestinesi radicali. Ma 2 eventi contribuiscono
a bloccare il processo:
2004, novembre, muore Arafat presidente dell'Anp e favorevole al Road Map.
2006, alle elezioni dell’ANP vince il gruppo radicale di Hamas, che non recede né dall’uso della
violenza, né dall’obiettivo di riconquistare tutte le terre perdute con sporadici ma costanti
lanci di missili.
Israele, appoggiato dagli USA, aveva già dichiarata sospesa la realizzazione della “Road Map”.
2008, 27 dicembre, l’esercito israeliano lancia una pesante offensiva contro gli insediamenti
palestinesi nella striscia di Gaza per eliminare leader e militanti del movimento islamico.
2009, 3 gennaio l'esercito israeliano invade l'area;
18 gennaio, Hamas e Israele annunciano la cessazione delle ostilità.
21 gennaio, le truppe israeliane si ritirano da Gaza. Lasciano un territorio devastato, più di un
migliaio di palestinesi uccisi, tra cui molti civili non appartenenti ad Hamas.
15.10 Nuova recessione e nuove politiche?
A metà del 2008 le economie occidentali vengono colpite da una recessione economico-
finanziaria. Il prezzo, relativamente basso, del petrolio rimane piuttosto stabile per un lungo
periodo di tempo, per poi aumentare rapidamente. La crescita della domanda di paesi extra-
occidentali entrati nella rete della globalizzazione e il crollo della produzione di petrolio
iracheno hanno contribuito in modo decisivo alla nuova crisi petrolifera. Cresce il prezzo delle
materie prime e dei prodotti. Anche questa fase potrebbe connotarsi per una tendenza alla
stagflazione. Ma c’è un grave elemento in più, ovvero le serissime difficoltà sofferte da
importanti banche e agenzie di investimento americane: la crisi finanziaria USA deriva dalle
scelte compiute da numerosi istituti creditizi che hanno attuato politiche di credito
particolarmente disinvolte, specie nel settore immobiliare (sono stati accordati mutui sulle
case a clienti privati senza assicurarsi che ci fosse un'adeguata copertura di garanzia). Ciò ha
portato le Banche a una crisi di liquidità che in qualche caso ha condotto alla bancarotta.

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Data l’alta interconnessione mondiale dei sistemi finanziari, la crisi si diffonde rapidamente in
EU e in Asia, seguita da un’ondata di sfiducia sulle principali borse valori, che vengono
investite da innumerevoli richieste di vendita di titoli e azioni.
Le aziende in difficoltà tentano di fronteggiare la crisi con riduzione di costi e posti di lavoro.
Di fronte a simili prospettive, i governi degli USA e dell'Europa elaborano e attuano piani di
intervento e di salvataggio degli istituti finanziari e delle aziende in crisi, con la concessione di
prestiti o con la parziale nazionalizzazione delle imprese in difficoltà.
Ciò capovolge completamente la filosofia delle politiche neoliberiste.
2009, gennaio, Barack Obama diventa il nuovo presidente USA e annuncia le linee guida del
suo governo: aumento delle entrate del bilancio federale attraverso
=> incremento della pressione fiscale sui super ricchi,
=> introduzione di tassazioni per le imprese inquinanti
=> riduzione del bilancio militare.
Inoltre Obama ha il progetto di ritirare le truppe americane dall'Iraq entro il 2010, il libro
lascia la questione aperta.

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I tre errori principali di Obama (soprattutto in Medioriente)
Il caos in Iraq. La situazione in Siria fuori controllo. Il proliferare delle armi e delle sparatorie negli
Usa. Dove Obama non è riuscito
di DI GIUSEPPE SANTULLI
19 gennaio 2017, 07:02
www.agi.it/estero/i_tre_errori_principali_di_obama_soprattutto_in_medioriente_-
1384422/news/2017-01-19/

Il 9 ottobre 2009, a meno di 9 mesi dal suo insediamento alla Casa Bianca (20 gennaio) il democratico
Barack Obama, succeduto al repubblicano George W. Bush, colui che aveva [dato] il via sulla base di
bugie (le fantomatiche armi di distruzione di massa mai trovate) all'invasione dell'Iraq, ricevette
quasi per reazione il premio Nobel per la Pace. Riconoscimento che molti analisti battezzarono alle
"buone intenzioni" perché non aveva materialmente avuto il tempo di fare nulla se non prendere le
distanze da Bush [...]
Vediamo i dossier più scottanti [...]

1. Scarsi risultati nel risolvere la situazione in Palestina
Per far capire che a differenza del suo predecessore l'amministrazione Obama non intendeva
"esportare la democrazia" con la forza in Medio Oriente, il presidente con un gesto di grande forza ed
intensità si recò il 4 giungo 2009 all'università cairota di al Azhar, la massima autorità dell'Islam
sunnita, dove [spiegò] la sua propensione "ad una riduzione dell'impegno americano a livello globale".
Parole encomiabili di buona volontà ma interpretate dai nemici degli Usa - non la maggioranza
silenziosa ma la minoranza che parla con il crepitare dei kalasnhikov - come l'annuncio di un
disimpegno dell'America dalla regione del grande Medio Oriente.

L'impegno a riavviare i negoziati con Israele
Dopo che Bush aveva ignorato i negoziati di pace israelo-palestinesi, tranne il tentativo fallimentare
nel 2007 al summit di Annapolis, Obama manifestando forse un eccesso di ottimismo si impegnò
personalmente a rilanciare le trattative. In un'intervista al Washington Post, pochi giorni prima
dell'inaugurazione, Obama promise di "creare uno spazio dove si possa costruire la fiducia" tra le parti
per mediare un accordo di pace arabo-israeliano, che possa soddisfare le aspirazioni sia dei palestinesi
che degli israeliani".

Simbolicamente la prima telefonata di Obama con un leader straniero fu proprio con il
Presidente dell'Anp Abu MazenMahmoud cui promise di "mettere in atto ogni possibile sforzo per
ottenere la pace". Evidenziando la sua scelta per il dialogo Obama dichiarò:

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"Quanti si aggrappano al potere con la corruzione e l'inganno mettendo a tacere il dissenso, sappiano
di essere dal lato sbagliato della storia; ma noi porgeremo la mano a chi si mostrerà incline a schiudere
il suo pugno".
Obama poi a differenza di Bush iniziò a criticare Israele per la Guerra - l'ennesima - del 2008 contro
Hamas a Gaza facendo capire che l'era dell'assegno in bianco Usa allo 'Stato ebraico era finita.
[Anche] se Israele ha il diritto di difendersi, espresse il suo dolore per la perdita di civili, quasi tutti,
palestinesi. Iniziò a mediare ma dopo l'arrivo nel 2009 dell'attuale premier Benjamin Netanyahu i
rapporti tra i due si deteriorano fino a rotture alternate a tentativi di ripresa.

A novembre 2009 Obama ottiene il congelamento di dieci mesi degli insediamenti ma il 10
marzo 2010 il vicepresidente Joe Biden viene accolto in Israele con l'annuncio di nuove costruzioni a
Gerusalemme Est. Il 23 settembre Obama annuncia uno Stato palestinese entro la fine del 2011.
Netanyahu risponde 3 giorni dopo riprendendo la colonizzazione della Cisgiordania.
La sfiducia nell'idea "Due popoli due stati"
Rieletto nel 2012 Obama iniziò a disimpegnarsi e, malgrado le dichiarazioni di facciata, [comincia] ad
essere meno fiducioso in una soluzione basata sul principio di Oslo del 1993 "due popoli, due stati",
respinto di fatto da Netanyahu. Premier che con uno sgarbo senza precedenti sostenne apertamente il
rivale di Obama, Mitt Romney.
Il presidente iniziò sempre più da gennaio 2013 a delegare le trattative al generoso ed
infaticabile segretario di Stato John Kerry che iniziò a rilanciare il processo di pace il 19 luglio 2013
salvo arrendersi il 23 aprile 2014. Il 3 marzo 2015 senza consultare la Casa Bianca Netanyahu è
invitato a parlare al Congresso dove critica duramente la politica di Obama sul programma nucleare
iraniano (coronato dal successo di Obama il 14 luglio 2015).
La 'via crucis' negoziale israelo/palestinese si arena definitivamente e quella pace che Obama
sperava di riuscire a raggiungere, dove altri avevano fallito, è rimasta un sogno vago [che finisce con]
la cesura completa tra Usa e Israele quando il 23 dicembre 2016, per la prima volta dal 1980,
Washington si astenne [..] al Consiglio di Sicurezza Onu, senza ricorrere al suo diritto di veto, facendo
così approvare una risoluzione che condannava gli insediamenti israeliani in Cisgiordania.

2. L'incapacità di stabilizzare e pacificare l'Iraq
Dopo che tra il 2007 ed il 2009 la politica del "Surge" (l'invio di 30.000 soldati extra) nella provincia
sunnita di Anbar, [...] si era rivelata efficace, Obama iniziò a mostrare insofferenza per i troppi
soldati Usa nel Paese ed iniziò a programmarne il ritiro. Ritiro che troppo precipitosamente si
concluse nel 2011 e lasciò un Iraq fragile e senza strutture statuali solide ed innescò il caos.
Contemporaneamente arrivò al potere il premier sciita Nouri al Maliki che alimentò le tensioni
interconfessionali tra la maggioranza sciita, vittima sotto Saddam Hussein, e la minoranza sunnita, al
potere durante gli anni del rais. Questo diede il via a regolamenti di conti sanguinari, aumentò
paradossalmente - una sconfitta per gli Usa che negli anni '80 sostennero Saddam, contro gli
Ayahatollah - l'influenza dell'Iran, culla dello sciismo a Baghdad. Unica area parzialmente tranquilla, la
regione autonoma del Kurdistan iracheno.
La comparsa dell'ISIS, in Iraq
Ma a inizio del 2014 fece la sua comparsa la formazione terroristica che il mondo ha imparato a
conoscere e temere: Isis (il cosiddetto 'Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, la Siria, ndr) guidata dal
sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi a gennaio conquista Falluja e Ramadi. All'epoca in un'intervista
che Obama rimpiangerà fino alla fine dei suoi giorni definì Isis rispetto ad al Qaeda come "la riserva di
una squadra giovanile di basket". Si dovette ricredere il 29 giugno del 2014 quando Isis o Daesh (nel
suo acronimo arabo) conquistò Mosul, la seconda città irachena, e proclamò la nascita del Califfato. Da
allora Isis avanzò verso Baghdad - con le truppe dell'esercito regolare che si sciolsero come neve al
sole abbandonando carri armati americani M1-Abraham modernissimi - e arrivò fino a 80 km dalla
capitale.
A quel punto l'8 agosto del 2014 gli Usa formano una coalizione di forze aeree che iniziano a
bombardare Isis e iniziano ad inviare "consiglieri militari", una dizione che ricorda tristemente il
Vietnam, ed ora ha centinaia di uomini delle forze speciali (i "boots on the ground" [...]) che
combattono a Mosul per riconquistarla insieme alle forze irachene ed i peshemerga curdi. Ma l'Iraq
non è ancora pacificato e stabile. Altra eredità negativa.

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2. Gli errori (gravi) in Siria
A metà marzo del 2011 a Daraa nel sud del Paese inizia la guerra civile con una semplice
manifestazione di protesta. Quell'elemento innesca una guerra civile per procura - in cui combattono
per interposta persona con finanziamenti Paesi come Arabia Saudita, Turchia, Qatar, Iran e da ultimo
Russia - dopo quasi sei anni ha causato oltre 310.000 morti.
Obama inizia ad attaccare Bashar Assad ripetendo come un mantra che si trova "dalla parte
sbagliata della storia" e che "la sua caduta è questione di tempo". L'allora segretario di Stato Hillary
Clinton il 16 luglio 2011 autorizza l'ambasciatore Usa a Damasco Robert Ford ad andare ad Hamas
teatro di scontri per manifestare con la sua presenza il sostegno degli Usa ai ribelli anti-Assad. Insieme
a lui c'è l'ambasciatore francese Eric Chevalier. Così facendo Washington autorizza anche l'allora
premier turco Recep Tayyip Erdogan ad aprire la cosidetta "autostrada della jihad" per far affluire
in Siria migliaia di combattenti stranieri (foreign fighters) perché la priorità era far cadere Assad ad
ogni costo anche affidandosi a tagliagole, (come si vedrà dopo con la decapitazione degli ostaggi
occidentali ad opera di personaggi come 'Jihadi Jones').

La pericolosa indecisione di Obama
L'irrisolutezza e la pericoloso indecisione di Obama emerge quando il 20 agosto 2012 inizia ad
intimare ad Assad di non osare di superare la cosiddetta "red line" rappresentata dall'uso di gas contro
la sua popolazione, pena un'immediata rappresaglia Usa.
Il 21 agosto 2013, però, Assad usa i gas sui civili nel quartiere orientale di Damasco uccidendo
1.429 persone. A quel punto Assad ha sfidato apertamente Obama ignorando la linea che non avrebbe
dovuto oltrepassare. Siamo a fine agosto, Obama chiede al Congresso di poter bombardare Assad (la
settimana prima l'alleato britannico era stato bloccato da un voto contrario dei Comuni). Con lui è solo
il francese Francois Hollande che aveva già ordinato ai caccia-bombardieri di prepararsi a colpire la
Siria quando il 31 agosto, a sorpresa, Obama, dopo una passeggiata con il capo di gabinetto Dennis
McDonough nel giardino della Casa Bianca, rientra e dà il contrordine annullando i raid e avvertendo
in extremis Hollande.
Fu il presidente russo Vladimir Putin [ad andare in aiuto di] Obama convincendo Assad a
consegnare tutte le sue armi chimiche all'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche
(Opac) per distruggerle. Opac vinse [...] il Nobel per la pace.
A quel punto Assad era andato a vedere il bluff di Obama e imparò a temerlo di
meno. L'amministrazione Obama inizia intanto a cercare di individure dei ribelli moderati da
finanziare, dopo che erano emersi come gruppi più forti i qaedisti del fronte Jubath al Nusra e poi lo
stesso Isis. L'operazione si rivela un totale fallimento.
500 milioni per addestrare 70 soldati
Infatti il Pentagono spende ben 500 milioni di dollari - dopo 4 anni di 'verifica dei ribelli meritevoli di
fiducia e non estremisti addestrati in Turchia - ma riesce ad addestrarne solo 70 invece dei 5.400
previsti. Sessanta combattenti foraggiati dagli Usa che consegnano il grosso delle armi al secondo
scontro a settembre dopo che circa 56 vennero massacrati ad agosto per un attacco dei qaedisti di al
Nusra.
Dopo aver iniziato a bombardare l'8 agosto 2014 l'Isis in Iraq, convintosi a quel punto che non
erano "la riserva di una squadra giovanile di basket" ma un nemico terribile Obama ordina raid dal 23
settembre in Siria dove il Califfato ha conquistato sempre più terreno con la roccaforte a Raqqa. La
coalizione che procede nei raid, inizia a schierare truppe speciali, ma la situazione non cambia fino a
quando Vladimir Putin, detestato da Obama - i rapporto tra i due sono stati in 8 anni inesistenti se non
gelidi - il 30 settembre 2015 ordina ai suoi aerei da guerra e alle sue truppe di schierarsi al fianco delle
truppe di Assad, sostenute dagli iraniani (uniti dalla comune fede sciita per Teheran, Alauita per il
presidente siriano).
Intervento russo che ribalta la situazione sul campo e che ha visto la riconquista - a caro prezzo -
di Aleppo e ora l'avvio di negoziati di pace ad Astana il 23 gennaio cui gli Usa (si vedrà dopo il 20 se
cambierà qualcosa con Trump) e l'Onu non sono stati invitati.

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3. Il proliferare delle armi negli Usa


Gli Stati Uniti, nazione nata dalla rivolta contro la Gran Bretagna e con il mito della 'frontiera e del
west', ha tra i suoi fondamenti l'anacronistico secondo emendamento della Costituzione (venne
approvato nel 1791 ma è tuttora in vigore) che consente a tutti gli americani di girare armati, tanto che
negli Usa ci sono 357 milioni di armi su 310 milioni di americani.

Non inizia ma si acuisce proprio negli anni di Obama la piaga delle sparatorie che seminano morte
negli Usa: il giorno in cui in America qualcosa si rompe è il 14 dicembre 2012 (c'erano stati altri
massacri, il più celebre il 20 aprile 1999 alla Columbine High School di Denver in Colorado in cui 2
studenti massacrarono 12 studenti per poi suicidarsi) quando un ragazzo di 20anni con problemi
mentali, Adam Lamza, con un fucile d'assalto AR-15 Bushmaster (versione 'civilè dell'M-16 della
Guerra del Vietnam) massacrò 20 bambini della scuola elementare Sandy Hook di Newton in
Connecticut e sei adulti, tra cui la madre che insegnava nell'istituto. L'episodio commosse il mondo e
gli Usa spingendo Obama a compiere il tentativo più concreto di effettuare un giro di vite sull'acquisto
di armi.
Affidò al presidente Joe Biden a gennaio del 2013 l'incarico di formare una commissione di studio che
definì nuove regole a partire da controlli più severi prima di comprare una pistola. A causa della
potente lobby bipartisan delle armi, la National Riffle Association (Nra) tutto si impantanò al
Congresso e soprattutto nelle assemblee dei singoli Stati essendo la materia competenza locale. Dopo
la strage di Sandy Hook ed i 20 bimbi massacrati a colpi di mitra le sparatorie si susseguirono con
decine di morte ma Obama da allora si limitò a tenere decine di discorsi colmi ma non tentò più di
cambiare le cose, temendo il peso sotto elezioni della lobby delle armi.
Da ultimo si è visto il 6 gennaio scorso dove un folle Esteban Santiago massacro 5 persone
all'aeroporto di Fort Lauderdale con un arma che deteneva legalmente, che aveva imbarcato
regolarmente nel bagaglio da stiva nell'aereo che aveva preso in Alaska, che aveva ritirato all'arrivo
per andare in bagno, caricare l'arma, tornare nell'area recupero bagagli e sparare ad alzo zero contro
chiunque gli si parasse davanti. Santiago si scoprì che a novembre era stato all'Fbi di Anchorage in
Alaska denunciando di sentire delle voci che gli dicevano di agire per conto di Isis. Portato in un
ospedale psichiatrico non venne trattenuto e la pistola, quella con cui ammazzò 5 persone e ne ferì sei,
gli fu riconsegnata.






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