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Prof.

Giuseppe Saja
fonti: TRECCANI-BLOG-GIORNALI
 Popolata da epoche remote, la Palestina è
stata ed è tuttora una terra sacra per gli
ebrei, i cristiani e i musulmani. Attualmente
è una delle regioni più instabili del Pianeta, a
causa delle gravi tensioni suscitate, a partire
dal 1948, dalla nascita dello Stato di Israele,
che ha profondamente scosso gli equilibri
dell’area dando origine a una tuttora irrisolta
‘questione palestinese’
 Sede di fiorenti città commerciali nel 3° millennio a.C., la
Palestina fu assoggettata dagli Egizi tra il 15° e il 13°
secolo a.C. Nel 13° secolo a.C., quando vi giunsero
gli Ebrei, la Palestina era dominata dai Filistei (una
popolazione giunta per mare, forse da Creta, in quello
stesso secolo).
 Nel 10° secolo a.C. sorse nella regione il primo Stato
ebraico indipendente, che si divise poi nei due regni di
Israele e di Giuda. A partire dall’8° secolo a.C. la Palestina
cadde sotto il controllo degli Assiri, dei Babilonesi, dei
Persiani, dei Greci e dei Romani. Luogo di origine del
cristianesimo, essa entrò a far parte dell’Impero bizantino
nel 5° secolo d.C.
 Fu quindi conquistata dagli Arabi intorno alla metà del 7°
secolo e islamizzata. Teatro delle crociate tra l’11° e il
13° secolo, nel Cinquecento venne assorbita nell’Impero
ottomano, sotto il cui dominio rimase sino agli inizi del
Novecento.
 Negli ultimi due decenni dell’Ottocento la Palestina
divenne meta di migliaia di ebrei in fuga dall’Europa
orientale a causa delle persecuzioni razziali. Queste
ondate migratorie si fecero più intense nel Novecento
anche per l’impulso del movimento sionista, che intendeva
creare in Palestina, la «Terra promessa» degli ebrei, un
nuovo Stato ebraico.
 Durante la Prima guerra mondiale la Palestina cadde
nell’orbita della Gran Bretagna, la quale si impegnò,
seppure in modo contraddittorio, a trasformare la regione
in un «focolare nazionale» ebraico. Affidata in mandato
alla Gran Bretagna dalla Società delle nazioni nel 1922, tra
le due guerre essa vide crescere l’immigrazione ebraica e
gli scontri tra i coloni ebrei e gli Arabi. Lo sterminio degli
ebrei durante la Seconda guerra mondiale per opera dei
nazisti impresse una definitiva accelerazione a questo
processo che, dopo vari tentativi di mediazione, sfociò
infine nella proclamazione dello Stato di Israele nel 1948.
 La nascita dello Stato ebraico modificò radicalmente gli equilibri della Palestina e
del Medio Oriente, inaugurando un periodo di acuta conflittualità tra Israele, gli
Stati arabi e i Palestinesi. È in questo quadro che si svolsero le guerre arabo-
israeliane del 1948-49, del 1956, del 1967 e del 1973. Nello stesso tempo, privati
della prospettiva di avere un proprio Stato, i Palestinesi si vennero a trovare in una
condizione drammatica: da un lato, negli Stati arabi vicini, dove fuggirono dopo la
guerra del 1948-49, ammassandosi in enormi e invivibili campi profughi; dall’altro
lato, nei territori della Cisgiordania e della striscia di Gaza, che gli Israeliani
occuparono dopo la guerra del 1967.
 In questo contesto sorse nel 1964 l’Organizzazione per la liberazione della Palestina
(OLP), di cui divenne leader Yasser Arafat. Con l’obiettivo della creazione di uno
Stato arabo in Palestina, l’OLP appoggiò dapprima la lotta armata e il terrorismo
contro Israele; sostenne quindi nella seconda metà degli anni Ottanta l’intifada (la
rivolta) dei giovani palestinesi nei territori occupati; e cercò infine di risolvere per
via diplomatica la questione palestinese, suscitando la reazione dei gruppi più
radicali, in primo luogo di Hamas. Da qui lo storico accordo del 1993 in base al quale
l’OLP e lo Stato di Israele si riconobbero reciprocamente. Nello stesso tempo fu
istituita un’Autorità nazionale palestinese (ANP) dotata di poteri di autogoverno nei
territori occupati. Una seconda intifada scoppiò alla fine di settembre del 2000,
trasformandosi rapidamente in una rivolta generalizzata contro l’occupazione
israeliana e per l’indipendenza della Palestina. Da allora, e fino ai nostri giorni, la
questione palestinese è rimasta tuttavia irrisolta, tra violenza, terrorismo e
repressione militare da un lato e prospettive di pace dall’altro. Nell’estate 2005 gli
Israeliani hanno abbandonato gli insediamenti colonici nella striscia di Gaza. Pochi
mesi dopo, al principio del 2006, Hamas ha vinto le elezioni in Palestina.
 “La Striscia di Gaza, l'exclave della Palestina affacciata sul Mediterraneo,
è uno dei territori più densamente popolati e al tempo stesso più poveri
al mondo: confina con Israele, che ne rivendica la sovranità, e condivide
una piccola parte della propria frontiera sull'Egitto. È attualmente al
centro del conflitto tra Hamas, che controlla l'area, e Israele, che sta
preparando un assedio via terra per invaderla. Viene definita "exclave
della Palestina" in quanto è un territorio geograficamente staccato dal
resto dello Stato che è attualmente identificato con la Cisgiordania.
Tuttavia, è un'area a sovranità limitata, dato che lo spazio aereo e
marittimo è controllato da Tel Aviv. Con più di 2 milioni di abitanti in uno
spazio di circa 365 chilometri quadrati, è una delle aree più densamente
popolate al mondo: la Striscia di Gaza si sviluppa per 39 km di costa ed è
larga in media 9 km. I palestinesi che ci abitano hanno solamente il
permesso di pescare nelle acque territoriali, cioè nella fascia di mare che
parte dal bagnasciuga e si estende per 12 km. Dal 2007 è in mano ad
Hamas, l'organizzazione islamista estremista, responsabile degli attacchi
che hanno riacceso il conflitto in Medio Oriente.
 Il conflitto tra Hamas e Israele si è riacceso il 7 ottobre 2023 quando il
capo dell'ala militare dell'organizzazione, Mohammad Deif, ha annunciato
l'inizio dell'operazione "Alluvione al-Aqsa", con la quale ha lanciato un
grande numero di razzi verso il territorio occupato da Tel Aviv e avviato
una rappresaglia nei confronti della popolazione che vive attorno alla
striscia di Gaza”.

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