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GEOGRAFIA E STORIA DELLA QUESTIONE

ARABO-ISRAELIANA
STATO DI ISRAELE
Continente: Asia
Confini: Egitto, Stato di Palestina; Giordania; Libano; Siria
Lingua ufficiale: ebraico; Altre lingue: arabo
Capitale: Gerusalemme
GLI EBREI E LA PALESTINA
La Palestina è da sempre la Terra Promessa per il popolo ebraico: intorno al 2000
a.C. guidato da Abramo, vi giunge dalla Mesopotamia

A seguito di una grave carestia, gli Ebrei si spostano nuovamente, questa volta in
Egitto, dove però vengono schiavizzati

Ritornano quindi in Palestina sotto la guida di Mosè (Bibbia ebraica)

Dopo aver sconfitto i popoli che hanno occupato i loro territori, gli Ebrei fondano
la monarchia e vengono guidati da importanti re quali Saul, David e Salomone

Salomone fa costruire nella capitale, Gerusalemme, un imponente tempio. Tuttavia,


dopo la sua morte segue una fase di declino.

Il popolo ebraico subisce quindi diverse deportazioni: i loro territori vengono


conquistati prima dagli ittiti, poi da babilonesi e, infine, dai persiani, più tolleranti.

Con il crollo dell’impero persiano, la Palestina viene inglobata nel grande impero di
Alessandro Magno
LA DIASPORA
Nel 63 a.C. Pompeo annette la Palestina ai territori
dell’Impero Romano.

Nel 6 d.C. Augusto costituisce la provincia romana di Iudaea

Nel 66 d.C, a causa della pesante politica fiscale di Nerone, gli


ebrei si ribellano (guerra giudaica 66-70)

I tumulti vengono sedati nel sangue nel 70 d.C da Tito, figlio


dell’imperatore Vespasiano, inviato con un esercito di 60.000
uomini: Gerusalemme e il suo tempio vengono distrutti e
depredati

Da questo momento inizia la diaspora degli ebrei, cacciati


dalla Palestina
Diaspora: dispersione di un popolo (in questo caso nei vari territori del bacino del Mediterraneo)
L’ODIO E LE PERSECUZIONI
Nei territori in cui si insediano, gli ebrei danno vita a
delle comunità separate e autonome rispetto alle
comunità vicine (usi e costumi diversi: non c’è
inclusione)

Nasce il concetto di ghetto: dal nome di una


contrada di Venezia, “ghèto”, che nel 1516 diventa
quartiere destinato ai soli ebrei

Alla mancata inclusione degli ebrei si aggiunge un


secondo elemento di sospetto: il grande accumulo di
ricchezza, soprattutto grazie ai loro sistematici prestiti
Stampa del XV secolo di denaro con interessi (usura)
IL SIONISMO

Duemila anni dopo la distruzione di Gerusalemme, dopo secoli di odio e persecuzioni, gli ebrei, nella
seconda metà dell’Ottocento, sono ancora un popolo senza patria

Nel 1896 si diffonde, a seguito della pubblicazione di un’opera di T. Herzl, il concetto di Sionismo

Sion: collina di Gerusalemme, simbolo della Terra promessa, dove è forse sepolto il re Davide

Il movimento sionista considera gli ebrei degli infelici esuli, dispersi in ogni angolo della Terra, quindi
ne propone il “rimpatrio”, il ritorno in Palestina
Alla fine della Prima guerra mondiale, la Palestina diventa
un mandato: un governo approvato dalla Società Delle
Nazioni per governare i territori delle potenze sconfitte
(la Palestina, parte dell’Impero ottomano, è abitata da
arabi)

Mandato britannico della Palestina: il Regno


Unito controlla il territorio tra il 1920 e il 1948

Gli inglesi, intanto, autorizzano il ritorno degli ebrei


LA DIFFICILE CONVIVENZA

I problemi fra la comunità araba e quella ebraica si manifestano fin da subito: troppo diverse per usi,
costumi, tradizione, religione, lingua ...

Tra il 1936 e il 1939 scoppia la GRANDE RIVOLTA ARABO-PALESTINESE: la repressione inglese è


feroce

La situazione peggiora con l’arrivo massiccio degli ebrei alla fine della Seconda Guerra Mondiale
(1945)
DUE DESIDERI…

da parte degli Arabi: difendere il territorio palestinese, in cui da secoli sono stanziati

da parte degli ebrei: di fare ritorno nella Terra Promessa (la Palestina), di ritrovare l’identità
e la patria perduta e fondare uno stato comune. Il desiderio è più forte negli ebrei superstiti
della Seconda Guerra Mondiale e del nazifascismo (Shoa, termine ebraico, “tempesta
devastante”: persecuzioni, leggi razziali, sterminio di massa, 6 milioni di ebrei vengono uccisi
tra il 1939 e il 1945).
RISOLUZIONE 1947

Gli inglesi sono in difficoltà nella gestione della convivenza

Nel 1947, con la Risoluzione n. 181, l’ONU propone la divisione del


territorio in due Stati: uno ebraico (56% del territorio); uno arabo
palestinese (44% del territorio: striscia di Gaza, Cisgiordania, Alture
del Golan).

Gerusalemme è zona internazionale


LE GUERRE ARABO-ISRAELIANE

Le tensioni si aggravano quando le Nazioni Unite accettano la nascita ufficiale dello Stato di
Israele, proclamato il 14 maggio 1948: la Terra Promessa degli ebrei diventa realtà

Non viene creato lo Stato di Palestina

Solo 8 ore dopo, gli eserciti arabi degli stati vicini invadono il nuovo territorio israeliano in appoggio
solidale ai Palestinesi

La forza politico-militare del neonato Stato di Israele viene però sottovalutata

Seguono le cosiddette guerre arabo-israeliane : 1956 - 1967 - 1973


OLP (ORGANIZZAZIONE PER LA LIBERAZIONE DELLA
PALESTINA)

Nasce nel 1964 per iniziativa della Lega Araba (organizzazione


che unisce i principali stati arabi produttori di petrolio):
solidarietà militare alla causa della resistenza palestinese

L’OLP farà ricorso ad azioni estreme, con atti terroristici


contro gli Ebrei, e non solo

Il terrorismo palestinese mira a bersagli sensibili anche a


livello internazionale (tra il 1968 e il 1986 si contano 565
azioni terroristiche fuori dai confini israeliani; al primo posto
per numero di attentati si colloca l’Italia, con 64 attacchi).

Dal 1969 al 2004 l’OLP è guidata da Arafat


Con la vittoria della guerra dei Sei Giorni (1967) Israele occupa:

La penisola del Sinai (Egitto)

La Striscia di Gaza (palestinesi)

La Cisgiordania (palestinesi)

Le alture del Golan (palestinesi)

Gerusalemme (eterna capitale dello Stato Ebraico, era stata dichiarata zona internazionale)
Guerra del Kippur (1973-1978)

Nel 1973 l’Egitto e la Siria aggrediscono all’improvviso Israele durante la festa religiosa dello
Yom Kippur

Vincono nuovamente gli israeliani, confermando i confini della guerra dei Sei giorni

I paesi della Lega araba, per ritorsione, aumentano il prezzo del petrolio (crisi economica
mondiale)

Israele firma gli accordi di Camp David, restituendo il Sinai all’Egitto


PROFUGHI PALESTINESI

La situazione alla fine delle guerre arabo-israeliane è


drammatica: i palestinesi non hanno uno Stato (e quindi voce a
livello internazionale), non hanno più terre perché quelle
assegnate loro sono state occupate dagli israeliani

Si stima un esodo di circa 750.000 persone

Le mete principali dell’esodo sono Giordania, Libano, Siria e


Iraq

Vengono rimpatriati solo 100.000 palestinesi; alcuni


ottengono cittadinanza e diritto di lavoro solo in Giordania;
in altri Paesi vengono ammassati nei campi profughi subendo
spesso violenze ed eccidi da parte degli eserciti in guerra
INTIFADAH

Nel 1987 nasce l’Intifadah (in arabo


“risveglio”), un movimento di sollevazione
popolare dei palestinesi rifugiati nei territori di
Gaza e Cisgiordania (occupati dagli israeliani) e
sottomessi a condizioni di estrema povertà

Prima Intifada (1987-1993): disobbedienza


civile, scioperi generali, boicottaggio di prodotti
israeliani, graffiti e barricate. Celebri sono i lanci
di pietre da parte dei giovani contro le Forze di
Difesa Israeliane (con carri armati)
ACCORDI DI OSLO: NASCE L’ANP

A partire dalla metà degli anni ‘80, l’OLP abbandona l’anima più
estremista e tenta la strada del dialogo.

Nel 1988 viene proclamata, solo a livello formale, la nascita di


uno Stato Palestinese con capitale Gerusalemme Est

Nel 1993, con gli Accordi di Oslo tra Arafat e Rabin (Primo
Ministro israeliano aperto a una soluzione di compromesso):
l’OLP riconosce Israele; Israele riconosce la nascita di Rabin, Clinton, Arafat

un’Autorità Nazionale Palestinese, con Arafat


presidente nei territori occupati di Gaza e della Cisgiordania
(che Israele si impegna a cedere)
LA RIPRESA DELLA LOTTA ARMATA
Nel 1995 il primo ministro israeliano Rabin viene assassinato da un estremista ebreo contrario agli
accordi di Oslo

Seconda Intifada (2000-2005): oggetto di dibattito è la divisione della città di Gerusalemme, città
sacra per tre religioni (cristiana, ebraica, islamica). Attentati terroristici contro Israele

Le milizie israeliane, con il pretesto di difendere la popolazione dagli attacchi dei palestinesi, occupa le
terre cedute all’ANP

Nel 2002 il governo israeliano avvia la costruzione di un muro di 700km per delimitare il confine e
impedire l’ingresso dei terroristi palestinesi

Nel 2006 in Palestina vince le elezioni il gruppo terrorista islamico Hamas: riprendono le tensioni
QUESTIONI ANCORA APERTE
I confini tra i due territori: i Palestinesi chiedono la
Cisgiordania e il riconoscimento di Gerusalemme
est quale capitale del loro futuro Stato (il muro passa
anche per la città: a sinistra-ovest gli israeliani, a destra-
est il campo profughi palestinese)

Il rientro dei circa 700mila profughi palestinesi, emigrati


durante il lungo conflitto

Nonostante i problemi irrisolti, nel 2012 l’ONU vota


l’ingresso della Palestina come membro
osservatore (riconoscendone l’esistenza come stato
autonomo)

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