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LA QUESTIONE

ISRAELE -
zPALESTINESE
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IL CONFLITTO
ISRAELE-
PALESTINESE
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SINTESI
 La nascita dello stato di Israele provoca due tipi di conflitti:

 - guerra contro gli arabi : cominciata nel 1948 per la proclamazione dello stato ebraico. La guerra riguarda
i confini, e viene persa dai palestinesi. Gli israeliani delineano i loro confini includendo terre non previste
dall’ONU, ed occupa Gerusalemme, che per l’organizzazione internazionale sarebbe dovuta essere divisa
in due parti.

 - tensioni con gli arabi in terra di Israele: a seguito della guerra i palestinesi si ritrovarono improvvisamente
in terra di Israele, e per questo cominciarono a insediarsi lungo il confine, e subiscono episodi di violenza
da parte degli stessi arabi (perché sono diventati profughi, e per questo sono andati anche in altre terre).

 Si ebbero altre guerre israelo palestinesi nel:

 - 1956: quando Israele affianca francesi e inglesi per il controllo del canale di Suez,

 - 1967: una guerra durata sei giorni, a seguito della quale Israele occupa molti territori: Cisgiordania,
Gaza, Golan e il Sinai. Compreso del Sinai, lo stato ebraico raggiunse la sua massima espansione.
Mentre Golan e Sinai vennero restituiti, la Cisgiordania e Gaza no, e sono considerate dall’ONU terre
occupate. Quando venne restituito il Sinai all’Egitto venne stipulato un patto, con il quale gli egiziani
riconoscono la legittimità dello stato di Israele (i primi in Africa). Il politico egiziano che firmò il patto fu
ucciso da un arabo, il quale considerava vergognoso l’accordo.
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PRINCIPALI ATTORI COINVOLTI

1. IL GOVERNO DI ISRAELE

2. LO STATO DI PALESTINA
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ORIGINI STORICHE DELLA
QUESTIONE
Le radici del conflitto risiedono nella nascita del sionismo e del nazionalismo palestinese verso la fine del
diciannovesimo secolo. Il territorio geografico della Palestina, allora sotto il dominio turco-ottomano, era
infatti considerato allo stesso tempo dal movimento sionista come patria storica del popolo ebraico e dal
movimento nazionalista palestinese come territorio appartenente ai suoi abitanti arabi palestinesi. Il conflitto
tra ebrei e arabi palestinesi nel mandato britannico della Palestina iniziò negli anni venti del Novecento. La
fase principale del conflitto tra Israele e gli Stati arabi ebbe luogo dal 1948 quando nacque il primo
movimento sionistico internazionale fondato a Ginevra da Teodoro Hertzl con lo scopo di riportare gli ebrei
sparsi per il mondo in palestina. ,da loro considerata la «terra promessa». Durante quelli anni la palestina
era un territorio arido e deserto dove i suoi pochi abitanti vivevano di agricoltura e pastorizia.. Con
l’incombere della prima guerra mondiale ,il dominio Ottomano si estinse e gli inglesi presero il controllo
della palestina. Che aveva bene accolto l’afflusso degli ebrei che vi si erano stabiliti . Quando fini la
seconda guerra mondiale l’aumentato flusso migratorio divenne insostenibile per i palestinesi.. Vista la
strage di quasi 6 milioni di ebrei nei campi di sterminio nazisti l’ONU decise nel 1947 di creare due stati
indipendenti uno arabo e uno ebraico. Uno accanto all’altro. Questa decisione non fu ben accettata dai
palestinesi che cos si ribellarono arrivando ai primi scontri di fuoco.. Nel 1948 venne proclamato lo Stato
di Israele avvenimento che causo una vera e propria guerra tra i due paesi, e a seguire ci furono una serie
di guerre arabo-israeliane: la guerra del 1948, la guerra di Suez del 1956, la guerra dei sei giorni del 1967 e
la guerra del Kippur del 1973.
TAPPE FONDAMENTALI DELLO SCONTRO
z ISRAELO-PALESTINESE
 Nel 1948, con la proclamazione dello Stato d'Israele, i paesi arabi reagiscono considerandolo un atto
di forza. Inziano una lunga serie di conflitti, i piu' violenti quelli del 1956, 1967, (La guerra dei sei
giorni), e 1973, (la guerra del Kippur). Le alture del Golan e la Striscia di Gaza diventano un campo di
battaglia

 - Nel 1956, nasce l'organizzazione palestinese Al-Fatah, con lo scopo di promuovere azioni di
guerriglia nei territori israeliani.

 - Nel 1967, scoppia una crisi internazionale per il controllo del Golfo di Aqaba, che coinvolge anche
Siria ed Egitto. Israele il 5 giugno di quell'anno bombarda gli aeroporti arabi e occupa con l'esercito
Gaza, Sherm el Sheikh, la Cisgiordania e Gerusalemme, le alture del Golan. L'attacco passa alla storia
come la guerra dei 6 giorni. Ma con la fine della guerra nasce la prima Intifada, una guerriglia
permanente che porta alla militarizzazione del movimento di liberazione arabo

 - Nel 1969 nasce l'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) sotto la guida di Yasser
Arafat.
 - Nel 1973 il presidente dell'Egitto Sadat tenta di cambiare i rapporti di forza
nell'area.
z Approfittando della festivita' del Kippur, con la complicita' della Siria,
attacca Israele che reagisce, respingendo i soldati.

 - Nel 1980, il nuovo teatro degli scontri diventa il Libano dove vivono centinaia di
migliaia di palestinesi.

 Israele invade il Libano meridionale coinvolgendo anche i territori palestinesi e


proclama Gerusalemme capitale dello Stato di Israele.

 - Nel 1981 il presidente Egiziano accetta la presenza di Israele e avvia una serie di
rapporti diplomatici che portarono al trattato di pace di Washington del 1979.
Sadat, considerato traditore della causa araba, fu ucciso lo stesso anno

 - Nel 1982, il massacro di Sabra e Shatila.


 Nel z1995 - L'assassinio di Rabin, il 4 Novembre. Negli anni '90, con la
mediazione degli Usa, si avviano deboli tentativi di pace tra il primo ministro
israeliano Rabin e Arafat

 - Nel 2000 - La ripresa degli scontri nei territori occupati e la 'provocazione'


del premier israeliano Sharon nella spianata delle moschee , il 28
settembre a Gerusalemme, sfociano nella Seconda Intifada.

 - Nel 2004, muore Yasser Arafat.

 - Nel 2008, a seguito di una serie di missili di Hamas su Tel Aviv, Israele
lancia una durissima offensiva militare denominata "piombo fuso". L'attacco
provoca oltre 1000 morti.

 L'Onu condanna Israele con la risoluzione 1860 del 8 gennaio 2009

 Nel 2010, il presidente americano Barak Obama tenta una nuova


mediazione di pace incontrando alla Casa Bianca, il primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu e il primo ministro palestinese Abu Mazen.
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CONFLITTO
ISRAELE-
PALESTINESE
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LA
RADICALIZZAZIONE
DEL CONFLITTO
ISRAELO-PALESTINSE
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CONSEQUENZE

 Prima e seconda Intifada

 Nascita dello stato palestinese


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TENTATIVI DI SOLUZIONE

ACCORDI DI PACE ARABO-ISRAELIANI

 Il 26 marzo 1979 il presidente egiziano Sadat, in seguito alla mediazione


americana che portò alla firma degli agli accordi di Camp David, firmava una
storica pace con Israele, riconoscendogli formalmente il diritto all'esistenza.
Sadat, che diede un impulso forte ai tentativi di pacificazione tra arabi ed ebrei,
pagò con la vita questa sua scelta: fu infatti ucciso nel 1981 dai fondamentalisti
islamici della Jihad.

 Gli anni che seguirono furono segnati dall'operazione israeliana, denominata


"Pace in Galilea" (1982), nel Libano meridionale contro basi terroristiche
palestinesi. Essa però sfociò nel massacro, a opera dei falangisti cristiano-
libanesi e con la complicità delle forze israeliane guidate dal generale Ariel
Sharon, di migliaia di palestinesi rinchiusi nei campi profughi di Sabra e Chatila.
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ATTUALE SITUAZIONE
Il ministro dei Lavori pubblici del governo libanese uscente, Michel Najjar, ha dichiarato, il
12 aprile, di aver firmato un emendamento al decreto n. 6433 relativo alla delimitazione
dei confini marittimi libanesi, che consentirebbe a Beirut di estendere unilateralmente la
propria area marittima, a danno di Israele.Ad oggi la questione risulta essere ancora
irrisolta e, dopo il meeting dell’11 novembre 2020, le parti coinvolte non si sono più
incontrate. Tuttavia, la mossa unilaterale annunciata da Najjar il 12 aprile rischia di
alimentare nuovi dissidi, dopo che, nel corso dell’ultimo round, Beirut aveva chiesto di
includere nei propri territori ulteriori 1430 km2, sede di due giacimenti di gas, uno dei quali
oggetto di attività di esplorazione sotto concessione di Israele. Il nuovo emendamento al
decreto, stando a quanto riferito dal ministro libanese, sembra includere i 1430 km2 agli
iniziali 860, il che rende la dimensione dell’area contesa pari a 2.290 km2. Tuttavia,
l’emendamento richiede ancora le firme del ministro della Difesa, del primo ministro e del
presidente del Libano per entrare in vigore. Inoltre, bisognerà presentare una richiesta
ufficiale alle Nazioni Unite per registrare le nuove coordinate della ZEE.
 Da un lato, Najjar si è detto fiducioso, e ha ribadito che il proprio Paese non è disposto a cedere
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nemmeno “un centimetro dei propri territori o una goccia delle proprie acque o un briciolo della
propria dignità”. Dall’altro lato, il ministro dell’Energia israeliano, Yuval Steinitz, ha sottolineato come
la mossa libanese rischi di minare il percorso intrapreso con i colloqui del 2020, e con esso la
possibilità di una soluzione. Inoltre, ha affermato Steinitz, Israele è pronto a rispondere alle misure
unilaterali del Libano in modo analogo. Parallelamente, gli Stati Uniti, tramite la propria ambasciatrice
in Libano, Dorothy C. Shea, hanno inviato un messaggio alle autorità libanesi, in cui è stato
sottolineato che Israele è pronto a ritirarsi dai negoziati nel caso di approvazione dell’emendamento.
Secondo fonti politiche libanesi, consultate dal quotidiano al-Arab, la decisione del ministro dei Lavori
pubblici mira a provocare Israele, al fine ultimo di porre fine ai negoziati. Questi ultimi, a detta delle
fonti, sono tuttora oggetto di dibattiti tra le forze politiche di Beirut. Negli ultimi anni, sono stati
ritrovati almeno due giacimenti di gas naturale nei territori reclamati, elemento che ha alimentato
ulteriormente le tensioni tra Libano e Israele. Quest’ultimo, poi, diversamente dall’avversario
libanese, già trae beneficio dalle scoperte di gas offshore nel bacino del Mediterraneo. Da parte sua,
nel 2017, Beirut ha concesso a un consorzio formato dalla compagnia italiana Eni, dalla francese
Total e la russa Novatek di condurre la prima esplorazione offshore in due blocchi, uno dei quali
oggetto della controversia con Israele. Tuttavia, le divergenze tra i due Paesi hanno spesso
ostacolato le attività di esplorazione. Ad ogni modo, eventuali scoperte potrebbero aiutare Beirut a far
fronte alla perdurante crisi economica e finanziaria che sta vivendo, definita la peggiore dalla guerra
civile del 1975-1990.
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RIFLESSIONI PERSONALI

Secondo me è ingiusto creare una guerra per la spartizione dei territori o per
colpa di una religione, non accetto neanche le esclusioni razziali. La terra va
condivisa nel rispetto di tutti.
Non è giusto aver spezzato la vita a milioni di persone e bambini uccisi per un
pezzo di terra per motivi politici religiosi o sociali. Io penso che l’odio non porta
da nessuna parte ,ma solo alla distruzione. Bisogna saper trovare dei
compromessi senza violenza e odio per il bene di tutti.

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