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LETTERATURA SPAGNOLA 1.

7/03/2023
Ci siamo fermati con i “Cantares de gesta” e abbiamo un po’ definito le caratteristiche di
questi Cantares e abbiamo parlato di un paio di Cantares ed eravamo rimasti con il terzo
Cantar di cui dovevamo parlare che è il Cantar de Roncesvalles.
Abbiamo accennato un po’ l’argomento di questo Cantar perché in realtà questo Cantar ha
una diretta discendenza francese, in quanto il Cantar de Roncesvalles composto intorno alla
metà del secolo 13esimo appartiene al cosiddetto ciclo carolingio cioè il ciclo di opere che
parla di Carlo Magno, che ha come protagonista Carlo Magno che come noi tutti sappiamo è
stato imperatore del Sacro Romano Impero nel 700 e metà dell’800 d.c. e che è diventato un
personaggio letterario molto importante sia lui sia anche i suoi seguaci, tra cui il nipote
Orlando. (Roldán in spagnolo).
Roncesvalles è il luogo dove avviene l’uccisione dei seguaci di Carlo Magno e infatti il
frammento che ci è giunto, perché non abbiamo il testo integro, il frammento che ci è giunto
composto di soli 100 versi racconta proprio il momento in cui Carlo Magno ritrova i suoi
seguaci, i suoi fedeli seguaci, tra cui anche il nipote morti e quindi c’è questo pianto di dolore
di Carlo Magno sui corpi senza vita di questi seguaci.
Il cantar de Roncesvalles quindi rappresenta uno dei Cantares de gesta dell’epica spagnola,
di diretta derivazione francese ma comunque con elementi in ogni caso originali tanto è che
appaiono all’interno del cantar anche dei personaggi non presenti nella chanson de Roland
francese e quindi questo significa che le fonti da cui nasce il Cantar de Roncesvalles non
sono rappresentate solo dalla Chanson de Roland, invece anche da altre fonti che sono
prettamente spagnole, quindi ci sono dei personaggi che appaiono solo nel Cantar de
Roncesvalles e quindi di conseguenza è completamente originale. Non si sa precisamente
di quanti versi fosse composto quello che non è arrivato fino a noi, quindi il cantar de
Roncesvalles originale, poteva arrivare anche a più di 5000 versi, però abbiamo un
informazione attraverso altre opere, e poi abbiamo questo piccolo frammento di cento versi
che racconta solo questa breve storia.
Fatto sta che comunque sempre attraverso quel percorso quel cammino di cui abbiamo
parlato ieri (Camino de Santiago de Compostela) sicuramente è giunta questa storia di Carlo
Magno, dei suoi discepoli, dei suoi seguaci e quindi questo avvenimento. Tra l’altro
Roncesvalles è a confine tra la Francia e la Spagna ed è la battaglia per cui i francesi
volevano entrare in Spagna, ma non per liberare la Spagna dagli arabi ma perché volevano
loro prendersi la Spagna, volevano strappare la Spagna agli arabi, proprio per la contiguità
geografica tra la Francia e la Spagna, loro volevano allargare il loro impero.
I Cantares de gesta raccontano di personaggi realmente esistiti e raccontano di personaggi
realmente esistiti in maniera veritiera.
La chanson de Roland sicuramente ha degli elementi fantastici, ad esempio la spada
magica di Orlando che si chiama “Durlindana”. Questa spada faceva anche delle cose
magiche.
Le spade degli eroi spagnoli invece sono solo una continuazione del braccio dell’eroe e
funzionano perché l’eroe che è bravo, non perché la spada ha un potere magico, personale.
Dopo il cantar de Roncesvalles parliamo finalmente del Cantar più importante della
letteratura spagnola e cioè il Cantar de mío Cid.
Il cantar de mío cid è il più importante dei cantari epici spagnoli. E a differenza del cantar de
Roncesvalles, del cantar de los infantes de Lara, del cantar de Fernán Gonzalez ci è giunto
quasi integro, cioè completo. Ci è giunto un manoscritto a cui però mancano comunque delle
parti, manca una parte iniziale, dei fogli iniziali, e una parte in corrispondenza più o meno del
secondo cantar.
Questo manoscritto come ci è giunto? Ci è giunto in 74 folios.
Che cos’è il folio? Il folio è un foglio di pergamena scritto nel retro e nel verso, quindi c’è un
fronte retro (come diremmo oggi). Perché sappiamo che mancano questi folios?
In realtà come comincia il cantar de mio cid potrebbe benissimo essere un incipit accettabile
e infatti si dice che il cantar de mio cid comincia in medias res.
Che significa in medias res? Significa nel mezzo dei fatti, cioè improvvisamente, senza un
prologo, senza un’introduzione, senza una presentazione del personaggio. Si comincia
improvvisamente con un’azione.
Il fatto che il Cid cominci in medias res non sappiamo se è dovuto all’idea dell’autore che lo
ha composto di cominciare in medias res o perché mancano questi fogli iniziali perché non
sappiamo in realtà se questi fogli iniziali presentassero un’introduzione, una presentazione
del personaggio o fossero dei fogli messi con un titolo ad esempio.
Non lo possiamo sapere perché si sono persi e naturalmente si perdono i fogli iniziali perché
sono quelli che più sottostanno all’essere presi, all’essere spostati, al non essere conservati
bene, d’altronde i libri hanno una copertina proprio per essere più tutelati per i fogli
all’interno.
Pidál in realtà ha ideato un possibile incipit in prosa. Il cantar de mio cid come tutti i
Cantares è in versi. Ha ricostruito in maniera logica seguendo quello che viene raccontato
anche in altre opere, seguendo anche poi lo sviluppo della storia del cantar de mio cid ,ha
ricostruito in prosa una sorta di introduzione. Cioè cosa era successo prima dell’inizio dei
versi del manoscritto che ci è giunto.
Come facciamo a sapere che mancano questi fogli iniziali? Perché potrebbe cominciare
tranquillamente così. In realtà le pergamene erano piegate a doppio e si mettevano una
dentro l’altra, (tipo i fogli del quaderno che hanno un corrispettivo dall’altra parte), mancano i
corrispettivi iniziali dei due fogli finali.
E quindi di conseguenza si vede che qualcosa si è perso, così anche i corrispettivi al centro
dei due fogli.
Si è visto che l’ultimo foglio della pergamena non aveva il corrispettivo iniziale così come
all’interno mancano due fogli e ci sono i due corrispettivi però all’interno dall’altra parte.
E quindi da questo si è capito che mancano delle parti ma rispetto ai 3730 versi dell’opera,
praticamente è una piccolissima parte.
Nella letteratura medievale soprattutto quella delle origini andiamo avanti a forza di teorie
perché non abbiamo delle sicurezze.
Le due insicurezze che riguardano il cantar de mio cid riguardano la datazione e “l’autoría”,
cioè quando il cid è stato composto e chi lo ha composto.
Sono due quesiti che ancora oggi si basano solo su teorie che naturalmente per la maggior
parte ha fatto Pidál, come possiamo ben immaginare.
La datazione.
Cominciamo dalla datazione. Tutte le notizie che noi possiamo desumere rispetto al Cantar
de mío cid si trovano in questa parte che si chiama “Colophon” ed è praticamente la parte
finale del testo.
Il Colophon nei testi di oggi si trova invece all’inizio, il colophon è quella parte in cui vi dice:
casa editrice, anno di pubblicazione, se è una traduzione, chi ha fatto la traduzione, quindi
quella parte iniziale dei libri, qualsiasi libro che sia di narrativa, che sia un saggio, che sia un
testo di poesia, qualsiasi di questi libri hanno un Colophon e anche nel colophon del cantar
de mio cid abbiamo delle indicazioni.
Quest’ultima parte (questo è l’ultimo foglio, c’è scritto 74).
Il Colophon dice: “per Abat le escribiò en el mes de Mayo en era de mil” poi c’è uno spazio
CC doscientos (c’è scritto in numeri romani) poi c’è una X, una L e una V che sarebbe 245
anos. (Quindi il colophon è: per Abat le escribió en el mes de Mayo de era de 1245 anos).
Questo è il Colophon, nel colophon troviamo due informazioni, un nome “per Abat” che si
dice le escribió e incontriamo una data 1245.
Quali sono però le problematiche? Uno potrebbe dire, perfetto, “per Abat” è l’autore e 1245 è
la data e quindi stiamo apposto, in realtà 1245 è un’epoca un po’ tarda di un Cantar de
gesta, come abbiamo visto, potrebbe anche essere, perché non è che i Cantares de gesta
scompaiono, ma per come è scritta la data, vedete che qui c’è una sorta di ombra, una sorta
di cancellatura, sembra quasi che la pergamena sia sporca in quel punto. Allora che cosa si
è pensato? Che probabilmente ci fosse un’altra C e che quindi fosse 1345. È stata molto
studiata questa pergamena, è stata passata con i vari marchingegni contemporanei al
computer ecc, rad e grazie ad uno studioso che si chiama “Antonio Ubieto Arteta” si è
scoperto che in realtà in quel punto non c’era nulla.
Perché è cancellata così? Perché è rovinata dal tempo? E poi probabilmente l’autore del
manoscritto voleva lasciare uno spazio tra le centinaia e le decine, quindi 200 e 45, e poi
perché era rovinata già in precedenza la pergamena quindi non si poteva scrivere
direttamente a fianco.
Pensate a come venivano trattate le pergamene, erano pelli di animali, quindi venivano
tagliate con coltelli per togliere i peli ecc..
Quindi quel taglietto, quella specie di ombra che si trova tra le centinaia e le unità
probabilmente deriva da una pulitura sbagliata e quindi c’era questo taglietto.
A questa data (ovvero 1245), bisogna togliere 38 anni, perché all’epoca gli spagnoli avevano
un conto 0 differente da quello del resto del mondo occidentale della nascita di Cristo. Loro
non partivano dall’anno 0, ma partivano dal 38 a.C perché era la data fantasiosa, supposta
dagli spagnoli, di fondazione delle province dell’Ispaña fatta da Giulio Cesare.
Loro sostengono che nel 38 a.C Giulio Cesare avesse cominciato a fondare l’Ispaña e
avesse diviso quel territorio in province.
Gli spagnoli cominciano a contare da quando sono stati fondati da Giulio Cesare.
1207 (1245-39), è la data.
1245 è la prima data, scritta sul manoscritto che corrisponde al 1207 del mondo occidentale.
Questa data non è quella di composizione del Cantar de mio Cid, ma è la data in cui colui
che ha trascritto questo manoscritto ha finito di trascrivere.
Quindi in quella data si è completata la trascrizione, dato che il Cantar de mio Cid si
trasmetteva tra i giullari oralmente.
Ad un certo punto, una o più persone si sono avvicendate a trascrivere l’opera, nel momento
in cui si è terminata la trascrizione è stata aggiunta la data, ovvero 1245 alias 1207 (data
nostra).
Fin’ora abbiamo la data di trascrizione del manoscritto, non sappiamo ancora qual è la data
di composizione dell’opera.
Nel Colophon abbiamo detto che c’è un nome: ‘Per Abat’.
‘Per Abat’ non ha un’identità conosciuta, nel senso che si sono cercate informazioni su di lui
ma possiamo immaginare quanti Per Abat c’erano all’epoca, quante persone in Spagna
potevano chiamarsi Pedro Abate.
Non si è riusciti a risalire all'identità di questo personaggio, però abbiamo il nome di un uomo
che dice ‘Per Abat le escribiò’, quindi noi pensiamo che se lo ha scritto è l'autore, ma non è
così semplice, dato che come sappiamo la creazione è orale, quindi il verbo ‘escribir’
sottende un’ambiguità, ha diversi significati durante il Medioevo, infatti poteva significare
scrivere, comporre ma anche copiare.
Guardando anche altri testi del Medioevo che avevano un autore certo, ma avevano un
copista differente che scriveva ‘le escribiò’, si è capito che questo verbo significa appunto
trascrivere e non creare.
Significa quindi ‘scrivere’ ma riferendosi a qualcosa di già scritto o già creato.
Lui poteva aver copiato un altro manoscritto, o poteva aver trascritto qualcosa che già
esisteva ma di certo non fu creata da lui.
Per Abbat non è l’autore dell’opera, ma è il copista.
È colui che ha trascritto questa opera perché l’aveva ascoltata o perché qualcuno la
cantava.
Ricapitolando, le notizie che ci da il Colophon ci dicono che l’opera è stata composta prima
del 1207 (dato che è l’anno di trascrizione, quindi è stata composta precedentemente), da
un autore anonimo, che non conosciamo, dato che Per Abat (il nome che fuoriesce dal
Colophon) era il copista.
Pidal, che appoggia l’idea di Per Abat copista (anche perché quando l’opera veniva fatta si
utilizzava ‘hacer’), ha lavorato alla più grande edizione critica di questa opera avanzando
due teorie diverse.
Per quanto riguarda la prima teoria pensa all’esistenza di un autore unico, un giullare di
Medinaceli (una città al nord di Madrid), che avrebbe composto quest'opera. Più tardi però
approfondendo gli studi e studiando per bene anche il tipo di stile che si trova all’interno
dell’opera difende la tesi che sono stati due giullari a comporre l’opera, il giullare di
Medinaceli e un altro di San Esteban de Gormaz (un’altra città al nord di Madrid nella
regione di Castilla y León).
In realtà cronologicamente ci sarà prima il giullare di San Esteban de Gormaz e dopo di
Medinaceli, per Pidal dice che il primo sarebbe vissuto in un periodo più vicino a quello in cui
è vissuto il protagonista dell’opera che si chiama Rodrigo Díaz de Vivar.
Quindi il giullare di San Esteban de Gormaz sarebbe vissuto in un periodo più vicino
cronologicamente a quello del Cid, di conseguenza avrebbe saputo notizie più certe sulla
sua vita e sulle sue imprese.
Questo giullare avrebbe ideato il piano generale dell’opera e avrebbe composto parte
dell’opera, non tutta.
Il Cantar de mio Cid si divide in tre parti, per cui secondo Pidal il primo giullare avrebbe
composto la prima parte e parte della seconda parte.
Il giullare di Medinaceli che sarebbe vissuto cronologicamente più distante da Rodrigo Díaz
de Vivar avrebbe composto l’altra parte della seconda e la terza.
Dice questo perché secondo Pidal la seconda metà della seconda parte è più letteraria,
come anche la terza, quindi ci sono dei fatti meno attinenti alla vita di Rodrigo Díaz de Vivar,
più fatti inventati rispetto alla realtà dei fatti accaduti al protagonista.
Quindi con il fatto che sarebbe vissuto più lontano, avrebbe inventato di più.
Questa è la teoria di Pidal.
Questa teoria in realtà è stata abbastanza contraddetta, ci sono altri critici venuti
successivamente tra cui Colin Smith e David Hook che non sono d’accordo su questa teoria,
perché sostengono che all’interno del Cantar de mio Cid ci sia una coerenza strutturale che
rende impossibile il rapporto di due autori diversi, tra l’altro distanti anche nel tempo.
Non è che lavoravano assieme e si mettevano d’accordo sulle parti da comporre, ma sono
vissuti anche distanti, quindi si sarebbero dovuti mettere d’accordo a prescindere.
Questa struttura tipica del Cantar de mio Cid ma un po’ in generale dei cantares spagnoli fa
si che si arrivi a essere quasi certo che l’autore sia stato uno solo, che non si sa se sia il
giullare di Medinaceli, il giullare di San Esteban de Gormaz, un altro giullare o non un
giullare perché si criticava a Pidal anche il fatto che i giullari di solito erano analfabeti, non
avevano le competenze per creare, loro cantavano.
Quindi l’autore del Cantar de mio Cid non si conosce, ma sappiamo che probabilmente è
stato un unico autore.
Da dove prende l’idea del Cantar de mio Cid questo autore anonimo che non conosciamo?
Probabilmente ha rielaborato un’opera, più precisamente un poema in versi che era stato
composto poco dopo la morte di Rodrigo Díaz de Vivar intorno al 1099.
Alcune volte si facevano rispetto a dei personaggi famosi degli omaggi alla morte, e si
creavano in maniera estemporanea anche delle poesie, delle opere dedicate. Sulla base di
questo poema dedicato a Rodrigo Díaz de Vivar, l’autore anonimo ha creato il Cantar de mio
Cid, si è ispirato ad un poema composto intorno alla morte del Cid del 1099.
Quella potrebbe rappresentare la fonte del Cantar de mio Cid.
Sicuramente comunque il Cantar de mio Cid proviene da una lunghissima tradizione come
tutti i Cantares de gesta che si inseriscono tra la letteratura popolare: quindi la letteratura
ispano-romano, ispano-bisicota, tutta la teoria tradizionalista da dove può nascere la
letteratura spagnola, probabilmente da quelle letterature, come anche dalla letteratura
popolare germanica arrivano le fonti per il Cantar de mío Cid; quindi anche rispetto alle fonti
non abbiamo delle sicurezze.
Quindi ricapitolando: Per Abbat trascrisse (poiché per indicare la composizione si usava
'facer' e non 'escribio', lui utilizza escribio) l'opera, Per Abbat è l'autore del manoscritto ma
non l'autore dell'opera.
(Ci sarebbe anche un'altra teoria: che Per Abbat era l'autore di un altro manoscritto e
l'autore ha trascritto 'Per Abbat lo escribio' copiando dall'altro manoscritto. Ma noi seguiremo
la teoria secondo cui Per Abbat è l'autore del manoscritto)
Per Abbat quando lo trascrisse? Sicuramente nel mese di maggio, nell'anno 1245, come è
stato indicato nel manoscritto, che corrisponde al 1207.
Chi è l'autore? Pidal sostiene sia stato un autore / due autori Giullari, mentre altri critici
sostengono che non è possibile data la coerenza interna; si è arrivati ad un solo autore che
però non si sa chi è.
Ci manca la vera data di creazione del Cantar de mío Cid che abbiamo detto essere
sicuramente anteriore del 1207. Qual è la data supposta di creazione? 1140 che è la data di
inizio della seconda tappa dei Cantar de gesta. Perché è la data supposta di creazione
dell'opera? Pidal e anche altri studiosi, riferendosi ai contenuti dell'opera, ciò che viene
descritto nell'opera e al periodo di vita di Rodrigo Díaz de Vivar, arrivano a questa data
orientativa, prima di tutto per il tipo di scrittura che viene utilizzato nel manoscritto, che è
ovviamente confacente al periodo in cui viene trascritta l'opera ma di solito passa un periodo
di tempo tra la morte dell'eroe e l'affermazione dell'opera che riguarda l'eroe, il Cantar che
riguarda l'eroe; la scrittura del manoscritto è una scrittura che si chiama gotico rotonda, ma
più che tipo di scrittura appartiene all'epoca dove era stato trascritto, sono le parole presenti
nel manoscritto a indicarci il periodo, perché la trascrizione di quei versi è quella orale, della
lingua che veniva utilizzata oralmente, quindi della lingua della creazione dell'opera che
viene mantenuta, quindi dall'analisi della lingua dei termini utilizzati all'interno del testo si
risale più o meno all'età del 1100.
Tuttavia, potevano esserci degli arcaismi, che non avevano tenuto conto di un evoluzione,
potevano esserci delle parole avevano trascritto in maniera sbagliata, e quindi di
conseguenza non sono gli unici elementi su cui ci si può basare per data la dotazione del
Cantar de mío Cid; allora si guarda al contenuto, si va a vedere che cosa viene raccontato
all'interno dell'opera e il contenuto riguarda degli usi dell'epoca che vengono riportati proprio
per quel realismo di cui abbiamo parlato, quindi i personaggi che ci sono all'interno
dell'opera sono utili per datare la creazione del testo. I personaggi che appaiono nell'opera
sono tutti contemporanei al protagonista, Rodrigo Díaz de Vivar, che era un infanzón o un
hidalgo: l'infanzón è il nobile della bassa nobiltà, quello che non è legato alla corte, che non
vive a corte, che non ha il sangue nobile, non ha una discendenza di famiglia nobile, come
l'hidalgo, cioè il nobile che è diventato nobile grazie a qualcosa, di solito grazie alle imprese,
si doveva appartenere non al basso popolo poiché non avevi possibilità neanche di
combattere, ma avere già una situazione sociale che ti permetteva di farti notare e di
conquistare terre e quindi acquisire ricchezze. Viene chiamato Cid (che deriva dall'arabo
'Sidi' ovvero signore) e viene chiamato 'Campeador' cioè combattente, guerriero (il
protagonista avrà moltissimi soprannomi che si riferiscono al suo essere saggio perché era
un uomo perfetto); nasce tra il 1040 e il 1050, vive una cinquantina d'anni e muore tra il 1090
e il 1099 (1099 è la data più accertata rispetto alla morte), nasce a Vivar, muore a Valencia.
Già dalla data di morte si può capire più o meno quando è stata composta l'opera perché
dovevano passare degli anni dopo che l'eroe moriva, una quarantina / cinquantina di anni
dopo la morte si cominciava a creare l'opera e quindi ci troviamo più o meno con il 1140.
Tutti i personaggi che appaiono nell'opera sono stati suoi vassalli, seguaci o comunque sono
stati personaggi realmente esistiti alla corte e da questi possiamo capire più o meno il
periodo in cui è ambientata l'opera; poi ci sono delle usanze che appaiono all'interno
dell'opera: la prima è quella dei quiñoneros che erano gli uomini dell'esercito che si
occupavano di spartire il bottino appena conquistato (chiamati quiñones) con tutti coloro che
avevano partecipato alla battaglia, seguendo delle regole particolari (chi era stato più
valoroso, chi aveva combattuto a cavallo, chi a piedi, chi era intervenuto dall'inizio, ecc.),
quando quindi si tornava da una battaglia entravano in campo questi quiñoneros; questa
usanza è una usanza che si ha fino alla metà del 1100 quindi di conseguenza l'opera è stata
composta quando questa usanza era ancora in vigore; in più nel testo non ci sono menzioni
di beni in natura ma c'è solo ai beni in moneta oppure per beni preziosi, quindi si è
abbandonato da poco lo scambio di beni in natura, si è già passato a beni in moneta e
quindi ci si ritrova sempre più o meno intorno a quell'epoca di composizione del Cid, questo
ci fa capire come sia stato analizzato nel dettaglio questo testo, perché tutte le particolarità,
tutte le usanze che vengono descritte ci servono per dare delle risposte e tutte riportano più
o meno al 1140. In più ci sono delle tattiche usate in battaglia, ci sono degli abbigliamento
utilizzati nelle battaglie, ci sono anche delle descrizioni delle battaglie e quindi dei duelli
come venivano portati avanti, tutti questi elementi riportano a circa il 1140. Anche i luoghi
geografici, il Cid viaggerà tantissimo (il testo comincia che lui comincia un viaggio),
attraverserà luoghi che verranno nominati, ci sono molte indicazioni topografiche all'interno
del testo e molte strade cambiano il nome e rispetto ai nomi che si trovano nel Cid si risale
sempre a quella data. Tra l'altro l'opera finisce con una sorta di causa in tribunale contro i
nemici del Cid e tutte le formule che vengono utilizzate, delle vere e proprie formule
giuridiche, erano formule che si utilizzavano intorno a quell'epoca.
Quindi nel 1207 vi fu trascrizione del manoscritto, mentre nel 1140 la creazione dell'opera,
che poteva essere diversa alla trascrizione perché il collettivismo, l'oralità potrebbe aver
cambiato tanti versi presenti nell'opera, poiché come già detto alcuni Giullari erano
specializzati su una parte quindi non potevano ricordare tutte le parti, quindi è probabile che
il testo veniva modificato.
(Al verso 511 si parla dei quiñoneros)
IL TESTO

è un cantar diviso in 3 cantares; si racconta la storia del protagonista e della sua


famiglia.
1. cantar del destierro(esilio)= racconta dell’esilio del cid. viene esiliato perchè alcuni
nemici lo hanno accusato al re di aver rubato dei tributi. le terre che venivano
conquistate agli arabidagli spagnolo e in cui gli arabi rimanevano (perché
ormai vivevano lì) prevedevano una tassa da parte degli arabi agli
spagnoli. Ruy Diaz de vivar era un uomo di fiducia del re(Alfonso VI di Castilla). questo
attira tante invidie e tanti nemici. il re crede a queste malelingue e manda il cid in
esilio. lui accetta e parte con la moglie( doña jimena/ximena) e le due figlie (doña
elvira e doña sol); le donne non potevano seguire il cid in esilio per cui furono lasciate
in un convento con un sacerdote. Il cid non si perde mai d’animo, essendo eroe, un
uomo giusto ed un fedele vassallo del re non va contro di lui per sfidarlo ma anzi nel
suo esilio continua a riconquistare terre per il suo re e manda parte dei bottini alla
reggia(chiede in maniera indiretta il perdono). arriva il momento in cui il
cid conquista la citta di valencia(roccaforte araba importantissima) dove si
trasferisce e muore. questo gli permette di avere il perdono parziale del re( che
permette di farlo riunire con la moglie e le figlie che lo raggiungono a valencia).
intanto gli infantes de carrión chiedono in spose le due figlie del cid.
2. cantar de las bodas= matrimonio delle fanciulle con los infantes de carrión. la felicità
di questo momento di grazia dura poco perché questi due hanno sposato le figlie del
cid per vendicarsi del cid. 
3. cantar de la afrenta de Corpes(luogo, querceto)= chiedono di tornare a carrión con le
ragazze dopo il matrimonio, si fermano nel querceto de Corpes, le
malmenano lasciandole quasi morte e se ne vanno. il cid si vuole vendicare, chiede al
re(che lo ha perdonato) di essere vendicato, si fa un vero e proprio tribunale contro
los infantes che in quanto colpevoli vengono mandati in esilio. l’opera termina con il
matrimonio delle figlie con los infantes de Navarra y de Aragona(di grado
superiore rispetto a quelli di Carrión).
la coerenza interna della struttura del cantar del mio cid che fa si che si possa attribuire
ad un solo autore la composizione di quest’opera è dovuta a questo tipo di struttura. 
la struttura interna del cantar del mio cid é a “w” sbilenca; significa che il testo del
cantar del mio cid é composto da cadute e risalite continue (contrariamente a quelli
che erano i testi dell’epica anche francese che avevano una struttura circolare) qui si
parte da un punto e si arriva ad un altro migliore da quello che si é partiti. 
 
1 punto= stato iniziale del cid(si trova alla corte e vive felicemente al servizio del re
con la moglie e le figlie)
2 punto= esilio
3 punto= conquista Valencia, si ricongiunge con la moglie e le figlie e le figlie si
sposano.
4 punto= la frenta de corpes dove le figlie vengono disonorate
5 punto= esilio degli infantes de Carrión e le figlie sposano dei nobili ancora più nobili
dei precedenti.

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