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Appunti filologia II parte

Interventi della censura sul Decamerone

Lezione 1 - 26/10/2021
La vita di Boccaccio

Luogo di nascita di Boccaccio ignoto, quasi sicuramente toscana. Il padre di


Boccaccio era un mercante e ad un certo punto si lega alla compagnia importante di
Firenze dei Bardi e viene inviato a dirigere la filiale napoletana

Dal 127 si trasferisce con il padre a Napoli, a 14 anni. Il padre cerca di avviarlo
all’attività mercantile, lo fa diventare tirocinante. Ma a Boccaccio non piace questa
strada, anche quando prova ad indirizzarlo agli studi giuridici.

Ha una passione per la cultura e per la poesia, durante il soggiorno napoletano, dentro
la corte di Roberto D’Angiò entra in contatto con questi esclusivi circoli nobiliari e
aristocratici. Boccaccio viene accolto da questi esclusivi circoli di nobili napoletani,
perché è bravo a raccontare novelle. Quindi è la letteratura la chiave d’accesso per lui.

Parte da Napoli quando ha 28 anni, lo ricorderà come un periodo molto bello della sua
vita. Durante questo soggiorno compone quelle che noi conosciamo come le sue
opere minori.

Nel 1341 c’è il ritorno a Firenze, motivato dalle difficoltà finanziarie del padre, periodo
quindi di ristrettezze economiche. Riesce a introdursi nella Firenze del tempo e viene
ad essere chiamo nell’amministrazione comunale dei Firenze.

Nel 1348, arriva anche a Firenze l’epidemia di peste che provoca un totale
sovvertimento della vita civile della città di Firenze. Boccaccio visse questa esperienza
a Firenze. Il Decamerone viene concepito dopo il 1348, vale per l’organizzazione
complessiva del Decamerone. Un certo numero di novelle Boccaccio, può averle
concepite prima del 1348.

Non ci sono certezze su quando Boccaccio abbia finito il Decameron, alcune ipotesi:
tra il 1348 e il 1352.

Nell’ottobre del 1350, per la vita di Boccaccio, come autore, incontra per la prima volta
Francesco Petrarca. Tra i due inizia un rapporto che vedrà una successiva serie
d’incontri. Importante perché Petrarca inizierà l’attività letteraria di Boccaccio in modo.
Raccolta di regole in latino: Buccolicum Carmine, dizionario sui nomi dei laghi e delle
montagne, una biografia di donne illustri nella storia, una biografia delle sventure dei
personaggi illustri.

Omaggio a Boccaccio, perfido. Traduzione in latino dell’ultima novella del


Decamerone. Quasi a sottolineare che ha sbagliato tutto. Ci fa capire che a Petrarca
non deve essere piaciuto.

Dedicato in gran parte ad opere in latino. Il che ci fa capire che il documento autografo
del Decamerone viene datato 1370. Lo ricopia come un libro universitario, destinato
alla cultura. CI fa pensare che non sia stato molto curante di quello che Petrarca
pensasse della sua opera.
Tradizione manoscritta del Decamerone

Data che costituisce un prima e un dopo sullo studio del Decamerone sono gli anni 60,
costituisce uno spartiacque perché si conferma che il manoscritto di codice Hamilton
90 è il suo autografo e viene datato agli anni 70 del 300.

Ci sono tre tipi di maiuscole, nel senso tre maiuscole di diversa grandezza:

- Più grandi utilizzate ad inizio giornata

- Intermedie inizio della novella

- Piccole sottolineare delle parti di novelle al lettore

Voleva che tutto questo intersecarsi di piani narrativi fosse ben segnalato al lettore.

Prima della scoperta dell’Hamilton 90, manoscritto a cui si da più credito è il


Laurenziano 42-1 datato 1384 copiato da Francesco d’Amaretto Mannelli, copista di
passione. Manoscritto al quale gli editori che hanno curato le redazioni a stampa del
Decamerone. Importanti in quanto realizzati quando Boccaccio è ancora in vita.

Codice realizzato su pergamena, oggi è il Parigino italiano 482 datato nel 1360, copiato
da Giovanni Agnolo Capponi. Si caratterizza a livello grafico perché replica il sistema
delle tre maiuscole, che erano presenti nel manoscritto dell’Hemilton 90.

Possono essere considerati varianti d’autore, tali che ci fanno ipotizzare che nel
Parigino Italiano 48-2 sia stato scritto in una fase elaborativa che non è proprio l’ultima
che è quella dell’Hamilton 90. Le varianti sostanziali non sono poi molte, più sono le
varianti più c’è la possibilità di errori da parte dell’autore o del copista.

Alcune lezioni possono però essere considerate precedenti e antecedenti alle lezioni
dell’Hemilton 90. Una collazione di tutti questi testimoni, non è ancora stata fatta. In un
caso come quello del Decamerone la scoperta dell’originale autografo ha
rappresentato un po' un freno. Una volta che viene rinvenuto l’originale o l’autografo,
non ci sono più interventi da fare.

Lezione 2 - 27/10/2021
Manoscritto Secondo II 8

Un altro manoscritto che può essere considerato valido: Manoscritto secondo II 8.,
conservata alla Biblioteca Laurenziana di Firenze Manoscritto strano perché on
contiene tutto il Decamerone ma contiene soltanto le conclusioni delle giornate dalla 1
alla 9, possiamo chiamarlo manoscritto. Aggiunge soltanto una novella per intero, la
novella decima della nona giornata: novella breve che cadrà sotto le forbici dei censori.
Introduzione in cui l’autore loda la grande capacità letteraria di Boccaccio. Ipotesi che si
può fare p che questo manoscritto si astato realizzato a scopo promozionale, far
nascere curiosità per l’opera di Boccaccio. Nella conclusione, si accenna al tema della
giornata successiva, e si inserisce la ballata.

Manoscritto Vitali 26 della biblioteca di Piacenza : solamente 35 carte, non in buone


condizioni.

In un caso come quello del Decamerone, con la conservazione dell’originale autografo,


si può pensare che il lavoro sia minimo. Ma dell’Hemilton 90 sono andati persi ben tre
fascicoli, una lacuna piuttosto ampia. Per queste parti per la quale non può soccorci la
testimonianza dell’Hemilton 90, si è fatto riferimento al Laurenziano 42-1 chiamato
codice Mannelli. Si è potuto constatare come il codice rispecchi l’ultima fase
redazionale dell’Hemilton 90. Si è deciso di usare il codice Mannelli per tutte quelle parti
che non sono presenti Hamilton 90.

L’edizione critica non può fondarsi solamente Hamilton 90, vengono riportate secondo
la testimonianza del codice Mannelli.

Edizione del 1582 stampata dalla stamperia Giunti, sia a Venezia che a Firenze.

Ricordare come lo stesso Boccaccio si era reso conto che qualcuno aveva criticato al
sua opera, in particolare un certo tipo di novelle, aver dedicato questa raccolta alle
donne, di essersi mostrato troppo attento alle donne. Nell’introduzione della quarta
giornata, ci rende consapevoli di questo critiche, rispondendo raccontando una novella
lui e lasciandola incompiuta perché sia diversa dalle altre cento. In sostanza le critiche
dicevano che aveva lasciato troppo spazio all’amore.

Novella 101 (Introduzione della IV giornata)

Senza titolo: vuol dire che non aveva un argomento generale.

Commendarvi: lodare.

Perché sono 100 le novelle? Rimando alla Commedia di Boccaccio.

Teneri: attenti.

Pensare donde io avessi del pane (dove si riesce a guadagnare, invece che scrivere
queste scemenze).

Alcuni che dicono che quelle vicende che Boccaccio ha raccontato, non sarebbero vero.

Soffiati: critiche
Noi non sappiamo con precisione quando avesse cominciato a scrivere, probabile che
un certo numero di novelle siano state composte prima dello scoppio della peste del
34. Il progetto di un libro era parecchio laborioso.

Quello che leggiamo nell’introduzione della quarta giornata, quando Boccaccio ci dice
che già qui deve cominciare a rispondere alle critiche. Questa edizione è la prova che le
novelle del Decamerone sono state scritte prima della fine dell’organismo del libro.
Alcuni dicono che sia stata introdotta a posteriori da Boccaccio come finzione
letteraria.

Respulsa: risposta, feedback.

Avventura: per caso

Dopo “ne così piacevole, come queste sono”, c’è una frase che è stata tolta: “Queste
sono più belle degli agnoli che voi mi avete mostrato in ogni chiesa”. Ci fa capire come,
usando lo stesso metodo di giudizio, bisognava fare fuori tutta la poesia stilnovista
della donna angelo. Indicativo di un certo modo di pensare.

Boccaccio ha solamente fotografato quello che tutti fano e quello che tutti conoscono.
Viene quindi inutile criticare qualcosa che già esiste e già si conosce.

Incontanente: subito

Pentessi: si pentì

Edizione Salviati: viene poi a cadere “gli amorosi baciari, i piacevoli abbracci e i
congiungimenti dilettevoli” diventando: “gli amorosi diletti”.

Verso la fine dell’introduzione, torna a sottolineare quello che ha già ribadito prima.

Cosa succede al Decameron nel 400

Nel 400 alzano la voce per chiedere la distruzione del Decamerone. Ultimi decenni del
400 vede i Falò delle vanità: roghi nei quali si bruciano una serie di cose ritenute
peccaminose (trucchi, sete, oggetti vani, libri, specchi, vestiti di lusso)

Quaresima del 1493: farà portare in piazza molti tavoli da gioco, tre volumi del
Decamerone, quadri di pitture lascive, scacchi, libri peccaminosi.

Nel 1493: Bernardino da Feltre in una predica insultò Boccaccio chiamandolo


Porcaccio. Nelle prediche del 400 si mischiavano volgare e latino. Poi ordina di bruciare
le opere che avesse avuto di Boccaccio, meglio far bruciare le opere che poi bruciare te
all’inferno. Dice che scurrilità e vanità per far ridere non siano nemmeno nominate dalla
gente. Non c’è solo il problema di quante ne siano state bruciate, ma anche quelli che
saranno stati distrutti privatamente dai possessori intimoriti da quello che avevano
sentito nelle prediche.
1497-98: testimonianze di falò delle vanità sull’onda di Girolamo di

Numero di incunaboli del Decamerone che ci sono giunte. SI conoscono almeno 11


edizioni del Decamerone, e per ognuna di queste son state realizzate almeno 500
esemplari, per un totale di circa 5000-5500 esemplari. A noi ne sono pervenuti 59, meno
dell’1%

Manca lezione 3 - 02-10-2021


Novella di Ser Ciappelletto

Titolo del Decamerone come libro galeotto (dato dal fatto che .... )

Il 27 paradosso del Decameron

Tutto quello che abbiamo letto va preso come un giudizio paradossale. Per ridicolizzare
le opinioni che l agente aveva su Boccaccio di Ortensio Lando (primo che ha tradotto
l’utopia di Tommaso Moro), non è la riflessione di quello che pensava la gente
dell’epoca. In realtà riflette opinioni che circolavano nei confronti del Decamerone.
Circolavano mentre il numero delle edizioni del Decamerone si moltiplicava,
specialmente dopo che Pietro Bembo lo aveva indicato come modello della prosa
letteraria.

Antonio De Guevara, Aviso de’ favoriti et dottrina de cortigiani

non parla del Decamerone ma dei libri che sono pericolosi e degni di venire bruciati. Libri
degni del fuoco e indegni di essere letti, in quanto la loro natura invita a peccare. Per
questo le novelle sono state tradotte nella lingua volgare. Non nomina il Decamerone
personalmente, viene aggiunta da il traduttore (che traduce dal latino al volgare) lo
sentiva come un adeguarsi all’opinione di alti ecclesiastici. Non si può sapere se Pietro
Lauro fosse convinto di questa cosa, non viene esplicitato il nome di Boccaccio e le 100
novelle

Enrico Cornelio Agrippa

Fu medico, filosofo e astrologo tedesco. All’interno di “de incertitudine et vanitate


scienziarum”. Viene tradotto per Ser Lodovico Domenichi (letterato e traduttore di testi.
Collaboratore e revisore per le principali stamperie veneziane. Nella traduzione veine
saltato il nome di Pietro Bembo. Ci sono diversi autori che si chiamano Pietro ma
comunque il nome viene omesso. Si conferma la sostituzione dei nomi degli autori di libri
pericolosi e disdicevoli. Nei primi decenni del 500 continuano a moltiplicarsi le voci che
sostenevano dei libri pericolosi per la mentalità di chi li leggeva, quindi tenere sotto
controllo la produzione e la vendita dei libri. La grande disponibilità di testi, data dalla
stampa, fa si che ci si renda conto del potere che possono avere dandoli in mano a chi
non li aveva mai letti.
Il Concilio di Trento

13 Dicembre 1345, con la necessità di far fronte alla riforma di Lutero, scelto Trento
perché governato dal principe vescovo e fisicamente a metà tra mondo romano e
germanico. Si arrivò all’indizione del concilio perché all’interno della chiesa di Roma
c’erano posizioni molto diversificate in base all’atteggiamento da avere con la riforma di
Lutero. Diverse correnti che si mostravano favorevoli ad una profonda riforma all’interno
delle Chiese (es: i vescovi non avevano alcun obbligo di risiedere nella loro diocesi, in
alcuni casi c’erano ecclesiastici che erano vescovi di diverse diocesi, per assicurarsi una
rendita piuttosto cospicue. Problema che i vescovi non risiedevano li e diventava una
carica che avesse solamente a che fare con il denaro, l’amministrazione della vita
religiosa, affidata ad un clero che il più delle volte aveva ricevuto una scarsissima
formazione culturale) si capisce per questi motivi perché alcuni vescovi volessero
riempire questa frattura avvenuta nella chiesa cristiana e salvaguardare l’unità religiosa
dell’Europa. Imperatore Carlo V che aveva sotto di se i principi tedeschi che avevano
aderito alla riforma protestante, lui auspicava che il concilio potesse accogliere alcune
delle rivendicazioni che erano state fatte proprie da parte dei seguaci di Lutero. Segnato
come il momento in cui eriger un muro nei confronti della riforma protestante. I
partecipanti erano vescovi italiani, fortemente condizionati dal volere del papato. I lavori
del concilio si aprono e cominciano subito ad impantanarsi su una questione
procedurale: che questione dobbiamo affrontare prima. Anche se non si arrivò mai ad un
documento ufficiale si decise di affrontare tutte e due le questioni parallelamente.
Concilio più lungo nella storia della Chiesa. Questione della possibilità di leggere la
bibbia nella traduzione nelle lingue del tempo. Il Concilio comincia quindi in un clima
infuocato, anche se poi alla fine viene deciso di non concedere la lettura della Bibbia in
volgare.

08/11/2021 LEZIONE 5

Prima parte della censura del decamerone.

Il Granduca Cosimo, intende far valere i suoi diritti sul testo, considerato fondamentale
per la letteratura toscana, Fa capire che poi, il testo debba essere corretto da soli
fiorentini, in maniera che poi no rimangano alterate alcune espressioni della lingua
locale.

Testi, nel frontespizio, indica testimoni letterari antichi. La commissione del laoro
filologico che si voleva fare, era guidata e diretta a Vincezio Borghini.
Da qui capiamo come il risultato finale, è il risultato di un evidente grande compromesso,
tra l’esigenza di eliminare dal testo del Decamerone, ritenuti intollerabili dalla
commissione di Roma.

Al contrario della commissione fiorentina che voleva rendere un ‘opera il più possibile
vicino all’originale. Compromesso perché i fiorentini potevano operare solamente nelle
parti ritenute giuste, corrette dalla commissione romana.

Non quindi oggetto di censura dalla commissione ecclesiastici, che sembrava preparata
solamente da Roma. Per questo la commissione decide di inviare una copia a stampa
del Decamerone, con segante le parti tagliate e che termini bisognasse cambiare. Poi
diventa questa la base del lavoro fatto dalla commissiojne di Borghini.

Attraverso un’ampia documentazione che ci testimonia le comunicazioni avvenute tra le


due commissioni possiamo ricostruire più o meno accuratamente quali sono stati gli
errori applicati al testo originale. La commissione non accetta di lavorare su un testo già
compromesso. Cercano di fare un lavoro di critica testuale, quindi di ricerca
dell’originale, basandosi sul Laurenziano 42.1 ovvero il Codice Mannelli, chiamato
l’ottimo. Considerato uno dei testimoni più autorevoli per quanto riguarda la volontà
ultima dell’autore (utilizzato anche per riempire i tre fascicoli mancanti dell’Hamilton 90).

Nella Biblioteca Laurenziana di Firenze è conservata gran parte del lavoro fatto dalla
commissione Borghini, e delle sue comunicazioni tra le due commissioni (si dimostrano
innervositi e impazienti delle richieste della commissione romana). In più di un caso
fanno presente che i loro suggerimenti verranno considerate ma comunque mantenendo
la derivazione fiorentina. I fiorentini cercano di non far censurare la maggior parte del
testo del Decamerone.

Dalla documentazione presente nella Biblioteca Laurenziana, si capisce che alla sua
commissione pesava moltissimo cambiare tutto questo testo del Decamerone.

Seconda novella della prima giornata.

Rimandi alla novella di Ser Ciappelletto morto come martire e poi santificato.

Amistà=amicizia

LEZIONE 7 - 17/11/2021

Terza novella della prima giornata

Riassunto:

Non viene cambiato o censurato nulla. Esempio di come la commissione Borghini si trovi
a volte, a prender le parti di un avvocato difensore nei confronti della novella. Dice infatti
che non si voleva prendere in giro il santo, tutto sommato insomma, questo ha fatto una
beffa ma non volveva burlarsi del santo. Non essendoci nessuna bestemmia, si può
allora lasciare com’è.

Salviati, anche lascia il testo della novella immutato, salvo per un aggiunta che in
corrispondenza della conclusione della nocella viene apportata a margine, in forma di
commento, di apostilla, di chiosa. Non sempre, ma in casi che vedremo, Salviati, non
soddisfatto dei cambiamenti, dei tagli che i suoi componenti avevano cambiato,
aggiunge queste note che hanno la ben precisa funzione di orientare la lettura, di
indirizzare il lettore a intender nel modo, secondo Salviati, più corretto possibile, la
morale che si può ricavare dalla vicenda. Come se il lettore abbia bisogno di essere
accompagnato, o guidato, nella lettura, soprattutto a che cosa deve ricavare dalla
vicenda narrata dall’autore. Lettori che vengono messi sotto tutela. Queste postille, ci
danno modo di vedere la differenza che intercorre tra i due manoscritti.

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