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N O R M A I T A L I A N A CEI

Norma Italiana

VARIANTE
CEI EN 60034-2/A2
Data Pubblicazione
1997-12
Classificazione Fascicolo
2-6;V2 4092
Titolo
Macchine elettriche rotanti
Parte 2: Metodi per la determinazione, mediante prove, delle
perdite e del rendimento delle macchine elettriche rotanti
(escluse le macchine per veicoli di trazione)
Title
Rotating electrical machines
Part 2: Methods for determining losses and efficiency of rotating electrical
machinery from tests (excluding machines for traction vehicles)

APPARECCHIATURE ELETTRICHE PER SISTEMI DI ENERGIA E PER TRAZIONE

NORMA TECNICA

COMITATO
ELETTROTECNICO CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE • AEI ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA
ITALIANO
SOMMARIO

DESCRITTORI • DESCRIPTORS
Macchine elettriche rotanti • Rotating electrical machines; Perdite di potenza • Power losses; Rendimento •
Efficiency; Determinazione • Determiantion; Prove • Tests; Misure di potenza • Power measurements;

COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI


Nazionali

Europei (IDT) EN 60034-2/A2:1996-11;


Internazionali (IDT) IEC 34-2/A2:1996-11;
Legislativi

INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana CEI EN 60034-2/A2 Pubblicazione Variante Carattere Doc.

Stato Edizione In vigore Data validità 1998-2-1 Ambito validità Europeo


Varianti Nessuna
Ed. Prec. Fasc. Nessuna

Comitato Tecnico 2-Macchine rotanti


Approvata dal Presidente del CEI in Data 1997-12-16
CENELEC in Data 1996-10-1
Sottoposta a inchiesta pubblica come Documento originale Chiusa in data 1996-4-30

Gruppo Abb. 3 Sezioni Abb. B Prezzo Norma IEC 46 SFr


ICS 29.160.00;
CDU 621.313.017.2/.6.017.8.083.001.4

LEGENDA
(IDT) La Norma in oggetto è identica alle Norme indicate dopo il riferimento (IDT)

© CEI - Milano 1997. Riproduzione vietata.


Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza il consenso scritto del CEI.
Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di varianti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione o variante.
Europäische Norm • Norme Européenne • European Standard • Norma Europea
EN 60034-2/A2:1996-11

Macchine elettriche rotanti


Parte 2: Metodi per la determinazione, mediante prove, delle
perdite e del rendimento delle macchine elettriche rotanti
(escluse le macchine per veicoli di trazione)

Rotating electrical machines


Part 2: Methods for determining losses and efficiency of rotating electrical
machinery from tests (excluding machines for traction vehicles)

Machines électriques tournantes


Partie 2: Méthodes pour la détermination des pertes et du rendement des
machines électriques tournantes à partir d’essais (à l’exclusion des
machines pour véhicules de traction)

Drehende elektrische Maschinen


Teil 2: Verfahren zur Bestimmung der Verluste und des Wirkungsgrades
von drehenden elektrischen Maschinen aus Prüfungen (ausgenommen
Maschinen für Schienen- und Straßenfahrzeuge)

I Comitati Nazionali membri del CENELEC sono tenuti, in accordo col regolamento interno del CEN/CENELEC,
ad adottare questa Norma Europea, senza alcuna modifica, come Norma Nazionale.
Gli elenchi aggiornati e i relativi riferimenti di tali Norme Nazionali possono essere ottenuti rivolgendosi al Se-
gretario Centrale del CENELEC o agli uffici di qualsiasi Comitato Nazionale membro.
La presente Norma Europea esiste in tre versioni ufficiali (inglese, francese, tedesco).
Una traduzione effettuata da un altro Paese membro, sotto la sua responsabilità, nella sua lingua nazionale e
notificata al CENELEC, ha la medesima validità.
I membri del CENELEC sono i Comitati Elettrotecnici Nazionali dei seguenti Paesi: Austria, Belgio, Danimarca,
Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno
Unito, Spagna, Svezia e Svizzera.

I diritti di riproduzione di questa Norma Europea sono riservati esclusivamente ai membri nazionali del CENELEC.

C E N E L E C
Comitato Europeo di Normalizzazione Elettrotecnica Secrétariat Central: Comité Européen de Normalisation Electrotechnique
European Committee for Electrotechnical Standardization rue de Stassart 35, B - 1050 Bruxelles Europäisches Komitee für Elektrotechnische Normung
PREMESSA
Il testo del documento 2\939\FDIS, preparato dal TC 2, Macchine elettriche ro-
tanti della IEC, è stato sottoposto al voto formale ed è stato approvato dal CEN-
ELEC come modifica A2 alla EN 60034-2 in data 02/07/1996.
Il testo del documento 2G\73\FDIS, preparato dal SC. 2G, Metodi e procedure di
prova, del TC 2 della IEC, è stato sottoposto al voto parallelo IEC-CENELEC ed è
stato approvato dal CENELEC per l’inserimento nella modifica A2 alla EN 60034-2
in data 01/10/1966.

Nota La modifica 2 alla Pubblicazione IEC 34-2 emessa nel novembre 1996, contiene entrambi i do-
cumenti 2\939\FDIS e 2G\73\FDIS

Sono state fissate le seguenti date


n data ultima entro la quale la modifica deve essere applicata a livello nazionale
mediante pubblicazione di una Norma nazionale identica o mediante adozio-
ne
(dop) 01/06/1997
n data ultima entro la quale le Norme nazionali contrastanti con la modifica de-
vono essere ritirate
(dow) 01/06/1997

Per i prodotti che erano conformi al Documento di Armonizzazione


HD 53.2 S1:1974 (convertita in EN 60034-2) prima del 01/06/1997, come indicato
dal costruttore o da un Organismo di Certificazione, la Norma precedente può
continuare ad essere applicata per la produzione fino all’1/06/2002.

AVVISO DI ADOZIONE
Il testo della Modifica 2 alla Pubblicazione IEC 34-2:1972 è stato approvato dal
CENELEC come modifica alla Norma Europea senza alcuna modifica.

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VARIANTE ALLA CEI EN 60034-2 (CEI 2-6)

5 Temperature di riferimento

Sostituire il testo esistente con il seguente:


Salvo prescrizione contraria, tutte le perdite per effetto Joule I2R debbono essere
riferite alle temperature sottoriportate:

Classe termica Temperatura di riferimento


del sistema di isolamento °C
A, E 75
B 95
F 115
H 130

Qualora sia richiesto un valore nominale di sovratemperatura o di temperatura


corrispondente a quello di una classe termica di isolamento inferiore a quella im-
piegata nella costruzione, la temperatura di riferimento deve essere quella della
classe termica inferiore.

Aggiungere la seguente Appendice A:


APPENDICE
A informativa Metodi provvisori per la determinazione delle perdite e del rendimento
delle macchine a induzione del tipo a gabbia, alimentate da convertitore

INTRODUZIONE

Questa appendice si applica alle macchine a induzione del tipo a gabbia con fre-
quenza nominale fino a 120 Hz, alimentati da convertitori con punto intermedio
ed appartenenti alle seguenti categorie: convertitori di corrente e convertitori di
tensione, tipicamente a Modulazione di Ampiezza degli Impulsi (PWM).
I metodi per determinare le perdite ed il rendimento indicati nella Sezione 3 in
parte non sono più applicabili e questa appendice indica le modifiche che si ren-
dono necessarie.
Nota Il convertitore esafase è un caso speciale di convertitore ad impulsi

In generale, nel caso di alimentazione da convertitore, le perdite del motore sono


più elevate che nel caso di alimentazione da un sistema sinusoidale. Queste per-
dite addizionali dipendono dallo spettro di armoniche della grandezza di alimen-
tazione imposta (corrente o tensione). La loro entità è influenzata dal tipo di
schema e dal sistema di controllo del convertitore. Di conseguenza non si può
definire un semplice fattore correttivo per tener conto di queste perdite addizio-
nali.
La determinazione delle perdite e del rendimento sarà allora effettuata preferibil-
mente con procedure che prevedono l’alimentazione del motore mediante lo
stesso convertitore con cui il motore sarà alimentato in sevizio. Resta anche inte-
so che l’applicazione di metodi appropriati non deve richiedere la conoscenza
dei dati di progetto del motore , quale la geometria delle barre del rotore.

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A.1 Determinazione delle perdite e del rendimento dei motori alimentati da
convertitore

A.1.1 Componenti delle perdite addizionali


Le perdite addizionali nei motori ad induzione del tipo a gabbia(1) sono prodotte
dalle armoniche di corrente e di tensione; esse sono costituite dalle seguenti
componenti:
a) perdite addizionali I2R negli avvolgimenti primari;
b) perdite addizionali I2R negli avvolgimenti secondari;
c) perdite addizionali nelle parti attive del ferro.
Nota I fenomeni fisici all’origine delle perdite addizionali sono trattati nel capitolo 5 della
IEC 34-17, 1992: “Guida per la richiesta di motori a induzione del tipo a gabbia alimentati da
convertitori”

A.1.2 Determinazione del rendimento mediante la misura della potenza assorbita e


della potenza resa
Il metodo di misura della potenza assorbita e della potenza resa, come indicato
all’art. 12, è quello da preferire perché tutte le perdite addizionali risultano inclu-
se nel risultato (vedi A3); tuttavia l’apparecchiatura di misura deve avere adegua-
ta precisione per la misura di potenza, di coppia e velocità come pure un appro-
priato campo di frequenza. Perciò, per la strumentazione di misura ed accessori,
debbono essere specificate ulteriori prescrizioni in aggiunta al contenuto
dell’art. 3 (vedi A2).
Per contenere entro la tolleranza relativa richiesta il rendimento risultante del
motore, il massimo errore relativo (DP/Pin)max della misura di potenza deve esse-
re diminuito quando il rendimento aumenta, come indicato nella Fig. A.1.

(1) Queste perdite addizionali sono dovute alle armoniche dell’ alimentazione non includono le perdite addizionali descritte in
8.1a) e 8.3 che si riferiscono al caso di alimentazione sinusoidale con la sola frequenza fondamentale

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Fig. A.1 Errore relativo massimo ammissibile (DP/Pin)max per la misura della potenza assorbi-
ta così come della potenza resa (1)

È anche possibile determinare il rendimento complessivo del sistema completo


costituito dal convertitore e dal motore mediante la misura della potenza assorbi-
ta e della potenza resa dal sistema, previo accordo tra costruttore ed acquirente.
In questo caso il rendimento del motore non può essere determinato in modo se-
parato.

A.1.3 Determinazione del rendimento con il metodo della somma delle perdite
separate
Un certo numero di ipotesi fatte in 9.1 non sono più valide per i motori alimenta-
ti da convertitore. Nella prova a vuoto, le perdite I2R nell’avvolgimento seconda-
rio (9.1.1.1) non possono essere trascurate. Perciò le perdite nel ferro non posso-
no essere separate. La prova a vuoto a tensione variabile (cioè a flusso variabile)
secondo 9.1.1.3 non può essere effettuata con molti tipi di convertitori disponibili
in commercio a causa del loro limitato campo di regolazione; di conseguenza
non sarà possibile separare le perdite per attrito e le perdite per ventilazione
(8.1 b) e c) ) dalle altre perdite mediante una prova a vuoto.
Per quando riguarda la prova a carico, il concetto espresso in 9.1.2.1 che “le per-
dite nell’avvolgimento secondario sono considerate uguali al prodotto tra lo scor-
rimento e la potenza totale trasmessa all’avvolgimento secondario” è valido solo
per macchine funzionanti con corrente sinusoidale. Inoltre il calcolo delle perdite
I2R nell’avvolgimento primario mediante il valore di resistenza misurato in cor-
rente continua (9.1.2.1) determinerà un errore dovuto alle correnti parassite.
Pertanto quando si utilizza il metodo della somma delle perdite è necessario fare
alcune ipotesi (vedi A.4).

A.1.4 Determinazione del rendimento con il metodo calorimetrico


L’applicazione del metodo calorimetrico è particolarmente utile nel caso di moto-
ri alimentati da convertitori perché le perdite sono misurate indipendentemente
dalla forma d’onda di tensione e di corrente.

(1) d = tolleranza come indicata nella CEI EN 60034-1, Tab. VIII, punti 1 e 2. Le curve sono basate su una considerazione sem-
plificata di errore, assumendo gli errori assoluti DP dello stesso ordine di grandezza con Pin e con Pout. La Fig. A.1 rappresenta
il diagramma dell’equazione (DP/Pin )max = d x (1–h) / (1+h).

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Il metodo calorimetrico, indicato alla Sezione III della CEI 2-13 (IEC 34-2A), è da
considerarsi vantaggioso perché non richiede la misura della portata di massa;
pertanto non è necessario conoscere la densità del fluido di raffreddamento che
è funzione dell’umidità e della temperatura. Inoltre la variazione del calore speci-
fico viene normalmente trascurata.
In uno schema di montaggio come quello indicato nella Fig. A.2, la potenza as-
sorbita dalla resistenza di carico può essere misurata senza difficoltà, in modo
che le perdite del motore possono essere calcolate con la formula:
Pv = Pd (T2 - T1) / (T3 - T2 )
dove
Pv rappresenta le perdite del motore
Pd rappresenta la potenza assorbita dalla resistenza di carico
T1 , T2, T3 rappresentano le temperature misurate nei punti indicati nella Fig. A.2

La precisione della misura dipende essenzialmente dai valori delle sovratempera-


ture. (T2 - T1) e (T3 - T2 ). La misura deve essere eseguita in accordo all’art. 13
della CEI 2-13, per assicurare una precisione di misura come indicato all’art. 15 e
alla Tab. II.

Fig. A.2 Schema di montaggio per la prova con il metodo calorimetrico

A.1.5 Determinazione del rendimento col metodo della somma delle perdite
separate, mediante prove con un sistema sinusoidale e coefficienti di
maggiorazione forfettari per tenere conto delle perdite addizionali
I motori ed i convertitori di tipo standard vengono normalmente accoppiati solo
nel sito di utilizzo. In questi casi specifici un metodo per la determinazione del
rendimento mediante l’aggiunta di un incremento forfettario alle perdite misurate
con un sistema sinusoidale di alimentazione, sarebbe accettabile. Purtroppo,
come detto prima , non vi è alcuna possibilità di definire valori idonei applicabili
alla ampia varietà degli schemi e dei metodi di controllo dei convertitori. Allo sta-
to attuale i dati sperimentali raccolti per un certo campo di potenza e di schemi
consentono solo una limitata definizione dei coefficienti di maggiorazione forfet-
taria (vedi A.5).

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A.1.6 Metodi raccomandati
In relazione alla potenza dei motori, viene raccomandata l’applicazione dei se-
guenti metodi per macchine aventi frequenza nominale di 50 o 60 Hz:
a) Misura della potenza assorbita e di quella resa (A.3) nel caso di alimentazione
da convertitore di corrente o di tensione, per motori di potenza £50 kW.
Il metodo può essere applicato anche a motori di potenza nominale maggiore
previ accordi tra Acquirente e Costruttore(1).
b) Somma delle perdite separate nel caso di alimentazione da convertitore di cor-
rente (A.4.1) o convertitore di tensione (A.4.2) per motori di potenza >50 kW.
c) Somma delle perdite separate con alimentazione sinusoidale (9.1) ed una
prova a vuoto con alimentazione da convertitore di tensione (A.4.3) per mo-
tori provati in fabbrica (qualunque sia la potenza del motore).
d) Il metodo calorimetrico (A.1.4) applicabile per tutte le potenze sia con con-
vertitori di corrente che di tensione.

A.2 Prescrizioni per la strumentazione di misura (1)


Sono necessarie apparecchiature per la misura dei valori efficaci di corrente e di
tensione e per la misura della potenza attiva. Con il metodo di misura della po-
tenza assorbita e della potenza resa, la misura della potenza attiva ed il tipo di
apparecchiatura utilizzato per la misura della coppia e della velocità, definiscono
il grado di precisione dei risultati.
In considerazione del contributo delle armoniche al valore delle perdite, occorre
porre attenzione nella scelta delle apparecchiature di misura, che devono essere
in grado di funzionare nel campo di frequenza previsto con sufficiente precisio-
ne. Sono richiesti i seguenti valori per la banda(2) passante fr dell’apparecchiatura
di misura, inclusi i trasformatori di misura, i trasduttori ed i resistori shunt:
fr = 10 f1 per convertitori esafasi;
fr = 6 fp per convertitori PWM, con un massimo di 100 kHz;
dove
f1 è la massima frequenza nominale;
fp è la massima frequenza d’impulso (frequenza portante).
Per i convertitori esafase questi requisiti possono essere soddisfatti con l’utilizzo
di strumenti elettrodinamici convenzionali. Per i convertitori PWM è necessario
impiegare apparecchiature con una banda passante più ampia. Questi saranno
preferibilmente strumenti elettronici costituiti da convertitori analogici digitali ed
elaboratori dati di tipo digitale.
Note: 1 Con valori elevati della frequenza di impulso (modulazione) non è conveniente utilizzare
il metodo dei due wattmetri (inserzione Aron) perché, a causa della presenza di correnti
capacitive, la somma delle correnti in ingresso potrebbe essere diversa da 0. Pertanto si do-
vrà utilizzare uno strumento di misura di potenza per ciascuna fase (3 wattmetri).
2 Si ritiene che le seguenti precisioni siano ottenibili con appropriate apparecchiature di mi-
sura: potenza 0,5%, coppia 0,4% e velocità 0,1%.
3 Le armoniche all’uscita del convertitore e d il relativo ordine delle frequenze dominanti di-
pendono dal metodo di modulazione. Considerazioni di base sono date all’art. A.6.

(1) Se, previ accordi, il metodo è applicato a motori di potenza maggiore, si deve accettare che l’errore commesso nelle determi-
nazione del rendimento possa eccedere la tolleranza indicata nella CEI EN 60034-1, Tab. VIII.
(2) Per apparecchiature convenzionali di misura (vedere IEC 51) la precisione è definita per la frequenza nominale (per esempio
0,2% per 40...60 Hz), mentre un errore aggiuntivo alla classe di precisione viene tollerato per una più elevata e definita fre-
quenza (per esempio 0,4% a 1000 Hz). Per le apparecchiature di misura elettroniche viene generalmente indicata una banda
di frequenza mediante il valore più elevato di frequenza specificata. La precisione viene data sia per 50 o 60 Hz sia per la più
elevata frequenza specificata. Nel seguito questa frequenza verrà indicata come la banda passante di uno strumento.

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A.3 Misura delle perdite totali
La determinazione del rendimento dei motori con alimentazione da convertitori
può essere eseguita mediante la prova al freno ((9.3.1) vedere EN 60034-2/A1) o
la prova con macchina ausiliaria tarata ((9.3.2.) vedere EN 60034-2/A1). Questi
metodi sono applicabili anche per condizioni di funzionamento con frequenza
diversa dal valore nominale incluso il funzionamento a flusso ridotto. L’utilizzo di
questo metodo diretto è limitato alle macchine non eccedenti i limiti di potenza
nominale riportati in A.1.6.

A.4 Somma delle perdite separate


Il metodo della somma delle perdite separate può essere applicato mediante
l’esecuzione di una prova a vuoto modificata (9.1.1.1) e di una prova a carico
modificata (9.1.2.1). Entrambe le prove vengono effettuate a frequenza e tensio-
ne nominali, regolando la tensione in accordo con le caratteristiche del converti-
tore, ad esempio mediante di una sua curva caratteristica o il controllo vettoriale.
Opportune differenziazioni devono essere considerate per i convertitori di cor-
rente e di tensione.

A.4.1 Motori alimentati da convertitori di corrente a onda piena (1)


Si assume che la forma d’onda della corrente non cambi tra la prova a vuoto e la
prova a carico, così che il contenuto armonico relativo è indipendente dal carico.
Si assume anche che le perdite addizionali nel ferro siano principalmente dovute
all’inversione del flusso disperso. Con queste assunzioni le perdite addizionali
dovute alle armoniche dipendono essenzialmente dalla corrente e variano con il
quadrato del valore efficace della corrente primaria.
In teoria ciò permette la determinazione delle perdite addizionali a carico me-
diante la differenza tra i valore “delle perdite costanti” misurati nelle prove a vuo-
to con alimentazione sinusoidale e con alimentazione da convertitore. In pratica,
tuttavia, tale metodo può essere fonte di considerevoli errori.

A.4.1.1 Prova a vuoto con alimentazione da convertitore


La differenza tra la potenza assorbita e le perdite nell’avvolgimento primario, cal-
colate mediante la misura della resistenza in corrente continua, include le perdite
costanti (in accordo con 8.1, tenendo in considerazione solo la fondamentale) e
le seguenti componenti:
n perdite addizionali nell’avvolgimento primario dovute all’aumento della resi-
stenza a causa delle correnti parassite;
n perdite addizionali nel ferro;
n perdite nell’avvolgimento secondario dovute alle armoniche.
Tutte queste componenti saranno comprese nella somma delle perdite costanti
determinate con l’applicazione della prova a vuoto (9.1.1.1).

0.4.1.2 Prova a carico con alimentazione da convertitore


Quando si applica il metodo descritto in 9.1.2.1, con misure effettuate durante la
prova a carico con alimentazione da convertitore, le perdite nell’avvolgimento se-
condario ottenute con il calcolo risultano troppo piccole. Allo scopo di compen-
sare la differenza tra le perdite per armoniche nell’avvolgimento secondario a ca-
rico e a vuoto e le perdite per correnti armoniche parassite nell’avvolgimento
primario, lo 0,5% della potenza assorbita deve essere sommato alle perdite a pie-

(1) Questo documento non considera prescrizioni per casi di alimentazione da convertitori di corrente con modulazione d'am-
piezza di impulso.

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no carico (in aggiunta alle perdite addizionali forfettarie dello 0,5% prescritte in
9.1.3), salvo accordi diversi, ed assumendo che le perdite varino con il quadrato
della corrente primaria.

A.4.2 Motori alimentati da convertitori di tensione


Nota Quanto segue si applica sia ai convertitori esafase che ai convertitori PWM

Si può assumere che i valori assoluti delle armoniche di corrente sono indipen-
denti dal carico. Il rendimento sarà ottenuto effettuando una prova a vuoto ed
una prova a carico, entrambe con alimentazione da convertitore.
Le perdite addizionali sono incluse nella “somma delle perdite costanti” determi-
nate mediante la prova a vuoto in accordo con 9.1.1.1. Di conseguenza le perdite
I2R nell’avvolgimento secondario, da prendere in considerazione nella somma
delle perdite, sono solamente quelle dovute alle correnti relative alla frequenza
fondamentale di scorrimento. Queste si determinano mediante una prova se-
guendo un metodo diverso da 9.1.2.1; esse vengono calcolate come prodotto
dello scorrimento e della potenza fondamentale trasmessa al rotore; cioè la po-
tenza assorbita, diminuita delle perdite I2R nell’avvolgimento primario e della
“somma delle perdite costanti” ad eccezione delle perdite per attrito e ventilazio-
ne. Queste ultime possono essere determinate mediante una prova di rallenta-
mento. Il valore forfettario delle perdite addizionali a carico dovute alla fonda-
mentale dovrà essere applicato in accordo con quanto indicato in 9.1.3.
La Fig. A.3 rappresenta un diagramma della potenza relativa alle armoniche e
delle corrispondenti perdite addizionali La separazione delle perdite addizionali è
possibile solamente quando sono note le perdite costanti con alimentazione sinu-
soidale.

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Fig. A.3 Diagramma potenza e perdite(1):
a) con alimentazione sinusoidale
b) potenza relativa alle armoniche e corrispondenti perdite addizionali dovute alla ali-
mentazione non sinusoidale

A.4.3 Somma delle perdite separate mediante una prova a carico con alimentazione
sinusoidale ed una prova a vuoto con alimentazione da convertitore
Quando è disponibile una alimentazione sinusoidale le perdite a carico devono
essere determinate mediante la prova a carico come specificato in 9.1.2.1. La pro-
va a vuoto è effettuata conformemente a 4.9.
Le perdite addizionali a carico devono essere determinate come specificato in
9.1.3.

A.5 Metodo utilizzante coefficienti di maggiorazione forfettaria applicati alle


perdite determinate con alimentazione sinusoidale
Sono state considerate esperienze derivanti da prove comparative eseguite su
motori ad induzione trifase a gabbia alimentati sia con forma d’onda sinusoidale
sia da convertitore per determinare le perdite addizionali, espresse come percen-
tuale della potenza assorbita, mantenendo inalterata la potenza resa in entrambi i
casi.
n Per macchine aventi potenza nominale compresa tra 30 kW e 1015 kW, fun-
zionanti con convertitori di corrente esafase e con frequenza nominale di 50
o 60 Hz, le perdite addizionali dovute alla alimentazione da convertitore sono

(1) Simboli nella Fig. A.3


Pin, f = potenza assorbita fondamentale;
Pd = potenza trasmessa all’avvolgimento secondario;
Pout = potenza resa;
Pin, h = potenza armonica assorbita;
Pout, h = potenza armonica resa

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risultate comprese tra 0,6% e 1,25% della potenza assorbita. È ragionevole as-
sumere un incremento pari all’1% per motori aventi potenza nominale supe-
riore a 30 kW.
n Per macchine alimentate da convertitore di tensione i risultati dipendono dal-
la frequenza d’impulso, dallo schema di generazione degli impulsi e dall’indi-
ce di modulazione. I risultati sperimentali relativi a convertitori PWM con
onda sinusoidale di riferimento hanno evidenziato valori di perdite addizio-
nali da livelli praticamente trascurabili fino al 3% della potenza assorbita. Con
convertitori di tensione esafase, si può accettare un incremento dell’1,5 %.

A.6 Considerazioni di base relative ai convertitori

A.6.1 Forme d’onda tipiche dei convertitori

Fig.A.4 Forme d’onda tipiche di tensione e di corrente:


a) convertitore di corrente esafase
b) convertitore di tensione esafase
c) convertitore di tensione PWM

A.6.2 Armoniche del convertitore PWM


Lo spettro delle armoniche di corrente e di tensione fornito dai convertitori di-
pende dal sistema di modulazione.
Si possono trovare espressioni analitiche per la generazione di impulsi sincroni
mediante la interazione di una onda portante e di una onda di riferimento, essen-
do costante il rapporto delle loro frequenze. I convertitori di tensione con modu-
lazione di ampiezza di impulso sono di esempio. Lo spettro delle armoniche di
tensione può essere descritto in termini di frequenza fondamentale f1 di frequen-
za di impulso fp e di indice di modulazione M.

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Essendo f1 la frequenza fondamentale del convertitore, le frequenze delle armo-
niche saranno allora:
fn = n × f1; essendo n un numero intero per sistemi di modulazione sincrona. Con
convertitori dotati di ponte trifase a sei gradini, le armoniche sono di ordine di-
spari n = 5, 7, 11, 13, ..., il contenuto armonico risulta decrescente con l’aumen-
tare di n.
La frequenza di impulso fp è uguale al numero di commutazioni al secondo
delle valvole appartenenti allo stesso ramo del convertitore; per la modula-
zione PWM questa frequenza è uguale alla frequenza di campionamento. La
grandezza p = f p/f1, denominata rapporto di portanza, è scelta come un
multiplo di 3 per assicurare una uscita trifase bilanciata. La modulazione si-
nusoidale e la modulazione ad onda quadra producono uno spettro armoni-
co in uscita dal convertitore con armoniche di numero d’ordine
n = p ± m g (m g = 2, 4, ...) e n = 2p ± m u (m u=1, 3, ...).
L’indice di modulazione M è definito come il rapporto tra l’ampiezza dell’onda di
riferimento e l’ampiezza dell’onda portante. Per un’ampia gamma di valori di M è
dominante una armonica vicino a 2 f p nello spettro di tensione ai morsetti del
motore.
Essendo note le armoniche di tensione all’ingresso del motore, le armoniche di
corrente dipenderanno dalla impedenza del motore.

Gli schemi di generazione di impulsi asincroni possono dar luogo ad armoniche


di ordine frazionario.
Le armoniche di corrente dei motori possono essere ulteriormente ridotte inse-
rendo filtri tra l’uscita del convertitore e l’ingresso del motore. Nel caso di con-
vertitori di corrente con modulazione di ampiezza di impulso è necessario un fil-
tro (con condensatori).

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NORMA TECNICA
CEI EN 60034-2/A2:1997-12
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NORMA TECNICA
CEI EN 60034-2/A2:1997-12
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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano
e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956
Responsabile: Ing. E. Camagni

2 – Macchine rotanti
CEI EN 60034-1 (CEI 2-3) CEI 2-23
Macchine elettriche rotanti Parte 1: Caratteristiche nominali e Macchine elettriche rotanti Parte 14: Vibrazioni meccaniche di
di funzionamento macchine con altezza d’asse uguale o superiore a 56 mm. Mi-
sura, valutazione e limiti della intensità di vibrazione
CEI 2-5
Macchine sincrone trifasi - Determinazione sperimentale delle CEI EN 60034-9 (CEI 2-24)
grandezze Macchine elettriche rotanti Parte 9: Limiti di rumore
CEI 2-6 CEI EN 60034-18-1 (CEI 2-25)
Macchine elettriche rotanti - Metodi di determinazione, me- Macchine elettriche rotanti Parte 18: Valutazione funzionale
diante prove, delle perdite e del rendimento dei sistemi di isolamento Sezione 1: Principi direttivi generali
CEI EN 60034-6 (CEI 2-7) CEI EN 60034-18-21 (CEI 2-26)
Macchine elettriche rotanti Parte 6: Metodi di raffreddamento Macchine elettriche rotanti Parte 18: Valutazione funzionale
(Codice IC) dei sistemi di isolamento Sezione 21: Procedure di prova per
avvolgimenti a filo – Valutazione termica e classificazione
CEI 2-8
Macchine elettriche rotanti - Parte 8: Marcatura dei terminali e CEI EN 60034-18-31 (CEI 2-27)
senso di rotazione delle macchine rotanti Macchine elettriche rotanti Parte 18: Valutazione funzionale
dei sistemi di isolamento Sezione 31: Procedure di prova per
CEI 2-9
avvolgimenti preformati – Valutazione termica e classificazio-
Macchine con tensione nominale compresa fra 5 e 24 kV - Pro-
ne di sistemi di isolamento utilizzati in macchine fino a 50 MVA
ve di isolamento delle barre e delle matasse
e 15 kV, estremi inclusi
CEI 2-10
CEI EN 60034-22 (CEI 2-28)
Macchine elettriche - Metodi di prova per la misura delle carat-
Macchine elettriche rotanti Parte 22: Generatori a corrente al-
teristiche fisiche dei materiali delle spazzole
ternata per gruppi elettrogeni azionati da motori a combustio-
CEI 2-13 ne interna a pistoni
Macchine elettriche rotanti - Misura delle perdite con il metodo
calorimetrico
CEI EN 60034-7 (CEI 2-14)
Macchine elettriche rotanti Parte 7: Classificazione delle forme
costruttive e dei tipi di installazione
CEI EN 60034-12 (CEI 2-15)
Macchine elettriche rotanti Parte 12: Caratteristiche di avvia-
mento dei motori asincroni trifase a gabbia, ad una sola velo-
cità, a 50 Hz e per tensioni di alimentazione inferiori o uguali a
690 V
CEI EN 60034-5 (CEI 2-16)
Classificazione dei gradi di protezione degli involucri delle
macchine elettriche rotanti
CEI 2-17
Macchine elettriche rotanti Parte 15: Livelli di tensione di tenu-
ta ad impulso delle macchine rotanti a corrente alternata con
bobine statoriche preformate.
CEI 2-18
Guida per l’impiego e l’esercizio di macchine sincrone a rotore
liscio raffreddate in idrogeno
CEI 2-19
Dimensioni delle spazzole e dei portaspazzole per macchine
elettriche
CEI EN 60276 (CEI 2-20)
Definizioni e nomenclatura per spazzole di carbone, portaspaz-
zole, commutatori e collettori ad anello
CEI EN 60034-16-1 (CEI 2-21)
Macchine elettriche rotanti Parte 16: Sistemi di eccitazione per
macchine sincrone. Capitolo 1: Definizioni.
CEI EN 60034-3 (CEI 2-22)
Macchine elettriche rotanti Parte 3: Prescrizioni specifiche per
macchine sincrone a rotore liscio (turboalternatori)

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