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Il Po, fiume più lungo d’Italia, al termine di un tragit-
DEL DELTA DEL PO:
to di 652 chilometri, dà vita ad una delle maggiori AMBIENTE E SVILUPPO
zone umide del Mediterraneo e d’Europa sfociando a
delta nel Mare Adriatico dopo aver attraversato tutta
la Pianura Padana. IlII Po, fiume più
Presidente lungo
della d’Italia, Ciampi
Repubblica al termine di unalcuni
in visita tragitto di
anni
Sulla carta d’identità, il Delta del Po Veneto vanta di 652 chilometri, dà vita ad una delle maggiori
or sono nella nostra provincia di Rovigo disse che è l’uni- zone umide
essere la porzione di territorio più giovane d’Italia, del Mediterraneo e d’Europa sfociando a delta nel Mare
ca d’Italia, che continua ad aumentare la sua .estensione.
sviluppatosi poco meno di 400 anni fa e tuttora in Adriatico dopo aver attraversato tutta la Pianura
continua evoluzione.
Ogni anno il Po, nel suo lento decorso verso il mare
Padana.
Adriatico , depositando i suoi sedimenti nelle foci delle
PA R C O
PA R C O
si susseguono ognuno ospitando la propria ricca flora Adria, Ariano nel Polesine, Corbola, Loreo, Papozze,
e fauna: scanni, dune, sacche, lagune, valli e golene. Giardino Botanico sono un’istantanea del susseguirsi
Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, Taglio di Po.
I 7 rami del fiume, hanno contribuito alla configura- delle varie epoche, il Taglio di Portoviro, e gli eventi allu-
I segni particolari che fanno del Delta del Po un contesto
zione di una rete idrogeografica complessa, che ha vionali antichi e recenti danno l’idea di come l’equilibrio
di straordinario interesse naturalistico, storico e cultura-
reso spesso instabile il delicato equilibrio tra terra e di questo luogo sia stato sempre in continua evoluzione.
le sono molteplici, a partire dagli ambienti che si susse-
acqua con cui l’uomo ha imparato a convivere nel Il Parcoognuno
guono regionale Delta del
ospitando la Po, è stato
propria riccaistituito
flora e l’8 set-
fauna:
corso dei secoli. tembre 1997 con la Legge Regionale n.36 riconoscendo
Solerti opere di bonifica e interventi idraulici hanno scanni, dune, sacche, lagune, valli e golene.
restituito all’uomo ampi territori strappati dalle Ifondamentale
7 rami del fiume, il valore
hanno collettivo
contribuitodialla questo territorio
configurazione
acque e occupati poi da superfici rese coltivabili. di una rete idrogeografica complessa, che ha resogaranti-
unico. La sua fondazione si è resa necessaria per spesso
La presenza umana nel Delta è, tuttavia, molto antica
re e promuovere
instabile il delicato la conservazione
equilibrio tra terra del patrimonio
e acqua con cultu-
cui
D E L
D E L
e scavi archeologici ne hanno rinvenuto le tracce a rale, mantenere e recuperare la sua
l’uomo ha imparato a convivere nel corso dei secoli. complessità struttu-
partire dal periodo etrusco e romano, tracce ora rale e funzionale
Solerti ed evidenziare
opere di bonifica e interventi le diversità dei paesag-
idraulici hanno resti-
custodite in numerosi siti dislocati sul territorio, come gi di un territorio costruito, nel corso
tuito all’uomo ampi territori strappati dalle acque dei millenni , daie
il Museo Archeologico Nazionale di Adria e il Centro detriti portati a valle dal fiume
occupati poi da superfici rese coltivabili. e ridistribuiti dall’azione
Turistico Culturale di S. Basilio. delpresenza
La mare e del vento,
umana nelquiDelta la storia ha visto
è, tuttavia, molto il continuo
antica e
Numerosi sono inoltre gli itinerari naturalistici esclusi- rapporto di convivenza tra l’uomo e acqua, dall’antichità
scavi archeologici ne hanno rinvenuto le tracce a partire
B I B L I O T E C A
B I B L I O T E C A
vi , fluviali e terrestri, che l’ Ente Parco regionale del ai giorni nostri, passando per etruschi, romani e per inle
Delta del Po propone e organizza per visitatori ed dal periodo etrusco e romano, tracce ora custodite
grandi opere della Serenissima.
numerosi siti dislocati sul territorio, come il Museo
escursionisti desiderosi di esplorare questo patrimo-
nio di intatta bellezza.
La ristampa di Nazionale
Archeologico questa pubblicazione,
di Adria e che è stata Turistico
il Centro la prima
Tale pubblicazione, quindi, vuol essere una guida edita dalla Biblioteca
Culturale di S. Basilio. del Parco, intende rappresentare
completa e chiara per conoscere ogni sfaccettatura un valido strumento
Numerosi sono inoltre pergliconoscere nel modo migliore
itinerari naturalistici esclusivile,
di questo territorio, perché il Delta del Po possa esse- potenzialità di questa terra ancora
fluviali e terrestri, che l’ Ente Parco regionale del nascoste, e vuole
Delta
del Delta del Po pleta e chiara per conoscere ogni sfaccettatura di questo
1
ENTE PARCO REGIONALE VENETO Via G. Marconi, 6 territorio, perché il Delta del Po possa essere IL PRESIDENTE
sempre più
DEL DELTA DEL PO 45012 Ariano nel Polesine (RO) Comm.
un ambiente da proteggere, da vivere, da amare. Federico Saccardin
www.parcodeltapo.org
e-mail: info@parcodeltapo.org
Telefono 0426 372 202
Fax 0426 373 035
1
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INDICE
INDICE
55 IL PO
IL PO EE IL
IL SUO
SUO DELTA
DELTA
6 Il Delta e la sua evoluzione
11
11 GLI AMBIENTI
GLI AMBIENTI
12 Ambiente delle sabbie: gli Scanni
e le Dune
22 Ambienti delle acque salmastre:
Sacche, Lagune e Valli
30 Ambienti umidi d’acqua dolce:
Fiumi, Canali e Golene
40 Ambiente delle aree agricole
45
45 ARCHEOLOGIA
ARCHEOLOGIA
46 Aspetti archeologici del Delta
Centro-Settentrionale del Po
48 Via Popillia
48 Ariano nel Polesine
50 Taglio di Po
50 Porto Viro
51 Loreo
52 Rosolina
52 Adria
52
59
59 II PAESI
PAESI
60 Adria
62 Ariano nel Polesine
64 Corbola
65 Loreo
66 Papozze
67 Porto Tolle
68 Porto Viro
69 Rosolina
70 Taglio di Po
71
71 INFORMAZIONI UTILI
INFORMAZIONI UTILI
72 Centri e luoghi di visita
78 Informazioni turistiche
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IL PO
IL PO EE IL
IL SUO
SUO DELTA
DELTA
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TIPI DI DELTA
a) delta estuario
b) arcuato
c) cuspidato
d) lobato
e) digitato
d
b
c
a e
scerla perlomeno nei suoi capitoli più importan- loro percorsi, in particolare una rotta avvenuta
ti. presso Sermide (FERRI, 1985) segna l'inizio della
Alla fine dell'Età del Bronzo e l'inizio dell'Età del decadenza del Po di Adria e la nascita di un
Ferro (circa X sec. a.C.), in un periodo di clima nuovo corso per Calto e Stellata (il Poazzo) con-
mite secco ma ormai tendente al freddo, erano fluente nel Po di Ferrara presso Senetica.
due le principali linee lungo le quali le acque del A sud est di Ferrara è presente un'ulteriore sud-
Po defluivano in mare: la più settentrionale, il divisione in due correnti denominate, in epoca
Po di Adria, che passando per Castelmassa, romana, Padoa (Padusa o Eridano) e Olana
Fratta Polesine, Ceregnano, Adria e Porto Viro, (Volano).
Questo spiega la forte concorrenza di Spina,
come porto fluviale situato sul Padoa , rispetto
ad Adria ad iniziare dal V secolo a.C.
Plinio il Vecchio nel 65-75 d.C. scrive che gli etru-
schi erano stati costretti ad aprire canali naviga-
bili per mettere in comunicazione la zona delti-
zia del Po di Ferrara con Adria a causa dei disse-
sti idrogeologici che avevano sconvolto la rete
Il territorio alla fine dell’Età del Bronzo (circa X secolo a.C.), (da
Bondesan, 1990 modificato)
rotte avvenute presso Ficarolo, le acque del Po La fine del XVI secolo segna la definitiva estin-
iniziano a defluire nell'attuale alveo per trovare zione del Po di Ferrara a favore del Po di
poi sbocco in Adriatico presso Fornaci (si tratta Ficarolo, denominato per l'acquisita importan-
del Po delle Fornaci, dalle celebri fornaci che fin za, Po Grande.
d'allora sembra esistessero fra il Porto di Loreo e L'apparato deltizio del Po delle Fornaci si tra-
Donada). sforma da cuspidato a lobato e per il timore che
Questa foce è a sua volta costituita da tre rami i sedimenti della foce del ramo più settentrinale
distinti: Po di Tramontana, Po di Levante e Po di (il Po di Tramontana) di tale delta provocassero
Scirocco, nomi che ne indicano la direzione.
Dal ramo principale, allora denominato Po di
Ficarolo, si diparte a sua volta ( nei pressi si
Papozze ), il Po di Ariano, il quale si divide a sua
Con questa grande opera di ingegneria idrauli- sione protetta, la laguna, che avendo scambio
ca detta " Taglio di Porto Viro", inizia la costru- con il mare è costituita da acque salmastre.
zione del delta Moderno che porta all'allunga- La sua genesi è subordinata alla formazione e
mento del Po, nella Sacca di Goro e la successiva all’altezza che raggiunge il cordone sabbioso.
formazione di altri rami, quali il Po della Anche le sacche sono in comunicazione diretta
Donzella o di Gnocca verso sud, il Po delle Tolle con il mare, ma la loro formazione e la loro mor-
detto Po di Venezia verso est ed il Po della fologia però si scostano totalmente da quella
Bagliona, successivamente chiamato della della laguna.
Maistra verso nord. Esse sono delle ampie insenature separate fra
loro dalle “penisole” costruite dai rami deltizi
fluviali nei punti di più rapido accrescimento.
Altro ambiente di acqua salmastra è costituito
dalle valli che come la lagune si sono formate
per allagamento di acque rimontanti dal mare
di territori precedentemente emersi o palustri
che la subsidenza, non compensata da apporti
sedimentari, ha portato a quote più basse del
livello marino.
Ma differentemente delle lagune e delle sac-
che, le valli sono ambienti generalmente chiusi
che entrano in comunicazione con il mare e con
il fiume solo attraverso l’azione antropica.
Da quanto detto, si evince che la “forma” del
Delta è in continuo mutamento, poiché sono
molteplici le variabili fisiche (es.clima) ed antro-
piche (opere idrauliche) che determinano la
Il territorio intorno al 1860 (da Bondesan, 1990 modificato) morfologia e soprattutto la storia economica di
questa zona.
Il Delta rinascimentale viene completamente La chiave di lettura più semplice per capire e
disattivato con lo sbarramento del Po delle conoscere questo territorio compreso fra la
Fornaci nel 1625 (BONDESAN,1990). Sacca di Goro a sud e Porto Levante a nord, così
Attualmente dopo aver attraversato quasi tutta incredibilmente mutevole soprattutto dal punto
la Pianura Padana, il Po in prossimità della foce, di vista naturalistico, è quello di suddividerlo in
si suddivide in diversi rami di cui il principale è il quattro tipi di ambiente:
Po di Venezia che nella parte conclusiva del suo 1. ambienti delle sabbie;
tragitto assume il nome di Po di Pila, il quale a 2. ambienti delle acque salmastre;
sua volta sfocia in mare suddividendosi in altri 3. ambienti umido d’acqua dolce;
tre rami (da Nord a Sud): Busa di Tramontana, 4. ambienti delle aree agricole.
Busa Dritta e Busa di Scirocco. Ma non sono da
dimenticare le altre diramazioni che costitui- Legenda tavole
scono il Delta cioè il Po di Goro, il Po della ....... Opera successiva
Donzella, il Po delle Tolle e il Po di Maistra.
Per quanto concerne il Po di Levante va detto • • • • • • Linea di costa di circa 5500 anni fa
che questo ramo è ormai isolato dal sistema del Linea di costa attuale
Delta al quale è collegato solo con un piccolo
canale artificiale (Biconca di Volta Grimana). Linea di costa periodo considerato
Durante le piene queste ramificazioni riescono a Fiume attivo
far avanzare in mare i due argini e la barra di
foce, da qui la forma cuspidata, ma successiva- Fiume di recente estinzione
mente le onde e le correnti rielaborano e ripuli- Fiume incanalato
scono il sedimento portando il materiale fine in
sospensione al largo ed accumulando la sabbia Canale importante
in cordoni ai lati della foce (gli “scanni”) paral-
Grandi specchi d’acqua dolce
leli alla linea di costa.
Dietro alla barriera sabbiosa rimane una depres- Grandi specchi d’acqua salata
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GLI AMBIENTI
GLI AMBIENTI
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MARE 2
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SCANNO
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Scano Boa
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LAGUNA
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Secondo indagini recenti compiute sugli scanni di La vegetazione di “antiduna”, di duna embrionale e
Boccassette e Barricata, vengono evidenziate diverse di duna mobile è rappresentata dal cachileto e
tipologie vegetazionali di seguito elencate. dall’agropireto. Sono queste le due vegetazioni che
più spesso si sovrappongono fino a diventare
indistinguibili. L’elemento dominante di queste aree
è Xantium italicum, specie nitrofila e Cynodon
dactylon ben adattata al calpestamento e che si
sostituisce alla vegetazione originaria. (GHIRELLI , 1997).
L’ammofileto è invece ben rappresentato sebbene in
alcuni tratti sia disturbato dalla presenza di Spartina
juncea e da impianti di Tamerice.
La Vegetazione retrodunale è rappresentata per lo
più da praterie a Spartina juncea mescolate ad un
aggruppamento sicuramente di maggior pregio
naturalistico rappresentate da Juncus acutus, Juncus
maritimus, Tetragonolopus maritimus, Sonchus
maritimus. Trattasi di elementi delle depressioni
umide salmastre retrodunali.
La Vegetazione arbustiva è rappresentata per lo più
da tamerice e Amorpha fruticosa.
La Vegetazione igrofila è costituita di popolamenti
quasi puri di Phragmites australis soprattutto nei
tratti prossimi alle bocche di Po. Essa si arricchisce però
a contatto con la vegetazione retrodunale. Sono
quindi presenti anche, Agropyron pungens, Aster
squamatus, Bidens tripartita, Carex otrubae, ecc.
La Vegetazione alofila è rappresentata da
un’associazione endemica nord-adriatica annuale,
pioniera su suoli salati la cui specie caratteristica è la
Salicornia veneta.
Ai bordi di questa associazione dove il terreno non è
più soggetto a periodiche inondazioni, si trova un
Spartina juncea
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altro tipo di vegetazione dominata da Puccinellia esemplari intenti a banchettare i residui organici
palustris. portati dalle mareggiate.
Sempre nell’area alofila, a contatto con un terreno Tra le specie di passo va ricordato il Piro piro piccolo
costantemente bagnato, si presenta una prateria alta (Tringa hypoleucos), estivante nel Delta del Po e il
e densa caratterizzata dalla presenza di Spartina Piovanello pancianera (Calidris alpina) che nidifica nel
maritima, Limonium serotinum e Aster tripolium. Si Nord Europa.
tratta di un’associazione endemica nord-adriatica A causa dell’erosione degli scanni, in alcune zone ed
assai rara e in forte regressione (GÈHU ET AL, 1984). in condizioni di alta marea, si registrano grandi
Tali ambienti sono unici ed insostituibili per concentrazioni di uccelli nei pochi dossi emergenti.
l’avifauna, in particolar modo per i limicoli costieri Più ricca, invece la zona di Retroduna poiché vi è una
protetti. maggiore complessità ambientale.
La fascia scoperta dalla bassa marea viene sfruttata Tra le specie nidificanti la maggior parte è attribuibile
per l’alimentazione, i dossi emergenti con l’alta all’ordine Passeriformi tra cui il Beccamoschino
marea come posatoio dormitorio, la duna come area (Cisticola jundicis), l’Usignolo di fiume (Cettia cetti) la
di nidificazione. Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) e il Canareccione
Fra le numerose specie di uccelli, alcune risultano (Acrocephalus arundinaceus), specie tipiche dei
particolarmente protette: nell’area di antiduna tra le canneti e della vegetazione ripariale in genere.
nidificanti Beccaccia di mare (Haematopus Molto più povera, invece, la varietà di mammiferi
ostralegus), Fratino (Charadrrius alexandrinus) e rappresentati da Nutria (Myocastor corpus) presenti
Fraticello (Sterna albifrons) e Fraticello (Sterna soprattutto nelle aree retrodunali e dal Ratto delle
albifrons); tra le estivanti è diffuso il ben noto chiaviche (Rattus norvegicus) e tra i rettili è diffusa la
Gabbiano comune (Larus ridibundus) e Gabbiano Lucertola campestre (Podarcis sicula) presente
reale (Larus argentatus), Gavina (Larus canus) che soprattutto nella prima vegetazione di antiduna e la
sovente si osservano in gruppi, anche di centinaia di Natrice tassellata (Natrix tassellata) (BOTTAZZO, 1997).
MARE 3
4
2
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6
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E DUNE FISSE
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massima raggiunta da questi complessi dunali nazione dei semi delle piante annuali che domi-
può raggiungere i 6m. neranno la fisionomia in primavera.
Come per la maggior parte delle situazioni La vegetazione caratterizzata è rappresentata
naturali, esistono diversi fattori ambientali che dal Tortuleto-scabioseto.
cambiano nel tempo; tra questi: il vento, Il suo nome deriva dal muschio Tortula ruralis e
l’antropizzazione più o meno spinta, la da Scabiosa gramuntia L.
stagione etc. Al variare di una di queste, si Sono rinvenibili inoltre:
possono riscontrare modificazioni della Phleum arenarium, Centaurea Tommasinii,
copertura vegetale. Si ritrovano quindi anche Oenottera biennis, Stachys recta, Scabiosa
Xantium italicum, Agropyron junceum, Cyperus argentea, Tragopogon dubius, Melilotus alba,
kalli, Ambrosia marittima, Cynodon dactilon, Conyza canadensis, Teucrium Polium, Fumana
Senecio inaequidens, Silene colorata, Vulpia procumbens, Petrorhagia saxifraga, Ambrosia
membranacea. marittima, Holoschoenus romanus, Cycloloma
atriplicifolia, Silene vulgaris, Elichrysum itali-
Retroduna cum, Lagurus ovatus, Trifolium arvense,
I suoli di queste zone sono caratterizzati da una Plantago coronopus. Questa associazione è tipi-
maggior ricchezza di particelle fini e sono for- ca di dune consolidate e quindi è rinvenibile
temente dilavati dalle piogge che riducono for- anche sulle dune fossili di Donada, Bosco
temente la matrice calcarea originaria. Si tratta Nordio e Rosolina. In seguito a forti fenomeni
di un ambiente ormai sottratto all’azione del erosivi della costa, è possibile ritrovarla però
vento marino poiché localizzate in posizione anche in prossimità della battigia (spiaggia di
riparata. Qui trovano quindi possibilità di svi- Barbamarco: foce del Po di Tramontana).
luppo le specie arbustive (Fanerofite). Le condi- Il valore di questo tipo di vegetazione è
zioni globali restano comunque aride; i vege- comprensibile per il fatto che si colloca in una
tali presenti sono quindi adattati morfologica- posizione intermedia tra le formazioni pioniere
mente ad un ambiente asciutto (foglie piccole, dei primi lembi sabbiosi e quelle più evolute dei
pelosità, periodo vegetativo prevalentemente boschi retrostanti e per il fatto che si tratta di
primaverile,...). La fisionomia del retroduna è una vegetazione quasi ovunque distrutta e che
variabile nelle diverse stagioni: nella stagione per la sua evoluzione si ritiene sia necessario un
fredda predominano i muschi (Tortula ruralis) e tempo di circa 100 anni.
licheni (Cladonia) che hanno lo scopo di mante-
nere l’umidità nel terreno favorendo la germi- Depressioni umide infradunali
Di particolare pregio
nell’area del Delta sono
le depressioni umide
infradunali.
Queste aree non risento-
no più dell’apporto del
materiale solido traspor-
tato dal vento.
Si tratta di avvallamenti
fra le dune ormai distan-
ti dal mare e sono il frut-
to dei processi di erosio-
ne ed assestamento
interno delle sabbie.
A questo abbassamento
consegue, in molti casi,
l’affioramento della
falda freatica divenendo
molto più superficiale e
l’apporto idrico è garan-
Cakile maritima
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tito dalle acque piovane che, oltre a rimpingua- La tendenza evolutiva di questi ambienti porta
re la falda, opera dei processi di dilavamento di dapprima alla formazione di boschetti
particelle limose e argillose lungo i pendii semipalustri ricchi di Ontano nero (Alnus
dunali. glutinosa), rovi, pioppi e salici; ma col procedere
Il tenore idrico è molto più accentuato rispetto dell’interrimento, potrebbero evolvere verso il
alle zone attigue della duna e la salinità ridotta bosco a Farnia (Quercus robur) e Carpino
a nulla. bianco (Carpinus betulus) (PIVA E SCORTEGAGNA,
La flora che ne risulta è perciò meno tollerante 1993).
nei confronti del cloruro di sodio, tant’è che la Per quanto riguarda la fauna, questi ambienti
vegetazione ha decisamente un carattere più ospitano diversi esemplari di Emys orbicularis
igrofilo. (Tartaruga di palude) che trovano rifugio e
Questi stagni completamente immersi nella sostentamento in questi stagni.
pineta (o lecceta nelle situazioni più naturali), Ma non mancano anche Hyla arborea
sono circondati, nella fascia più esterna, da pini (raganella), la Rana comune e Natrix natrix
(Pinus pinea e Pinus pinaster) e ginepri (Biscia d’acqua).
(Junniperus communis), mentre, avvicinandosi Sono stati avvistati nei pressi di queste zone
all’acqua, troviamo specie indicatrici di un ter- anche il Martin pescatore (Alcedo atthis), alcu-
reno più fresco quali: ne coppie di Germani reali (Anas platyrhynchos)
Frangula alnus (Frangola), Rhamnus catharticus e accidentalmente anche dei Cormorani
(Spincervino) e Cornus sanguinea (Sanguinella). (Phalacrocorax carbo), probabilmente in sosta.
Verso le zone centrali, invece sono presenti
Cladium mariscus (Falasco), Typha latifolia (Lisca Dune fisse
maggiore), Phragmites australis (Cannuccia di La copertura arborea ed arbustiva di questi
palude), Schoenus nigricans (Giunco nero), ma ambienti, è caratterizzata da specie legnose a
anche Juncus acutus, Juncus litoralis, Juncus foglie dure e persistenti propria dell’area medi-
maritimus. terranea che si sono spinte in questa zona
Tuttavia, durante i periodi più asciutti, quando quando il clima era più caldo e che permango-
l’evaporazione dell’acqua è più accentuata, in no tuttora.
queste zone si mescolano elementi provenienti L’instaurarsi di una vegetazione arborea sulle
dai vicini ambienti alofili quali Limonium dune consolidate è da attribuire ad una mag-
serotinum, Inula chritmoides e Halimione gior distanza dal mare e ad una azione frangi-
partulacoides. vento operata dalle dune mobili nonché dalla
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Lagune
La laguna è un bacino d’acqua salmastra poco
profondo, separato dal mare da cordoni litorali o
da tomboli, ma comunque in comunicazione
diretta con il mare aperto attraverso aperture
chiamate bocche, dalle quali si dipartono dei
canali lungo i quali l’acqua marina entra durante
il “flusso”, quando il mare è in alta marea, ed
esce durante il “riflusso”, in bassa marea (i cana-
li lagunari naturali, spesso meandriformi, sono
chiamati ghebbi).
In una laguna si possono differenziare:
- zone perennemente allagate, ossia i fondali
dei bacini più depressi ed i canali lagunari;
- zone alternativamente sommerse ed emerse,
ossia piane fangose prive di vegetazione, chia-
mate "velme";
- zone che restano sommerse solo durante le
alte maree massime, chiamate "barene”,
generalmente occupate da una vegetazione di
alofite. L’unione di più barene forma un
“bonello”. Laguna
Talvolta, per aumentare la velocità delle acque, i nità molto minore di quella delle acque marine.
canali lagunari sono stati artificialmente ristretti Nel Delta del Po Veneto le barene sono visibili
o stabilizzati munendo le sponde di fitte palifica- nella laguna di Caleri, nella Sacca del Canarin e
zioni, che hanno trattenuto i sedimenti favoren- nella Vallona. Favoriti da diversi fattori (come ad
do la formazione di “barene”. esempio la diminuzione della salinità) si ritrova-
I settori della laguna in cui i movimenti di flusso no alcune facies stagionali il cui elemento più
e di riflusso riescono ad assicurare un buon vistoso in primavera è Puccinellia palustris men-
ricambio e una certa ossigenazione delle acque tre in estate-autunno troviamo Aster tripolium,
costituiscono la cosiddetta "laguna viva". Halimione portulacoides, Arthrochne-mum fruti-
Costituiscono invece la " laguna morta" gli even- cosum. Nelle zone marginali delle barene, pren-
tuali settori più interni e marginali, quasi del dono piede quelle specie in grado di sopravvive-
tutto chiusi da barene, con acque quasi ferme e re in ambienti quasi perennemente inondati
asfittiche. come per esempio: Salicornia erbacea (s.l.) anche
Spesso nelle lagune sboccano dei corsi d’acqua, se in alcune aree più prossime ai rami fluviali, le
naturali o artificiali, o dei veri e propri fiumi; in associazioni tipiche della barena si arricchiscono
questi casi la quantità d'acqua messa in movi- di specie tipicamente palustri come Phragmites
mento dalle correnti di riflusso è ovviamente australis e Typha angustifolia; quando poi il sub-
maggiore di quella mobilitata dalle correnti di strato diventa affiorante, riescono ad insediarsi
flusso, e le acque lagunari possono avere una sali- specie quali Bolboschoenus maritimus. Tuttavia
queste associazioni si differenziano
nettamente rispetto a quelle presenti
lungo le aste fluviali o lungo i canali,
poiché risentono della salinità e per-
tanto i popolamenti non sono puri,
ma lasciano spazio anche ad altre spe-
cie; anche le loro dimensioni sono
ridotte. In genere, la profondità
media di queste formazioni è circa 1 m
e presentano un suolo limoso e molto
TOMBOLI (da PANIZZA, 1978)
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Valli
Sono aree di acqua salmastra più o meno este-
se solitamente poco profonde (0.60 m – 1.00 m)
con origine naturale o antropica.
Nel primo caso derivano dalla sommersione di
zone che per vari motivi si sono abbassate nel
corso degli anni (subsidenza naturale ed artifi-
ciale), nel secondo, invece, sono ricavate dal-
l’uomo all’interno di una laguna mediante la
costruzione di arginature (vallum = argine) che
possono chiudere totalmente o parzialmente la
valle.
Si riconoscono due tipi di valle: valli semiargi-
nate o a chiusura mista e valli arginate o a sta-
gno. Le prime si caratterizzano per avere il lato
soravento (la direzione da cui viene l’acqua dal
mare coincide pressappoco con i venti domi-
nanti nella regione) chiuso da graticci, quello
sottovento ed altri lati con arginatura, un argi-
ne di terra rinforzato con sassaie nei punti
della valle più esposti all’azione erosiva. Le
seconde sono completamente circondate da
argini e hanno chiaviche che permettono oltre
al passaggio dell’acqua, anche la montata dei
pesci e la pesca. Si dice chiavica maistra quella
Valle da pesca
principale ove si fa la raccolta del pesce.
(MARCATO, 1993). tezza dell’acqua al loro interno, grazie alla loro
Le chiaviche inoltre regolano la salinità e l’al- costruzione l’uomo regolamenta l’afflusso di
acqua salata dal mare e dell’acqua dolce dai
fiumi o dai canali.
La grande attenzione per le valli da parte del-
l’uomo, è dovuta al fatto che esse sono nella
quasi totalità, adibite all’attività di pesca, itti-
coltura e molluschicoltura.
Tra le numerose valli presenti nel Delta del Po
ricordiamo Valle Morosina, Valle Spolverina,
Valle Boccavecchia e Valle Passarella nei pressi
di Rosolina mare; Valle Venier, Valle Capitania,
Valle Segreda nelle vicinanze di Albarella; Valle
Bagliona a Porto Levante; Valle Cà Pisani nelle
vicinanze di Cà Venier, che costituisce la valle
più estesa del Delta; Valle Scanarello nei pressi
di Boccasette; Valle Cà Zuliani e Valle S. Carlo
nella zona di Pila.
Questi ecosistemi costituiscono il 16,3 % del
territorio del Delta del Po Veneto (GARIBOLDI,
LAMBERTINI, TALLONE,1997).
Poiché si tratta di aree utilizzate per l’alleva-
mento del pesce, già in epoche passate l’uomo
aveva sfruttato la tendenza migratoria di
molte specie ittiche incanalando e dirigendo
Suaeda maritima queste migrazioni a suo vantaggio dentro e
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Salsola soda
fuori dalle valli, mentre oggi sono state tra- no e la presenza di erbe acquatiche che forni-
sformate in veri e propri allevamenti o addirit- scono cibo per la fauna ittica. Tra le più comu-
tura a volte sono state prosciugate e trasfor- ni erbe acquatiche vi è il Potamogeton pectina-
mate in coltivazioni. tus, per lo più appetita da orate, Ulva lactuca,
La vita della valle è regolata dalla mano del- Zostera nana e Zostera marina ed inoltre
l’uomo, ma interagiscono anche altri fattori Cladophora sp., Valonia utricularis (questa spe-
fisici e biologici quali la qualità del fondo mari- cie si stacca dal fondo a fine estate e può esse-
re talmente abbondan-
te da rendere difficol-
tosa addirittura la
pesca). Mugil cephalus,
Mugil auratus e Mugil
chelo sfruttano i detriti
organici di pesci e mol-
luschi quale risorsa ali-
mentare. (AA.VV.,
1940).
La salinità dell’acqua è
molto variabile durante
l’anno e varia anche a
seconda della topogra-
fia dell’area.
Si possono quindi indi-
viduare diverse tipolo-
gie floristiche.
Sugli argini si ritrovano
per lo più Suaeda mari-
Anguilla (Anguilla anguilla)
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29
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ARGINE
2
MODELLO DELLA SEZIONE TRASVERSALE DI FIUME/CANALE
1) Amorpha fruticosa
2) Phragmites australis
3) Typha latifolia
4) Nimphaea alba
5) Myriophyllum verticillatum
30
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CANALE
5
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polesani a difendere il loro territorio con pode- comunicazione la zona deltizia del Po di Spina
rose arginature dall’ingressione delle acque del con Adria. Dall’esempio fatto si deduce che i
mare. canali quindi possono ricalcare antichi alvei di
Ma fin dalla preistoria l’uomo ha deciso di vive- fiumi estinti o essere scavati ex novo: i canali
re vicino alle vie d’acqua in zone fertili e como- attuali, più che servire alla navigazione interna,
de per gli spostamenti e per questo ha impara- hanno funzioni irrigue, di bonifica o entrambe,
to come difendersi, non sempre con successo, oppure possono essere utilizzati come scolma-
dalle acque. tori di piene di corsi fluviali naturali. Hanno un
I canali, invece, sono solo di origine artificiale. andamento subrettilineo, con alvei regolari e
Già gli etruschi avevano aperto canali naviga- di solito il loro livello è regolamentato da
bili ricavati da antichi alvei fluviali già attivi opere idrauliche (idrovore, chiuse ecc.).
nella tarda Età del Bronzo per mettere in Alcuni aspetti ecologici sul fiume:
Tecnicamente, per
fiumi si intendono
quei corsi d’acqua,
che grazie alla loro
cospicua portata,
non restano mai sen-
z’acqua in nessun
tratto del loro corso
ed in nessun periodo
dell’anno. Secondo
questa definizione,
in Italia i fiumi veri e
propri sono pochi, e
non sono da consi-
derare tali gli
affluenti di destra
del Po. Il Po stesso, in
bassa pianura, è
caratterizzato da un
regime idrico ancora
assai variabile: nono-
Trapa natans
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stante la sua notevole portata media (circa nando un torrente di montagna, capire che
1.500 metri cubi al secondo), può presentare l’effetto dell’acqua sul substrato è quello di
portate inferiori ai 300 metri cubi al secondo in erodere e quindi di asportare il materiale di
magra e superiori a 10.000 metri cubi al secon- varia granulometria (anche ciottoli).
do nelle maggiori piene. Tanto per avere un’i- Mano a mano che ci si sposta verso valle e la
dea, il Rio delle Amazzoni, il maggior fiume del pendenza del terreno diminuisce, diminuirà
mondo, presenta una portata media di 100.000 anche la velocità di scorrimento dell’acqua;
metri cubi al secondo, con variazioni fra piene solo le particelle più fini (limo, argilla e sabbia)
e magre più ridotte di quelle del Po. riusciranno quindi a raggiungere la pianura e
In realtà va detto che nessun corso d’acqua pre- verranno mano a mano depositate dove la tur-
senta condizioni di deflusso costanti. Oltre alla bolenza sarà minore.
piovosità, allo scioglimento delle nevi e dei Anche la temperatura dell’acqua è molto
ghiacciai, i fattori che più influenzano tale importante per lo sviluppo della vita. Non esi-
parametro sono la permeabilità del suolo, la ste nel fiume un gradiente di temperatura
densità del mantello vegetale circostante, l’in- dalla superficie al fondo come si verifica invece
tensità dell’evaporazione dell’acqua, ecc. Le nelle acque lentiche (dei laghi), poiché il fiume
variazioni di portata del Po sono inoltre accen- per sua natura è caratterizzato da turbolenze
tuate dai notevoli prelievi d’acqua effettuati interne che rimescolano i vari strati e da una
per fini irrigui durante la stagione estiva. massa d’acqua più ridotta rispetto a quella del
Molteplici fattori influenzano le composizioni lago. La turbolenza, inoltre, favorisce il mante-
delle biocenosi nell’ambiente lotico (di fiume). nimento in sospensione delle particelle deter-
In primo luogo la velocità della corrente, poi- minando una costante torbidità che riduce la
ché influenza in maniera diretta la quantità ed penetrazione della luce nella massa d’acqua.
il tipo di sedimento che si ritrova poi in una I moti turbolenti dell’acqua, favoriscono al
determinata località. È facile infatti, immagi- massimo gli scambi gassosi, per cui i gas disciol-
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ti nelle acque correnti, sono generalmente in influenzano la vita nell’ambiente fluviale sono
equilibrio con quelli atmosferici. dipendenti dalla velocità dell’acqua e la combi-
Nel Delta: Il reticolo idrografico del Delta del nazione dei vari fattori determina le condizio-
Po Veneto è caratterizzato da un’ampia serie di ni locali.
canali di bonifica gestiti dal Consorzio di Sono proprio gli organismi che vivono nel sedi-
Bonifica Delta Po Adige e Adige Canalbianco, mento (benthos, fauna interstiziale) le compo-
intercomunicanti tra loro e con i rami principa- nenti peculiari dell’ecosistema fluviale.
li del Delta stesso: Po di Venezia, Po di Goro, Po Nel fiume non esiste un vero e proprio planc-
di Maistra, Po di Pila, Po di Tolle, Po della ton, ma il Drift (deriva), poiché nella colonna
Donzella o di Gnocca. d’acqua si ritrovano per lo più organismi di ori-
Tale situazione di interconnessione consente gine bentonica o perifitica, strappati dai loro
alle acque e alla fauna ittica di distribuirsi uni- originali habitat e trascinati dalla corrente. Si
formemente portando questi ambienti ad una ritrovano perciò Alghe, Protozoi, Rotiferi,
omogeneità complessiva. Copepodi, organismi di piccole dimensioni, che
In termini di qualità delle acque, purtroppo il in questi siti non svolgono alcuna fase del loro
denominatore comune è una situazione di ciclo biologico poiché questo rimane confinato
inquinamento che penalizza fortemente la a livello del sedimento o del perifiton.
qualità degli ecosistemi acquatici, in genere già CASELLATO, 1981).
pesantemente alterati dalle cicliche e consi- I substrati limosi, ricchi di sostanza organica, e
stenti variazioni di portata a cui vanno sogget- quelli sabbiosi ospitano una biocenosi bentoni-
ti tutti i principali canali di bonifica (TURIN, MAIO ca di varia composizione. Generalmente nel
ET AL., 1999). sedimento e sulle rive si trovano elementi che
In un fiume si riconoscono due tipi di gradien- sono tipici delle acque lentiche.
te ecologico-faunistico: uno longitudinale che Attaccati ai fusti delle macrofite di riva si pos-
vede variare il chimismo dell’acqua, la velocità sono trovare Briozoi, Poriferi, Idre e Turbellari
dell’acqua il substrato ecc., ed uno trasversale e tra la vegetazione sono presenti anche larve
dalle rive all’alveo (CASELLATO, 1981). di Odonati, Emitteri, Culicidi, Tipulidi e
Alla luce di quanto detto sopra, i fattori che più Tabanidi.
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Amaranthus cruentus
Nel corso dei fiumi polesani sono stati eseguiti Sono presenti anche gli Acipenseridi, una fami-
dei campionamenti al fine di ottenere una defi- glia di pesci anadromi.
nizione della qualità biologica delle acque, Negli ultimi anni ha visto un notevole
monitorando le comunità dei macroinvertebra- incremento la popolazione di Pesce Siluro
ti bentonici, organismi costantemente presenti (Silurus glanis) che molto bene si adatta ad
nel corso d’acqua. Tra queste troviamo acque eutrofiche e torbide quali quelle del
Plecotteri, Efemenotteri, Coleotteri, Odonati, Polesine.
Eterotteri e Ditteri; Crostacei (Antipodi, Isopodi Piuttosto diffuse nel territorio deltizio sono
e Decapodi). Tra i Molluschi (Gasteropodi e anche altre specie come la Biscia d’acqua
Bivalvi); tra gli Irudinei (Glossiphonia comune (Natrix natrix) e la Nutria (Myocastor coypus)
nelle acque della provincia), ma anche Tricladi che è possibile osservare mentre nuotano nei
e Oligocheti (TURIN, MAIO ET AL., 1999). Baetis è vari corsi d’acqua. Facilmente osservabile nei
un macroinvertebrato indicatore della qualità pressi dei fiumi è il Gabbiano comune (Larus
dell’acqua. ridibundus), Gallinella d’acqua (Gallinula
Ultimo aspetto, ma non certo ultimo per chloropus), Folaga (Fulica atra), Usignolo di
importanza è quello relativo alla fauna ittica. fiume (Cettia cetti) e Martin pescatore (Alcedo
Poiché le acque sono torbide, questo tratto del atthis).
fiume è caratterizzato soprattutto dalla pre- Per quanto riguarda le specie vegetali, lungo le
senza di Ciprinidi. sponde sono localizzabili il Giaggiolo d’acqua
Le specie ittiche più abbondanti sono la Tinca (Iris pseudacorus), il Falso indaco (Amorpha
(Tinca tinca), il Barbo (Barbus barbus) la Carpa fruticosa), e la Cannuccia di palude (Phragmites
(Cyprinus carpio), la Scardola (Scardinius ery- australis), mentre nei canali interni, dove
trophtalmus) il Pesce Persico (Perca fluviatilis), l’acqua è più calma, oltre alle specie di sponda
il Pesce gatto (Ictalurus melas). sopracitate, è frequente ritrovare popolamenti
In quest’ultimo ambiente vive bene anche quasi puri a Castagna d’acqua (Trapa natans),
l’Anguilla (Anguilla anguilla), pesce che striscia Erba pesce (Salvinia natans) o a Pavarina
sul fondo. (Lemna minor).
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FIUME
7
2 3 4
1 8
5
6
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La Vegetazione
Nel complesso la vegetazione della golena è
Golena con Nymphaea alba
ARGINE
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SPETTRO BIOLOGICO
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
He H P G I NP T Ch
Flora di C Pisani 3,1 33,9 11,8 10,2 2,4 2,4 37,0 0
Flora del Veneto 0,40 45,30 5,60 12,70 3,10 2,40 23,90 6,7
Flora d’Italia 0,30 41,70 4,90 12,10 2,30 3,60 25,10 10,30
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1 3 4
2 2 5
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5 5 6 7
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sta, infatti l’unica coltivazione in grado di sop- fabbricati rurali in moderni capannoni, si sono
portare tali condizioni ambientali. perse le caratteristiche adatte alla nidificazione
Queste zone sono caratterizzate dalla presenza di questa specie (STIVAL, 2000).
di specie vegetali che si diffondono sfruttando i Nel delta del Po Veneto è presente la Tortora
fiumi. Pertanto se il pioppeto non viene coltiva- (Streptotelia turtur) anche se negli ultimi decen-
to, cioè non viene ripulito periodicamente, com- ni, a causa della notevole diminuzione della
paiono specie erbacee ed arbustive caratteristi- copertura arborea, si è vista una notevole dimi-
che delle formazioni naturali, che lasciatesi nuzione della popolazione. Meno sensibile a
espandere, potrebbero portare alla formazione questi fattori è sicuramente la Tortora dal colla-
di una boscaglia riferibile ad una serie di ricosti- re orientale (Streptotelia decaocto) e che ha
tuzione del bosco (LORENZONI, 1985). ormai preso piede in quest’area poiché sfrutta le
Per quanto riguarda la fauna delle aree agri- campagne per reperire cibo. Il Rospo comune
cole, sono per lo più ritrovabili quelle specie (Bufo bufo), i Microchirotteri (Pipistrello kuhli e
che si adattano alla presenza dell’uomo cioè Eptesiscus serotinum) sono particolarmente atti-
all’alternarsi dei cicli produttivi e che in qual- vi di notte. Queste specie, utilizzano le fessure
che modo sfruttano tali situazioni per il loro dei muri e dei tetti dei fabbricati come zone di
ciclo biologico. Si tratta del Riccio (Erinaceus rifugio dimostrando una buona tolleranza nei
europaeus) specie diffusa in ambienti dove confronti della presenza umana.
esiste un certo grado di copertura arborea e Infine viene segnalata la presenza della Volpe
arbustiva, la Talpa (Talpa europaea) soprat- (Vulpes vulpes) i cui ambienti preferiti per la
tutto al margine dei campi coltivati lungo le riproduzione (siepi campestri e relitti boscali)
siepi e i vigneti (PAOLUCCI, 1995), la Quaglia sono venuti a mancare negli ultimi anni. Essa
(Coturnix coturnix) e il Fagiano (Phasianus col- infatti scava la tana tra le radici degli alberi e
chicus). La popolazione italiana di questa spe- degli arbusti.
cie deriva da successivi e ripetuti interventi di Tra le coltivazioni cerealicole, si può trovare il
immissione di diverse sottospecie e quindi si Topolino (Mus musculus), il Topo selvatico
tratta di ibridi. Esso gradisce particolarmente (Apodemus sylvaticus), e il Ratto delle chiaviche
gli incolti erbosi o i cespuglietti, nonché le (Rattus norvegicus) che ben si adatta alla pre-
aree prative e tutte le tipologie boschive senza dell’uomo, la Donnola (Mustela nivalis); di
(BORGO, 2000). La Lepre (Lepus europaeus) è notte è possibile udire la Civetta (Athene noc-
nata da vari incroci tra esemplari provenienti tua); spesso visibili sugli appezzamenti mentre
sia dall’Italia centrale che dai Paesi dell’Est cacciano sono la Poiana (Buteo buteo), la
(MEZZAVILLA, 1995). La Rondine (Hirundo rusti- Cornacchia grigia (Corvus corone) e la Gazza
ca) è una specie strettamente legata all’uomo (Pica pica); il Merlo (Turdus merula), invece si
e di solito è frequente nelle zone rurali spe- avvicina molto alle case in cerca di cibo, diven-
cialmente in vicinanza del bestiame. tando, a volte, molto confidente.
Attualmente, a causa delle trasformazioni dei Anche la Passera d’Italia (Passer italiae) può
sfruttare la vicinanza alle abitazioni per reperire
cibo, rimanendo però sempre molto guardinga.
Lungo i fossati utilizzati per lo sgrondo delle
acque, si possono osservare gruppi di Aironi
guardabuoi (Bulbucus ibis) e qualche Airone
cenerino (Ardea cinerea) a pesca. La capacità di
adattamento di alcune specie è veramente sor-
prendente, come nel caso del Gabbiano comune
(Larus ridibundus). Durante l’aratura dei terreni
agricoli, questa specie si accoda all’aratro cattu-
rando le piccole prede venute in superficie.
Tra gli invertebrati, la Cimice (Nezara viridula) fa
da “padrona” nel periodo autunnale, quando,
sfalciati i campi di soia, si rifugia nelle abitazioni
in cerca di riparo.
Rondine (Hirundo rustica)
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ARCHEOLOGIA
ARCHEOLOGIA
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ROSOLINA
veneto MARE
ISOLA
mare adriatico
ROSOLINA
LOREO DI
ADRIA
ALBARELLA
PORTO VIRO
CORBOLA TAGLIO DI PO
ARIANO NEL
POLESINE
ca’ tiepolo
PORTO TOLLE
Via Popillia
scardovari
goro
emilia romagna
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VIA POPILLIA
Hadriani (S. Basilio) si
staccava dalla Popillia e,
lasciando fuori Adria
correva sulle dune
costiere, dopo aver
toccato le mansiones di
Septem Maria (tra Donada
e Contarina) e di Fossis
(Corte Cavanella) si
ricongiungeva alla Popillia
a Evrone (Vallonga).
Nella Tabula
Peutingeriana, che risale
alla seconda metà del IV
sec. d.C., è indicato questo
itinerario che
congiungeva appunto
Tabula Peutingeriana (IV sec. d.C.)
Ravenna ad Altino con un
La via Popillia prende il nome dal console sistema di canali che consentiva una
romano Publio Popillio Lenate che la fece navigazione continua.
costruire intorno al 132 a.C. Il percorso doveva
seguire l’ andamento dei cordoni dunosi
litoranei in quanto questi allineamenti sabbiosi
ARIANO POLESINE
rappresentavano le uniche possibilità per Il percorso della via Popillia interna,
realizzare una viabilità terrestre in un territorio proveniente da Rimini, raggiungeva Adria e
caratterizzato da ambienti lagunari e vallivi. proseguiva poi a Nord di quest’ultima fino a
Quando i traffici con l’Europa centrale e i congiungersi con la via Annia per Altino. Il suo
Balcani si fecero più intensi, i Romani, per percorso, visibile in foto aerea, si attestava, per
accorciare il percorso, costruirono una nuova quanto riguarda il tratto insistente nel
strada alternativa alla Popillia più a levante di territorio bassopolesano, a Nord-Ovest
questa,una “direttissima” che presso la Mansio dell’attuale Località di S.Basilio (Ariano nel
Polesine) e, passando per Garzara di Corbola,
raggiungeva Adria, proseguendo a Nord della
città con un rettilineo di cui si perdono le tracce
nei pressi dell’Adige.
San Basilio
San Basilio è un sito archeologico di
straordinaria importanza, dalla storia
antichissima ovvero dall’età arcaica al
Medioevo. Il frammento ceramico più antico,
per ora noto, del basso Polesine proviene
proprio da S. Basilio: si tratta dell’orlo di una
tazza, visibile al museo di Adria, di produzione
etrusco corinzia risalente alla fine del VII sec.
a.C.che testimonia dunque una presenza
etrusca in S. Basilio molto, molto antica. Da lì
inizia una storia illustre, caratterizzata sì da fasi
alterne, ma che ha visto sempre in S. Basilio un
punto nodale dei traffici.
Gli scavi archeologici effettuati in questa
località hanno portato alla luce i resti di una
Balsamario in bronzo raffigurante il busto di un nubiano (II sec. d.C.)
villa romana, sorta nei pressi della mansio
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Hadriani, che era una tappa di sosta sulla via struttura e le dimensioni odierne; fu inoltre
Popillia, strada romana costruita nel 132 a.C., usata come luogo di sepoltura e vennero
indicata anche sulla più famosa mappa stradale costruite le tombe con copertura a volta di
dell’Impero Romano: la Tabula Peutingeriana. mattoni ora visibili dalle finestre sul pavimento
L’abbondanza e la varietà del materiale (le più antiche risalenti al XVI sec.).
rinvenuto a S. Basilio denotano l’importanza Un sarcofago in pietra del V sec. d.C racchiude
che la mansio Hadriani aveva assunto in epoca alcuni reperti ossei ed è collocato all’esterno
romana in relazione allo sviluppo della nuova della Chiesa stessa.
via di comunicazione diretta verso l’Europa
centrale e balcanica. Approdo
Con l’apertura nella via Popillia costiera
Chiesa vennero senza dubbio create le premesse per
La prima e originaria Chiesa di S. Basilio fu l’incremento dell’attività della villa rustica di
eretta su una duna sabbiosa, relitto del litorale San Basilio, legata non solo allo sfruttamento
di epoca protostorica, in epoca alto delle risorse agricole ma anche ad attività
medievale, intorno al VI e X sec. commerciali, espletando forse la funzione di
Dagli scavi all’interno dell’odierno edificio la centro redistributore per l’entroterra di
manufatti e derrate alimentari di varia
provenienza. San Basilio era dotato di un suo
porto, probabilmente collegato col sistema
endolagunare deltizio, come sembrano
testimoniare le due chiatte, rinvenute poco
distante lo scavo, che contenevano ancora
grossi blocchi di marmo rosa di Domegliara.
Abitato
Lo scavo, iniziato nel 1983,ha messo in luce un
piccolo settore dell’abitato,databile fra la
seconda metà del VI e il V sec. a.C. Anche se al
momento è impossibile definire la forma delle
Ariano nel Polesine - Chiesa di San Basilio abitazioni, sembra certo che i materiali
impiegati nella loro costruzione fossero
Chiesa sembra aver avuto tre periodi di
unicamente legname, argilla e ramaglie,
costruzione: la prima testimonianza risale
poiché il terreno paludoso su cui sorgeva il
appunto all’alto medioevo: periodo nel quale
villaggio non permetteva l’uso di pesanti
la Chiesa aveva dimensioni molto ridotte con
strutture in pietra. All’interno le case avevano
pavimento in cocciopesto, dotata di due absidi
focolari in argilla e tramezzi sostenuti da pali
semicircolari, probabilmente affrescata. Di essa
sottili. Sulle pavimentazioni si è rinvenuta
rimangono le fondazioni visibili solo dalla
molta ceramica di uso domestico sia
finestra sul pavimento a sinistra dell’abside. La
paleoveneta a fasce rosse e nere,sia etrusca in
datazione avvalorata dai ritrovamenti
bucchero e in argilla acroma, sicuramente
archeologici testimoniano l’esistenza in S.
prodotta in posto come attestano gli scarti di
Basilio della più antica Comunità Cristiana di
lavorazione raccolti in strati di scarico.Insieme
tutto il Polesine. La prima Chiesetta fu
ai materiali di fabbricazione locale, lo scavo ha
cancellata dalla costruzione di un edificio più
restituito una buona quantità di ceramica di
grande ad opera dei Benedettini di
importazione dalla Grecia e dal Mediterraneo
Pomposa.Gli archetti che adornano l’abside
orientale: attica,corinzia,ionica,databile fra gli
esterno sotto il cornicione e i materiali
ultimi decenni del VI e la prima metà del V sec.
recuperati testimoniano il collegamento tra S.
a.C. Assenti sono finora i manufatti
Basilio e la vicina Pomposa che durò parecchi
metallici,tranne una piccola fibula di bronzo.
secoli. Il pavimento era costituito da laterizi
romani e da frammenti di mosaico.
Dopo secoli di abbandono la Chiesa fu Villa Romana
fortemente restaurata fino a raggiungere la I materiali recuperati durante gli scavi degli
49
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anni 80 testimoniano la presenza a poche Fu tra la fine dell’Età del Bronzo e l’inizio
centinaia di metri dal centro di S. Basilio di una dell’Età del Ferro che si formarono i cordoni
villa romana di tipo rustico che ebbe una vita litoranei che si possono ancora oggi trovare a
lunga,fino a metà del V sec. d.C e forse oltre.Di San Basilio e a Rosolina.
notevoli dimensioni e pare che alcuni degli Circa 3000 anni fa alle spalle di queste dune
ambienti scavati fossero riferibili ad un piccolo costiere vi erano grandi bacini paludosi dai
impianto termale e a una fornace con annesso quali emergevano le zone più rilevate degli
essiccatoio per mattoni. affluenti fluviali.
Durante il Medioevo il Delta raggiungeva e
Strada Romana superava la posizione poi occupata da Mesola.
Un grande cordone litoraneo in seguito
Il complesso di S. Basilio sorse presso un punto
divenne sede della via Romea e
nodale delle vie di comunicazione tra Emilia e
dell’insediamento di Pomposa.
Veneto lungo la costa adriatica: nei pressi della
villa infatti si segnalano sporadici ritrovamenti
di basoli di trachite dei Colli Euganei, riferibili TAGLIO DI PO
alla pavimentazione di una strada romana Qualche duna ancora superstite dalla
probabilmente la stessa via Popillia. distruzione operata dall’uomo negli ultimi anni
individua la presenza nelle vicinanze di Taglio
Museo di Po dell’ininterrotto cordone dunoso che
Il museo di S. Basilio ovvero il “Centro Turistico
Culturale S. Basilio” è stato inaugurato nel
1995 per raccogliere alcuni dei reperti ritrovati
durante gli scavi archeologici avvenuti in
località appunto S. Basilio (frazione di Ariano
nel Polesine (RO) fra la fine degli anni ‘70 e
l’inizio degli anni ’80. All’interno del centro si
trova inoltre una mostra cartografica e
fotografica sull’evoluzione del paesaggio
agrario del del Delta del Po, dal titolo “Dove il
fiume si chiama Delta”.
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direzione di Fornaci e Cao Marina, sorge su anche due imbarcazioni lignee a fondo piatto
quello che resta del sistema dunoso originario. atte alla navigazione fluviale e endolagunare
Esso formava una barriera tra la pianura e il di cui una è conservata presso il Museo
mare, che ancora nel XVI secolo lambiva queste Archeologico Nazionale di Adria.
terre. Le dieci campagne di scavo effettuate sotto la
Le dune assomigliano ad una catena di piccole direzione della Soprintendenza hanno fatto
colline, che talvolta raggiungono i dieci metri. emergere un complesso edilizio di età romana
All’inizio degli anni ’30 furono piantati i pini, (in totale 7000 mq di superficie indagata): sono
che fecero diventare le dune una delle più stati portati alla luce sei ambienti allineati su
belle pinete artificiali esistenti nell’entroterra. un asse Est-Ovest, di cui sono individuabili le
Sulle dune è cresciuta anche una ricchissima
vegetazione autoctona di grande interesse
naturalistico.
LOREO
Considerando diversi fattori concomitanti, si
può sostenere che l’insediamento di Corte
Cavanella di Loreo possa identificarsi con la
mansio Fossis (stazione di sosta sulla via
Popillia) citata dalla Tabula Peutingeriana.
Oltre ai dati archeologici e geomorfologici
della zona, l’ipotesi di vedervi un nucleo della
mansio Fossis nasce da altre considerazioni che
vengono a collimare con i dati sul terreno: il
nome di Fossis è evidentemente conservato dal
toponimo “Fosson”, documentato in una
mappa del XVI secolo; oltre a ciò lo scavo
condotto a Corte Cavanella ha portato alla luce
ad Ovest della darsena una larga massicciata
formata da frammenti trachitici e laterizi.
Corte Cavanella ha fornito una ricca
documentazione sui diversi impieghi del legno
nelle costruzioni.La scoperta fondamentale è
stata il ritrovamento di una darsena: questa
darsena e il sistema di canalizzazione realizzati
con pali e assi di legno, ad essa collegato sono
rimasti in uso almeno fino alla fine del III o agli
inizi del IV sec d. C., quando furono distrutti da
una violenta alluvione. Dal sito provengono Corte Cavanella: Barca in legno rinvenuta dall’insediamento romano
di Corte Cavanella
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ROSOLINA
Più internamente rispetto alla costa attuale
sono individuabili le tracce degli antichi cordo-
ni litoranei a testimonianza dell’evoluzione cui
è stata soggetta la linea di costa degli ultimi tre
millenni.
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archeologica: il ritrovamento, negli strati più metà del VI sec. a.C., quando questo popolo
antichi dell’abitato, di ceramica veneta dovette abbandonare i mercati del Tirreno
associata a ceramica greca dei primi decenni meridionale, compromessi dall’espansione
del VI sec. a.C., attesta infatti la coesistenza della colonia greca di Siracusa, per volgersi
nella città, fin dal periodo della sua verso quelli dell’Adriatico settentrionale.
formazione, di genti venete e di genti greche. Con l’arrivo dei mercanti etruschi lo scalo
E’ presumibile quindi, che il sito della futura adriese riceve un ulteriore impulso economico,
Adria fosse inizialmente abitato da gruppi che perdura per gran parte del V secolo; nella
umani di origine veneta, di modesta città giunge una massiccia quantità di ceramica
consistenza, dediti all’agricoltura e attica a figure nere e a figure rosse che,
all’allevamento. insieme ai manufatti artigianali di produzione
Quando, agli inizi del VI secolo, un gruppo di etrusca (buccheri, bronzi, oreficerie), vengono
navigatori e di mercanti greci si insediarono smerciati nei centri dell’entroterra padano e,
nel luogo, attratti dalla sua felice posizione, attraverso le vie fluviali, fino ai paesi
essi dovettero favorire un rapido processo di d’Oltralpe. Negli ultimi decenni del V secolo i
aggregazione con i nuclei locali, che portò alla commerci della città diminuiscono, mentre
creazione di un'unica comunità stabile. Spina (il famoso scalo lagunare Etrusco, sorto
I primi mercanti greci furono certo attratti oltre poco più a Sud di Adria alla fine del VI secolo
che dalla posizione del sito anche a.C.) diviene il principale centro di smercio di
dall’abbondanza delle risorse agricole e del prodotti greci e etruschi nell’Adriatico.
bestiame e, soprattutto, dalla possibilità di Adria appare, tuttavia, ancora profondamente
acquistare, in cambio della ceramica figurata, legata al mondo etrusco anche nei secoli
dell’olio e del vino prodotti in Grecia, metalli successivi, fino alla romanizzazione. Lo
grezzi, ambra e sale dai paesi transalpini i attestano i materiali di corredo delle sepolture
metalli lavorati dagli Etruschi da tempo adriesi di età ellenistica e le numerose iscrizioni
residenti a Felsina (Bologna). funerarie etrusche su vasi di terracotta.
La presenza di genti etrusche in Adria e nel suo Molto scarsi sono invece, finora, i dati
territorio si può far risalire anch’essa alla prima archeologici riferibili ad una colonizzazione di
Museo
Un impulso notevole agli studi e alle ricerche
sistematiche dei testi e del materiale storico di
Adria si deve alla famiglia Bocchi, adriese, che
iniziò intorno al 1700 la formazione di una
raccolta di oggetti greci, etruschi e romani,
notevolmente incrementata nel corso del1800.
L’ultimo, infatti, ad arricchire nel XIX secolo la
collezione di famiglia fu Francesco Antonio
Bocchi, che eseguì per conto dello Stato anche
scavi nell’area dell’abitato antico. Nel 1904 la
raccolta Bocchi fu acquistata dal Comune di
Adria,con il contributo dello Stato e della
Provincia di Rovigo,e andò a costituire,insieme
ad altre raccolte minori, il primo nucleo del
“Museo Civico Bocchi”, inaugurato il 1°
settembre dello stesso anno nella sede della
Collana d’oro rinvenuta in una tomba del Canal Bianco. (I sec.d.C.)
scuola elementare. Dagli inizi del 1900 ad oggi
Adria è stata oggetto di ricerche da parte della essenziale” dei tempi più antichi della vita di
Soprintendenza Archeologica,che hanno Adria il cui territorio fu abitato e dominato da
portato soprattutto alla scoperta delle ricche genti di razze diverse e di diversa provenienza.
necropoli preromane e romane, distribuite Veneti – illirici, greci, etruschi, galli e siracusani,
intorno alla città. Nel 1927 il museo fu ed infine romani si succedono nel dominio di
trasferito a Palazzo Cordella, in una sede più una terra ambita per il suo sbocco sul mare. Dai
idonea a contenere la gran massa di reperti più modesti reperti preistorici e veneti si passa
raccolti già nei primi decenni del secolo. Ma così ai vasi greci che, anche se giunti a noi
anche tale sede si dimostrò presto insufficiente spesso frammentari, rivelano l’altezza artistica
e si rese quindi necessaria la creazione di un di un artigianato di ottimo livello. Vasellame,
nuovo spazioso edificio museale. L’attuale bronzetti – alcuni di vivace fattura – e gioielli,
Museo Nazionale, costruito su terreno donato altre vetrine del museo, ci trasportano al
dal Comune, fu inaugurato nel 1961. Le periodo della dominazione etrusca succeduta a
collezioni civiche furono cedute dal Comune quella greca nel moto di espansione di questo
allo Stato intorno al 1970. Esse sono conservate popolo già saldamente radicato nell’Italia
nella sala al piano superiore, mentre la sezione centrale. In una sala a parte del museo, una
al piano terra è dedicata all’illustrazione delle tomba aristocratica con i resti di tre cavalli e di
realtà archeologiche più significative emerse una biga ci offre l’esempio di un’antica usanza
negli ultimi vent’anni sia in Adria sia nel di cui è difficile vedere un insieme così ben
territorio del Polesine. conservato.
Ma se in Adria mancano le tracce di Un intera sala del museo di Adria è dedicata
monumenti che ne attestino le vicende, di esse poi a vetri romani di bellissima fattura e,
possiamo ben farci un’idea nel museo spesso, di ottima conservazione.
costituito con il fondo di quanto la benemerita
famiglia Bocchi di Adria è venuta raccogliendo Scavi
già dalla fine del Settecento, attraverso Abitato Romano: Il declinare della potenza
materiale di scavo quanto mai ricco e vario, commerciale etrusca fu sentito anche in Adria
continuamente accresciuto da sempre nuovi che dovette conoscere durante il II sec. a.C. un
rinvenimenti. Nelle sale si può percorrere così, momento di profonda trasformazione, causata
agevolmente, attraverso gli oggetti esposti anche dai mutamenti politici. In questo
nelle vetrine, una specie di “itinerario periodo, infatti, la città entrò nella sfera di
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influenza di Roma. Nel 157 a.C., venne tracciata rispettata la norma antichissima, già codificata
dal console Titus Annius Rufus la via Annia, che nelle leggi delle XII tavole, di separare
da Adria conduceva a Padova poi a Altino. In nettamente la città dei vivi da quella dei morti.
questo modo Adria veniva inserita nella grande I sepolcreti sono databili dal II sec. a.C. al II sec.
rete di strade stesa dai romani nell’Italia d.C.. Questo periodo, cui è attribuibile anche la
settentrionale secondo un’abile strategia di maggior parte dei rinvenimenti provenienti
conquista che prevedeva la fondazione di dall’abitato, coincide con il momento di
caposaldi urbani, cioè le colonie, e la creazione maggiore floridezza di Adria in età romana. Le
di infrastrutture fondamentali quali appunto le tombe romane si sovrappongono a quelle più
strade, controllando così i territori delle antiche del IV e III sec. a.C. ma, a differenza di
popolazioni indigene senza occuparli queste, che seguono il rito dell’inumazione,
direttamente. I romani si limitarono ad sono tutte ad incinerazione: i defunti venivano
esercitare una specie di protettorato. Tale cremati e le ossa venivano raccolte in un vaso di
situazione durò fino al 49 a.C., quando l’Italia terracotta o di vetro (l’urna cineraria), che
del nord, ricevendo la cittadinanza romana, veniva interrato in una fossa e talora protetto
divenne parte a pieno diritto dello stato da un’anfora segata. All’interno dell’urna e
romano. Fu probabilmente allora che Adria accanto ad essa erano posti gli oggetti di
divenne municipium. corredo, sia quelli simbolici legati alla pratica
Necropoli Romane: Le necropoli romane funeraria, sia quelli usati nella vita quotidiana.
sono distribuite soprattutto in tre zone, già Abitato preromano: Le testimonianze
destinate ad uso funerario in età preromana: a archeologiche relative alla pianta e alle
Sud e a Sud-Ovest di Adria, nella località strutture di Adria in età preromana sono
Retratto e Cà Garzoni, e a Nord-Est in località pressochè inconsistenti; esse si limitano a pochi
Cà Cima. Si tratta di aree esterne all’antico resti di palafitte e di tavolati lignei rinvenuti
abitato, situate lungo le strade di uscita dalla negli strati più profondi dell’abitato, databili al
città o su dossi fluviali; in età romana era infatti V e al VI sec. a.C. La totale assenza di strutture
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e frammisti ad altri oggetti, quali strumenti e defunto, di chi era figlio e, qualche volta la
attrezzi artigianali e agricoli in bronzo e in tribù di appartenenza e il nome del dedicante.
ferro, pezzi di cuoio, resti vegetali e ossame di Tra i reperti di maggior importanza e bellezza
fauna domestica. Il vasellame composto da di Adria romana spiccano i vetri: si tratta per lo
piatti, coppe, bicchieri, boccali, brocche, vassoi, più di pezzi, provenienti da corredi tombali.
braceri, pentole, olle, etc. Particolarmente Essi sono riferibili in gran parte al I sec. d.C.,
consistente appare la produzione di ceramica epoca di grande floridezza per Adria. I vetri
comune ma considerevole è anche la quantità romani sono il prodotto di un artigianato assai
di materiale più fine: interi servizi da tavola in raffinato ed il punto di arrivo di una tecnica
ceramica a pareti sottili e in terra sigillata nord- iniziata già nella seconda metà del II millennio
italica, quasi sempre contrassegnata dal a.C. in Egitto e in Mesopotamia, dove si
marchio o bollo di fabbrica, indicante il nome fabbricavano recipienti in spesso vetro opaco,
dell’officinator (proprietario o conduttore in genere coppette e balsamari, ottenuti
dell’officina) o il nome degli schiavi che vi modellando il vetro allo stato viscoso intorno
lavoravano come operai. ad un’anima di sabbia che veniva
successivamente eliminata. La decorazione era
Necropoli romane: fra i ritrovamenti nelle
costituita da filamenti di pasta vitrea colorata
necropoli romane molto frequenti la lucerna e
applicata a caldo intorno al corpo del vaso.
la moneta (necessarie a illuminare la via per
Numerose le tecniche utilizzate fra cui quella
raggiungere l’aldilà e pagare l’entrata
della “fusione in stampo” , che permetteva di
nell’oltretomba) e la suppellettile usata
produrre coppe e brocche di notevoli
tradizionalmente nei banchetti funebri:
dimensioni, con pareti semitrasparenti. Questa
brocche, coppe, bicchieri e piatti, talvolta
tecnica prevedeva una successiva levigatura a
contenenti offerte di cibo. I corredi più ricchi
ruota delle superfici e spesso una decorazione
comprendono vasellame di pregevole fattura
ad intaglio. Questa tecnica continuò fino alla
in ceramica a pareti sottili, sigillata, invetriata e
prima età imperiale. L’apice della tecnologia
in vetro colorato.
vetraria romana fu raggiunto con i cosiddetti
Era inoltre consuetudine porre nella tomba
vetri murrini ,formati da canne di vetro
oggetti di ornamento, come le fibule, i
multicolori variamente composte e modellati in
bracciali, gli anelli e oggetti personali come
stampo, soprattutto coppe e piatti
bottigliette portaprofumi (comunemente dette
raffinatissimi. La grande rivoluzione
balsamari), gli specchi, i bastoncini per
nell’industria vetraria si ebbe con la tecnica
mescolare i belletti e le pedine da gioco.
della soffiatura, inventata probabilmente in
All’interno della necropoli le tombe erano
Oriente nella seconda metà del I sec. a.C. Essa
suddivise in gruppi e molte sepolture erano
prevedeva diverse fasi di lavorazione:
contrassegnate da monumenti in pietra, le
dapprima l’amalgama di materie prime (silice,
stele, con iscrizioni indicanti il nome del
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soda e calce) veniva riscaldato fino a ricordano il rito del banchetto funebre. Si
raggiungere la viscosità necessaria per la tratta di interi servizi di mensa, composti da
soffiatura. I recipienti finiti venivano infine piatti e coppe a vernice nera d’importazione
fatti lentamente raffreddare in speciali forni. volterrana o di produzione adriese, talora
Gli oggetti così prodotti erano caratterizzati da contenenti offerte di cibi e contrassegnate da
vivacissimi colori, ottenuti con l’introduzione iscrizioni etrusche o venetiche. Da spiedi per
nell’ amalgama di composti metallici ( blu del arrostire la carne, a crateri a vernice nera, situle
cobalto , rosso del rame, viola del manganese). di bronzo che, come le anfore sono contenitori
di vino; mestoli e colini per raccogliere il vino e
Abitato preromano: sono scarsi i ritrovamen-
filtrarlo, coppe, calici, etc. Facevano parte del
ti di strutture preromane ma abbondante è il
corredo anche elementi d’arredo domestico,
materiale archeologico rinvenuto nell’abitato,
come i candelabri di bronzo, e oggetti di
sia di importazione che di produzione locale.
ornamento e d’uso personale del defunto:
Gli oggetti più preziosi sono le ceramiche atti-
perle e pendenti in ambra e pasta vitrea,
che a figure nere e a figure rosse , che i mer-
bracciali, anelli, orecchini e pendenti in bronzo,
canti greci importarono in grande quantità nel-
in oro, in argento, bottigliette portaprofumo
l’emporio di Adria nel VI e per tutto il V sec.
in pasta vitrea policroma e bastoncini per
a.C. Esse costituiscono il nucleo più importante
mescolare e applicare i belletti, tipici delle
delle collezioni del Museo. Dal punto di vista
tombe femminili. Sono assenti le armi.
storico i pezzi più significativi sono un fram-
Un discorso a parte va fatto per i prodotti
mento di coppa attica e di due crateri corinzi a
caratteristici dell’artigianato metallurgico
figure nere databili ai primi decenni del VI sec.
etrusco, tra cui gli oggetti più preziosi, sono le
a.C. : testimoniano che Adria fu il più antico
statuine in bronzo di devoti e di offerenti.
scalo commerciale greco dell’alto Adriatico.
(vedi Eracle di Contarina).
Necropoli preromane: premettendo che lo
schema delle tombe varia nel tempo e quindi
non è costante comunque si può affermare che Darsena
in genere i ritrovamenti maggiormente Adria possedeva un importante porto, che era
significativi delle necropoli preromane sono le sempre stato il centro propulsore della città,
anfore greco-italiche, dei corredi funebri ma si interrò in modi irrimediabile riducendosi
adriesi di età ellenistica, sempre poste ai piedi a servire una modesta navigazione di piccola
del defunto. Gli altri oggetti, situati stazza. Adria così venne tagliata fuori dai
abitualmente lungo il fianco destro del morto, grandi circuiti commerciali e soffocata dalla
ammassati anche in più strati, sono soprattutto concorrenza della vicina Ravenna, porto
vasellame e suppellettile di uso domestico, che importantissimo e sede della flotta imperiale.
II PAESI
PAESI
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ADRIA
NUMERO DI ABITANTI: 21.000 il concetto di levante o d’oriente”. In base a
NOMI DELLE FRAZIONI: Baricetta, Bellombra, tale derivazione il nome Adria starebbe a signi-
Bottrighe, Ca’ Emo, Cavanella Po, Fasana, ficare la città di levante o d’oriente la più pros-
Mazzorno Sinistro, Valliera. sima al mare che da lei prese il nome.
Venezia e Ferrara, Adria iniziò la sua ripresa riviere i cui edifici prospicienti presentano
economica nei sec. XVIII e XIX, dopo le opere di ancora un chiaro influsso veneziano e le spon-
bonifica del Polesine. Completamente inonda- de del canale, in muratura (1749 quella destra,
ta dalla disastrosa alluvione del 1951, si è rapi- 1816 quella sinistra), le scalinate e gli scivoli
damente ripresa. d’attracco come la presenza di bar (un tempo
La sua storia più antica è largamente docu- osterie), raccontano l’antico traffico fluviale.
mentata dalle ricche collezioni e dai reperti Assai gradevoli i giardini di Adria, come quelli
conservati nel Museo Archeologico Nazionale. di Villa Mecenati (Conservatorio) e i giardini
Troviamo ancor oggi testimonianza della sua Scarpari. Molto interessanti anche la Chiesa di
storia più recente, invece, visitando Piazza San Nicola da Tolentino (Monumento ai
Castello che un tempo ospitava con tutta pro- Caduti) e la Basilica della Tomba. Da visitare
babilità un castello (seppur le testimonianze a anche il famoso quartiere Canareggio caratte-
riguardo siano scarse e poco loquaci), mentre rizzato dalle Arti e Mestieri di un tempo.
oggi accoglie l’imponente Cattedrale (Adria è
diocesi e sede Vescovile dal VI secolo).
Alla sinistra il Vescovado eretto nel 1682,
ingrandito nel 1825; davanti gli edifici che
furono il Palazzo Civico l’Arengo, i panai pub- Feste, Fiere e Sagre
blici, le prigioni.
Festa del Perdon d’Assisi: 2 Agosto
Sempre sulla sinistra c’è Piazzetta Orfeo, dal
Sagra del Cristo: Prima domenica di Settembre
nome del teatro che vi si affacciava (1846, ma
Settembre Adriese
nata Finora nel 1813) e di cui è ancora visibile
l’impronta.
Pittoresca anche Piazzetta Oberdan o “del for-
menton”, un campiello che si affaccia sul
Canalbianco e inquadra il Teatro Comunale Numeri utili
(1835) sulla sponda opposta. MUNICIPIO 0426/9411
Altro elemento caratteristico di Adria sono le PRO LOCO 0426/21675
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CORBOLA
NUMERO ABITANTI: 2644 Tutto veniva fatto gratuitamente.
NOMI DELLE FRAZIONI: Garzara, Sabbioni, Quella Chiesa, che fu definita un’opera monu-
Spin, Basson, Borghetto. mentale, fu di tutto il popolo di Corbola, poi-
ché costruito con i sacrifici della gente.
Etimologia Fu solennemente aperto al Culto il 5 Novembre
1939.
Nella laguna Adriana sorse Corbola formata
Poco lontano il Campanile della vecchia Chiesa
con la terra che le acque strapparono dai monti
e nell’omonima via si trova Villa Pampanini
e la corrente dei fiumi la trasportò.
partenuta al celebre soprano Rossella
Il suo nome sembra diminutivo di Corbis
Pampanini.
(Corbella, Corbula, Corbicola) Corba o Cesta,
che fu misura di grano e anche misura di terra
necessaria per seminarvi una corba di grano,
come si dice in più luoghi, un moggio di terra,
uno stajo di terra. Feste, Fiere e Sagre
Festa del Patrono, Santa Maria Maddalena:
Cenni storici 22 Luglio
Corbola possiede una bella Chiesa voluta da
Monsignor Alessandro Bregola, parroco del
luogo, degli anni ’20-’30-’40.
Nell’interramento delle fondamenta furono
necessari 2000 carretti di sabbia e 3 grossi bar- Numeri utili
coni di ghiaia. MUNICIPIO 0426/45450-45461
Corbola - Chiesa
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LOREO
NUMERO ABITANTI: 3726 opere d’arte soprattutto religiose come la chie-
NOMI DELLE FRAZIONI: Pilastro. sa di Santa Maria Assunta (1658), la cui facciata
rimanda a un’impostazione palladiana. Al suo
Etimologia interno sono conservate importanti opere pit-
Loreo, l’antico Lauretum, esisteva già dal toriche di scuola Veneta fra cui il transito di San
mille.Il nome pare derivi dalla pianta del Lauro Giuseppe di Antonio Martinetti detto il
perché si ritiene che questa pianta fosse abbon- “Chiozzotto” e il martirio di Sant’Andrea di
dante nelle nostre zone. Dall’antico Lauretum anonimo della fine del ‘600. L’Oratorio della
vennero più tardi Lauredo, Lordo, Loreo. S.S Trinità (1613) in cui ancora oggi vi si riunisce
per l’annuale celebrazione del rito della flagel-
Cenni storici lazione.Al Medioevo risale la Madonna del
Furono dapprima i Paleoveneti, in parte a inse- Pilastro. Importanti sono anche il Teatro Zago e
diarsi in queste zone, che altro non erano che la grande corte agricola in zona Tornova.
uno scanno nelle antiche paludi Ariane.
Tuttavia i primi nuclei abitativi apparvero Feste, Fiere e Sagre
durante la colonizzazione romana. Il territorio Festa del Patrono S. Maria Assunta: 15 agosto
dopo essere passato ai Bizantini nel corso del- S. Michele Arcangelo (conp.): 29 settembre
l’alto Medioevo, fu assoggettato dai Veneziani, Sagra di San Michele: 29 settembre
che, fra guerre e alluvioni, la tennero fino al Festa della S.S Trinità: 8 agosto
1797.Nel 1815 entrò a far parte del Regno lom-
bardo-veneto per passare poi, nel 1866, al
Regno d’Italia. Loreo è caratterizzata da un’at-
mosfera particolare che la fa assomigliare a
Chioggia, con le sue case affacciate sul canale e
le strade che mantengono le memorie delle
antiche calli. Ricco di un passato prestigioso che Numeri utili
lascia la propria traccia in alcuni edifici e in MUNICIPIO 0426/336811
PAPOZZE
NUMERO ABITANTI: 1745
NOMI DELLE FRAZIONI: Panarella.
Etimologia
Dal volume “ Vicende storiche di Papozze dalle
origini al XVIII”, pubblicato nel 1975, si rileva
che l’origine del nome deriva da “Tebaldinus
Prenomine Papocius”, cittadino ferrarese che
vendette ai veneziani Marco e Matteo Quirini
tutto il territorio chiamato “Papocia” (docu-
mento risalente al 1255).
Le origini di Papozze sono vaghe e incerte, si grande fu l’alterazione che portò questa allu-
possono collocare approssimativamente tra la vione a tutto il territorio ferrarese e palesano,
seconda metà del XII e gli inizi del XIII secolo restringendo il Polesine a Sud, come nell’anno
quando Papozze tornò in territorio ferrarese mille la rotta dell’Adige al Pizzon, presso Badia
nel 1309 per volontà di Papa Clemente V che ne Polesine, lo aveva ristretto a Nord.
privò i Quirini, signori veneziani. Seguì le sorti Questa rotta fu senza dubbio la causa principa-
estensi sino al 1598, anno in cui Ferrara passò le del sorgere della villa di Papozze ( col termi-
sotto il controllo dello Stato della Chiesa e il na medievale di villa si intende un agglomerato
dominio Pontificio durò fino all’invasione fran- rustico, un aggregato di abitanti dediti per lo
cese del 1797 e nascita della Repubblica più all’agricoltura, tra i quali si eleggeva un
Cisalpina. capo o massaro delegato a vigilare sugli inte-
Napoleone nel 1807 decretò la costituzione di ressi della collettività e sulla pubblica giustizia)
Papozze in Comune, aggregandolo alla provin- in quanto il Po, con maggior facilità dei canali
cia di Rovigo. precedenti, poteva sedare la acque delle paludi.
In seguito al congresso di Vienna passò sotto Nel territorio di Papozze oggi si può ammirare
l’Impero d’Austria rimanendovi sino al 1866 Villa Lardi, palazzo cinquecentesco, la Chiesa
anno in cui, in seguito alla terza guerra d’indi- Parrocchiale dedicata ai Santi Bartolomeo e
pendenza, entrò a far parte del Regno d’Italia. Carlo dove si trovano alcune pregevoli tele
Queste terre non erano un tempo che una vasta (Madonna col Bambino, Scasellino 1546,
zona paludosa che si perdeva giù sino al mare. Benvenuto Tisi da Garofolo) e un organo, in
Le acque lente del Po andarono trasformando stato precario, del celebre Callido – Albigno il
gli acquitrini con la formazione di terreni allu- Campanile del XVII secolo, dichiarato monu-
vionali. mento nazionale.
Il Po allora non bagnava questo territorio ma,
deviando il corso attuale, andava a sboccare per
il ramo, ora interrato, del Volano e passava
sotto le mura di Ferrara. Prima del 1150 queste Feste, Fiere e Sagre
terre erano piene di paludi e di canali, il mag-
Festa del Patrono San Bartolomeo
giore doveva essere il Corsola o Longano che,
24 Agosto
correndo presso Papozze, scolava le paludi di
Benedizione delle acque del fiume Po
Adria, Loreo ed Ariano. Dove il Corsola corresse
15 Agosto
prima delle rotta di Ficarolo certamente non si
può dire, ma dopo la rotta divenne affluente
del Po e per mezzo di esso, poco sopra Ariano,
si giungeva a Venezia.
Nel 1150 o 1152 o 1156 (gli storici non sono con-
cordi) il Po ruppe nei pressi di Ficarolo e il ramo Numeri utili
sinistro della rotta entrò nel canale di Corsola; MUNICIPIO 0426/44230
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PORTO TOLLE
NUMERO ABITANTI: 11.081 l’isola più grande, la Donzella, il cui nome ricor-
NOMI DELLE FRAZIONI: Ca’ Tiepolo, Donzella, da una giovane Farsetti, annegata nel Po per
Ca’ Mello, Tolle, Polesine Camerini, Santa un amore contrastato dalla sua famiglia.
Giulia, Scardovari, Bonelli, Ca’ Venier, Ca’ Nella Piazza principale si trova il monumento a
Zuliani, Boccasette, Pila. Ciceruacchio, eroe garibaldino fucilato che
aveva appunto combattuto con Mazzini e
Etimologia Garibaldi per la Repubblica Romana e aveva
seguito l’eroe dei due mondi con l’obbiettivo di
Inizialmente questo territorio prendeva il
raggiungere Venezia dove si combatteva anco-
nome di San Nicolò sino a quando il 22 Aprile
ra. Giunto nel Delta del Po fu denunciato agli
del 1867, il Consilio Comunale deliberava sul-
Austriaci e fucilato il 10 Agosto del 1848.
l’argomento “Fissare un nome non confondibi-
Sempre nel territorio di Porto Tolle troviamo la
le con altri Comuni del Regno” nel modo che
settecentesca Cà Farsetti e la chiesa di Cà
segue:
Venier che fu eretta nel ‘600 quando i nobili
“……Tal nome è Comune di Porto Tolle, nome
Venier erano proprietari dell’isola.
conosciuto da tutti, tanto per la navigazione
che per la importanza di questo ramo del Po,
che è il principale fra tutti i rami, che mettono Fiere, Feste e Sagre
al mare. La proposta suddetta venne unanime- Festa del Patrono: 26 Giugno
mente accolta. Fiera del Delta: Prima settimana di Settembre
Sagra del pesce, a Pila: 6 – 9 Agosto
Cenni storici Sagra di San Pietro e Paolo, Scardovari:
29 Giugno
Il territorio di Porto Tolle è recentissimo, for-
mato da depositi alluvionali portati dal fiume
Po e quindi il suo panorama storico è carente. Numeri utili
Il progressivo interramento della laguna ha MUNICIPIO 0426/394411
indotto, nel 1599, la Repubblica Veneta a pro- PRO LOCO 0426/81150
gettare ed avviare il grandioso intervento
conosciuto come il Taglio di Porto Viro, da cui
conseguì la deviazione del corso del fiume
verso est, nella sacca di Goro.
Ben presto queste acque basse e palustri furo-
no colmate dai detriti e questi nuovi territori
furono acquistati dalle nobili famiglie venezia-
ne Farsetti, Tiepolo, Venier, Vendramin,e
Camerini. Nel 1977 con la caduta della
Repubblica di Venezia, il territorio passò alla
Repubblica Cisalpina con il trattato di
Campoformio e con il trattato di Vienna del
1815 entrò a far parte del Veneto sotto la
dominazione austriaca che durò fino al 1866,
anni in cui, tutto il Veneto, venne a far parte
del Regno d’Italia.
Porto Tolle fa parte di un territorio unico nel
suo genere, il Delta: caratterizzato da paludi,
“barene”, insenature, “scanni”, isole con spiag-
ge sabbiose ancora vergini, rami del fiume
abbandonato, golene, sacche e lagune fra cui
molto bella la Sacca degli Scardovari. Ricco di
luoghi remoti, raggiungibili solo con mezzi
natanti, come Pila e il suo Faro.
Ca’ Tiepolo è sede municipale ed è situata nel- Ca’ Tiepolo - Piazza Ciceruacchio
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PORTO VIRO
NUMERO ABITANTI: 14383
NOMI DELLE FRAZIONI: Cà Cappellino, Cà
Cappello, Porto Levante, Villaregia.
Etimologia
Porto Viro, situato al centro del Delta del Po,
prende il nome dal luogo dove fu realizzato il
taglio del fiume, la grande opera idraulica del
Taglio di Porto Viro (1599), da cui conseguì la
deviazione del corso del fiume verso est, nella
Sacca di Scardovari, per fermare il progressivo
interramento della laguna.
Cenni storici
Gli insediamenti in questo territorio iniziarono
intorno alle dune fossili presenti verso il mille
a.C. da parte dei Paleoveneti.Successivamente
il territorio rimase legato alle vicende di Adria,
condizionato dalle bonifiche e dagli interventi
prima degli Etruschi, poi dei Greci, poi dei
Romani.
Dal basso Medioevo il territorio passò sotto il
Municipio di Porto Viro
dominio della Repubblica di Venezia dipenden-
do amministrativamente dal Castello di
Loreo.Fu allora che sorsero le comunità di Sempre a Porto Viro si possono visitare due fab-
Donada e Contarina, due centri sviluppatisi bricati rurali che ospitano un centro espositivo
intorno alle proprietà dei nobili veneziani ricco di fotografie e mappe storiche, un museo
Donà e Contarini.Nel 1928 per l’intervento del- permanente sulla fauna tipica del Delta del Po
l’ammiraglio Arcangeli che voleva formare un e un museo della civiltà contadina dove trovia-
grosso centro nel cuore del Delta, Donada e mo l’abitazione tipica di un tempo.
Contarina furono unificate in un solo comune
che prese dapprima il nome di Taglio di Porto
Viro e successivamente Porto Viro.
Nel quartiere di Donada è possibile ammirare Feste, Fiere e Sagre
la Chiesa Parrocchiale della Visitazione di Maria
Festa del Patrono
dedicata a Santa Maria Elisabetta, di sobrio
Santa Maria Madre della Chiesa: 11 ottobre
stile neoclassico ed è affiancata da un maesto-
“Cozzo dell’uovo” Santa Pasqua
so campanile di 67,50 m.
Fiera di San Paolo, Porto Levante: 29 giugno
Nel quartiere di Contarina si erge la Chiesa
Agosto Donadese, Donada: 7/15 agosto
Parrocchiale di San Bartolomeo (XVIII secolo)
Agosto Contarinese, Contarina:
affiancato dal suo campanile (1782).Al suo
2° metà di agosto
interno si può ammirare il prestigioso organo,
Fiera “Mata”, Contarina:
opera di A.G. Callido.
1° metà di novembre
Sempre a Contarina incontriamo Villa Carter
sorta nel ‘500 ad opera dei Contarini, signori
del luogo, come azienda agricola.
La Chiesa di San Giovanni Battista è la più anti-
ca del comune. Numeri utili
A Porto Viro possiamo ammirare la bellissima MUNICIPIO 0426/325711-633342
pineta che sorge su ciò che resta dell’antico CONSORZIO PRO LOCO
cordone dunoso, secolare prodotto dei marosi. DEL DELTA POLESANO 0426.631778
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ROSOLINA
NUMERO ABITANTI: 6188 Nel XVII secolo, sui più antichi cordoni dunosi
NOMI DELLE LOCALITA’: Volto, Cà Morosini, spianati, la popolazione rosolinese costruì la
Porto Fossone e Boccavecchia, V.ggio Norge, Piazza e una bella Chiesa consacrata a
Fenilone, Rosolina Mare, Albarella. Sant’Antonio.
Seguì l’edificazione a Caleri di un’oratorio
Etimologia dedicato a San Leonardo; a Pozzatini di uno
Il nome “Rosolina” è piuttosto recente e sulla santificato a San Filippo e a San Giacomo; infi-
sua origine sono state formulate due ipotesi. ne nel 1789, nella proprietà dei patrizi venezia-
La prima vuole che la denominazione derivi da ni Mocenigo, fu costruita una Chiesa gentilizia
un possedimento della famiglia Rosolino sulla santificata all’Immacolata Concezione.
riva destra dell’Adige, in località Bassafonda. La nuova parrocchiale conserva numerose
Di questa famiglia oggi rimane lo stemma gen- opere tra cui la Madonna in marmo di Carrara
tilizio.La seconda ipotesi sembra meno proba- del Bonazza e la Via Crucis di Luciano
bile, l’Olivieri in “Toponomastica Veneta” Scarpante.
sostiene che il toponimo Rosolina si riconduca Tra i Casoni, abitazioni rurali, risalta il casone di
all’appellativo “roggia”, in altre parole “picco- valle Venier che colpisce per l’enorme cami-
lo canale, fosso”. no.Molto bello è anche l’oratorio veneziano
della ex valle Moceniga.
Cenni storici
Poco a Ovest dell’attuale strada statale
“Romea”, correva la linea costiera.Fino al XII Feste, Fiere e Sagre
secolo sboccava in mare un ramo secondario Festa del Patrono, San Rocco: 16 agosto
del Po, ma con la rotta di Ficarolo (1150) il Sagra di Sant’Antonio da Padova, parrocchia di
fiume si diramò in Po di Levante, Scirocco e Rosolina: 13 agosto
Tramontana, quest’ultimo artefice della forma- Sagra di Santa Maria Vergine del Rosario, par-
zione dell’attuale territorio di Rosolina. rocchia di Volto: 7 ottobre
Completamente circondata dall’acqua del Po, Fiera del 1° maggio
dell’Adige, del mare e del canale di Brontolo,
Rosolina ha origini antiche come testimoniano
il tracciato dell’antica Via Popillia e la presenza Numeri utili
di ciò che rimane del cordone dunoso. MUNICIPIO 0426/340193
Amministrativamente parlando, la vita di C.A.R.D. 0426.337824
Rosolina quale comune autonomo fu interrot- Consorzio Albergatori
ta nel 1929, quando fu occupata da Loreo dal e Ristoratori Delta del Po
quale era già dipesa fino agli inizi del dician- S.S. Romea - Via Venezia, 67
novesimo secolo, per tornare poi a riacquistare UFFICIO LOCALE MARITTIMO 0426/330289
l’autonomia nel 1948. (Porto Levante)
TAGLIO DI PO
NUMERO ABITANTI: 14.500 insediamento dell’attuale frazione di
NOMI DELLE FRAZIONI: Ca’ Vendramin, Ca’ Mazzorno Destro. Nel 1866 si ebbe un’epide-
Zen, Mazzorno destro, Gorino Sullam, Ca’ Latis, mia di vaiolo che scomparve dopo la processio-
Pisana. ne con la Beata Vergine della Salute, venerata
ancor oggi nella Chiesa parrocchiale. Nei primi
Etimologia anni del ‘900 con la costruzione dell’idrovora di
Ca’ Vendramin fu possibile la bonifica del terri-
Il Comune di Taglio di Po deve il suo nome alla
torio che consentì di debellare la malaria.
grandiosa opera di ingegneria fluviale operata
Una delle prime costruzioni di Taglio di Po fu la
dalla Repubblica Serenissima di Venezia negli
Chiesa parrocchiale con la sua torre campana-
anni 1600 al 1604. Per preservare la laguna
ria. A ridosso dell’argine del Po si può ammira-
veneta dall’interramento provocato dagli
re Villa Zeno (Ca’ Zen) costruita verso la metà
apporti di fango alluvionale che il Po scaricava
del ‘700 che appartenne alla madre di Lord
dal mare Adriatico si decretò che gli fosse ope-
Byron e vi soggiornò il poeta. Poco distante
rato un “taglio” per convogliare le piene al
troviamo Ca’ Nani e Ca’ Borini (XVI secolo).
mare attraverso un canale tra Porto Viro (com-
A Ca’ Vendramin sede dell’antica idrovora si
prendente gli attuali centri di Donada,
può visitare il Museo della Bonifica.
Contarina, Taglio di Po) e la sacca di Goro al
fine di ripiegare più a sud le acque del Po
Grande.
INFORMAZIONI UTILI
INFORMAZIONI UTILI
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La pineta è il primo
ambiente che si incon-
tra caratterizzato dalla
presenza del Pino
marittimo e Pino
domestico risultato di
un rimboschimento
eseguito negli anni
‘50, mentre nel ricco
sottobosco fioriscono
rare orchidee del
genere Ophrys e
Orchis.
Dopo aver attraversa-
to la pineta, si imbocca
il sentiero che porta
alle dune consolidate,
Centro Turistico Culturale San Basilio
qui troviamo comunità
vegetali di Ginepro
comune, Olivello spi-
tata alla luce negli anni ’80 a poche centinaia di noso, Fillirea e di Caprifoglio.
metri dal Centro San Basilio. Passando attraverso alcune depressioni si giun-
Nella terza vetrina sono invece esposte parti ge alla spiaggia con la tipica vegetazione pio-
della villa, alcune tegole, frammenti di intona- niera, le associazioni del cakileto con il
co dipinto e alcune delle numerose anfore Ravastrello e la Nappola, ai quali succedono e si
ritrovate, simbolo del notevole passaggio di mescolano associazioni di agropireto che assi-
merci attraverso la via fluviale e quella di terra. curano un primo consolidamento della sabbia
Nei dintorni della villa sono stati rinvenuti trasportata dal vento.
anche due grandi blocchi di marmo rosa di Verso l’uscita il percorso attraversa zone tipiche
Domegliara (VR), squadrati, con spigolo spez- di barena con fitta vegetazione alofita dove
zato e tracce di lavorazione, uno dei quali è solo poche piante come la Salicornia, il Limonio
posto all’esterno del Centro. ed il Settembrino tollerano la forte salinità dei
terreni.
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Golena disono
Numerosi Ca’ Zen
gli aironi avvistabili, vista la pre- L’Oasi didiCa’
Golena Ca’Mello
Zen è un relitto a forma trape-
senza di una garzaia sita a pochi metri sul Po di zioidale allungata, estesa circa 40 ettari, facenti
Maistra. In primavera
Loc. Ca’ Zen vi Po
di Taglio di nidificano
(RO) diverse spe- parteCa’
Loc. della
Zenzona valliva
di Taglio di che esisteva fino all’an-
Po (RO)
cie di uccelli tra i quali il Tarabusino. no 1966 nella parte meridionale dell’isola della
Donzella,
La golena dia Ca' coronamento
Zen, sulla sponda nord destra
occidentale
del Po
della
di Sacca adiridosso
Venezia, Scardovari.
del centro abitato di Taglio
L’isola
di della Donzella,
Po rappresenta delimitata
un tipico esempio daldi Po
zonadi
Venezia d'acqua
umida, a nord, dal Po diIl Gnocca
dolce. ad Ovest,
caratteristico dal
bosco
Po delle Tolle
ripariale a est e da
costituito dalla Saccabianchi
Salici degli Scardovari
e Pioppi
bianchi, intervallato da alcune fine
a sud, si venne conformando alla del XVII
depressioni,
secolo,oggi
ospita dopo che
una fraper alcuni
le più decenni garzaie
importanti (dal Taglio
del
di Porto
Delta del Po.ViroGarzetta,
nel 1604) le torbide
Nitticora, Sgarza delciuffet-
nuovo
ramo
to, del Po
Airone ebbero colmato
guardabuoi e Aironelabianco
Sacca maggio-
di Goro,
iniziando
re nidificano quindi
propriola “costruzione” verso mare
in questo fitto bosco, dove
dell’attuale
possono delta.trovare
ancora L’area riveste rilevante
l’ambiente idealeimpor-
e la
tanza qualeper
tranquillità zona umida
poter di acqua
deporre dolce, la ridu-
le uova.
zione del canneto e l’apertura di chiari a diver-
sa profondità oltre a permettere la crescita di
Golena di Cà Zen speciedivegetali
Oasi Ca’ Mello differenziate e il ritorno di spe-
cie ittiche scomparse, sono tese a richiamare
uccelli
Loc. Ca’legati
Melloagli spazi aperti.
di Porto Tolle (Ro)La zona umida di
La golena di Ca' Zen, sulla sponda destra del Po Ca’ Mello è luogo di sosta e di nidificazione per
di Venezia, a ridosso del centro abitato di Taglio numerose
L’Oasi di Ca’ specie
Melloornitiche
è un relitto d’ambiente
a forma vallivo
trape-
di Po rappresenta un tipico esempio di zona quali: Germano
zioidale allungata, reale, Poiana,
estesa Albanella
circa 40 mino-
ettari, facenti
umida, d'acqua dolce. Il caratteristico bosco re, Gheppio, Falco di Palude, Basettino
parte della zona valliva che esisteva fino all’an- e nume-
ripariale costituito da Salici bianchi e Pioppi rose1966
no specienelladi Aironi.
parte meridionale dell’isola della
bianchi, intervallato da alcune depressioni, Donzella, a coronamento nord occidentale
ospita oggi una fra le più importanti garzaie del della Sacca di Scardovari.
Delta del Po. Garzetta, Nitticora, Sgarza ciuffet- Golenadella
L’isola di Panarella
Donzella, di delimitata
Papozze dal Po di
to, Airone guardabuoi e Airone bianco maggio- Venezia a nord, dal Po di Gnocca ad Ovest, dal
re nidificano proprio in questo fitto bosco, dove Loc.delle
Po Panarella
Tolle adi estPapozze (RO) degli Scardovari
e dalla Sacca
possono ancora trovare l’ambiente ideale e la aTel: 0425/28159
sud, - WWF Rovigoalla fine del XVII
si venne conformando
tranquillità per poter deporre le uova. Tel: 0426/44230
secolo, dopo che- Comune
per alcuni didecenni
Papozze(dal Taglio
di Porto Viro nel 1604) le torbide del nuovo
La Golena
ramo del Podi Panarella,
ebbero colmato dallapunto
Sacca di di Goro,
vista
Oasi di Ca’ Mello ambientale,
iniziando è il risultato
quindi dell'azioneverso
la “costruzione” dell'uomo
mare
e della forzadelta.
dell’attuale creatrice
L’area della natura.
riveste rilevante impor-
Loc. Ca’ Mello di Porto Tolle (Ro) La presenza di bassure
tanza quale zona umida di acqua dolce, allagate permanente-
la ridu-
Tel: 0426/662304 - Fax: 0426/661180 mentedel
zione o per molti e
canneto mesi dell'anno,
l’apertura ha seleziona-
di chiari a diver-
to profondità
sa specie vegetali oltreproprie degli ambienti
a permettere la crescitapalu-
di
stri d'acqua dolce evolutesi parzialmente
specie vegetali differenziate e il ritorno di spe- in rari
pratiittiche
cie umidi scomparse,
e rigogliosi sonoboschitesedi salici. Pertanto
a richiamare
numerose
uccelli legati sonoaglianche le specie
spazi aperti. animali
La zona che di
umida vi
dimorano.
Ca’ Mello è luogo di sosta e di nidificazione per
Per soddisfare
numerose le esigenze
specie ornitichedid’ambiente
conservazione, ma
vallivo
anche Germano
quali: per educare il visitatore
reale, al rispetto
Poiana, Albanella del-
mino-
l'ambiente,
re, Gheppio,IlFalco Comune di Papozze
di Palude, ha ottenuto
Basettino e nume-
dal Demanio
rose dello Stato una superficie di 25
specie di Aironi.
ettari che gestisce con il WWF di Rovigo.
Sentieri didattici guidano il visitatore attraverso
i tre ambienti
Golena che compongono
di Panarella di Papozzel'oasi: la zona
palustre, il prato e il bosco.
Oasi di Cà Mello
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INFORMAZIONI
INFORMAZIONI TURISTICHE
TURISTICHE
Uffici Informazioni ARDEA s.r.l.
Porto Tolle – c/o Ostello Rifugio Po di Maistra
ENTE PARCO REGIONALE VENETO Loc. Boccasette - Via Don A. Spanio, 3
DEL DELTA DEL PO Tel. 0426/385330
Ariano nel Polesine - Via G. Marconi, 6
Tel. 0426/372202 - Fax 0426/373035 Associazione Guide Naturalistiche
www.parcodeltapo.org Parco del Delta del Po
E-mail: info@parcodeltapo.org Via G. Matteotti, 304 - Porto Tolle
Tel. 0426/660042 - Fax 0426/661180
I.A.T. E-mail: guideltapo@libero.it
Rovigo - Via J.H. Dunant, 10
Tel. 0425/386290 - Fax 0425/386270 Centro Educazione Ambientale Airone
E-mail: iat.rovigo@provincia.rovigo.it Porto Viro – Loc. Porto Levante - Via Colombo, 37
Tel./Fax. 0426/666110 - Cell. 335/6865991
I.A.T. E-mail: info@centroairone.it
Rosolina Mare - Viale dei Pini, 4
Tel. 0426/68012 - 0426/326020 CO.SE.DEL.PO
Fax 0426/326007 Ariano nel Polesine - Via A. Moro, 3
E-mail: iat.rosolina@provincia.rovigo.it Tel. 329/4248555
I.A.T.
Centro Visitatori del Parco Turismo & cultura Soc. Coop.
Taglio di Po- Piazza
Porto Viro - c/o Museo Reg.le3 Bonifica
Matteotti, Piazzale S. Bortolo - Rovigo
di Ca' Vendramin
(Apertura (stagionale)
stagionale) Tel. 0425/21530 - 0425/26270 - 0426/31109
Tel. 0426/81896
0426/372202- Fax 0426/81528
Stampa:
Stampe Violato snc
Bagnoli di Sopra (PD)
Tel. 049/9535267 - Fax 049.9535352
e.mail: info@stampeviolato.com
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