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LE GUIDE - N. 5

Quel ramo di Piemonte

È
che volge a settentrione
Toni Farina

È ancora Piemonte l’Ossola?


Oppure una terra “ibrida”, lontana e sfuggente. Più a nord della Valle d’Aosta,

PIEMONTE PARCHI - Ossola


più in su del Monte Rosa, più in su delle Alpi. O, per meglio dire, che spinge
più in su le Alpi, costringendo lo spartiacque principale a una insenatura nel
Paese dei cantoni. Una insenatura in un mare di montagne.

Poste Italiane S.p.A. - Supplemento N.5 a Piemonte Parchi 215 - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, - CNS/Torino n. 10 anno XXVI ISSN 1124-044 X
Ossola. Gli appassionati di geografia ne sono affascinati. Guardi la carta del
Piemonte, cerchi Torino, poi giri intorno e trovi Cuneo, Asti, Vercelli. Con un
cerchio di più ampio raggio trovi Novara e Alessandria. Solo dopo ti spingi
lassù, lontano. Ed è quasi con timore che varchi le colonne d’Ercole di
Domodossola. Valle Bognanco, Antigorio, Vigezzo, Formazza. Passo del
Gries, Passo di San Giacomo… lo valichi e scopri la Val Bedretto e la Val
Leventina, valli dai nomi musicali, premi per bimbi buoni (se stai bravo
andiamo in Val Leventina). Nomi italiani, ma è Svizzera.
Ossola, Finis terrae sabauda. Quel ramo di Piemonte così poco piemontese.
I cartelli stradali indicano Milano e non Torino. Indicano Briga e il Sempione.
Lassù, a 2000 metri tra Ossola e Vallese, certo non passò Annibale con i suoi

Ossola
elefanti, ma Napoleone e prima di lui il visionario Barone Stockalper. E prima
ancora i pastori neolitici e altri pastori ancora, perché i pascoli ossolani erano
i migliori, allora come oggi.
Ossola, terra contesa, oggi in cerca di un domani. Una delle vie possibili la
possono indicare i parchi naturali. Via certo non agevole, tuttavia l’unica in
grado di conciliare le esigenze all’apparenza opposte di uomo e natura. Che
anche lassù, fra Pennine e Lepontine, possono e debbono convivere: le
condizioni ancora ci sono, eccome se ci sono.
La Guida numero 5 di Piemonte Parchi vuole fornire spunti per verifiche sul
campo. Indicazioni e suggerimenti tra natura, paesaggio e storia.
L’impostazione è la solita: a un’introduzione generale seguono i capitoli
“parchi”, “natura”, “itinerari” e “uomo”, elementi separati per comodità
redazionale, ma in realtà uniti da quell’elemento comune che è il territorio.
E solito è anche l’invito: leggere, e poi andare.
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Ossola

Realizzazione e allestimento cartografico


a cura del CSI Piemonte.
Sommario GUIDA DI PIEMONTE PARCHI
N° 5 - Anno 2012
Editore REGIONE PIEMONTE - Piazza Castello, 165 - Torino
Direzione e Redazione
Via Nizza, 18 - 10125 Torino
tel. 011 432 3566/5761 fax 011 432 5919
E-mail: piemonte.parchi@regione.piemonte.it;

6 14 28 32 Direttore responsabile: Enzo Gino


Direttore editoriale: Gianluca Castro
Vice Direttore: Enrico Massone
Caporedattore: Emanuela Celona
Coordinamento Guida “Ossola”: Toni Farina
Redazione
Toni Farina, Aldo Molino, Loredana Matonti, Mauro Pianta
Segreteria amministrativa
Gigliola Di Tonno
Abbonamenti, arretrati e copie omaggio
Angela Eugenia, tel. 011 4323273 fax 011 4324759
eugenia.angela@regione.piemonte.it
Piemonte Parchi Web

54 58 61 76
Mauro Pianta – www.piemonteparchiweb.it
Biblioteca Aree protette
Mauro Beltramone, Paola Sartori - tel. 011 4323185
Ossola Hanno collaborato a questo numero:
Tullio Bagnati, Paolo Beretta, Roberto Bianchetti, Radames
Saluti Assessore Casoni pag. 4 Itinerari Bionda, Renato Boschi, Fabio Casale, Daniele Cat Berro,
Fabio Copiatti, Paolo Crosa Lenz, Simonetta Minissale,
Saluti Presidenti Enti Parco pag. 5 Introduzione 30-31 Cristina Movalli, Paolo Palmi, Alessandro Pirocchi,
Paolo Pirocchi, Marco Tessaro, Edoardo Villa, Paolo
Volorio, Andreas Weissen, Enrico Zanoletti
Ossola, una grande insenatura Alpeggi senza confini 32-37 Fotografi:
in un mare di montagne 6-11 La traversata Alex Agten, Dante Alpe, Roberto Bianchetti, Renato Boschi,
Stefano Bovero, Fabio Casale, Daniele Cat Berro, Fabio
Copiatti, Toni Farina, Antonio Maniscalco, Raffaele Marini,
Pioggia, neve, ghiaccio 12-13 della Val Grande 38-41 Giancarlo Martini, Cristina Movalli, Paolo Palmi, Giancarlo
Parazzoli, Alessandro Pirocchi, Paolo Pirocchi, Elena Poletti,
Parchi La Via dell’Arbola 42-45 Ely Riva, Claudio Venturini
Revisione bozze
Introduzione 14-15 La Strada Antronesca 46-49 Abitare Ilaria Polastro
Mappe: CSI Piemonte
La strada del pettirosso 16-17 Stockalperweg 50-53 Introduzione 76-77 L’editore è a disposizione per gli eventuali aventi diritto per
Parco nazionale Val Grande18-19 La Via dei Torchi e dei Mulini 54-55 Ossola, terra di confine, fonti iconografi che non individuate. Riproduzione anche
parziale di testi, fotografi e disegni vietata salvo autorizzazione
Parco naturale dell’Alpe Veglia I Sentieri della Pietra ollare 56-57 terra di transiti 78-80 dell’editore. Manoscritti e fotografie non richiesti non si
restituiscono e per gli stessi non è dovuto alcun compenso.
Registrazione del Tribunale di Torino n 3624 del 10.2.1986
e dell’Alpe Devero 20-21 La natura Un paesaggio sacralizzato 81-84 Arretrati (se disponibili): euro 2

Parco naturale Introduzione 58-59 Ossola, Grafica, impaginazione, stampa e distribuzione


Satiz S.r.l.
della Valle Antrona 22-23 Biodiversità nell’Ossola 60-65 “paesaggio elettrico” 86-89 Abbonamento 2012
Conto Corrente Postale numero 20530200 intestato a:
Sacro Monte Calvario L’Elemento Zero 66-69 Il Santuario del SS. Crocifisso 90 Staff Srl via Bodoni, 24 20090 Buccinasco (MI)

di Domodossola 24-25 Erebia christi 70 San Gaudenzio di Baceno 91 Info abbonamenti: tel. 02 45702415 (ore 9 - 12; 14,30 - 17,30)
Riservatezza - Dlgs n. 196/’03.
Parco naturale Fagiano di monte 71 Cammina e degusta 92-93 L’Editore garantisce la tutela dei dati personali.
Dati che potranno essere rettificati o cancellati su semplice
richiesta scritta e che potranno essere utilizzati per proposte
della Binntal 26-27 Gufo reale 72 o iniziative legate alle finalità della rivista.
Finito di stampare in Maggio 2012
Progetto Parco nazionale Tulipano di Grengiols 73 Bibliografia 94-95 In copertina: La piana dell’Alpe Veglia; sullo sfondo, il Monte Leone
(foto Toni Farina)
del Locarnese 28 Il castagneto 74 In ultima pagina: Val Pogallo, Parco nazionale Val Grande
(Foto Toni Farina)
Le Oasi del WWF 29 La torbiera 75 Informazioni generali 96
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N U
INTRODUZIONE

Nell’estremo nord del Piemonte e lontana dai principali centri della re- Una pluriennale consuetudine al lavoro di squadra accomuna
gione: per questi motivi essenzialmente geografici l’Ossola è più frequen- l’azione dei parchi naturali che si presentano al pubblico con questa
tata dai cittadini lombardi che non dai cittadini piemontesi. Non è d’al- guida: il Parco nazionale Val Grande, i parchi dell’Ossola (Alpe
tronde un caso se a Domodossola e Verbania i cartelli stradali indicano Veglia e Alpe Devero e Alta Valle Antrona), la Riserva speciale del
Milano e non Torino. Sacro Monte Calvario di Domodossola e gli ambiti dei siti della Rete
La comodità di accesso dal nord della catena alpina, assicurata anche Natura 2000 in parte collegati e/o sottesi ai parchi medesimi.
dalla linea ferroviaria internazionale del Sempione, fa sì che l’Ossola sia È un’azione che mira innanzitutto a valorizzare la ricchezza della
assai visitata anche da turisti d’oltralpe, soprattutto tedeschi, che spesso biodiversità di questo estremo nord-orientale del Piemonte, ma anche
giungono nelle valli ossolane traversando a piedi dai colli durante i loro a promuovere congiuntamente i territori protetti, condividere
trekking, attirati dallo splendido ambiente e agevolati dall’ottima rete di esperienze e buone pratiche in materia di sviluppo delle risorse locali,
sentieri. Molti sono infatti gli itinerari che uniscono le ragioni di interes- esaltare le peculiarità ambientali e naturali, celebrare i valori storico-
se ambientale alle ragioni di interesse storico, dovute alla presenza di im- artistici e paesaggistici in una unità geografica che è al tempo stesso
portanti vie di transito e di scambio fin dall’epoca romana. omogenea e diversa.
Fra le ragioni per visitare l’Ossola ci sono certamente i parchi naturali: la Fattore saliente e unificante del modo di operare in rete dei parchi è
loro presenza è infatti un importante valore aggiunto sia ai fini della tu- il concetto di connettività ecologica, nella quale i parchi sono visti e
tela, sia ai fini della promozione del territorio. Parchi come l’Alpe Veglia, gestiti come nodi di una rete di ambienti e territori a diversa
fra i primi istituiti in Piemonte, e la confinante Alpe Devero, costituisco- specificazione ecologica, che si collegano attraverso corridoi naturali
no un vero fiore all’occhiello del Sistema regionale delle Aree protette, an- dove è cruciale mantenere quella pervasività indispensabile a
che per la capacità del loro gestore di dare vita a qualificanti iniziative di garantire la mobilità delle diverse specie di interesse ecologico.
collaborazione turistica sovranazionale con i confinanti parchi svizzeri Accanto a questa strategia di salvaguardia delle eccellenze del
della Binntal e del Locarnese. territorio, l’attività dei nostri “parchi in rete” mira altresì a sviluppare
Veglia e Devero richiamano l’alta montagna e gli ampi spazi dei loro pa- azioni comuni nel campo dell’educazione ambientale, della ricerca
scoli secolari, altre peculiarità sono invece richiamate dal Parco nazio- scientifica, della promozione turistica, della valorizzazione delle
nale Val Grande, la cui natura selvaggia a così breve distanza dal Lago risorse locali quali i prodotti della terra e dell’allevamento.
Maggiore crea un contrasto unico. Altre caratteristiche ancora sono in- E il lavoro comune per questa guida introduce e stimola, attraverso il
vece definite dal Sacro Monte Calvario di Domodossola, dove arte e storia percorso della conoscenza e dell’illustrazione, a nuove scoperte per
hanno radici nella religiosità che ha permeato il paesaggio umano di quanti vorranno percorrere e frequentare i nostri parchi.
queste valli.
Questa già ricca e varia offerta sì è da ultimo incrementata con l’istitu-
zione del Parco della valle Antrona, affidato alla gestione del nuovo Ente
delle Aree protette dell’Ossola. Un altro parco da scoprire: questa nuova
guida di Piemonte Parchi ha anche questo scopo. Un invito alla cono-
scenza della straordinaria realtà della terra ossolana, per far sì che i cit-
tadini piemontesi varchino in maggior numero le “colonne d’Ercole” di
Gravellona.

Giacomo Gagliardini,
Presidente nell'Ente di gestione dei Sacri Monti
Graziano Uttini,
Presidente dell’Ente di gestione delle Aree protette dell’Ossola
William Casoni Pierleonardo Zaccheo,
Assessore al Commercio e Fiere, Parchi e Aree protette della Regione Piemonte Presidente del Parco nazionale Val Grande
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INTRODUZIONE

Ossola sa e continua quella miscela di ambien-


te e cultura che è l'ossolanità: un misto
Macugnaga. Un’attrattiva unica: la più
grande parete delle Alpi, vero fram-
di rudi caratteri montanari, tradizioni mento di Himalaya, un microcosmo di
Una grande insenatura antiche, attaccamento alla terra, spirito
indipendente. La popolazione vive in
ghiaccio e di roccia tanto imponente
quanto effimero: la parete, oggi in di-
in un mare di montagne gran parte sul fondovalle, in paesi cre- sgregazione, costituisce un termome-
sciuti sui coni di deiezione degli af- tro dei cambiamenti climatici e permet-
Paolo Crosa Lenz e Toni Farina fluenti del Toce. Stanno incollati alla te di verificare in modo diretto un mo-
montagna per risparmiare spazio agri- mento cruciale della storia naturale
colo, tanto esiguo quanto prezioso, e delle Alpi. In Valle Anzasca si incontra-
Una definizione a metà tra poesia e Fondo Toce, prezioso frammento di proteggersi dalle buzze, le rovinose no due ambienti e due culture. La Valle
morfologia che calza a pennello a que- natura lacustre, sopravvissuta e oggi tu- piene stagionali del fiume. Paesi come Anzasca vera e propria, da Piedimulera
sto lembo di Piemonte che si proietta a telata dall’omonima riserva naturale. la medioevale Vogogna, sede del a Ceppo Morelli, è romanza e latina ed
nord, insinuandosi nella Svizzera, tra il Vista dall’alto la Val d'Ossola ha forma Parco nazionale Val Grande. ha un popolamento antico, documen-
Vallese e il Canton Ticino. di foglia d'acero: la nervatura centrale è tato da ritrovamenti di epoca pre-ro-
In mezzo a questa lingua di terra scorre costituita dal corso “nervoso” del Toce Le sette valli mana.
il Fiume Toce, la Tòs per gli ossolani. su cui si innestano come nervature la- La più meridionale è Valle Anzasca. La Nell'ambiente prevalgono i boschi di
Prende vita a Riale di Formazza e fino terali le valli Anzasca, Antrona, valle del Monte Rosa, seconda vetta al- latifoglie, a differenza della Valle di
alla forra di Pontemaglio mantiene ca- Bognanco, Antigorio, Diveria, Isorno e pina che attira con una fugace compar- Macugnaga (così era definita la parte
rattere di torrente. L’incontro con gli af- Vigezzo. Da queste sette “nervature” sa l’attenzione dei viaggiatori frettolosi alta dagli storici dell'Ottocento), dove
fluenti laterali lo trasforma in fiume, un scende il "vento delle sette valli" che sulla superstrada per Domodossola. l’ambiente è più alpino con prevalenza
vero fiume in mezzo alle montagne. soffia sul fondovalle, da Domodossola Assai meno fugace è l’attenzione che i di conifere, e il popolamento è di origi-
E da vero fiume sfocia nel Lago a Ornavasso. turisti rivolgono alla parete est della ne walser risalente al XIII secolo.
Maggiore con un grande estuario: E si deve forse a questa brezza vigoro- montagna dal Belvedere di "L'oro italiano è oro ossolano", affermò

Giancarlo Martini
Il Pedum e la Bocchetta di Campo, cuore del Parco nazionale Val Grande; sullo sfondo, il Monte Rosa

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INTRODUZIONE

la endemica, miracolo di biodiversità onnipresente" sovrano delle Leponti-


ossolana. ne. In mezzo, una conca ridente: la
L’acqua è un elemento importante an- grande piana del Vaccareccio e i pa-
che in Val Bognanco. Una valle ano- scoli di Pian Stalaregno e Pian dul
mala in Ossola in quanto non appoggia Scricc dove brucano i bovini.
la sua testata direttamente al crinale al- Veglia è sempre stato un "alpe" nel sen-
pino principale, ma è inserita tra le ca- so tradizionale del termine, sede tem-

Toni Farina
tene secondarie che la separano a sud poranea e terminale nel complesso iti-
dalla Valle Antrona, a est dalla Val Vaira nerario di transumanza verso i pascoli
(o Zwischbergenthal) e a nord dalla alti. Veglia è un angolo-rifugio, un
Val Divedro. "Il paese delle cento ca- mondo chiuso per sei mesi all’anno,
scate", Bognanco. Ben ventuno corsi quando la conca è solo neve e silenzio
d’acqua confluiscono nel Torrente d’uomo. Solo in tarda primavera la go-
Bogna dai valloni laterali, originando la del Groppallo, unico collegamento
spettacoli di schiume e riflessi (splendi- con la valle, diviene transitabile e con-
de le cascate di Dagliano e di sente l’accesso alla piana.
Rabianca). Ma l’acqua di Bognanco Ben diversa è la condizione della ge-
“confluisce” anche nelle omonime ter- mella Alpe Devero.
me che hanno reso a suo tempo florido
il turismo in valle. Ma questa è un’altra Oltre Domodossola
storia. Inizia la Valle Antigorio, delineata dal
profondo solco vallivo del Toce.
Dalle Pennine alle Lepontine Grandi spazi in un paesaggio verticale,
E un’altra storia ancora è quella della una dimensione “segreta”, non colta
Lago superiore del Sangiatto, Parco dell’Alpe Devero
Val Divedro. Inizia con una grandiosa dal viaggiatore frettoloso, al quale sfug-
forra incisa dal Torrente Diveria all'al- gono con molta probabilità anche le di-
un eminente studioso di mineralogia. di energia prodotta dalla rivoluzione tezza di Crevoladossola e termina al va- stese di faggi e castagni, simboli arbo-
La “capitale dell’oro” fu Pestarena, fra- industriale, e che ha mutato in pro- lico del Sempione, raccontando di te- rei di quest’angolo ossolano (il casta-
zione di Macugnaga. Già utilizzati dal fondità il paesaggio di molte zone nebrose gole (Crevola e Gondo) e ri- gno monumentale di Maglioggio è
XIII secolo, questi filoni auriferi conob- dell’Ossola. denti altopiani (Varzo e Simplon Dorf). considerato il più grande dell’Ossola).
bero uno sfruttamento industriale dal È politicamente italiana solo fino al vil- Al visitatore frettoloso sfuggono anche
1884 al 1961 (a Borca si trova la Miniera Acqua e roccia laggio di Gondo, perché ragioni etno- le caratteristiche morfologiche del-
della Guja, unica miniera d’oro in galle- Oltre all’oro, la Valle Antrona ha in grafiche assegnarono nel Medioevo la l’area, davvero di grande interesse.
ria visitabile in Europa). Ma l’oro non è comune con la Valle Anzasca la seve- parte alta alla Svizzera. Terre contese, Nella piana dove la valle del Devero
esclusivo della valle bagnata dal rità dell’ambiente, tutelato dall’omo- insomma, come contesa fu per secoli confluisce nell'Antigorio, grazie alla
Torrente Anza, i filoni corrono oltre il nimo parco naturale. La lunga cresta l’ottima terra da pascolo dell’Alpe potente erosione glaciale affiora la
crinale, nella limitrofa Valle Antrona. che corre dal Pizzo Andolla (3656 m, Veglia. Alla testata della laterale Val Cupola di Verampio: il cosiddetto
Dove “l’oro” è anche liquido e traspa- massima elevazione della valle) al Cairasca, la splendida conca alpestre, “Elemento Zero”, il basamento più an-
rente come l’acqua. L’acqua del Pizzo di Antigine definisce uno sce- “gemma verde delle Lepontine”, è en- tico, costituito da ortogneiss, su cui si è
Torrente Ovesca che confluisce nel nario aspro e minerale che lascia dav- trata a buon diritto nel primo gruppo di formata la complessa architettura di
Toce a Villadossola, ma soprattutto vero esigui spazi alle attività legate al- parchi istituiti in Piemonte nel 1978. questa porzione dell'arco alpino.
l’acqua che colma i grandi invasi di la pastorizia. Pochi i pascoli, eppure è E che parco! Sintesi perfetta del pae- E che dire dell'Orrido di Uriezzo?
Campliccioli, Cingino, Camposecco e in queste erbe magre, grazie alle saggio alpino, apprezzata dai turisti Di formazione fluvio-glaciale, è costi-
dei Cavalli, e forzata in condotte ali- splendide ed effimere fioriture estive d’antan. Intorno, una cerchia di alte e tuito da una serie di marmitte lunga 150
menta la grande centrale di Rovesca. delle vallette nivali che trova il modo severe montagne e su tutte il Monte metri e alta 16. L’orrido è asciutto e visi-
L’acqua che ha placato la grande sete di vivere Erebia christi, piccola farfal- Leone (3553 m), "solitario, immenso, tabile: scalette metalliche con barriere

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INTRODUZIONE

Toni Farina
di protezione collegano le marmitte
poste su piani diversi.
Di grande interesse geologico è anche
la presenza dei valloni laterali pensili:
Bondolero, Buscagna, Codelago e
Agaro, una dimensione nascosta, ma
certo non segreta. Buscagna e
Codelago significano Devero, le sue
straordinarie praterie di alta quota.
Fra il Cervandone e l’Arbola, il Grande
Est e il Grande Ovest tratteggiano un
paesaggio che non è eccessivo definire
“tibetano”.
Come Veglia, Devero è sempre stato
un alpeggio, ma di più facile accessibi-
lità, con una permanenza umana più
stabile, testimoniata da un taglio an-
nuale del fieno. E, come Veglia,
Devero è un parco naturale, dove la tu-
tela della biodiversità e del paesaggio
coincide anche con la tutela delle tradi-
zionali attività agricole.
Valle Anzasca: la parete Est del Monte Rosa dal Passo del Monte Moro
Come lo sfalcio dei prati, gli splendidi
prati di Crampiolo, considerati tra i più
ricchi e rigogliosi delle Alpi. A metà del corridoio confluisce da me- Formazza, estremo nord ri variabili). Per il resto l’energia è utiliz-
ridione la Val Loana, il più agevole fra del Piemonte zata a scopo idroelettrico.
Valli ospitali gli accessi alla Val Grande. Laggiù è un Presso Foppiano il possente gradino E l’energia dei visitatori? È spesso utiliz-
e valli impossibili altro mondo. roccioso delle Casse segna un brusco zata per salire da Riale ai vasti pianori in
Alle prime appartiene la Val Vigezzo, Come un altro mondo è la Valle cambio di ambiente. Dalla media all’al- quota. Al Castel, dove, grazie alla natu-
la “valle dei pittori”. Nessuno, salendo Isorno. La "valle dell'impossibile", per ta montagna, dalla Valle Antigorio alla ra calcarea del terreno, il sentiero bota-
da Domodossola e percorrendo la sta- via dell'apparente inaccessibilità. Val Formazza, la Valle di Pomatt (in nico dei Laghi del Boden consente di
tale chiusa tra pareti a picco dove scor- Si apre (si fa per dire) nei pressi di idioma walser), la porzione più setten- apprezzare nelle brevi estati formazzi-
re impetuoso il Melezzo, immagine- Montecrestese, poco a monte di trionale della Valle del Toce, profonda- ne una flora estrema di elevato interes-
rebbe la pianura ariosa e così dolce- Domodossola, incuneandosi tra mente incuneata in territorio elvetico. se. Oppure al Passo del Gries e nella
mente modellata che si apre a oriente. Vigezzo e Antigorio, ma a differenza Vasti altipiani, in parte (buona parte) conca del Sabbione, a colmare lo sguar-
Una pianura già sede di un antico lago, della valle dei pittori, salendo non si in- occupati da grandi invasi artificiali che do di orizzonti e osservare i cambia-
prosciugato nel corso dei millenni e contra “un’infilata di paesi”, ma boschi fanno ormai parte del paesaggio. Laghi menti dell’ambiente. Non sono passati
ora occupata dall’infilata di paesi colle- infiniti e alpeggi abbandonati. Poco o di Morasco, Mores, Toggia e Vannino: molti anni da quando le colate glaciali
gati dalla Ferrovia Vigezzina. nulla considerata dai turisti, la Valle natura imbrigliata, come imbrigliata è la del Sabbione e del Griesgletscher rag-
In realtà, Vigezzo più che una valle è Isorno è l’unica non abitata dell’Ossola. Cascata del Toce, la plus belle et la plus giungevano le rive del Lago di Sabbione
un ampio corridoio di origine glaciale Tuttavia anche qui non mancano le puissante de toutes les Alpes. Una casca- e del Griessee, “dimenticando” blocchi
tra l'Ossola e il Canton Ticino, un alti- sorprese: in alto, nella laterale Valle del ta “a tempo”. Per osservare lo spettaco- di ghiaccio che come piccoli fiordi vaga-
piano a 800 metri di quota che degrada Rio Nocca si estendono i grandi pasco- lo offerto dai suoi 143 metri di schiume vano a pelo d’acqua tutta l’estate. Alpi di
bruscamente a ovest nella piana del li dell'Alpe Matogno e della Val ribollenti occorre viaggiare con l’orolo- ieri, e guardando certe immagini in
Toce, e a est scende ripido nella Cravariola, in passato teatro di sangui- gio in vista per non mancare i brevi in- bianco e nero di ghiacciai opulenti c’è
Centovalli elvetica. nose battaglie per il loro possesso. tervalli di apertura (solo d’estate e a ora- davvero di che riflettere.

10 11
INTRODUZIONE

A
sorprese riguardanti in particolare la Le temperature. Per un loro commen-
Pioggia, neve, ghiaccio neve. Ogni inverno se ne rilevano
quantità totali che vanno dai 30-40
to si può considerare una località di
mezza montagna come il già citato
centimetri di Domodossola ai 7 me- Lago Alpe Cavalli, a 1500 metri.
Daniele Cat Berro tri e mezzo del glaciale Lago Qui negli ultimi 80 anni la media annua
Sabbione, a 2450 metri, sbarramento è stata di 6 gradi, con medie mensili tra
Pioggia, neve... tà decrescono, in quanto all’interno più elevato del Piemonte settentrio- i -2 gradi di gennaio e i 15 di luglio, ed
Alle spalle del Lago Maggiore si con- della catena montuosa il vapore me- nale, dove può nevicare anche in estremi compresi tra i -22 del 7 gennaio
centrano le località più piovose del diterraneo fa più fatica ad addentrar- piena estate (10 cm il 18 luglio 2009) 1985 e i 30 dell’11 agosto 2003. Per tro-
Piemonte. È questa la caratteristica si. Circa 1400 mm annui cadono sia al e dove il suolo rimane bianco da fi- vare l’isoterma zero delle medie annue
climatica più peculiare di questo an- Lago di Alpe Cavalli, nel Parco ne settembre a fine giugno. Da que- occorre salire a 2300-2400 metri, dove
golo della regione. Quando i venti si dell’Alta Valle Antrona, sia sul fondo- ste parti si ricordano ancora gli ec- la vegetazione è ormai ridotta alle spe-
orientano da sud, le correnti trovano valle di Domodossola, dove dal 1876 cessi dell’inverno 1950-51, durante cie tipiche delle praterie d’alta quota e
in questi rilievi uno sbarramento na- agli anni ’90 del secolo scorso fu atti- il quale le Alpi dal Monte Rosa al della tundra alpina.
turale che costringe l’aria umida a sa- vo l’osservatorio del Collegio Tirolo furono subissate da neve e
lire e a raffreddarsi, intensificando la Rosmini. Più su ancora, a Formazza, valanghe che causarono oltre due- … e ghiaccio
condensazione e dunque la forma- ne cadono 1300 mm e al Lago del cento vittime. Ai 2246 metri del Lago Più in alto ancora, ecco apparire i
zione di nubi e precipitazioni. Ne so- Toggia, al confine con la Svizzera, d’Avino, sopra l’Alpe Veglia, la guar- ghiacciai. Salvo i complessi glaciali del
no conferma i versanti attorno al 1250 mm. dianìa della piccola diga era comin- Belvedere-Locce, alle falde nord-
Monte Zeda, nel Parco nazionale Val Tra Monte Rosa, Sempione e alta ciata da pochi mesi quando, il 31 orientali del Monte Rosa, e del
Grande, dove cadono oltre 2500 mm Formazza i dati meteorologici storici marzo 1951, si giunse a ben 11 metri Sabbione, sotto la Punta d’Arbola, pri-
di pioggia e neve fusa all’anno (è uno abbondano grazie alle stazioni di e 25 centimetri di spessore nevoso mo e secondo per estensione in
dei tre “poli” italiani di piovosità in- misura installate fin dagli Anni 1930- totale al suolo. Con molta probabili- Piemonte con circa 7 e 5 km2 di super-
sieme alle Alpi Giulie e alle Alpi 50 presso le dighe e centrali idroe- tà un record per le Alpi italiane, forse ficie, si tratta in genere di apparati mo-
Apuane). lettriche Enel. Un patrimonio di in- però dovuto almeno in parte a un ac- desti, talora vicini all’estinzione. Il
Risalendo il corso del Toce le quanti- formazioni che riserva curiosità e cumulo eolico. Belvedere si è fatto conoscere nel 2002
con il suo grande lago “Effimero”, sor-
Punta d’Arbola e Ghiacciaio dei Sabbioni
vegliato speciale per una possibile im-

Daniele Cat Berro


provvisa “rotta” glaciale, ma poi svuo-
tatosi lentamente senza danni per il
fondovalle di Macugnaga.
Il Ghiacciaio meridionale del Sabbione
è stato attrezzato a luglio 2011 con pa-
line ablatometriche per la valutazione
del bilancio di massa: i primi dati par-
ziali a fine estate 2011 hanno mostrato
perdite di spessore glaciale comprese
tra 2 e 2,5 metri in 48 giorni, quanto ba-
sta per una conferma della drastica ri-
duzione in corso.
Nevica meno, le estati sono più calde,
neve e ghiaccio fondono più in fretta:
oltre a termometri e pluviometri, sono
proprio loro, i ghiacciai, i testimoni
del clima che sta cambiando.
Non solo in Ossola!

12 13
I Parchi Ho scoperto l’Ossola grazie ai parchi.
All’inizio fu il Veglia. Con i sodali di esplo-
razioni montane si favoleggiava di un
luogo bellissimo, ma così lontano… La pri-
ma volta vi arrivai da Ciamporino percor-
rendo lo splendido sentiero balcone con vi-
sta sul Cairasca, ruggente nella gola, e sul
Monte Leone, “ruggente” di luce. Ricordo il
passaggio del cartello di legno indicante
l’Alpe: fu come varcare un limite fra due
mondi. Ricordo la discesa lenta, il giro dei
villaggi, il fatato Lago delle Streghe.
Fu poi la volta di Devero. Esplorazioni
fra Grande Est e Grande Ovest, estive e
invernali, perché, a differenza di Veglia,
ogni stagione è buona per Devero. Solo
più tardi è giunta la Val Grande, il suo
ambiente anarchico all’apparenza, dove
in realtà regole e leggi esistono eccome,
riscritte dalla Natura. Leggi che non co-
noscono frontiere, ed è per questo che da
Devero sono andato a nord, oltre confine
nella Binntal, parco svizzero dall’am-
biente aspro e gentile. Parco dei “tesori
nascosti” (i minerali), delle case di larice
brunito da secoli di sole vallesano, dei tu-

Toni Farina
lipani giunti chissà come dal
Mediterraneo .
Più recente la scoperta di Valle Antrona.
D'altronde recente è il suo parco, giunto tre
decenni dopo Veglia. Antrona: nome di suo-
no duro, granitico, come le fughe di roccia
che rivestono i pendii e come il ferro delle mi-
niere che furono. Ambiente per stambecchi
che sulle roccia si trovano a meraviglia, e
stupiscono per come ignorano la gravità
giocando sulle pareti verticali delle dighe.
Crocevia dei viaggi è Domodossola, luogo di
incontro di valli e di brezze. E a Domo, sa-
lendo o scendendo l’Ossola, l’occhio prima
o poi finisce sul Monte Mattarella. Lassù, da
tempi antichi si sovrappongono divinità, si
alternano devozioni. Diversi dei, un’unica,
infruttuosa ricerca: il senso dell’umana esi-
stenza. Più facile appare però la ricerca ele-
vandosi dall’umana assemblea. Su un
Ampi orizzonti nel Parco dell’Alpe Devero
monte appunto, un Sacro Monte.

14 15
Fabio Casale
I PARCHI

Parchi in rete
Una situazione difficile quindi. Ed è
per porvi rimedio che è stato predi-
sposto il Progetto PARCHI IN RETE.
L’obiettivo è di introdurre nell’Ossola
(il progetto riguarda in realtà l’intero
VCO) un modello di gestione del terri-
torio dimostratosi efficace per la con-
servazione della biodiversità: la Rete
Ecologica.
LIPU Onlus, i parchi e le riserve del
VCO, l’Ente provincia, con il sostegno di
Fondazione Cariplo si sono impegnati
nell’applicazione concreta di un princi-
pio fondamentale di conservazione am-
bientale: rendere nuovamente permea-
bile il territorio agli spostamenti delle
Scorcio sulla Valle Antrona da Punta Trivera
specie selvatiche. Il progetto, che ha vi-
sto il coinvolgimento di un numero con-

I
il riposo e il nutrimento, depistaggi sistente di comuni, ha messo in campo
La strada del pettirosso causati da illuminazioni artificiali ur-
bane sono solo alcune delle difficoltà
una strategia precisa basata su analisi
scientifica, verifica urbanistica, applica-
create dalla trasformazione dell’am- zioni concrete e comunicazione.
Marco Tessaro
biente. E se ciò è vero per gli uccelli si L’azione principale del progetto è
pensi a mammiferi e anfibi, che per stata la redazione della Carta di con-
muoversi devono contare “solo” sulle nessione ecologica del territorio qua-
Il pettirosso, alle nostre latitudini, è diventa un percorso a ostacoli, la vita zampe. le approfondimento della Rete ecolo-
un migratore a breve raggio. In au- per il pettirosso si fa dura: boschi so- Un cervo che volesse passare dalla gica provinciale. Questo studio è sta-
tunno scende dalla montagna alla stituiti da zone industriali, siepi e fila- Valle Antrona alla Val Grande do- to la base per una verifica degli stru-
pianura, in primavera ritorna sui ri decimati o circondati da strade, vrebbe attraversare l’abitato di menti di pianificazione del territorio.
monti. Lo fa per trovare condizioni aree agricole intensive dove i tradi- Villadossola, una strada provinciale, Tra le azioni, da rilevare l’integrazione
ideali per la nidificazione e il nutri- zionali ambienti seminaturali hanno la Statale 33 del Sempione, un’altra del Piano antincendio del Parco nazio-
mento, inseguendo le situazioni in lasciato il posto alla chimica e alla strada a elevata percorrenza, due fer- nale Val Grande, realizzata in modo da
cui gli insetti sono più abbondanti e il meccanizzazione. Aree inospitali in- rovie, un canale, il Toce (che tuttavia, coniugare le esigenze della tutela con-
clima meno aspro. somma, che in questi ultimi decenni laddove è privo di sponde artificiali, tro gli incendi con la conservazione
Si tratta di movimenti di pochi chi- si stanno espandendo e saldando tra non rappresenta un problema ma un della biodiversità.
lometri, ma essenziali quanto lo so- loro in strutture lineari ininterrotte. opportunità). Infine, scansato l’abita- Molto importante il piano di comunica-
no per noi gli spostamenti verso il E non si creda che to di Beura, troverebbe finalmente i zione che ha visto la realizzazione del
luogo di lavoro o dove fare la spesa. il pettirosso, boschi. Non si pensi poi di escludere documentario “Amare le acque e chia-
In fin dei conti, come insegnano ad pur dotato dalle necessità di spostamento le marle per nome” (regia di Marco
esempio i ritrovamenti archeologici di un bel paio di piante, solo perché vincolate dalle ra- Tessaro, produzione LIPU) e di una
dell’Alpe Veglia, anche per l’uomo ali, sia rispar- dici: seppur non come individui, ma Carta turistico/naturalistica delle aree
seguire stagionalmente la disponi- miato da questa per specie, anche le piante compio- protette.
bilità di prede tra pianura e monta- situazione: impatti no lenti percorsi guidati dall’esigenza
gna era questione di sopravvivenza. contro auto, scompar- di trovare l’ambiente più consono Info Progetto PARCHI IN RETE:
Se però il tragitto della migrazione sa di aree di sosta per per vivere e riprodursi. www.reteparchivco.it

16 17
I PARCHI

I
Se Vogogna è il fulcro amministrativo,
Parco nazionale Val Grande il “capoluogo” del parco è Cicogna.
Arroccato a 700 metri di quota, in po-
sizione strategica nel cuore dell’area
Toni Farina protetta, il borgo di Cicogna è fra l’al-
tro il capolinea della straordinaria mu-
lattiera per Pogallo. Realizzata a inizio
In Val Grande “si va dentro”. Nel pro- glio naturale nella cresta rocciosa so- ‘900 per consentire ai boscaioli un più
fondo delle valli, tra vegetazione pra Vogogna e Trontano. rapido accesso all’alta valle omonima,
trionfante e orizzonti che non si schiu- Si trova tra Verbano e Ossola il secon- l’opera desta ammirazione per la fattu-
dono. In Val Pogallo, in Val Portaiola, do parco nazionale del Piemonte. ra e l’arditezza del tracciato. Oggi i bo-
ma soprattutto nella Val Grande vera Quasi 15.000 sono gli ettari di am- scaioli non ci sono più, ma in loro ve-
e propria, non sono cieli e nuvole ad biente “prealpino” protetto, compresi ce la mulattiera è utilizzata dai molti
attirare lo sguardo, ma i loro riflessi per grandi linee fra il Lago Maggiore e camminatori che saggiano in questo
nell’acqua limpidissima dei torrenti. la Val Vigezzo, e le valli Cannobina e modo l’ambiente “Val Grande”.
E, oggi come un tempo, “per andare del Toce. In quest’ultima il parco si E che ambiente! Istituito nel 1992 in-
dentro” occorre varcare colli e colme. spinge a lambire il profondo fondo- torno alle riserve statali del Pedum e
Ingressi d’erba e di pietra come l’in- valle, interessando fra l’altro il nucleo del Monte Mottac, il parco racchiude
credibile Scala di Ragozzale, costruita storico dell’abitato di Vogogna, con il una natura selvaggia, o meglio, ritor-

Toni Farina
nel ’700 per consentire agli armenti il suo borgo medioevale che ospita la nata selvaggia, al punto da guada-
passaggio dell’omonima “porta”, inta- sede del parco. gnarsi l’etichetta di “area wilderness”.
Etichette a parte, il cuore del parco, ov-
Trasparenze

Toni Farina
vero la Val Grande vera e propria, è sel-
vaggia davvero. Ma anche il resto del
territorio protetto presenta ragguarde- mano in particolare i segni incisi sul
voli connotati di inaccessibilità. masso dell’Alpe Prà, risalenti ai pri-
Occorre avvicinarsi con rispetto a que- mordi dell’uomo montanaro.
ste montagne, dove non esiste il facile e Una scelta non casuale: dal poggio
anche le escursioni “classiche” non so- che ospita l’alpe (e il Rifugio
no mai banali. Il rischio non si chiama dell’Alpino) la vista sul Lago Maggiore
alta quota, ma ripidi versanti di erba oli- è davvero superba, e non diversa è
na in alto, e intricate boscaglie di faggio l’impressione concessa dalla sommità
e castagno in basso. È la verticalità la di- del Monte Faiè, sopra Mergozzo, dove
mensione dominante. Pochi e preziosi si sta sospesi, in bilico tra due mondi.
sono gli angoli concessi al piano, e su Da un lato, lo specchio del lago, gli
ognuno si trova una testimonianza fatta orizzonti elusivi, la pianura e il suo ali-
di pietre accatastate, di vegetazione che to umido che risale i pendii sospinto
sommerge e cancella terrazzi e sentieri, dalle brezze. Dall’altro, fitte boscaglie,
muri e case. Vi furono tempi tuttavia in crinali indistinti, quinte di montagne
cui questi monti erano densamente po- “anonime e misteriose”.
polati, tempi recenti e tempi antichi, co- Affascina o rigetta la Val Grande, non
me informano le litografie che si in- ci sono vie di mezzo. Ma chi ne è
contrano in varie località e che hanno conquistato non se ne allontana più,
motivato l’ente gestore a scegliere soggiogato dai boschi, dalle nebbie,
un’incisione rupestre (l’Uomo albero) dalle acque limpidissime, da un di-
Escursionisti a Pogallo
quale emblema del parco. Lo confer- verso camminare.

18 19
I PARCHI

Parco naturale Alpe Veglia

P
Toni Farina
e Alpe Devero
Toni Farina

Primo fu il Veglia. Correva l’anno 1978 e difesa, ha le caratteristiche giuste per


la politica dei parchi regionali piemon- costituire nell’immaginario il rifugio per
tesi muoveva i suoi primi passi parten- antonomasia.
do proprio da lì, dall’alto Piemonte, per Già sede di un lago, l’Alpe fu frequenta-
far sì che Veglia rimanesse “gemma ver- to fin dai primordi, come attestano gli
de” delle Lepontine anche negli anni a scavi archeologici che hanno portato
venire. Di lì a 12 anni è diventato parco alla luce importanti reperti risalenti a un
In cammino a Pianboglio, nel Grande Est dell’Alpe Devero
naturale anche Devero e, dal 1993, le arco di tempo compreso fra il Basso
due storiche aree d’alpeggio al confine Medioevo e l'Età del Ferro. Un Alpe fre-
con la Svizzera sono unite in una sola quentato, ma anche conteso: Veglia po- sottostante galleria del Sempione ha pra i salti di roccia che chiudono la valle,
area protetta, la più settentrionale del trebbe derivare dal latino vigilum, vigi- sventato il pericolo e la splendida con- stupisce il visitatore alla sua prima volta,
Piemonte. lare, vegliare appunto, per far fronte al- ca alpestre è scampata all’orgia idroelet- ma non lascia indifferente il frequentato-
Alpe Veglia: un luogo dove “fuggire”, la costante minaccia costituita dai pa- trica che ha mutato il paesaggio re abituale: uscire sulla piana di Devero è
ideale per iniziarvi una “nuova vita”. stori vallesani che ambivano sfruttarne dell’Ossola. sempre fonte di sollievo. Ansie e foschie
Così lo descrive Laura Conti nel suo l’ottimo pascolo. Infine è arrivato il tempo della tutela. sono alle spalle, il passo e l’animo si di-
Fuggire all’Alpe. Arduo contraddirla: la Un’altra minaccia, diversa e più seria, si Oltre che alla salvaguardia, l’istituzione stendono sulla strada fra i prati.
conca ai piedi del Monte Leone, così è delineata in periodi ben più recenti: del parco ha contribuito alla sua cono- A Devero natura e paesaggio sono ric-
pittoresca e alpestre ma, allo stesso un nuovo lago, grande, ma questa volta scenza e frequentazione, d’altronde gia chi e coinvolgenti. Estesi boschi di lari-
tempo, così appartata e “naturalmente” artificiale! Il rischio di infiltrazioni nella assidua fin dal secolo dei lumi. ce con sottobosco di mirtilli e rododen-
Circondata da una cerchia di alte mon- dri, regno del gallo forcello. Le torbiere,
tagne, la conca si presta assai bene a un testimonianza dell’abbondanza d’ac-
escursionismo vario, in grado di accon- que, habitat prezioso ben rappresenta-
tentare sia chi cerca la passeggiata tran- to un po’ ovunque. Il marchio paesag-
quilla sia i palati più esigenti. gistico di Devero sono però le estese
Per questi ultimi c’è la traversata a praterie di alta quota, vero paradiso per
Devero. Devero. A oriente c’è il Grande il pascolo, attività secolare tutt’oggi pra-
Est: Crampiolo e le sue case dai tetti di ticata con assiduità. E vero paradiso per
piode, un grande lago (Codelago) e gli escursionisti, che a Devero speri-
una sequenza interminabile di pascoli. mentano una dimensione inusuale sul-
Distese di erbe ricche e profumate e, in le montagne del Piemonte.
alto, remoto e riservato, l’Arbola. A oc- D’estate come d’inverno, quando la ne-
cidente c’è il Grande Ovest: boschi di ve, complici la luce e l’assenza di fo-
Toni Farina

larici secolari, un piccolo lago (Nero) e schie, infonde una netta sensazione di
una sequenza di pascoli di erbe più ma- lontananze. Come se la Scatta d’Orogna
gre. E in alto, impervio e impudente, e la Scatta Minoia fossero Colonne
l’Helsenhorn. d’Ercole. E fra Grande Est e Grande
Alpe Veglia, ascolo presso Cianciavero; in alto, il Monte Leone
In mezzo sta la piana. “Impensabile” so- Ovest si trovasse il “Grande Nord”.

20 21
I PARCHI

Parco naturale

Roberto Bianchetti
N
Alta Valle Antrona
Roberto Bianchetti e Toni Farina

“Non è un paese per farfalle”. È questa re sulla storica (e attuale) Strada


l’impressione che può suscitare la Valle Antronesca. Si avrebbe così modo di ve-
Antrona nel visitatore alla sua prima vol- rificare che la Valle Antrona è anche un
ta. Usi ad abbinare le farfalle alle distese “paese per l’uomo”. La parte a quota in-
di prati in fiore, le fughe di roccia e i ver- feriore dell’area protetta, dai 500 metri di
santi precipiti di quest’angolo di Viganella, si distingue per le vicende e
Pennine rimandano piuttosto ad altri e opere umane. Storia, architettura, eco-
Stambecchi al Bivacco Cingino
meno eterei abitanti. Aquile, stambec- nomia alpestre. Borghi ben conservati
chi, cervi... come Viganella appunto, pietra e legno ricchezza d’acqua per movimentare le Una tragedia. All’ignaro visitatore
La nomea di “valle del ferro” poi non che si armonizzano nelle forme. macchine. Poi in molti di questi luoghi è odierno il “pittoresco blu” fra le conife-
aiuta, ma è solo apparenza, perché la Esempio d’eccellenza è Casa Vanni, o sceso il silenzio… ma è il silenzio che ha re infonde però altre e più bucoliche
Valle Antrona “paese per farfalle” lo è "Ca dul Van", splendida dimora patrizia, favorito nei recenti anni ’70 la nascita di impressioni. La gran parte si ferma qui
eccome, tant’è che proprio un lepidotte- fra le più antiche dell’Ossola (ora intera- comunità particolari, che hanno fatto ri- … e non sa quel che si perde. Abetaie,
ro è stato scelto come simbolo del gio- mente ristrutturata) che nel 1744 diede i vivere seppur in modo diverso villaggi lariceti, torbiere, gli altopiani di
vane parco: Erebia christi, farfalla ende- natali allo scultore e indoratore Giovan come Bordo, oggi centro di spiritualità e Larticcio e Valaverta, Lareccio con le
mica come Plebejus trappi, specie rare Pietro Vanni. accoglienza di ispirazione buddista. sue baite: incontri inattesi in questo
che trovano proprio in questi luoghi Meno raffinate le attività richiamate dal- ambiente verticale. Più in alto ancora
l’ambiente di elezione. la Frazione Ruginenta, eloquente topo- L’alta valle sta la Diga del Cingino, con gli stam-
Un ambiente dove la fretta è cattiva con- nimo legato alla raccolta e lavorazione Dove la dimensione alpina si impone. becchi “climbers” sul muro. Dal
sigliera: sarebbe bene salirla con i propri del ferro che ancora a fine ’800 coinvol- E dove l’opera umana si evidenzia in Cingino una lunga galleria illuminata
mezzi la valle, fiato e gambe da utilizza- geva l’intera media valle, favorita dalla possenti opere. La fame di energia che conduce alla Diga di Camposecco, do-
ha trasformato il paesaggio ossolano ve ci si affaccia sulla Val Loranco con il
ha avuto in alta Valle Antrona riflessi suo orizzonte di alte cime: il Pizzo
Roberto Bianchetti

importanti, creando ambienti molto Andolla (3656 m,cima più elevata del
particolari. Non è tuttavia forzato dire parco) e l’elvetica Weissmies.
che oggi le dighe e i grandi laghi in La Svizzera è lì, oltre il crinale, vicina o
quota della Valle Antrona sono paesag- lontana dipende dall’abitudine al cam-
gio. Grandi laghi artificiali in un am- minar per monti. Le opportunità non
biente selvaggio di alta montagna. mancano: oltre alla Via Antronesca si
Ad Antronapiana la valle si divide tra Val può andare sul Tour dell'Andolla, con
Troncone e Val Loranco. La prima si in- sosta al rifugio omonimo, meta privile-
fila a sinistra verso il Lago di Antrona, giata per molti, attirati dalla bellezza
“nato” nel 1642. Un dato insolito per un del posto e dall’ospitalità. Si parte da
lago naturale: correva la notte del 27 lu- Cheggio, con esordio in riva del Lago
glio quando una fetta del Monte dei Cavalli, fiordo verde smeraldo tra le
Pozzuoli franò, ostruendo il corso del montagne.
torrente e seppellendo case e pascoli e Cheggio, villaggio alpino nel Parco
Lago di Antrona
causando la morte di 92 persone. dell’Alta Valle Antrona.

22 23
I PARCHI

Intorno all’anno 1000 viene costruito di Carità al Sacro Monte Calvario di


un battistero romanico del quale ri- Domodossola hanno segnato un pro-
mangono oggi soltanto frammenti. fondo rinnovamento spirituale.
Nel 1381 l’Ossola passa sotto il con- Nel 1991 sarà l'istituzione della riserva
trollo dei Visconti di Milano e il castel- a sancire un secolare rapporto fra pae-
lo ne segue le sorti, fino al 1416 quan- saggio, natura e devozione, ravvivato,
do gli svizzeri occupando la valle lo nel 2003, dall’inserimento dei Sacri
distruggono completamente. Monti piemontesi e lombardi sulla li-

Toni Farina
Seguono due secoli di abbandono, sta del Patrimonio mondiale
quindi, nel 1600, la Controriforma se- dell’Umanità.
gna l'inizio della storia odierna. Nel Nel 2007 la beatificazione di Antonio
1656, grazie alla predicazione di due Rosmini ha segnato un altro importan-
frati cappuccini del Convento di te riconoscimento, sottolineando il va-
Domodossola, il colle rinasce a nuova lore altamente spirituale del luogo.
vita: a una prima, semplice croce in ci-
ma al colle, seguono altre collocate Il Sacro Monte
lungo la strada nei punti scelti per la Di notevole valore naturalistico e sto-
costruzione delle cappelle. L'anno se- rico i Giardini dei Padri Rosminiani e
guente iniziano i lavori di costruzione il Santuario del SS. Crocefisso. I giar-

Sacro Monte Calvario del Santuario del SS. Crocifisso.


Al di là della fredda cronologia, il
dini ospitano esemplari secolari di
criptomeria, di libocedro nonché una

L
di Domodossola Sacro Monte è soprattutto storia di
partecipazione popolare: ognuno,
senza distinzione di classe e secondo
sequoia. Di rilievo storico il battistero
romanico e l'adiacente masso cop-
pellato. Il santuario ospita le stazioni
Toni Farina le proprie possibilità economiche, ha XII e XIII e XIV della Via Crucis e an-
contribuito alla realizzazio- novera opere di Dionigi Bussola, in-
ne offrendo denaro, doni signe plasticatore milanese.
La storia umana è storia di sovrappo- Sul Colle Mattarella in natura o giornate di la- Accanto ai resti del Castello di
sizioni. Le civiltà si succedono: alcune In posizione "dominante e panorami- voro gratuite. Una vasta Mattarella si trova l’Oratorio della
cancellando le precedenti, altre con- ca" sulla conca di Domodossola, sulle adesione pubblica, sul- Madonna delle Grazie, in origine una
servandone frammenti, altre ancora pendici del Moncucco a circa 400 me- la quale faranno perno semplice edicola affrescata (il dipinto
subentrando in modo soffice. tri di quota, si trova l'altura detta Colle nei secoli successivi i è tuttora conservato al suo interno).
E ogni civiltà scalza la precedente Mattarella, che ospita oggi il Sacro Padri Rosminiani.
partendo dai centri di governo e di Monte Calvario. La venuta di Antonio
culto. In particolare, i centri di devo- Un sito dotato di forza evocativa fin da Rosmini - abate rove-
zione sorgono in luoghi già preposti a tempi antichi, come testimoniano le retano e filosofo - nel
tale scopo. coppelle e gli affilatoi incisi su una 1828 e la fondazio-
Luoghi non casuali, ma scelti in base a roccia affiorante nei giardini dei Padri ne dell’Istituto
precise motivazioni, soprattutto lega- Rosminiani. Il nome deriva da un san-
te alla collocazione geografica. tuario pagano dedicato alle Matrone
È questo il caso dei sacri monti, com- su cui, in tempi successivi, è sorta una
plessi devozionali collocati su un’al- chiesa paleo-cristiana intitolata a
tura, in posizione dominante sul cir- Maria.
condario. Siti già sede di ritualità pri- In epoca longobarda il colle è occupa-
mordiali, delle quali è talvolta possi- to militarmente e vi si erige un castel-
bile rintracciare segni. lo, i cui resti sono tutt’ora visitabili.

24 25
Foto archivio Sacro Monte di Domodossola
Toni Farina
I PARCHI

nell'impressionante gola della Twingi,


sulle cui pareti fiorisce a giugno la rarissi-
ma violacciocca vallesana e nidifica la
rondine montana. Secondo elvetica abi-
tudine, la costruzione della galleria stra-
dale non ha cancellato lo spettacolare
tracciato storico, conservato a esclusivo
uso di ciclisti ed escursionisti.
Ancora più interessante è però andare
by fair means. La traversata da Devero è
classica. Consigliabile l’andata dal
Passo della Rossa (Geisspfadpass) e il
ritorno dal più comodo Passo
dell'Arbola.

A
Escursionisti al Mässersee (verso il Passo della Rossa)
Binn e Veglia-Devero,

Parco naturale della Binntal parchi gemellati


Una collaborazione ormai decennale
accomuna le due aree protette. Vari i
Toni Farina settori coinvolti: dalla ricerca e gestio-
ne naturalistica al turismo e agli aspetti
A nord di Devero. Svizzera quindi, ben conservate sono sia l’alta valle, ver- giolensis (da Grengiols, appunto). La storici.
Paese dove negli ultimi anni la politica so il Passo dell’Arbola (Albrunpass) e la fioritura nella seconda metà di maggio A Binn si insegna italiano, comune è la
dei parchi naturali ha avuto un notevo- punta omonima, (Hofenhorn, 3235 m, è un evento fuori dall’ordinario. formazione delle guide naturalistiche.
le impulso. Istituiti, o in fase di istituzio- la cima più alta) dove si aprono vasti Non ordinaria, e certo diversa dall’Italia, La cooperazione coinvolge anche le
ne, sono ben una ventina di parchi, na- pianori con zone palustri, sia le dirama- è in generale anche la concezione dei amministrazioni comunali: Binn è ge-
zionali e regionali. zioni laterali, verso il Passo della Rossa parchi svizzeri. Un parco naturale costi- mellato con Baceno.
Fra questi ultimi la Binntal, o Valle di e il Passo Cornera. Magnifica è la solita- tuisce a tutti gli affetti un “label”, un
Stadel a Ernen
Binn, dal comune omonimo. Laterale ria Saflischtal, che in estate si trasforma marchio di qualità territoriale, ottenuto
sinistra della Valle del Rodano, la valle è in un vero e proprio giardino. tra l’altro dopo un iter molto complesso

Toni Farina
situata lungo la storica Via dell’Arbola, Intatti sono anche i centri abitati. Sia i nel quale assume un ruolo basilare la
corridoio di transito tra l’Ossola e la nuclei capoluogo che le frazioni dei sei concertazione con gli abitanti. Nel con-
Valle del Rodano. La “valle dei tesori comuni interessati sono riconosciuti co- cedere il label il governo della
nascosti”, per via dell’incredibile ric- me “insediamenti svizzeri da protegge- Confederazione riconosce e attesta l’in-
chezza di minerali, nota in tutto il mon- re”. Binn con la sua collezione di mine- tegrità ambientale, ma il governo locale
do: si pensi che ben 16 minerali non so- rali e le frazioni Wilere e Fäld, Ernen deve dimostrare di essere in grado non
no presenti in nessun altro luogo della con la sua piazza, fra le più belle del solo di conservare l’ambiente, inteso
Terra. In questa zona sono stati scoper- Vallese, e le frazioni Ausserbinn, come paesaggio e biodiversità, ma di
ti minerali ad alto contenuto di arseni- Steinhaus e Mühlebach (dalle antiche migliorarlo, creando al contempo pro-
co, vere new entry per la scienza quali abitazioni lignee). E ancora: spettive di sviluppo compatibile.
imhofite e lengenbachite, da Niederwald, sul versante destro della
Lengenbach, cava non lontana da Fäld, Valle del Rodano, e Grengiols con la Arrivare a Binn
ultimo centro abitato della valle. frazione Hockmatta. Ed è nei campi di Un consiglio: dimenticare il mezzo pro-
Meno noti, anche se più evidenti, sono segale presso Grengiols che trova con- prio, in Svizzera è solo un intralcio. E sa-
gli “altri tesori”, a partire dall’ambiente dizioni ideali per vivere una esclusiva lire a Binn con il postale è a tutti gli effet-
sia pastorale che naturale. Splendide e specie floreale: il tulipano Tulipa gren- ti parte della visita. La strada è ricavata

26 27
I PARCHI

N
Le Oasi del WWF

Archivio Ticino Turismo


Fabio Casale

Nell’Ossola sono presenti due Oasi abete bianco, intercalati da fasce di la-
WWF: il Bosco Tenso, in comune di tifoglie in cui predomina il faggio.
Premosello, nella piana del Toce, e il Boschi abitati da varie specie di passe-
Pian dei Sali, nei comuni di Malesco e riformi come la cincia dal ciuffo, il pic-
Villette, in Val Vigezzo. chio muratore e il raro luì verde.
Val Vigezzo: treno “Vigezzina”, o “Centovallina”
L’Oasi Bosco Tenso è uno degli ultimi Nell’area è anche presente una picco-
lembi di bosco naturale lungo l’asta la torbiera, dove si segnalano interes-

Progetto Parco del Toce. Pur non essendo vasta (circa santi specie floristiche quale la rosoli-

I
18 ha), l’area è significativa in quanto da (Drosera rotundifolia). Si tratta di
rappresenta l’esempio meglio conser- un sito di particolare importanza per
nazionale del Locarnese vato di bosco planiziale nel territorio
ossolano. È caratterizzata dalla pre-
la riproduzione della rana temporaria:
per questo la strada che lo attraversa è
Paolo Beretta senza di frassini, tigli, aceri e olmi. Tra stata dotata di uno specifico sottopas-
le specie animali più significative si se- so per anfibi. La zona è stata sottopo-
gnalano il lodolaio, piccolo falco mi- sta a interventi di gestione naturalisti-
Il termine “progetto” indica che, a tut- La regione è ricoperta da fitte foreste e gratore dalle ali a falce color lavagna, ca quali l’ampliamento di pozze d’ac-
t’oggi (aprile 2012), il parco non ha attraversata da una vasta rete di sentie- e numerose specie di farfalle, quali la qua per ritardarne l’interramento e fa-
ancora ultimato l’iter istitutivo. L’area ri ben segnalati. Percorrendoli è possi- grande antiopa, dalle ali brune e vellu- cilitarne la colonizzazione da parte di
interessa in modo diretto zone antro- bile scoprire una natura ancora intatta, tate dotate di un bordo esterno color specie acquatiche.
pizzate, dove l’uomo vive e lavora. caratterizzata da una ricca biodiversi- crema. Sul vicino corso del fiume si Entrambe le oasi sono aperte al pubbli-
Secondo quanto sancito dalla legisla- tà. Una natura che convive con antichi può notare il corriere piccolo, trampo- co e fruibili in ogni stagione. Vi sono
zione svizzera, la popolazione resi- villaggi, maggenghi, rustici, cappelle, liere che nidifica sulle isole fluviali. sentieri, strutture di fruizione e zone di
dente ha un ruolo centrale: alla volon- terrazzamenti, testimonianze di una L’Oasi Pian dei Sali è un’area umida si- sosta. Bosco Tenso è attraversato da una
tà della popolazione è affidata l’istitu- cultura alpina un tempo rigogliosa. tuata su un altopiano nei pressi del- strada collegata a una rete di piccoli sen-
zione definitiva, al termine di un com- Il metodo migliore per visitare questi l’omonimo valico, tra la Val Vigezzo e tieri nel sottobosco e verso il fiume.
plesso iter democratico. luoghi si chiama “treno+pedule”. la Val Cannobina. È circondata da bo- Visite guidate e attività didattiche sono
Il progetto di parco nazionale è nato Il treno detto “Vigezzina” in Italia e schi di pino silvestre, abete rosso e a cura dei volontari dell’associazione.
per contrastare il declino economico e “Centovallina” in Svizzera, una ferro-
Bosco Tenso e Fiume Toce
demografico delle valli periferiche del via a scartamento ridotto che collega
Locarnese: Centovalli, Valle Onsernone Domodossola a Locarno. Le pedule
e Valle Rovana. da consumare ad esempio sulla Via
L’intenzione è di valorizzare un am- delle Vose, storica mulattiera che col-
biente dove la natura coabita con una lega Intragna a Loco, oppure lungo il

Toni Farina
secolare economia alpina. Il territorio Trekking dei Fiori: quattro giorni di
coinvolto nel progetto è vasto (22200 cammino per attraversare l’intero par-
ha) e ricco di contrasti: si passa dal cli- co, da Brissago a Bosco Gurin, villag-
ma subtropicale delle Isole di gio Walser in Valle Rovana a 1500 me-
Brissago, a 193 metri di quota, a quel- tri di quota. Un mirabile esempio di
lo alpino dei 2863 metri del Pizzo conservazione e di integrazione uo-
Biela, in fondo alla Valle Rovana. mo-ambiente.

28 29
Gli itinerari

Roberto Bianchetti
In cammino sopra Larticc, Parco Alta Valle Antrona

Leggere e poi andare. E camminare. Il Camminare da un parco all’altro, da Domodossola al Calvario e oltre, tra Formazza e i suoi ariosi orizzonti, la
metodo migliore è sempre questo: toc- una nazione all’altra, perché i confi- “torchi e mulini” di un tempo, tra bor- Val Grande è l’occasione per provare
care con mano, o meglio, con piede. ni e i crinali non sono ostacoli, ma in- ghi appesi al ripido fianco della valle. un “diverso camminare”. In autunno
Affidare a fiato e gambe il viaggio tra i centivi ad andare oltre, vedere e toc- E poi proseguire in alta Val fra i suoi boschi ritornati, o a inizio
monti ossolani: solo così l’esperienza è care quel che c’è al di là: dei passi del- Bognanco, sulle tracce più recenti del estate quando l’acqua limpida dei
davvero tale. Lassù, tra Pennine e la Rossa e dell’Arbola, di San Barone Stockalper. torrenti rinfresca solo a guardarla.
Lepontine, le opportunità non man- Giacomo e di Monscera, di Saas. Ogni Infine, dalla Val Divedro alla Val O nella “due giorni” da un capo all’al-
cano e sono in grado di soddisfare colle è una scoperta, un’occasione di Bedretto. Da SO a NE una settimana tro del parco, per toccarne il cuore
ogni esigenza in ogni stagione. conoscenza. di viaggio nella terra dei pascoli alti, pulsante e selvaggio. A differenza del
Camminare nei parchi, innanzitutto, Dalla Valle Antigorio alla Binntal e ri- dove economia fa rima con paesaggio cammino di “Alpeggi senza confini”
facilitati dalla rete di servizi e informa- torno, dall’Ossola alla Saastal sulla e natura. si va da NE e SO, ma non cambia so-
zioni. Consapevoli della necessità della Strada Antronesca, seguendo le trac- E dopo la dimensione tibetana degli lo il verso: cambia l’ambiente e gli al-
tutela, oggi più di ieri. ce antiche dei Leponzi. E ancora: da altopiani di Devero, dopo la Val peggi non ci sono più.

30 31
GLI ITINERARI

U
Alpeggi senza confini Ponte, Aione, Cianciavero. E, quan-
do il pomeriggio diventa sera, seder- Il Sentiero e il Museo
si in disparte per assistere alla quoti- dell’Alpeggio fanno
Un viaggio nella montagna dei pascoli diana rappresentazione: l’ombra parte dell’iniziativa
Toni Farina “minacciosa” del Leone che si allun- comunitaria Interreg III
ga sul prato e sulle case, la brezza vi- per lo sviluppo della montagna,
Un cammino attraverso una civiltà al- te alpina, una “pastorale” che si ripro- gorosa che scende dalla Bocchetta finalizzata alla valorizzazione
trove dissolta, ma che qui, nelle pone ogni anno. Per restituire, ogni d’Aurona. È lo spettacolo della mon- dell’ambiente, dei mestieri e dei
Lepontine, tra l’Ossola e il Goms, è anno, la montagna al lungo e neces- tagna, quel che ci vuole per prose- prodotti tipici caseari. Lo scopo
ancora vitale e contribuisce a mante- sario silenzio della neve. guire il viaggio con la giusta predi- primario è di avvicinare il turista-
nere quel paesaggio, aspro e acco- sposizione d’animo. camminatore al mondo dell’alpeggio
gliente allo stesso tempo, che attirò Cinque villaggi intorno alla piana Il giorno dopo è Devero la meta. anche attraverso l’organizzazione di
fin dal secolo dei lumi the tourists La piana di Veglia. Ma a Veglia occor- eventi in accordo con gli alpigiani
d’oltre Manica. re arrivare e, nel cuore dell’estate, il Fra Grande Est e Grande Ovest (es. feste della salita e della discesa
La civiltà dell’alpeggio, senza confini, Sentiero dei Fiori da Ciamporino co- Devero è la meta e per arrivarci oc- dall’alpeggio), visite guidate,
appunto. Così è sempre stato per gli stituisce un prologo perfetto. Un bal- corre valicare due colli. Partenza sen- degustazioni, iniziative volte alla
alpigiani e così è oggi per gli escur- cone con vista sulla gola del Cairasca za strappi in compagnia del brioso conoscenza dei momenti di vita e
sionisti, invitati ad andare di valle in e sul Monte Leone che rivolge ai cam- Rio della Frua. Meno di duecento me- lavoro.
valle, di Paese in Paese, a conoscere minatori il suo volto meno domesti- tri e l’uscita nella radura del Pian dul Partner: Società ticinese di
un mondo che esiste ancora. co. Il volto severo delle Lepontine, in Scricc ("Piano dello Scritto", riferito a Economia alpestre S.T.E.A. (ente
“Alpeggi senza confini” è un viaggio contrasto con la pacatezza dell’alpe e uno dei tanti accordi scritti tra i mon- capofila), Regione Tre Valli,
da farsi nel cuore dell’estate, quando i suoi villaggi disposti a corona. tanari di Veglia e del Sempione) è lo Leventina Turismo, Regione
il verde intenso dell’erba e il blu del È bene avviarsi al mattino di buo- spunto per una prima sosta all’omo- Piemonte – Direzione Economia
cielo sono le tonalità predominanti, e n’ora, in modo da avere il tempo, una nimo alpeggio: a Pian Sass Mor l’im- Montana e Foreste, Parco naturale
sull’usuale tappeto sonoro di brezze volta scesi a Veglia, di impiegare il pegno cambia e si sale avvolti da on- Alpe Veglia Devero, Università degli
e acque si inseriscono muggiti, belati pomeriggio per un anello da un vil- tani il ripido pendio che chiude a Studi di Torino – Facoltà di Agrari.
e campanacci. È la partitura dell’esta- laggio all’altro: La Balma, Cornù, oriente la conca. Trecento metri di
Ely Riva

In cammino in Val Bedretto

32 33
Toni Farina
GLI ITINERARI

ascesa sono il pegno per accedere al Grande Est: Tibet o Lepontine?


Passo di Valtendra, aperto sulla Val La domanda è spontanea. Il viaggio
Bondolero. Un traverso su pendii er- negli spazi del Grande Est di Devero
bosi alquanto ripidi è invece il pegno consente di saggiare una dimensione
per accedere alla Scatta d’Orogna do- inusuale per la montagna piemonte-
ve la vastità si impone e l’occhio viag- se, dimensione che si apprezza ap-
gia libero sui crinali fra il Cervandone pieno scegliendo in alternativa alla
e l’Arbola, plana sui pascoli e sui lari- via lungo Codelago la via alta dei pia-
ceti, e a oriente la Scatta Minoia è una ni del Sangiatto: sette chilometri di al-
promessa di lontananze, di passi topiani a oltre duemila metri di quo-
sciolti. ta, tra alpeggi, pascoli e torbiere.
Si scende la Val Buscagna, il Grande Il prologo è però una salita nel bosco.
Ovest, fino all’alpe omonimo, dove si Da Crampiolo si sale dritti nel lariceto
consiglia di lasciare la via diretta e incontrando dopo un quindicina di
traversare al vicino Lago Nero. minuti una splendida torbiera, pre-
Si scende così agevolmente alla pia- zioso esempio di varietà ambientale.
na attraverso le belle radure dell’Alpe Il Lago inferiore del Sangiatto acco-
Misanco, arrivando a Devero con una glie i camminatori all’uscita dal bosco
Transito all’Alpe del Sangiatto, nel Parco dell’Alpe Devero
riserva di energia bastante a visitare e li accompagna all’alpeggio omoni-
con calma il Museo dell’Alpeggio. mo, produttore del Bettelmatt.
E Crampiolo? Salirci il giorno stesso Con l’Arbola di fronte raggiunge l’ap- dove il sentiero si fa mulattiera ed esi- insieme, diretti all’Alpe del Vannino e
oppure fermarsi a Devero e lasciare partato piano di Corte Cobernas, già bisce scalinate e muri di pietra. al vicino Rifugio Margaroli. Il giorno
la mezzora di cammino per il giorno sede di un lago. Aggirato un dosso si L’Alpe della Satta segna il ritorno sui dopo è una salita già fatta con lo
dopo? A ognuno la scelta che più ag- scende poi al ponte sul Rio della pascoli e non si può non notare il sguardo. L’approdo sul passo schiu-
grada, che si arrivi dal Vallaro o lun- Valle proveniente dall’omonimo val- contrasto con il lato opposto della de la prospettiva sull’Alta Formazza,
go il Rio Devero Crampiolo è sempre lone. Segue un tratto in diagonale conca, dove il regno minerale preva- estremo nord del Piemonte. In lunga
un incanto. ascendente, variante paesaggistica le alla grande. discesa si arriva al Lago di Morasco e
Alpe Forno, remoto limite dei pasco- alla piana di Riale, dove si ritrova il
li. Si torna sul sentiero principale e in traffico motorizzato, dimenticato a
Ely Riva

ambiente più rude si sale alla Scatta San Domenico di Varzo quattro gior-
Minoia. Devero è un fresco ricordo di ni e quattro colli addietro.
morbidi tappeti e comodi passi, ma A Riale si impongono scelte.
l’occhio anticipa il piede ed è già ol- Il non lungo cammino dal Margaroli
tre, al Passo di Nefelgiù. Un’altra ha lasciato energie che si possono
giornata, un’altra promessa. impegnare per una breve salita po-
meridiana all’Alpe Bettelmatt, gem-
Formazza, più in su di così il ma verde sulla storica via del Passo
Piemonte non va del Gries. In alternativa si può ab-
Il Passo di Nefelgiù è un arco geome- breviare il cammino del giorno a ve-
trico perfetto. Scendendo dalla Scatta nire salendo subito in Val Toggia.
Minoia lo sguardo vi si sofferma a Dove non manca lo spazio, e i gran-
lungo, ne esplora la salita, si riposa di invasi (Toggia e Kastel) convivo-
nel Lago del Vannino. La gamba in- no con i pascoli delle alpi Regina e
vece si riposa all’Alpe Curzalma con i Kastel. E dove, visibile all’ultimo
suoi ruscelli che serpeggiano sul pia- momento, si trova il Rifugio Maria
Pascoli fioriti in Val Bedretto
no e scendono al lago, e i viaggiatori Luisa.

34 35
GLI ITINERARI

Si va in Canton Ticino mosci e gli stambecchi, le brezze e le Alpeggi senza Confini l’ultima tappa (Formazza-Airolo)
Si valica il Passo di San Giacomo, idee, perché dovrebbero porsi limiti in pillole pernottando ad All’Acqua.
passaggio oltre modo agevole fra la gli uomini? Da S-O a N-E, dalla Val Divedro alla Due impianti di risalita (seggiovia da
Val Formazza e la Val Bedretto. Non La risposta è nel vento. Che spesso Val Bedretto, dall’Alpe Veglia al San Domenico a Ciamporino e funivia
troppo agevole risulta al contrario quassù soffia energico e sollecita al Caseificio del Gottardo, “Alpeggi senza da Pesciüm ad Airolo) consentono di
l’intera giornata: per arrivare ad cammino i viaggiatori diretti al vicino confini” è una traversata alla portata di abbreviare la prima e l’ultima trappa.
Airolo, capolinea del viaggio, oc- oratorio di San Nicolao. La strada è ogni camminatore con medio Con l’eccezione del traverso tra il
corrono infatti almeno otto ore di diventata un bel sentiero che divalla allenamento. L’itinerario si sviluppa tra Passo di Valtendra e la Scatta d’Orogna
cammino. È tuttavia possibile divi- dolcemente verso l’Alpe Val d’Olgia, 1600 e 2600 metri di quota valicando 5 (tappa Veglia-Devero), dove la
dere la tappa con un pernottamento primo fra gli alpeggi ticinesi. Al suc- colli e toccando i 19 alpeggi coinvolti ripidezza del pendio esige attenzione,
ad All’Acqua e risalire al sentiero il cessivo Alpe Stabbiascio è possibile nel progetto e due strutture museali l’intera traversata non offre difficoltà di
giorno dopo. Si allunga il cammino scendere per vitto e alloggio ai 1600 (Devero e Airolo). sorta. Non c’è che da camminare.
totale di un’ora e mezza, ma ne vale metri di All’Acqua, ultimo paese del- Si possono considerare 4 tappe E, giunti su un colle, la vista a N-E sul
la pena. la valle, sulla strada per il Passo della principali, alle quali aggiungere la salita a colle successivo è il miglior stimolo a
Dal Maria Luisa si può andare sulla Novena. Veglia e il ritorno a Domodossola. proseguire il viaggio.
comoda, ma monotona, rotabile che Il giorno appresso un’ora di salita ri- Si sale a Veglia da San Domenico di
taglia in lieve ascesa sulla destra del- porta sul sentiero, ora demarcato Varzo, raggiungibile da Domo con Le tappe
la conca, alta sul bacino del Toggia. “Strada degli Alpi”. Valleggia, servizio bus. Si può scegliere la via (tempi e dislivelli variabili in
Oppure, si può optare per un per- Stabiello Grande, Cristallina, Piano “normale” lungo la trattorabile del funzione delle soluzioni adottate)
corso più lungo, ma più interessan- di Pescia, Ruinò e Cascina Nuova: Groppallo (1,5-2 h), oppure il 1 Alpe Veglia – Passo di Valtendra
te, sul lato opposto, toccando i Laghi ben otto alpeggi sono toccati dalla panoramico sentiero balcone da (2431 m) – Scatta d’Orogna (2461 m) -
del Boden. traversata in territorio elvetico, tangi- Ciamporino (2 h con seggiovia, Alpe Devero: 6 h; dislivello 800 m
San Giacomo: su questo colle che bile testimonianza di un’economia altrimenti 4 h). Il ritorno a 2 Alpe Devero –Scatta Minoia (2.599 m)
non pare neppure un colle tanto lie- pastorale florida e ben strutturata. Domodossola può costituire una - Vannino: 6,5 h; dislivello 8-900 m.
vi sono i declivi, è spontaneo ragio- Floridi sono anche i pascoli della val- stuzzichevole integrazione “turistica”: 3 Vannino – Passo di Nefelgiù (2583 m)
nare sul senso dei confini. O sul loro le, le cui fragranze si ritrovano nei ri- Airolo-Locarno in bus, Locarno-Domo - Formazza 5 h; dislivello 500 m;
“non senso”. Se non hanno confini nomati formaggi come il Formazzora con la Linea Vigezzina, oppure 900 m con salita da Riale al Rifugio
gli alpeggi, il latte e i formaggi, i ca- o il Cristallina. Locarno-Stresa con battello sul Lago Maria Luisa.
Giunti a Pesciüm si scende ad Airolo, Maggiore e Stresa-Domo in treno. 4 Formazza – Passo di San Giacomo
sul fondovalle. Dopo giorni di cam- Vista la lunghezza, può essere (2308 m) – Bedretto 8-10 h divisibili in
Info mino è lecito concedersi una como- opportuno suddividere in due giornate due tappe; dislivello 4-700 m circa.
Ufficio turistico Valle Antigorio, da funivia che consente tra l’altro di
Sul Pian dul Scricc, salendo al Passo di Valtendra dall’Alpe Veglia
Divedro e Formazza: Crodo (I) risparmiare energie per visitare il
tel. 0324 618831 Museo dell’Alpeggio.
Comunità Montana Antigorio, Situato all’interno del Caseificio di-
Divedro Formazza: Crodo (I) mostrativo del Gottardo, alla stazio-
tel. 0324 618431 ne di arrivo della funivia, il museo
Ente Aree protette dell’Ossola: costituisce un degno epilogo del
Varzo (I) tel. 0324 72572 viaggio.
Caseificio dimostrativo del San Approfittando degli efficienti tra-
Gottardo: Airolo (CH) sporti il giorno appresso si può scen-
tel. +41(0) 918691180 dere a Locarno: dalla Val Bedretto si
Leventina Turismo: Airolo (CH) passa alla Val Leventina e al Lago
tel. +41(0) 918691533; Maggiore.

Toni Farina
info@leventinaturismo.ch Si viaggia in compagnia del Ticino:
Trasporti: www.vcoinbus.it anche i fiumi non conoscono confini.

36 37
GLI ITINERARI

La traversata
della Val Grande

C
Un diverso camminare
Toni Farina

Cosa rimane dopo due giorni di cam- oltre, di gettare lo sguardo al di là di un


mino in Val Grande? Lasciati decantare colle, la Val Grande un po’ sconcerta.

Toni Farina
i passi, sedimentare le sensazioni, la ri- E costringe gli smaniosi di mete, finali
sposta può essere: i riflessi. Foglie, o intermedie, a provare l’esperienza di
tronchi, nuvole, compagni di viag- un diverso camminare. Arrivo a In La Piana

gio… ogni pozza è occasione di river-


bero. Un’opportunità di “riflessione”, Da un treno a un trenino
anche perché due giorni di cammino, L’esordio non è su sentiero o mulattie- A Domo si cambia, direzione (da nord e dotati di pannelli esplicativi. La sa-
metà dei quali immersi in fitti boschi, ra, ma sul ferro di due binari. Il treno fa a est) e mezzo: da un treno a un treni- lita si fa più ripida, strette giravolte tra
obbligano a guardarsi vicino, molto vi- parte dell’avventura ed è una parte no. Si va in Val Vigezzo e si va sulla ruscelli e macchie di ontano conduco-
cino. A guardarsi anche un po’ dentro. non solo accessoria, utile per spostarsi Vigezzina, nome che già pronunciarlo no all’Alpe Cortenuovo, dove si rifiata:
È una dimensione capovolta quella ma anche per dilatare il tempo del- è bello. Sa di montagna, di piccoli pae- gran parte del dislivello è alle spalle, il
della Val Grande. Abituati alla consue- l’esperienza. si, di cioccolato. Si sale tra boschi e vi- pendio si smorza, la fatica si attenua,
ta dimensione alpina, dove si va con lo Premosello, stazione di Premosello, bi- gneti con la conca di Domo che sgrana Scaredi è vicino.
sguardo verso l’alto, ansiosi di vedere glietto per Domodossola di sola andata. le sue valli. La colonna sonora è un ci- Scaredi (1840 m), porta nord della Val
golio metallico, tranquillo e confortan- Grande, comodo ingresso alle valli
Riflessi sul Torrente Valgabbio
te. Si sale a tornanti, ma a Druogno ini- profonde del parco. Si fa il pieno di cie-
zia la piana e il trenino “fila” verso lo e di orizzonti, si osserva con distacco
Santa Maria Maggiore. il Monte Rosa a occidente, un'altra
Malesco, stazione di Malesco, si scen- montagna, un altro mondo…
de. E si sale sul Prontobus, dal ferro al- Il mondo “Val Grande” sta in basso, tra
la gomma. Si va tra fitti boschi, si va in quinte di vegetazione trionfante.
Val Loana. Niente fretta però, prima di scendere è
bene camminare sul crinale verso il vi-
A Scaredi, alla Cappella di Terza cino colle gemello dov’è adagiata la
Val Loana: è morbido anche il nome. piccola Cappella di Terza. Oltre al pia-
E così è un piacere passare dalla cere di prolungare l’attesa, si avrà mo-
gomma delle ruote alla gomma delle do di scendere su più agevole sentiero.
pedule. Zaino in spalla si attraversa
il torrente mentre lo sguardo e il pas- Si va dentro
so si allungano sulla spianata di Accoglie i camminatori la Val Portaiola.
Fondighebi, ideale per scaldare con Ritrovata la via diretta si cala rapidi al
gentilezza gli arti inferiori. E non di- ripiano di La Balma, primo incontro
versa è la prima ascesa che offre pre- con i molti alpeggi che furono, col
Toni Farina

sto un’occasione di sosta: le fornaci, tempo andato. Ricordato ai cammina-


antichi forni per la calce, ristrutturati tori d’oggi da mucchi di sassi sparsi tra

38 39
GLI ITINERARI

ortiche e rovi. I camosci però ci sono ta nella conca di Campo e guida l’occhio sata, fervente attività dei boscaioli. In alto sta la colma
ancora e sono usi frequentare questo in alto sul Pedum, emblema verticale E occorre gamba buona di boscaiolo E per raggiungerla sono 400 metri sen-
anfiteatro di rododendri ed erbe sel- del parco. Ora però si cammina in oriz- per arrampicarsi sul lato opposto za tregua. Avvolti dagli ontani si salgo-
vagge. zontale, un lungo traverso in una lita- della valle. Se il rio consente il guado no gli erti pendii a destra della gola che
Fa la sua comparsa il bosco, ancora ra- nia di tronchi. Poi si scende decisi, in si può approfittare di una traccia che scende dal colle. A intervalli si guarda
do, l’ombra cede ancora alla luce. Ed è una litania di tornanti. riporta sulla giusta via, poi si sale, ec- in alto, si scandaglia il cielo in cerca di
la luce che gioca con le pozze di un come si sale! Con andatura lenta si appigli. L’apparizione del bivacco del
piccolo rio: impossibile non seguirne i Ma dov’è In La Piana? inanellano strette giravolte su una parco è il segno: la Colma è lì, e la Val
richiami, le malie liquide e luccicanti. Si scende decisi, ma non si arriva mai. china boscosa, tra l’intenso verde di Grande è un ricordo.
E ripartire freschi d’acqua e di luce ri- Tocca alla musica dell’acqua annun- sparuti abeti bianchi. Alla Colletta il O meglio, un racconto, da rileggere se-
flessa verso il vicino Alpe Boschelli, ciare il fondovalle e guidare i viaggia- passo si distende su un bel crinale duti accanto al bivacco sul colle:
alpe sopravvissuto a molti inverni, tori al Rio Fiorina. Un aereo ponte so- dove, nel rado bosco, si scorge la sta- Scaredi in lontananza, il Pedum agget-
ma non al nevosissimo inverno del speso precede i pochi metri di salita zione intermedia della citata teleferi- tante, i boschi cupi, il profondo. Poi si
1986, quando neppure il bosco seco- necessari a raggiungere la radura do- ca. Cambiano valle e passo. volge lo sguardo a occidente per osser-
lare è riuscito ad arginare un’immane ve si passerà la notte. In La Piana, fi- Dalla Val Gabbio alla Val Serena, vare - con distacco - il Monte Rosa…
valanga. nalmente, crocevia della Val Grande, dalla salita a una rilassante, breve di- La discesa? Un’altra storia, lunga e ripi-
In bosco, dunque. All’inizio misto, con punto d’incontro d’acque, di valli, di scesa sul lato a solatio della valle. da come le chine che scendono sul
maggiociondoli e betulle, poi è un trion- viaggiatori. Che alle sera, sul prato, Al bosco subentra un ambiente più Toce.
fo di faggi. Si va tra fronde e fronde, con accanto ai casolari, cercano le stelle in aperto e, tra rododendri e mirtilli, si È l’Ossola, non c’è rimedio. Alpe La
una fugace interruzione sul poggio che lingue diverse. Gute nacht! raggiunge l’Alpe Serena, l’ultimo ca- Motta, Alpe La Piana, la strada, Colloro,
ospita i resti dell’Alpe Portaiola, bastante E il sole, quando arriva? Dipende dal- ricato in Val Grande. Premosello. Ma dov’è Premosello?
a consentire uno la stagione, quaggiù capitano viaggia-
sguardo sulla ca- tori anche nel cuore dell’inverno
scata che precipi- quando il sole è una benedizione che,
quaggiù, non arriva. Al contrario, La traversata in pillole di quota (dove, per evitare la lunga
d’estate sono l’ombra e le chiare e fre- Est - Ovest: la traversata classica della Val discesa a fondovalle, può essere comodo
sche acque a infondere sollievo. Grande. Dopo la prima occhiata sui lasciare un mezzo).
Le acque della cascata del Rio Fiorina monti del parco dal Monte Faié, e presa In sintonia con l’accogliente Val Vigezzo, la
che si raggiunge in pochi minuti nel confidenza con il suo ambiente con Val Loana consente invece un approccio
bosco. Un omaggio doveroso, poi si l’anello Cicogna – Pogallo - Alpe Prà, si assai più morbido.
entra in Val Gabbio. Si contorna in può osare. Si può andare “dentro”.
Gheppio su segnavia lunga diagonale il piede del Mottàc, Osare sì, ma senza eccessi. La traversata Le tappe
poi si scende, all’inizio dolcemente e Vigezzo – Ossola si svolge su sentieri 1 Premosello – Domodossola – Malesco
poi più ripidi verso il torrente in un collaudati e non offre difficoltà particolari, – Fondighebi in Val Loana.
ambiente che dispensa emozioni. a patto di possedere un buon Mezzi pubblici: treno fino a Malesco
Il ponte e la pozza limpida aggiungo- allenamento e abitudine ad andare in (Vigezzina) e Prontobus in Val Loana.
no pathos, arduo non sostare… e “ri- autonomia, con zaino completo 2 Fondighebi – Scaredi – In La piana: 4,5 h:
flettere”. (i bivacchi offrono solo tetto e tavolato). dislivello: 600 m in salita, 800 m in discesa.
La via “principale” prosegue di là dal Ovviamente si può andare in rotta 3 In La Piana – Colma di Premosello -
rio, ma è bene non farsi prendere dal- inversa, ma dal lato ossolano il parco svela Alpe La Piana - Colloro: 7 h (se non si è
la smania e proseguire sul fondoval- le sue credenziali in modo assai più lasciata un auto a Colloro, servono circa
le verso il vicino Alpe Val Gabbio, repentino, e la salita alla Colma di altre 2 h per riconquistare il fondovalle);
dove si trovano un appartato po- Premosello potrebbe rivelarsi troppo dislivello in salita: 750 m, in discesa: 800 m
sto tappa e la stazione di parten- severa, anche perché l’accesso ai mezzi fino all’Alpe La Piana, 1100 m fino al
za della teleferica che portava il le- propri termina poco a monte di Colloro, bacino di Colloro, 1500 m fino a
Raffaele Marini

gname a Premosello, segno della pas- frazione di Premosello, a circa 600 metri Premosello.

40 41
GLI ITINERARI

All’Alpe Devero l’alpe. L’appuntamento con le diste-

S
La Via dell’Arbola Il cielo della Valle di Devero: è un
sollievo trovarlo all’uscita dall’orri-
se d’erba però è rimandato: al matti-
no si sale al Passo della Rossa, a co-
Dall’Ossola al Goms e ritorno do. Dalla zona del campo sportivo
si lascia il paese tra prati ben curati.
noscere l’anima minerale di Devero.
Il regno del serpentino, rocce verdi
Alessandro Pirocchi e Toni Farina Su mulattiera lastricata si sale a di nome, ma rosse di colore grazie
Graglia, continuando poi tra zone all’ossido di ferro. Il sentiero si ar-
Si va sulle tracce di lunghe carovane Il “giardino glaciale dell’Ossola” terrazzate, dove sono evidenti i se- rampica a nord verso i Piani della
di mercanti, pellegrini in cammino Non è un ossimoro, ma una imperdi- gni dell’abbandono del bosco. Rossa, dove la salita concede un tre-
devozionale, soldati e contrabbandie- bile premessa all’itinerario. Uriezzo, i Superata una radura con una cap- gua, importante per affondare il
ri. Si va tra pascoli e rocce, prati e mi- suoi “magnifici Orridi”, profonde in- pelletta votiva si attraversa il Rio tratto più tosto: una bastionata di-
nerali: due ambienti complementari, cisioni nella roccia ossolana, dove Ghendola e si prosegue per fende l’accesso al passo, ma una
entrambi ben rappresentati. I prati da l’azione di modellamento degli anti- l’Oratorio di San Marco. La mulattie- scala metallica permette di superare
sfalcio di Crampiolo, in Devero, i più chi torrenti ha lasciato segni grandio- ra si fa opera d’arte, con gradini ri- l’ostacolo verticale e distendere il
elevati della regione. I minerali della si come di rado è dato trovare nella cavati nella roccia. cammino su una sequenza di rocce
Binntal: una delle zone “mineralogi- cerchia alpina. Costeggiando la forra del Torrente montonate.
che” più interessanti delle Alpi. L’area Altrettanto imperdibile è la romanica Devero si raggiunge il ponte in pie- È la premessa al Passo della Rossa,
del Monte Cervandone, dove stati Chiesa di San Gaudenzio di Baceno, tra di Osso, invito a breve variante Geisspfad per gli svizzeri. Ed è in
scoperti minerali unici, ad alto conte- fra le più belle delle Alpi: è di lì che per visitare il vicino abitato di Svizzera che si scende. La Binntal è
nuto di arsenico, alcuni dei quali nuo- parte il sentiero per l’Orrido Sud, at- Croveo, con il monumento a Don la meta, Binntal parco naturale, scri-
vi per la scienza. Le torbiere dell’alta trezzato con scale di ferro per rendere Ruscetta, il prete viperaio. gno di tesori minerali. Ma il primo
Binntal, i villaggi, antichi e moderni sicura la visita. Un profondo crepaccio La bella cascata accanto al ponte tesoro è la vista: superba sulle mon-
allo stesso tempo. Quattro giorni è la che suscita profonde impressioni: in consente di ripartire rinfrancati per tagne dell’Oberland e pittoresca sul-
proposta-base. Dilatabili a piacere: gli taluni punti le pareti si avvicinano tan- Osso (fraz. di Baceno) e di superare la distesa di placido blu del
spunti davvero non mancano. to da non permettere la vista del cielo. i 2 chilometri e mezzo di strada car- Geisspfadsee. Il sentiero ne costeg-
rozzabile per Goglio. Strada che sol- gia la riva, quindi su ripida pietraia
tanto fino a pochi anni fa terminava scende alla piana di Manibode con
Toni Farina
qui, e per salire a Devero la mulat- la splendida torbiera. Dalla piana si
tiera non era una scelta ma una ne- può calare diretti a Binn, oppure
cessità. La mulattiera però esiste an- più a monte, a Fäld, sul percorso mi-
cora ed è un modo bello e coerente neralogico che tocca la cava di
di guadagnare l’Alpe. Non prima Lengenbach, forziere di minerali
però di una puntata in Goglio, al- unici (da Fäld al capoluogo 2,5 km,
l’oratorio che conserva gli affreschi evitabili con bus navetta). In en-
di Angelo Bersani, artista legato a trambi i casi fa da cornice il fitto bo-
Devero tanto da guadagnarsi la fa- sco sul versante nord della valle.
ma di “Angelo del Devero”.
La mulattiera esiste ancora e inerpi- La Via dell’Arbola
candosi su un costone roccioso, al- La prima parte è pastorale. Tra prati
l’apparenza insuperabile, esce sulla e villaggi in puro stile svizzero una
piana. pista agricola risale la destra orogra-
fica della valle fino a Brunnebiel, lo-
Rocce verdi, rocce rosse calità raggiungibile anche con
La piana di Devero. Arduo intuire l’Alpin bus. Si apre l’alta valle con
dal profondo della valle il mondo l’imponente Punta d’Arbola: un ulti-
In discesa dalla Bocchetta d’Arbola a Devero; in basso i laghi di Pianboglio e Codelago
quassù, il fascino senza tempo del- mo tratto di carrareccia accanto al

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GLI ITINERARI

Torrente Binna, poi la mulattiera si scendere nel Grande Est di Devero. La Via dell’Arbola in pillole
distende in ambienti di grande pre- I resti della mulattiera medioevale Una via già utilizzata in epoca romana, poi Le tappe
gio: le torbiere di Blatt e di Oxefeld, conducono nel primo tratto italico, un iportante collegamento tra il Ducato di 1 Baceno - Orridi di Uriezzo - Goglio -
vera gioia per il naturalista. E, rag- poi è una lunga planata su Milano e la Svizzera, attraverso le Alpe Devero (1640 m): 4 h; dislivello:
giunta l’ormai vicina Binntalhütte, Pianboglio. Un momento di disten- montagne di Baceno e della Binntal: 990 m.
una vera gioia per tutti è la vista a sione deliziata dal piccolo lago pre- questa la Via dell’Arbola, dal nome del 2 Alpe Devero - Passo della Rossa
occidente, sul sole che se ne va al di cede la discesa nel Canaleccio, gra- passo a 2400 metri ai piedi dell’omonima (2474 m) - Binn (1400 m): 6,5 h;
là delle cime dell’Oberland. ziosa vallecola che accompagna con montagna. Un percorso che unito al dislivello: 850 m in salita, 1100 m in
I monti vallesani sono i primi ad ac- gentilezza sulla riva di Cogelago. Un Passo della Rossa origina un anello di discesa.
cogliere la luce del mattino, mentre vero fiordo alpino, dall’acqua blu-in- grande respiro e di grandissimo interesse. 3 Binn - Binntalhütte (2269 m): 3 h (2 h
l’ombra avvolge i camminatori nella tenso che occhieggia tra i larici nel All’andata si valica il Passo della Rossa utilizzando la navetta); dislivello 850 m.
breve salita alla Bocchetta d’Arbola. lungo cammino sulla riva. (Geisspfadpass) con partenza da Baceno. Salita pomeridiana, da abbinarsi alla
Dove si saluta l’alpestre Binntal per Ed è Crampiolo, villaggio alpino Al ritorno si valica la citata, agevole visita mattutina nei villaggi.
d’oc. Sosta immancabile, deliziata Bocchetta d’Arbola (Albrunpass). 4 Binntalhütte - Bocchetta d’Arbola
dal verde dei prati e dagli aromi di Alla portata di ogni camminatore, grado (Albrunpass, 2409 m) - Pianboglio
polente più o meno conce. Un rito, di difficoltà E (escursionisti), con (1980 m) - Crampiolo (1750 m) - Alpe
necessario per predisporre la gam- l’eccezione della salita al Passo della Devero: 5 h; dislivello: 150 m in salita,
ba e l’animo all’ultima mezzora di Rossa, dove la presenza di una scala 800 m in discesa.
cammino. Devero è la meta. metallica di 8 metri per superare un
parete rocciosa impone la classificazione Info:
EE (escursionisti esperti). L’anello “base” Aree protette dell’Ossola
si può fare in tre giorni, ma gli spunti www.parcovegliadevero.it
interesse d’oltre confine, nel Parco della Parco naturale della Binntal
Binntal, consigliano più dilatate www.landschaftspark-binntal.ch
permanenze, approfittando degli efficienti Baceno è raggiungibile in bus da
trasporti svizzeri per visitare i centri Domodossola (linea per Formazza).
abitati dell’area parco: Ernen, Mühlebach, Da Baceno servizio Prontobus per
Toni Farina Grengiols. l’Alpe Devero
Bandita la fretta dunque. E senza fretta va (tel. 333 3271795; 349 0796016).
fatta la salita nella Binntal: pascoli, villaggi, Bus alpin della Binntal, da Binn a
torbiere, da apprezzare con le ombre Brunnebiel
lunghe del pomeriggio. (tel. +41 (0)27 9277630)

Presso l’Halsensee, salendo alla Binntalhütte

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GLI ITINERARI

La Strada Antronesca

S
Dalla Piana del Toce alla Valle
del Rodano
Renato Boschi e Toni Farina

Si parte da Villadossola, si sale ad frì per diversi secoli una buona alter-
Antrona, quindi, lungo la Valle del nativa, tanto che nel secolo XVI la

Roberto Bianchetti
Troncone si sale al Cingino e al Passo fiera annuale del bestiame di
di Saas, a lambire l’aria rarefatta dei Macugnaga fu trasferita a
“tremila”. Si scende poi nella Valle di Villadossola, nell’attuale Piazza IV
Saas a Saas Allmagel. Novembre, alla confluenza della
Sosta di gruppo a Casa Vanni, a Viganella
Questa in poche parole la Strada Strada Antronesca con la Strada
Antronesca. Poche parole, ma molti Francisca. Ed è di qui che si può ini-
passi attraverso paesaggio, natura e ziare il cammino. ne dei Set frei, lungo pellegrinaggio re a Bordo, villaggio che insieme a
storia. Pur non raggiungendo l’im- che dal 1640 attraversa gli alpeggi Cheggio è stato recuperato dalla co-
portanza della via del Sempione, of- Primo giorno del comune. munità buddista ed è oggi luogo di
Si attraversano i borghi di Villa La mulattiera prosegue tra terrazza- spiritualità. Scesi a Ruginenta si attra-
Vecchia, apprezzando il valore arti- menti in parte coltivati. Superata la versa la zona di lavorazione del ferro
Sulla Strada Antronesca stico della seicentesca Chiesa della Cappella dell’Arvina e un breve trat- e si giunge a San Pietro, già sede di
Noga. Giunti al Boschetto si lambi- to esposto si arriva a Seppiana, “pae- un laboratorio per la lavorazione
scono i resti del primo insediamento se delle castagne”, dove ha sede la dell’oro, attività un tempo comune ai
umano dell’Ossola: Varchignoli, con chiesa primordiale della Valle borghi di Prabernardo e Locasca.
muri e scale megalitici (possibile vi- Antrona e dove, ogni anno a fine lu- Entrati nel Comune di Antrona, or-
sita al Centro di Consultazione del si- glio, si svolge la tradizionale proces- mai nell’alta valle, è imperdibile una
to megalitico). Boschetto è anche sione Autani di San Jacam. Si prose- sosta nel borgo di Rovesca, dove am-
punto di arrivo della Via dei Torchi e gue tra le case del 1500 e, superati gli mirare sulla facciata dell’oratorio un
dei Mulini che unisce la Valle abitati di Camblione e San Rocco, si pregevole affresco di San Cristoforo.
Antrona con il Sacro Monte Calvario giunge a Viganella, comune del Premessa ad Antronapiana (borgo
e la Val Bognanco. Ancora un breve Parco dell’Alta Valle Antrona dove si capoluogo) sono anche le cappelle
tratto su strada asfaltata, poi si pren- apprezzano belle case con archi. Fra sul perimetro dell’antica chiesa sepol-
de la mulattiera che scende al ponte tutte Casa Vanni, mirabile esempio ta dalla grande frana del 1642, tragico
di Cresti, in una zona un tempo ani- di recupero architettonico. evento che modificò il paesaggio del-
mata da diversi mulini. A Cresti, fra- Viganella, borgo un tempo fiorente la vallata e causò la morte di 92 per-
zione di Montescheno, accoglie i per il commercio di vino e olio. La sone (il paese fu ridotto in povertà).
camminatori il murales sulla facciata coltivazione della vite prosegue però Antronapiana, il paese delle noci,
del municipio, opera di pittori locali. tutt’oggi e il risultato è un apprezzato ma soprattutto paese che da il no-
Montescheno è il cuore agricolo del- vino Doc: “Vigne di pietra”, ottenuto me alla valle e al suo parco. A cen-
la Valle Antrona: i mulini e i forni so- da vigneti di pinot nero. Passata la tro paese, da non mancare la visita
Roberto Bianchetti

no ancora funzionanti e, ogni anno, cappella della Madonna del Bisan, alla chiesa che ospita le preziose
a giugno, si svolge la sagra della se- opera del pittore vigezzino Borgnis, opere dello scultore Giulio
gale. Tradizioni vive insomma, come si giunge in località Rivera, dove una Gualio. Termina la prima giornata
conferma anche l’annuale processio- variante al percorso consente di sali- di cammino.

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GLI ITINERARI

Secondo giorno Terzo giorno


Esordio con agevole salita al Lago di Si va in alta montagna. Prima meta il
Antrona, formato dallo sbarramento Passo di Saas, tetto della traversata
della citata frana del 1642. Bei tratti (2839 m) che si raggiunge con cam-
dell’antica mulattiera conducono nel- mino facilitato da buoni tratti della

Roberto Bianchetti
la Valle del Troncone allo sbarramen- storica strada. Sosta immancabile
to che forma il Lago di Campliccioli: presso i ruderi della postazione dove
inizia la parte “alpina” del cammino. negli anni ‘60 sono state trovare mo-
Attraversato il muraglione della diga si nete risalenti all’età romana.
costeggia l’invaso fino alla croce di Notevole la vista sul gruppo dei
Granarioli. Si prosegue in compagnia Mischabel e sulle vicine Punta Saas e
del Torrente Troncone (prima della Stellihorn.
frana del 1642, Torrente Ovesca) ap- Si scende nell’elvetica Saastal.
prezzando la limpidezza dell’acqua e Discesa lunga, ma anche qui facilitata
le marmitte scavate nella roccia. da tratti ben conservati della vecchia
Boschi di larici e pino mugo si alterna- via. Prima di Saas Almagell, all’Alpe
no a radure di alpeggio: Casaravera, Furggu, si incontrano le prime baite
Lombraoro, con vista sulla spettacola- in legno tipiche della cultura Walser.
re cascata che scende dal terrazzo di E il sottostante borgo di Furggstalden
Lombraoro superiore. In ambiente più offre uno scampolo di tipica Svizzera:
alpino, attraverso boschi secolari di baite rimesse a nuovo, alberghetti, la
abeti, si guadagna lo sbarramento del chiesetta con il crocefisso in legno.
Cingino. Notte in bivacco, con spetta- Tradizione e modernità: alla “secon-
colo gratuito offerto dagli stambecchi da” appartiene la seggiovia per Saas
che esibiscono le loro doti di equili- Almagell. Tradizione e modernità: a
brio sul muro della diga. ognuno la scelta.
Bivacco Cingino

Vie Storiche dell’Ossola per il pernottamento al termine della seconda tappa: in bivacco con posti limitati a 12.
La Strada Antronesca fa parte di un progetto di recupero delle vie che dal Lago Dal Passo di Saas è possibile proseguire su un nuovo sentiero segnalato che risale in
Maggiore portavano a nord agli alti passi verso la Svizzera. Un progetto non possibile direzione della Punta di Saas con tracciato molto panoramico. In 2,5 h di cammino e
senza il certosino e fruttuoso lavoro di ricerca di archivio condotto da vari studiosi a 400 m di discesa si raggiunge l’arrivo di una seggiovia che scende poco sotto
partire dalla seconda metà del 1900, che ha portato alla luce un patrimonio di grande Furggstalden.
valore storico. A sancire questo lavoro, a ottobre 1996 è stato inaugurato il primo tratto Ritorno al punto di partenza: bus fino a Briga, poi treno a Domodossola e Villadossola.
della Strada Antronesca (da Villadossola ad Antrona), ripristinata dalla Sezione CAI di
Villadossola, seguito ad agosto 1997 dai successivi tratti (salita al Passo di Saas e discesa a Le tappe
Saas Allmagel). Le Vie Storiche dell’Ossola hanno fatto parte del progetto Interreg 1 Villadossola - Boschetto - Viganella - Antronapiana: 5,5 h; dislivello: 650 m; lunghezza:
“Itineralp”, formalizzato nel 1999. Ora sono inseriti nei progetti Interreg PSR e Vetta. 16,5 km.
2 Antrona - Lago di Antrona - Lago di Campliccioli - Bivacco Cingino:
La Strada Antronesca in pillole 5 h; dislivello: 1400 m; lunghezza: 13,5 km.
Percorso adatto a ogni buon camminatore. A parte eventuali disagi dovuti alla quota (si 3 Bivacco Cingino - Passo di Saas (2839 m ) - Saas Almagell: 4,5 h; dislivello in salita:
sfiora quota “tremila”) non vi sono difficoltà. La prima tappa alterna mulattiere a tratti 650 m; in discesa 1300 m; lunghezza: 13 km
di strada asfaltata e si può classificare T (turistico). Si cammina in zone abitate dove
non mancano punti di appoggio e ristoro. Nelle altre tappe prevale invece l’alta Info:
montagna. Anche qui però mulattiere e sentieri ben segnati rendono agevole il CAI Villadossola - www.caivilladossola.net
cammino (grado di difficoltà E, escursionistico). Disagio può derivare dai limitati posti Proloco Valle Antrona - www.prolocovalleantrona.it

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GLI ITINERARI

Torchi e mulini, piode e scalini per secoli comune autonomo, riferi-


Stockalperweg Si va tra le borgate della bassa Val
Bognanco. Dal centro storico di Domo
mento di borgate sparse fra i terrazza-
menti coltivati a vigna fino a 800 metri
si sale al Sacro Monte Calvario, dove si di quota. Apprezzato lo splendido tor-
La via del Roi du Simplon imbocca la “parte Bognanco” della Via chio restaurato si prosegue in piano,
dei Torchi e dei Mulini. Si va sul lato in ancora su bella mulattiera, giungendo
Alessandro Pirocchi e Toni Farina
ombra della valle, alternando tratti di alla cappella della Madonna del
mulattiera a strade e sentieri. Dagliano. Superato un rio che sprofon-
Da Domodossola a Briga attraverso il nell’alta valle su vasti altopiani, tra laghi Dalla Cappella di Marisch si cammina da in forre e marmitte, su un bel ponte
Passo del Sempione sulle tracce del che non ci sono più e altri che ancora tra borghi sparsi, anima rurale di ad arco il sentiero sale quindi ripido e
Barone Kaspar Jodok von riflettono i monti. Valicato il Monscera Domo. Motto, Croppo, Vagna, poi in costa verso gli edifici rurali di Cà
Stockalper, “le Roi du Simplon”. si cala nella Zwischbergental (Val di Maggianigo, capoluogo dell’antico co- Monsignore. Bognanco, le sue terme e i
“Summo Plano” per i romani, a 2005 Vaira), valle fra le più isolate della mune, con la parrocchiale di San suoi piccoli villaggi sparsi, è vicino.
metri di quota, il Simplonpass costi- Svizzera, accolti a fine giornata da Brizio, esempio di romanico ossolano. Diverse le possibilità di riposo nottur-
tuisce il valico più agevole fra il Gondo e dalla sua torre. Gondo e le Una bella mulattiera porta quindi a no. Nell’ordine: Bognanco fonti, San
Vallese e l’Ossola. sue gole, “profonde e terribili”, che Castanedo, dove si attraversa la valle Lorenzo (capoluogo), Graniga, Gomba.
Sul colle finiscono le Pennine e ini- schiudono la via per Simplon Dorf e per proseguire sul lato a solatio verso
ziano le Lepontine. Ma le possibilità per il Simplonpass. Una notte nel na- Mocogna. Guadagnata quota nel bosco La Via del Moscera
di camminare su queste montagne poleonico ospizio precede la lunga si giunge a Cisore e poi si prosegue in Cambio di ambiente. Dalle latifoglie
sono infinite. La Stockalperweg con- discesa a Briga: i camminatori sulla costa per Pregliasca e Monteossolano. alle conifere dell’alta valle. Lasciato il
duce fra storia e paesaggio: da mulattiera, i guidatori sulla via di Gruppo di case “confu- solco principale con il Torrente
Domodossola si va sulla Via del asfalto, alti sul ponte di Ganter. Due se” sul dirupato ver- Borgna, si sale sulla destra orografica
Monscera, in Val Bognanco, valle modi di viaggiare di questo sante meridionale di una valletta laterale, su un buon
delle cento cascate, dapprima su mu- tempo. Il primo è il più della Cima Lariè, sentiero fra larici, abeti e radure d’al-
lattiere in villaggi di pietra, quindi moderno. Monteossolano fu peggio.

Alessandro Pirocchi
Castello Stockalper a Briga

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GLI ITINERARI

Renato Boschi
La prima meta è l’oratorio di San gole, su un sentiero attrezzato con
Bernardo (XVII sec.), il più elevato di passerelle e ponti sospesi.
Bognanco, a 1600 metri in splendida Usciti dalla “terribile” Gondoschlucht
posizione su un ripiano della costa si attraversa il torrente e si giunge alla
della Varda. L’alta Val Bognanco sve- Alte Kaserne (già caserma napoleoni-
la le sue credenziali e il cammino si ca), i cui locali ospitano una mostra
allunga in una successione di alto- sulla storia del Sempione: “quattro
piani, fra pascoli e torbiere. Usciti dal epoche” di transiti. Altre occasioni di
lariceto, il Lago Ragozza impone una conoscenza offre Simplon Dorf alla
sosta di contemplazione, con l’oc- Alter Gasthof, sede dell’ecomuseo.
chio in bilico fra il Monte Leone che Prati e lariceti accompagnano poi al-
fa capolino dall’ampia sella del l’antico alpeggio di Egga e più in alto
Monscera e il Monte Leone riflesso all’ospizio fatto costruire da
nell’acqua limpida. Poco oltre, ada- Stockalper nel 1670.
Al Passo del Sempione
giato nell’ennesima conca, sta il Infine, l’ultima salita della giornata
Rifugio Gattascosa, dove si prosegue conduce ai duemila metri del colle e
su invitanti pendii verso il vicino, in- dell’Ospizio Napoleonico dove si Stockalperweg in pillole
vitante colle. passerà una notte assolutamente in Ideata nel 1995 in occasione del ripristino della seicentesca mulattiera tra Briga e Gondo,
Passo del Monscera, 2103 m, punto tema. promossa dalla Fondazione svizzera “Ecomuseo del Sempione“, la Stockalperweg
più elevato della traversata. costituisce uno dei dodici percorsi storici di interesse nazionale del Paese dei Cantoni.
Weissmies e Fletschhorn si mostrano A Briga La mulattiera fu fatta costruire nel XVII secolo dal Barone Kaspar von Stockalper per il
improvvisi, compensando dall’alto Niente fretta, i dintorni del colle of- commercio del sale. Il percorso originario percorreva sul versante italiano la Valle di Varzo,
dei “4000” glaciali la presenza in- frono più ragioni di interesse. Poi è ma il tracciato è stato in parte compromesso dalle infrastrutture. Per dare continuità
gombrante del traliccio dell’alta ten- soprattutto una lunga discesa. Il pri- all’itinerario si è pertanto deciso di arrivare a Gondo salendo la Val Bognanco lungo la Via
sione. Varcato il crinale, accoglie i mo tratto conduce al fondovalle, a del Monscera e, valicato l’omonimo passo, scendere in Svizzera lungo la Zwischbergental
camminatori la Zwischbergental, ap- Taferna, con i resti dell’osteria co- (il primo tratto coincide con la parte meno nota della Via dei Torchi e dei Mulini; segnavia D0).
partato angolo di Svizzera montana. struita a fine 1600. Altri 500 metri di Partenza da Domodossola, o dal Sacro Monte Calvario, dove Stockalper visse alcuni anni
Guadagnato in rapida discesa planata tra abeti rossi e ontani verdi in esilio contribuendo con le sue finanze alla costruzione del santuario. Itinerario privo di
Zwischbergen, si segue il lungo fon- conducono poi a Grund, alla con- difficoltà tecniche, ma di discreto impegno per lunghezza e dislivelli. Adatto quindi a
dovalle che sbuca nella Val Divedro fluenza del Taferna con il camminatori allenati. Quattro le tappe base, con numerose possibilità di soste intermedie
all’altezza della strettoia di Gondo. Ganterbach, dove apprezzare un bel ed eventuale utilizzo dei bus di linea (postale giallo svizzero).
Attraversato infine il Torrente fienile del 1459. Ritorno: Briga e Domodossola sono ben collegate dalla linea ferroviaria internazionale
Diveria sul Pont des Sapins si giunge A Grund si interrompe la discesa per Milano-Berna.
nell’abitato. risalire ai 1300 metri dell’Alpe
Tipico borgo di frontiera, Gondo dà Schallberg. Le tappe
il benvenuto ai camminatori con la È l’unica salita della giornata, “pre- 1 Domodossola - Graniga (1100 m): tempo 5 h; dislivello in salita 1050 m; lunghezza 13 km.
sua massiccia torre fatta edificare dal miata” dall’incontro con la canaliz- 2 Graniga - Passo del Monscera (2103 m) - Gondo (855 m): tempo 7 h; dislivello
Barone Stockalper. Un’altra traccia zazione che fin dal 1200 consente in salita 1250 m; lunghezza 17 km.
del Roi du Simplon. di irrigare i campi di Termen e 3 Gondo - Passo del Sempione (2005 m): tempo 6 h; dislivello 1160 m; lunghezza 18,5 km.
Ried. Segue da ultima la lunga di- 4 Passo del Sempione - Briga: tempo: 6,5 h; dislivello in salita 250 m, in discesa
Al Simplonpas scesa a Briga, costeggiando la gola 1550 m; lunghezza 14 km.
Dove le Alpi cambiano nome. Ma la della Saltina e toccando vari sob-
qualità del loro ambiente non cam- borghi. Arrivo al seicentesco ca- Info
bia, e offre opportunità fin dalla par- stello fatto costruire dal Roi du Ufficio turistico Domodossola, www.prodomodossola.it
tenza mattutina. Un esordio di gior- Simplon: il modo migliore di con- Club Alpino Italiano sez. Villadossola, www.caivilladossola.net
nata ”adrenalinico” nelle spettacolari cludere il cammino. Simplon Tourism, www.simplon.ch, www.simplon-trekking.ch.

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GLI ITINERARI

Storia e preistoria
La Via dei Torchi e Con tranquillo cammino in costa nel
bosco si giunge al villaggio, a 600
dei Mulini metri di quota sul versante del
Moncucco. Tappia potrebbe deriva-
Paolo Pirocchi re da “tappa” o “tapa”, vocaboli indi-
canti i ripiani terrazzati che inter-
Domodossola è una cittadina di contra- di partenza), dove una ben conservata rompevano i ripidi versanti della
sti. Contrasto fra l’aspetto postindustria- mulattiera si inoltra tra i terrazzamenti montagna. Un villaggio molto anti-

Roberto Bianchetti
le, frutto dell’espansione disordinata del che ospitano una delle produzioni più co: una pergamena nell’Archivio
dopoguerra, e il centro storico, ben con- importanti di “prunent”, l’antico vitigno Capitolare di Novara porta la data 12
servato e oggetto di cure che hanno rida- ossolano di nebiolo. Passate alcune bai- novembre 1001 e descrive Tappia
to dignità al borgo medioevale. Ma so- te e una strada asfaltata, si guadagna come un abitato già di rilevante im-
prattutto il contrasto tra il congestionato quota nel bosco per uscirne nei pressi portanza. Alcune case ben conserva-
Anzuno: visita all’antico torchio da uva
fondovalle e l’ambiente delle montagne dell’Oratorio di Anzuno, in posizione te sono anteriori al XV secolo e rico-
intorno. Ed è il fondovalle, vicino e insie- panoramica sulla Valle del Toce. noscibili dai giganteschi stipiti in pie-
me lontano, che fa da sfondo alla cam- Entrati nelle strette viuzze acciottolate tra. Il borgo conserva ancora le struttu- La Via dei Torchi e dei
minata sul lato destro della valle, da del villaggio, si giunge a un forno per il re comunitarie dell’economia agricola Mulini in pillole
Domo a Villa (d’Ossola) tra boschi di ca- pane ancora funzionante e a un grande di villaggio: un forno per la cottura del Per tutti e per tutte le stagioni,
stagno e borghi di pietra appesi al pen- torchio da uva a leva, collocato in un pane, una macina per spremere l’olio inverno compreso. Anzi è spesso
dio. Tra torchi, mulini e altri segni del edifico del XVIII secolo. Un segno della di noci e un torchio da uva del 1776. proprio l’inverno a offrire condizioni
mondo rurale, sopravvissuti e, in parte, passata, florida economia agricola, co- Si prosegue tra vigneti verso l’Alpe propizie. Il percorso descritto è in
recuperati. me i resti dei mulini sul vicino rio Rio Maianco inferiore. Quindi, attraversa- realtà solo una parte del sentiero
Anzuno (o Rio dei Mulini). to il Rio dell’Inferno, si giunge a segnalato con tale denominazione:
Torchi e mulini di ieri, vigne di oggi Si prosegue fra i castagni verso la Cappella Sogno, forse la più antica frazione di dal Sacro Monte Calvario parte un
Da Domodossola si sale al Sacro Monte dell’Oro (dove “oro” sta per bordo, ciglio), Villadossola. Anche qui, un torchio altro tratto meno noto che risale la
Calvario lungo la storica e ombreggiata punto panoramico e nodo di confine fra da uva e una fontana con lavatoio la- bassa Val Bognanco e coincide con
Via Crucis. Un breve tratto su comunità rurali. Prossima me- sciano immaginare ritmi e fatiche di la parte inferiore della Via
asfalto conduce poi a Crosiggia ta Tappia, frazione di genti montanare, testimoniati da un Stockalper.
Roberto Bianchetti

(altro possibile punto Villadossola. piccolo museo. Testimonianze anco- Ritorno. Da Villa a Domo in treno.
ra più antiche si incontrano dopo circa Oppure ancora a piedi con alcune
20 minuti a Varchignoli, importante si- varianti al percorso di andata: tornati
to megalitico e punto di incrocio sui propri passi a Tappia, si prosegue
con la Strada Antronesca. su antiche mulattiere scendendo a
Prossima meta? Ognuno Valpiana, quindi a Gabi Valle e
scelga per sé, le an- Rogoledo, risalendo poi a Quartero,
tiche strade os- Crosiggia e, infine, al Sacro Monte
solane non Calvario.
pongono limiti.
In ogni caso In sintesi
Villadossola è Domodossola – Varchignoli: dislivello
vicina. 295 m; tempo: 3 h.
Partendo dal Sacro Monte: dislivello
190 m; tempo: 2,30 h.
Ritorno a piedi via Tappia e Valpiana,
Sosta all’Oratorio di Anzuno
tempo 2,30 h.

54 55
GLI ITINERARI

Fabio Copiatti
fra i più significativi della zona (pre- trova sui monti di Trontano (all’im-
senta una trentina di coppelle). Poco a bocco della Valle Vigezzo) e si rag-
monte, un enorme masso erratico, giunge con una deviazione da un sen-
sempre in pietra ollare, ancor oggi uti- tiero che conduce in Val Grande attra-
lizzato come scivolo dai bambini, era verso la Colma di Basagrana. Dalla
già citato nel 1843 come “Sasso della Frazione Verigo una strada sterrata
Lissera”, ossia “Sasso della scivolata”, scende al ponte sul Rio Margologio e
ed era forse usato dalle donne come prosegue in salita fino a incontrare un
scivolo propiziatorio della fecondità. evidente sentiero che si stacca sulla
destra. Attraversati i binari della
Segni del passato, loghi per il presente Vigezzina (attenzione!), il sentiero sa-
Ecomuseo e parco nazionale sono ac- le ripido tra fitti boschi. Passato l’Alpe
comunati dal logo, un’incisione su Erta, prosegue su un costone per usci-
pietra ollare: un cruciforme il primo, re sui pascoli dell’Alpe Roi. Infine, su-
un alberiforme il secondo. Il crucifor- perati tratti esposti sul fianco della
me, logo dell’Ecomuseo, si trova montagna, raggiunge i due nuclei di
all’Alpe Pianzà, sui monti sopra Sassoledo, ai piedi del Pizzo Marcio.
Il palazzo dell’antica pretura di Malesco, oggi Museo archeologico del Parco Val Grande
Malesco, dove sono presenti anche Le incisioni si trovano sulla parete

I
massi con incise coppelle e date (la rocciosa a ridosso del nucleo superio-
I sentieri della pietra ollare più antica risale al 1656). Partenza dal-
la strada per Finero e Cannobio. In
re e su due massi più a valle.

Fabio Copiatti corrispondenza di una cappella parte In sintesi


il sentiero M16 per La Cima (1810 m). Una semplice passeggiata, un’ora di
Lo si segue dapprima tra boschi e pra- cammino e poche decine di metri di
In Ossola la pietra è predominante. Nei dintorni di Malesco… ti passando da Pianezza e Piaschetta, dislivello: queste le caratteristiche del
Le rocce conservano segni incisi dalle … una passeggiata alla scoperta della quindi su un panoramico crinale che cammino da Malesco al masso
genti che abitarono queste montagne pietra ollare. Esordio fra le vie del bor- conduce alla Cappella del Group. coppellato del Rio Secco. Ben altro
fin dall’antichità. Messaggi del passato go, fra begli esempi di architettura vi- L’Alpe Pianzà, da tempo abbandona- impegno richiedono invece le salite
affidati soprattutto alla pietra ollare, gezzina, mentre gli affreschi di chiese to, si trova poco a valle della cappella, all’Alpe Pianzà e ancor più all’Alpe
localmente detta Leuzerie, una varietà e oratori ricordano che ci troviamo in un piano erboso dove, secondo Sassoledo, dove il sentiero non è
di serpentino, tenera e quindi ben la- nella “Valle dei Pittori”. Si può partire leggenda, si radunavano le streghe. segnato con continuità e presenta un
vorabile, ma molto resistente agli dal Museo archeologico del Parco Val Molti dei massi presenti sono incisi, tratto esposto. Alpe Pianzà:
agenti atmosferici e quindi in grado di Grande, che ospita una sezione in particolare quota 1570 m; dislivello 800

letti
conservare incisioni antiche. dell’Ecomuseo della pietra ollare e de- quelli vicini m; tempo di salita 3 h.

Elena Po
La pietra ollare era utilizzata già in gli scalpellini. Seguendo via Trabucchi alla sorgente Alpe Sassoledo: quota 1540
epoca preromana per ricavare pesi da si giunge in via Roma dove si incontra che sgorga su- m; dislivello 1050 m; tempo
telaio e fusaiole. In età imperiale si ot- una fontana con incisa la data 1863: bito a valle del di salita: 3,5 h.
tenevano recipienti, le olle, adatti alla scavata nella pietra ollare. La vasca piano.
cottura dei cibi, come è tramandato da parrebbe un sarcofago di età tardo-ro- Ormai abban- Info:
Plinio il Vecchio e confermato da ri- mana riutilizzato, purtroppo privo di donato è anche Parco nazionale Val
trovamenti in molte vallate alpine. iscrizioni che lo confermino. l’Alpe Sassoledo Grande, tel. 0324 87540,
Dello stesso materiale è la testa scolpi- Seguendo la via si lascia l’abitato e si (1532 m), dove info@parcovalgrande.it.
ta di San Pietro in Dresio, a Vogogna, giunge al Rio Secco dove, poco prima ci sono gli alberi- Ecomuseo “ed leuzerie”
un Apollo celtico del III-II sec. a.C. del ponte, all’ombra di una pecceta, a formi che hanno e di “scherpelit”, tel.
La “capitale” della pietra ollare è lato della strada che un tempo attra- ispirato il simbolo 0324.92444,
Malesco, in Valle Vigezzo. versava la valle, vi è un masso inciso del parco. L’alpe si anzà info@leuzerie.it
dell’Alpe Pi
incisione cruciforme
L’
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Giancarlo Parazzoli
La natura

Ambiente Parco nazionale Val Grande

Una distesa di neve fresca, intonsa. tano e risparmiare energie è l’impera- Nel quale si legge che la specie Homo pericoli. Nessun compromesso invece
Abeti rossi bianchi di neve. Un paesag- tivo assoluto. Vita del fagiano di mon- sapiens non sempre è un fattore nega- per Erebia christi, piccola farfalla che
gio immobile nel suo candore. È il so- te ad esempio, che non gradisce quelle tivo, anzi, si deve alla sua secolare atti- ha trovato sulle impervie montagne os-
gno di ogni sciatore o, per essere ag- improvvise e violente i intrusioni nei vità agricola e pastorale la creazione solane quell’isolamento che ne permette
giornati, di ogni free rider. Quel pen- cespugli di rododendro, sua dimora di ambienti semi-naturali essenziali la sopravvivenza.
dio immacolato tutto per lui, l’essenza invernale, che lo costringono a fughe per la vita di molte specie, animali e ve- La rassegna si chiude con il colore gial-
della libertà. fuori programma con conseguente di- getali. E per questo sono ambienti da lo intenso del tulipano di Grengiols,
Ma, come ricorda Samivel, la “tua” li- spendio di preziose energie. preservare: come i prati da sfalcio di (Tulipa grengiolensis). Giunto nel pic-
bertà finisce dove inizia la libertà altrui. Altro non chiede che tranquillità e si- Crampiolo, a Devero, o i castagneti di colo borgo vallesano allo sbocco della
Compresi piante e animali. Per i quali lenzio. Sensibile abitante dei sottobo- Trontano e Godo. Binntal come pianta da ornamento, si
non si tratta tanto di libertà quanto di sco d’alta quota, il fagiano di monte è In rapporto “contraddittorio” con gli è ben adattato e oggi, scomparso dai
vita, non facile, soprattutto nella sta- uno dei protagonisti del breve viaggio elementi antropici è il gufo reale, che luoghi di origine, sopravvive solo lì, sin-
gione della neve, quando le risorse lati- nella biodiversità dell’Ossola. nelle aree urbane trova cibo, ma anche golare esempio di biodiversità.
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NATURA

Biodiversità nell’Ossola

L’
Fabio Casale

L’Ossola è un angolo di Piemonte de pregio. Partendo dalle quote più


che racchiude nel raggio di pochi basse, nel fondovalle del Fiume
chilometri, tra le rive del Lago Toce, le golene presentano boschi
Maggiore e i ghiacciai del Monte relitti ripariali con salici bianchi e

Dante Alpe
Rosa, una grandissima ricchezza di pioppi neri (ad esempio in corrispon-
specie e di ambienti naturali. Vaste denza dell’Oasi WWF del Bosco
aree montane ben conservate sono Tenso, a Premosello Chiovenda), do-
Sopra: pernice bianca; a lato una puzzola Fabio Casale
caratterizzate da un patrimonio natu- ve è possibile incontrare il piccolo
rale importante, che comprende co- picchio rosso minore, simile nel com-
spicue popolazioni di animali tipici portamento e nelle dimensioni a una iridescenti. Begli esempi di ha-
degli ambienti alpini quali la pernice cincia, e il rigogolo dal canto flautato bitat forestali di questo tipo so-
bianca dal piumaggio mimetico e il e dal piumaggio giallo-oro. I versanti no presenti in particolare nel
fagiano di monte dal volo fragoroso, vallivi sono invece caratterizzati da Parco nazionale Val Grande,
oltre a specie non presenti altrove in vaste e fitte foreste di latifoglie (quer- noto come la più grande area
Europa, quale la farfalla Erebia christi. ce, castagni, frassini, faggi) che dan- “wilderness” delle Alpi. Alle
no ospitalità al picchio nero, il più quote più elevate le latifoglie
Foreste a perdita d’occhio grande picchio europeo, e alla rosa- sono via via sostituite dalle
Grandi aree boscate rivestono i ver- lia alpina, un bel coleottero di colore conifere: abeti rossi, abeti bian-
santi dell’Ossola, favorite dalle ab- azzurro e nero piuttosto raro nell’ar- chi e larici. questo il regno delle mi- Vaste estensioni di praterie sono pre-
bondanti precipitazioni di co alpino. Si tratta di due specie che nuscole cince (mora, dal ciuffo e al- senti nelle alte valli Bognanco,
cui beneficia questo set- testimoniano l’importanza di gestire i pestre) e dei loro principali predatori, Antrona e Formazza, ma soprattutto
tore delle Alpi. I boschi sistemi forestali secondo criteri lo sparviere e l’astore, due rapaci costituiscono l’elemento distintivo,
sono infatti tra gli am- naturalistici: la loro vita è in- diurni abili in particolare a volare an- anche sotto il profilo storico, del
bienti che maggior- fatti legata alla presenza di che tra le fitte chiome degli alberi. Parco naturale dell’Alpe Veglia e
mente colpiscono il alberi vecchi di grandi Tra i mammiferi legati agli ambienti dell’Alpe Devero. Sono ambienti im-
visitatore in cerca di dimensioni. forestali si segnalano cervo, capriolo, portanti per varie specie di farfalle di
quiete e di natura in Da segnalare anche tasso, martora, faina e, alle quote più grande pregio quali Erebia flavofa-
queste valli . Boschi di la presenza della basse, la ben più rara puzzola. Negli sciata e la citata Erebia christi. Tra i
latifoglie alle quote bella Apatura ultimi anni vi fanno capolino di tanto mammiferi si segnalano il camoscio e
inferiori e di conifere iris, una ele- in tanto, dopo decenni di assenza, lo stambecco, oltre alla marmotta,
a quelle superiori gante farfal- singoli esemplari di lupo e di lince, presente con numerose colonie.
ammantano un’im- la dai co- provenienti dalla vicina Svizzera. L’Ossola ospita anche importanti
portante parte di lori estensioni di prati da fieno, sia in am-
territorio, ospi- Grandi praterie bito montano che di fondovalle, ha-
tando specie I pascoli alpini caratterizzano le testa- bitat pregiati sia per la ricca fauna
vegetali e ani- te delle vallate laterali e rappresenta- che per specie floristiche rare di
mali di gran- no uno dei paesaggi più apprezzati gradevole aspetto quali Tulipa au-
Fabio Casale

dall’escursionista “d’alta quota”. stralis e Orchis ustulata.


Apatura iris

60 61
NATURA

Corsi d’acqua e torbiere Brughiere, arbusteti e lande alpine Il programma comunitario LIFE
Una zona ricca di specie di pregio, I versanti montani meglio esposti al Il programma LIFE (acronimo di L’Intrument Financier pour l’Environment)
vero e proprio hot spot di biodiversi- sole presentano aree a brughiera, rappresenta il principale strumento finanziario utilizzato dalla Commissione
tà, è costituita dal tratto planiziale del ambiente d’elezione per il succiaca- Europea per attuare gli indirizzi di conservazione della biodiversità previsti dalla
Fiume Toce. La significativa presenza pre, una specie dalle abitudini cre- Direttiva Habitat 92/43/CEE e dalla Direttiva Uccelli 2009/147/CEE.
di uccelli, pesci e chirotteri rari è alla puscolari e assai difficile da osserva- I progetti LIFE finanziano interventi significativi e pluriennali a favore della tutela
base del suo inserimento fra i siti del- re, ma la cui presenza è spesso tradi- dell’ambiente. In Ossola sono stati realizzati due progetti LIFE, entrambi legati
la Rete Natura 2000 europea. ta dal caratteristico canto, simile a soprattutto alla gestione di ambienti prativi, attuati con il coinvolgimento diretto,
Lungo le sponde del Fiume Toce ni- un trillo prolungato. Si tratta di una tramite concessione di incentivi, di aziende agricole locali che hanno partecipato
dificano due uccelli dallo splendido specie minacciata a livello europeo all’esecuzione di buona parte delle azioni.
ed esotico piumaggio: il martin pe- e presente come nidificante in alcu- Il Progetto LIFE Natura “Alpe Veglia e Alpe Devero: azioni di conservazione di
scatore e il gruccione. Questi uccel- ni settori ossolani ben soleggiati. ambienti prativi montani e di torbiere”, realizzato nel parco omonimo, ha ottenuto
li scavano cunicoli al termine dei Nel fondovalle del Toce sono presen- riconoscimenti a livello internazionale quale esempio di progetto di conservazione
quali creano una “camera” che fun- ti zone di arbusteto costituite da spe- della biodiversità nell’arco alpino. Il progetto è stato incentrato su ambienti prativi
ge da nido, al riparo dai predatori. cie spinose quali crespino, bianco- in buono stato di conservazione grazie alle tradizionali attività agricole legate
I numerosi torrenti ossolani sono in- spino e rosa canina, utilizzati per la all’allevamento bovino, e in particolare alla produzione di formaggi di ottima
vece abitati dal merlo acquaiolo, in nidificazione dall’averla piccola e, qualità, tra i quali spicca il rinomato Bettelmatt, prodotto solo in pochi alpeggi tra
grado di cibarsi di piccoli inverte- occasionalmente, dalla bigia padova- alta Valle Formazza e Alpe Devero. Si tratta di habitat che ospitano una flora assai
brati camminando sott’acqua come na, mentre i saliceti arbustivi ripariali ricca e diversificata, che dà vita a una vera e propria “esplosione” di colori allo
un palombaro, e dal gambero d’ac- sono frequentati soprattutto dai pic- scioglimento delle nevi. Tra le specie più pregiate si segnalano alcune orchidee,
qua dolce, entrambi ottimi indicato- coli passeriformi durante le loro mi- quali la nigritella e l’orchidea sambucina, oltre all’astro alpino.
ri di buona qualità delle acque. grazioni. Il Progetto LIFE Natura “Fiume Toce: conservazione di ambienti ripariali a favore
Le valli sono ricche di laghi e di tor- Salendo di quota, gli arbusteti più dif- dell’avifauna nidificante e migratoria” è stato invece realizzato nel SIC “Greto del
biere d’alta quota. Si tratta di am- fusi sono senza dubbio i rodoreti, do- torrente Toce tra Domodossola e Villadossola” e ha portato al miglioramento di
bienti con equilibri ecologici assai ve nidificano la bigiarella e la passera habitat prativi, boschivi e ripariali a favore di specie di uccelli, pesci e pipistrelli. In
delicati, dove vive il raro tritone al- scopaiola, oltre al ben più noto fagia- questa zona sono in particolare estese le superfici di prati da fieno, che danno
pestre (in Ossola si trovano gli unici no di monte, i cui maschi si fronteg- ospitalità a un’importante popolazione nidificante di averla piccola, un passeriforme un
siti di presenza noti in Piemonte) e giano in primavera in radure denomi- tempo molto comune in tali ambienti, ma da alcuni decenni in declino in tutta Europa.
piante acquatiche di pregio come nate “arene”, emettendo “soffi” udibi- Grazie al coinvolgimento delle aziende agricole locali, la realizzazione del progetto ha
l’insettivora Drosera rotundifolia. li da lunga distanza. però favorito un significativo incremento nel numero di coppie nidificanti.
Interventi di ripristino hanno riguardato anche le acque del Toce, dove sono
presenti varie specie di pesci, alcune delle quali di elevato interesse per la
Roberto Bianchetti

conservazione, quali trota marmorata, barbo canino e lampreda padana.

Stefano Bovero
Femmina di stambecco Lampreda padana

62 63
NATURA

Rete Natura 2000 in Ossola ma anche quella dei canneti dove ricchi di flora (in particolare nei pressi SIC – Siti di Importanza Comunitaria
È composta da 7 SIC – Siti di Importanza trovano rifugio molti uccelli, sia nidificanti del Lago Kastel), la ZPS “Alte valli IT1140001 FONDO TOCE
Comunitaria designati secondo la che in migrazione (di particolare Antrona e Bognanco” e il SIC e ZPS IT1140003 CAMPELLO MONTI
Direttiva Habitat 92/43/CEE e 9 ZPS – importanza il sito di Fondotoce). “Alpi Veglia e Devero - Monte Giove”, IT1140004 ALTA VAL FORMAZZA
Zone di Protezione Speciale designate Salendo di quota, nella fascia montana che comprendono le omonime aree IT1140006 GRETO TORRENTE TOCE
secondo la Direttiva Uccelli sono presenti il SIC “Boleto – Monte protette e zone limitrofe di elevato TRA DOMODOSSOLA E
2009/147/CEE. Quasi tutti i SIC (6 su 7) Avigno”, la ZPS “Alte Val Strona e Val valore. Si tratta di aree in cui trovano VILLADOSSOLA
ricadono all’interno di ZPS. Segnara” (che comprende il SIC massima espressione gli habitat alpini, IT1140007 BOLETO – MONTE AVIGNO
Alle quote inferiori sono presenti la ZPS “Campello Monti”) ed il SIC e ZPS “Val come le torbiere, tra le più importanti IT1140011 VAL GRANDE
“Fiume Toce” (che comprende il SIC Grande”. Qui è il bosco di latifoglie a del Piemonte e confinanti con aree IT1140016 ALPI VEGLIA E DEVERO –
“Greto del torrente Toce tra farla da padrone, con superfici continue protette elvetiche: il Parco della Binntal MONTE GIOVE
Domodossola e Villadossola”), la ZPS molto estese e di grande pregio naturale. e l’istituendo Parco del Locarnese.
ZPS – Zone di Protezione Speciale
“Lago di Mergozzo e Mont’Orfano” e il Nella fascia alpina si trovano la ZPS Si configurano in tal modo condizioni di
IT1140001 FONDO TOCE
SIC e ZPS “Fondotoce”. In queste aree è “Monte Rosa”, comprensiva dell’Oasi continuità ecologica essenziali per la
IT1140004 ALTA VAL FORMAZZA
l’acqua l’elemento caratterizzante, l’acqua faunistica di Macugnaga. la ZPS “Alta Val conservazione e la gestione
IT1140011 VAL GRANDE
del Fiume Toce e del Lago di Mergozzo, Formazza” (che comprende l’omonimo sovranazionale degli habitat e delle
IT1140013 LAGO DI MERGOZZO E
SIC), che presenta ambienti calcarei specie naturali.
MONT’ORFANO
IT1140016 ALPI VEGLIA E DEVERO –
MONTE GIOVE
Toni Farina

IT1140017 FIUME TOCE


IT1140018 ALTE VALLI ANTRONA E
BOGNANCO
IT1140019 MONTE ROSA
IT1140020 ALTA VAL STRONA E
VAL SEGNARA

La splendida torbiera sul sentiero


da Crampiolo all’Alpe del Sangiatto
Fabio Casale

e
sal
Ca
io
Fab

Orchis Ustulata e Tulipa australis.

64 65
L’
NATURA

L’Elemento Zero L’Ossola è un viaggio verso il cuore


geologico delle Alpi. Partendo dal
Lago Maggiore e risalendo la Valle
ai geologi di ricostruire le dinamiche
della formazione delle Alpi.

del Toce, si attraversano rocce via via “Ossola minerale”


Nel profondo delle Alpi più antiche, fino a toccare con mano Il titolo di un libro curato dal prof.
il nucleo più profondo della catena Aldo Roggiani, ossolano, già profes-
Enrico Zanoletti alpina. L’“Elemento Zero”, conosciu- sore di scienze al Collegio Rosmini di
to anche come “Cupola di Domodossola. Un titolo che ben sin-
Verampio”, affiorante in Valle tetizza un’altra peculiarità di questo
Antigorio presso Maiesso, tra Premia territorio: la straordinaria ricchezza di
e Baceno. In tutte le Alpi accade solo minerali. Pubblicato nel 1975, il testo
qui: un’esclusiva geologica che testi- illustra con dovizia le caratteristiche
monia in modo perfetto la peculiarità geologiche e mineralogiche delle
del territorio ossolano. valli ossolane, elencando più di 250
specie minerali diverse, alcune uni-
Rocce antichissime che al mondo.
L’Ossola è in effetti un esempio unico Graniti, peridotiti, scisti, marmi, cal-
per visualizzare la sovrapposizione cefiri, anfiboliti, granuliti, micascisti,
di falde (le grandi strutture geologi- paragneiss, ortogneiss, calcari, dolo-
che che costituiscono le Alpi) impila- mie e serpentiniti… sono solo alcune
te le une sulle altre nel corso dell’Era delle tipologie di rocce che si incon-
Mesozoica e dell’Era Terziaria. trano in questo territorio. Ciascuna di
Queste falde sono formate da rocce esse è formata da minerali caratteri-
molto antiche che costituivano il ba- stici che permettono di classificarla
samento di un oceano esistente oltre con estrema precisione. Ma non
230 milioni di anni fa. L’avvicinarsi mancano i casi rari, talvolta addirittu-
lento e in tempi lunghissimi della zol- ra unici.
la africana a quella europea diede poi Le aree più interessanti per la presen-
inizio, circa 60 milioni di anni fa, alla za di specie minerali differenti e per i
formazione della catena alpina. “casi unici” sono l’Alpe Devero (in
L’enorme forza e l’energia sprigiona- particolare le pendici del Monte
te dalla loro spinta causarono il solle- Cervandone) e la Val Vigezzo.
vamento del fondo dell’antico mare, Mineralogisti esperti hanno identifi-
accavallando gli strati delle rocce e cato e classificato circa 300 tipi di mi-
dei sedimenti preesistenti con le roc- nerali differenti: dai comuni quarzi,
Roberto Bianchetti

ce più recenti, in un processo durato miche e feldspati, per passare a diop-


milioni di anni. side, calcite, epidoto, titanite, emati-
In questo processo le rocce si sono te, pirite, rutilo, cianite, orneblenda,
trasformate a causa delle enormi fino ai rarissimi cafarsite, cervandoni-
pressioni e delle elevate temperature te, gasparite, paraniite, fetiasite, vi-
cui furono sottoposte, permettendo gezzite. Grande ricchezza e altre rari-
così la formazione di una grande tà si ritrovano anche oltre confine,
quantità di tipi all’apparenza simili nella Binntal, in Canton Vallese, dove
per l’occhio inesperto, ma in realtà è possibile dedicarsi alla ricerca e
caratterizzate da associazioni di mi- raccolta sotto la guida di un cercatore
Il Pizzo Diei visto dal Monte Cistella
nerali differenti, che hanno permesso esperto. Con una simile varietà di

66 67
NATURA

specie sono in pratica presenti quasi Pietre, cave, miniere Per conoscere i minerali
tutti gli elementi chimici conosciuti, Parlando di Ossola, il termine “mi- dell’Ossola:
associati tra di loro in una possibilità nerali” fa subito pensare a questi al- A Crodo il Museo mineralogico
quasi infinita di combinazioni, spes- tri termini, correlati anche sotto il ossolano “Aldo Roggiani e Angelo
so estremamente complesse. Oltre al profilo storico. Fin dalla più remota Bianchi”
numero di minerali differenti, stupi- antichità nelle vallate ossolane fu- A Premia il Museo
sce l’appassionato il fatto che molto rono infatti coltivate miniere e l’atti- mineralogico “Don Giovanni
spesso questi minerali si presentano vità mineraria e quelle a essa legate, Bonomo”. Giancarlo
Parazzoli
nel loro habitus tipico, ovvero perfet- come la fusione e la lavorazione dei A Domodossola il Museo di
tamente sviluppati nella loro forma metalli, costituivano forse l’unica Scienze naturali del Collegio
geometrica caratteristica, raggiun- alternativa all’emigrazione stagio- Mellerio Rosmini
gendo talvolta dimensioni di centi- nale, determinata dalle scarse risor- A Piedimulera la Lithoteca
metri se non addirittura di decimetri. se derivante dall’economia agricola “Giorgio Spezia”
Come nel caso di quarzi e feldspati, e pastorale. A Malesco Sezione
Giancarlo Parazzoli
all’interno di geodi nelle masse grani- Antichissime sono le miniere d’oro. archeologica del Museo
tiche. I minerali rari e unici hanno in- La conoscenza e lo sfruttamento di della pietra ollare
vece misure microscopiche o quasi. una vasta zona mineraria nelle valli (Parco Val Grande). Quarzo fume e rose di ferro
Anzasca e Antrona è fatta risalire ai
L’Elemento Zero: Marmitte dei Giganti a Maiesso, Leponzi (IV-I sec a.C.). Seguirono i Marmo, serizzo, piode economico positivo. Negli ultimi
in Valle Antigorio
romani e, soprattutto dal secolo XIV Sono vallate indipendenti quelle anni, società straniere hanno com-
in poi, il Ducato di Milano. A partire dell’Ossola, con una storia “mine- piuto rilevamenti e campionamenti
dal 1700 il settore minerario aurifero raria” piuttosto complessa. Per ne- in diverse aree ex-minerarie, per sti-
prese slancio, divenendo un traino cessità di sintesi, da nord a sud vi mare le risorse ancora presenti, ma
per l’intera regione. si possono individuare quattro senza alcuna prospettiva di riaper-
Nel corso del XVIII e XIX secolo si in- aree minerarie principali, per tura dell’attività.
tensificarono le ricerche per aprire estensione o per importanza. In Discorso opposto per il settore
miniere d’argento, rame, ferro e altri Valle Antigorio, nei comuni di delle cave per l’estrazione di mate-
minerali. Molti tentativi andarono pe- Crodo e Viceno, la miniera di quar- riale lapideo da costruzione.
rò falliti. zo aurifero dell’Alfenza, a Gondo, La grande varietà di rocce ha infat-
Fra le ragioni, i tenori troppo bassi di in Val Divedro, al confine italo- ti permesso di individuare diversi
minerale utile nella roccia, la man- svizzero, le miniere di pirite aurife- materiali di grande pregio per il
canza di mezzi finanziari sufficienti ra, in Valle Antrona le miniere comparto edilizio.
per i lavori preliminari e, non trascu- d’oro del Mottone. Infine, in Valle L’eccellenza è rappresentata dal
rabile, le difficoltà legate al sito stes- Anzasca, la valle del Monte Rosa, i marmo di Candoglia, frazione di
so, di non facile accesso e lontano giacimenti auriferi più cospicui, Mergozzo, estratto esclusivamente
dalle grandi vie di comunicazione 800 ettari ripartiti fra sette conces- per interventi di restauro di guglie e
per il trasporto del materiale trattato. sioni minerarie. statue del Duomo di Milano. Ma oc-
Inoltre, per attivare una miniera con Tutto ciò è ormai storia: in Ossola corre citare anche il granito bianco
vantaggio e su larga scala occorreva- oggi non ci sono più miniere in atti- di Montorfano, il marmo grigio di
no ingenti capitali sia per i lavori di vità. Una storia iniziata con l’oro e Ornavasso, il marmo palissandro di
scavo che per l’edificazione degli sta- con lo stesso, lucente metallo termi- Crevoladossola, le quarziti e i seriz-
bilimenti per la trattazione del mine- nata: ultime a chiudere, nel 1961, zi della Valle Antigorio, della Val
rale. Impegni fronteggiabili solo da sono state le miniere aurifere di Formazza, del Sempione e della
Paolo Pirocchi

forti società di azionisti, con persona- Macugnaga. I costi di estrazione e di Valle Anzasca. Per non dire delle
le competente, conoscitore delle tec- trasporto del materiale erano trop- beole, o piode, distribuite in tutta
nologie. po elevati per generare un ritorno l’Ossola.

69
NATURA

I
Erebia christi
Paolo Palmi

Isolarsi in un ambiente estremo. Un falla, mettendo così a repentaglio la sua


buon metodo scelto da molte specie, sopravvivenza. Per fortuna non erano
animali o vegetali, per difendersi dai questi gli unici biotopi in cui era pre-
pericoli dovuti al moderno stile di vita sente. Qualche anno prima fu infatti
umano. rinvenuto un esemplare lungo la stra-
La specie in questione è Erebia christi, da che da San Domenico sale all’Alpe

Dante Alpe
una piccola farfalla diurna: 3,5 cm di Veglia, nell’omonimo parco naturale.
massima apertura delle ali di colore Altri ritrovamenti sono seguiti al Lago

U
marrone-rossastro. L’ambiente estre- di Agaro e in Val Bognanco, ma so-
mo coincide invece con un areale mol-
to limitato tra l’Ossola e il Vallese, dove
è denominata “farfalla mora del
prattutto nei parchi naturali dell’Alpe
Devero e dell’alta Valle Antrona.
In queste zone dal 2003 al 2005 le ri-
Fagiano di monte
Sempione”. Microambienti compresi cerche hanno portato all’osservazio- Radames Bionda
tra 1500 e 2100 metri di quota, inacces- ne della farfalla in vari siti e la conse-
sibili pareti rocciose dove germoglia- guente stesura di una mappa più pre- Un galliforme legato ai climi freddi. il territorio più centrale rispetto agli altri.
no piccole graminacee del genere fe- cisa del suo areale ne faciliterà la tute- Sulle Alpi predilige gli ambienti domi- Insieme alla capacità di non farsi preda-
stuca, nutrimento esclusivo dei suoi la e la conservazione. nati da arbusti di rododendro e mirtillo re, la vittoria costituisce per le femmine
bruchi. Ed è questo ambiente difficile Erebia christi è uno dei lepidotteri più tipici del limite superiore delle foreste. garanzia di buon patrimonio genetico
da raggiungere ad averla salvata dal- rari d’Europa e per questa ragione è In Ossola è diffuso ovunque sia presen- da trasmettere alla discendenza.
l’assalto dei collezionisti, dopo il pri- entrata di diritto nella lista delle spe- te questo habitat. Le popolazioni più Gli adattamenti fisiologici consentono al
mo ritrovamento avvenuto in Vallese cie protette dall’Unione Mondiale per numerose si incontrano sui versanti me- fagiano di monte di sopravvivere nel
nel 1882. la Conservazione della Natura e nella no acclivi, come nel caso dell’Alpe difficile ambiente alpino anche durante
Difficile, ma non al punto da fermare il Direttiva Habitat dell’Unione Euro- Veglia e Alpe Devero o dell’alta Val gli inverni più rigidi. La specie è infatti in
“progresso”: nel 1982 gli interventi col- pea. Inoltre è stata inserita nel Bognanco. grado di utilizzare alimenti assai poveri
legati alla trasformazione in carrozzabile Progetto Life Natura “Alpe Veglia e È una specie poligama, quindi caratte- dal punto di vista nutritivo quali gemme
della strada di fondo valle della Alpe Devero: azioni di conservazione rizzata da un forte dimorfismo sessuale: di larice e pino montano, riducendo al
Laggintal, luogo del di ambienti prativi montani e di tor- il maschio ha un piumaggio appariscen- minimo il dispendio energetico.
primo ritrovamento, biere”. Per le Aree protet- te, nero con riflessi bluastri su collo e so- L’interesse che il fagiano di monte rive-
distrussero gli habi- te dell’Ossola una bel- praccoda, mentre la femmina ha una ste dal punto di vista della conservazio-
tat a bassa quota la responsabilità. colorazione molto più mimetica. ne deriva dalla sua sensibilità ai muta-
della piccola far- L’aspetto forse più caratteristico di que- menti ambientali dovuti sia all’abbando-
sto uccello di indole piuttosto elusiva è no delle attività zootecniche tradiziona-
legato alle parate nuziali in primavera. li, sia al “disturbo” antropico legato al tu-
Tra aprile e maggio i maschi si radunano rismo invernale. Recenti ricerche hanno
Paolo Palmi

all’alba in particolari aree (dette arene di tra l’altro evidenziato come la specie sia
canto, o lek) per combattere tra loro. I sensibile non solo alle alterazioni indot-
combattimenti hanno lo scopo di difen- te dalla presenza di stazioni sciistiche,
dere un territorio di dimensioni molto ri- ma anche alla diffusione di attività al-
dotte e, al termine, le femmine scelgono l’apparenza innocue, quali lo sci alpini-
di accoppiarsi col maschio che difende smo e l’escursionismo con le ciaspole.

70 71
NATURA

C
Gufo reale Tulipano di Grengiols

L’
Radames Bionda Andreas Weissen

Il più grande rapace notturno euro- in febbraio e i giovani diventano indi- Chi sale frettoloso da Briga verso il In Vallese il tulipano si è ben adattato,
peo. Una specie molto adattabile, che pendenti a fine agosto. Per buona par- Goms, con molta probabilità riserva al punto da diventare specie endemica.
si incontra in una grande varietà di te di questo tempo l’unico a cacciare poca attenzione al cartello indicante Una vera rarità botanica, la cui soprav-
ambienti aperti o semiaperti, dal livel- in famiglia è papà gufo, mentre la “Grengiols”, piccolo paese a 1000 me- vivenza è strettamente legata alla colti-
lo del mare alle praterie alpine. mamma rimane nel nido a vigilare. tri di quota, discosto dal fondovalle. vazione tradizionale della segale ver-
Un cacciatore implacabile, in grado di Per questo motivo, il buon esito della A maggio però le cose cambiano: mol- dina-autunnale. Durante l’aratura
catturare prede che vanno dalle di- covata è dipende dalla disponibilità di ti seguono l’indicazione e salgono i 15 d’autunno i bulbi laterali-secondari del
mensioni di un coleottero a quelle di prede di adeguata “pezzatura” suffi- chilometri di strada per arrivare lassù, fiore vengono separati e distribuiti nel
un grosso rapace. Tuttavia, non si può cientemente numerose nelle imme- attirati da un evento particolare: la fio- campo. Nella primavera successiva i
dire che sia una specie comune. Per diate vicinanze: se le prede sono trop- ritura del tulipano. tulipani fioriscono tra la segale insieme
una coppia di gufi reali, infatti, alleva- po piccole, papà gufo deve compiere Cinquecento abitanti, tipiche case val- ad altre erbe spontanee (se però i cam-
re una covata di giovani è piuttosto im- troppi viaggi per sfamare i piccoli, lesane di legno di larice, Grengiols fa pi sono coltivati in primavera il tulipa-
pegnativo. Le mentre se sono troppo grosse il tra- parte del Parco naturale della Binntal. no scompare).
uova sono sporto diviene difficoltoso. La sua “fama” è dovuta appunto a que- Per tutelare il fiore è nata un’apposita
in genere Quasi tutte le ricerche condotte sull’ar- sto fiore, che richiama più l’Olanda associazione (Tulpenzunft) e la sezio-
depo- co alpino hanno evidenziato come la che la Svizzera. E se particolare è ne vallesana di Pro Natura ha acquista-
ste dieta dei giovani gufi reali dipenda so- l’evento, non da meno è la storia del to un campo per coltivarvi la segale.
prattutto da specie antropofile, come fiore stesso. Scoperto il 26 maggio Il tulipano presenta tre varietà di diver-
ratto, riccio e piccione domestico, che 1945 dal botanico Eduard Thommen, so colore: giallo, a righe rosse e gialle e
nell’Ossola formano quasi il 70% della Tulipa grengiolensis (il nome scientifi- rosso. Prima a fiorire sulla
dieta. È questa la ragione per cui la co) discende quasi certamente da una Chalberweid, solatia collina sopra al
quasi totalità delle coppie cono- specie di origine ignota, introdotta in paese, è la varietà gialla. Un apposito
sciute sul territorio ossolano è passato insieme ad altre specie esoti- sentiero (Tulpenweg) consente di
concentrata lungo il fondovalle. che. Un passato lontano, visto che lo- ammirare lo spettacolo con una
Vivere a contatto con l’uomo calmente la specie è detta “tulipano breve passeggiata ad
ha però dei “costi” molto eleva- dei romani”. anello.
ti. Ogni anno, molti gufi reali
Alex Agten

muoiono fulminati su tralicci, ur-


tando i cavi delle linee elettri-
che, oppure scontrandosi con-
tro veicoli e altre strutture artifi-
ciali. Una mortalità che talora
non è compensata dal numero di
giovani che riesce a sopravvivere sino
alla riproduzione.
Il rischio è di assistere in
molte zone a un decli-
no della specie.
Da
nte
Alp
e

73
NATURA

A
La torbiera
Paolo Pirocchi

Al contrario dei laghi di montagna particolare. Sono fortemente condi-


dalle acque cristalline, le torbiere zionate dalle caratteristiche chimiche
(come stagni e paludi) sono state per delle acque e del substrato roccioso.
molto tempo sinonimo di malsano. Gli ampi altipiani su substrato calca-
Nei luoghi meno accessibili alcuni di reo, tipici di gran parte delle valli os-
questi ambienti si sono però conser- solane, determinano un’elevata pre-
vati e oggi si rivelano preziose riserve senza di torbiere basse “alcaline”, ca-

Cristina Movalli
di biodiversità, con una ricca varietà ratterizzate dalla presenza di associa-
di organismi specializzati. zioni vegetali quali il cariceto a Carex

È
Una torbiera è un ecosistema in cui, davallianae (carice di Davall).
per particolari condizioni idriche e Catturano in particolare l’attenzione

Il castagneto legate al suolo, la sostanza organica


prodotta dai vegetali non si decom-
pone, ma tende ad accumularsi. Si
a inizio estate le profumate distese di
Primula farinosa, cui seguono le fio-
riture delle piccole tajole (Tofieldia
Edoardo Villa forma così la torba, deposito organi- calyculata), o della candida parnas-
È a partire dall’epoca romana che, per funzioni che si riconoscono alla fore- co scuro, povero di elementi nutritivi. sia (Parnassia Palustris).
molteplici motivi, l’uomo ha favorito la sta, come la protezione idrogeologica L’Ossola presenta una notevole ric- Caso unico in Piemonte è la presenza
diffusione del castagno a scapito della dei versanti, l’arricchimento del paesag- chezza di questi ambienti, in partico- significativa di specie tipiche delle
vegetazione forestale originaria. gio e della biodiversità. In considera- lare nelle aree subalpine e alpine del- torbiere “alte”, sfagni e muschi, in gra-
Innanzitutto l’albero (Castanea sativa) zione di tali valenze il castagneto ap- le valli Antrona, Bognanco, Devero, do di alzare il livello vegetale rispetto
era prezioso per il suo frutto, la casta- partiene all’elenco degli ambienti tute- Formazza. Si tratta di torbiere di alta alla falda idrica, grazie a condizioni
gna, che costituiva un’importante fon- lati dalla Direttiva “Habitat” dell’Unio- quota, in gran parte “torbiere basse”, climatiche di accentuata umidità.
te alimentare invernale, tanto da giusti- ne Europea. legate a suoli umidi con falda freatica Queste zone ospitano vere rarità, co-
ficare l’appellativo di “albero del pa- Nei boschi dell’Ossola, tra 200 e 1000 superficiale. Vi si sviluppano soprat- me Carex pauciflora, o Drosera ro-
ne”. Le castagne prodotte dagli alberi metri di quota, il castagneto occupa un tutto comunità di ciperacee, carici in tundifolia, piccola pianta insettivora.
da frutto innestati, gli arbul, ma anche posto di rilievo. Nelle diverse forme di
Torbiera in alta Val Bognanco
dagli esemplari selvatici, erano consu- gestione (ceduo, fustaia, piantagione
mate in diversi modi: cotte, lessate, es- da frutto) ricopre una superficie di ol-
siccate e sbucciate venivano mangiate tre 3000 ettari. Le formazioni più estese
con il latte, oppure erano trasformate si trovano in bassa Ossola, a valle di
in farina usata per preparare diversi ci- Domodossola.

Toni Farina
bi, tra cui anche il pane. Il legname del In diverse zone è possibile ammirare
castagno era utilizzato per produrre arbul di carattere monumentale. Tra i
travi, paleria per le vigne, staccionate e più noti gli esemplari situati presso
come legna da ardere. Oggi questi usi, l’Alpe Lut, sul versante Toce del Parco
sebbene ancora in parte praticati, han- nazionale Val Grande. Altri alberi no-
no perso importanza, ma il castagno ri- tevoli si osservano nel territorio dei co-
mane una specie forestale di grande muni di Trontano e Druogno (Fraz.
valore. È un’importante pianta mellife- Orcesco), Montecrestese e Crodo
ra e i suoi boschi assolvono tutte le (Fraz. Maglioggio).

74 75
Roberto Bianchetti
Abitare Inverno generoso a Crampiolo (Parco Alpe Devero)

Legno e pietra, pietra e legno. Sono que- le di Mühlbach, villaggio museo-vivo tralicci, necessità dell’evo moderno punteggiato dalla necessità di ingra-
ste le due principali “variabili materia- nel Parco naturale della Binntal, in che, invasive e prepotenti, hanno mo- ziarsi il cielo, di respingere paure, di
li” che accompagnano la presenza Vallese. La pietra della incredibile dificato molti sky line ossolani, alter- farsi amico il futuro.
umana sulle Alpi. Scala di Ragozzale, tagliata nella pio- nandosi alle cime dei monti e alle chio- Ma il sacro, è noto, non è mai disgiun-
L’Ossola non fa certo eccezione, anzi, da per consentire il transito degli ar- me dei larici. Dal Toggia ai Sabbioni, to dal profano e l’Ossola non fa certo
ne è significativa conferma. Legno e menti. E quella delle strade Antronesca sul Passo del Monscera e sul San eccezione, anzi, ne è significativa con-
pietra alternati in equilibrate e funzio- e dell’Arbola che ancora oggi agevola- Giacomo. I cavi appesi solcano il cielo ferma. E allora non si può non conclu-
nali soluzioni. E spesso sommersi dalla no il cammino dei viaggiatori dell’alpe. di un “paesaggio elettrico”, carico di dere la rassegna con un’incursione nel
neve, come nel caso della bella imma- Il legno delle staccionate poste a delimi- energia, ma altre “energie” hanno nei territorio del gusto. Gusti riscoperti, co-
gine di Crampiolo. Il legno dei tronchi tare il cammino dal pascolo. Soggetti di secoli solcato l’aria di queste valli. me il formaggio di capra di Cicogna,
sovrapposti e intrecciati delle case di ricerche pittoriche, di composizioni fo- Eteree e sfuggenti, ma in grado di spin- nel Parco nazionale Val Grande, e il
Salecchio, villaggio Walser sul versante to-grafiche. gere persone a migliaia a camminare miele gustoso di fragranze floreali.
a solatio della Valle Antigorio. E dei Legno e pietra, pietra e legno. Ma è infi- dall’alba al tramonto, salmodiando Come legno e pietra stanno spesso in
tronchi di larice brunito da secoli di so- ne arrivato il ferro. Quello dei grandi sui monti. Un paesaggio sacralizzato, “equilibrata” unione.
76 77
ABITARE

Ossola, terra di confine, Colonne di muli sugli alti colli


Se la frequentazione dei valichi osso-
l’apertura di una strada commerciale
tra Milano e Berna. Una grande via

G
terra di transiti lani nell’antichità è certa, anche se
ancora poco documentata, è con il
rifiorire dell’economia mercantile
nel cuore dell’Europa. Tra l’altro, il
Passo del Gries è ancora oggi è uno
dei pochi valichi storici sulle Alpi a
Paolo Crosa Lenz nel Basso Medioevo che i passi alpi- non essere percorso da strade, ma
ni assumono rilievo strategico per il solo da un’antica mulattiera.
flusso di merci tra l’Italia e l’Europa Altre vie storiche passavano sul
Grazie ai loro valichi, i monti contata nel moderno Archeomuseo centrale. Sulle Alpi l’attività che af- Monte Moro a Macugnaga, sul Passo
dell’Ossola, ovvero le Alpi Pennine Multimediale di Varzo. La civiltà dei fiancò l’allevamento sugli alpeggi fu di Saas in Valle Antrona, sul Passo
orientali e Lepontine occidentali, so- Leponti, gli antichi abitanti in età la someggiatura, il trasporto con ani- San Giacomo in Val Formazza (il
no sempre state “terre alte” permea- protostorica della regione, è invece mali da soma delle merci in transito “Monte di Valdolgia” dei documenti
bili al transito di uomini, merci e cul- documentata nelle collezioni ar- sui valichi. Un esempio significativo medioevali) e sulla Bocchetta
ture. All’Alpe Veglia, ad esempio, so- cheologiche del Museo del è fornito dal Passo del Gries, a 2479 d’Arbola, o Albrunpass, in Devero,
no stati rinvenuti i resti di un accam- Paesaggio di Verbania. Essi svilup- metri di quota tra la Val Formazza e che conserva ancora bei tratti selciati
pamento temporaneo di cacciatori parono una propria civiltà nel I l’Alto Vallese che costituì per cinque sia nella Valle di Binn che nei dintor-
nomadi della preistoria. Millennio a.C. (età del ferro) in secoli la via più diretta fra la pianura ni del colle. Nel XIII e XIV secolo
Montanari di diecimila anni fa, cac- un’area comprendente il Canton lombarda e la Svizzera centrale. questi valichi “alti” furono percorsi
ciatori di camosci e stambecchi che Ticino, il Verbano, l’Ossola e l’Alto Da Milano a Berna, dal Mediterraneo dai coloni walser che costituirono
fornivano carni e pelli, ma anche cer- Vallese. A Dresio di Vogogna una te- alle pianure dell’Europa centrale, at- comunità rurali alla testata delle valli
catori di cristalli di quarzo con cui sta in pietra ollare raffigura traverso il Gries transitarono uomini, alpine. È però il Sempione, con la
costruire armi e utensili. Quella lon- Verkos/Belenos, divinità locale legata merci, idee. Fu una strada commer- sua storia millenaria e le sue “tre stra-
tana esperienza umana è oggi rac- ai culti dell’acqua e della vegetazione. ciale, una carovaniera percorsa da de”, romana di Summo Plano, secen-
lunghe file di muli. Da nord scende- tesca di Stockalper e napoleonica, a
vano bestiame, pelli e formaggi (lo rappresentare il ruolo nevralgico di

Toni Farina
“sbrinz” dell’Oberland bernese), ma questa terra nello scacchiere euro-
anche prodotti di lusso come i cri- peo. Il Sempione si apre a oltre due-
stalli di Engelberg. Da sud salivano il mila metri di quota tra le Alpi
vino dell’Ossola, le granaglie, il sale Pennine e Lepontine e permette il
prodotto sulle coste italiane. transito tra la Pianura Padana e la
Una grande carovaniera necessitava Valle del Rodano, consentendo così
di un’accurata manutenzione: il ripri- l’accesso alle grandi pianure e città
stino del selciato dopo le nevicate in- d’Europa.
vernali, il taglio delle valanghe pri- Kaspar Jodok Stockalper (1609-
maverili, la verifica continua di ponti 1691), figlio di mercanti di origine
e passerelle. Una manutenzione da italiana, fu “le roi du Simplon”. Un
effettuarsi su entrambi i versanti alpi- protagonista della storia ossolana e
ni: per questo il 12 agosto 1397, a uno dei principali commercianti
Munster, capoluogo del Goms d’Europa (parlava cinque lingue).
(Vallese), si riunirono i rappresen- Fece costruire una strada mulattiera
tanti dell’Ossola e della Val larga tre metri attraverso il valico e la
Formazza con quelli della città di dotò di soste e locande, come la tor-
Berna, dell’Abbazia di Interlaken, re di Gondo, il palazzo a Briga e un
delle comunità dell’Hasli e del Goms ospizio sul colle. Nel 1634 ottenne il
per firmare una convenzione che ga- monopolio del servizio postale tra
Trekking someggiato alla Bocchetta d’Arbola
rantisse il comune impegno nel- Milano e i Paesi Bassi che funzionò

78 79
ABITARE

per perseguitati politici e razziali, il ri- Pizzo Zucchero e Pizzo Caffè.

Renato Boschi
lievo economico delle centrali idroe- Toponimi curiosi, accettati dalla car-
lettriche e la presenza di industrie tografia e indicati nelle guide alpini-
belliche “sfollate” fecero di questa stiche, che evocano e richiamano
terra di confine un luogo strategico l’epoca e il mondo del contrabbando.
nello scacchiere della Guerra di Un’attività illegale svolta per secoli
Liberazione. I valichi alpini si nobili- da “uomini di frontiera” in una terra
tarono come simboli delle “monta- di frontiera come l’Ossola, incuneata
gne di libertà”. L’insurrezione di nella Svizzera.
Villadossola, il sacrificio di Filippo Gli “spalloni”, così erano chiamati i
Maria Beltrami, il rastrellamento del contrabbandieri, hanno proseguito i
giugno 1944 e l’eccidio di Fondotoce, loro viaggi di confine fino agli anni
l’esperienza liberatoria e salvifica ‘70 del secolo scorso, permeando in
della Repubblica dell’Ossola furono modo profondo la memoria storica
momenti costitutivi del riscatto e di delle genti ossolane. La loro è una
una nuova identità nazionale. Ma la storia di valichi alti e bocchette sco-
Statua dell’aquila sul Passo del Sempione storia anche recente dei valichi nosciute, sentieri impercettibili e fati-
dell’Ossola non è solo storia di guer- che notturne, lunghe marce nella ne-
per 170 anni, al quale si aggiunse nel Altre vie, costruite per altri scopi si ra: la raccontano due torrioni rocciosi ve tra il pericolo delle valanghe.
1648 il monopolio per il commercio trovano sia sui monti della Valle del alti una cinquantina di metri a guar- Avventure ammantate di leggenda,
del sale. Si pensi che a metà del ‘600 Toce e dell’Ossola, sia sulle verdi dia del Passo delle Balmelle, in Val sotto un “sole zingaro” e una “luna
lavoravano sul Sempione ben due- colline alle spalle del Lago Maggiore. Divedro, a 2300 metri di quota: il pallida e tenue”.
cento mulattieri. Vie che offrono la possibilità di leg-
Sul Passo del Gries
gere una pagina importante della
“Pour fair passer le cannon“ storia del primo ‘900. Trincee e cam-
I cannoni di Napoleone Bonaparte. minamenti che rimandano alla prima
Fu per permettere il loro passaggio guerra mondiale, quando questi
che “l’Empereur des Français” fece monti furono fortificati per difendere
costruire sul Sempione a inizio ‘800 il confine nord dell’Italia a ridosso
una strada carrozzabile. Fu la prima della Svizzera. Nel Verbano e
strada carrozzabile moderna traccia- nell’Ossola esse coprono un dislivel-
ta sulle Alpi e suscitò l’entusiasmo lo di 2000 m tra la piana del Toce e il
della borghesia europea, tanto da es- Monte Massone e fra il Lago
Toni Farina

sere paragonata a opere come le pi- Maggiore e il Monte Zeda. Furono


ramidi o i giardini pensili di Nabuco- costruite tra il 1916 e il 1918 in fun-
donosor. zione difensiva a fronte di un even-
Il servizio regolare di carrozze e dili- tuale attacco austro-tedesco attraver-
genze postali che vi transitava permi- so la Svizzera. L’insieme delle opere
se agli intellettuali europei dell’Otto- militari prende il nome di “Linea
cento di iniziare il Grand Tour Cadorna” dal generale Luigi Cadorna
d’Italie. Nel 1906 fu inaugurato il tra- che fu capo di stato maggiore del-
foro per il collegamento ferroviario l’esercito italiano fino al 1917.
tra Milano e Berna, un’impresa inge- Tra il settembre 1943 e l’aprile 1945
gneristica epica che tuttavia segnò il l’Ossola visse pagine grandi nella sto-
parziale tramonto del Sempione co- ria della Resistenza italiana. La vici-
me valico strategico. nanza con la Svizzera, terra di rifugio

80 81
ABITARE

gliare non si identificano come una la visibilità delle immagini votive, a


Un paesaggio sacralizzato emergenza monumentale solitaria,
ma partecipano di un disegno com-
diversa dedicazione, a formare un tut-
t’uno sempre sotto gli occhi di coloro
plessivo, di un rapporto tra ambiente che si muovevano lungo le vie del
Tullio Bagnati
naturale e stile che fonda il proprio es- paese e i sentieri, attirando lo sguardo
sere in relazione alle litologie dei suo- e inducendo, insieme alla sosta, una
Quanta fatica c’è voluta, quella di in- crucis e i santuari isolati, l’elemento di li, alle morfologie dei luoghi, alla loro preghiera e un segno della croce: “o
tere generazioni, per fare più intimi i connotazione sacralizzante. orografia, alla rete della mobilità pe- tu che passi per questa via … fermati e
sentieri montani, costruire una bellez- donale, agli usi dei suoli, agli abitati. di’ un’Ave Maria” si legge su una cap-
za diffusa che tiene insieme minuti Radici lontanissime La diffusione territoriale di tale pelletta.
elementi architettonici di spontaneità Il processo di simbolizzazione (o “sa- espressività devozionale è stata di re- Si tratta perlopiù di micro-architetture
devozionale con territorio e natura. cralizzazione”) si perde nel tempo: si cente documentata proprio in Ossola che intervengono nello spazio del vi-
Una “appariscenza” che impronta la pensi solo a interventi quali le incisio- con un rilevamento a tappeto sui 15 vere e dell’operare, divenendo anche
nostra viabilità alpina, che forma il ni rupestri, o alle rocce levigate sulle comuni del fondovalle del Toce, dove parti integranti di infrastrutture della
“senso comune” di molti tracciati e quali scivolavano le donne secondo si sono censiste e schedate 599 cap- viabilità. Il caso dell’edicola votiva
percorsi che oggi definiamo “escur- un rito propiziatorio di fecondità, dal- pelle. con l’effige della Madonna di Re, po-
sionistici”. le chiare origini pagane. Radici eredi- In analogia con altri territori alpini, i sta a bipartire l’arco del ponte sul Rio
Al pari di tutte le terre di mezzo e del- tate e adattate dalla religiosità popola- segni della devozione popolare sono Margologio ai mulini di Verigo di
le terre alte, anche l’ambito geografico re, in rapporto dialettico con la reli- leggibili nelle aree di insediamento Trontano, oppure la cappelletta detta
ossolano - e i parchi che ben ne rap- gione cattolica e le sue imposizioni ri- prossime ai parchi, o nelle aree di “della Gora” (datata 1766 rappresenta
presentano la matrice ambientale - tuali, con riti e immagini proprie, co- transizione verso le terre alte della una “Madonna del latte”), sulla mulat-
presenta, nel palinsesto del paesaggio munque sempre riconducibili alla vo- monticazione estiva: affreschi sulle tiera a precipizio che da Goglio sale a
insediato, una chiara connotazione lontà di contrassegnare con la spiri- facciate delle case negli abitati perma- Devero, posta sotto una balma a for-
“sacrale”. Non a caso si è teorizzato di tualità devozionale i luoghi e le strade nenti e nei maggenghi, cappelle di di- mare un tutt’uno tra selciato e spio-
un “paesaggio sacralizzato”: un tratto della fatica, del commercio, dei colle- versa fattura e titolazione, in prevalen- venti rocciosi. O ancora, sull’erta salita
distintivo di tracciati, viabilità, alpeggi, gamenti extralocali, finanche dei peri- za a semplice edicola, con nicchie po- del Veglia, la Cappella del Groppallo,
nuclei abitati, poggi e belvedere. Del coli o dei terrori. co profonde, specchiature laterali, e posta a segnare il netto cambio di pas-
resto, più in generale, va riconosciuto La realizzazione di manufatti della fe- incorniciatura architettonica a so dell’antica via di accesso all’alpe.
come nella formazione del pae- de concorre ad armonizzare lo timpano con copertura in Il fenomeno devozionale testimo-
saggio culturale alpino, il pro- spazio inteso come un bene co- piode. nia inoltre di una produzione artisti-
cesso di “simbolizzazione” del mune di primaria importanza. Alla visibilità di questi ca popolare connessa in modo in-
territorio trovi nell’architettura Cappelle, oratori, edicole manufatti, affioranti scindibile al territorio. La giaci-
religiosa, nella sua duplice ed effigi parietali nate dal selciato del sentie- tura di strutture religiose mi-
espressione a tipologia tradizio- spesso per ex voto e ro o radicati nella terra nori offre il supporto a una
nale (chiesa pievana o parroc- devozione fami- del pendio, si associa messe di rappresentazioni fi-
chiale, cappella, oratorio, croce gurative pittoriche di epoche

Roberto Bianchetti
o cippo ed edicola votivi), o a successive e di stili differenti:
più articolate e pregnanti va- tra le 599 cappelle censite si so-
rianti scenografiche e paesaggi- no documentate 32 diverse icono-
stiche quali i sacri monti, le vie grafie mariane e 78 di santi.

Autani di Set Frei (Parco Alta Valle Antrona)

82 83
ABITARE

Il culto mariano sua fronte cominciò a uscire del L’Autani di Set Frei Sette Fratelli Martiri, nonché le sette ci-
Accanto alla onnipresenza dei santi sangue che venne raccolto e vene- Della configurazione territoriale del me al cospetto delle quali si cammina,
legati al calendario delle attività e rato, insieme allo stesso affresco sistema devozionale percepiamo oggi a cavallo fra le valli Antrona e
delle vocazioni della cultura conta- mariano (che da quel momento verrà soprattutto gli aspetti legati al paesag- Bognanco.
dina, è forte e prevalente la devo- denominato “Madonna del Sangue”) gio e all’architettura. Non si può però L’origine della processione è molto
zione alla Madonna, con molte e di- nei secoli a venire. trascurare l’intreccio che essi hanno antica, e risale comunque a prima del-
verse e specifiche dedicazioni (di Tale devozione si allargò non solo avuto con la vita e la quotidianità di in- la peste del 1640, alla quale la creden-
Caravaggio, del Latte, del Rosario, in tutta l’Ossola, ma anche in terre tere generazioni, o espressione di co- za comune l’attribuisce come voto di
di Loreto, dell’Addolorata, della vicine e lontane, veicolata da pelle- munità quali pellegrinaggi, processio- grazia e protezione. Il termine “auta-
Cintura, del Boden), non a caso tut- grini e migranti. La diffusione di una ni e cerimonie religiose. Molte di quel- ni” deriverebbe da una contrazione
te vicine al vissuto della popolazio- storica devozione dalle terre di le che oggi percorriamo come “vie dialettale di litanie, cioè quelle pre-
ne proprio per quello che la stessa Vigezzo ai territori sia limitrofi che escursionistiche”, oltre che vie di lavo- ghiere ripetitive e cadenzate recitate e
figura di Maria rappresenta. compresi nel Parco nazionale Val ro e di fatica costituivano la trama di anche cantate, nel corso della stessa
Tra le specifiche dedicazioni molto Grande, ha fatto sì che l’ente di ge- percorsi di devozione e di pellegri- processione.
diffusa nelle valli ossolane è quella stione identificasse la Madonna di naggi dei quali, in molti casi, si è persa L’Autani di Set Frei è oggi la più lunga
alla Madonna di Re, dal nome della Re come propria patrona. memoria. Fanno tuttavia eccezione processione non solo dell’Ossola, ma
località vigezzina dove la sera del 29 Un caso unico in Italia, segno fattivo permanenze significative quale la pro- di tutte le Alpi. Prende avvio alle 4,30
aprile del 1494, a seguito di una sas- di una devozione che ha segnato il cessione dell’Autani di Set Frei, ovve- del mattino dalla Chiesa parrocchiale
sata lanciata contro l’immagine del- territorio e ha coinvolto in modo ro dei sette fratelli, la cui ricorrenza ca- di Montescheno e con un percorso di
la Madonna del Latte posta sulla fac- profondo la vita della gente delle de la terza domenica luglio. Il nome ri- oltre 20 chilometri supera ben 1600
ciata della chiesa parrocchiale, dalla sue terre. corda la celebrazione della festa dei metri di dislivello. Una lunga giornata
di cammino che termina alle dieci di
sera con la celebrazione della messa a

Roberto Bianchetti
Montescheno.
Un modo, faticoso, ma autentico e
coinvolgente, di ritornare allo spirito
di questi remoti segni di devozione
sulle montagne ossolane.

Cappella a Ge
nestredo (Parc
o Val Grande)

ni
Giancarlo Marti
Chiesa della Noga a Villadossola

84 85
ABITARE

modificava in modo ampio il paesag- nito progetto Conti li mostrò nell’im-

Roberto Bianchetti
gio, anche per la localizzazione piutto- pianto di Goglio, alla base dell’Alpe
sto nascosta. Tuttavia, nell’impianto di Devero, inizialmente (1910) alimentato
Piedimulera una diga a porte mobili ca- solo da una condotta di 500 metri di
pace di 94.000 metri cubi e un canale di salto con presa sul torrente, ma poco
oltre 6 chilometri di lunghezza avviava- dopo (1912) alimentata dalla prima di-
no una scala diversa nella trasforma- ga ossolana: quella del lago di
zione “elettrica” del territorio, che Codelago, invaso di “13.000.000 di
avrebbe avuto con la Società Elettrica metri cubici” di cui “lo sbarramento ha
Conti ben altre dimensioni e ben altri un’altezza di ritenuta di 14 metri”,
impatti sul paesaggio. spiegava con toni entusiasti Ubaldo
Rossi sulla rivista “Illustrazione
Codelago, la prima diga Ossolana”. Che ciò preludesse a un “si-
Il progetto di Conti era grandioso: “il stema” lo si vide pochi anni dopo
primo esempio in Italia, e forse anche (1914), con la grandiosa centrale di
altrove, di sfruttamento integrale di un Verampio, forse la più potente del-
grande bacino imbrifero,”, ricordava l’epoca in Italia, alimentata dalle stesse
nel suo “Taccuino”. Uno sfruttamento acque per mezzo di un canale in galle-
Stambecco climber sulla Diga di Cingino
non limitato alla semplice captazione ria di oltre 7 chilometri. Quasi in con-

L’
Ossola, “paesaggio elettrico” delle acque, ma fondato soprattutto
sull’accumulo, sulla creazione di gran-
di serbatoi ad alta quota, proprio in
temporanea la Dinamo realizzava l’im-
pianto di Varzo, inizialmente captando
l’acqua dal Cairasca, poi realizzando lo
Paolo Volorio quella parte del territorio ossolano (e sbarramento del Lago D’Avino, sopra
alpino) che più d’ogni altro era rimasto l’Alpe Veglia, a 2234 metri di quota: lo
“L’energia delle nostre cascate alpine, Val Formazza. Ma nell’intuizione delle intatto. I prodromi di questo ben defi- splendido lago, immortalato più volte
imprigionata nelle lunghe tubazioni, potenzialità energetiche di questo lem-
pulsante nelle poderose turbine, magi- bo delle Alpi Conti era stato preceduto

Toni Farina
camente trasformata in elettricità negli dall’iniziativa di società locali che ave-
alternatori, questa energia noi l’abbia- vano realizzato impianti in Valle
mo sognata mentre percorre le vie se- Antrona a Rivera nel 1898, in Val
gnate dal genio umano, lungo le reti di Bognanco presso il Torrente Dagliano
sottili conduttori e l’abbiamo poi vista nel 1901 e in Val Vigezzo, a Malesco,
fata benefica, diventare luce, lavoro, sfruttando le acque del torrente Loana
calore, nelle borgate, nelle città popolo- nel 1902. A queste era seguita nel 1904
se a mutarvi profondamente le condi- la ben più importante Società delle
zioni dell’esistenza”. Forze Motrici dell’Anza, antesignana
nello sfruttamento capitalistico delle
Così Ettore Conti iniziava il 22 dicem- acque del torrente omonimo con l’im-
bre del 1924 una conferenza sul “pro- pianto di Piedimulera.
blema idroelettrico in Italia”, chiarendo Si trattava ancora impianti di modeste
lo spirito positivo con cui si valutava la dimensioni, nella struttura come nelle
“colonizzazione idroelettrica” delle val- potenze, che captavano l’acqua diretta-
li alpine. Di questa colonizzazione a mente dai torrenti con canali e poi, da
scala nazionale Conti era stato pioniere piccoli serbatoi, la facevano precipitare
in Ossola fin dal 1907, anno cui risale attraverso brevi condotte forzate sino
L’Arbola si riflette nell’invaso di Coidelago
l’impianto di Foppiano, alla base della alle turbine. La loro realizzazione non

86 87
ABITARE

dal pittore Federico Ashton veniva irri- Si trattava di lavori grandiosi dal punto Villard). Ma la qualità formale di questi me supera il gradino di origine glaciale
mediabilmente trasformato. di vista ingegneristico ed esecutivo, af- veri monumenti non può cancellare gli a valle della piana di Riale. Una batta-
I decenni successivi avrebbero visto la fidati quasi tutti all’Impresa Umberto effetti dell’enorme trasformazione am- glia perduta qualche decennio dopo la
progressiva realizzazione del piano di Girola, visti dai contemporanei con bientale e idrogeologica che l’indu- sua morte con la costruzione degli
Conti e la graduale trasformazione del spirito entusiastico. Ancora il Rossi: stria elettrica impresse al paesaggio sbarramenti dei Sabbioni e di Morasco.
paesaggio con la costruzione di impo- “gagliarda iniziativa”, “l’opera è vera- ossolano. Quest’ultimo, come l’impianto gemello
nenti invasi: se un rallentamento si eb- mente grandiosa!”, e così di seguito. Nei primi decenni del XX secolo l’am- di Agaro (del 1938-’40), avrebbe radi-
be nel corso della Prima Guerra Conti peraltro vedeva le sue centrali biente naturale era inteso soltanto co- calmente trasformato un tratto di alta
Mondiale, quando fu costruita la cen- come una “corona di gemme” che im- me paesaggio e, salvo sparuti studiosi, valle alpina, nonché cancellato un anti-
trale di Crego con bacino di carico tutto preziosivano il territorio, e con questo gli elementi percepiti erano essenzial- co insediamento di cultura Walser.
sommato di ridotte dimensioni a spirito e intento aveva incaricato della mente estetici. “Quadri”, “vedute”, in- Oggi, nelle visite a questi luoghi, si col-
Piedilago, presso Premia, gli anni ‘20 loro definizione progettuale un grande somma, tipici di una concezione statica gono spesso valori ambientali che han-
videro il frenetico proliferare di cantieri architetto quale il milanese Piero e limitata del territorio che solo le ricer- no in parte sostituito quelli originari, ed
nell’alta Formazza. Del ‘22 è lo sbarra- Portaluppi. L’architetto non deluse il che e gli studi moderni hanno (in par- è spontaneo apprezzare la suggestione
mento del Lago Vannino con relativa suo committente: Verampio, Crego, te) superato. creata da questi grandi laghi, veri fiordi
centrale a Valdo, alimentata successi- Cadarese, Crevoladossola e le altre d’alta quota, con le cime che si rifletto-
vamente anche dagli sbarramenti del centrali sono dei veri capolavori d’ar- La Cascata del Toce no nell’acqua profonda. Ma è bene
Busin e dell’Obersee. Dell’anno suc- chitettura, cui fanno eco Rovesca e Significativa fu la battaglia intrapresa non dimenticare che la loro realizza-
cessivo è quella di Sottofrua, funzio- Pallanzeno e prima ancora Piedimulera da uno scienziato e alpinista di rango zione ha trasformato in modo irreversi-
nante con le acque del Lago Kastel, (del suo maestro Gaetano Moretti) e europeo quale Giorgio Spezia per sal- bile un ambiente primigenio. Fino ad
ampliato con un imponente sbarra- Varzo (del coetaneo U. Monneret de vare lo straordinario salto con cui il fiu- allora, ancora intatto.
mento. Queste acque, anziché essere
Notturno sulla Diga di Morasco
restituite al Toce, finirono negli anni
successivi in canalizzazioni sotterranee
per alimentare le centrali di
Crevoladossola e Cadarese.

Antrona, una valle “idroelettrica”


Cavalli, Campliccioli, Cingino,
Camposecco: quattro imponenti di-
ghe, alle quali va aggiunto l’amplia-
mento dell’invaso del Lago di Antrona.
Con questi interventi la Edison trasfor-
mava il paesaggio della valle ossolana.
Tutti gli impianti erano collegati alla
centrale di Rovesca e, con canale sot-
terraneo di oltre 14 chilometri, a quella
di Pallanzeno. Dopo Antrona fu la vol-
ta di Formazza: assorbita la Società
Conti, negli anni ‘30 la Edison ampliò
ulteriormente il sistema del Toce-
Devero con gli sbarramenti del Toggia,

Roberto Bianchetti
dei Sabbioni e di Morasco che avrebbe-
ro colmato gli altipiani dell’alta valle.
Contemporanea fu la costruzione della
imponente centrale di Ponte.

88 89
ABITARE

U
Il Santuario del San Gaudenzio di Baceno

L
SS. Crocifisso Paolo Volorio

Simonetta Minissale

La storia del Santuario del SS. Crocifisso L’interno colpisce per la ricchezza e la Una vera cattedrale montana. In
segna l’inizio della costruzione del Sacro maestosità dei gruppi statuari, opera splendida, armonica posizione a pic-
Monte Calvario di Domodossola. dello scultore Dionigi Bussola che lavo- co sul Torrente Devero, San
Progettata dall’Architetto Tommaso rò anche al Duomo di Milano. Il Gaudenzio è sempre fonte di stupore
Lazzaro di Val d’Intelvi, la sua costruzio- Santuario ospita anche tre stazioni del per i visitatori che salgono o scendono
ne si può datare a partire dalla posa del- percorso della Via Crucis, la XII, la XIII e la Valle Antigorio.
la prima pietra l’8 luglio 1657, con una la XIV. In particolare il Cristo spirante Una storia complessa quella della
cerimonia solenne animata da vasta par- sulla croce della Cappella XII collocato chiesa: la prima edificazione risale
tecipazione della comunità locale. sull’altare centrale domina e colpisce il all’XI secolo, sul sito dell’attuale
Questa pietra è tuttora visibile sul lato si- visitatore per la sua intensità e verità. transetto, con ingresso sotto il cam-
nistro dell’altare e reca la scritta con il Interessante il discorso teologico che paniletto verso ovest, poi ampliata
nome di chi la collocò, aggiudicandosi nasce dagli otto profeti posti ai lati, ri- in modo notevole nel tra il XIV e il
l’esecuzione del simbolico gesto per 60 portato nei cartigli dipinti sopra ciascu- XV secolo verso nord, con un corpo
scudi d’oro, pari a 360 lire. Il documento no di essi, che anticipa con le loro profe- gotico a tre navate e cinque campa-
ufficiale redatto in quell’occasione reca zie il percorso di Cristo dalla nascita alla te. Il Cinquecento aggiunse le due
una lunga lista di generosi oblatori, per- morte e resurrezione. basse navi laterali. Ampliamenti si-
sonaggi famosi, ma anche gente del po- Un gioiello d’arte, summa della pre- gnificativi si fecero nel XVII e XVIII
polo che non potendo pagare in mone- ziosità artistica del Sacro Monte, nel secolo, a partire dal grande coro.
ta fece la sua offerta in natura o in gior- quale si condensa l’intensità della sa- Imponente il campanile con alta gu-

Roberto Bianchetti
nate di lavoro gratuite. Di lì in poi i lavo- lita di Cristo sul Calvario, lasciando al glia ottocentesca.
ri procedettero spediti e nel 1690, com- fedele il messaggio finale della spe- In facciata meritano attenzione il ma-
pletata anche l’opera plastica conserva- ranza, quando alzando gli occhi sco- gnifico rosone tardogotico, il tettuccio
ta all’interno, il Santuario venne consa- pre la spettacolare statua del Cristo ri- seicentesco sul portale maggiore (sin-
crato dal Vescovo di Novara con la con- sorto, che si staglia vincente nel pun- golare l’erotismo delle forme) e il
cessione dell’indulgenza plenaria. to centrale della cupola. grande San Gaudenzio affrescato nel
1542 da Antonio Zanetti, detto il La famiglia dei pittori Cagnola vi lasciò
Bugnate. Collocato in salita l’interno, varie opere, tra cui l’Adamo ed Eva e
Antonio Maniscalco

vero scrigno di opere d’arte: la gli apostoli piangenti nella zona ovest
Crocifissione nel “transetto” anzitutto, del “transetto”, ma straordinarie sono
poi gli altri affreschi nella volta dello pure le vetrate policrome dei rosoni
Zanetti, che nel Battistero lavorò an- laterali, opera della bottega di Hans
che accanto al Peccato Originale del- Funk di Basilea. Capolavori d’intaglio
l’ossolano Pietro della Caterina de sono il polittico del 1526 di ambito te-
Rodis, cui si deve pure la Madonna desco e lo splendido coro eseguito nel
con Bambino in capo alla navata de- 1780 da Giacomo Fantino.
stra. Poi gli affreschi nelle volte e pare- Atipici gli affreschi attorno alle colon-
ti delle navate eseguiti nella seconda ne: il San Gaudenzio di Cagnola e
metà del XVI secolo dal suo allievo l’Ecce Homo con sottostante preghie-
Giacomo di Cardone. ra in caratteri gotici.

90 91
ABITARE

Cammina e degusta

N
Infine, se al tutto si accompagna il
miele, ossolano anche lui, il risulta-
to… non ci sono parole: assaggiare
Miele e caprino delle valli ossolane per credere. Miele di acacia o casta-
gno. Essenza invasiva la prima, che si
Cristina Movalli e Toni Farina fa però perdonare con la fioritura pri-
maverile il cui aroma finisce diretta-
Non è facile arrivare a Cicogna, “ca- te, il caprino dà dipendenza. mente nel miele. Essenza nostrana la
poluogo” del Parco nazionale Val Ma il formaggio di capra, oltre che ne- seconda, che infonde al miele il ca-
Grande. La strada è vera strada di cessità, è anche cultura, sapienza. Il rattere arcigno delle montagna osso-
montagna, uno stimolo al camminare caprino di Merina in particolare è ot- lana. Ma non si possono escludere il
e non al guidare. Guidare quassù in- tenuto con una lavorazione definita miele di rododendro e di tiglio, op-
duce spesso il mal d’auto, il cammi- presamica, dal latte intero di capra, è pure il miele di melata, prodotto da
nare no: induce altre sensazioni, altri di piccola pezzatura (200-300 g) e la insetti che succhiano la linfa delle
stimoli, rivolti in particolare ai succhi stagionatura può variare da 1-2 setti- piante per nutrirsene. Le api la rac-
gastrici. mane fino a 60 giorni. La crosta è sot- colgono, fornendo un miele scuro
Non è facile arrivare a Cicogna, ma tile, morbida, elastica, leggermente non cristallizzabile con aroma di mal- Sui Sentieri del Gusto (Foto Cristina Movalli)

una volta lì, tra faggi e castagni, prima abbucciata sullo scalzo, di colore ros- to o caramello. zioni e ricette tradizionali.
di proseguire sulla splendida mulat- siccio. La pasta è morbida, fusibile in Quando si dice dulcis in fundo. Fa il controcanto all’iniziativa il
tiera per Pogallo, o salire al belvede- bocca, unita, priva di occhiature e di Settore Agricoltura della Provincia
re dell’Alpe Prà, i succhi gastrici si colore niveo. Il profumo e il sapore ri- I sentieri? Del “gusto”, che altro? del VCO con il Progetto Interreg
possono tacitare al vicino Alpe cordano il latte di capra in modo più o Si tratti di uno spuntino da consuma- “Proalpi”, che ha finanziato interven-
Merina con il formaggio di capra, meno pronunciato in relazione al pe- re su una vetta, oppure di un piatto ti dedicati proprio alla filiera del for-
prodotto con grande perizia. riodo di stagionatura. Fresco, spalma- di polenta da gustare seduti in rifu- maggio di capra. Aperitivi sono stati
Tacitare? In via temporanea, perché to sul pane ossolano di segale, ne gio (raggiunto camminando, s’inten- organizzati nei locali di paesi e città
al ritorno il transito all’alpe sarà dive- smussa la “ruvidezza”, e insieme al de), l’atto del “mangiare” ha in mon- per far conoscere con degustazioni
nuto impellente necessità. Che vole- pane ingentilisce lo spirito. tagna un ruolo primario. guidate abbinamenti e diverse op-
Ma non di semplice “fame” di tratta. portunità di consumo del formaggio.
Formaggio di capra Sempre più diffuso è il desiderio di Fra i menù proposti il risotto alle orti-
Foto Claudio Venturini
scegliere prodotti con una forte va- che mantecato al caprino, ravioli di
lenza simbolica ed evocativa, legati a ricotta di capra, gnocchi di polenta al
un determinato territorio. E questo formaggio caprino, gnocchetti di
spiega il successo delle tante iniziati- zucca all’erborinato di capra, filetto
ve al riguardo promosse in questi ul- di maiale e caprino fresco avvolti in
timi anni. foglia di vite.
Molti gli enti coinvolti e, in prima fila, Il gradimento ha superato le aspetta-
i parchi naturali. Assolutamente in tive, come ha confermato un’indagi-
sintonia con la tutela della ricca bio- ne condotta fra i partecipanti. Ed è
diversità ossolana è la rassegna eno- sull’onda del successo che la Camera
gastronomica “I Sentieri del Gusto”, di Commercio del VCO ha dato i na-
organizzata da una decina di anni dal tali all’Associazione “Crava”, i cui so-
Parco nazionale Val Grande, col pa- ci-allevatori si impegnano a fornire
trocinio e la collaborazione di altre al consumatore, locale o turista, un
realtà territoriali. Lo scopo è di valo- prodotto con una forte identità terri-
rizzare le produzioni locali, sceglien- toriale. A chilometri zero, insomma.
do di volta in volta particolari produ- O poco più.

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“Calvario Monte Sacro “L’Alpe Devero e i suoi
Bibliografia di Domodossola” di
Simonetta Minissale e
minerali” di Claudio
Albertini - Edizioni
Ossola Alessandro Feltre -
Allemandi, 2009.
Grafica P.G.A., 1991.
I minerali rari e talora
Le parole costituiscono unici scoperti per la
una guida preziosa per prima volta al mondo in
Mauro Beltramone e Paola Sartori questo territorio. Una ricerca storica
la conoscenza della storia e del messaggio
del Sacro Monte Calvario, le immagini completa, integrata da un inquadramento
Breve selezione di volumi sull’Ossola, compresi nel catalogo della
sono l’aiuto per contemplarne gli geologico e da itinerari relativi alle località
Biblioteca delle Aree protette, consultabile sul sito
http://www.erasmo.it/parchipiemonte aspetti più significativi ed evocativi. più interessanti.
“I cacciatori “Farfalle diurne del
“Val Grande ultimo “Parco nazionale Val preistorici dell’Alpe Parco naturale Veglia
paradiso” di Teresio Grande” di Paolo Veglia” di Paolo Crosa Devero” di Paolo Palmi
Valsesia - Alberti, 2008. Crosa Lenz e Giulio Lenz - Regione - Regione Piemonte,
Il volume, giunto alla Frangioni - Grossi, 2011. Piemonte, 2001. 2010.
sua sesta edizione, Questa monografia Le scoperte archeologiche Le farfalle sono, tra gli
attualizza tutte le vuole proporre una sugli insediamenti insetti del Parco, la
informazioni necessarie conoscenza della Val preistorici d’alta quota del Veglia sono componente maggiormente studiata; il
ai frequentatori dell’”ultimo paradiso”. Grande che unisca ai valori ambientali, tra le più importanti nelle Alpi occidentali volume ne presenta un elevatissimo
quelli storici e naturalistici. Nell’unico modo e le ricerche in corso promettono numero di varietà, alcune rare e protette
possibile: descrivendo itinerari e sentieri. importanti risultati scientifici. a livello europeo.
“Alpe Devero” di “Alpe Veglia” di Paolo “Piante, agricoltura e “Leggende delle Alpi
Paolo Crosa Lenz e Crosa Lenz e Giulio paesaggio agrario - Il mondo fantastico
Giulio Frangioni - Frangioni - Grossi, 2005. dell’Ossola” di Eraldo in Val d’Ossola”
Grossi, 2004. L’Alpe Veglia è un Antonini - Grossi, 2006. di Pietro Crosa Lenz -
Camminando sui sentieri luogo unico delle Alpi: Questa pubblicazione Grossi, 2012.
antichi di Devero, per la vastità del è l’ultimo atto di Duecento leggende e
l’uomo di oggi può pascolo racchiuso tra um’indagine, tesa ad fiabe popolari della Val
ritrovare il tempo della lentezza e un alte montagne e perché in inverno individuare le colture agrarie che hanno d’Ossola. La raccolta, frutto di uno studio
rapporto amico con la natura. riposa nel silenzio ed è regno caratterizzato, nel corso dell’Ottocento di trent’anni, realizza per la prima volta un
assoluto degli animali selvatici. e del Novecento, la produzione agricola catalogo del mondo fantastico del
ossolana. montanaro ossolano, arricchito da disegni
originali dell’autore.
“La Valle Antrona” “Valle Antrona” “O tu che passi per “Una finestra
di Renato Boschi e di Paolo Crosa Lenz e questa via - Cappelle sull’Ossola e la sua
Mauro Leonardi - Giulio Frangioni - devozionali dell’Ossola”, cucina” di Sergio
Libreria La Pigna, 2006. Grossi, 2006. AA.VV - Vol. I, Museo Bartolucci - Libreria La
Elegante raccolta Un invito a camminare del Paesaggio di Pagina, 1998.
fotografica che in una valle selvatica e su Verbania, 2009. Volume Ricettario destinato sia
presenta un territorio montagne solari, ma ricco: 640 pagine con ai consumatori
fatto di paesaggi di rara bellezza e anche uno stimolo a fotografie a colori e 49 carte topografiche. occasionali che ai fedeli amanti della
alpeggi dimenticati, dove permangono conoscerla in modo approfondito per Schedatura di 599 cappelle di 15 comuni cucina ossolana, ma anche mirato
le antiche tradizioni della gente di poterla apprezzare e rispettare. della bassa Ossola, con schede concernenti all’offerta turistica e all’immagine delle valli
montagna. l’iconografia delle madonne e dei santi. ossolane.

94 95
Informazioni generali

Parco nazionale Val Grande Riserva speciale del Sacro Monte


Superficie: 14.598 ettari di Domodossola
Sede: Vogogna, Villa Biraghi, Superficie: 2.553 ettari
Piazza Pretorio, 6 Sede: Domodossola, Borgata Sacro
Tel. 0324 87540 Monte Calavario, 5 - Tel. 0324 241976
E-mail: info@parcovalgrande.it E-mail:
Centri visita riserva@sacromontedomodossola.it
A Vogogna, Geolab, Museo e Centri visita
Laboratorio di Geologia. Presso il Sacro Monte, Centro didattico e
Tel. 0324 87540 naturalistico “La Torre di Mattarella”
A Malesco, Museo archeologico della
pietra ollare. Parco naturale della Binntal
Tel. 0324 92444 Superficie: 18.100 ettari
A Cossogno, Museo dell’Acqua Sede a Schmidigehiscere, nucleo
“Acquamondo”. Tel. 0323 468506 principale di Binn.
Tel. +41 (0)27 9715050
Parco naturale dell’Alpe Veglia E-mail: binntal@parcnet.ch;
e dell’Alpe Devero www.landschaftspark-binntal.ch
Superficie: 8.539 ettari. Info: A Binn, Binntal Tourismus
Parco naturale dell’Alta Valle Antrona Tel. +41 (0)27 9714547;
Superficie: 7.444 ettari e-Mail: tourismus@binn.ch
Sede: Varzo, Villa Gentinetta, viale Pieri 27. A Ernen, Ernen Tourismus
Tel. 0324 72572 Tel. +41 (0)27 9711562;
E-mail: info@parcovegliadevero.it e-Mail: tourismus@ernen.ch
Centri visita A Grengiols, Verkehrsverein Grengiols
Terme di Crodo, Località Bagni, c/o Parco Tel. +41 (0)27 9271048; e-Mail:
Terme, Crodo gemeinde@grengiols.ch
Tel. 0324 600005 Oasi WWF - Info: verbania@wwf.it
E-mail : centro.visite@parcovegliadevero.it
Punto informazioni "La Porteia", Progetto Parco Nazionale
all’entrata della piana di Veglia. del Locarnese
Apertura in estate, mesi di luglio e Sede a Locarno, via F. Rusca 1
agosto, dalle 10 alle 12. Tel. +41 (0)917518305
Tel. 0324 - 72572 (sede parco) info@parconazionale.ch

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