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Le imprese di trasporto
Introduzione
Le forme di trasporto sono diverse; si fa distinzione tra il trasporto su strada, su acqua, ferroviario
e aereo:
Il trasporto su strada si riferisce sia al movimento via auto (propria o noleggiata) che via
pullman;
Il trasporto su acqua riguarda i ferries (dall'aliscafo al traghetto, al catamarano, alle navi)
che collegano destinazioni raggiungibili solo via mare (per esempio, le isole) o località
raggiungibili anche via terra;
Il trasporto su rotaia riguarda le ferrovie, i treni, le metropolitane, a seconda delle
distanze percorse;
Il trasporto aereo presenta ormai una grande varietà legata alla liberalizzazione del
traffico nei cieli. Si fa distinzione tra il trasporto aereo full cost o full service su voli di linea;
il trasporto low cost e infine i charter (esclusivamente gestiti dai tour operator).
Le compagnie aeree
Il settore delle compagnie aeree sta conoscendo una progressiva articolazione, costituita da diversi
comparti, di cui i principali sono quelli delle compagnie full cost o network carrier e quello delle
compagnie low cost; inoltre vi è anche il segmento charter. Fino a qualche decennio fa esistevano
solo le compagnie aeree gestite dallo stato denominate appunto flag carrier o «compagnie di
bandiera», proprio perché curavano i voli, in primo luogo, all'interno dello stato di appartenenza
(ad esempio Alitalia, Air France, Lufthansa).
Con il tempo, tali compagnie sono state identificate come compagnie tradizionali, anche dette full
cost, proprio per distinguerle dalle compagnie low cost. Negli anni Settanta gli stati europei furono
costretti a rivedere tale politica, sia perché gli USA avevano adottato una nuova strategia per il
settore (la de regulation), sia perché l'opinione pubblica premeva affinché si effettuassero dei
cambiamenti nelle regole protezionistiche. Negli USA e in Europa nacquero le compagnie low cost
definite anche compagnie no frills, ovvero «senza fronzoli» che hanno la caratteristica di
consentire all'utenza di risparmiare sulle tariffe dei voli aerei rispetto alle compagnie di volo
tradizionali.
La costruzione di aeroporti di piccole dimensioni, distanti dai centri cittadini, ha ampliato il
contesto competitivo e consentito l'ingresso in quest'ultimo delle compagnie low cost, che sono
andate a coprire la carenza di collegamenti tra aeroporti minori. Dunque il tradizionale mercato
aereo è ancora in parte servito dalle compagnie di bandiera, mentre le low cost hanno consolidato
la propria posizione di mercato, riuscendo ad ampliarla anche alle rotte servite dalle compagnie
full fare (praticano tariffe più contenute rispetto a quelle delle compagnie full cost ma non
presentano le caratteristiche tipiche del low cost).
Nel segmento low cost le compagnie si concentrano sul servizio essenziale del trasporto aereo, sul
rispetto delle norme internazionali di sicurezza, senza gli extra e i comfort che magari talvolta non
sono nemmeno necessari per voli di breve durata (offerti come opzionali e a pagamento).
Un altro comparto importante è rappresentato dalle compagnie aeree charter che offrono a
noleggio aeroplani ed equipaggi a operatori del settore turistico. I tour operator, infatti, attraverso
la «charterizzazione» del volo, dispongono interamente dell'aereo e, quindi, del relativo loading
factor, stabilendo le tariffe in pro porzione al prezzo finale del pacchetto, a seconda delle
dinamiche di vendita.
La costruzione della catena del valore per una compagnia aerea vede, tra le attività primarie, i
rapporti con i fornitori, il marketing e le vendite, le attività operative di gestione delle soste e dei
voli e le attività post-vendita finalizzate alla fidelizzazione. Tra le attività di supporto emergono
quelle di tipo infrastrutturale a livello tecnologico e di innovazione sia della flotta che del processo
(per esempio nei sistemi di prenotazione), la gestione delle risorse umane, le attività di
amministrazione e finanza (Fig. 4.2).
Full cost
Le compagnie aeree tradizionali di bandiera sono anche denominate full cost, per distinguerle
dalle compagnie low cost. Oggi le compagnie full cost realizzano collegamenti sia all'interno del
proprio stato che a livello internazionale, anche attraverso il sistema del networking. Per tale
motivo sono generalmente indicate come network carrier.
Passando ad analizzare più in dettaglio le caratteristiche di una compagnia full cost, emerge la
situazione illustrata in Fig. 4.3.
Dunque, le compagnie full cost hanno un concept basato su un servizio di trasporto ramificato
(con voli domestici, internazionali e intercontinentali), variegato (in termini di destinazioni
raggiunte) e di maggiore qualità e sicurezza. L'approccio nella gestione è di tipo globale, con
l'obiettivo di collegare il paese di cui si è compagnia di bandiera con il resto del mondo. La
compagnia full cost, basa il proprio business sul concetto di un trasporto rispetto al quale esiste
una differenziazione nei posti a sedere, nelle tariffe, nei servizi rivolti ai diversi target di utenza e
nei collegamenti attraverso i principali aeroporti (hub) delle destinazioni di partenza e di arrivo.
Questa tipologia di impresa si rivolge sia al segmento business, che necessita di certezza nei
collegamenti, nella frequenza dei voli, sia al segmento leisure, definito però high yield (ad alto
margine), nel senso che si tratta di un segmento medio-alto, che preferisce viaggiare con maggiori
comfort, pur pagando un prezzo più elevato per il volo.I network carrier operano sugli aeroporti
principali (hub) e ricorrono a un sistema di collegamento tra gli scali definito hub and spoke.
Quanto alle principali scelte di marketing, il prodotto è più differenziato rispetto alle compagnie
low cost. Vi è, infatti, una maggio re differenziazione del servizio, in termini di preassegnazione dei
posti a sede. re, di catering gratuito, di hub negli aeroporti principali. Per raggiungere tale
obiettivo, le compagnie cercano di collegarsi ad altre imprese (catene alberghiere, im prese di
autonoleggio ecc.) per creare un sistema di fidelizzazione, mediante l'acquisizione di miglia, che
possa rendere conveniente per l'utente continuare a usufruire della compagnia e dei servizi
collegati.
Le aziende full cost spesso adottano sistemi di revenue management, utilizzando uno schema
differenziato delle tariffe, con l'obiettivo di massimizzare i ricavi dell'impresa. Attualmente, anche
le compagnie full cost applicano l'advanced booking, finalizzato alla vendita dei primi posti a
sedere a prezzi più contenuti, al fine di raggiungere quanto prima il punto di equilibrio e
massimizzar i ricavi aziendali. Tale sistema è adottato dai network carrier in modo da rispettare
sempre l'obiettivo di massimizzare i ricavi, con un utilizzo mirato solo nei casi di rotte con minore
affluenza. Prevale la proposta di voli andata e ritorno.
Le compagnie full cost generalmente utilizzano sistemi di customer care, in particolare per clienti
principali. Vi è anche il Customer Relationship Management (CRM) che rappresenta uno
strumento grazie al quale le aziende puntano all'acquisizione di nuova clientela («clienti
potenziali»), al consolidamento dei rapporti con i clienti principali («clienti coltivabili») e,
soprattutto, alla fidelizzazione di quelli più importanti (definiti «clienti primo piano»). Il CRM è di
tipo:
a) Operativo si tratta di soluzioni metodologiche e tecnologiche per automatizzare i
processi di business volti al contatto diretto con il cliente;
b) Analitico in quanto finalizzato a una maggiore conoscenza del cliente attraverso
l'estrazione di dati dal CRM operativo, la relativa analisi e lo studio revisionale sui
comportamenti dei clienti stessi;
c) Collaborativo ossia in grado di gestire il contatto con il cliente attraverso metodologie e
tecnologie integrate con gli strumenti di comunicazione.
Low cost
Il modello low cost, nato negli Stati Uniti con la Southwest Airline nel 1971, si è poi diffuso in
Europa all'inizio degli anni Novanta con la Ryanair.
La filosofia gestionale seguita dalle compagnie aeree low cost è quella di concentrarsi sul servizio
essenziale del trasporto aereo; sono quindi esclusi altri elementi, quali gli extra e i comfort.
Diverso, invece, appare il discorso della sicurezza, dove l'attuale normativa internazionale impone
il rispetto di de- terminati standard per tutte le compagnie aeree.
Il concept di fondo delle compagnie low cost è la semplicità del servizio di trasporto in senso
stretto. Le compagnie low cost hanno incentrato la scelta su aeroporti secondari, spesso fuori
città, convenienti, senza restrizioni di slot (spazi messi a disposizione alle diverse compagnie per il
parcheggio degli aeromobili), senza grande traffico e tasse aeroportuali molto contenute. In alcuni
casi, questa scelta è risultata particolarmente strategica.
Un altro aspetto importante è l'adozione del sistema point-to-point, caratterizzato dal
collegamento diretto tra due aeroporti, senza trasferimento dei bagagli su altri voli di coincidenza
(check-out e check-in separati) e nessun piano di volo coordinato con altre compagnie aeree. Ciò
semplifica l'organizzazione delle rotte e dei collegamenti, con innegabili vantaggi in termini di
costi.
In conseguenza del sistema point-to-point, l'utilizzo della flotta risulta più intenso ed efficiente, con
soste limitate negli aeroporti e voli piuttosto brevi. Inoltre, nelle operation sono adottate strategie
di fuel hedging, ovvero l'acquisto di grandi scorte di carburante per evitare di doversi rifornire in
momenti in cui i prezzi sono alti.
Nella gestione del personale, tra le compagnie low cost si opta, generalmente per sistemi flessibili
nella definizione dei compensi e nei meccanismi di assunzione delle unità (hostess e stewart
svolgono più attività, dedicandosi per esempio al ricevimento passeggeri al gate d'imbarco e
talvolta anche alla pulizia sull'aeromobile). I sistemi di incentivazione, infatti, sono caratterizzati
dalla commisurazione di parte dei compensi alle vendite dei servizi aggiunti bordo (per esempio, la
vendita di pasti e bevande a pagamento, di gadget ecc.) e questo offre il duplice vantaggio di
rendere meno rigido il costo del personale rispetto alla parte di costo fisso e, al contempo, di
migliorare l'efficacia nell'erogazione del servizio in termini di customer satisfaction (hostess e
stewart ricevono una parte dello stipendio come percentuale sulle vendite effettuate a bordo).
La funzione amministrativa, invece, si presenta piuttosto automatizzata, con un lean management
nell'amministrazione e un conseguente risparmio sui costi relativi al personale. Il modello lean,
infatti, è un sistema basato sulla riduzione di tutte quelle attività che non creano valore aggiunto.
Inoltre, il sistema adottato per la definizione delle tariffe è incentrato sull'advanced booking: sono
favoriti i primi acquisti di posti a sedere, con un prezzo che cresce all'avvicinarsi della data di
partenza.
Un aspetto importante riguarda la strategia di sviluppo di accordi commerciali con altri attori della
filiera (hotel, autonoleggio, attraction), con possibilità di acquisto dei relativi servizi attraverso i
propri portali. Un altro fattore importante è dato dagli accordi che le compagnie low cost
stipulano con gli aeroporti secondari con. cui scelgono di operare, in termini di commissioni sul
traffico generato. D'altra parte, il forte sviluppo del traffico aereo, negli ultimi dieci anni, dimostra
l'intensità del business generato per gli scali aeroportuali e ancor più per gli aeroporti secondari
che non avrebbero mai conosciuto lo sviluppo che hanno vissuto in questi anni e che vivranno nel
prossimo futuro. Il business del low cost è riuscito a catturare nuovi target di domanda rispetto a
quelli tradizionali.
I clienti registrano una serie di vantaggi, tra i quali: maggiori collegamenti diretti tra le destinazioni
(attraverso il sistema point-to-point), tariffe più basse e possibilità di raggiungere sempre nuove
destinazioni. Tuttavia, il traffico low cost spesso implica ritardi nei voli, il biglietto deve essere
acquistato direttamente via web, con conseguente difficoltà per alcune fasce di mercato, oltre a
una serie di altre problematiche (code al check-in e atterraggio in aeroporti più distanti dal centro
città, con necessità di collegamento attraverso navetta o altre forme di trasporto). Inoltre, non è
previsto il servizio a bordo e, per i bagagli che superano un determinato peso, l'extra da pagare
può risultare consistente rispetto allo stesso prezzo del biglietto aereo.
Per gli aeroporti, lo sviluppo del business low cost ha consentito l'attivazione di collegamenti
point-to-point, conferendo dignità a scali secondari attraverso i quali si sono quindi intensificati il
traffico, il flusso di passeggeri e, di conseguenza, i maggiori ricavi commerciali. Le compagnie low
cost conferiscono minori tasse e fees e richiedono talvolta investimenti specifici per adeguare
l'offerta aeroportuale alle esigenze del traffico low cost.
Prima le compagnie aeree low cost adottavano strategie di leadership di costo. Benché all'inizio
questo fosse effettivamente il principale approccio strategico, oggi vi sono elementi di
differenziazione rispetto ai target di domanda e alla tipologia di offerta.
Tra i driver interni, il processo è legato alla necessità/opportunità di rafforzamento delle posizioni
competitive e di mercato, alla volontà di accesso a nuovi mercati geografici
Tra i driver esterni, la diffusione delle tecnologie e la globalizzazione dei mercati e della
concorrenza appaiono i fattori più rilevanti. Le imprese che decidono di allargare il proprio
mercato optano per il sistema di accordi e alleanze o per processi di fusione/acquisizione.
Gli accordi sono finalizzati a un maggior controllo del mercato, sia in termini di destinazioni servite
che di gestione dei flussi di passeggeri e determinazione delle tariffe. Inoltre, tali accordi
rappresentano un'importante soluzione rispetto alla problematica di copertura della capacità di
carico dell'aeromobile (load factor), in quanto le compagnie stabiliscono di utilizzare un unico
aeromobile su una determinata rotta, evitando la concorrenza e utilizzando il secondo velivolo.
Le forme di sviluppo esterno (alleanze, accordi) rientrano tra i percorsi maggiormente adottati. Le
alleanze più efficaci presentano partner con adeguate capacità, con una diffusione geografica
complementare e comuni obiettivi di sviluppo. Le aree più coinvolte sono quelle del marketing,
dell'offerta di prodotti, dei sistemi di distribuzione e vendita (GDR, CRS), con equipaggiamenti
condivisi e logistica di uffici e terminal comuni.
Una prima strada, generalmente intrapresa dalle imprese del comparto, è quella del code sharing:
si tratta di un accordo tra due vettori in base al quale un determinato volo è effettuato con gli
aeromobili di uno dei due contraenti (operating carrier), ma promosso e venduto anche dalla
compagnia partner (marketing carrier), contraddistinto da marchio, codice IATA2 e numero di volo
di entrambe le compagnie. Oltre al sistema di code sharing, esistono numerose altre opzioni di
accordi di collaborazione (Tab. 4.1).
Il ricorso alle alleanze è legato anche all'impossibilità, da parte delle compagnie aeree, di acquisire
imprese operanti in paesi diversi, per effetto delle elevate barriere. Di qui il meccanismo degli
swap tra gli slot (ossia gli spazi acquisiti negli scali aeroportuali per i propri aerei). Le alleanze
hanno comportato una serie di vantaggi per la domanda: primo fra tutti, il proliferare di voli e di
destinazioni servite.
L'accordo siglato nel 2010 tra American Airlines (full cost) e JetBlue Airways (low cost) simboleggia
però un ribaltamento rispetto alla classica prospettiva di offerte delle full cost e delle low cost.
I business aeroportuale
Gli aeroporti rappresentano un attore fondamentale della filiera del comparto aereo e, quindi, di
quella turistica, in grado di attivare i collegamenti aerei di una destinazione, agendo sull'Access
(ossia l'accessibilità/raggiungibilità) delle 6 A di una destination. L'attrattività stessa di un
aeroporto è legata, a sua volta, all'attrattività complessiva delle destination.
Il primo aeroporto privato è nato in Inghilterra su iniziativa dell'allora Primo Ministro Margaret
Tacher, che pose in vendita la British Airport Authority attraverso un'offerta pubblica in Borsa nel
1987. Questo processo ha segnato una svolta decisiva, in quanto l'aeroporto ha iniziato a
rappresentare non più solo un «punto di appoggio» ma un business imprenditoriale.
È infatti possibile distinguere gli scali in funzione dei collegamenti attivati (Fig. 4.8).
Gli hub principali sono quelli scelti dai grandi network internazionali e dalle catene di alleanze a
livello globale. Rappresentano anche degli scali scelti nella costruzione di network e mostrano
collegamenti di tipo charter o altri diretti nel segmento leisure (esempi tipici sono quelli di
Francoforte e London Heathrow).
Gli scali secondari hanno conosciuto il proprio sviluppo in ordine a tre fattori principali: la
liberalizzazione del trasporto aereo in Europa, l'abolizione delle barriere doganali europee dopo
Maastricht, l'eccessivo affollamento degli hub.
Gli aeroporti che hanno conosciuto fortuna grazie alle compagnie low cost (come quello di Dublino
o Frankfurt-Hahn) o che rappresentano scali di importanti mete turistiche (per esempio, Venezia,
Palma de Maiorca), sono specializzati nel traffico point-to-point a livello domestico e continentale,
con qualche collegamento diretto sull'intercontinentale.
Infine, è importante considerare che la normativa UE (decisione 5 luglio 2002, GUCE 10 settembre
2002) sulla concorrenza fa riferimento agli accordi «origine-destinazione» (O&D): gli scali O&D
operano principalmente per i network, il traffico low cost e i collegamenti del turismo leisure.
La posizione di vantaggio dell'aeroporto è l'ubicazione in relazione alla relativa catchment area
(bacino di attrazione di utenza): l'aeroporto su cui transitare è un passaggio obbligato.
Gli aeroporti rappresentano oggi delle strutture imprenditoriali a tutti gli effetti, chiamate a
elaborare strategie di sviluppo che risultano determinanti anche per il futuro della destinazione in
cui sono ubicati.
Esistono diversi fattori critici nella gestione aeroportuale in chiave manageriale e strategica. Un
primo aspetto riguarda gli investimenti di capitali: gli scali devono presentare infrastrutture e
facilities adeguate alle sempre più variegate tipologie di collegamento. La presenza delle low cost
ha cambiato la richiesta di facilities. Infatti, questa tipologia di aerolinee non ha la necessità di
business lounge, di un alto livello di servizio check-in, né esigenze particolari in riferimento ai ponti
di volo (air bridge) e al trasferimento bagagli (Barret, 2000), in quanto cercano un utilizzo efficiente
degli spazi aeroportuali con un breve tournaround: (da ciò deriva la scelta degli aeroporti di medie
dimensioni).
In termini di gestione operativa e scelte organizzative, gli aeroporti moderni devono cercare di
utilizzare sistemi tariffari adeguati rispetto alla concorrenza e di adottare formule organizzative di
tipo flessibile (per esempio, la lean production). Tale approccio consente una maggiore flessibilità
della for- za lavoro, dei sistemi di impiego e della relativa gestione delle risorse umane (inclusi i
sistemi degli incentivi), con scelte adeguate in termini di outsourcing di determinate attività, ai fini
della riduzione dei costi fissi. Infatti, nel sistema tradizionale gli aeroporti vedevano le aerolinee
come i principali clienti con cui contrattare in maniera inderogabile. Le compagnie low cost,
invece, hanno forzato questo sistema, obbligando le società aeroportuali degli scali minori a
ridurre e ottimizzare le tariffe grazie alla minaccia reale di atterrare in un'altra località o attraverso
la garanzia di incentivi commerciali per la struttura ospitante. Questa pressione commerciale ha
costretto gli aeroporti a rivedere la propria strategia in considerazione dei rapporti e della
collaborazione con le aerolinee (Fig. 4.9)
Un altro aspetto significativo è quello delle attività commerciali (dette non-aviation): per esempio,
tutte le attività commerciali oltre il duty free, legate all'insediamento di punti vendita di catene il
cui livello è legato alla principale utenza che transita nell'aeroporto; le attività di ristorazione, i
pubblici esercizi ecc. Tali attività rappresentano una quota consistente dei profitti complessivi
conseguiti dagli aeroporti europei (circa il 44%; Graham, 2001).
Oltre alle attività più comuni, molti sono gli aeroporti che sono andati oltre la logica commerciale
classica. L'aeroporto Schiphol (Amsterdam), per esempio, è provvisto di un casinò e di un'area
attrezzata per il golf, mentre il Changi (Singapore) è composto da un'area karaoke, da una piscina e
da un centro benessere al fine di incrementare la customer satisfaction dei clienti in transito.
Un fattore critico è la realizzazione di marketing territoriale mediante l'attrazione degli
investimenti delle compagnie e l'avvio di accordi, alleanze e partnership con altri aeroporti,
secondo un preciso disegno strategico.
Rispetto a tali elementi strategici si assiste a configurazioni di catena del valore che vedono una
serie di attività trasversali, di supporto, come: la gestione delle risorse umane, la finanza, l'ufficio
legale, la security, il facility management. Vi sono poi alcune attività come:
1. l'attività di aviazione riguarda le operazioni di volo e di slot e la gestione dei terminal; (in
quest'attività, il concetto critico e strategico al contempo è quello di slot). Lo slot indica il periodo
di tempo entro il quale un aeromobile ha il permesso al decollo e ha la durata di 15 minuti.
2. l'attività di real estate concentrata sullo sviluppo dello scalo, degli investimenti da attrarre e
degli accordi da stipulare con altri aeroporti;
3. l'attività di vendita al dettaglio e servizi ai clienti riguarda, invece, gli esercizi commerciali
presenti, il parcheggio, la pubblicità, la ristorazione, il catering. Infine, vi sono i servizi di assistenza
a terra: i servizi di rampa, l'handling dei passeggeri e dei relativi bagagli, l'handling delle merci.
L'articolazione delle attività e, quindi, delle funzioni gestionali di un aeroporto evidenzia anche
l'importanza dello sviluppo di scelte strategiche e di marketing coerenti con il clima competitivo e
le scelte di posizionamento.
Le attività di marketing sono differenziate rispetto alle due tipologie di clienti dell'impresa: le
aerolinee e i passeggeri. È importante, nella definizione del business design aeroportuale e del
relativo posizionamento strategico, puntare su alcuni fattori in particolare (Fig. 4.10): una
concentrazione mirata degli investimenti; un attento management dei costi; un forte
orientamento al business; l'espansione delle attività non-aviation. Il management degli aeroporti
tende, quindi, a divenire sempre più complesso ma assume indiscutibilmente un ruolo strategico e
decisivo circa le opportunità di sviluppo attuali e prospettiche del territorio.
5. Le imprese ricettive
L'impresa alberghiera
Le imprese alberghiere rappresentano uno dei principali attori del settore turistico. La
professionalità, l'accoglienza e l'atmosfera della struttura ricettiva in cui si pernotta sono fattori
che incidono notevolmente sulla percezione complessiva del viaggio.
Anche l'impresa alberghiera, in quanto impresa di servizi, si caratterizza per la coesistenza di una
serie di elementi quali: l'intangibilità e l'immaterialità del servizio, la simultaneità delle fasi di
produzione ed erogazione, la non-omogeneità della produzione, l'eterogeneità della percezione da
parte dei turisti, l'importanza dell'impiego del fattore umano e il diretto coinvolgimento del cliente
nella fase di produzione ed erogazione.
Nel tempo, il concetto di servizio alberghiero si è ampliato, divenendo composito, complesso ed
estremamente variabile. Ciò ha reso più difficile trovare una definizione univoca, poiché vi sono
nume- rose forme di albergo, con caratteristiche e servizi addizionali sempre più innovativi. Al
nucleo centrale del pernottamento, infatti, si sono aggiunti nuovi servizi accessori con l'obiettivo di
garantire la realizzazione di un prodotto più completo, capace di incrementare il grado di
soddisfazione del cliente anche sotto il profilo della sostenibilità. Oggi, tale tema è imprescindibile
dalla comprensione e analisi dell'intero comparto ricettivo.
Secondo Smith (Fig. 5.1), ogni prodotto turistico potrebbe essere rappresentato da un modello a
cerchi concentrici, dove al centro vi è l'aspetto materiale del prodotto a cui via via si aggiungono gli
elementi intangibili, che riducono la misurabilità e la possibilità di quantificare il valore generato,
ed esprimono la partecipazione del cliente alla realizzazione del prodotto finale. In questo modo si
identifica il physical plant, che nel prodotto alberghiero corrisponde ai fattori tangibili e materiali:
l'edificio, le camere, le altre infrastrutture annesse (ristorante, piscina, campo da tennis, sauna
ecc.), l'ubicazione e tutte le dotazioni materiali indirizzate alla eco-sostenibilità.
Il secondo livello è dato dal servizio, riferito alle attività tipiche dell'impresa alberghiera, sia a
livello di front office che di back office: reception, housekeeping, facchinaggio, lavanderia e
stireria, food and beverage ecc.
L'ospitalità dipende dall'atmosfera che si «vive» in albergo e dalla professionalità con cui i
dipendenti della struttura accolgono il cliente e ne soddisfano le esigenze. Nelle strutture
alberghiere la valutazione di questo aspetto intangibile avviene attraverso i mystery guest, esperti
del settore che visitano in veste anonima l'albergo.
Per libertà di scelta si intendono tutte quelle caratteristiche finalizzate a personalizzare il servizio,
consentendo un'ampia varietà di scelta al consumatore. Tale componente è collegata sia
all'ampiezza della gamma di prodotti/ servizi offerti (soggiorno con prima colazione/mezza
pensione/pensione completa, camere fumatori/non fumatori, altri servizi offerti), sia alla
flessibilità che l'impresa dimostra nel soddisfare la varietà e la variabilità delle esigenze della
clientela (centro benessere, luoghi di intrattenimento ecc.). Il cliente deve «sentirsi libero» di
scegliere se acquistare o meno un determinato servizio, anche in termini di cambiamenti
spontanei di un determinato programma. L'abilità del management sta nel far sentire il turista
parte attiva del processo decisionale di scelta del prodotto alberghiero, al fine di generare la
massima soddisfa- zione (customer satisfaction).
Infine, questa partecipazione attiva consente un più ampio grado di coinvolgimento. Il turista può
dosare i diversi servizi che compongono il prodotto alberghiero a seconda delle proprie esigenze,
divenendo parte attiva nel processo di produzione e dando l'opportunità all'impresa di
personalizzare il servizio. Il turista che sente di essere «considerato» o addirittura «coccolato» è
incentivato a ripetere l'esperienza vissuta e, dunque, a ritornare nella struttura alberghiera
(fidelizzazione o customer retention). Smith sostiene che un'ottimale combinazione tra physical
plant, servizi, ospitalità e libertà di scelta rappresenta la base per consentire la partecipazione del
cliente al processo di “costruzione” del prodotto turistico.
Per quanto riguarda il rapporto tra gestione e proprietà è necessario analizzare le relazioni tra:
◇ proprietà delle strutture di cui si esercita l'attività ricettiva;
◇ titolarità dell'impresa alberghiera (ditte individuali o società);
◇ gestione dell'attività alberghiera.
Può accadere che queste tre posizioni coincidano, e dunque che il proprietario della struttura sia,
al contempo, titolare e manager dell'impresa. Inoltre, può accadere che l'impresa alberghiera
operi in strutture non di proprietà, sotto la direzione dell'imprenditore. Infine, quando le tre
posizioni sono disgiunte, si verifica che la proprietà cede l'immobile in affitto a un'impresa
alberghiera che a sua volta affida la gestione delle strutture alberghiere a manager esterni.
Quest'ultima classificazione richiama anche un ulteriore criterio, quello del tipo di gestione:
● familiare si caratterizzano per la presenza del titolare e dei membri della sua famiglia intesa in
senso allargato sia in funzioni direttive che operative. Solitamente, queste imprese sono di
dimensioni ridotte;
● imprenditoriale si distinguono in particolare per la presenza attiva dell'imprenditore al vertice
direzionale dell'impresa, da cui dipendono i componenti del personale, assunti senza vincoli di
parentela e ai quali sono affidate le diverse funzioni aziendali;
● manageriale si caratterizzano per la presenza di manager professionisti distinti rispetto alla
proprietà e di personale dipendente, al quale spettano sia le funzioni direttive che le funzioni
esecutive.
Il marketing:
La determinazione del prezzo di vendita: lo Yield Management
Nell'ambito del comparto alberghiero, la variabile prezzo rappresenta una leva fondamentale non
solo nel processo di marketing ma anche in termini di gestione operativa, per le relative
ripercussioni sulla struttura dei costi.
Applicando le tecniche di Yield Management, l'impresa alberghiera perseguirà i seguenti obiettivi:
● massimizzare la redditività della capacità ricettiva, attraverso un accurato studio della domanda
potenziale;
● minimizzare il rischio di mancati ricavi, individuando nuovi segmenti di domanda da servire;
● sfruttare la capacità di spesa di ciascun segmento target identificato.
Le componenti che, rispetto agli obiettivi, incidono maggiormente sono indicate in Fig. 5.8.
Il copmitato di yield (composto dal responsabile commerciale, dal responsabile booking e dal
responsabile del ricevimento) ha il compito di definire periodicamente le tariffe da applicare e di
programmare, gestire e selezionare le richieste dei clienti, valutando sia i risvolti strategici che
operativi. Opera, quindi, nelle quattro fasi in cui si articola il processo di Yield Management
dell'impresa alberghiera:
1. segmentazione del mercato e pricing (analisi di mercato) consente di definire le
caratteristiche della domanda potenziale e di comprendere quali dei segmenti di clientela
individuati siano interessati a un servizio in grado di aumentare il revenue; quali
presentano una maggiore elasticità rispetto al prezzo e quali, tra questi, siano disposti
anche a cambiare il periodo di soggiorno;
2. previsioni sulla domanda si realizzano analizzando la stagionalità della domanda e il suo
tasso di materializzazione», le dinamiche competitive di prezzo e il posizionamento del
prodotto verso la concorrenza;
3. gestione della capacità questa fase si realizza valutando sia il rischio della mancata
vendita del servizio (rischio di spoilage), sia quello di perdita di ricavi per la vendita del
servizio stesso a prezzi bassi (rischio di spillage): è infatti compito dello yield manager
valutare se accettare o meno una prenotazione a tariffa ridotta o attendere la possibilità di
vendere quella camera a un prezzo più elevato, rischiando però che la camera resti
invenduta.
4. Prenotazioni e vendite.
Obiettivo finale del processo è la massimizzazione dello yield riducendo il più possibile i rischi.
L'applicazione di questa tecnica prevede il ricorso a due tipologie di azioni:
◇ la discriminazione dei prezzi nell'impresa alberghiera questa avviene in relazione al livello
qualitativo del servizio offerto, alla tipologia di camere prescelta, al periodo del pernottamento
(bassa, media, alta stagione) e ha come obiettivo quello di massimizzare la contribuzione ottenibile
da ciascun consumatore in ogni transazione.
◇ la politica dell'overbooking si incentra sulla scelta deliberata da parte dell'impresa
alberghiera di accettare un numero di prenotazioni superiore alla propria capacità ricettiva.
La regola aurea dello Yield Management non è focalizzarsi sul prezzo medio giornaliero (average
daily rate) ma su quello che è considerato l'indice di performance dell'industria dell'ospitalità, cioè
il RevPar.
Il ruolo dell'ICT
L’ICT rappresenta un'opportunità per le imprese del comparto, in grado di supportare il vantaggio
competitivo influenzando in maniera determinante le scelte strategiche dell'impresa. Rispetto alla
catena del valore agisce infatti in tre direzioni: rapporti con il cliente finale (business-to-consumer);
relazioni di filiera (business-to-business); integrazione con il management aziendale (rispetto ai
processi interni).
Nonostante le alternative per essere visibili sul web siano molteplici, queste restano spesso
costose. Per poter migliorare il proprio posizionamento organizzativo online e favorire
l'indicizzazione in motori di ricerca e directory ci si rivolge, se necessario, ad agenzie specializzate,
le cosiddette SEO (Search Engine Optimization), che a oggi si occupano anche di keyboard
advertising.
Altro strumento utile a migliorare la visibilità dell'impresa alberghiera sul web è il pay per click che
garantisce la visualizzazione in testa ai risultati per una o più parole chiave, dietro il pagamento di
un corrispettivo per ogni visita (o click), generando però vantaggi nel breve termine. L'utilizzo del
pay per click è indicato soprattutto nelle campagne pubblicitarie relative a specifiche offerte
promozionali, proposte in particolari periodi dell'anno.
Attraverso internet gli alberghi consentono di iscriversi sia a mailing list che a newsgroup, ma
anche di partecipare a specifici programmi di fidelizzazione della clientela. Ci sono siti in cui è
possibile visionare le camere dell'albergo in modo interattivo (in formato tridimensionale),
scaricare mappe della località e creare addirittura itinerari personalizzati. I siti web più innovativi
utilizzano l'augmented reality, per dare una percezione sensoriale durante la navigazione. Anche la
creazione di app offre la possibilità di stabilire un'esperienza interattiva con il cliente.
L’uso dell'e-commerce consente all'impresa alberghiera di avere un importante canale
distributivo, nonché un valido strumento promozionale in grado di raggiungere nuovi mercati
target a costi molto ridotti. L’e-commerce risulta utile per creare marketplace dove le imprese in
cerca di forniture possono trovarle presso le imprese che le offrono, generando i cosiddetti vortex,
punti di incontro tra venditori e acquirenti. Il compratore può dunque scegliere tra numerosi
venditori e il venditore accresce il proprio portafoglio clienti.
Nei rapporti interni l'ICT migliora la comunicazione tra tutti gli organi del management aziendale e
l'accesso a informazioni per i processi interni, oltre a favorire la diffusione di un approccio
«globale» al management.
Ultimo fattore da considerare in tema di gestione della qualità è la maggiore attenzione che le
imprese alberghiere stanno ponendo verso il tema della sostenibilità ambientale e
dell'ecocompatibilità. A oggi, coinvolge numerose aziende del settore turistico che attivano
processi di revisione dei propri modelli di business, differenziando la propria offerta. Per esempio il
Gruppo ACCOR, attraverso il programma «Planet 21», stabilisce una serie di obiettivi da
raggiungere per uno sviluppo sostenibile in termini ambientali, sociali ed economici; il programma
si articola in sette pilastri (benessere, natura, anidride carbonica, innovazione, comunità locale,
assunzioni, dialogo), all'interno dei quali sono stabilite le azioni da intraprendere per il
raggiungimento degli obiettivi specifici.