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Marx

VITA E OPERE
• Nato a Treviri nel 1818, con famiglia agnos ca, Carl Marx riceve un'educazione razionalis ca e liberale.
Entrato sin da giovane a conta o con i giovani hegeliani, studia a fondo la loso a del maestro.
• Abbandona gli studi giuridici, si laurea in Filoso a (tesi: Di erenza tra la loso a della natura di Epicuro
e Democrito) e nisce per condurre la Gazze a renana.
• Si sposta a Parigi e nel 1843 termina la "Cri ca della loso a del diri o di Hegel" dove si interessa di
loso a poli ca e moderna. Lì stringe con Engels un'amicizia che durerà per la vita.
• Poi si reca a Bruxelles dove scrive le Tesi su Feuerbach e L'ideologia tedesca, ponendo le basi della
concezione materialis ca della storia e cri cando l'intero sistema loso co tedesco dell'epoca.
• Nel 1848 scrive il Manifesto del par to comunista, richiesto dalla Lega dei Comunis per il primo
Congresso.
• Nel 1849 viene espulso de ni vamente dalla Germania e si rifugia a Parigi, poi a Londra, lavorando al
Bri sh
Museum (1851).
• Nel 1866 scrive "Il Capitale",
• Nel 1883 muore.

CARATTERI GENERALI DEL MARXISMO

• Cara ere globale dell'analisi marxista


Non ci si può ridurre alla dimensione loso ca, sociologica o economica poiché il sistema marxista si
pone come analisi globale della società e della storia, in grado di inves re ogni aspe o del capitalismo
(tu e le sfacce ature del mondo borghese). Il suo pensiero non è contenibile in una unica sezione
poiché comprende tu i diversi se ori dello scibile.

• Il mo vo della prassi
Vuole fornire un'interpretazione dell'uomo e del suo mondo che sia anche impegno di trasformazione
rivoluzionario. La prassi è una capacità intrinseca della natura trasformatrice umana.
Per tu a la vita Marx ha tentato di unire teoria e prassi. Questo si tra a di un tema fondamentale per
capire il suo intero pensiero: vuole tradurre in a o l'incontro tra realtà e razionalità tramite
l'edi cazione di una nuova società. Riesce a dar vita a una nuova visione del mondo.

CRITICA ALLA FILOSOFIA DI HEGEL

• Il rapporto Marx-Hegel risulta essere molto complesso: alcuni studiosi hanno trovato una relazione di
con nuità tra i due pensatori, altri hanno insis to sui pun di ro ura. Ma al di là di questo, è
innegabile l'in uenza che l'hegelismo ha esercitato sul pensiero di Marx.

• La cri ca della loso a hegeliana del diri o pubblico (1843)


Si tra a di uno scri o che si divide in due momen : uno più loso co-metodologico e un altro più
storico- poli co.

• Il primo si interessa proprio del metodo di Hegel, considerando "uno stratagemma" il suo riuscire a
fare delle realtà empiriche manifestazioni necessarie dello Stato. Infa questo prevede una sovranità
che si incarna nel sovrano. Siccome è necessario e dunque razionale, Hegel pensa alla logicità della
monarchia, iden candola con la razionalità poli ca. Questo procedimento è de nito "mis cismo
logico" poiché le is tuzioni invece di comparire per ciò che sono divengono "personi cazioni" di una
realtà che rimane occulta dietro esse. Si tra a dunque del capovolgimento idealis co tra sogge o e
ogge o poiché il concreto diviene la manifestazione dell'astra o (secondo l'idealismo e Hegel).
Marx oppone a questa concezione il metodo trasforma vo che consiste nel ricapovolgere ciò che
l'idealismo ha capovolto, ossia riconoscere cosa sia realmente sogge o e ogge o. Secondo Marx, il
metodo hegeliano ha dunque cara ere conservatore sul piano poli co poiché porta a "san care" la
realtà a uale, trasformando i da di fa o in manifestazioni necessarie dello Spirito. Si parla di un
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gius cazionismo specula vo che conduce all'acce azione delle is tuzioni statali vigen .

• Il secondo si interessa invece della cri ca alla civiltà moderna (=borghese)


Alla base della teoria di Marx vi è una cri ca globale alla civiltà moderna, allo Stato liberale e dunque
al mondo borghese. Quando si parla di "moderno" si intende la scissione che si iden ca nella fra ura
tra società civile e Stato. Mentre nella polis l'uomo greco non conosceva di erenza tra vita pubblica e
privata, l'uomo moderno è costre o a vivere due vite diverse: una come borghese con interessi priva
e cara erizzato dall'egoismo, l'altra come ci adino coinvolto nell'interesse comune e nello Stato.
Lo Stato però non può essere considerato come organo che ricerca l'interesse comune poiché in realtà
è un semplice strumento degli interessi par colari delle classi più for : non fa altro che ri e ere gli
interessi par colari di gruppi. Quindi si può dire che la civiltà moderna rappresenta la società
dell'egoismo.
La falsa universalità deriva dal po di società presente nel mondo moderno: i tra essenziali della
società borghese - intesa come la società del bellum omnium contra omnes - sono individualismo e
atomismo (separazione del singolo dal tessuto comunitario). Lo Stato quando riconosce i diri
dell'uomo, riconosce anche la libertà individuale e la proprietà privata. Marx allora ri uta in blocco la
civiltà liberale compreso il principio di rappresentanza (scissione tra individuo e Stato) e di libertà
individuale (atomismo borghese).
Questa cri ca si può comprendere solo in rapporto all'ideale di società di Marx: iden ca un modello
di democrazia totale al cui interno c'è una perfe a compenetrazione tra singolo e genere, individui e
comunità (OSSIA IL COMUNISMO). L'unico modo però per raggiungere tale modello è quello di
eliminare le disuguaglianze reali tra gli uomini e il suo principio cardine, la proprietà privata. Come
tradurre concretamente tale democrazia? All'inizio pensa tramite il su ragio universale (Manoscri
economico- loso ci) e poi tramite la rivoluzione sociale guidata dal proletariato.

CRITICA ALLA SOCIETA' BORGHESE: MANOSCRITTI ECONOMICO-FILOSOFICI

• Nel 1844 Marx scrive i Manoscri economico- loso ci, il primo importante approccio all'economia
poli ca. Marx
assume un a eggiamento duplice nei confron dell'economia borghese: da un lato la considera
espressione teorica della società capitalis ca, dall'altro immagine globalmente falsa (mis cata) del
mondo borghese. Perché? Perché non è in grado di porsi in una situazione storico-processuale,
pensando il capitalismo come sistema economico immutabile, il modo naturale di produrre e dare
ricchezze. In più l'economia poli ca non scorge l'opposizione tra capitale e lavoro salariato, tra
borghesia e proletariato. Da qui nasce il conce o di alienazione.

• Il termine "alienazione" assume signi ca diversi a seconda del losofo:


Hegel considera alienazione come il movimento stesso dello Spirito che si fa altro da sé (nella natura e
nell'ogge o) per potersi poi riappropriare di sé. Per questo l'alienazione ha valore sia posi vo sia
nega vo.

• Feuerbach pensa l'alienazione come la situazione dell'uomo religioso che scindendosi si so ome e a
una potenza estranea che lui stesso ha posto. Per lui ha valore pienamente nega vo.

• Marx si rifà a Feuerbach per quanto concerne la de nizione di alienazione come scissione e
dipendenza. Per lui però questa è un fa o reale di natura socio-economica poiché si iden ca con la
condizione del proletariato rispe o alla società capitalis ca. Delinea così i 4 cara eri fondamentali
dell'alienazione:

1. Il lavoratore è alienato rispe o al prodo o delle sue a vità poiché produce un ogge o che non gli è
proprio;
2. Il lavoratore è alienato rispe o alla sua stessa a vità che prende il nome di lavoro forzato poiché
l'uomo è solo lo strumento per ni estranei facendolo sen re una "bes a";
3. Il lavoratore è alienato rispe o al suo stesso Wesen (essenza) poiché una preroga va propria della
natura umana è quella del lavoro libero e universale (e non di uno ripe vo o unilaterale);
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4. Il lavoratore è alienato rispe o al prossimo perché l'altro per lui è il capitalista, colui che lo tra a come
un mezzo e prende il fru o della sua fa ca.

• Questa alienazione è causata dalla proprietà privata dei mezzi di produzione, grazie ai quali il
possessore
della fabbrica può u lizzare determina gruppi di persone (il proletariato) per accrescere la propria
ricchezza. E allora c'è da domandarsi: è possibile la dis-alienazione? Sì, tramite il superamento del
regime della proprietà privata, dunque con l'avvento del comunismo.

• Come si colloca Hegel in questo ambito?


Marx gli riconosce diversi meri : 1)aver concepito l'uomo in o ca storica, 2)aver so olineato
l'importanza del lavoro, 3)aver inteso tale processo come alienazione e soppressione dell'alienazione,
4)aver capito che la liberazione scaturisce dall'oppressione.
Al tempo stesso però gli cri ca diverse altre idee: 1)aver rido o l'individuo ad "autocoscienza", 2)aver
considerato il lavoro specula vo solamente, 3)aver inteso alienazione e dis-alienazione solo in
operazioni ideali e non sul piano pra co.
In generale Hegel si è limitato a descrivere una storia ideale ed astra a, senza presupporre degli
interven pra ci sul mondo. Di conseguenza la teoria di Hegel non ha niente a che fare con
l'alienazione e la disalienazione e e va; se però l'alienazione economica è un fa o reale - che sta alla
base di tu e le altre alienazioni, tra cui quella poli ca e religiosa - l'unico modo per abba erla è l'a o
reale della rivoluzione e dell'instaurazione del socialismo, inteso come "umanismo giunto al proprio
compimento".

TESI SU FEUERBACH (1845)

• Marx a erma che Feuerbach è stato l'unico a elaborare una cri ca intelligente con la loso a di Hegel.
Nelle 11 tesi su Feuerbach e nell'Ideologia tedesca, Marx prende le distanze da tu e le loso e
tedesche dell'O ocento. L'unico a cui riconosce meri è proprio Feuerbach. A di erenza di Hegel
infa , Feuerbach rivendica la naturalezza e la concretezza dell'uomo, non limitandolo a essere un
momento e mero di un processo razionale più grande. È stato in grado di rovesciare il rapporto ( a
sua rovesciato) di sogge o - predicato, demis cando la loso a hegeliana.

• Feuerbach però ha perso di vista la storicità dell'uomo, non rendendosi conto che l'uomo è società,
storia (essendo l'insieme dei rappor sociali di produzione). Marx sos ene che un uomo è tale solo in
base alla società di cui fa parte, dunque non esiste il conce o astra o di uomo. Così corregge
Feuerbach con Hegel (storicità) e Hegel con Feuerbach (naturalità e concretezza).
In questo modo Marx corregge Hegel con Feuerbach e Feuerbach con Hegel, poiché contro l'uno
difende la naturalità vivente dell'uomo e contro l'altro, la sua cos tu va socialità e storicità. Egli giunge
alla conclusione poi che ogni discorso sull'uomo si risolve inevitabilmente in un discorso sulla società e
sulla storia, preparando il passaggio dalla problema ca antropologica a quella di po socio-economico.

• Un altro tema che unisce e al tempo stesso divide Marx da Feuerbach è l'interpretazione della
religione. Pur avendo capito che Dio è una proiezione dell'uomo sulla base dei suoi bisogni, Feuerbach
non coglie le cause reali di tale fenomeno, né tantomeno o re mezzi validi per superarlo. Per Marx
invece, siccome chi ha prodo o Dio è l'uomo, e l'uomo è società, allora vuol dire che le radici del
fenomeno religioso vanno ricercate non nell'uomo in quanto tale ma in un po storico di società. La
religione è il prodo o di una società alienata e so erenza nate da disuguaglianze sociali. Dunque se
questa è il sintomo di una condizione umana alienata, l'unico modo per eliminarla non è la cri ca
loso ca (Feuerbach) ma la trasformazione rivoluzionaria della società. Bisogna distruggere le
stru ure sociali che la producono.

• Altro elemento che allontana Marx da Feuerbach è la non considerazione dell'aspe o pra co-
rivoluzionario. Feuerbach infa si limita al contempla vismo, ignorando l'aspe o pra co e a vo della
natura. A questo Marx contrappone l'uomo come prassi.
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LA CONCEZIONE MATERIALISTICA DELLA STORIA

• La cri ca a Feuerbach segna il passaggio dall'umanismo al materialismo storico, al sapere reale della
storia.
• Ideologia tedesca
• Marx si concentra su questo tema nell'opera Ideologia tedesca (1845-1846) insieme ad Engels:
contrappone
infa il suo pensiero a tu e le loso e preceden . Lui tenta di cogliere il movimento reale della storia,
al di là
delle rappresentazioni mis cate che da sempre ne hanno velato la reale stru ura.
• Per ideologia Marx intende "la falsa rappresentazione della realtà" e crede che la comprensione
ogge va dei
rappor tra gli uomini si sos tuisca a un'immagine deformata di essi. Vuole svelare la verità sulla storia
ma questo implica la distruzione necessaria delle loso e preceden e la nascita di una nuova
scienza, a cui la loso a fa da strumento. Secondo Marx l'umanità - pensata in modo scien co e non
ideologico - è una specie evolu va, formata da individui lega da rappor sociali di produzione, che
lo a per la sopravvivenza. La storia dunque è un processo materialis co diale co basato sul rapporto
bisogno-soddisfacimento. Proprio per quest'ul mo mo vo l'uomo in primo luogo si di erenzia dagli
animali: comincia a produrre i mezzi di sussistenza. Alla base della storia per Marx infa vi è il lavoro,
creatore di civiltà a raverso cui l'uomo si può de nire tale.

Stru ura e sovrastru ura


• Nella produzione sociale dell'esistenza, Marx dis ngue due elemen di fondo: le forze produ ve e i
rappor di produzione. Le prime sono tu gli elemen necessari al processo di produzione: uomini (=
forza lavoro), mezzi (= terre, macchine..) e conoscenze tecnico-scien che. I secondi invece sono tu
quei rappor che si instaurano tra uomini durante la produzione e ne regolano il possesso e l'impiego
dei mezzi di lavoro. In generale ques due elemen danno vita alla base economica di un certo
periodo.
• Si parla di base economica come stru ura su cui ogni altra sovrastru ura si regge ( loso ca - poli ca
- e ca - giuridica). Queste sono espressioni più o meno dire e dei rappor che de niscono un
determinato po di società in un dato periodo storico. Marx intende materialismo in questo senso: è la
stru ura economica che determina lo Stato, le is tuzioni, la religione, la loso a etc. Con quel
termine infa non bisogna pensare al suo signi cato tradizionale, secondo cui "materia è sostanza"
ma all'idea che le vere forze motrici della storia non hanno cara ere spirituale, bensì socio-economico.
• Il rapporto stru ura - sovrastru ura ha dato vita a diverse interpretazioni. Ciò che è importante
so olineare sono i seguen pun :

1. Quando Marx usa il termine "sovrastru ura" iden ca "la dipendenza" dei fenomeni poli ci e
culturali dalla base economica. Da ricordare però che questo non presuppone che siano apparenze e
non e e uali, ma solo derivate;

2. Per indicare il rapporto stru ura-sovrastru ura, Marx si serve di due termini: determinare e
condizionare. Il primo implica un rapporto più stre o, mentre l'altro più lato e distaccato.

3. Marx non nega che le idee possano avere in uenza negli avvenimen storici ma è convinto che esse
esprimano già determina mutamen della stru ura (es. idee dei philosophes sì rivoluzionarie, ma in
realtà la situazione in Francia era rivoluzionaria). Secondo quanto de o, l'unico elemento
determinante della storia è la stru ura economica, mentre le sovrastru ure sono un ri esso di essa.

La legge della storia


▪ Le forze produ ve e i rappor di produzione rappresentano la chiave di le ura della sta ca della società
ma anche lo strumento interpreta vo della sua dinamica, iden candosi come la molla propulsiva del suo
divenire, ossia con la legge stessa che regola la storia.
▪ A un determinato grado di sviluppo delle forze produ ve corrispondono determina rappor di
produzione e di
proprietà: ma i rappor di produzione si mantengono solo no a che favoriscono le forze produ ve,
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mentre vengono distru quando divengono ostacoli a queste ul me. Poiché le forze produ ve - legate al
progresso tecnico - si sviluppano più rapidamente dei rappor di produzione (che tendono a restare
sta ci) ne segue una situazione di contraddizione diale ca tra i due elemen , che genera un'epoca di
rivoluzione sociale. Le nuove forze produ ve sono incarnate da una classe in ascesa mentre i vecchi
rappor di proprietà sono incarna da una classe dominante al tramonto. Di conseguenza, inevitabile è
lo scontro tra le due in ambito sociale, poli co e culturale. Alla ne trionfa la classe che esprime le nuove
forze produ ve che impone così la sua visione del mondo poiché le idee della classe dominante sono in
ogni epoca le idee dominan . Questo modello trova la sua esempli cazione nella Francia del Se ecento
dove vi fu uno scontro aperto tra borghesia (espressione delle nuove forze produ ve) e aristocrazia
(espressione dei vecchi rappor di proprietà). Alla ne trionfò la prima; così nel capitalismo moderno si
stava delineando una contraddizione sempre più "esplosiva" tra forze produ ve sociali e rappor di
produzione priva s ci. Marx arriverà addiri ura ad a ermare che il capitalismo pone le basi del
socialismo.
La legge della "corrispondenza" e della "contraddizione" tra forze produ ve e rappor di produzione
perme e di scandire il cammino dell'umanità nel tempo secondo alcune grandi formazioni economico-
sociali. Marx dis ngue così qua ro epoche della formazione economica della società: quella asia ca
(proprietà in comune); quella an ca di po schiavis co; quella feudale e quella borghese. Poiché Marx
accenna a una comunità primi va di stampo comunista, si può dire che le grandi formazioni
economiche siano la comunità primi va, la società asia ca, la società an ca, la società feudale, la
società borghese e la futura società socialista.
Precisa che non si tra ano di tappe necessarie ma che certo la storia proceda dal comunismo primi vo al
comunismo futuro tramite il momento intermedio della società di classe, basata sulla divisione del lavoro
e sulla proprietà privata.
Lo sviluppo della società poggia sulla convinzione del socialismo come sbocco inevitabile della diale ca
storica: "Il comunismo non è un stato di cose che debba essere instaurato ma piu osto il movimento
reale che abolisce lo stato di cose presen ". Marx come Hegel iden ca la storia come una totalità
processuale dominata dalla forza della contraddizione ma vi sono importan di erenze tra i due:
• Il sogge o della diale ca storica non è lo Spirito ma la stru ura economica e le classi;

• La diale ca del processo storico è concepita come empiricamente osservabile nei fa ;

• Le opposizioni che muovono la storia non sono astra e bensì concrete e determinate.

CRITICA AGLI IDEOLOGI DELLA SINISTRA HEGELIANA

• La conoscenza del materialismo storico perme e di intendere anche la cri ca marxista ai


rappresentan della Sinistra hegeliana (Ideologia tedesca). Gli ideologi sono i loso che vivono nella
"falsa coscienza" poiché non si rendono conto che le idee in quanto rispecchiano le relazioni materiali
degli uomini non hanno un'esistenza autonoma. Loro invece:
1. Sopravvalutano le idee e gli intelle uali viste le prime come forze trainan degli avvenimen , i
secondi "fabbrican della storia";

2. Credono che tu o il nega vo del mondo risieda nelle idee sbagliate e che l'emancipazione
umana consista nel sos tuire a idee false idee "vere";

3. Presentano le loro idee come universalmente valide;

4. Forniscono un quadro deformante o "demis cante" del reale.

• Marx alle loro idee contrappone le vere forze motrici della storia, le stru ure economico-sociali. Le
idee non hanno un valore assoluto poiché rispecchiano sempre determina interessi e rappor storici
tra gli uomini; la vera alienazione non risiede nelle idee ma nelle situazioni sociali concrete (e dunque
la disalienazione è un problema pra co-sociale, risolvibile sul piano stru urale della rivoluzione). Il
sapere e e vo in ne è solo sapere aderente al reale e dunque si iden ca come conoscenza non-
ideologica.



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LA SINTESI DEL MANIFESTO (1848)
Marx vuole esporre gli scopi e i metodi dell'azione rivoluzionaria e così rappresenta una stringata summa
della sua concezione del mondo. I pun salien sono: 1)analisi della funzione storica della borghesia;
2)conce o di storia come lo a di classe e rapporto proletari-comunis ; 3)cri ca dei socialismi non-
scien ci.
1. FUNZIONE STORICA DELLA BORGHESIA
Marx sinte zza sia meri sia limi . A di erenza infa delle altre classi dominan - che tendevano alla
sta cità - la borghesia non può esistere senza rivoluzionare con nuamente gli strumen di produzione
e l'insieme dei rappor sociali. Così la borghesia appare come classe cos tuzionalmente dinamica: è
stata in grado infa di modi care la faccia della teoria, uni cando il genere umano e trascinando tu i
paesi nella civiltà con la creazione di un mercato mondiale a o a porre le basi per un reale
cosmopoli smo.
Le forze produ ve ora però si rivoltano contro i vecchi rappor di proprietà, ancora so omessi alla
logica del pro o personale, generano delle crisi terribili. Così il proletariato me e in opera una
dura lo a di classe, volta al superamento del capitalismo.

2. STORIA COME STORIA DI LOTTE DI CLASSI


Se ne l'Ideologia tedesca Marx pone come motore di sviluppo sociale la diale ca tra forze produ ve e
rappor di produzione, in quest'opera individua come sogge o auten co di storia la lo a tra le classi.
Parlare di diale ca tra forze produ ve e rappor di produzione da un lato e di lo a di classe dall'altro
signi ca dire la stessa cosa poiché le prime e i secondi non sono "stru ure senza ogge o" ma risultano
incarnate da quei gruppi di individui che sono le classi.
Conformemente alle sue analisi sul capitalismo poi, Marx so olinea l'internazionalismo della lo a
proletaria e termina il Manifesto con lo slogan "Proletari di tu i Paesi, unitevi!"

3. CRITICA DEI SOCIALISMI NON-SCIENTIFICI


Marx divide la le eratura socialista e comunista in tre tendenze: A)socialismo reazionario; B)socialismo
conservatore/borghese; C)socialismo cri co-utopis co.
A) il socialismo reazionario a acca la borghesia secondo parametri conservatori, proponendosi di "far
girare all'indietro la ruota della storia". C'è il socialismo feudale di Disraeli che auspica il recupero di un
passato pre-rivoluzionario, pre-borghese e pre-industriale. E poi c'è il socialismo piccolo- borghese di
Sismondi che esprime il punto di vista della piccola borghesia rovinata dal capitalismo industriale.
In ne c'è il socialismo tedesco, anch'esso di estrazione piccolo-borghese.
B) il socialismo borghese vorrebbe rimediare agli "inconvenien " sociali del capitalismo senza
distruggerlo. Vuole la borghesia senza il proletariato, il lato posi vo del sistema senza quello nega vo
(Proudhon). Secondo Marx invece esso non va curato, bensì distru o.
C) il socialismo cri co-utopis co fa appello a tu i membri della società per una paci ca azione di
riforma, muovendosi così in una dimensione utopis ca (Owen, Saint-Simon). A tale socialismo
utopis co, Marx ne contrappone uno di po "scien co", basato su un'analisi cri co-scien ca dei
meccanismi sociali del capitalismo e sull'individuazione del proletariato come forza rivoluzionaria
des nata ad abba ere il sistema borghese.

IL CAPITALE (1867)
• In quest'opera Marx analizza la realtà capitalis ca in rapporto alla rappresentazione che ne dà la
scienza economica. Egli si dis ngue sia dai classici (Smith e Ricardo) sia sopra u o dall'economia
borghese "volgare" del suo tempo. Il compito dell'indagine cri ca/scien ca è quello di andare oltre le
apparenze delle cose, risalendo oltre le loro forme fenomeniche per coglierne l'essenza interna.
Cogliere l'essenza dei fenomeni, ossia comprenderli, signi ca scoprirne la "connessione interna"; in
questo senso Marx può dire che nell'economia poli ca si trova l'anatomia della società civile: bisogna
però me ere a fuoco le relazioni diale che tra le diverse categorie nella totalità dell'insieme. In ogni
società infa "i rappor di produzione formano un tu o".

• Questo principio metodologico prende le mosse dalla merce in quanto "forma elementare di quella
immane raccolta di merci" che è il capitalismo. Ogge o materiale e sensibile, la merce so oposta ad
analisi rivela una complessità uguale a quella del modo di produzione capitalis co: essa cos tuisce la
forma economica di cellula della società borghese. Il cara ere essenziale della merce è la sua duplicità
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poiché ogni singola merce è sia mezzo per la soddisfazione di un bisogno sia ogge o che viene
scambiato sul mercato; essa ha dunque un'esistenza naturale e una sociale, un valore d'uso e uno di
scambio.
○ Valore d'uso di una merce ha a che fare con le sue cara eris che qualita ve: un abito e un paio di
scarpe sono qualita vamente di eren e soddisfano bisogni di eren ; il valore d'uso si realizza nel
consumo.

○ Valore di scambio prescinde dalle di erenze qualita ve poiché in questo caso una merce si rapporta con
le altre solo in relazione alla quan tà: ciò che conta è la proporzione con cui avviene lo scambio. Lo scambio
presuppone un'astrazione dalle cara eris che siche della merce e dalla sua u lità (dalla sua forma
concreta). Il valore di scambio è l'espressione di tale astrazione e il denaro è la forma in cui tu e le merci si
eguagliano.
• Come si determina il valore di scambio? Marx so olinea che lo scambio tra due merci presuppone il
riferimento a una "terza cosa" che abbia qualcosa in comune con entrambe, ossia il fa o di essere
prodo dal lavoro. Ogni merce ha in comune con le altre il lavoro umano in essa ogge vato. Così
anche il lavoro ha la medesima duplicità:
○ Dal punto di vista del valore d'uso il lavoro è concreto, operazione di trasformazione della natura;
○ Dal punto di vista del valore di scambio il lavoro è astra o in quanto fonte di lavoro. Esso perde così
ogni
qualità speci ca.
Valore di scambio e lavoro astra o sono coinciden ; come il valore di scambio è sogge o a
determinazioni quan ta ve, così il lavoro astra o si esprime quan ta vamente come tempo di lavoro
socialmente necessario. Il valore di una merce è dato dal lavoro in essa contenuto e misurato col
tempo.

• Se le merci realizzano sul mercato un valore di scambio superiore a quello dei mezzi di produzione
u lizza per produrle, si ha una valorizzazione del capitale. Si genera cioè un PLUSVALORE, un
incremento, un'eccedenza sul valore originario. Secondo Marx però la sua origine non va cercata nella
sfera della circolazione delle merci, ma in quella della produzione. In questo caso il capitalis ca compra
due cose:
1. I mezzi di produzione;

2. La forza lavoro, le a tudine siche e intelle uali dell'uomo. Il capitalista con il salario acquista
la capacità produ va dell'operaio.

• Come ogni merce, la forza-lavoro ha un valore di scambio e un valore d'uso. Nel primo caso, essa
viene pagata esa amente al suo valore (pari al valore dei mezzi necessari alla sussistenza dell'operaio);
nel secondo caso invece quando viene consumata, essa è in grado di produrre una quan tà di lavoro -
un valore - superiore a quello in essa ogge vato e necessario a riprodurla. Poiché il valore si misura in
tempo di lavoro, la forza- lavoro è u lizzata per un tempo superiore a quello necessario a riprodurne il
valore di scambio, per un valore superiore a quello del salario. All'origine del plusvalore c'è dunque il
pluslavoro. E quello che, a prima vista, appare uno scambio di equivalen (lavoro e salario) in realtà è
uno scambio ineguale, la radice dello sfru amento capitalis co.
• Prendendo in considerazione il processo produ vo di cui la merce è il risultato, ci si imba e in
un'ulteriore duplicità:
○ Il processo produ vo è un processo di lavorazione, nalizzato alla produzione di valori d'uso; in
questo caso il lavoro è una condizione naturale della vita umana;
○ Il processo produ vo è un processo di valorizzazione, a raverso il quale il capitale si riproduce e si
accresce, nalizzato all'incremento dei valori immessi nel processo.
Lavorazione e valorizzazione sono da intendere come una cosa sola poiché nel processo produ vo
capitalis co si presentano unite: ciò perme e all'economia poli ca di presentare il processo di
valorizzazione del capitale come "naturale" ed "eterno". Questo legame porta ad approfondire il
rapporto capitale-lavoro: si tra a di un rapporto di subordinazione della lavorazione alla
valorizzazione, del lavoro al capitale. Poiché tu o il lavoro proviene dal lavoro, il capitale è un "lavoro
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morto" mentre la funzione del "lavoro vivo" è quella di valorizzare il capitale come valore esistente.

• Il capitalismo è nella sua essenza dominato da una fondamentale inversione, da una sostanziale
alienazione. Esso infa non è una cosa, bensì il rapporto sociale tra persone mediato da cose e
sebbene sia lavoro morto, è lui a comandare il lavoro vivo.
Questo cara ere di rovesciamento capitalis co si esprime nel "fe cismo delle merci": le merci
appaiono alla coscienza come cose che hanno in se stesse il loro valore, poiché restano nascos i
processi e i rappor reali della loro valorizzazione. Il valore infa secondo Marx va interpretato.

IL PROGRAMMA COMUNISTA

• Nel Manifesto Marx aveva approfondito la ques one del materialismo storico, considerando la storia
come una serie di lo e di classe, in questo caso tra borghesia e proletariato (visione diale ca). Questa
polarizzazione del con i o sociale è il risultato dell'azione della borghesia alla quale Marx riconosce
l'insos tuibile funzione storica. Essa ha sviluppato le forze produ ve, ha uni cato il mercato mondiale,
ha inves to i valori con un'opera di laicizzazione però ha anche creato la sua classe antagonista, il
proletariato. Uni cando i merca e centralizzando il potere, essa provoca la formazione di un
proletariato sempre più unito e in grado di lo are per la conquista del potere su scala mondiale. Non
avendo un interesse par colare da rappresentare, il proletariato è la classe "veramente rivoluzionaria":
nel conquistare il potere infa condurrà all'emancipazione dell'intero genere umano.

• Il programma del comunismo si basa sull'abolizione della proprietà privata intesa come proprietà
borghese, connessa al capitale. Poi vi sarà la conquista del potere poli co da parte del proletariato,
seguita da una fase di accentramento del potere statale nelle mani della classe rivoluzionaria (di atura
del proletariato) no a che con la sua de ni va vi oria, il potere pubblico perderà il suo cara ere
poli co. Così potrà nascere un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno è la condizione
per il libero sviluppo di tu .
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