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FILOSOFIA DEL DIRITTO.

24-02-2021

Prima di arrivare a una definizione di filosofia del diritto , ci devono essere delle considerazioni :

 Che cosa è il diritto ?


 Diverse risposte , infatti problemi riguardo allo stesso oggetto IL DIRITTO , chi ha ragione ? quale
risposta è giusta? Ma queste diverse definizioni del diritto che valenza hanno? Una prima serie di
problemi che si può iniziare a ragionare alla necessità di un approccio del diritto che è diverso da
quello fatto proprio dei diversi ambiti di studio ( diritto commerciale , diritto privato ecc…) danno
per scontato il problema del che cos’è il diritto , non è loro compito soffermarsi su questo .

Es.

“ è vietato introdurre autoveicoli nel parco “ ---------------------- una regola , che potremmo considerare
sufficientemente semplice , chiara ---------

----------------------- QUESTA NORMA è VERAMENTE CHIARA , Dà UN INDICAZIONE NON CONTROVERSIA


RIGUARDO AI COMPORTAMENTI CHE POSSONO O NON ESSERE TENUTI ?( chi arriva al parco uno con la
auto , uno con i monopattini , uno con la bici ecc.. e legge il cartello , siamo sicuri che non abbia dubbi
riguardo a ciò che gli è consentito o no fare?) --------------------- bisogna sapere cosa si intende con la parola
“AUTOVEICOLO” , chi arriva con l’auto non ci sono dubbi che non può entrare , ma se uno arriva là con
macchine dei bimbi che hanno motori , cade nel divieto o no?

-------- > PROCEDIMENTO FONDAMENTALE : INTERPRETAZIONE !!!! il giurista è un professionista


dell’interpretazione , ci troviamo di fronte a un procedimento imprescindibile, ed è chiamato a offrire
risposte interpretative , MA DA DOVE SI ORIGINANO I PROBLEMI INTERPRETATIVI? Perché si determinano
queste situazioni di incertezza ? ------------- occorre una riflessione ( anche nella domanda CHE COSA è IL
DIRITTO ? )

 LE NORME DEL DIRITTO DEVONO GARANTIRCI NEI NOSTRI DIRITTI ?

oppure

 ABBIAMO DIRITTI SOLO SE LE NORME DEL DIRITTO LI GARANTISCONO?

Diritti in senso soggettivo :

 si prospetta l’alternativa tra una prospettiva (seconda) sono prerogative che dipendono da quello
che le norme prodotte stesse dicono
 Ci siano delle prerogative ( diritti) che competono agli essere umani in quanto esseri umani, e
hanno le norme solo il compito di riconoscerli e garantirli. ( prima)

r
 PROCESSO DI NORIMBERGA :

è giusto condannare ufficiali e funzionari pubblici che agendo nel rispetto delle norme vigenti e obbedendo
agli ordini dei superiori , hanno commesso atti persecutori?

Perché la loro difesa era dire che avevano obbedito agli ordini e avevano obbedito alle norme vigenti in
quel momento ( anche se le leggi erano orribili , ma c’erano ed erano vigenti ) ---- cosa c’è dietro questa
domanda ? c’è il problema del rapporto tra principi e valori morali e il diritto ! problemi in ambito
giudiziario.

FILOSOFIA DEL DIRITTO : ambito della riflessione critica sul diritto , sulle operazioni che si fanno nel mondo
del diritto , sugli strumenti che si utilizzano ( strumenti sono l’apparato di nozioni ) e quindi l’idea che la
filosofia del dir. Sia un contesto in cui impegnandosi nella riflessione critica si impara a porre domande , a
sollevare dubbi e a risolvere problemi , per giungere alla migliore costruzione del diritto.

( COSTRUZIONE DEL DIRITTO = sarà importante acquisire la consapevolezza che il diritto non è un
dato solido , qualcosa che bisogna recepire passivamente , ma è una costruzione e fondamentale è
il ruolo degli attori che partecipano)

TESTO BOBBIO: coordinata più specifica e indicazioni sul fatto che questo impegno critico , è stato inteso
più di un modo , questa disciplina è stata intesa in un modo un po’ diverso da quello che ci indica BOBBIO.

PRIMO PARAGRAFO DEL TESTO , bobbio ci dice una coordinata relativa alla comparsa della stessa
espressione FILOSOFIA DEL DIRITTO e sottolinea come l’espressione si sia diffusa in Europa da poco più di
un secolo e mezzo ( oggi due secoli praticamente ) cioè 1800 , e Bobbio cita un opera di HEGHEL “
lineamenti di filosofia del diritto” – citata opera di un altro studioso Austin “ una filosofia del diritto
positivo”

Compare nella metà dell 1800 l’espressione FILOSOFIA DEL DIRITTO , ma per che cosa ? Bobbio richiama
che sotto questa etichetta comparsa allora sono state raggruppate opere molto distinte anche se alcune poi
sarebbero rimaste come tipicamente riferibili alla filosofia del diritto anche nella specifica accezione
proposta da Bobbio tipo proposte elaborate di riforma della società presente in base all’assunzione di
diversi fini ( lbertà ordine , giustizia ecc..) rientra nella politica di diritto .

Pagina 38 --- PUNTO B bobbio dice nozioni generali che fanno parte del contesto giuridico e altre altri
contesti distinti dal diritto , ma quali nozioni ? Bobbio dice GIUSTIZIA , DIRITTO, ORDINAMENTO GIURIDICO ,
NORMA , DIRITTO SOGGETTIVO ecc…) analisi di questo apparati di nozione

------------------ abbiamo campi di studio che hanno una loro autonomia , in alcuni casi abbastanza risalente
cioè sull’origine storica del diritto , stava u po tutto sotto

PUNTO D – studi sulla scienza giuridica più sull’opera dei giuristi volta al ritrovamento e interpretazione
delle regole giuridiche

r
Trattati del 600 , quando ancora non era comparsa l’etichetta della filosofia , MA TRATTATI DI DIRITTO
NATURALE ??

2 paragrafi ( 2 e il 3) IMPORTANTI ! ( p 40) LA FILOSOFIA DEL DIRITTO COME FILOSOFIA APPLICATA ,


considerazioni che tornano utili in relazione al paragrafo successivo (3) dove ci sono i due modi di intendere
la disciplina della filosofia del diritto.

2 paragrafo ---------- idea che la filosofia del diritto sia unitaria continua a sopravvivere nonostante l’errore
facilmente riconoscibile che essa contiene ( mette dentro cose che dovrebbero essere distinte ) contnaba
ivere perché stretta alla concezione del diritto che ha dominato in italia alla fine del 1800 e in realtà non è
stata del tutto abbadonata da taluni , quella secondo cui esiste una filosofia generale ------ bobbio ci dice
che filosofia deriva dal greco ( FILOS _ AMORE SOPHIA _ SAPERE ) amore per il sapere ma la filosofia ha
conosciuto una accezione diversa secondo cui per filosofia si deve intendere la sua conoscenza nella sua più
alta espressione -------------- idea che ha coinvolto molti filosofi tipo Platone sosteneva che questo era solo
un livello di conoscenza ma non con la C maiuscolo , quella è quella che si consegue con la FILOSOFIA
intesa come attingimento attraverso i canali della ragione , di verità che non cadono sotto i nostri sensi ma
che arriveremo a raggiungere attraverso canali diversi da quelli della conoscenza empirica , platone dice
che il vero mondo è quello delle idee non quello delle esperienze

Chi ha continuato a ragionare come filosofia applicata ha fatto riferimento a questa filosofia .

Bobbio ci dice che questo modo di intendere la filosofia ha dato luogo alla costruzione di rimanere
staccate dal mondo del diritto nelle sue concrete manifestazioni , dalla concreta esperienza giuridica , è
come se si costruiscono castelli molto raffinati ma che per arrivare al punto sembrano un ornamento e non
strumenti concreti a chi deve operare nell’ambito del diritto

ALTERNATIVA , 3 paragrafo -

FILOSOFIA DEL DIRITTO DEI FILOSOFI VS FILOSOFIA DEL DIRITTO DEI GIURISTI

 FILOSOFIA DEL DIRITTO DEI FILOSOFI

Idea che esista la filosofia ma la filosofia intesa come questo ambito di conoscenza più alta di conoscenza di
pretese proprietà essenziali delle cose , quella che ci può portare a dirimere il problema che cos’è il diritto.
In questa prospettiva si ha la presunzione che sia quella definitiva

Ontologia _

metafisica _ forma di conoscenza che porta a conoscere ciò che è anche oltre alla natura

r
Dall’alto

Al basso

METODO SINTETICO _ la sintesi è importante – formulazioni semplficate che riassumano la quinta essenza
del diritto in una forumal si sotiene di ricomprendere la realtà del diritto e che coglie l’essenza del diritto
con le ricadute di prima ( paralleli cioè che ognuno di questi ambiti segue un percorso proprio FILOSOFIA
DEL DIRITTO E CONOSCENZA CONCRETA )

 FILOSOFIA DEL DIRITTO DEI GIURISTI ( no giuristi positivi , bobbio intende una riflessione critica
realizzata a stretto contatto con quanto avviene nel mondo del diritto nelle sue concrete
espressioni)

Metodo :

dal basso ( dalla concretezza, dall’interno della realtà del diritto )

verso l’alto

METODO ANALITICO _

PREFERENZA METODO ANALITICO : analisi impariamo a smontare i pezzi del linguaggio ( SCIOGLIERE , per
tirare fuori elementi che lo compongono)

La preferenza verso le opere dei giuristi piuttosto dei filosofi che si abbassano al mondo del diritto , rivel la
preferenza per un metodo , bisogna smontare la complessità

RAGIONI DELLA PREFERENZA DEL METODO ANALITICO : le ragioni di questa prefeenza possono essere di
ordine storico etico :

 Convinzione della complessità di ciò che per brevità chiamiamo fenomeno giuridico
 Costatazione che le nozioni fondamentali dello studio del diritto , assunte dal linguaggio comune :
diritto , legge , norme , giustizia , ecc… o sono troppe ampie e devono essere scomposte e
precisate
 Reazione contro la tendenza al RIDUZIONISMO ( la tentazione di arrivare immediatamente alla
soluzione e di non tener conto delle articolazioni di una realtà complessa)
 Credenza nell’estrema fallibilità dell’intelletto umano e rivedibilità delle sintesi cui esso può
giungere nel tentativo di raccogliere i dati che non sono mai sufficienti e bisogna fare scelte. ( non
dimenticare all’attitudine a rincorrere nell’errore perciò a capire che ci sono i limiti .

Queste ragioni sono alla base della preferenza e supportano la scelta di seguire un percorso che andrà nella
linea della FILOSOFIA DEL DIRITTO DEI GIURISTI ( e non dei filosofi)

r
Riflessione :

 Sui concetti
 Operazioni
 Valori in gioco

25/02/2021

BOBBIO _ IL PUNTO è CHE LA SECONDA PROSPETTIVA ( FILOSOFIA DEL DIRITTO DEI GIURISTI) e quali siano
le ragioni della preferenza di questa seconda prospettiva.

METADISCORSO  discorso sopra altri discorsi ( meta = oltre , in metafisica significa conoscenza che va
oltre gli elementi della realtà naturale) qua meta è un altro significato ma significa SOPRA , la filosofia sia
una riflessione su altri ambiti , discorso su più discorsi.

(filosofia del diritto) _ Idea di una disciplina il cui fine è :

 Sciogliere I NODI PROBLEMATICI del diritto nella sua pratica facendo chiarezza : sui concetti ,
strumenti e operazioni .

Dobbiamo soffermarci su quali siano i presupposti di questo approccio della filosofia :

RIVOLUZIONE SCIENTIFICA (1600 , Galileo Galilei – espressione Riv. Scientifica momento in cui c’è un
cambiamento radicale , e in questo caso il cambiamento ha riguardato il modello di acquisizione della
conoscenza , Galileo si fa strada un CAMBIO DI PARADIGMA perché rispetto ad un sapere che si fondava su
presupposti dogmatico – autoritativi non solo quando erano in gioco questioni di fede ma erano così anche
quando si era nella conoscenza della realtà naturale , e si diceva che determinate concezioni in ambito
scientifico si riteneva che avessero la valenza di argomento validi argomenti che all’interno di certi modelli
cosmologici di derivazione aristotelica ma poi recepiti all’interno della chiesa ufficiale si riteneva che quello
fosse il riferimento e che non ci fosse spazio per proporre diverse idee e teorie che contrastassero con la
concezione che c’era da quell impianto E SI DAA CREDITO A UN SAPERE DOVE IL PRINCIPIO DI AUTORITà
ERA CRITERIO VERITà SCIENTIFICA --------------------- Galileo da fisico elabora delle conoscienze , fondate
sull’osservazione e calcolo matematico non su dogmi e propone queste teorie ma viene considerato
ERETICO , e gli dicono che non poteva sostenere queste teorie perché scardinavano un sistema che toglieva
l’uomo dal centro e per non finire sul rogo Galileo ABIURERà ciò che ha detto , sarà costretto a
sconfessare le sue teorie. --------- CON GALIELO SI AFFERMA UN NUOVO MODELLO DI SAPERE , dove non c’è
più spazio per il principio di autorità e prende corpo l’idea che conoscenza affidabile secondo REGOLE DI
METODO ) :

 Rifiuto del principio di autorità


 Sapere costruire secondo regole di metodo
 Idea della controllabilità ( conoscenza affidabile sia quella suscettibile di controllo)
 Condivisione intersoggettiva del sapere (Scienza da questo momento in poi significa queste
cose , e ci ha trasportato all’età moderna e ci ha consegnato una idea di costruzione della
conoscenza che con tutte l trasformazioni è venuta fino a prodotti che compriamo c’è scritto

r
scientificamente testato , cioè l’idea che la scienza è quella che passa attraverso convalidazione
cioè si danno per certi ormai)

Perché opportuno fare richiamo alla rivoluzione scientifica? Perché una volta che in effetti pur con tutte le
difficoltà , si è avviato un processo di realizzazione del sapere in diversi ambiti , sempre maggiore
consapevolezza nelle diverse scienze ( scienze naturali , poi sociali ecc..) nei periodi successivi , 1600 , 1700
ecc… si è evidenziato un contrasto :

 Sapere scientifico  costruito secondo regole rigorose, razionali e deve essere controllabile

 Sapere filosofico  intesa come disciplina sistematica , capace di offrire una visione globale , di
risolvere problemi , aspirante alla conoscenza assoluta , ma NON è RAZIONALE E NON
CONTROLLABILE .

Questa contrapposizione doveva balzare agli occhi dei filosofi ( KANT E IUM – 1700) in una visione ancora
molto tradizionale , cioè studiosi nella riflessione su molti ambiti e questo ,

IUM = riflettendo su una situazione ( sviluppo delle scienze e dall’altra di permanere di questa attitudine
metafisica della filosofia ) rileva l’evidente distanza tra le singole scienze e la filosofia , IUM ricorre ad una
metafora : “ gran palazzo della filosofia che immagina si trovano a confrontarsi i grandi filosofi , e sono alle
prese con la discussione e la prospettazione delle soluzioni come quelle vere e definitive da loro” --- IUM
dice chiunque passasse vicino sentiva grida alte di discordia , perciò poteva dedurre che il problema era
questo , i sostenitori di diverse visioni di filosofia non riuscivano a far prevalere l’una o l’altra delle idee ma
perché lì ci si trovava di fronte ad un sapere che muoveva da conoscenza diverse da quelli della rivoluzione
scientifica ( che se la fai un esperimento ed è vero nessuno può dire il contrario)

KANT = aveva paragonato il filosofo metafisico ( che pretende di arrivare alle verità assolute ) ad un
visionario ( ha un mondo tutto suo che non condivide con gli altri ) --- sempre la stessa posizione.

Le opere di KANT portano come titolo CRITICA DI … l’idea che la filosofia non sia una strada alternativa
rispetto a quella della conoscenza che si consegue a singoli ambiti di sapere in cui si procede con quel
metodo di passaggi controllati che nasce da Galileo in poi , ecco la filosofia non è strada alternativa e
superiore a quella , ed è invece RIFLESSIONE CRITICA SUDIVERSI AMBITI DELL’ATTIVITà UMANA . non ci
deve essere la presunzione di arrivare dove non si può arrivare per limiti umani.

Allora non si capirebbe l’opzione per la filosofia del diritto dei giuristi se non ci fosse dietro quella svolta di
intendere in generale la filosofia del diritto , ha dietro quel fondamnetale paradigma dopo il quale è
apparso opportuno ripensare tutto , ripensare al ruolo della filosofia , non perde la rilevanza ma acquisisce
una solidità

DISCORSI CHE MUOVONO DALL’ESPERIENZA GIURIDICA PRENDENDO IN CONSIDERAZIONE ALTRI DISCORSI


( attiene al linguaggio) CHE SI FANNO NEI DIVERSI AMBITI , LA FILOSOFIA COME RIFLESSIONE SUI DISCORSI
DEI GIURISTI (studiosi del diritto nelle sue espressioni) in che direzione critica ?

 Nella contestualizzazione storico / sociologica /culturale ------------ già Bobbio importanza degli
studi che riflettevano la versione storica del diritto , è stato dinamico , non sempre rappresentato

r
nella legge un elemento portante come è avvenuti in contesti continentali diversi , trasformazione
del diritto nei tempi e nei luoghi / sociologico : stretto collegamento tra diritto e società cioè il
ruolo che il diritto ha nelle trasformazioni sociali / culturale : diritto è a sua volta una delle
fondamentali espressioni della coltura umana e vanno colti i legami che riguardano la cultura
umana. PRIMA C’ERA DOGMATICA GIURIDICA , ma diritto come un corpo svincolato dalla storia ,
sociale ecc… ma POI è STATA SUPERATA QUESTA COSA E VA INTESO LA RIFLESSIONE DEL DIRITTO
ANCHE CON STORIA, SOCIALE, E CULTURALE

 Filosofia come analisi del linguaggio : DISCORSO ci richiama qualcosa che attiene al linguaggio , si
parla direttamente di riflessione critica realizzata nella prospettiva come analisi del linguaggio

Insieme di indirizzi che , nel 1900 hanno avuto uno sviluppo :

♠ Portano all’attenzione sulla centralità della dimensione linguistica in tutti gli ambiti
dell’esperienza umana ----- da noi dopo la 2 guerra mondiale e nell’ambito della filosofia
morale e del diritto si è molto diffuso ------------ idea di fondo che il lingguaggio abbia un
ruolo determinante in tuti gli ambiti dell’esperienza umana , ma in tutti gli ambiti è
imprescindibile il linguaggio , KANT parlava della filosofia di riflessione critica sulla
conoscenza ecc.. ambiti di attività umana , ambiti in cui prendono corpo attraverso usi di
linguaggio differenti , e in questi orientamenti si radica l’idea che il compito critico
attribuito alla filosofia debba essere svolto con specifico riguardo al linguaggio , rivolgendo
attenzione alle condizioni per la corretta costruzione dei linguaggi in tutti i campi
Perché IMPO IL LINGUAGGUIO ? perché ogni cosa che l’uomo pensa anche se non la
scrivono o la dicono , la pensano come linguaggio ! --- non stiamo parlando , non stiamo
scrivendo ma stiamo pensando , PENSIERO è un flusso che passa nella nostra testa che
nasce dal cervello ma vagheggia e poi arrivano le parole che è un vestito del pensiero , poi
non ci fermiamo a pensare al pensiero , ma che cosa è il pensiero ? NON è COSì , TRA
PENSIERO E LINGUAGGIO C’è UNA SOVRAPPOSIZIONE , NOI NON POSSIAMO PENSARE SE
NON ATTRAVERSO IL LINGUAGGIO

Hobbes _ non c’è pensiero senza parola , e non c’è pensiero chiaro senza parola chiara ---
rilevanza della dimensione linguistica .

DIRITTO , all’interno dell’etica ( insieme di ambiti di cui uno è il diritto , in cui troviamo i
criteri orientativi delle prassi , delle condotte, dell’operare umano ) all’interno di questo
insieme dell’etica , abbiamo il DIRITTO ! -- > il diritto a sua volta che cosa è ? prima di tutto
un diverso tipo di linguaggio rispetto a quello della scienza ecc.. la cui costruzione e
interpretazione costituiscono l’aspetto essenziale dell’attività dei giuristi ( il diritto è anche
altre cose ecc… ma in questa prospettiva che si è consolidata e rivelata come molto
esplicativa dobbiamo guardare al diritto prima di tutto come un linguaggio particolare !

FILOSOFIA COME ANALISI NEL LINGUAGGIO :

 Questa riflessione filosofica come analisi del linguaggio nei suoi primi sviluppi ha portato
l’attenzione sui linguaggi delle scienze ( ambiti conoscitivi)

r
 Successivamente ha portato l’attenzione sui discorsi di etica in generale e nel diritto in particolare
facendo chiarezza sull’origine e la natura dei problemi favorendo la loro soluzione.

TEORIA “MINIMA “ DEL LINGUAGGIO GIURIDICO IN PARTICOLARE  Si presenta come l’operazione


propedeutica ad ogni ulteriore operazione analitica sul diritto , cioè attenzione alle nozioni e strumenti
ecc…

1.03.2021

TESTO DI BOBBIO __ PARAGRAFI SUCCESSIVI AL 3°

4 un programma di lavoro  leggere ( sarà utile tornarci alla fine del corso)

5 utilità della filosofia del diritto  leggere ( sarà utile tornarci alla fine del corso)

------------------- ------------------ ---------------- -------------------------- ------------------------- -------------------

ELEMENTI DI TEORIA DEL LINGUAGGIO ______________________________


Nella riflessione filosofia tra fine 1800 e inizi del 1900 , la centralità assunta dalla dimensione del linguaggio
in quegli orientamenti in cui era molto sintetica una slide precedente , quegli orientamenti che porteranno
la filosofia come analisi del linguaggio , e sviluppo di questi orientamenti di pensiero sarà consistente nel
nostro paese ma dalla Seconda guerra mondiale in poi.

Ma perché tanta attenzione al linguaggio?

Qualunque cosa gli uomini pensano , anche se non la dicono e la scrivono la pensano attraverso il
linguaggio.

Ambito della scienza ( riv.) linguaggio con certe caratteristiche nei singoli ambiti scientifici e se questo vale
per la scienza lo mettiamo anche nell’ambito dell’etica , come sottoinsieme anche nel diritto , anche il
diritto è un diverso tipo di linguaggio la cui costruzioni e interpretazione costituiscono l’aspetto essenziale
dei giuristi ------------------- centralità della dimensione linguistica , non esaurisce tutte le dimensioni il diritto
si presenta anche come relazione tra soggetti , un insieme di regole ecc.. ma dapprima è un linguaggio !!! i
cui operatori ( giuristi) devono saper far uso virtuoso del linguaggio giuridico .

Allora si comprende come l’operazione preliminare che nel nostro percorso siamo chiamati a realizzare
consiste nel dotarci di elementi utili a orientarci nel linguaggio in generale e focalizzare l’attenzione sul
linguaggio giuridico, questo è il percorso.

r
Elementi di teoria del linguaggio  parliamo di linguaggio tutte le volte che siamo in presenza di una
combinazione di segni aventi un significato

Linguaggio verbale = cioè combinazione di parole aventi un significato , l’unica cosa che è cambiata è che
apposto di segni c’è PAROLE e ci fa capire che il linguaggio verbale sarà una sottoclasse del linguaggio in
generale e che parole sarà una sottocategoria della nozione di “ SEGNO”

 Segno -------------------------- > A è segno di B se A sta per B ------- possiamo parlare di segno
tutte le volte nelle quali abbiamo un tratto scritto oppure un suono , abbiamo qualcosa che
rimanda a qualcos’altro o che sta per qualcos’altro ------- la nozione di segno è il rinvio di
qualcos’altro oppure sta per qualcos’altro

Uno studioso Umberto Eco (ego ?) la sua notorietà la deve ad alcune opere letterarie , ma l’attività
di base è l’attività di studioso del linguaggio ( è un semiologo è lo studio dei segni , colui che si
occupa di studiare i segni , in generale il linguaggio ) scrisse un libro il cui titolo era SEGNO ,
proponeva una tesi : “ eco diceva che tutto il mondo è segno “ proprio questa nozione di segno ha
un estensione tale che potrebbe rappresentare la nozione chiave per descrivere tutto ciò che c’è
nel mondo , la realtà in tutti i suoi aspetti . nozione che rimanda a qualcos’altro , noi possiamo
leggere tutto ciò che ci circonda come qualcosa che rinvia ad altre

Nozione di segno : è tutto ciò che si può rinviare a qualcos’altro o sta per qualcos’altro.

ESEMPI DI SEGNO :
** immagine di un terreno argilloso con delle impronte di passi ** 
** fotografia di un cielo con nuvole abbastanza minacciose ** 
** segnaletica stradale di lavori in corso e un altro di divieto di sosta ** 
** immagine di uno spartito musicale con segni sopra e poi vignetta di un indiano che agita un
tappeto sopra un fuoco acceso e produce delle nuvolette di fumo ** 

1. CI SEMBRA CHE IN QUESTE IMMAGINI TROVIAMO DELLE SEMPLIFICAZIONI DELLA NOZIONE DI


SEGNO COME CE L’HA PROPOSTA ?? SI

2. SE è COSì (si f riferimento a situazioni in cui ci sono segni) IN QUESTE SITUAZIONI ABBIAMO
SEGNI DELLO STESSO TIPO OPPURE CI SONO DELLE DIFFERENZE TRA MODI DIESSERE SEGNO NELLE
DIVERSE IMMAGINI ?

(((((((((((( - Le prime due possono capire il riferimento tutti nelle ultime due solo chi conosce la
musica e chi conosce i segnali stradali
- Le prime due possono essere riferite a diverse cose , mentre nelle ultime due si può rimandare
solo a quella musica , oppure solo ai cartelli della strada – risposte studenti ))))))))))))))

Risposta prof :

× segno naturale ( le prime due ) ---- hanno con le cose di cui sono segno o a cui
rinviano una relazione che non dipende dalla volontà umana

TERRENO ----------------------in presenza del terreno ci consenta di parlare di segno richiede che si
tratta di un segno che è impresso nel peso di un corpo passato impresso nel terreno stesso , ci può
essere un obiezione : bhe ma qualcuno volontariamente avrebbe voluto lasciare un segno del suo

r
passaggio allora in questo caso anche le orme non sarebber un segno naturale ( perché
rinvierebbero a qualcosa cioè che di lì è passato qualcuno ) perchè c’è stata la volontà di quel
soggetto di lasciare volontariamente le orme

in tutti gli altri casi , le orme , il passaggio dei pneumatici , (ricostruzione dei segni per accertare un
reato) i segni sono naturali se qualcuno è passato e basta ,

NUVOLE ------------------------------------------- anche qui l’esperto danno delle indicazioni precise


relative che di lì a poco ci sarà un temporale , così come le nuvole rosa sono segno di un bel tempo ,
abbiamo un rinvio ma per collegamenti della natura di causa-effetto. ( nessun uomo ha deciso che
se ci sono nuvole brutte pioverà, è involontario dalla volontà umana )

× segni artificiali / simboli ----- hanno con le cose di cui sono segni ( che rinviano ) una
relazione che dipende dalla volontà umana ( istituzione , arbitrio, convenzione ecc..)
quei tratti sulla carta o quelle immagini rinviano a qualcosa ( spartito—musica / cartelli stradali ---
codice stradale) ma perché è stato l’uomo che ha voluto creare quel collegamento tra segno e
conoscenza di qualcos’altro

dallo spartito ------------ alla musica di una canzone = è stato l’uomo che ha creato questo
collegamento , è stato lui a decidere che il segno dello spartito rinviasse alla canzone

ISTITUZIONE = momento come sinonimo di decisione


ARBITRIO = esercizio di atto di volontà, sempre decisione
CONVENZIONE = incontrarsi , accordarsi , richiama un atto di volontà subentrato ad esito di accordo
tra soggetti umani per accordarsi sul fatto che qualcosa sta per qualcos’altro

Perché anche simboli ? simboli o segni artificiali sono la stessa cosa.

NINO USA L’ESPRESSIONE SIMBOLO PROPRIO PER SEGNO ARTIFICIALE , e la differenza infatti sarà
tra segni ( segno naturale) e simbolo ( segni artificiali)

UN GESTO può essere entrambe i segni : Uno studente che alza il braccio , questo gesto è
codificabile come segno naturale ( se lo studente ha avuto un fastidio al braccio allora l’ha alzato , è
stato dovuto da un bisogno del corpo naturale) segno artificiale ( se voleva alzare la mano per fare
una domanda , quindi ha deciso di alzare la mano ha fatto una decisione)

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

r
SOTTOCATEGORIA DEI SEGNI , CIOÈ LE PAROLE ( linguaggio verbale):
** immagine di gatto ** ---- non guardiamo l’immagine del gatto ma sulla “PAROLA GATTO”

Le parole ( segni del linguaggio verbale ) dobbiamo considerarli simboli oppure segni naturali?
Dipende come si interpreta il linguaggio verbale ! le parole rinviano a qualcosa? Significano in forza
di decisioni umane oppure le parole dipende dalla realtà ?

Risposta studente  le parole sono dei SIMBOLI ( segni artificiali) perché ci sono tante lingue
diverse , perciò la stessa cosa è chiamata in modi diversi in base alla volontà umana nelle diverse
zone del mondo che hanno voluto dare quella parola per riferirsi a quella cosa.

Risposta prof  LIBRO NINO (5 capitolo – 2 paragrafo pagina 220 – alcuni aspetti del linguaggio
ordinario – cioè quello verbale in particolare quello ordinario è quello verbale nella normale
dialogo senza ambiti specifici )

nel punto A : “ le parole e il loro rapporto con la realtà” ---vedremo subito che l’autore
sottoscrive come tesi meritevole e come tesi che si è anche diffusamente affermata come dice
NINO quella tesi che dice : CHE LE PAROLE SONO SIMBOLI ( segni artificiali ) l’autore parte da qui :
di solito si afferma che la tesi è quella che le parole sono simboli

esempi : note musicali , sirene delle autombulanze , luci dei semafori , bandiere segnaletiche e poi
aggiunge , occorre distinguere i simboli dai segni ( segni naturali rapporto causa effetto , c’è
collegamento in modo naturale: tuono rispetto al fulmine)

che sia utile avere chiara la distinzione tra simboli e segni ed essere consapevoli che il linguaggio è
un sistema di simboli , è utile non appena si considera che nel pensiero si rileva una opinione
comune che le parole sono segni naturali , cioè involontarietà umana tra le parole e ciò che
significano

SI PROPENSA PER LA PRIMA TESI concezione convenzionalistica ( simboli) MA C’è ANCHE


UN’ALTRA TESI ( segni naturali) a supporto di questa ( scritta in piccolo – ha trovato espressione
Karnap concezione magica del linguaggio o realismo verbale , a che cosa si riferiva ? al fatto che
Karnap diceva che i bimbi quando apprendono ad usare il linguaggio si sentono nel giusto quando
per indicare qualcosa pronunciano una parola e quindi dice che le altre parole per i bimbi sono
sbagliate .
Visto sotto un ottica per cui le parole possono essere solo di un certo tipo , quelle apprese , della
propria lingua e tutto ciò che è al di fuori della propria lingua è stravagante. ( obiettare _ bimbo bi
lingue probabilmente non condividerebbe questa attitudine )

Di solito gli adulti assuomono un atteggiamento più paziente , dice che comunque anche loro
hanno l’impressione involontaria di trovare strano chi chiama casa MAISON . ( è proprio così?
Dipende dal livello generale culturale di non solo di prima esposizione dei linguaggio ma alla
dimestichezza con i diversi linguaggi e questa attitudine di ravvisare stranezze magari non è giusta )

Trova riscontro nel caso non ci siano processi di cultura molto approfondite ( chi non sa altre
lingue, hanno ingenuità)

r
((((((((((Platone : viene citato in riferimento ad una concezione del linguaggio che risponde alla
domanda ma il linguaggio verbale è simboli o segni?
Concezione naturalistico- essenzialistica del linguaggio  questa che è richiamata rapidamente da
NINO e che va richiamata --- concezione del linguaggio che è tornata a ripoporsi nella storia della
cultura anche in tempo moderni ed è una concezione che sebbene in modo non sempre esplicitato
è sottesa alla rappresentazione dell’operazione interpretativa che ha importanza in molti ambiti ma
soprattutto in ambito giuridico , operazione che è finalizzata al delimitazzazione dei significati e c’è
un orientamento che intende l’attribuzione dei significati in modo tale che presuppone a ragionare
sul linguaggio nel modo che veniva proposto all’interno della concezione del linguaggio che ha
questa etichetta e noi dobbiamo capire bene come si ragionava in questa propstettiva anche se è
un implicita permanenza rispetto ai problemi )))))))))))))))) no capito

3.03.2021
orientamento a propendere per parole come simboli a fronte di parole come segni di qualche altra
opinione

non si può ignorare il fatto che tutti gli essere umani è parte della natura , è a sua volta un ente biologico
non avremmo lo sviluppo di capacità simboliche di cui il linguaggio è la dimensione portante se non
avessimo una certa strutturazione fisiologica , se non ci fosse stato nel processo evolutivo da portare
all’HOMO SAPIENS all’uomo di oggi ,

se vediamo come si sono formati i linguaggi , possiamo riconoscere che soprattutto nelle espressioni
fonetiche ( più che grafichi) c’è stato una forte incidenza proprio di quell’elemento che ha portato a far si
che si siano sviluppate le prime parole in relazione ai suoi bisogni ( stretta correlazione tra linguaggio e
bisogni) il bambino la prima cosa che dice è mamma o papà perché a fame e vuole che gli danno da
mangiare .

parole sono segni o simboli?

 MAMMA IN CINESE ( BA BA BA ) IN ITALIANO ( MAMMA BA BA BA – bimbo) quindi lingue diverse ,


la fonetica è simile----- quindi a valore della tesi parole =segni.

 Elemento della tesi della parola = segni ( parole ONOMATIPEICHE = sono parole che riproducono il
suono della realtà ----- SCROSCIO ) quindi è la natura a determinare il significato delle parole

 Parole = simboli ----Ma ci sono accordi , delle consolidazioni di usi tra gli utenti del linguaggio
stesso , pur riconoscendo questa genesi naturali delle parole in certi casi fa si che la prospettiva in
questione non possa essere considerata poi così scontata o tale da farci spostare in maniera
decisiva sull’altra tesi ( cioè quella segni = parole)

richiamo al testo di NINO eravamo arrivati al punto in cui nino dopo aver attribuito la seconda tesi
( parole come segni) modo un po’ ingenuo , un po’ magico per caratterizzare la quale (Carnap) il
modo di approcciarsi al linguaggio come i bimbi , considerava anche prospettive filosofiche nelle
quali questa considerazione veniva avvalorata.

r
(LEGGERE TUTTO PARAGRAFO A ) Nino a pag. 221 dopo aver sottolineato la forza della suggestione
che esercita la prospettiva che è confermata da questi rilievi , sottolineava questa idea del ruolo
decisivo della natura in capo alle parole , e ha rilievi anche filosofici :

Concezione naturalistico- essenzialistica del linguaggio  concezione del linguaggio che ha un


collegamento imprescindibile come concezione della realtà, quale? Quella che ha trovato la sua
espressione più radicale nella filosofia Platonica , secondo cui esistono certe proprietà non sucisettibili di
valutazione emprica in forza della quale le cose sono quelle che sono

Realtà è fatta da tutto ciò che accade sotto i nostri sensi ( il mondo dell’esperienza) , in questa
prospettiva si sosteneva che questo è solo un piano ma non l’unico , nemmeno il piano della vera realtà,
perché ci sarebbe un'altra dimensione cioè il mondo delle idee ma che non è un’astrazione ma un piano di
realtà anche se non è sotto i nostri sensi ma raggiungibile con la conoscenza , e su quel piano si trovano
quelle caratteristiche essenziali in forza delle quali le cose che cadono sotto i nostri sensi sono quelli che
sono

Platone dice che quando ci imbattiamo in un animale come possiamo dire che è un cavallo o cane ?
possiamo fare una distinzione proprio perché c’è un piano di realtà ( piano delle idee) in cui esiste l’essenza
della cosa ( quella determinata essenza ce l’ha solo un cavallo , perciò solo quello può essere un cavallo)

Platone cercava di dare risposte a problemi complessi e la risposta che aveva dato aveva posto capo a
questa rappresentazione ----------------------------

Questo viene richiamato

Concezione del reale secondo cui è ragionevole parlare di aspetti ESSENZIALI O SOSTANZIALI dove le
essenze non sono solo astrazioni ma qualcosa di reale ---- essenza di ciò che è diritto --- e poi la
completezza giuridica sono le concrete manifesazioni di soggetti con certe caratteristiche

-------------- > in questa propettiva si sostiene :

 Sono queste proprietà essenziali che rispecchiano le parole— ( LA PAROLA DIRITTO è Ciò IN CUI SI
RISPECCHIA L’ESSENZA DEL DIRITTO  enti con delle proprietà essenziali raggiungibili attraverso il
canale della conoscenza e della mente )
 c’è un unico significato vere delle parole , viene inteso come riflesso nella mente di questo
rapporto tra linguaggio e essenza --------
 implicazione ! per rispondere alla domanda cos’è il diritto? La strada da percorrere è quella di
avere chiarezza sulle proprietà essenziali del diritto e una volta chiara si potrà dire diritto è …
cavallo è …. Cioè riproporre queste caratteristiche essenziali. ( quindi potrà dare risposta solo chi è
riuscito ad attingere le proprietà essenziali) da questo discende che c’è un unico signficato delle
parole qualificabile come VERO , Io conosco le proprietà essenziali delle parole allora posso dire il
significato della parola in maniera vera
 SI POSSA PARLARE DI ESSENZA , prospettiva che si è molto radicata , ha trovato molte espressioni
e ha portato a considerare il linguaggio in un modo che è tutt’altro tramontato ( parola ha solo un
significato ed è vero , arriva da questa idea)

r
MA …………… è STATA FATTA OGGETTO DI CRITICHE non solo nel pensiero moderno ma addirittura in
pensatori contemporanei a Platone . tipo LOOCKE (empirismo) orientamento che riporta l’attenzione
sulla dimensione dell’esperienza che rappresenta il recinto dell’operare umano nel quale siamo destinati a
trovare risposte , con dei condizionamenti ( tutto ciò che noi conosciamo lo conosciamo attraverso la
conoscenza empirica e con le elaborazioni in forza della nostra intelligenza ma non perdendo il contatto
con la dimensione empirica

Ma se cade il presupposto che ci sia una realtà con un'altra dimensione essenziale , allora si ha la realtà in
quanto tale a determinare il significato delle parole ,

L’latra doveva fare i conto con le difficioltà presentate , era necessario mutare lo sguardo rispetto il
linguaggio e diciamo mettere a punto un approccio , al linguaggio diversa che è quella concezione
convenzionalistica del linguaggio

CONCEZIONE CONVENZIONALISTICA DEL LINGUAGGIO  possiamo avvalorare l’idea che il linguaggio sia
un istituzione culturale , la prima più estesa e trasversale istituzione culturale = prodotto fortemente
segnato dal ll’intervento umano , dalle decisioni umane , ( CULTURA DIVERSO DA NATURA) CULTURA=
quando siamo in presenza di interventi umani ---- cultura è tutto ciò che porta il segno dell’intervento
umano ma proprio in forza dell’intervento umano , ha anche responsabilità in capo ai soggetti umani
perché si è responsabili di ciò la cui costruzione abbiamo un incidenza , laddove non si uò intervenire con le
decisioni umane non si può avere la responsabilità .

Definizione di linguaggio più articolata della conc. Convenz. = il linguaggio è costituito da un


insieme di segni , che attraverso complicati processi sono stati trovati in altre complesse relazione
tra i segni stessi ( non ci sono parole isolate , ma sono in relazioni con altri segni ) con esperimenti
di esperienza non linguistica a cui rinviano , per rispondere a bisogni degli utenti (Si sono resi conto
che potevano soddisfare i loro bisogni col linguaggio ), dove le relazioni ( segni tra loro , e segni con
ciò a cui rinviano) non sono casuali , ma conformi a regole ( dimensione del linguaggio si è
evidenziata come inerente e imprescindibile per aversi un linguaggio , anche perché non possiamo
ragionare su singole parole anche importanti per abbracciare il fenomeno linguistico , i
collegamenti del linguaggio : tra segni o tra segni e ciò a cui si riferiscono non sono casuali ma
conformi a regole

Lingue morte appartenenti a certe culture si è posto il problema della loro decifrazione , cioè
bisognava vedere come erano fatti , quei segni a che cosa rinviassero , e quando si è arrivati a
decifrare lingue antiche , quando si sono con grande difficoltà svelate proprio le costanti di
collegamento , conoscere una lingua significa conoscere le constanti e prima di arrivare a trovare
queste chiavi non ci sono gli elementi necessari per comprendere una lingua

Se non si ha linguaggio in assenza di queste costanti di collegamento ( regole ) possiamo dare


evidenza a una funzione del linguaggio qui affidata al linguaggio come struttura regolativa -- >
linguaggio a cui è inerente la dimensione regolativa------ NON SI HA LINGUAGGIO SE NON CI SONO
LE REGOLE ( costanti di collegamento)-------La concez. Convez. Ci dice questo

Per capire la rilevanza della valenza culturale , è impo capire che secondo questa concezione
determinante ai fini della istaurarsi di queste costanti di collegamento è appunto l’intervento

r
UMANO. Cioè decisivo che a volte è più soft cioè sembra che ci sia uno sviluppo naturale ma ci
sono comunque delle convenzioni implicite , delle convenzioni di uso anche nei linguaggi anche di
questo tipo , mentre in altri casi ci sono momenti di esplicita costruzione di parole e quindi qua è
evidente.

Studi sul linguaggio , rappresentazione grafica di triangolo semiotico ( ?) MORRIS /CARNAP a cui si
fa risalire questa rappresentazione ------------- non introduce nulla di nuovo rispetto alle due
concezioni del linguaggio (essenzialistica e convenzionalistica) che mette solo gli elementi dell’uso
linguistico :

IL TRIANGOLO SEMIOTICO ( nella concezione essenzialistica)

 segno ( significante )
 referente ( il segno rimanda a qualcosa , quindi quel qualcosa è il referente – parole che hanno un
referente ma questo qualcosa è la proprietà essenziale non nelle cose della realtà)
 significato ( segni che rinviano a qualcosa portano alla determinazione del significato)

IL TRIANGOLO SEMIOTICO ( nella concezione convenzionalistica)

 segno
 referente
 significato
 interprete ( si aggiunge un 4 elemento = utente del linguaggio , questa rappresentazione dice che il
linguaggio è fatto di segni , con collegamenti tra loro ecc.. MA in tutto questo un ruolo determinate
è giocato dall’utente del linguaggio stesso , queste relazioni non dipendono dalla realtà stessa ma
sono il frutto di questi interventi impliciti o espliciti da parte di coloro che del linguaggio si devono
avvalere.

IL TRIANGOLO SEMIOTICO _____________ è stato elaborato per:

 richiamare gli elementi che rientrano nel fenomeno linguistico ma anche per evidenziare che c’è
uno stretto collegamento tra tutti gli elementi , nel caso della 2° c’è un connessione anche con gli
interpreti
 MA___ consente inoltre di visualizzare 3 LIVELLI DI REGOLE CHE DETERMINANO L’USO DEL
LINGUAGGIO E QUINDI RAGIONARE SU DIVERSI LIVELLI DI ANALISI che si possono analizzare il
linguaggio nel momento in cui si tratta di capire , i tre livelli :

1. LIVELLO SINTATTICO = livello al quale operano le regole relativa alla combinazione di segni tra loro ( sono
regole alle quali sia insufficientemente facile pensare , possiamo orientarci con facilità sono quelle regole
di fronte a cui siam posti fin dai primi livelli della nostra formazione scolastica quando siamo arrivati alle
scuole elementari e lì siamo arrivati sapendo già parlare , avendo già un uso dello strumento linguistico ,
che cosa ancora non si sa e avvia la formazione scolastica >? Non si ha un dominio sicuro delle regole
grammaticali , corretto collegamento di primo livello delle frasi fra loro , poi impariamo l’analisi del

r
periodo , tutte queste regole ci consentono di avere un dominio della lingua che già sappiamo parlare con
parole

2. LIVELLO SEMANTICO = regole che riguardano il rapporto tra segni ( o combinazione di segni) e cose a cui
rinviano ----- sono quelle regole per cui nell’uso si è affermato che la parola GATTO , rinvia ( ha come
referente) un animale con certe caratteristiche , GATTO SIGNIFICA L’ANIMALE --- il collegamento tra questa
parola e ciò a cui rinvia da che cosa dipende ? dipende dal fatto che si è consolidata una costante tra IL
SEGNO E QUEL REFERENTE ---- si è consolidata singifica che ad un certo punto in una comunità si è fatta
strada l’idea che quel segno (gatto) potesse venire usata per denotare quel tipo animale ( questo è
avvenuto , poteva andare diversamente magari il gatto veniva chiamano cane e viceversa , in realtà si è
consolidato così !!)

2. LIVELLO PRAGMATICO = regole che determinano le relazioni tipiche tra segni , significati e utenti

Sono state oggetto di attenzione in tempi successivi rispetto alle altre due regole , e gli studi di pragmatica
del linguaggio hanno assunto centralità e si è capito quanta rilevanza c’è NELL’USO DEL LINGUAGGIO, delle
consolidate modalità che riguardano l’uso del linguaggio , wuanta rilevanza assumono elementi che non
sono di tipo sintaticco né semantico ma potremmo riferire AD ATTITUTINI DEGLI UTENTI DEL LINGUAGGIO ,
ATTITUDINI CHE ANCHE LORO SI CONSOLIDANO COME TIPICHE E CHE HANNO UN GRANDE RUOLO NELLA
COMUNICAZIONE LINGUISTICA , CHE HANNO RILEVANZA PER LA CORRETTA COSTRUZIONE

Attitudini o atteggiamenti , stabiliscono i modi e i tempi della comunicazione , quando sia oppurtuno
parlare , in quali contesti , gestualità di quando uno parla --- la pragmatica mette attenzione sull’attenzione
ma anche su atti e atteggiamenti

Esempio : si è molto studiato quanto possa incidere nel veicolare certi messaggi in contesti critici
( relazione di cura , paziente che si trova di fronte al medico investito del compito di dare una
comunicazione gravoso al paziente riguardo ad una certa malattia ) quanto conta il fatto che la
comunicazione venga data con modalità tali da alternare momenti di comunicativo e momenti di vuoto , in
cui si tace e si d tempi di reagire ad una prima parte di comunicazione ricevuta , oppure che questa
conversazione avvenga in un luogo non con altre persone ecc..

Buon uso del linguaggio è governato da elementi che accompagnano le formulazioni linguistiche e ne
determinano l’impatto del significato

Impegni dei parlanti : se io dico “ oggi piove ” e faccio questa affermazione in cui io dico una informazione
e l’ho detta davanti a persone dopo aver guardto fuori dalla finestra , dopo di chè dico MA NON CI CREDO
-------------------- dal punto di vista del rispetto delle regole di primo tipo non sembra avere problemi ma
suona strana perché se siamo in un contesto di funzione informativa , è come se uno che ha dato l’infor
subito smentisse e quindi qualificasse come inaffidabile la stessa cosa che ha affermato , se siamo in quel
contesto informartivo occorre un impegno da parte di chi formula la informazione impegno di veridicità
poi ci sono constesti diversi e allora vedremo che ci sono usi impropri del linguaggio per violazione di regole
pragmatiche

SE IO DICO AD UNA PERSONA DEVI CHIUDERE LA PORTA E NON DEVI CHIUDERE LA PORTA , il destinatario
del messaggio è stupido , non perché non siano chiare ma non funziona perché non c’è impegno come
richiedono le regole pragmatiche.

r
4.03.2021

 Significato -------------------- > non è un ente mentale di collegamento tra le parole e le cose

☻ ( mentre lo è se la concezione e quella essenzialistica , il significato qua è proprio un ente


mentale che collega le cose e le parole, però il significato può essere uno solo e vero )

☻ ( se la prospettiva è la seconda concezione cioè quella convezionlistica--- qui il significato


non è un ente mentale ecc.. in questa concezione è = complessa relazione tra i segni e gli
elementi non linguistici ----- il significato scaturisce da questa complessa relazione
governate da regole che operano a diversi livelli)

Il significato -------- si identifica con la regola d’uso di una parola o di un insieme di parole cioè
INDIVIDUARE IN QUALI CIRCOSTANZE , E A QUALI CONDIZIONI UNA PAROLA O UN INSIEME DI
PAROLE SI Può FARE NELLA COMUNICAZIONE UN USO LEGITTIMO perché CONFORME ALLE
REGOLE (tacitamente o espressamente) FATTE PROPRIE DAGLI UTENTI DEL LINGUAGGIO .
Il significato non è un entità misteriosa , è il rinvio dei segni ad aspetti della realtà.

Si risolve nella regole che operano ai vari livelli , sono quelle regole che si consolidano
implicitamente o espressamente , ma sulle quali è importante avere consapevolezza nel momento
in cui ci sono problemi di delimitazione del significato ( ragionare su quali siano le regole che
determinano il significato)

SAPER INDIVIDUARE LE REGOLE CHE CI DICONO IN QUALI CONDIZIONI CI SI TROVA AD UN USO


APPROPRIATO MENO DELLE PAROLE STESSE O NEL LORO INSIEME.

2 nozioni che sono richiamate da NINO (p. 223) quando si parla di significato si allude sia alla sua
denotazione sia alla sua connotazione :

 DENOTAZIONE ( ESTENSIONE )  ci si riferisce alla classe di cose o fatti denominati dalla parola ( il
referente ) l’insieme di cose o fatti a cui la parola rinvia.

 CONNOTAZIONE ( INTENSIONE )  insieme delle proprietà ritenute necessarie perché certe cose o
fatti rientrino nella denotazione di una parola

La parola rinvia ad un referente ( denotazione ) , ma perché determinati oggetti ricadono sotto la


denotazione di una parola ? perché si ritiene che abbiano un insieme di proprietà considerate
necessarie per poter considerare quegli oggetti tutti riconducibili alla classe o fatti a cui la parola
rinvia) ( connotazione)

r
RAPPORTO TRA DENOTAZIONE E CONNOTAZIONE :

rapporto di interdipendenza – se la connotazione viene estesa ( se si individuano un numero maggiore di


caratteristiche e proprietà rilevanti , se aumentano le proprietà e quindi così si estende l’ambito della
cnonnotazione , l’ambito di denotazione si restringe cioè che ci sono potenzialmente meno oggetti che
presentano insieme tale maggior numero di proprietà definitorie

è come se la classe si restringe , da meno elementi --------------

se si riduce il numero delle carrateristiche ciò comporta l’estensione della sua denotazione

RAPPORTO DI INTERDIPENDENZA INVERSA-----------------------------

Esempio  alle prese il significato di questo insieme di parola : con l’espressione appartenente al club
sportivo villa fiorita

Chi si può classificare come membro della club?

Se nella definizione di chi sia : per essere membro significa che i soggetti che :

1. praticano lo sport tennis

2. che abbiano una certà età al di sopra di anni 50

3.si tratta di un club che è riservato solo a donne

più aumentiamo le caratteristiche considerate necessarie , più si restringe l’estensione ( cioè la classe delle
persone che ricadono sotto la denominazione di socio del club)

Nino – ci fa notare come queste due dimensioni delle parole e il loro rapporto valga solo per i NOMI
COMUNI non vale per i nomi propri.

-------------------------------------------------I nomi comuni = non si distinguono dai nomi propri per il fatto di
denominare molti individui , mentre quelli propri identifica solo un individuo perché in realtà ci sono nomi
comuni ( unicorno che non denotano nessun individuo reale) ma i nomi propri sono mario , carla ecc.. e
nino dice che questi nomi propri denotano un gran numero di individui cioè tutti quelli che si chiamano
Mario ----------- LA DIFFERENZA è che mentre i nom i comuni oltre a rinviare , CONNOTANO oltre a
DENOTARE cioè la denotazione è strettamente legata alla ricerca delle caratteristiche i nomi propri
denotano senza connotare ( non c’è nessuna proprietà comune ai nomi propri cioè tutti i Mario )

r
Questa selezione è collegata a operazioni selettive , decisionali , non sono le cose in quanto tali che dicono
ecco guardate noi siamo qui abbiamo certe proprietà e quindi rientriamo in quella classe – c’è sempre
l’impronta forte dell’intervento umano ( anche solo implicite) .

Linguaggi , regole , significati …

Se abbiamo messo l’accento sul fatto che non c’è linguaggio in assenza di regole , ci dobbiamo però
chiedere , abbiamo un operare delle regole sempre nello stesso modo nei linguaggi oppure possiamo
introdurre all’interno della CLASSE LINGUAGGIO distinzioni , cioè identificare diversi tipi di linguaggio
ragionando proprio sul modo in cui operano le regole ? lo dobbiamo fare !

*Immagine di una linea continua che ha due estremi e poi una serie di elementi collocati lungo la linea
stessa---- gli elementi collocati a un estremo all’altro , e all’interno della linea sono proprio i linguaggi , di
diverso tipo , che cosa potremmo collocare a un estremo e all’altro?

A un estremo potremmo trovare linguaggi formalizzati e dall’altro il linguaggio ordinario :

 Linguaggi formalizzati  ai linguaggi che sono rigorosi e costruiti secondo regole chiaramente
esplicitate , univocamente formulate --- rigorosi perché nella loro costruzioni ci sono delle regole
ben definite e univoche.

Quale linguaggio che tutti conosciamo , potrebbe rientrare in questa categoria? LA MATEMATICA.
( prendere dimestichezza con un apparato semico , cioè con segni e numeri e insieme prendere
dimestichezza con le regole di trasformazione dei segni o di collegamento con i segni , non si può
studiare la matematica senza prendere dimestichezza con le regole ( 2+2=4 – ammette un solo
unico risultato , perché la regola dell’addizione è una regola chiara e unica) non c’è spazio per la
pluralità delle opinioni perché non c’è spazio per l’incertezza.

 Linguaggio ordinario / naturale  ( fluido , aperto , ambiguo , vago perché le regole sottese al suo
uso non sono univoche , né precise e né stabili) LINGUAGGIO CHE USIAMO TUTTI PER PARLARE, ci
sono delle regole anche qui MA non sono univoche e precise

(3 paragrafo – problemi di interp. Delle nome p. 231- ambiguità- nel punto B imprecisione
questione della vaghezza)- nino-

AMBIGUITÀ
La parola ambiguità ( ambo , cioè alternativa ) , un termine ambiguo ( es. “mano” , “capo” ) possono avere :

 Significato A
 Significato B

Fa si che uno stesso enunciato (formulazione linguistica) può avere più di un significato. ciò può accadere
perché alcune delle parole possono avere più di un significato oppure perché l’enunciato ha una struttura
sintattica equivoca---------

r
PER NINO :

♠ ambiguità semantica – parola si considera ambigua quando può avere più di un significato
es: “ capo” --- parte del corpo oppure il datore di lavoro oppure un vestito ecc…
es: “mano” ---

hanno visto consolidarsi nell’uso – si è affermata con un processo spontaneo la regola


secondo cui per “ capo “ si intende la parte del corpo , ma si è anche affermata la regola
che per “ capo “ si intende anche il datore di lavoro ecc.. LE REGOLE CI SONO , MA SE NE
SONO CONSOLIDATE MOLTE E NON UNIVOCHE .

ambiguità dà sempre luogo a dubbi e incertezza sul significato ? nella comunicazione


diretta tra due persone , il problema può avere delle dimensioni non molto estese e può
essere superato anche dal contesto tipo : uno racconta che cosa gli sia capitato in
occasione di un viaggio in Kenya , un safari questa persona dice “ e mi sono imbattuto in
una fiera”
 imbattuto in un animale
 imbattuto in una sagra del paese

IL CONTESTO DEL DISCORSO Può ESSERE Già SUFFICIENTE PER NON FAR SORGERE DUBBI , MA ANCHE
QUANDO CI FOSSE UN DUBBIO L’ASCOLTATORE Può SEMPRE CHIEDERE SPIEGAZIONI .

ESEMPIO richiamano art. 37 della Costituzione Italiana – condizioni di lavoro devono assicurare alla madre e
al bimbo una protezione adeguata ( * bambino da solo preso è ambiguo , perché figlio maschio e basta
oppure sia maschio che femmine , alla luce dell’art. 3 cioè uguaglianza si esprime la preferenza per il
secondo significato cioè sia maschi che femmine ) ------- molti problemi nel diritto perché non ci sono due
persone che parlano , ma il diritto è sui testi e gli altri leggono cose scritte.

♠ Ambiguità sintattica

È quella che si verifica nel caso in cui si sia sempre in presenza di un enunciato che può avere
più di un significato , ma questo avviene non per l’ambiguità semantica ( consolidamento di più
regole per la stessa parola ) ma avviene a causa di costruzioni SINTATTICAMENTE da generare
dubbi sul significato . ( sul modo di collegamento dei segni )

L’uso plurale del connettivo “ o” , è ambiguo in quanto a volte significa una DISGIUNZIONE ( la
frase è vera se si verifica una delle due) , oppure la proprosizione è vera sia se si verificano
alcune condizioni oppure altre.

Lingua latina c’era una precisione , proprio in relazione al connettivo “ o” erano previsti due
diversi connettivi

Entrambi volevano dire o

AUT ( disgiunzione : o vai a destra o vai a sinistra) di fronte ad una scelta

VEL ( disgiunzione ma non così esclusiva , è un o/e)

r
Ora abbiamo un solo “o” perciò possiamo avere dubbi , e l’esempio è :

 Il cartello messo dagli operatori “ è permesso a bordo dell’aereo con una cartella o una valigetta”
 vuol dire che se ho la cartella la valigetta non posso oppure qull’”o” è anche un “e”

 Testamento : “ lego a fiammetta le mie farfalla e la mia casa a condizione che vi abiti “

Abbiamo una proposizione principale e una seconda proposizione dove viene formulata una
condizione , si può dubitare se la condizione valga solo per il legato dell’immobile o non valga
anche per il legato delle farfalle ------------ sono problemi derivati dal fatto di come si costruiscono i
testi

VAGHEZZA
P 234

Nino riconduce la vaghezza sotto l’etichetta imprecisione

Il significato di cui un enunciato può essere investito può essere vago a causa della imprecisione del
significato della parola che ne fanno parte ( quando una parola è vaga quando presenta in certi casi l’uso
certo , ma non è certo in altre determinate situazioni se si può applicare

 NUCLEO CERTO : situazioni nelle quali non è controversa l’uso del termine

 ZONA DI INCERTEZZA ---- zona intermedia in cui abbiamo casi controversi rispetto ai quali non è
certa l’applicazione del termine .

Es. AGGETTIVI QUALIFICATIVI : alto , intelligente , ricco ecc…

Sono termini che richiamano proprietà che si danno nella realtà rispetto a determinate cose , che si danno
in grado differente senza che il significato del termine indichi un termine quantitativo per la sua
applicazione ( regola d’uso non sufficientemente specificata)

*alto – se uno è alto due metri è sicuramente ALTO , se entra uno alto 1.50 sicuramente non è ALTO ,
mentre per quelli da 1.50 a 2 metri è una situazione di incertezza

Es. TUTTI I TERMINI GENERALI CLASSIFICATORI : nomi comuni , non è un caso che la questione l’abbiamo
vista “ è vietato introdurre autoveicolo nel parco” cosa rientra in autoveicolo o no? Danno problemi perché
sono termini generali

 ZONA SEMANTICA DI SICURA ESCLUSIONE : situazioni nelle quali non ci sono dubbi che cadono
fuori dalla denotazione del termine

r
08.03.2021

Pagine di NINO dedicate al tema della vaghezza , parole che si riferiscono a proprietà che si danno nella
realtà in gradi differenti senza che la parola indichi un significato con dei limiti , cioè aggettivi qualificativi ,
indicano qualità ma non indicano il grado delle qualità----------- tutto è convenzionale ( se dici uno di 2
metri è per forza , certamente alto , lo si può dire in base alle convenzioni , alle consolidazioni d’uso quindi
c’è intervento umano)

Pagine 234, 235, 236 NINO – vaghezza ------------------------------------- Nino dice che la vaghezza non è l’unico
campo di imprecisione semantica , e per dei motivi che NINO spiega , cioè che quando si usano parole si
hanno presenti delle caratteristiche che di ritengono necessarie , vengono considerate tali da essere
necessariamente presenti per l’uso della parola , ma poi ci sono delle varianti ,

nozione di GIOCO = la parola gioco non connota nessuna caratteristica per far rendere certo l’utilizzo della
parola , perché sotto gioco c’è lotteria , roulette , calcio , ecc.. non sembrano presentare alcun elemento
comune , non c’è rischio negli scacchi , non c’è divertimento nella lotteria ecc.. PROPRIETà INCROCIATE.

Parole che ci potrebbero sembrare più esenti da incertezze , tipo diffuse e ci fanno pensar subito a qualcsa
di ben definito , ma per fino quelle NOMI COMUNI , TERMINI GENERALI CLASSIFICATORI : oro , casa ,
autoveicolo ecc… persino in queste esistono alcune combinazioni di proprietà in presenza delle quali si
applicano sicuramente e altre in cui certamente non si applicano e certe che invece sorge il dubbio.

Casa = non abbiamo dubbi che è un’abitazione , non abbiamo dubbi se qualcuno non ha una casa e dorme
sotto una coperta , uno dicesse questa è la mia casa , e uno dice no vabbè questa sicuramente la coperta
non è una casa ---------- ma di fronte a una capannina priva di qualsiasi servizio ma con tettoria , è una
casa ? si o no ? boh

Textura abierta _ trama apeta che deriva da tutto questo , l’ultimo tipo di imprecisione semantica ( ricopre
tutti questi casi ) ma lui la riferisce al fatto che anche le parole più precise possono dare dubbi sulle
circostanze insolite o impreviste e fa l’esempio della parola PENNA

PENNA = penna in italiano è un oggetto che serva a scrivere con l’inchiostro su un idonea superficie , ma se
un oggetto ha tutte le caratteristiche di penna e presenti in più la proprietà di scrivere in aramaico quello
che voleva scrivere ( oppure tipo in aggiunta ha anche una piccola pila luminosa ) continuo a chiamarla
penna ? boh , tutto dipende da come ci si accorda , una volta che il problema si pone , tante volte è
chiamata la CRUSCA ( supremo legislatore del linguaggio ) ù

Petaloso ? è ammissibile o no? Crusca ha detto si.

È impossibile aver individuato una volta per tutte un insieme di proprietà per l’uso di una parola , perché la
nostra realtà è sempre in evoluzione , e quindi certe proprietà prima non erano contemplate

r
SIGNIFICATO EMOTIVO
____________________Attitudine di segni e di parole a esprimere emozioni o suscitarle in terzi__

Potremmo chiamare il significato di cui abbiamo parlato fin ora , come significato in senso proprio , ma
esiste un'altra dimensione del significato : SIGNIFICATO EMOTIVO .

NINO . p. 238 ___ LEGGI

 Ahimè, Bravo , Aiuto , Evviva, Buuu, ecc..  il significato emotivo qua , è in parola senza significato
in senso proprio, si da espressione a un emozione ( prima forma di reazione rispetto a certi eventi ,
ogni tanto facciamo riferimento agli sviluppi delle scienze che stanno studiando i comportamenti
umani , SFERA ESPRESSIVA , dà luogo poi a prodotti molto alti e importanti , l’ambito
dell’espressività nel suo più alti livelli sono le ARTI )

L’ambito emozionale , istintivo è proprio quella sorta di sfera impulsiva che fa si che si reagisca in
un certo modo rispetto a quello che c’è intorno a noi , perciò queste parole che esclusivamente
hanno solo la funzione di esprimere l’emozione , NON HANNO RINVIO ( cosa vuol dire Ahimè,
quando si vuole esprimere un disagio ecc..) NON HA UN REFERENTE BEN PRECISO , non hanno
significato in senso proprio , ma hanno un significato emotivo

 Idiota , Bastardo , dittatura , oscenità è prevalente il significato emotivo , in parole che in realtà
hanno anche un significato in senso proprio , fanno riferimento a determinate situazioni , fatti ,
oggetti ecc.. però ad un certo punto perdono il contatto con questo significato in senso proprio ,
per assumere anche loro quella valenza di veicolare una reazione negativa e veicolare un discredito
tipo INSULTI E IMPROPERI

- Idiota , è un modo per insultare ( significato emotivo ) mentre ha nella terminologia


psichiatrica una specifica valenza cioè una sindrome , rinviava a situazioni specifiche di un
soggetto di certi tipi

- Bastardo , rinvia a un animale che è frutto di un incrocio di razze nella zoologia (significato in
senso stretto) mentre ora si è caricato di un significato emotivo dispregiativo

- Parole rilevanti ( democrazia , dittatura , dignità ecc…) si fa un uso di queste espressioni che
ancora non VEICOLA UNA SPECIFICAZIONE DI CONDIZIONI ( democrazia : formazione politica
giuridica) ma se ne fa un uso spesso associando un aggettivo , non è vera democrazia , lo si usa
in contesti in cui si parla di tutt altro , oppure si sta inducendo qualcuno di avere una valut.
Positiva verso scelte / opzioni del potere stesso che hanno molto a che vedere con la
democrazia nell’uso in cui questo termine ha trovato affermazione nel tempo

DEMOCRAZIA = se ne fa un uso che è PERSUASIVO , cioè si ritiene che la parola democrazia si


sia caricata di una valenza POSITIVA , e visto che la si ritiene così la si infila quasi dappertutto in
contesti in cui si vuole accreditare a qualcosa che con la democrazia non ha niente a che fare

MA QUI è SCIENZAAA !!! – per parlare di qualcosa che magari non si tratta di scienza , ma lo si
fa per ottenere il consenso sfruttando questa valenza ulteriore delle parole , e si trascina , e
include questa dimensione EMOTIVA , POSITIVA O NEGATIVA .

r
Perché ragionare sul significato emotivo ? perché bisogna stare attenti proprio quando si insinua nei
discorsi , al punto da lasciare nell’ombra il significato proprio IN MODO DA DIVENTARE PREVALENTE E
QUINDI SVUOTARE LE PAROLE DAL LORO VERO SIGNIFICATO , NE ACCENTUA LA VAGHEZZA E FAVORISCE
OPERAZIONI PERSUASIVE ( orienta a far qualcosa , ma il rischio è che lo si faccia attraverso formulazioni
linguistiche che non rendono chiaro quale è l’obiettivo, Quando uno è manipolato , si induce una persona in
certe direzioni , ma prendendolo in giro , sfruttando , occultando certe cose , sfruttando la dimensione
emotiva che è molto forte negli esseri umani ) E PROPAGANDISTICHE ( la parola propagandistiche fa
venire in mente contesti che mirano a far fare qualcosa alle persone ma sfruttando senza cose illecite ,
inducendo certe convinzioni , sollecitando questa dimensione emotiva : TIPO Pubblicità , la pubblicità
sfrutta , solletica il potenziale acquirente

Es. slide__

“l’anticellulite bio-vital è l’elisir di lunga giovinezza” ----- questo prodotto che ha una dominazione che
richiama il benessere , espressioni di questo topo non veicolano nessun significato in senso proprio , si
associa espressione di lunga giovinezza nell’espressione comune è una cosa positiva e quindi scatta quella
sollecitazione emotiva positiva----------------

questa modalità la si usa nell’argomentazione politica , si avvale molto di questa valutazione emotiva dei
significati con degli esiti manipolatori , il dibattito in generale su questioni delicate , le due frasi delle slide
rimandano entrambe a questioni serie che sono al centro dell’approfondimento di una disciplina BIOETICA.

Se una cosa serve per non far morire di fame e di sete , c’è discredito sull’idratazione e nutrizione artificiali
e quindi farle venire meno ------ sottoscrivere una posizione e lo si faceva sfruttando il significato emotivo
delle parole.

Uso appropriato del linguaggio , dominio del linguaggio che deve esserci per chi ha ruoli specifici che si
dovranno confrontare , bisogna avere attenzione quando ci si incontra a questi significati emotivi.

CONCEZIONE NATURALISTICA E CONVENZIONALISTICA , la differenza : le parole sono segni naturali oppure


simboli ? se sono intese come segni naturali vuol dire che rinviano a qualcosa perché è la realtà stessa a
stabilire quali siano i significati delle parole

r
10.03.2021

FUNZIONI DEL LINGUAGGIO


Considerare il linguaggio in un ulteriore prospettiva rispetto a quelle già considerate , una prospettiva già
vista nella stessa caratterizzazione del linguaggio in chiave convenzionalista , cioè le parole rinviano a
qualcosa per soddisfare esigenze dell’utente .

In relazione proprio ai bisogni dell’utenti si sono articolati linguaggi aventi diverse funzioni , cioè parlare di
suscettibilità del linguaggio a rispondere a quei diversi bisogni dell’utenti.

PRINCIPALI USI DEL LINGUAGGIO ( non esaustiva) Nino pag. 55 :

♠ Informativo ( descrittivo , comunicativo, esplicativo , predittivo) nell’ambito della


conoscenza , all’interno degli usi finalizzati all’acquisizione di conoscenza dei diversi aspetti
della realtà che ci circonda
- Esplicativo e predittivo sembrano riferirsi ad usi con finalità conoscitivi ma in contesti
organizzati ( scienze)
- Altri sono Sempre volti a dare informazioni ma non hanno quella pretesa di spiegazione

♠ Espressivo  significato emotivo delle parole , l’uso espressivo è senz’altro quello che
troviamo quando abbiamo usi di linguaggio con quel significato emotivo , espressivo
significa linguaggio attraverso il quale si dà espressione alle emozioni m alinguaggio
espressivo trova il suo utilizzi più alti nei linguaggi delle arti alle quali fermo restando la
mescolanza di questi usi volte ( opera letteraria possiamo avere anche soddisfazione di
esigenze diverse tipo opere che assolvono per una loro parte a funzioni conoscitive cioè
insegnarci qualcosa , ) ma di solito ad un opera letteraria non ci approcciamo come ci
approcciamo ad un trattato scientifico che non mira a suscitare espressioni e sentimenti ma
solo a darci elementi della realtà , tipo la poesia ha la funzione di dare espressione alle
emozioni ( POESIA ,ARTI FIGURATIVE ecc…) linguaggi con questa finalità

♠ Operativo / performativo  la terminologia più diffusa è PERFORMATIVO , c’è


anche Operativo perché Nino usa operativo , ma è la stessa cosa si fa riferimento a degli
usi di linguaggio su cui è interessante soffermarsi perché avremo modo di vedere come
sembrano avere delle ricorrenze significative in ambito giuridico in relazione a categorie
particolari di norme , NORME COSTITUTIVE , ma che linguaggio è? È un linguaggio che si
caratterizza per il fatto che alla sola pronuncia di certe espressioni linguistiche ( singole
parole o enunciati) alla solo pronuncia di queste sembrano collegarsi immediatamente
conseguenze nella realtà ------------ es. se io pronuncio la frase “ prometto , o scommetto ,
battezzo il bimbo, giuro ecc.. nel momento in cui si pronunciano queste parole
verbalmente oppure scritte si produce un mutamento nello status( chi pronuncia
giuramento , diventa un militare ) ma comunque cambia qualcosa nella realtà

Studioso , John Austin , nel 1962 scrive “ come fare cose con parole “  per caratterizzare
atti linguistici grazie ai quali si fa qualcosa semplicemente dicendo qualcosa. ( performare
significa dare forma a qualcosa ,non ci sarebbe al di fuori di certe condizioni)

r
♠ Prescrittivo ( direttivo , normativo , regolativo)  soddisfa l’esigenza che gli umani
hanno avvertito di disporre uno strumento con cui orientare un comportamento di altri
individui cioè FAR FARE QUALCOSA A QUALCUNO ( etica , ci sarà dentro il diritto , ma
anche l’orientamento morale , altre modalità di condizionamento del comportamento ecc…
vedremo nello specifico) ( uso interrogativo , potrebbe rientrare qua , perché in realtà
chiedo ponendo una domanda di darmi più informazioni perché non ho capito e perciò
oriento l’altra persona a fare qualcosa cioè ripetermi la cosa------- ad esempio le
interrogazioni parlamentari , cioè sono volte a raccogliere informazioni ma facendo così si
chiede ai parlamentari di attivarsi e di mettere in evidenza quello che è stato fatto)

LINGUAGGIO descrittivo , informativo ecc.. = la nostra attenzione sarà sulla funzione PRESCRITTIVA, ma
non dobbiamo perdere di vista il linguaggio in funzione DESCRITTIVA
------------------------------------------------------------------------------------ il linguaggio descrittivo è stato previlegiato
negli studi del 1900 perché questi orientamenti in ambito filosofico , si sono presentati come orientamenti
che intendevano collocare sul piano del linguaggio , quella riflessione critica che era stata avviata con la
svolta metodologica ( KANT E IUM) i quali però ancora non parlavano in maniera organica di filosofia come
riflessione critica il linguaggio , ma sui diversi ambiti dell’attività umana al fine di acquisire elementi circa “
come si costruiscono i diversi ambiti” e pur con tutta l’attenzione rivolta ai diversi ambiti ( espressione
artistica , operare dei suoi criteri cioè l’etica ecc.. ) questa attenzione okk , ma la prima attenzione era stata
rivolta all’ambito della conoscenza ai fini diaccertare ttraverso quali modalità si viene a un conoscenza
affidabile e quando ci si trova invece di fronte a pseudo conoscenza a qualcosa che si presenta come realtà
ma non dà luogo a conoscenza ------------------ problema di riflessione sull’ambito della costruzione del
sapere e anche di individuare i limiti della conoscenza , questa era un esigenza molto consistente

Individuare prima di tutto quali siano i criteri per la costruzione di linguaggi , affidabili che si possano
considerare in senso proprio dotati di significato ------------ DOVEVANO INDIVIDUARE LA LINEA DI CONFINE
TRA USI DI SIGNIFICATO PRIVI DI SIGNIFICATO E QUINDI NON AFFIDABILI E USI DI SIGNIFICATO E QUINDI
AFFIDABILI

Proprio in riferimento al linguaggio descrittivo si ritenne di poter trovare un criterio in grado di offrire a una
risposta a quei problemi , criteri in gradi di distinguere l’ambito del significante e del non

Quali criteri? MEDIANTE CONTROLLO EMPIRICI O CONTROLLI LOGICI – il criterio che si poteva usare per
fare quella distinzione fu il criterio della verificabilità, si dice , i linguaggi in forma descrittiva hanno questa
caratteristica di dire enunciati dove può essere accertata la verità o la falsità a condizione che si facciano dei
controlli emprici o logici

r
Verità ( la loro qualificabilità di veri o falsi al termine di controlli empirici o logici) e significanza ( usi di
linguaggi hanno un significato)----------------- connessione tra verità e significanza

 VERITÀ EMPIRICA ( verità come corrispondenza)  la verità empirica è la caratteristica che può
essere attribuita di enunciati che possono essere messi in corrispondenza con i fatti del mondo ,
enunciati che rinviano a elementi dell’esperienza che hanno un diretto rinvio , e quindi sono
enunciati di cui può essere accertata ( andando a vedere i fatti del mondo , cioè l’esperienza) la
verità o la falsità ma si capisce solo se si fanno i controlli con la realtà

Es. l’acqua bolle a 100 gradi ( enunciato linguistico che rinvia a elementi dell’esperienza , che
consente il controllo mediante esperienza al termine del quale possiamo dire che è un enunciato
vero perché l’esperienza ci dice che è vero)

 VERITÀ LOGICA ( verità come coerenza)  enunciati che sono correttamente prodotti rispettando
regole ( logiche) di formazione e trasformazione e la cui corretta formazione ci consente di dire che
quell’enunciato è vero in forza del collegamento tra gli elementi che lo componono .

Es. tutti gli scapoli sono non sposati ( è un enunciato vero per il fatto che il concetto espresso nella
parola non sposato è un esplicazione della definizione che già è dentro alla parola scapolo)
Quindi ogni scapolo ( vuol dire già non sposato) non è sposati ( per logica , è la stessa cosa della
definizione quindi è vero questo enunciato) --- c’è stato un corretto collegamento

Es. tutti gli uomini sono mortali


Socrate è un uomo
Socrate è mortale

( concatenazione di enunciati _ è un sillogismo concatenazione di enunciati da un premessa


superiore e una inferiore e poi una conclusione , la conclusione è vera o falsa a seconda che sia
stato operato un corretto collegamento con quello che è detto nelle premesse

SOLUZIONE

( Già VISTA AI TEMPI DI KANT) ì risultato che potevano trarre gli studiosi dopo questi studi , quella
conclusione a cui era già giunto KANT , cioè che la METAFISICA ( insieme di discorsi con i quali si ritiene di
potersi pronunciare su una dimensione reale ma facendo affermazioni su ciò che è al di là della nostra
esperienza ( pretesa di dimensione essenziale della vera realtà al di fuori dell’esperienza)

la grande filosofia riteneva giustificati discorsi di questo tipo che riguardassero questa dimensione ULTRA
EMPIRICA , kant aveva capito che la conoscenza può giungere la esperienza umana e dove inizia quei
castelli dove non c’è più niente

SOLUZIONE DI QUESTI STUDIOSI ---------------------------I DISCORSI ( degli studiosi del 1900) DELLA
METAFISICA SONO PRIVI DI SIGNIFICATO perché non rientranti né tra le verità empiriche né tra le verità
logiche . Vittenstain si riferiva di ciò di cui non si può parlare con la pretesa di fornire conoscenza è meglio
tacere , non si devono fare discorso su ciò che cada al di fuori dell’ambito possibile della nostra conoscenza
ad esempio l’affermazione se esista o no un creatore , tipo il mondo è il prodotto di un dio supremo , a

r
fronte dell’affermazione NO non esiste nessun dio ------------------------ Dio esiste o dio non esiste -----
entrambe sono affermazioni che non hanno pretesa conoscitiva, a prescindere che sei ateo oppure religioso
.

--------------------- LINGUAGGIO PRESCRITTIVO ( etica , morale , diritto ) -------------------------------------------

Queste idee , investivano altri usi di linguaggio che si caratterizzano per l’inapplicabilità proprio delle
categorie del vero e del falso , che venivano elevati a criteri di verificabilità .

Nell’ambito del linguaggio prescrittivo , gli enunciati non sono qualificabili come veri o falsi al termine di
controlli degli stessi , e in quanto non verificabili , anche questi discorsi venivano considerati privi di
significati al pari di quelli della metafisica.

In che senso ?

1. Enunciato : “ chiudi la porta “  chiudi la porta è un enunciato qualificabile come vero ? o come falso?
Non si può dire se è vero o no l’enunciato chiudi la porta , potremmo usare altre qualifiche tipo :
appropriato o non appropriato ( magari ho detto a qualcuno chiudi la porta quando era già chiusa , è un
enunciato non appropriato) MA NON COME VERO O FALSO

Allora che se ne faceva degli enunciati prescrittivi , se non possono essere qualificati come veri e falsi? Ben
presto si evidenziò l’inadeguatezza dell’approccio , e l’inadeguatezza di questa identificazione troppo
stretta tra VERITà E SIGNFICIAZNA e si ravvisò l’inadeguatezza di questo collegamento troppo stesso e di
ripensare , in modo da non arrivare all’esito paradossale , di ritenere non significanti tutti i discorsi
nell’ambito del diritto ecc..

Trova un momento importante : SVOLTA PRESCRITTIVISTICA ---------------------

 Supera l’idea che la significanza di un enunciato dipenda solo dalla verificabilità ( empirica o
logica )
 Riconoscere che gli enunciati prescrittivi come quelli descrittivi SONO DOTATI DI SIGNIFICATO , se
contengono il riferimento ( attuale o potenziale ) ad un certo stato di cose del mondo , ad
un’azione o una serie di azioni , ferma restando la loro diversa funzione

= prima si diceva che la significanza dipende dalla verificabilità, qua non c’è scritto la stessa cosa ,
c’è scritto che un enunciato sia che sia descrittivo o prescrittivo è dotato di significato se contiene
un riferimento ad uno stato di cose del mondo o un’azione MA IL CONTENERE IL RINVIO NON VUOL
DIRE CHE è SIGNIFICANTE SOLO SE Può ESSERE ACCERTATO COME VERO O FALSO , è IMPORTANTE
CHE CONTENGA UN RIFERIMENTO cioè che sia possibile individuare lo stato di cose a cui rinvia:

- DESCRITTIVO poi si controlla e si vede se è vero o falso se è descrittivo

- PRESCRITTIVO mentre invece se è prescrittivo si avranno altre modalità ( appropriato o non


appropriato)

- Privi di significati saranno gli enunciati ( prescrittivi o descrittivi) incapace di fare riferimento ad
una azione , per descriverla , per prescriverla ecc..

r
esempio __

o Pietro chiude la porta ( descrittiva )


o Pietro , chiudi la porta ( prescrittiva)

o L’assoluto è verde ( descrittivo)


o Pietro , rendi l’assoluto verde ! ( prescrittivo)

COSA DISTINGUE I due primi enunciati dai secondi due , a prescindere che uno è descrittivo e gli altri
prescrittivi? ----------------------------- quello che è possibile ritenere garantito nel caso dei primi due , e non
essere garantito nel secondo esempio è proprio il fatto dei riferimenti alle cose del mondo o un’azione che
può essere configurata

I PRIMI DUE , RINVIANO A QUALCOSA e perciò hanno del significato

GLI ULTIMI DUE NON RINVIANO A NULLA e perciò sono insignificanti.

SVOLTA PRESCRITTIVISTICA , QUALI IMPLICAZIONI PORTA ?

Supera l’idea che il linguaggio descrittivo fosse il linguaggio per eccellenza e gli altri (prescrittivo)
invece linguaggi inferiori perché insignificanti.

Riconosce che ne linguaggio prescrittivo , è fondamentale il riferimento allo stato di cose del
mondo e azioni concepibili ( potrebbe essere una realtà non direttamente sotto i nostri occhi ma
deve essere potenzialmente configurabile)

Enunciato prescrittivo , sia poi sede di argomentazioni logiche

Linguaggio descrittivo e linguaggio prescrittivo : Quali differenze ?

r
Linguaggio descrittivo __ ( far conoscere)
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
>

- FUNZIONE INFORMATIVA
- CRITERI DI QUALIFICAZIONE : VERO O FALSO
- FORMA INDICATIVA : linguaggio descrittivo , si avvale di affermazioni tipiche usano forme
verbali all’indicativo

Linguaggio prescrittivo __ (far fare )


-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
---- >

- FUNZIONE DI ORIENTAMENTO DEL COMPORTAMENTO


- CRITERI DI QUALIFICAZIONE : VALIDO , INVALIDO , GIUSTO , INGIUSTO ecc…
- FORMA DEONTICA : in via di regola usa diverse formulazioni linguistiche , per la forma verbale
diverse dal modo indicativo , abbiamo modi tipici : IMPERATIVO ma anche usi del
CONGIUNTIVO
Forma deontica --- è inclusiva sia di modi verbali tipicamente funzionali ad esempio
IMPERATIVO , ma anche forme dove compare che veicolano sempre l’idea della DEON dovuto ,
di quello che va fatto , di orientamento all’azione : “ devi studiare la lezione ! “ oppure “ è bene
che tu studi la lezione” “ è tuo dovere studiare” .

Collegamento tra forme e funzioni : è tipico ma non è necessario : vuol dire che prevalentemente le
funzioni sono veicolate da queste forme , avviene spesso MA NON SEMPRE . ad esempio degli enunciati
prescrittivi possono essere espressi in altre forme linguistiche come l’INDICATIVO.

Esempio : “ l’Italia si riparte in regioni , province e comuni “ Bobbio dice nessun dubbio che questa
formulazione indicativa ha una funzione PRESCRITTIVA ( cioè che bisogna attivarsi per fare in modi di
ripartire l’Italia di regioni , province , e comuni , non solo di dare ai cittadini una notizia e basta , ma dire al
legislatore di attivarsi )

r
11.03.2021

Rapporti istaurabili nei linguaggi descrittivi e prescrittivi:

quando noi ragioniamo , possiamo da asserzioni descrittive ricavare conclusioni di tipo prescrittivo?
Questo significa che rapporto sono prescrittivo e descrittivo

ma vale anche il contrario , se partiamo da asserzioni valutativi/prescrittivo si può trarre una conclusione
descrittiva?

In base a questo si sono formate due tesi che hanno dato due soluzioni opposte:

 TESI DIVISIONISTICA : fra le proposizioni descrittive e quelle prescrittive c’è un SALTO LOGICO
× Una conclusione consistente in una prescrizione non può essere derivata da sole premesse
descrittive ( da una serie di affermazioni che hanno il qualcosa è in un certo modo
nell’ambito del descrittivo non si può derivare solo da quello che quel caso deve essere in
un certo modo

Qualcosa è in un certo modo , non si può derivare che quel qualcosa DEVE essere in
quel modo

Dall’asserzione derivata da un riscontro del comportamento animale : “ tutti i pesci grossi


mangiano i pesci piccoli” / “ gli animali più forti prevalgono sugli animali più deboli” ----
mettiamo che sia fondata , siamo nell’ambito descrittivo ---- DA QUELLE SI SOTIENE NON
DERIVA LA VALUTAZIONE / PRESCRIZIONE è bene che i pesci grossi mangiano i pesci piccoli
( i pesci grossi devono mangiare i pesci piccol

I pesci grossi mangiano i pesci piccoli ( descrittivo) ---- non si può derivare automaticamente
che i PESCI GROSSI DEVONO MANGIARE I PESCI PICCOLI (prescrittivo) MA OCCORRE
UN’ALTRA PREMESSA CHE NON è PRESCRITTIVA ( vedremo poi quale)

No dall’affermazione che qualcosa è NON DERIVA DA SOLO che quel qualcosa DEVE essere ,
non deriva solo da quella ( per poter derivare una prescrizione ci deve essere un atra
premessa che non è descrittiva poi vedremo

× Una conclusione consistente in una proposizione descrittiva non deve essere derivata da
premesse prescrittive

Esempio : decisivo cambio di paradigma , sul modo di acquisizione della conoscenza


rappresentata dalla rivoluzione scientifica , cosa centra ? centra perché un altro modo per
caratterizzare un altro modo per il cambio di paradigma , è capire che dalla rivoluzione in
poi si fa chiarezza che per acquisire conoscenza si devono usare strumenti di varia natura
( elaborazioni matematiche , osservazione , esperienza ecc…) non è ovvio perché nel
modello precedente quello che è stato sconfessato dalla rivoluzione scient. Si sosteneva
che affermazioni relative al reale ( FISICO ASTRONOMICO) , dovevano essere conformi a
che cosa ? ad assunti , convinzioni , visioni del mondo in cui si diceva ciò che era bene , si
partiva da una visione del reale secondo cui il mondo doveva essere in un certo modo
perché c’erano c’erti assunti ( ERA COSì- assunti di valori ALLORA DOVEVA ESSERE COSì )
questa cosa la riv. Scientifica cambia.

r
C’era una visione del mondo ( geocentrica che derivava da aristotelico tolemaico ecc..) in
cui si diceva che non si può asserire o sostenere che c’è una configurazione astronomica
che sconfessi questa centralità perché avrebbe voluto dire privare l’essere umano di quella
centralità che solo quel sistema garantiva cioè c’è una visione del mondo NON SI Può
SCONFESSARE ATTRAVERSO LA CONOSCENZA ATTRAVERSO L’ESPERIENZA

Era un modo di ragionare che si supponeva ricavabile ciò che è da ciò che deve essere !
Con la riv. Scientifica si supera questa prospettiva , non possiamo dire che una cosa è così
perché deve essere così !!!!!

TESI DIVISIONISTCIA ___Dice guarda tra descrittivo e prescrittivo c’è quel salto logico , e il
rapporto non è diretto

 TESI ANTIDIVISIONISTICA :preposizioni prescrittive possono essere derivate da alcuni casi , ridotte
a / trasformate in proposizioni descrittive __ viene meno la separazione tra queste due funzioni

Tesi presupposto da chi ritiene che la natura offra i criteri dei comportamenti da adottare e quindi
che nella natura si trovano iscritte anche le regole morali e giuridiche – Giusnaturalismo)
= che cosa è il diritto ? non si può solo dire che sono solo un insieme di norme , e quindi prescrizioni
poste in essere da dei soggetti , ma non basta , ci vuole qualcosa di più, occorre a queste regole
siano conformi a GIUSTIZIA (cioè il giusnaturalista dice che devono essere conformi al diritto
naturale cioè un insieme di principi morali e indicazioni su ciò che si deve fare , perciò il diritto è
fatto da regole ma a patto che siano conformi al diritto naturale )

Ma perché giusnaturalismo in base alla tesi antidivisionistica ? perché il giusnaturalismo è un


posizione che ha sottesa questa tesi ANTIDIVISIONISTICA / COGNITIVISTICA , prescrizioni possono
essere ricavate da questione derivate dalla natura , ma la natura di cui si parla è la natura intesa
come qualcosa che ha dentro anche i criteri dei comportamenti da adottare ( diritto naturale è un
diritto fondato sulla natura ossia una natura che porta già i criteri delle cose )----- questi criteri in
questa teoria si ritien che possono essere conosciuti così come si conoscono i fatti
Il giusnaturalismo dice così, di fronte alla domanda quali sono le regole da adottare? Il
giusnaturalista vai a vedere cosa c’è nel diritto naturale ma a sua volta sono una serie di
comportamenti che sono radicati nell’essere------ io guardo la natura e da lì ricavo le regole del
comportamento
GIUSNATURALISMO è LA Più ORGANICA CONCEZIONE ANTIDIVISIONISTICA.

Cognitivisica ci sno dei criteri radicati nella natura , andiamo a cercare l’ viene fuori l’idea che le
regole sono quelle che sono , sono sempre conformi a questi principi ma diventa anche difficile
pensare a risposte che non si presentano come oggettive e insuperabili

Es. dibattiti sulla famiglia , sul modo in cui va intesa la famiglia , i rapporti tra i componenti , in
questa materia ci sono stati negli ultimi 50 anni delle trasformazioni radicali riguardo a quello che
dice il diritto riguardo alla famiglia , RIFORMA DEL DIRITTO DI FAMIGLIA DEL 1975 che ha mutato la
visione di famiglia , da patriarcale- autoritario l’ha superata, il ripensamento radicale che i ruoli
famigliari e lo stesso ripensamento della nozione di famiglia pensiamo a svolte radicali tipo
superamento tra figli legittimi e naturali , il dibattito del riconoscimento della legittimità dell’unione
civile

r
ARGOMENTI CONTRO LA DERIVABILITÀ DEL PRESCRITTIVO DAL DESCRITTIVO (sostenitori della tesi
divisionistica , quindi sono critiche sulla tesi antidivisionistica)

× La derivazione di prescrizioni da fatti avviene introducendo premesse prescrittive nascoste (


si nascosta una presa di posizione valutativa e proprio nascondendola si fa quel giorno ,
non c’è una premessa prescrittiva per arrivare a una conclusione descrittive , si arriva a
questo nascondendo un elemento)

× La derivazione di prescrizioni da affermazione sui fatti impedisce che le scelte di valore si


manifestano con chiarezza ( impedimento della possibilità di un confronto con quelle
premesse) ma sempre accreditando una oggettività

Es. siamo bombardati dalle nuove misure per il contenimento della pandemia e sentiamo spesso polemiche
facendo riferimento alla rilevanza delle cose che dicono i comitati scientifici :” dittatura scientifica , regole
assunte dagli scienziati e non più dal legislatore ecc.. “ quale è il rapporto tra scienza e diritto ? è stretto ,
e lo vediamo , sarebbe grave per tutti se così non fosse , chi sostiene il contrario è un coglione , perché sta
contro la conoscenza , ciò che è appurato nell’ambito scientifico , deve fare i conti la normazione cioè il
dettare regole -------------- QUA PRESCRIZIONI E REGOLE DERIVANO DELLE CONOSCENZE ( DESCRITTIVE)

----------------- ma ----------- ferma restando la rilevanza degli elementi che vengono fornito in ambito
conoscitiv ( descrittivo) per arrivare a certe regole e quindi prescrittivo , c’è qualcosa di ulteriore , un
ulteriore premessa OSSIA , QUELLA IN CUI SI ESPLICITANO ANCHE IN PRESENZA DI VALORE CONTRASTANTI
SI DEVE DIRE QUALI SONO I VALORI AI QUALI SI RITIENE CHE SI DEBBANO DARE PRECEDENZA OPPURE UN
BILANCIAMENTO (

-------------per arrivare a un provvedimento . vietato la circolazione zona rossa ecc.. (prescrittiva)

------------ premessa minore scientifica sarebbe rappresentata dai dati di contagio ecc..

-------------- premessa maggiore : si devono porre in atto tutte le misure che in certe circostanze appaiono
indispensabili per garantire la salute ( SALUTE Vs LIBERTÀ ) ------- PREMESSA NASCOSTA.

Quindi per arrivare a quelle prescrizioni ------- non basta solo un asserzione descrittiva ( premessa minore) ci
deve essere un'altra premessa che ha valenza valutativa /prescrittiva. ( la salute deve essere bilanciata con
la libertà)

r
LINGUAGGIO GIURIDICO
 IN SENSO STRETTO : Linguaggio delle norme / regole

 IN SENSO AMPIO : Linguaggio delle norme + linguaggio sulle norme ( insieme dei discorsi prodotti
nei diversi contesti nei quali si fa uso delle norme o se ne elabora la conoscenza)  in questa
accezione allargata intendiamo per linguaggio giuridoco anche il linguaggio che noi troviamo nei
manuali di diritto privato , pubblico ecc.. che sono discorsi in un contesto in cui si fanno discorsi
SULLE norme , cioè si elabora la conoscenza del diritto. = linguaggio degli operatori del diritto , sono
linguaggio giuridico ma con l’accezione ampia.

Linguaggio giuridico  composto di enunciati prevalentemente , anche se non sempre direttamente ed


esclusivamente prescrittivi ( è un linguaggio che lo riconduciamo sotto la funzione in via di regole
prescrittivo , però non è sempre così)

r
*** Prevalentemente = accanto al linguaggio giuridico in senso stretto si aggiunge sulle norme , e quindi
che tipo di enunciati sono quelli della dottrina , a fronte di una tesi quasi ovvia , laddove ci si occupa di
norme si faccia descrizione delle norme , sembrerebbe che sia fuori dal prescrittivo , se sembra vero , è
stata anche sostenuta la tesi che anche la dottrina assolva alla funzione prescrittiva ( problema aperto )

*** non sempre direttamente = LO RECUPEREREMO FACENDO CONSIDERAZIONI SU CERTE CATEGORIE DI


NORME E DI REGOLE ( regole costitutive , norme permissive ecc…)

Evidente rapporto di continuità con il linguaggio ordinario , dal quale riceve un prestito semiotico =
perchè il linguaggio giuridico riceve dal ling. Ordinario gran parte dell’apparato semiotico (strutturazione
linguistica , i segni ecc..) non è un caso che anche chi non abbia nessuna formazione giuridica se apre un
codice di legge ha l’impressione di capirci qualcosa , non è detto che poi veramente riesca , però non s trova
nella stessa posizione in cui un soggetto che non ha avuto nessuna conoscenza in chimica , apre un libro di
chimica e vede formule ecc.. mentre il diritto usa il linguaggio ordinario

Siccome c’è questo rapporto di continuità , i problemi del linguaggio ordinario sono importati nel linguaggio
giuridico ossia L’ambiguità e Vaghezza.

MA—Nel linguaggio giuridico in cui consiste il diritto :

CERTEZZA in conflitto con L’ECCESSIVA APERTURA DEI SIGNIFICATI

Questo ha fatto si che nello sviluppo sono entrati via via elementi di tecnicizzazione , è vero che il
linguaggio giuridico si presenta come imparentato con quello ordinario , ma non si tratta di ling. Ordinario
vero e proprio , ma è parzialmente tecnicizzato ( è specialistico , non è ordinario , è solo parente ) , come è
avvenuta la tecnicizzazione ?

- RI – DEFINIZIONE DI TERMINI IN USO NEL LING. GIURIDICO ( ma che sono presenti anche nel
linguaggio ordinario e quindi è stata data una definizione proprio per ling- giuridico.) che è una
tecnica per circoscrivere i significati di parole che possono avere svariati significati e sono vaghi

- Ingresso di termini propriamente tecnico- giuridici (ampia categoria di termine che non sono
termini del linguaggio ordinario ma solo del ling- giuridico)

r
BUON EQUILIBRIO TRA GERGALITà TECNICISTA E TECNICISMO VIRTUOSO ---- esigenza di eseguire quegli
elementi di minore apertura che soddisfano al meglio le esigenze per cui il linguaggio giuridi, si sviluppa
avvalersi virtuosamente di questa modalità di tecnicizzazione senza incorrere nella gergalità , cioè nel
diventare un linguaggio solo rimodulato e controllato nella sua eccesiva apertura , ma un ling. Dominato dai
tecnicismo dalla gergalità IL GIURIDICHESE , gerghi propri di dterminate comunità professionali ma che
fanno si che il ling. In questione diventi assolutamente impermeabile per coloro che a cui non
appoartengono

Ulteriore esempio , per far capire quel’è la contrapposizione tra le due diverse tesi : il problema è quello
del rapporto tra l’ambito della conoscenza ( descrittiva ) e l’ambito del normativo ( prescrittivo) , il
problema è vedere se quando ci troviamo di fronte al problema di dare una regola, tipo che ne so una
persona deve raggiungere un luogo e la madre dice mi raccomando non attraversare il viale , dove non ci
sono semafori , perché ha avuto notizia che la figlia a volte ha fatto questo attraversamento ma l’ha fatto
perché era la via più breve per raggiungere il luogo ------- la madre che deve dare una regola di
comportamento alla figlia ( NON DEVI ATTRAVERSARE LA STRADA IN QUEL PUNTO -prescrizione)

Siamo partiti da una prescrizione, se ci fosse la domanda , ma perché la persone NON DEVE attraversare ,
che ragione può sostenere questa prescrizione ? allora potremmo trovare una prima ragione di tipo
fattuale , cioè legata alla conoscenza di certe situazioni di fatto , la madre dice non devi attraversare e a chi
le chiede perché lei dice : perché in quel luogo non ci sono semafori , ci sono stati già incidenti
( DESCRIZIONI)

La regola ( prescrizione : non devi attraversare) possiamo derivarla direttamente da quella serie di elementi
descrittivi ? enunciati descrittivi sono rilevanti ai fini della supportazione della prescrizione , ma oltre a
essere necessari sono anche sufficienti ? cioè la prescrizione non devi attraversare ha come premessa solo
queste premesse descrittive oppure occorre altro?

- La posizione divisionistica : risponde che non bastano quelle premesse descrittive che occorre
altro , la prescrizione non può essere derivata da SOLO DESCRIZIONI ma richiede che ci sia un
ulteriore elemento di carattere prescrittivo/valutativo cioè per arrivare alla prescrizione NON
DEVI … occoore l’ulteriore enunciato prescrittivo : NON SI DEVONO FARE COMPORTAMENTI
PER NON INCORRERE UN RISCHIO PER L’INCOLUMITà DELLA PERSONA , anche se può avere
cose negative tipo se si deve arrivare in orario al lavoro ecc..

IN OGNI CASO TU NON DEVI ATTRAVERSARE (prescrittivo) --- perché SENNò CORRI
UN RISCHIO PER LA TUA INCOLUMITà (prescrittivo)---- perché Là NON CI SONO
SEMAFORI / ALTRI INCIDENTI ( descrittivo)

- Tesi anti divisionistica : si ritiene che dallo stato della realtà si possono ricavare le prescrizioni ,
e la tesi divisionistica dice attenti che c’è la premessa nascosta e quindi da questo dite che
possono essere derivate ma in realtà non si accorgono che c’è una premessa nascosta

r
15.03.2021

TEORIA DELLA DEFINIZIONE


La parola definizione , l’abbiamo vista tutte le volte in cui c’era il problema di soffermarsi su una nozione di
qualcosa , caratterizzazione o definizione , ma la definizione è il risultato di un operazione con la quale
dobbiamo fare i conti tutte le volte su cui dobbiamo ragionare su qualcosa , ma nel linguaggio giuridico ,
avevamo visto come in quel linguaggio , i rapporti di parentela con ling. Ordinario e di cui ho sottolineato la
importazione di caratteristiche del ling. Ordinario : ambiguità, vaghezza ecc… detto questo , fenomeni che
comportano incertezze sull’attribuzione di significato, nel ling. Giuridico questa incertezza è un problema.

Necessità in ambito giuridico di introdurre elementi di tecnicizzazione grazie ai quali si potesse in parte
temperare questa imprecisione --------------------------------------------------------------------------------------------------

Si menzionava come una delle modalità di correzione : RI - DEFINIZIONE DI TERMINI ------------------------------

DEFINIRE :

 “fines” = confini ( tracciare i confini )


 Definire significa , tracciare/delimitare/circoscrivere il significato di un termine

Stiamo definendo la nozione di definizione : comporta che si punti l’attenzione su diversi elementi :
(Scarpelli foglio stampato)

CHE COSA ?  qual è l’oggetto della definizione , è quello che sarà circoscritto
IN CHE MODO ?  qual è la struttura , come avviene , in cosa consiste ?
CON QUALI RISULTATI ?  con quale funzione , con quale scopo , in quale uso?

Pagina 183 Scarpelli : la teoria della definizione comprende due parti e poi dice :

- una parte che chiamerei STATICA della definizione riguarda l’oggetto , struttura ( la natura ,
le caratteristiche )
- l’altra parte DINAMICA riguarda l’uso che della definizione si fa

r
le risposte a quelle domande sono diverse ( noi abbiamo visto diverse concezioni del linguaggio tipo :
naturalistica e convenzionlatistica ), sono state date risposte diverse a seconda delle concezione del
linguaggio che si adottava , in base a quali concezioni ? :

2 concezioni di definizione :

- CONCEZIONE REALISTICA ( in collegamento con quella essenzialistica) 

OGGETTO : “res” si chiama realistica la concezione in base alla risposta che si dà alla
prima domanda cioè quel è l’oggetto , ossia per loro le “res” cioè LE COSE , in questa
prospettiva si ritiene che l’oggetto della definizione siano di fatto le cose , e perché si
risponde così? Vuol dire che quando io chiedo cos’è il diritto? Si ritiene che la domanda
sia in realtà una domanda sulla res cioè sull’ente diritto , l’ente nelle sue proprietà
essenziali , dalle parole si riflettono nelle proprietà essenziali nelle parole
Aristotele che era un grande logico , si è occupato di definizione , lui che concezione
aveva ? quella essenzialistica e diceva che la definizione riguarda il quello che è , le cose
come sono e questo si intendeva le cose come sono nelle loro propri. Essenziali

NATURA , : la definizione è un discorso VERO / FALSO ( discorso con valenza descrittiva


, attraverso la definizione con cui noi rispondiamo A CHE COSA è X? Noi proponiamo un
discorso in cui descriviamo queste proprietà essenziali delle cose , e alla fine la
definizione sarà un discorso vero se riproporrà le pro. Essenziali

STRUTTURA : La modalità con cui si costruisce questo discorso consiste nella modalità
cosiddetta di definizione per genere e differenza oppure definizione diretta ---------------

es----------- è una modalità definitoria che consiste in : se devo definire un oggetto


BUE , la definizione consiste nel indivudare un'altra serie di termini che sono in ordine
di generalità decrescente e ci danno prima generi e poi specie all’intero dei generi
indivuando GENERI E POI SPECIE evidenziano una serie di caratteristiche che si
ritengono appartenendte all’ X da definire ,

es. definizione di BUE : un animale ( categoria molto ampia , comprende esseri viventi
di diversa natura , perciò inizieremo a cercare le caratteristiche proprie del BUE)
mammifero ( e già si limita l’ambito) quadrupede , ruminante ecc…

formulazioni linguistica nella quale si evidenziano caratteristiche riferibili all’X ma con


questa modalità si ritaglia specie sempre più circoscritte. Questa idea che si deve fare
così con questa modalità, c’era ancora la visione del reale ,

FUNZIONE : conoscitiva ( attraverso la definizione degli enti si conosce l’essenza stessa


delle cose che si va a definire ) per molto tempo si è intesa così , in ambito giuridico è
stata una forte tentazione di concettualizzazione (delimitare istituti) che ha connotati di
questo tipo , come se in ambito giuridico ci si chiede che cos’è un istituto giuridico , che
si da una delimitazione che è una delimitazione conoscitiva delle proprietà dell’istituto.
ONTOLOGIZZANTE , se io devo definire usucapione , individuazione delle proprietà di
un usucapione , c’è questa tendenza anche se poi sono più complicate, anche se ci sono
radici antiche a volte non sono superati

r
- CONCEZIONE NOMINALISTICA ( in collegamento con quella convenzionalistica, questa
è più premiante , da tener buona)  dice che non è la natura stessa che predetermina il
linguaggio stesso ma perché c’è stato l’intervento umano

OGGETTO : nomi ( così prende il norme “nominalistica”) , per questa concezione


l’oggetto sono è i NOMI ( i termini stessi del linguaggio)

NATURA : formulazione della definizione mediante altri termini delle condizioni uso del
termine da definire , cioè del suo significato ( Scarpelli : si delimita il significato cioè la
regola d’uso

Ma quali altri termini ? I termini mediante i quali si definisce devono contenere il


riferimento a proprietà , empiricamente rilevabili , che si ritengono necessarie e
sufficienti per l’uso del termine ( proprietà definitorie),
----------------------------------------------------------ci devono essere dei termini
indefinibili ,cioè punto di approdo , questi termini indefinibili sono termini del
linguaggio COSALE ( termini che designano il riferimento a proprietà empiricamente
verificabili ritenute sufficienti per la definizione del
termine)--------------------------------------------------------------------------------------------------------
------------- quando abbiamo visto la svolta prescrittivissima , dicevano che andavano
bene i termini che rimandano a qualcosa , questi termini in ultima istanza si riferisce a
proprietà uniche e verificabili ( nella modalità di prima , tutti le caratteristiche animali ,
quadrupede ecc.. sono tutti così)

STRUTTURA : in quella di prima la modalità poteva essere solo una cioè quella diretta ,
in questa concezione invece si apporta un arricchimento rispetto alla modalità cioè che
non c’è una sola modalità ma diverse , perché ci sono termini a cui è appropriata la
definizione DIRETTA o SEMPLICE , per altri termini invece è più appropriato usare una
modalità INDIRETTA o CONDIZIONALE , perché ci sono termini che non rinviano a
proprietà empiricamente verificabili , quali termini?

Es. termine SOLUBILE ---- sostanza che passa da uno stato solido in uno stato liquido se
va in un’altra sostanza ( questa modalità è diversa dalla definizione di BUE , abbiamo
fatto un procedimento , cioè se prendi la sostanza e poi la metti a contatto con un
algtra sostanza ALLORA SI VERIFICA .---- abbiamo individuato una modalità che
presuppone un procedimento che in presenza del quale si presuppone un risultato
------------------------- STRUTTURA INDIRETTA O CONDIZIONALE .

DEFINIZIONE DI TIPO CONNOTATIVO : connotazione cioè dimensione del significato che


portava a rinviare alle caratteristiche necessarie per capire il significato del termine

I termini del linguaggio giuridico diverso da quelli ordinari richiedono modalità


definitori proprio di questo secondo tipo , un po’ più complicato.

r
ALTRI METODI DEFINITORI ….( NINO elenco p. 226)

- Definizione per denotazione -- definire PROFESSIONISTI , con la parola professionista


denotiamo : avvocati , medici ecc.. poi sono AVVOCATI nomi

Se menzioni : avvocati medici ecc. ho richiamato soggetti che rientrano sotto la DENOTAZIONE
di professionisti , qual è il limite ? rispetto a chi voleva una definizione di professionisti , la
risposta può essere poco chiara cioè tu mi hai elencato categorie di professionisti ma perché
avvocati medici ecc.. sono professionisti ? a questo punto bisogna impegnarsi a dire le
condizioni necessarie e sufficienti per le quali uno diventa professionista ( quindi modalità
INDIRETTA se ha superato esame di stato , se svolge una certa attività ecc…. Allora diventano
professionisti )

- Definizione per ostensione ------ “mostrare “ ostensione è una modalità definitoria più spiccia
ancora , io mi trovo a fare lezione in aula uno chiede che cos’è il corso di filosofia del diritto e lei
per farla breve dice con un largo movimento del braccio guarda e MOSTRA l’aula

- Definizione contestuale ------ es. p227 NINO leggi incidente in auto in cui morì un signore il
conducente non agì con dolo ma con imprudenza perché quello lì non voleva morire --- DOLO il
significato di dolo come intenzione di compiere un atto antigiuridico lo dichiariamo dal contesto
perché dice che è stato imprudente e che l’altro non voleva morire , perciò la definizione di
dolo si ricava dal contesto

17-03-2021

FUNZIONE : p 192 del testo scarpelli credo


3 funzioni (3 possibili usi ) :

 LESSICALE  per descrivere il modo in cui un termine è stato o è usato da una


persona dentro un gruppo , il dare la regola d’suo cioè significato attraverso
altri termini vuol dire si fa una descrizione , si ripropongono gli usi
effettivamente adottati da un soggetto dentro una comnità riguardo ad un
termine
Es. le definizioni lessicali le troviamo nei vocabolari _ la funzione del
vocabolario è darci la regola d’suo effettivamente adottato , in un certo
contesto , sono suscettibili di quella qualificazione VERO O FALSO
Se siamo di fronte a una definzione lessicale , sulle regole d’uso effettivamente
attuate ( VERA se questa ci ripropone la regola d’uso effettivamente attuata ad
esempio gatto : animale felino ecc… / FALSO gatto = animale, abbaia ec..)

 STIPULATIVA serve a prescrivere un certo uso del termine definito ( uso


voluto dall’autore o concordato da due persone ) non ci informa sulla regola
d’uso di un certo termine ma stabilisce il significato ecco perché si parla di
prescrizione , ( per x si deve indendere …. )

r
Es. in quali contesti ? negli ambiti scientifici laddove si manifesta l’esigenza di
introdurre nuovi termini e di proporre il significato ( operazione di costruzione
del linguaggio in maniera esplicita , qua ci sono accordi portati alla luce non che
si consolidano implicitamente.
Qua la definizione , non è vera o falsa , potranno essere opportuna o
inopportuna ecc…

 ESPLICATIVA / RI-DEFINITORIA  quando l’uso prescritto con una stipulazione


sia imparentato con usi precedenti , questo uso viene presentato come una
sottocategoria della seconda , condividono questo e quello precedente il fatto
di rappresentare non regole d’uso precedenti ma una precisione del significato(
quello deve essere il significato) in un ritagliare il significato a partire da termini
che non vengono coniati in quel momento , ma sono già in uso / termini che
hanno più significati -------------------- precisa o modifica il significato
( operazione di ritaglio di significato) che assolva a quella esigenza specificante
che è importantissima in ambito giuridico

Anche qui, Non vero o falso , ma appropriato o non , condivisibile o non ecc…

Definizione concettuale – dà la regola di un termine in modo da porre in rilievo il significato descrittivo


chiarendo la situazione all’esperienza ai quali il termine rinvia

Definizione persuasiva : dà la regola d’uso del termine puntando il significato emotivo delle parole
mediante le quali il termine viene definito

Es. l’anticellulite bio-vital è l’elisir di ETERNA GIOVINEZZA ( non ci dà il significato descrittivo , non si
capisce a quale situazione si fa riferimento , che prodotto è con quali proprietà ecc.. ma sollecita e basta la
nostra risposta positiva ad acquistare quel prodotto )

SCARPELLI ( fogli) ---- seconda pagina dopo i metodi definitori, scarpelli dedica le due pagine ( metà pagina
e la successiva ) -------------------------- dedica ad una questione che ritroveremo , ci propone passagi di
caratterizzazione del linguaggio giuridico utile per ritrovare conferma , di quello che noi abbiamo già visto
------------------------------------------ LEGGEREEEEEEEEEEEE !

La questione che : teoria della riducibilità dei termini del vocabolario del linguaggio ai termini del cosi detto
ling-. Cosale ( osservazione diretta) vale anche per il linguaggio usato dal diritto? Se in particolare quel
punto ( termini con cui definiamo devono contenere il rinvio alla dimensione dell’esperienza ) la si debba
considerare rilevante anche per ling. Giuridico IL FATTO CHE USIAMO QUEI TERMINI CHE RINVIANO

r
ALL’ESPERIENZA è IMPORTANTE ANCHE NEL LING. GIURIDICO?
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------l’uso di
termini che rinviano a cose determinabili con l’osservazione è importante anche nell’ambito giuridico ,
prima di dare risposta affermativa , Scarpelli fa un percorso così:

- Cosa intendo di linguaggio usato nel diritto ( e ci sono le cose che abbiamo già visto , a cosa si
intende per ling. Giuridico) cioè ling. Usato per formulare norme giuridiche (linguaggio delle
norme ) ma anche usato dai giuristi ( ling. Sulle norme)

- Caratterizzazione del ling giuridico – ho già accennato ad una caratteristiche più importanti : “
l’essere formato mediante l’inserzione di termini tecnici nel linguaggio comune “ --- ma sta
dicendo che ling. Giuridico è accumunato dal ling. Comune ma una delle caratteristiche è
rappresentata di contenere molti termini TECNICI ( parole tecniche )

- Vorrebbe sottolineare come esso sia quasi sempre usato in maniera prescrittiva ( non
esclusivamente e direttamente prescrittivi

- A sto punto richiama la differenza tra enunciati prescrittivi e descrittivi e funziona normativa e
conoscitiva

In sisntesi tutto quello che abbiamo già visto , la funzione del ling. Giuridico è una guida per il
comportamento umano e introduce una distinzione TRA GUIDA DIRETTA E INDIRETTA

Ling. Giuridico in funzione prescrittiva ha funzione diretta --------- mentre il ling. In funzione conoscitiva ha
funzione indiretta cioè che aggiunge elementi importanti che possono motivare all’azione ma che sono
necessari ma non sufficienti ( problema tra descrittivo e prescrittivo) serve poi per motivare all’azione
anche una premessa prescrittiva oltre a solo strumenti descrittivi ( VAI A VEDERE PRIMA E RIEMPI DOVE C’è
DIRETTAMENTE)

Dopo tutto questo ---- torna al punto SE SIA IMPORTANTE LA RIDUZIONE DEI TERMINI ( che rinviano a
termini che sono osservabili dall’esperienza) PER IL LING. GIURIDICO e dice :

- IN FUNZIONE DESCRITTIVA è OVVIO ---------come è quasi ovvio che questo valga per il ling. In
funzione conoscitiva e dice nell’ambito delle scienze conoscitive questa esigenza è connessa al
fatto che tutte le asserzioni siano controllabili sui fatti ( PER QUESTO SCIENZA – funz descrittiva
era questa la caratteristica) IN AMBITO DELLA CONOSCENZA è OVVIO-

- MA IN FUNZIONE PRESCRITTIVA è OVVIO? Scarpelli cita HEAR , che dice che è una malattia /
difetto il riferissi a stati di cose non identificabili , perciò noi dobbiamo vedere per forza a cosa
si riferiscono non andando a vedere in concreto se è vero o no ( descrittivo questo) ma bisgona
vederle in concreto per vedere se sono violate o no

Quando ci troviamo di fronte a regole , se non sappiamo a quali fatti si riferiscono , allora le
norme non servirebbero alla guida del comportamento , se non riusciamo a individuare la
fattispecie fallisce la funzione stessa del ling. Giuridico

r
Perciò le norme che non riescono a far capire in realtà che cosa si riferiscono , sono troppo
astratte e non valgono molto

LEGGERE SCARPELLI – considerazioni sugli usi delle definizioni in ambito giuridico . e dice lo studio dell’uso
della definizione in 3 campi : att. Normativa degli organi , applicazione del diritto , elaborazione della
scienza del diritto.

Fa capire in quali contesti ci sia la funzione stipulativa piuttosto che l’uso ri-definitorio che è quello pi+
importante nell’ambito giuridico

CLASSIFICAZIONE DEI TERMINI DI CUI ATTRAVERSO LA DEFINIZIONE SI DÀ IL SIGNIFICATO ( concetti ) =


termine e concetto , qual è il rapporto? Il termine di contratto e concetto di contrattato , il concetto è il
significato portato dal termine ( SCRIVERE SU Q. GIOVEDI perché DOMANI DI QUESTO DICE ALTRE COSE)

I termini del linguaggio giuridico sono 3 categorie :

1. Termini che designano fatti o disposizioni ( tipo solubile indica non un fatto ma delle condizioni e si
chiamano termini disposizionali ) a produrre fatti ( CONCETTI FATTUALI) p. 187-188

Fatti semplici cioè non qualificati da norme , non c’è bisogno di esempi perché sono la gran massa
di termini che provengono dal linguaggio ordinario e che entrano nel linguaggio giuridico , e sono
termini che rimandano direttamente a fatti

Termini della prima categoria : definizione di questi termini fattuali ( designano fatti semplici cioè
non qualificati con norme) non dà luogo a problemi diversi da quelli a cui da luogo termini uguali
appartenenti al linguaggio ordinario e li si può definire secondo i casi con una definizione SEMPLICE
O CONDIZIONALE
I termini fattuali possono essere definiti in una o l’altra modalità, anche scarpelli menziona
l’eventuale opportunità di far ricorso ad una mod. condizionale rivela che questi termini includono
anche termini che designano dispozioni a produrre fatti cioè quei termini disposizionali ( solubile
ecc..)

Sollevano il problema -------------- quando sono usati nel linguaggio giuridico , mantengono o meno
lo stesso significato del linguaggio ordinario o altri linguaggi ( scientifico ecc..) ?? c’è il prestito
semiotico , cioè prestito dal ling. Ordinario al ling. Giuridico , nell’ambito semico siii , nell’apparato
dei significato abbasta però non sempre , non tutti i significati rimangono gli stessi :

r
- Se nel contesto del ling. Giuridico ci troviamo in presenza di una ri definizione del termine in
suo anche nel ling. Ordin. Il problema non si pone perché se c’è una definizione sua giuridica
siamo a posto
- Problema c’è quando una ri definizione del termine non c’è e lì si pone il problema se il
significato rimane lo stesso, ci son linee di pensiero diverse , qua ce ne sono state due:
 Orientamento volto a favorire la continuità e quindi risponde affermativamente alla
domanda cioè i termini mantengono il significato del ling. Ordinario anche nel ling.
Giuridico
 Orientamento dice beh , attenzione il ling. Giuridico ha un ling. Tecnico che deve assolvere
a specifiche funzioni , e non può esserci incertezza del diritto allora
------------------------------------------ quando non c’è un espressa ri definizione non si può dare
per scontsto che il signifcato sia lo stesso perché dobbismo mettere in conto che si può
avviare una TECNICIZZAZIONE IMPLICITA dovuta alla sola presenza del termine nel ling.
Giuridico , ciò vuol dire che quando abbiamo problemi di interp, dobbiamo andare a vedere
nel sistema giuridico stesso ,

c’è un diverso modo di guardare al diritto rispetto ad esigenze che sono meritevole tutte di considerazione
che vanno temperate,

- dietro la preoccupazione che ling. Diventi troppo tecnico ( 1 orient.) c’è l’esigenza di rendere
ling giuridico più fruibile possibile anche ai non addetti ai lavori ( cesare Beccaria diceva che le
regole dovevano essere chiare , c’era la preoccupazione di non far rimanere monopolio
esclusivo dei giuristi il ling. Giuridico )

2. Termini che designano: fatti qualificati secondo norme giuridiche o non / qualificazioni di fatti
secondo norme giuridiche o non

 Fatti qualificati secondo norme : Es. persona giuridica , negozio giuridico , diritto soggettivo
ecc…
Con negozio giuridico si riferisce ad un fatto ( tutti gli atti , comportamenti ecc..) , ma ad un
fatto in quanto trattato in un certo modo dal diritto , che gli collega certe conseguenze
giuridiche

 Termini che designano Qualificazioni di fatti secondo norme : obbligatorio , lecito , illecito ,
vietato , permesso ecc.. ( qualificazioni normative rilevanti ma non solo in ambito giuridico ,
perché se c’è un obbligatorietà in amb. Giuridico la nozione di obbligatorio ha rilevanza anche
in ambiti diversi tipo morale : comportamento è moralmente lecito o no

3. termini normativi generali : termini come norma , norma giuridica , diritto , diritto di famiglia ,
legge , regolamente ( imparentati con quelli della seconda ) ma un'altra categoria che sono termini
che designano norme ------------------- categorie normative più ampie e generali

Termini che designano le norme o specificazioni di norme in generale

r
TERMINI della 2 e 3 categoria Normativo / tecnico giuridici

Per questi termini c’è bisogno di una modalità di definzione di tipo condizionale che comporta a un
operazione di qualificazione di fatti secondo norme ------------------ negozio giuridico , tipo contratto ,
come lo definisco? Dichiarazione di volontà messa in relazione con una serie di previsioni degli
effetti che vi si collegano , stabiliti da norme , sono termini per i quali bisogna dire , se se se una
serie di condizioni e sarà imprescindibile il riferimento a norme

= richiedono sempre una defin. Condizionale con la quale si dice tra le condizioni si esprime sempre
il riferimento a norme che qualificano i fatti in un certo modo.

Definizioni legislative : scarpelli faceva distinzioni sui contesti del diritto , problema di definizione in
sede del legislatore ------------------- si è riproposta più volte ,nella storia della cultura giuridica la tesi
che non sia compito del legislatore definire, o introdurre definizioni , ed è una tesi che detta così
uno dice ma abbiamo appena detto che una modalità attraverso la quale si opera la limitaz del
significato è una ri definizione in che sede ? nel momento in cui si fa una legge , implicitamente
vuol dire allora che diamo per scontato che operare ridefinizioni sia uno dei compiti del legislatore ,
ma allora perché c’è stato questa tesi che va contro ? ------------------ scarpelli dice la tesi che il
legislatore non debba definire o che quanto meno le definizioni legali ( che si trovano nei testi di
legge non sono vincolanti rispetto all’interpretazione) in realtà aveva dietro proprio la teoria della
definizione come definizione reale cioè la definizione come intesa nella prospettiva della conc.
Realistica perché??????????? Perché nella prosp. Realistica si sostiene che le definizioni devono
individuare le proprietà degli enti , allora si sostenva ma se la definizione ha questa funzione di
delimitazione concettuale ma con funzione conoscitiva allora il legislatore non è investito del
compito conoscitivo ma ha il compito di dettare regole ( compito normativo non conoscitivo) di qui
la tesi che non competesse al legislatore dare definizioni e quando lo faceva le def. Non erano
vincolanti

Ma se non competeva a lui ? a chi competevano? Questo compito è dei giuristi dottrinali , è della
dottrina , non del legislatore per questa concezione , e ai giuristi spettava definire le parole perché
è una funzione conoscitiva, tesi così sono state sostenute nell’1800 , è un dibattito si è riproposto
in Italia anche negli ultimi decenni del 1900 , certi giuristi autorevoli hanno speso argomento a
sostegno di questa competenza della dottrina e non del legislatore

Dietro c’era un modo di intendere la definizione che presupponeva l’adesione a quella idea , la
debolezza di questa posizione si evidenza nel momento in cui si supera la concezione della
definizione realistica e guardagna l’altra prospeettiva dove si è fatto chiarezza che attraverso la
definizione possano essere assolte si compiti conoscitivi ma anche compiti di prescrizione ,
attraverso l’uso ri definitorio perché hanno una valenza prescrittivi ALLORA NON CI SONO
ARGOMENTI PER NEGARE IL COMPITO DI DEFINIZIONE AL LEGISLATORE

E scarpelli dice quella tesi che dice che il legislatore non può fare definizioni ( giustificata solo se si è
dalla parte della conc. Realistica ) è la maschera di un orientamento politico di una maggiore libert
di interp. Che presenta più vantaggi rispetto di un int. Ristretta , in ogni caso però una maggior
libertà di interp. Dovrebbe essere sostenuta da maggiori argomenti

r
Scarpelli qua ci dice solo , attenzione però ad affrontare la questione , ma senza le pregiudiziali
negative che vengono dall’aver sotto una teoria della definizione che non permette di affrontare il
problema cioè dire no legislatore non lo deve fare perché il legisla. Ha solo compiti di dettare le
regole ( occulta problemi non li risolve questa idea)

18-03-2021

Saggio suooooooooooo  ricadute al riconoscimento di quella caratteristica del diritto non come
una sorta di dato solido che troviamo già lì ma di u complicato prodotto , di una costruzione
continua nella quale sono implicati molti soggetti , costruzione che avviene grazia alla possibiltà di
plasmare le categorie giuridiche che sono come le arnesi di cui si avvale il giurista , le catg giuridiche
( concetti , nozioni ecc. ) non sono arnesi collocati sullo scaffale e sono già pronti uno deve usarlo
quando serve e basta , certo gli arnesi ci sono e sono impo , ma c’è una suscettibilità di
rimodulazione di questi arnesi ----------------- superare l’idea del diritto fisso per sempre e rivaluta la
dimensione storica del diritto , come prodotto che in relazione alle esigenze che maturano via via

C’è un paragrafo 4 : risintetizza le tesi del ling. Normativo e giuridoco che abbiamo visto nel nostro
percorso

5 oaragrafo – attenzione proprio sulle ripercussioni che le tesi in tema di linguaggio hanno sul modo
di intere i concetti dell’universo giuridico , inannzitutto nella prospettiva in cui si sposta l’attenzione
dalle proprie. Alle parole stesse con la consapevolezza che sono le regole a determinare le parole in
certi contesti

MODELLI DI RAGIONAMENTO__
RAGIONAMENTO = CONCATENAZIONE DI PROPOSIZIONE . ( enunciato dotato di significato)

1) DEDUZIONE

Ragionamento con cui si ricava una conclusione ( logicamente) necessaria da premesse date ☹
qua da generale ( premessa grande e piccola fino alla deduzione particolare )

 Tutti gli uomini sono mortali


 Socrate è un uomo
 Socrate è mortale

È un sillogismo , un metodo di ragionamento deduttivo , movendo da quelle premesse ,


si arriva ad un conclusione

La deduzione in forza di questo suo carattere logico necessario , ogni volta che si voleva
accreditare una soluzione di problemi , quindi come tesi forte si è cercato di dimostrare il
ragionamento che si è fatto come questo ragionamento ( si riproporrà con un modello che ha
uno spazio significativo in ambito giuridico cioè analogico)

2) INDUZIONE—conduce a conclusioni generali ( più o meno probabili) a muovere da premesse di carattere


particolare fondate su osservazioni e esperienze ( qua contrario , si parte da premesse particolari che
possono essere tantissime e si arriva a una conclusione generale )

r
- Mario ha venti anni e ama la discoteca

- paolo ha venti anni e ama la discoteca

- chi ha venti anni ama la discoteca

Questo ragionamento non ha carattere certo , le induzioni non sono certe al 100% come lo è il
ragionamento deduttivo , però ha un ruolo importante la induzione nel nostro modo di pensare , anche per
il mondo empirico , quando si ha l’esperienza e sulla base di questa possiamo realizzare affermazioni che
portano a conclusioni che avranno un grado più o meno elevato di oplausibilità in base alle esperienze che
le hanno supportate ma non avranno il 100%

La scienza empirica è un ambto di conoscenza affidabile perché è controllabilità ma non è necessariamente


al 100% giusto m è caratterizzata da controllo è sempre aperta a nuove conclusioni

3) ABDUZIONE

Ragionamento le cui premesse conducono ad una conclusione solo vero simile : siamo più dalla parte
dell’induzione ma è costruito in modo un po’ diverso , inizia da una affermazione generale , che valenza ha
la conclusione ricavata da quelle premesse ? è verosimile , certo se le premesse erano quelle
probabilmente si che quei fagioli fanno parte di quel sacchetto , però non è necessariamente vero magari
un altro è passato e ha lasciato cadere dei fahioli bianci che però non erano nel sacchetto

- Tutti i fagioli di questo sacchetto sono bianchi


- Questi fagioli sono bianchi ( ne era caduto uno per terra e uno dice così)
- Questi fagioli vengono da questo sacchetto

22-01-2021

LA NOZIONE DI NORMA GIURIDICA

La nozione di norma è più ampia di norma giuridica ci sono norme che non sono di tipo giuridico.

La dimensione normativa la possiamo ritenere come una dimensione diffusamente considerata elemento
caratterizzante della vita e della storia --- pagina del testo Bobbio , bobbio parla molto bene di questo
punto cioè si possa parlare di un mondo di norme cioè presente nella vita di ogni individuo , e scrive
Bobbio : la nostra vita si svolge in un mondo di norme , crediamo di essere liberi ma siamo dentro a una
rete di norme che dalla nascita fino alla morte conducono le nostre azioni , alcune regole sono talmente
radicate che non ci accorgiamo nemmeno che esistono , possiamo paragonare il nostro procedere della vita
come un pedone , che ha dei cartelli dove dice dove può andare , dove deve camminare solo sul
marciapiede ecc..

Anche se ci mettiamo dal punto di vista della storia , il fenomeno delle norme ci appare appassionante , la
storia può essere immaginata come u immensa fiumana arginata , gli argini sono le regole di condotta :
religiosi , morali , sociali , giuridiche ..

r
 L’opinione che il diritto sia questa questione di norme , espressione spesso usata come
sinonimo di regole è oggi ampiamente condivisa sia dagli studiosi di diritto sia dalla gente
comune .

 L’opinione che il diritto sia prevalentemente questione di norme , Tale opinione non è tuttavia
condivisa in maniera universale , da chi ritiene che il diritto non sia prevalentemente questione
di norme ma anche e soprattutto questioni di ISTITUZIONI , c’è una prospettiva teorica , una
concezione di diritto ( TEORIA ISTITUZIONALISTICA) che ha fatto propria una considerazione del
diritto che sembra puntare su nozioni diverse, in Italia un esponente è Santi Romano :

- Il Diritto vada considerato , ancora prima che norme , una società organizzata , questa
prospettiva dice che si ha diritto laddove ci sono gruppi sociali organizzati , là possiamo dire di
essere in presenza di diritto
- Ubi societas ibi ius --- dove c’è la società (gruppo sociale) lì abbiamo diritto

Ma questa prospettiva interessante , rappresenta davvero un alternativa rispetto


alla prospettiva che chiameremo normativistica cioè quella che richiede che il diritto
sia una questione di norme ? nell’analisi di Bobbio dice NO , la teoria
istituzionalistica è interessante ma in realtà non rappresenta un alternativa rispetto
all’altra prospettiva perché sulla base dell’approfondimento della nozione di
organizzazione

Capire quali sono i tratti distintivi di un gruppo sociale organizzato e quale gruppo
sociale non è organizzato.

Gruppo sociale organizzato – che poi chiamiamo ISTITUZIONE --- ha obiettivi espliciti
, individuazione delle modalità per raggiungerli , identificazione dei ruoli dei diversi
soggetti ecc… lo stato è la massima istituzione , l’università è un istituzione , SIII ma è
istituzione nel senso che è organizzata anche loro hanno diversi ruoli per fini specifici
ecc.. allora in che senso si può dire che la prospettiva normativistica ha più senso ?
perché se ci chiediamo che cos’è ruolo , che cos’è fine ec…
------------------------------------------------ okk tutto questo può esistere ma sempre sulla
base di norme , di regole , chi decide che ruolo ha uno piuttosto che un altro ecc…

 Teoria del diritto come rapporto intersoggettivo


Un'altra teoria , diversa da quella normativistica è Il rapporto tra due soggetti di cui uno titolare
di un obbligo e l’altro di un diritto come elemento costitutivo e essenziale del diritto , in questo
rapporto andrebbe individuato la caratteristica del diritto --- ma comunque quei obblighi o
diritti dei soggetti sono sempre basati su norme.

Questo per arrivare a dire che la prevalente è la teoria normativistica , cioè la dimensione normativa che è
l’elemento fondamentale del diritto.

r
Dimensione normativa ne esce consolidata , ma cosa significa parlare di norme , in particolare di norme
giuridiche ?

Significa riferirsi a :

 Entità mentali ? ma parlare di norme significa parlare di entità mentali? 


 Comportamenti e situazioni sociali? 
 Espressioni linguistiche? 

Nella teoria del diritto , rispetto a queste tre domande , ci sono tre possibili risposte con 3 concezioni :

 Concezioni ontologiche ( entità mentali) ------------ gli schemi in cui consistono le norme sono
“enti mentali” , prodotti da atti umani con la volontà, ma dotati di esistenza autonoma rispetto
agli atti che li hanno prodotti ( non sono cose che cadono sotto i nostri sensi , quindi un entità
immateriale , quelle cose nella dimensione essenziale che vanno al di là della realtà , e a far si
che si potesse ritenere che esistono questi enti , queste cose che non vediamo e non tocchiamo
ma sono mentali , e questo modo di ragionare è entrato anche nella riflessione sulle norme ,
quindi come enti che viene ad esistenza , perché ci sono atti umani di volontà non di
conoscenza , grazie ai quali produciamo questi vincoli dell’azione)

È un po’ difficile , uno aveva scritto , le entità strane dette norme , e lui dice smontava l’idea
che le norme andassero considerati come enti, questa concezione era supportata dalla
concezione essenzialistica ovviamente , dove diceva che non c’era il recinto dell’esperienza , ma
pensava che ci fossero cose anche al di là , ( KELSEN libro che ho , Kelsen ad un certo punto ,
dice che le norme sono il prodotto di atti di volontà ma un prodotto che è dotato di un
esistenza autonoma ( al di là dell’esperienza) rispetto agli atti che li hanno prodotti e proprio
per certe sue idee , sembra avere avvalorato questa concezione anche se poi dice altre cose

 Concezioni comportamentamentistiche

Parlare di norme significa parlare di comportamenti o situazioni sociali in cui ci sono


comportamenti ripetuti di coloro che vivono in un certo contesto sociale
Normatività= regolarità

La teoria istituzionalistica presentava un tentativo di avvicinare il diritto alle istituzioni ma è


una teoria che ovviamente non si nega la dimensione normativa , ma si vuole riportare la
dimensione normativa ai comportamenti , è tale da poter essere riferito alla teoria
istituzionalistica , un po’ contraria a quella della prospettiva ontologica , perché questa va alla
ricerca di entità autonome ecc.. in questa concezione invece si parla proprio del concreto
empirico cioè i comportamenti concreti delle persone

Parlare di norme significa fare riferimento a situazioni in cui ci sono comportamenti tenuti da
coloro che vivono in un certo contesto sociale , ma comportamenti non che vengono tenuti
casualmente ma che vengono tenuti in maniera ripetuta e con regolarità

Fenomeni sociali e diritto , cioè tra comportamenti e norme , ma basta la regolare ripetizione di
comportamenti per poter dire che siamo in presenza di norme

r
Il diritto è un ambito regolare ( dove comportamenti regolati) oppure un abito regolato?
- comportamenti tenuti con regolarità, cioè le persone in certe situazioni fanno dei
comportamenti ripetuti , in queste riflessioni si è adottato l’escamotash dell’osservatore
esterno di una realtà alla quale è estraneo ma vuole capire ,

1 ) un esempio è il marziano : che guarda cosa succede , osserva i comportamenti, si mette da


qualche parte , e vede che ci sono persone nelle strade e osserva che quando piove la maggior
parte delle persone se non sono dotate dell’ombrello , le persone tendono ad affiancarsi ai
muri delle case , poi la osserva più volte e rileva che questi comportamenti sono ripetuti ecc..

2 ) poi osserva altri tipi di comportamenti , gli incroci , attraversamenti , e vede altri arnesi tipo
semafori ecc. e si rende conto che le persone che arrivano di fronte al semaforo se la luce è
rossa si fermano ecc..

ha registrato delle regolarità, il suo obiettivo era capire se in questo mondo esiste qualcosa di
simile che da lui si chiamano regole del diritto

viene a capo del suo problema , riesce a capire se ci sono regole limitandosi alla dimensione del
comportamento regolare o gli serve altro? Che differenza c’è tra i due esempi? Nel primo
esempio il comportamento ripetuto non è dettato da una norma giuridica , nel secondo si , in
entrambi i casi ci sono comportamenti che si ripetono , ma nel primo caso è una regola
d’esperienza , nel secondo caso il comportamento viene tenuto con reglarità perché DEVE
ESSERE TENUTO , la regolarità è la conseguenza della regolazione

non riusciamo a tirar fuori attraverso i comportamenti l’elemento fondamentale delle norme ,
perché se guardiamo i comportamenti possiamo tirar fuori anche i comport. Del primo caso

KELSEN----- per risolvere il dubbio possa essere sufficiente fare riferimento agli atteggiamenti di
chi agisce con quei comportamenti , per capire se c’è differenza vai a chiedere a chi si sta
comportando in quel modo perché lo sta facendo , AUTOQUALIFICAZIONE DEL MATERIALE
SOCIALE , si rimane all’interno della dimensione di ciò che avviene nel fenomeno sociale di
gruppo e si cerca di capire qualcosa di più e quindi se si è in presenza di qualcosa che deve
essere tenuto
Gli si va a chiedere perché agisce così ecc…. peròòòòòòòòòòòòòòòò la qualficazione soggettiva
degli atti e dei fatti da parte di chi tiene un comportamento non è criterio sufficiente per
comprendere quella cosa in pià per comrpendere se è una norma o no giuridica

Quello che serve è la messa in campo di un qualcosa non legato alla valutazione soggettiva , ma
è legato ad un criterio oggettivo di qualificazione dei comportamenti svincolato dai sentimenti
da chi fa i comportamenti --------- perché non è sufficiente a qualificazione soggettiva ? perché
se andiamo su un altro comportamento , di un sogg che con regolarità non compiono
quell’azione consistente nel destinare una parte di quello che guadagnano dal loro lavoro al
pagamento delle tasse -------------- è un comportamento regolare , regolato e quindi dovuto
permesso lecito o illecito , c’è bisogno di qualcos’altro , occorre un criterio che non è l opinione
di colui che tiene il comportam , perché lui pensa magari di compiere un atto buono ( io non
pago le tasse ma do i soldi in beneficienza )
Se andiamo a vedere cosa pensano gli evasori fiscali , magari qualcuno potrebbe avere degli
argoment e sarebbero le sue qualificazione soggettive , ma questo non incide dal punto di vista
del diritto , perché il comp. È illecito , e questo viene fuori NON DAI COMPORT, Né

r
DELL’AUTOQUALIFIC, MA SOLO perché VENGONO IN GIOCO QUALIFICAZIONE DEI COMPORT.
OGGETTIVI !!!!!!!!!

Ci avviciniamo all’idea che le norme possono essere intese come strutture qualificative , schemi
di qualificazione dei comportamenti , ma i comport. Assumono una valenza giuridica solo in
presenza di queste cose non più entità strane ma queste norme grazie alle quali i
comportamenti ricevono una qualità normativo giuridica che diversamente non avrebbero

 Concezioni linguistico – semantiche

Sono entità linguistiche , le norme sono frammenti del linguaggio attraverso il quale svolge la
funzione prescrittiva , e si forniscono criteri generali di condotta e di giudizio delle condotte
proprie e altrui

Strutture qualificative oggettive dei comportamenti : sono strutture linguistiche , sono entità
non strane ma son o entità linguistiche , si forniscono criteri di condotta ma si forniscono anche
criteri di giudizio e di valutazione delle condotte , quindi rispetto a quelle di prima , non entità
strane collocate su un piano oltre la realtà, non norme come solo comportamenti ripetuti
Ma norme come strutture di qualificazione grazie ai quali i comportamenti acquisiscono la
valenza giuridica ( tipo lecito , illecito ecc..)

Ma quali sono le caratteristiche che distinguono le norme giuridiche dalle espressioni linguistiche
prescrittive in cui consistono le norme in generale ?

Abbiamo visto come le norme giuridiche in realtà devono essere considerate una sottocategoria della più
ampia categoria di NORME in generale , cioè le norme sono espressioni linguistiche prescrittive , ma quali
sono le caratteristiche , all’interno di questa più ampia classe di norme in generale , quali sono le
caratteristiche delle norme giuridiche. RICERCA DEI CARATTERI DI DIFFERENZIAZIONE , riduzionismo:

 Tentativi di ridurre le norme giuridiche ad un solo modello di prescrizioni : si è a lungo


confermato il tentativo non riuscito di andare alla ricerca di queste caratteristiche peculiari del
normativo giuridico nel senso di individuare un modello di norme un unico modello

Si è manifestata una tendenza affidata alla parola RIDUZIONISMO , cioè tentativi di individuare
solo un unico modello di norma giuridica che si possa considerare solo giuridico , è stato
percorso lungo con tanti tentativi , questa inclinazione riduzionistica si era presentata già in fasi
lontane ( dove ancora c’erano tesi che rientravano nella filosofia del diritto anche se non c’era
ancora l’etichetta tipo 1700) inclinazione riduzionistica la si trova in fasi in cui , la terminologia
prevaleva per riferirsi a quello che noi chiamiamo ambito del prescrittivo , prevaleva l’uso del
termine IMPERITIVO O COMANDO , lunga tradizione che porta l’etichetta di CONCEZIONE
IMPERATIVISTICA --------- la norma va intesa come un comando , il comando o imperativo
rispetto a prescrizione che rapporto hanno? Il comando è una sotto categoria della
prescrizione .

r
24-03-2021

Ricorrente tentativo di individuare dei caratteri specifici ed esclusivi della norma giuridica a
fronte di norma di altra natura -------- RIDUZIONISMO (approccio riduzionistico)
Questa ricerca è sempre stata ricorrente , molto remote , la ricerca di queste caratteristiche è
stata per lungo tempo impostata avendo come categoria di riferimento della imperativo o
comando , e si parla di CONCEZIONE IMPERATIVISTICA che ha avuto una lunga storia
espressioni molteplici ecc.. :
 La norma è una prescrizione avente le caratteristiche del comando :

- Emittente tipico ( soggetto da cui la prescrizione proviene)


- Ricevente tipico ( soggetto destinatario )
- Elevato carattere vincolante o forza obbligatoria ( il comando ha una forza vincolante molto
intensa) ---- molto nel contesto militare , i soggetti subordinati rispondono “ai comandi”
- Generalità e astrattezza ( norme ma che si disciplinavano comportamenti generali e si
rivolgevano a tutti i consociati )

Tentativi di distinzioni proprio dell’IMPERATIVO giuridico rispetto all’IMPERATIVO di altra natura :


individuare una categoria propria ed esclusiva dell’imperativo giuridico ( norma giur. ) a fronte degli
imperativi morali ( norma morale) , gli aggettivi sulla sinistra sono aggettivi riferiti alla morale , mentre gli
altri riferiti alla dimensione giuridica

 POSITIVI /NEGATIVI  è una distinzione che si fa risalire a Tomasius , giusnaturalista diritto


non è fatto solo di prescrizioni da sogg. Investiti di potere ma c’è anche il dir. Naturale che
vengono prima sono punti di riferimento per il dir. Positivo , però lui era un giusnaturalista
razionalista , un‘inclinazione diversa hanno puntato alla natura umana non che il dir. Naturale
viene da dio ma che viene dalla natura ecc.. ( suo testo , non esame solo se vuoi )

- Imperativi positivi ---- comandi di fare , di agire


- Imperativi negativi ---- prescrizione di astenersi dal fare , cioè i divieti , astenersi da atti che
possano ledere gli altri

Bobbio dice che se è una distinzione che si ritiene utile per individuare caratter. Specifiche ci vuole poco
per capire che falliscono questo tentativo , perché noi dal diritto ci aspettiamo regole che facilitano anche la
nostra coooperazione , ci aspettiamo anche prescrizioni che siano un fare qualcosa e non solo non fare
qualcosa---------- ma tomasius pensava all’ambito della morale come un ambito volto al miglioramente
morale delle persone cioè persone migliori disposte a fare qualcosa per gli altri , mentre al diritto dobbiamo
chiedere che vengano garantiti gli ambiti di libertà di soggetti , cioè che non ci siano interferenze

La soc. civile si sia caratterizzata come condizione alla quale si è pervenuti abbandonando lo stato di natura
(giusnaturalista) , lo stato di natura era una condizione in cui non ci sono regole , condizione di libertà
assoluta , poi le persone si costituiscono in una soc. civile e quindi danno un po’ della loro libertà allo stato
per poter restare in società in pace perciò tomasius dice che lo stato deve mettere regole che limitano la
libertà , ma dovevano essere dei limiti meno pesanti possibili. Un diritto leggero

r
Riportandoci ad oggi si fa poca fatica a capire che il diritto ci chiede sia da astenersi da atti che ledono gli
altri ma anche ci comanda anche di fare e non solo di non fare-------------- non utile al fine di differenziare
quindi.

 AUTONOMI / ETERONOMI  Kant aveva una idea, si tratta di una distinzione fondata sul
rapporto tra soggetto che pone la norma e il soggetto che ne è destinatario

- Imperativi autonomi --- sarebbero imperativi nei quali si realizza una coincidenza tra il soggetto
emittente e il soggetto da cui la regole è diretta ( Kant aveva una concezione della morale , che
riteneva che la legge morale fosse scritta in ogni essere umano , agire in conformità di questa
legge morale che è già scritta in noi)
- Imperativi eteronomi --- Kant dice che la la norma giuridica la impone qualcuno , non viene da
noi stessi , ma viene dall’alto ci viene imposta .

Funziona la distinzione di autonomia/eteronomi? Bobbio dice NO , perché :

MORALE-------------------------ci sono morali che non funzionano come dice Kant , ci sono morali eteronome ,
le morali eteromene sono tipo quelle religiose , perché prospettano gli imperativi morali dall’esterno ,
perché devo fare così? Perché viene da dio , quindi non tutte le morali sono autonome

DIRITTO------------------------- diritto invece , se è vero che il dir. Ha regole che vengono dall’alto , ma
l’autonomia nello sviluppo del diritto ha acquisito sempre più rilevanza , infatti c’è un grande ambito del
diritto : diritto dei privati è un ambito dell’autonomia privata sono le persone che si mettono le regole da
soli

DIRITTO-------------------------c’è un intero modello di org. Giuridica che fa propria l’idea della coincidenza tra
coloro che pongono le norme e coloro che a loro sono assoggettate le norme ( art. 1 cost. rep democ.
Fondata sul lavoro , la sovranità appartiene al popolo ! autonomia del modello democratico , il modello in
cui idealmente si mira a realizzare la coincidenza tra chi ha la sovranità e colui che è destinatario delle
regole.

 CATEGORICI / IPOTETICI  Kant

- Imperativi categorici---- categorico è un espressione che usiamo vuol dire che non sembri
lasciare spazio a nessuna eccezione rispetto a quella cosa , o è così o è così , mentre Kant cosa
intendeva? Comportamento da ritenere buono in se stesso e in quanto tale meritevole di
essere posto in atto senza eccezioni o condizioni ------------ prescrizione che non ammette
eccezioni o condizioni , posizione rigoristica , deontologismo ( ciò che è dovuto) ci sono azioni
che vanno tenute perché prescritte e senza che ci possono essere eccezioni

In questa prospettiva , tu devi fare ciò che è dovuto non ti devi nemmeno far carico delle
conseguenze , un imperativo categorico è quello che impone di NON MENTIRE , non bisogna
mentire mai a prescindere dalle circostanze , ed è critica perché allora non bisogna mentire
nemmeno quando ss bussavano alle porte delle cose se lì c’erano ebrei? Se la regola è così
allora dovevano dire di si e li uccidevano ecc..

r
- Imperativi ipotetici ---- secondo Kant era un comportamento che non è buono in se stesso ma
che va considerato buono ( tale da dove essere tenuto) in relazione ad un certo fine , quindi
abbiamo una idea che il diritto prescrive qualcosa tipo : “se vuoi … allora DEVI “ è qualcosa di
ipotetico e condizionale
Bisogna distinguere se il fine che si vuole raggiungere è un fine solo possibile affidato alla scelta
di chi deve agire o se è un fine reale cioè un fine che in realtà non è assoggettato alla scelta

Se vuoi imparare una lingua straniera DEVI esercitarti nell’uso parlato e scritto _

Con questa distinzione entra una idea destinata a radicarsi molto e a essere riprodotta in
diverse elaborazione cioè che nel diritto , ci sia questa connotazione di prescrizioni che non
hanno la finalità di rendere virtuosi gli uomini , ma hanno altre finalità cioè di chiedere quelle
cose che servono perché i soggetti possano vivere nella maniera migliore ma entrare sempre
meno nella sfera personale e mette strumenti per raggiungere obiettivi
--------------------------------------------------------------- NORME IPOTETICHE O TECNICHE :
 Visione strumentale del diritto _ il diritto è un grande strumento con certe caratteristiche che
vanno comprese e che va visto in questa ottica di perseguimento di fini , il dir. Sia fatto da
norme finali cioè regole che servono per raggiungere fini .
tante regole del diritto privato testamento olografo se vediamo le regole che lo disciplinano
abbiamo un idea di cosa sia la regola finale – è una azione buona di per se ? no può essere
consigliata in certe situazioni , il soggetto può far si che non si creino situazioni problematiche ,
o obiettivi importanti tipo beneficienza ecc…
 Quindi il diritto è un mezzo adeguato rispetto ai fini considerati meritevoli di tutela

SVILUPPO DI IDEE , BASTA . ORA ABBIAMO UN ALTRO SCENARIO : RIFLESSIONE TEORICA GIURIDICA
CONTEMPORANEA ( 1900- fino ad oggi ) Kelsen ------ elaborazioni che hanno avuto un ruolo chiave nel
portarci ad una fissazione di punti in tema di norma , ordinamento , ecc..

r
KELSEN , le tesi sostenute da lui erano criticate , ma è uno studioso e giurista quindi tutte le teorie dopo
che anche se erano contrarie si paragonavano si confrontavano con Kelsen

__________ la più importante caratterizzazione della norma giuridica nella prospettiva della ricerca di un
modello unitario e della visione strumentale del diritto

Kelsen : Il superamento dell’imperativismo

 Preoccupazione di non trasferire caratteristiche della morale nel mondo del diritto
 Comando : manifestazione di volontà di colui che detiene il potere di colui che detiene il
potere . difficile , mella strutturazione socio-politica moderna , attribuire ad un soggetto
specifico una volontà reale in senso psicologico a cui riferire in modo certo i contenuti delle
norme
Noi usiamo sovrano anche metafora del legislatore ,

25-03-2021

Kelsen ci propone un altro tentatitivo di individuare delle caratteristiche di norma giuridica rispetto a quella
generale , si è messo anche lui in una direzioni riduzionistica , kelsen aveva però superato il riferimento alla
prospettiva imperativistica cioè la norma come comando

La norma giuridica secondo Kelsen : cap. 1 e 3

Cap 1.--------------------------------------- Specificato l’obiettivo della sua elaborazione teorica quella che chiama
dottrina pura del diritto , perché kelsen dice che è pura ? nelle prime righe p 147 , dice che la dottrina pura
del diritto è una teoria del diritto positivo , idenità giuspositivista di Kelsen , quello che pensa di dire è una
teoria del diritto , non prende in considerazione che si possa parlare di diritto con qualcosa di diverso , cioè
qualcosa che non sia il prodotto di produzioni ecc.. non prende in cosiderazione è che si possa parlare di
diritto naturale , chiara idenità di GIUSPOSITIVISTA-------------- la sua teoria è riferibile a qualunque possibile
ordinamento giuridico e però cosa vuol dire pura ? l’obiettio che propone è quello di puntare alla
cnoscenza del diritto come è non del diritto come deve essere , ma del diritto purificato da tutte le
confusioni che si sono presentate nella caratterizzazione del diritto in vari orientamenti ----- Cioè puntare la
diversificazione su due cose : 1) demarcazione del diritto rispetto alla natura ( comportamenti sociali) 2)
diritto rispetto alla morale

Il diritto come norma sia da considerare fenomeno sociale , si vanno a guardare i comportamenti tenuti con
regolarità , si sono ripeutamente prospettati tentativi di ricondurre il diritto a questa dimensione di questi
concreti comportamenti , però il problema era se ai fini della comprensione della norma giuridica rispetto
alle altre se era sufficiente il riferimento ai comportamenti e già avevamo visto NO , occorre qualcosa in più

Kelsen fa un percorso simile “atto nat. Atto e signif..” lui dice che il diritto è senz altro un fenomeno sociale
cioè fatto dai comportamenti , però stiamo attenti che se si deve partire da questa dimensione
comportamentale di ciò che viene fatto concretamente , non ci si può fermare a quel punto dice , e ci dice
sembra che che il diritto , abbia una base solida in comportamenti , se si analizza qualsiasi fatto tipo
sentenza giuridica , si possono distinguere due elementi , uno è comport. Ripetuto , l’altro è il significato
che i comportamenti acquisiscono tali per cui si possa attribuire a questi fatti o atti una qualificazione
giuridica , ma come facciamo ? auto qualificazione è sufficiente ? NOOO non riesce a darci la valenza
giuridica o criterio di distinzione tra norme giuridiche e altre ----------- esempio organzz. Segreta diretta a
liberare la patria condanna a morte uno uomo da essa ritenuto traditore e che lei stessa ritiene una
sentenza --------- è un assassinio , non ha una qualificazione oggettiva ( Aldo Moro , brigate rosse

r
presentarono una condanna a morte in nome di progetti di liberazione ma non si trattava affatto di una
condanna a morte , oggettivamente era un assassinio , un omicidio

Allora da dove viene fuori ? dal fatto che c’è una norma giuridica che va intesa come : SCHEMA
QUALIFICATIVO DI COMPORTAMENTI , ciò che trasforma un fatto in atto giuridico è non già la sua realtà
( cioè comport. Concreto) ma è il senso oggettivo che è unito a questo atto , ma il senso oggettivo viene
fuori dal fatto che ci sia una norma che funziona come schema o struttura di qualificazione dei
comportamenti.

La qualificazione di un fatto come sentenza e non come omicidio risulta da un processo del codice penale
non dal pensiero interiore di una persona

Parte dai comportamenti ma fa emergere via via questo schema di qualificazione oggettiva come
caratteristica della norma giuridica che le differenzia dalle altre.

CAP 3 --- caratterizzazione della norma giuridica , se abbiamo capito che possiamo considerare norma
giurd. Come schema qualificativo di comportamenti , ma uno schema qualificativo fatto come ? avente
quale struttura? E qui troviamo la risposta: kelsen ci dice che non è il comando la struttura della norma
giuridica ---- 2 paragrafo --------------------- il dover essere come trascen prende le distanze dl fatto che la
norma è categorica nel senso che la categoricità della norma morale , la norma giuridica non ce l’ha , la
norma giurdica proprio per non non confonderla con la morala va intesa come p 63 ------------------------------
----------------- kelsen ci dice non intendere la norma come imperativo comando , VA INTESA COME :

 Uno schema qualificativo che ha la struttura di un GIUDIZIO IPOTETICO : non va intesa come
iperativo ma come giudizio ipotetico ---------------------------- giudizio intendiamo formulazione
linguisticaa di tipo ipotetico cioè avente la forma “SE X ….. ALLORA Y “ ----- se domani piove
allora rimarrò a casa , è una costruzione in cui si ha il collegamento tra una proposizione
principale e una proposizione condizionale
--------------------------------------------------------------------------------------- è un giudizio che collega una
condizione a una conseguenza , giudizio ipotetico che esprime il rapporto specifico di un fatto
condizionante con conseguenza condizionata

 La norma va intesa con una strutta così , X = il fatto condizionante (illecito)

 La conseguenza condizionata Y= sanzione

 E tra i due c’è un collegamento , cioè l’IMPUTAZIONE ,

kelsen ci dice che la qualificazione dei comportamenti che la norma opera , non avviene dicendo è dovuto
X, ma avviene dicendo se qualcuno ruba (x) allora (collegamento=imputazione) sarà condannato a … (y)

il diritto visto dalla norma , non richiede direttamente il comportamento positivamente valutata non dice
non si deve rubare , ma attraverso le sue norme istituirebbe questo collegamento

r
kelsen si rende conto che rispetto a queste cose che sta dicendo , potrebbe ingenerare l’equivoc che la
norma ha una caratteristica di proposizione di tipo descrittivo e non prescrittivo perché lo shcema
condizionale , è uno schema può tornare utile anche nel caso delle leggi scientifiche SE PORTO LA TEMP
DELL’ACQUA A 100 GRADI ---- ALLORA L’ACQUA BOLLE -------------- ma kelsen dice che le norme che hanno
questa caratteristiche sono uguali alle proposizioni descrittive perché è vero che anche lì è così ma la
differenza è il collegamento tra la condizione e la conseguenza

 in quella scientifica , il collegamento è causalità è il collegamento tra fatti naturali (descrittivo)

qua per forza se l’acqua è a 100 gradi bolle

 nel diritto , il collegamento è di imputazione , cioè la connessione dipende dalla volontà umana
(prescrittivo)

qua non è per forza chese uno ruba gli danno una sanzione , ci sono tanti ladri a spasso

GIUDIZIO IPOTETICO IN KELSEN

 norma come particolare tecnica di motivazione del comportamento , la norma è uno strumento
per orientare il comportamento , di guida del comportamento , ma come avviene?
TECNICA DI MOTIVAZIONE DI TIPO INDIRETTO :

posto che X sia la condotta desiderata , il diritto mira ad ottenere questa condotta non dicendo
DEVI FARE X

ma dicendo se non fai X ( quindi illecito) allora sanzione

indiretto -------------------

 sanzionatorie – attribuire una posizione centrale a quelle che noi possiamo considerare una
importante categoria di norme , cioè le norme sanzionatorie , cioè quelle norme che
prevedono e disciplinano la messa in atto di sanzioni e disciplinano i presupposti

sono importanti , e kelsen le eleva a categoria di norma generale giuridica, infatti presenta le
norme sanzionatorie come norme che lui chiamerà primarie

NORME SANZIONATORIE :

- destinatari diretti  gli organi dello stato , gli operatori del diritto incaricati di applicare la
sanzione

- destinatari indiretti  tutti i cittadini

- norme primarie : vere e proprie norme giuridiche , che sono proprie del diritto , il giudizio
ipotetico siano norme primarie ( norme secondarie , sono quelle che non dispongono della
sanzione )

r
norme secondarie sono derivabili dalle corrispondenti norme primarie

 norma primaria : se uccidi sarai condannato ecc..


 norma secondaria : non uccidere !

NORMA SECONDARIO :

- 1 categoria : derivazione logiche di norme primarie


- 2 categoria : norme attributive di competenza ( norme della costituzione che disciplinano del
competenze degli organi di stato)
- 3 categoria : norme che disciplinano la produzione di altre regole ( del parlamento)
- 4 categoria : Norme che disciplinano l’att. Dei tribunali

P 74 NINO _ nino si confronta con il trattamento riservato da kelsen a tipologie di norme diverse da quelle
sanz. Cioè secondarie , se leggiamo codice civile , p 75 incontriamo norme che stabiliscono norme spiegano
come realizzare certe cose , tipo come fare un matrimonio , un testamento ecc.. non sanzioni
effettivamente questi enunciati NON SONO NORME COMPIUTE VERE E PROPRIE MA
SECONDARIE ,FRAMMENTI DI NORME , così formerebbero le premesse delle autentiche norme cioè
primarie

Kelsen spiega non sono norme complete ma possono essere considerate come premesse , delle condizioni
a cui poi sono imputate le sanzioni ,

esempio : norma completa sarebbe : SE SE SE SE tante condizioni se la maggioranza semlice ha apporvato


iun testo dicendo chi uccide uomo … se il senato lo accetta … se presidente promulga … se pubblicato ,,, se
qualcuno uccide … se pubblico ministero ha iniziato un processo contro di lui … se in tribunale ci sono
prove … se prove sono sufficienti ecc… se si verifica tutto questo deve essere condannato dal giudice
------------------------------------------------------------------------ PERCIò TUTTE QUELLE SONO DELLE PREMESSE per
poi arrivare alla norma vera cioè se uccidi vieni punito ------------ però per arrivare a questa ci sono norme
per esempio che disciplinano norme del funzionamento dei tribunali

SCHEMA DELLE NORME SECONDO KELSEN-----------------------------------------------------------------------------------

Ma kelsen dice che la norma è uno schema di qualificazione , come mai mette tanta enfasi sulla norma che
disciplina la sanzione cioè che quella sia quella vera e propria? Perché?

L’istituzionalizzazione della sanzione ossia l’assoggettamento del ricordo alla forza a regole che stabiliscono
CHI è autorizzato a farvi ricordo nonché COME , QUANDO E IN CHE MISURA si può fare ricorso come
elemento caratterizzante il passaggio dalla società PRE GIURIDICA alla società GIURIDIAMENTE
CONFIGURATA  ciò da quando si passa dal dente per dente , occhio per occhio ecc.. alle sanzioni

r
fino a quando in gruppi sociali , non si è profilata una ndividuazione precisa del chi può emttere in atto
azioni d risposta rispetto ad offese o lesione di beni , come , quando ecc… siamo al di fuori del diritto , il
momento dell’assoggettamento del ricorso a regole viene indiviato il momento individualizzante del
giuridico

LUI PENSA CHE LA SANZIONE QUINDI è LA CARATTERISTICA CHE DIFFERENZIA LA NORMA GIURIDICA DALLE
ALTRE GENERALI

CRITICA DI H.L.A. Hart a Kelsen

Riducendo le norme giuridiche considerate secondarie all’unico modello della norma primaria , kelsen
mantiene l’uniformità a tutti i costi pagando il prezzo di deformare il diritto----- cioè rappresentazione della
modalità del diritto in maniera deformata perché in realtà il diritto è diverso , a volte con la sanzione in altri
casi con norme che adempiono funzioni diverse e non sono secondarie , sono comunque importanti.
Superando una volta per tutte l’approccio riduzionistico

ORIENTAMENTO ANTI RIDUZIONISTICO

29-03-2021

ORIENTAMENTO ANTIRIDUZIONISMO DELLA TEORIA DEL DIRITTO CONTEMPORANEA

(riduzionismo _ intende trovare un unico modello di norma giuridica , tentativi collocati in tempi diversi, la
ricerca di un unico modello che porta Kelsen alla individuazione di un modello di norma giuridica , il giudizio
ipotetico ecc.. )

Gli studi successivi come si sono comportati? La prospettiva di Kelsen è stat oggetto di comparazioni
critiche tipo HART lo critica , dice che ridurre norme giuridiche a SECONDARIE O PRIMARIE mantiene
l’uniformità ( darci un modello unitario) , al prezzo però di deformare il diritto perché non idonea a darci
una rappresentazione adeguata della normazione dell’att. Giuridica e delle diverse funzioni e
manifestazioni del diritto , delle norme , lo sviluppo consiste in un CAMBIO DI PROSPETTIVA CIOÈ APPRODO
AD UN ORIENTAMENTO ANTIRIDUZIONISTICO !! cioè :

 “norma“  designa nel diritto una vasta gamma di prescrizioni non riconducibili ad un unico
modello , ma classificabili secondo criteri diversi
 Dalla ricerca di quei caratteri differenziali , al riconoscimento dell’articolazione della
prescrittività giuridica

Quando parliamo di norme ci riferiamo a prescrizioni (contenuto di significato prescrittivo) classificabili in


base :

- Al grado di forza obbligatoria o intensità prescrittiva

( i comandi o gli imperativi non è che non sono previsti . certo ma sono solo una sottocategoria
, sono prescrizioni dotate di un alto grado di forza obbligatoria a differenza di altre norme che si
caratterizzano per un minor grado di forza obbligatoria senza che questo le porta fuori dalle
prescrizioni TIPO RACCOMANDAZIONI che hanno spazio in diverso ambiti , nell’ambito del

r
diritto internazionale , le raccomandazioni sono norme giuridiche con un diverso grado di forza
obbligatoria rispetto ai comandi )

- Al carattere individuale o generale del contenuto e del destinatario

Prima intendevano Norma giuridica si doveva intendere prescrizioni aventi il carattere della
generalità e dell’astrattezza , allora ne scaturiva che il riferimento alle leggi che sono generali e
astratte , la legge non è generale e astratto perché i giudici fanno sentenze ma in concreto e
individuale, anche la sentenze sono norma giuridica

- Alla struttura logico /funzionale : norme comportamento ( comandi , divieti , permessi)


Vs norme di competenza o attributive di potere , norme costitutive , principi generali

Hanno diverse funzioni , una ha la funzione di orientare il comportamento , l’altra di attribuire


dei poteri agli organi dello stato

Riflessione su :

 Norme permissive  in ogni sistema, si presentano come norme che né comandano né


proibiscono ma qualificano un comportamento come permesso , dove non c’è il DOVERE C’è IL
TU PUOI NON TU DEVI , quindi nelle norme c’è anche il tu puoi allora puoi continuare a dire che
il ling giuridico è prescrittivo ? perché qua non c’è nessun prescrittivo :

distinzione tra:
- permessi in senso debole ---- > ci sono situazioni di permissività che derivano dal fatto che
mancano norme , non c’è una norma che prevede quel comportamento come proibito , e allora

esempio : è lecito passeggiare liberamente in un giardino , il permesso in senso debole , è la


situa permissiva dovuta al fatto che un comportamento non è qualificato come vietato

- Permessi in senso forte -------- > esempio : entrare senza pagare il biglietto in un posto dove
l’ingresso è libero , qua il permesso è dettato da una norma che espressamente dichiara ,
qualifica quel comportamento come permesso.

Bobbio dice che le norme permissive ( in senso forte ) , non sarebbero norme indipendenti bensì sarebbero
norme che qualifica come sussidiarie , nel senso che la loro funzione è quella di annullar o limitare una
norma imperativa antecedente , una norma permissiva è necessaria quando si tratta di abrogare o derogare
una norma precedente

Es. norma permissiva abrogante : le persone che hanno cambiato il loro cognome , possono riottenere il
cognome che avevano prima , c’è una situazione , viene introdotto una deroga per poterne istaurare
un'altra ---- le norme permissive sono collegate a norme che dicono qualcosa rispetto alle queli istaurono
una restrinzione o una abrograzione -------------- la permissività è o semplicemente l’altra faccia dell’obbligo
di comportamento , o è una norma di chiusura ( è permesso tutto ciò che non è vietato , sarebbe la prima
situazione ) NON AUTONOMIA per il permesso in senso debole , mentre in senso forte ( boschi c’è riserva

r
di caccia dal al , è permesso cacciare , ed è un permesso espresso ma questa introduce una deroga rispetto
al divieto di caccia indiscriminata)

Allora la tesi qui sostenuta : è vero che la presenza di permessi , mette in discussione la valenza
generalemnte prescrittiva ? la risposta è che questa tesi pu essere smentita , perché proprio se si accetta la
tesi di Bobbio , che le norme permissive possono essere ricostruite in termini di deroghe a norme che
impongono doveri e quindi prescrittive quindi nella caratter. Il ling è proposto da enunciati ma non
direttamente prescrittivi , qui vuol dire non direttamente prescrittivi ( NORME PERMISSIVE ESEMPIO DI
NORME NON DIRETTAMENTE PRESCRITTIVE , MA DEROGA NORME PRESCRITTIVE DIRETTE
----------------------------------------- VAI INDIETRO E SCRIVI COSA VUOL DIRE NON DIRETTAMENTE , AVEVI
SCRITTO MA Sbagliato) leggere pagine

 Norme costitutive 

PRIMA ACCEZIONE ______________ costituiscono delle situazioni : funzione


performativa/operativa del linguaggio = Austin scrive come fare cose con parole e si è
occupato usi di linguaggio performativo dove solo la pronuncia di certi linguaggi crea qualcosa ,
una condizione , un o status ecc.. che prima non c’era , questa funzione performativa

esempio : è abrogata la norma X , in questo caso toglie la norma dai criteri di riferimento che
saranno adottati nelle decisioni , nelle sentenze , ecc…

Due norme importanti , le due norme iniziali del codice civile : capacità giuridica e capacità
d’agire , queste due disposizioni , si è sottolineata la valenza costitutiva , potenzialità di essere
intese come norme costitutive , perché qua abbiamo una norma in forza della quale si
producono stesse conseguenze per il solo fatto che la norma esiste ( uno che compie 18 anni ,
gli viene attribuita la capacità d’agire solo perché esiste la norma nel codice civile e comporta
molte conseguenze )

SECONDA ACCEZIONE __________ contrapponendo le regole costitutive alle regole regolanti ,

- Regole costitutive --- creano o definiscono comportamenti che non esiste al di fuori della regola

Gioco degli scacchi , regole degli scacchi non si limitano il modo di giocare ma definiscono in
certi modi i comportamenti la cui esistenza dipende solo dall’esistenza di regole ( cavallo si
deve muovere in quel determinato modo ecc…

- Regole regolanti --- regole che regolano forme di comportamento già esistenti
indiepentemente dalle regole

Camminare sul prato esiste a prescindere dalla regola o no ,

La questione che si pone : ma le regole costitutive , sia nella prima sia nella seconda di
costitutività sono veramente regole che fanno qualcosa di diverso dal prescrive

r
comportamenti? Ancora una vola l’idea che la prescrittività forse non vada bene in questi casi ,
ci sono norme che non si sa se sono prescrittive o no , anche le norme costituive , possono
essere interpretate come norme indirettamente formulate , pensiamo alle norme abrogative ,
le norme abrogative si dice sono norme che realizzano l’effetto che nominano , ma se questo è
vero è anche vero che una norma costitutiva può essere intesa come norme a cui si collega
indirettamente la prescrizione al destinatario delle norme , ( giudice , cittadino) prescrizione di
non tenere più quella norma come riferimento nella qualificazione dei comportamenti

PRIMA ACCEZIONE : ABROGA UNA NORMA : quindi prescrivono al giudice di non usarla nei
suoi giudizi, PERCIò ANCHE QUESTA è INDIRETTAMENTE PRESCRITTIVA ( VAI A SCRIVERLO
INDIETRO)

SECONDA ACCEZIONE : Le norme che disciplinano fatti , fanno venire ad esistenza


comportamenti non configurabili se non dalle nozze stesse ( matrimonio , okk che è un istituto
giuridico ma è un momento che è difficile dire se non ci fossero le regole non ci sarebbe il
matrimonio infatti ci sono le unioni di fatto

Offesa tipo omicidio , è un comportamento che ottiene la qualificazione di omicidio a seguito


della norma che opera come schema dei comportamenti , quel comportamento se tenuto in
quel modo è omicidio ,ma se è in una situazione di legittima difesa ,non è omicidio anche se il
comportamento è lo stesso ------------- anche i comportamenti tipo uccidere quando disciplinati
da norme , tutte le norme hanno una intrinseca costitutività

 Principi generali 
- I primi 12 articoli della costituzione, sono principi fondamentali
- orient. Giurnaturalismo veniva fuori l’idea che oltre alle norme frutto del potere umano ci sia
anche altro e il giusn. Dice siii e loro dicono che è il diritto naturale cioè veniva fuori principi del
diritto naturale
- Bobbio da un altro contributo ( no tra i materiali . sono leggere ) porta l’attenzione su un altro
contesto in cui compare i principi che è quello, dove si è sviluppato un dibattito cioè art 12 delle
disposizione della legge in generale , nel secondo capoverso , se uno controversia non può
essere decisa con precisa legge , si farà l’analogia e il caso rimane ancora dubbio si decide
secondo i PRINCIPI GENERALI DELL’ORDINAMENTO GIURIDICO DELLO STATO.

Si parla spesso di principi , che problema c’è? I principi sono norme o no? Sono norme secondo
la nostra definizione cioè enunciati di significato prescrittivo ? oppure altro ?
si è posta questa alternativa perché di fondo ci sono le due impostazioni nell’accostare il
diritto e di ciò che c’è dentro ( giuspositivistica e giusnaturalistica)

- Giuspositivista si afferma ------ che quando si parla di diritto si deve parlare di prodotti
prescrittivi , atti che sono il risultato dell’esercizio di soggetti investiti di autorità e competenza,
per loro diritto è solo questo , è stata fatta propria da molti giuristi e ha portato Crisafulli , il
quale si è occupato del tema , e ha proposto la tesi che i principi generali del diritto , debbano
essere considerati una specie del genere di norma , non qualcosa di uguale ma una sotto
categoria , con quali caratteristiche ? norme dotate di generalità, astrazione ai quali si perviene
attraverso procedimenti impliciti nel caso dei principi che hanno avuto sviluppo sul piano
dottrinale ( non i principi della cost quelli sono espliciti ) , e sono anche suscettibili anche di
diretta applicazione da parte dei giudici e degli altri organi dello stato E QUINDI VENIVA DATO

r
AI PRINCIPI UN CARATTERE PROGRAMMATICO NON PRESCRITTIVO ( no vincoli forti e non
direttamente applicabili)

- Giusnaturalista ---- insiste sul dualismo , Kelsen dice teoria dualistica cioè rispetto al modo di
trattare il diritto perché ammette che il diritto sono norme prescrittive ecc.. ma poi diritto è
anche il diritto naturale che è costituito da principi , valori che di solito si qualificano come
morali che devono entrare nel diritto e diventano giuridici ( del vecchio sosteneva questo ,
prima ancora della costituzione )

- Posizione più recente e si deve a Scarpelli , sono da vedere come generatori di norme , non
però già esse norme in se , torna l’idea di una eterogeneità tra principi e norme , non sono
uguali alle norme , si usano quando sono i giudici che devono decidere , Scarpelli la considera
con interesse notando che certamente nel diritto , e in diversi contesti , esistono nel diritto
questi elementi che sembrano diversificarsi perché non indicano comportamenti in senso
stretto , ma sembrano prevede impegni a orientare verso una certa modalità di strutturazione
della società stessa , facendo valere certe linee di azioni , arrivando a propugnare prescrizioni
precise ecc.. e scarpelli dice principi vengono considerati così, i principi pur nella linea che sono
più criteri generatori di norme che norme in senso stretto vanno intesti prodotto comunque
della storia , della società ecc.. I PRINCIPI ENTRANO A FAR PARTE DEL DIRITTO , DIVENTANO
GIURIDICI QUANDO VENGONO A FAR PARTE DEL COMPLESSO DEL DIRITTO IN CHE MODO?
ATTRAVERSO DELIBERAZIONI DI ORGANI COMPETENTI : espliciti ( principi costituzione)
impliciti (riconoscimenti consolidati dalla dottrina) non sono prodotti blindati che rimangono
sempre lì ma come prodotto cioè costruito in modi diversi ( opposto al giusnaturalismo che
dicono che sono fermi la )

Non ci sono solo queste distinzioni ma anche molte altre , ma non abbiamo più modelli unici , il giuridico
assume il connotato di prescrittività che si esprime attraverso diverse modalità

Questa nuova prospettiva ha avuto un esponente di rilievo HART , bobbio ne parla nel suo saggio , bobbio
ci propone un repertorio di norme giuridiche , infatti parla di tipi di norme e ne caratterizza diversi , NINO
NE PARLA , LE PAGINE CHE RIMANDA SONO DI NINO che parla di HART

Capitolo su norma giuridica di NINO , p 76 punto 4 : alcune critica alla concezione di Kelsen sulle norme
giuridiche e qui si occupa di HART , bisogna leggerlo

Arrivare alla proposta di una tipicizzazione , tipologia organizattiva del normativo giuridico in un ottica non
riduzioistica nella quale ritroviamo una distinzione tra norma primaria e secondari e, ma come criticava
kelsen ma qua è diverso :

Nuovo uso della distinzione :

- Norme primarie : norme , di cui i destinatari sono tutti gli individui , che prescrivono di
realizzare certi atti ( norme di comportamento) ----------- non è più giudizio ipotetico ma

r
significa norme che i destinatari diretti sono tutti gli individui , quindi norme che prescrivono di
seguire certi comportamenti

- Norme secondarie : norme che non disciplinano direttamente il comportamento degli individui
, ma che riguardano l’accertamento , la produzione e l’applicazione di altre norme ( norme di
competenza)--------------------------------------------- ci troviamo quelle norme che kelsen
considerava secondarie ma nel suo modo , tutte sono funzionali , a far venire ad esistenza altre
tipi di norme , non sono frammenti di norme o norme autonome , sono semplicemente
secondarie in quanto assolvono a funzioni diverse dalle primarie

 p 79-80 troviamo 3 sottocategorie delle norme secondarie di HART :

- regole di mutamento ( attrib. Di competenze) tipo disciplinano poteri degli organi e che
faranno altre norme primarie , e Bobbio dice , no perché solo primarie , anche altre norme
possono modificare

- regole di giudizio : regole che disciplinano il funzionamento dei tribunali

- regole di riconoscimento : come si identifichi una norma giuridica da una norma che giuridica
non è , nella prospettiva riduzionistica , si diceva che c’erano caratteristiche e c’erano quei
tentativi e che non andavano a buon fine , in questa propsettiva è un tentativo da lasciare da
parte quello di cercare un unico modello , ma si dirà un'altra cosa , questo comporta che il
cirterio per l’identificazione di quale sia una norma giuridica

DA DIRITTO COME COMPLESSO DI NORME CHE SI CARATTERIZZANO PER UN PARTICOLARE CONTENUTO

DIRITTO COME SISTEMA COMPOSTO DA NORME CHE SI POSSONO QUALIFICARE COME GIURIDICHE IN
FORZA DELLA LORO APPARTENENZA AL SISTEMA STESSO – allora il problema è sulla base id quali criteri noi
potremo dire che la norma appartiene al sistema ? ed è in questo contesto che si presenta un criterio
identificativo ultimo , o di criteri che ci consentano di identificare quando ci troviamo in presenza di una
norma giuridica , HART CI DICE CHE CI SONO NORME , CHE SI RIFERISCONO AD ALTRE NORME , NEL SENSO
DI NORME CHE INDIVIDUANO DA DOVE SCATURISCE LA GIURDICITà , HART PARLA DI NORMA DI
RICONOSCIMENTO PER RIFERIRSI A DEI CRITERI CHE ASSOLVONO IN QUESTA ESIGENZA --------- CI
RITORNIAMO !!!!

Es. Pensiamo alle norme sulle fonti , tipo le preleggi , sono norme che individuano i contesti di produzione
normativa

----------------------------------------- Superamento col riduzionismo , ma anche con questa idea che una
norma n on sia giuridica in forza di sue caratteristiche cioè che una norma nasca già giuridica , allora tutto il
peso si sposta sull’ordinamento perché una norma può essere considerata giuridica solo se fa parte di un
ordinamento QUINDI DALLA NORMA ALL’ORDINAMENTO ! ------------------------------------------------------------

r
31.03.2021

IL DIRITTO COME ORDINAMENTO


P 80 NINO _ dopo aver introdotto Hart e il ripensamento della norma , dice queste cose già dette la
prospettiva di Hart anti riduzionistica consente di notare che contrariamente a Kelsen non è possibile
distinguere una norma giuridica dalle altre norme per il suo contenuto o struttura , ma ciò che consente di
qualificarle come giuridiche è l’appartenenza a un sistema giuridico e quindi definiremo norma giuridica
una norma che appartiene al sistema giuridico ( non è che il sistema è giuridico perché è formato da
norme già di per se giuridiche , ma il contrario) QUESTO IMPONE DI DARE IMPORTANZA AL CONCETTO DI
ORDINAMENTO GIURIDICO.

Noi non lo affronteremo come prioritario NINO , ma perché il nostro riferimento sarà Kelsen stesso , e
perché se è vero che Kelsen ha incluso nella sua teoria una molteplicità di temi dalla norma ad altro , il
maggior contributo è quello nell’elaborazione del primo MODELLO DI DIRITTO COME ORDINAMENTO,
perché alla fine tutti hanno fatto un paragone con le sue teoria , sia per criticarle che per accoglierle.

DEFINIZIONE DI : ORDINAMENTO NORMATIVO / SISTEMA ( non c’è scritto giuridico , qui noi ci
misureremo con la nozione di ordinamento in generale , vedremo che abbiamo un ordinamento generale
rispetto al quale ci sarà poi ritagliate due specie di ordinamenti normativi ecc..)

Elementi che ci possono far parlare di ordinamento :

 pluralità di norme  5 capitolo paragrafo 27 Kelsen = l’ordinamento come una pluralità di


norme , c’è un ordinamento quando ci sono un insieme di norme ( tante non quante o che
caratteristiche )

 norma fondamentale  per essere in presenza di un tutto unitario , occorre di un elemento


che unifica tutte queste norme , altrimenti non è un ordinamento se ci sono tante norme ma
non c’è niente che le riconduce tutte ad un nucleo ( grund norm – norma fondamentale in
tedesco)

che cosa è questa norma fondamentale ? è un principio su cui si fonda l’unità di una pluralità di
norme e da cui dipende la validità * delle norme , è l’elemento iniziale ciò da cui tutto inizia.

** Validità- appartenenza alla norma grazie al quale quella norma può essere riconosciuta nel
caso dell’ordin. Giuridico come norma giuridica , cioè quando appartenente al sistema sarà
giuridica e quindi valida

r
ORDINAMENTO NORMATIVO - se ne possono distinguere due tipi in relazione ( le due specie) :

- alla specie della norma fondamentale : ORDINAMENTI NORMATIVI STATICI* – MATERIALI *

** materiale = sinonimo di contenutistico cioè è un tipo di ordinamento in cui ciò che rileva è
la dimensione del contenuto , abbiamo visto la norma fond. Ha dei contenuti precisi e le
prescrizioni hanno dei contenuti ricavati dal contenuto della norma fond.

** statici = siccome le prescrizioni vengono ricavate le prescrizioni dal contenuto della norma
fondamentale , queste prescrizioni non sono suscettibili di cambiamento , se non muta la
norma fondamentale

( cioè secondo il superiore principio della norma fondamentale )


le norme sono valide ( cioè il comportamento che esse richiedono che sia dovuto) in forza del
loro contenuto perché il loro contenuto ha una qualità evidente che gli attribuisce validità, e
ottengono questa qualifica in quanto riferibili a una norma fondamentale dalla quale si può
desumere le norme dell’ordinamento , le norme della morale appartengono a questa SPECIE

la prima specie è rappresentata da un ordinamento che è quello delle MORALI , siamo


nell’ambito della morale e non nell’ambito del diritto , e Kelsen ci ha detto che abbiamo tante
diverse prescrizioni , e queste sono riconducibili ad una MORALE se queste norme possono
essere ricavate nel loro contenuto dal contenuto della norma fondamentale , quindi nei sistemi
morali la norma fondamentale è una norma e le singole prescrizioni si ricaverebbero da un
operazione logica deduttiva dal contenuto della norma fondamentale

PRINCIPI FONDAMENTALI ( norma fond.) dentro una sfera e poi tirare tante linee e in ognuna
metteremmo delle prescrizioni ( ma il loro contenuto lo traggono dal contenuto della norma
fond.)

Esempio : le norme ( TU NON DEVI MENTIRE , DEVI MANTENERE LA PROMESSA ec.. sono
prescrizioni singole ) lui dice sono dedotte dalla norma fondamentale della VERIDICITÀ un
principio morale fondamentale che dice dobbiamo improntare la nostra vita alla regola
fondamentale della veridicità --------------- se intendiamo questo , da quello con un operazione
logica si possono dedurre quelle prescrizioni

Dibattiti dei ruoli a chi spetta quando si tratta della nostra salute ( principio di beneficienza che
diceva quando siamo malati non spetta a noi compiere scelte e nemmeno dobbiamo essere
informati i medici decidono per noi PATERNALISTICO) poi si è fatta strada un'altra prospettiva ,
c’è un altro principio fondamentale , quando c’è la nostra salute non possiamo essere esclusi
Contrapposizione tra due norme fondamentali , in un dibattito alla fine p venuto fuori che la
difficoltà di tenere ferma l’idea di beneficienza e di escludere il paziente dalla scelte ha
incominciato a riconoscere che condizione per realizzare la stessa beneficienza sia l’info sia il
coinvolgimento ……..

r
- rapporto esistente tra le singole norme e la norma fondamentale : ORDINAMENTI
NORMATIVI DINAMICI – FORMALI

** DINAMICO = aperto all’acquisizione di nuovi contenuti ( nuove norme che entreranno a far parte
dell’ordinamento) ( prima erano trasformabili le norme solo se si modificava la norma fondamentale , ora
no)

** FORMALE = ( procedurale) rilevanza del modo di produzione per la validità delle norme ;

 ordinamenti in cui le norme sono valide in forza del modo di produzione:


( norme giuridiche sono diverse , ogni contenuto può essere diritto , e non c’è nessun
comportamento umano che come tale in forza del suo contenuto non possa diventare
contenuto di una norma giuridica , kelsen dice che è rilevnte ai fini della validità giuridica non è
il contenuto perché una norma può prescrivere come dovuto qualsiasi cosa potenzialmente )
kelsen ci ice una norma vale come giuridica sempre perché si è presentata in un modo specifico
cioè stata prodotta secondo una regola in un modo specifico : L’ELEMENTO RILEVANTE PER
CAPIRE CHE TIPO DI COLLEGAMENTO C’è TRA I SINGOLI ELEMENTI E LA NORMA FONAMENTALE
è RAPPRESENTATO DALLA MODALITà DI PRODUZIONE ------------------------------------ una norma
non è giuridica perché ha dei contenuti , ma in forza del fatto che è stata prodotta in un
determinato modo .
la norma fondamentale è la regola fondamentale per la quale sono prodotte le norme
dell’ordinamento giuridico ------- è l’elemento al quale bisogna risalire per trovare l’indicazione
circa il modo in cui devono essere prodotte le norme ( che diventano giuridiche perché
seguono quella norma fondamentale)

kelsen dice che in questi ordinam. Giuridici la norma fondamentale non è un insieme di principi
dove possono essere dedotte le norme del diritto ( come prima) ma qua la norma
fondamentale è il punto di inizio della produzione di norme giuridiche che diventano giuridiche
appunto perché prodotte seguendo le regole della norma fondamentale

 la norma fondamentale stabilisce il modo ( chi ha competenza a produrre le norme e


procedura per creare una norma ) in cui devono essere prodotte le singole norme di un
ordinamento giuridico

UNA NORMA GIURIDICA è VALIDA ( quindi appartiene all’ordinamento giuridico) QUANDO è


VALIDAMENTE PRODOTTA ( cioè da un soggetto competente secondo le procedure previste)

Atto di arresto è giuridicamente valido??


Se si chiede è giusto arrestare qualcuno , è un atto giuridico e appartiene all’ordin. Giuridico, e
si chiede se questo è un atto giuridico o no ( cioè se è sequestro di persona non è atto giuridico
ma se è un arresto perché quello ha fatto un reato è un atto giuridico) , bisogna chiedersi se
quell’atto è stato prodotto secondo le regole della norma fondamentale ( di grado superiore ,
ad esempio una sentenza di condanna e una legge che prevede l’arresto per quel reato , di un
grado superiore anche della sentenza ) ( competenza : giudice procedure: accertato il reato :
TUTTO QUESTO LO PREVEDE LA COSTITUZIONE ! ma la costituzione è una norma giuridica? E si
arriva all’ultimo anello è la norma fondamentale dove prevedere la riserva di legge e di
giurisdizione) e infine si arriva all’ultimo anello , cioè la norma fondamentale

r
Attenzione dedicate alle 3 nozioni , 3 cirteri di qualificazione delle norme ,oltre alla validità che
ci propone kelsen , ci possono essere altre due qualifiche :

1. validità = Kelsen dice che valida è la norma che soddisfi modalità precise ( competenza e
procedura)

2. giustizia = come qualifica delle norme , mette in campo una valutazione delle norme secondo
criteri morali , e questo a prescindere dal modo in cui si intendono i criteri morali perché
vedremo diverse concezioni della morale ( giusnaturalistico cioè concezione oggettivistico cioè
che i valori morali siano assoluti , qualcosa che c’è non si sceglie / ma anche in altri modi non
per forza così per forza ci devono essere ecc.. li vedremo poi ) ma chiunque si pronuncia sulla
giustizia o non nel formulare questa valutazione mette in campo valori anche se non sei
giusnaturalista ( io ritengo che questa norma è ingiusta che è diverso dire secondo me non è
valida , quindi la giustizia mette in campo valori )

3. efficacia = la valutazione di efficacia di una norma non ci porta a guardare in alto , cioè a
vedere se è fatta da chi poteva e con le regole ecc.. ma è una qualifica che ci fa guardare in
basso , è una qualifica che può essere data alle norme andando a guardare quei comportamenti
se si attengono alla norma o no ( alla fine la norma deve orientare i comportamenti , quindi se li
ha orientati è efficace sennò no)

Se persone la osservano / o se i giudici l’adottano nelle decisioni davvero

A seconda che si guardano questi 3 qualifiche , nascono delle diversi orientamenti :

POSITIVISMO GIURIDICO  è un orientamento secondo il quale una norma prodotta in conformità dei
criteri di formazione è VALIDA , INDIPENDEMENTE DALLA GIUSTIZIA O EFFICACIA.

GIUSNATURALISMO  secondo loro VALIDE SONO LE NORME conformi alla morale cioè QUELLE CHE
RICHIAMANO LA GIUSTIZIA ( UNA NORMA è VALIDA SE GIUSTA) perché per loro una norma valida è quella
fatta nel rispetto delle competenze , procedure + conformità alla morale

REALISMO GIURIDICO  VALIDE SONO LE NORME OSSERVATE DAI CITTADINI E /O ASSUNTE DAI GIUDICI
COME CRITERIO DI GIUDIZIO---------------------- è valida solo se efficacie.

r
------------------ riprendiamo il nostro percorso _____________________________________________

ORDINAMENTO GIURIDICO :

 CONTENUTO APERTO = in generale , nessun contenuto è escluso ( nel diritto possono entrare
norme con qualsiasi contenuto , non è così in tutti gli ordinamenti tipo il nostro poi vedremo)
 CAMPO TOTALE = non solo su certi settori ( non c’è ambito dell’operare umano che non possa
essere oggetto di regolazione giuridica) ( il diritto regola anche quando non c’è , tipo permessi
in senso stretto e forte), nel caso di atti di eutanasia non compatibili col diritto , il diritto si è
occupato lo stesso ma non qualificabili come permessi ma divieti perché potevano rientrare in
norme che già c’erano ma diverse non l’eutanasia non c’è una legge ad hoc , ma ci sono articoli
che vietano omicidio del consenziente o istigazione al suicidio
 CARATTERE COERCITIVO = rilevanza del momento sanzionatorio

Kelsen , ci da delle info sulla struttura dell’ordinamento giuridico

- CATENA DI PRODUZIONE DI NORME :


Norme che devono rispettare i criteri di produzione in forza dei quali entrano a far parte
dell’ordinamento giuridico

- PRODUZIONE COLLOCATA SU DIVERSI LIVELLI :


costruzione piramidale o costruzione a gradi , ogni norma detta IL CONTENUTO E LA
PROCEDURA PER PRODURRE LE LEGGI DEL LIVELLO INFERIORE

gradi normativi :

1. Norma fondamentale ( ultimo presupposto , non è una norma come le altre ,


cioè che non è a differenza delle altre una norma prodotta positiva)

Livelli di norme giuridiche :

2. costituzione ( primo livello di produzione normativa , scaturisce da atto di affermazione


violenta , nel nostro caso la nostra costituzione è un prodotto dell’assemblea costituente cioè
un organo competente), è il più alto grado del diritto positivo.

COSTITUZIONE IN SENSO MATERIALE

-----------------------Kelsen ci parla subito della costituzione in senso materiale , cioè si


riferisce al più alto livello di normazione positiva la cui funzione essenziale è la
regolazione delle competenze degli organi e dei procedimenti della produzione
giuridica nel livello inferiore e anche gli altri in un certo senso

r
-------------- costituzione può determinare il contenuto delle leggi futuro , e non è
infrequente il caso che le costituzioni facciano ciò in modo da prescrivere o escludere
certi contenuti ( e quindi la costituzione limita i contenuti delle norme di legge)

COSTITUZIONE IN SENSO FORMALE ----------------------- si deve intendere , sempre il più


alto livello positivo ma se ne può parlare nei casi in cui ci si trovi in presenza di
costituzioni che hanno quelle caratteristiche tali per cui si prevede che la legge
ordinaria non abbia forza di derogare alla costituzione ( costituzione rigida)
---------------- è garantita la distinzione tra i due livelli , perché se la legge può derogare
la costituzione tramite procedimenti ordinari la distinzione , viene meno.

Un altro modo per distinguere oggi…

COST IN SENSO MATERIALE OGGI-------- il momento attuativo o applicativo di quello


che è dentro alla costituzione con adesione nelle prassi.
COST. IN SENSO FORMALE OGGI --------- testo normativo , il documento con certe
caratteristiche proprie della costituzione

kelsen dice costituzione materiale della parola ( non formale ) , si riferisce al più alto grado di
diritto positivo la cui funzione è la regolazione degli organi e dei procedimenti generali della
produzione giuridica , nel livello inferiore

(la costituzione formale kelsen sarebbe , quindi costituzione formale è nel senso che si possa
distinguere il livello della costituzione con quello della legge , appunto perché nel momento in
cui una legge ordinaria modifica facilmente la legge non si riesce più a distinguere chi sta sopra
e chi giu
Cost. formale oggi --- perciò la costituzione formale , è il concetto che la costituzione è una cosa
che sta al di sopra della legge e basta però se poi nella realtà una legge può tranquillamente
modificare la costituzione non si ha una vera e propria distinzione tra costituzione e legge
ordinaria)

la costituzione oltre a regolare la produzione legislativa , può anche determinare il contenuto


delle leggi future , e succede che le costituzioni positive facciano ciò in modo da prescrivere o
escludere certi contenuti

r
Costituzione :
- fa regole per produrre leggi
- oppure determina il contenuto delle leggi ( es. enuncia diritto fondamentali e libertà che sono
dentro alle costituzioni moderne , e dove la troviamo questa cosa? Nella nostra nella prima
parte della costituzione / enuncia vincoli di carattere negativo : art. 3 principio di uguaglianza ,
questo articolo che tipo di limite contenutistico rispetto alle leggi pone al legislatore ? un limite
negativo nel senso che preclude al legislatore la produzione di leggi che violino la regola
dell’uguaglianza / dà prescrizioni positive cioè seconda parte art 3 , legislatore con leggi deve
eliminare gli ostacoli che impediscono l’uguaglianza

costituzione materiale kelsen = contenutistico e procedurale

costituzione materiale noi = il momento attuativo della costituzione , dove viene fatta una legge che
attua la costituzione

3. legislazione =

 norme generale prodotte durante il procedimento legislativo , che saranno


norme generali contenutistiche , sia norme generali di carattere procedurale
(regole per produrre regole per il livello sotto elevato )

 È opportuno distinguere tra legge, cioè norme generali ( direttamente dal


parlamento) , decreto ( atti del governo , autorizzati dal parlamento, atti aventi
forza di legge che sono il prodotto di organi , che acquistano il carattere di
norme generali )

È momento produttivo
Ma anche momento di applicazione – quando incontra i limiti sia formali che materiali della
costituzione , sta applicando sostanzialmente le regole della costituzione
STATO COSTITUZIONALE DI DIRITTO _ dove il principio di legalità è del potere legislativo che è
assoggettato alla costituzione

4. giurisdizione = un ulteriore livello di normazione al quale avviene la produzione di norme ,


non di carattere generale ma norme di carattere individuale e concreto ( sentenze ) e la
produzione di norme di questi livelli si radica nella regolazione di livello superiore che
determina

La norma generale collega a un fatto astratto una conseguenza astrattamente determinata , ma


questa necessita di essere individualizzata per raggiungere il proprio significato , e si deve
stabilire se in concreto esiste quel fatto, ed è necessario che per questo caso concreto sia
realizzato un atto concreto prescritto dalla norma generale ( se qualcuno ha ucciso , sarò

r
condannato ad X è una cosa astratta , per essere applicato si prevede che bisogn a individuare
nel concreto se il caso rientri nella norma generale ,

la norma individuale in cui consiste la sentenza ( individualizza la norma generale) , che


carattere ha ? Kelsen ci dice che questa funzione non ha per nulla un carattere dichiarativo ,
cioè che quando si arriva alla sentena non si fa una pura applicazione che meccanicamente
trova applicazione , la sentenza ha una valenza costitutiva cioè che PRODUCE DIRITTO , kelsen
dice la sua idea , che anche a questo livello non si ha solo pura applicazione , ma si produce
anche il diritto

atti amministrativi = come la giurisdizione ,anche l’amministrazione è la


concretizzazione di leggi ( qua amministrative) , in molti casi anche attraverso i
meccanismi di tipo amministrativo si perseguono fini dello stato ( kelsen parla alla
giustizia amministrativa , sempre ad un’attività giudiziale anche se ha caratteristiche
specifiche)

es. non c’è differenza dal fatto che i tribunali puniscono chi offende l’onore di un altro
privato ( tribunale penale / civile) e le autorità amministrative che puniscono chi va
troppo forte in macchina poi vanno al tribunale amministrativo

anche qui avremo norme generali ( leggi) che dicono un fatto astratto con conseguenze
astratte , ma che poi scaturità nel tribunale amministrativo ---------- si può stabilire una
distinzione TRA GIURISDIZIONE E AMMINISTRAZIONE MA QUESSTA DISTINZIONE HA
LUOGO SOLO QUANDO LO STATO è LUI STESSO CHE FA LE SCUOLE , OSPEDALI ECC… ed
è diversa dalla giurisdizione perché questa è usata per fini indiretti dallo stato
( amministrazione diretta è un attività radicata nelle previsioni normative di grado
superiore , le cui condizioni e presupposti sono decisi lì . esempio – funzioni in capo
all’amministrazione dello stato , è la tutela della salute pubblica perciò fa un ospedale
pubblico)

5. negozio giuridico / atti esecutivi ( autonomia negoziale dei privati , e gli atti esecutivi)

- Negozio giuridico : in certi campi del diritto privato , l’individuazione delle norme generali non
si effettua per mezzo di tribunali con le sentenze , non si realizza immediatamente la sentenza ,
richiede altro prima , nelle norme del diritto privato si intromette tra la legge che disciplina
certe materie ( materia di locazione ) e la sentenza ( eventuale norma individuale con cui un
conduttore viene condannato deve rilasciare un immobile non essendoci più il titolo , abbiamo
questa norma individuale ) MA TRA LA PRIMA E LA SECONDA SI METTE IN MEZZO ALTRO , IL
FATTO CHE DELEGATE DALLA LEGGE LE PARTI PONGONO DELLE NORME CONCRETE ,,
STIPULANDO UN CONTRATTO ( le parti si pongono regole tra di loro , e solo l’infrazione tra di
loro deve essere accertato da una sentenza)
I privati pongono norme tra di loro che vincolano loro quindi produzono diritto

ANCHE LA STIPULA DI UN CONTRATTO , VIENE PRESENTATA DA KELSEN COME UN ANELLO


DELLA PRODUZIONE NORMATIVA , CHE VEDE DIRETTAMENTE COINVOLTI I PRIVATI STESSI , I
QUALI NEL MOMENTO IN CUI SI METTONO REGOLE LO FANNO SECONDO LE MODALITà
PREVISTE DALLE NORME PRECEDENTI

r
- Atti esecutivi . è il momento in cui si danno le sanzioni e qui sembrerebbe , non esserci attività
normativa di produzione , ma lo dirà più avanti , anche qui persino gli organi incaricati
dell’esecuzione della condanna ( chi è incaricato dell’arresto di qualcuno) hanno degli
elementi , discrezionalità che consente anche lì di parlare di produzione del diritto
( partecipazione limitata alla produzione e non solo all’esecuzione del diritto)

Kelsen mette ‘accento sulla catena di produzione di norme su ogni livelli che è condizionato dal livello
superiore ma come fa venir fuori , un concetto sul quale poi si sofferma , paragrafo F- LA RELATIVITà DEL
CONTRASTO TRA PRODUZIONE E APPLICAZIONE DEL DIRITTO , kelsen ci dice l’esame della costruzione a
gadi evidenzia che il contrasto tra produzione e applicazione e esecuzione NON HA QUEL CARATTERE
ASSOLUTO CH LA DOTTRINA ATTRIBUISCE ( posizioni consolidate , in fasi precedenti nel contesto del diritto
negli ambiti di CIVIL LAW l’idea che c’era il momento produttivo tipico era dalla legge , il livello legislativo ,
mentre andando a guardare gli altri livelli c’era attività solo applicativa o esecutiva, cioè giurisd. Ammin, e
autonomia privata) KELSEN DICE NO ! NON C’è QUESTA RIGIDA CONTRAPPOSIZIONE TRA PRODUZIONE E
APPLICAZIONE DEL DIRITTO , OGNI LIVELLO PRODUCE IL DIRITTO , perciò lui dice che nella costruzione a
gradi , ogni livello opera come limite per le norme gerarchicamente sottoordinate sia sotto il profilo
formale che materiale ------------------- QUESTO COMPORTA CHE UNA NORMA è VALIDA SE :

- VALIDITà FORMALE (una norma è valida quando è stata prodotta da chi era competente e
secondo le procedure previste)
- VALIDITà MATERIALE (l’appartenenza delle norme al sistema dipende dal fatto che le norme
non siano in contrasto con alcuni principi posti ad un grado superiore)

QUA------- RIPARTI -------------------

Kelsen parla dell’ordinamento interno , lui ha avuto un’attenzione alla dimensione del diritto internazionale
, cioè che posizione ha il diritto internaz. Nella gerarchia --- Oltre al diritto nazionale ---- la corte ha
riconosciuto che in forza dell’articolo 11 della costituzione ,i trattati dell’UE sono immediatamente
vincolanti .

Kelsen dice la sua superiorità del dir. Internazionale rispetto agli ordinmenti nazionali e inviterà
a considerare il diri intern. Come quello che fornisce la direzione dei singoli stati, è come se
fosse un ordinamento sovrastante rispetto a tutti gli ordinamenti degli stati ,

PARAGRAFO H , conflitto tra norme di gradi diversi : la validità delle norme collocate a diversi livelli trova
fonamento nelle regole formali e materiali collocate a liv. Superiori , quindi se si verifica una produzione
normativa non nel rispetto delle regole formali o materiali di quelle collocate prime e allora fenomeno :
NORMA CONTRARIA ALLA NORMA cioè abbiano una norma contraria alla norma superiore , problema ad
es. legge incostituzionale , della sentenza contraria alla legge ecc..

se si verificano queste situazioni ? che qualifica si può dare ? VALIDA ( poi al massimo ecc..)

r
Se si verificano queste situe , entra in crisi l’unità dell’ordinamento ? si può ancora sostenere l’unità
dell’ordinamento ? NO

Risposta che innanzitutto una norma che ha seguito la strada della patologia ( male) non è una norma
immediatamente invalida , perché è entrata nell’ordinamento ormai , kelsen sostiene che anche in queste
ipotesi no si può ritenere che venga meno l’unità dell’ordinamento , OGNI NORMA DI GRADO SUPEIRORE
POSSA ESSERE INTESA COME NORMA DI CARATTERE ALTERNATIVO DELLA NORMA SUPERIORE CHE
REGOLA LA NORMA INFERIORE ( norma superiore ha due bracci di previsione , da una pate stabilisce
condizioni procedurali e contenuto che devono essere soddisfatte per produrre l’altro braccio
prevede che cosa succede che qullo non avvenga , cioè che ci sia produzione realizzata in difformità
( procedimento con cui si arriva alla dichiaraione di incolstituzioanlità della legge )

Cioè alla fine la costituzione ti dice criteri formali e contenuto ma ti dice anche cosa succede
quando la legge non rispetta questi criteri ( perciò ammette la legge incostituzionali , ma prevede il
procedimento attraverso il quale una norma che è stata prodotta in difformità laddova venga accertata ,
possa essere espulsa dall’ordinamento QUINDI SALVA L’UNITà DELL’ORDINAMENTO

15-04-2021

Chiusura del tema dell’argomento.

NORMA FONDAMENTALE ( Grundnorm )


 Kelsen introduce questo concetto per prendere le distanze dalla concezione che considera il
diritto come mera espressione di POTERE : potere del più forte , di chi ha prevalso sugli altri ,
manifestazione della volontà di chi comanda , in questo caso al vertice non c’è la norma
fondamentale che sta al di sopra dello stesso potere di creare diritto , ma c’è il POTERE DI CHI
STA AL VERTICE

 Perciò Kelsen introduce il concetto di norma fondamentale , che l’ultimo anello non è UN
POTERE MA LA NORMA FONDAMENTALE

Funzioni :
- Funzione di unità  consente di guardare il diritto come ad un tutto unitario
- Funzione di validità  serve a vedere la validità delle singole norme dell’ordinamento ( valide
quando rispettano criteri formali e materiali)
- Funzione conoscitiva  serve per poter conoscere l’ordinamento nella sua interezza ( la norma
fondamentale serve per COMPRENDERE , CONOSCERE il materiale giuridico positivo )

 La norma fondamentale , non è una norma posta come le altre , ma è una norma
PRESUPPOSTA, è un fondamento ipotetico , kelsen ci dice che questa norma non è fatta da
qualcuno che ha la competenza e deve rispettare criteri formali o materiali , perchè è
PRESUPPOSTA .
 È una norma METAPOSITIVA ( realizza norme positive , ma che allo stesso tempo la norma
fondamentale non è positiva)

r
 Contenuto della norma fondamentale = può risultare semplice in tempi di quiete giuridica , ma
si complicano nei casi in cui c’è una competizione tra soggetti che rivendicano la propria
legittimità alla produzione giuridica ------------- momenti storici travagliati : guerre , instabilità
politica ecc… dove ci sono VUOTI DI POTERE , RIVOLUZIONI , GUERRE CIVILI ecc… ( situazione
italiano dopo la 2 guerra mondiale ecc… ci sono occupazioni tedesche che fanno la repubblica
di Salò in italia quindi uno stato nello stato , poi partigiani ecc..)

Kelsen dice che il contenuto della norma fond. È chiaro nel caso in cui un ordinamento giuridico
non viene mutato per via legale ma sostituito con uno nuovo per una rivoluzione , in uno stato
monarchico , degli uomini tentano di mettersi al posto del governo gambiandolo in
repubblicano , se questo riesce cioè cessa la monarchia e inizia la repubblica nel momento in
cui l’effettivo compimento degli uomini non corrisponde a quello di prima ma al nuovo ci si
comporta come un ordinamento giuridico cioè si concepiscono gli atti come giuridici :

- se va bene si presuppone allora che gli atti sono validi e non reati
- se fallisce perché il nuovo è inefficace , l’atto compiuto è reato di alto tradimento non valido

norma che individua l’autorità legittimata a produrre diritto , se ci si chiede su che cosa si regoli il contenuto
della norma fond. Allora si deve rispondere che il contenuto della norma fondmanetlae riposa sopra quegli
elemnti di fatto che hanno prodotto l’ordinamento che ha creato un nuovo ordinamento
-------------------------------------------------- in situazioni nelle quali ci sia un dubbio , ( oggi non abbiamo il dubbio
che nella costruz. Del diritto sia stato un momento dal quale è scaturito la costituzione e quindi chi è
legittimato a fare diritto) ma in queste situazioni di crisi ci si pone il problema di quale sia la norma che
legittima il potere dell’uno o dell’altro e kelsen dice nel dubbio si va a vedere qual è il potere che riesce a
far rispettare di più le leggi che emana ( POTERE CHE SI PRESENTA COME EFFICACIE )

CONTENUTO DELLA NORMA FOND. ----------- si individua andando a verificare i comportamenti ( se i


comportamenti rispettano le norme poste ) il potere che riesce a farsi rispettare sarà legittimato a prdurre
legge , la considerazione di questo rapporto : NORMA – EFFICACIA COMPORT
------------------------------------------------------------------ ( pagina 101 sotto)

Kelsen dice che una norma resta valida a prescindere dalla sua efficacia , l’efficacia non è condizione per la
valdiità ( slide)

Elemento problematico --------------- quello che kelsen nega per le singole norme giuridiche ( valide
ma magari non efficaci) è affermato per la norma fondamentale : in questa Validità ed efficacia coincidono

Critica di Bobbio ------------------------- se noi possiamo considerare il diritto espressione di chi ha più forza di
affermarsi , del potere , o se si deve guardare al diritto come atti normativi che fanno da chi detiene la
competenza , ma che devono essere poteri legittimati da qualcosa , regole . sono due visioni diverse

DIRITTO COME ESPRESSIONE DEL POTERE

r
POTERE CHE Può ESSERE GIURIDICAMENTE QUALIFICATO E LEGITTIMO SOLO SE CI SONO NORME , E
REGOLE E NORME FONDAMENTALI CHE LO INVESTONO IL POTERE

BOBBIO ( file su e learning ) tocca la questione delle difficolità in cui si infila kelsen , e lo fa che titolo
SOMMO POTERE E NORMA FONDAMENTALE--------- la norma fond. Rappresenta il tentativo di far
terminare l’ordinamento in una norma e non in un potere , per far vedere che oltre al potere come per la
dottrina c’è anche qualcos altro cioè una norma ultima che fonda il potere , FONDAMENTO
DELL’ORDINAMETNTO è LA NORMA E NON IL POTERE

però quando ci si domanda quela sia il fondamento della norma fondamentlae , non potendo essere
un'altra norma , è la sua efficacia cioè il fatto che storicamente accertabile che il potere della norma sia
efficace , cioè quel potere è davvero ubbidito ------------ con questa risposta si è già passat dalla linea delle
norme a quelle del potere , allora la norma sembra essere diventata perfettamente superflua

perché il compito che ha è quello di legittimare un potere , ma poi il fondamento della norma è se il potere
che lei legittima è effiacie ------------ NORMA FOND. NON SERVE A NIENTE

da qui-----------------------------------------------------------------------------------------------------

bobbio dice il fallimento del tentativo di far terminare l’ordinamento in una norma anziché in un potere
perché quando si chiede qal’è il fondamento è l’effiacia ecc.. ALLORA è SUPERFLUA ?
- per i GIUSREALISTI _ SI
perché non si riesce a chiudere l’ordinamento con una norma ma con il mero riconoscimento di
poteri di fatto , cioè l’efficacia.

SE NE PUÒ USCIRE ?
- No elementi metempirici ( cioè non qualcosa che è collocato sul piano logico e basta cioè la
norma fondamentale )
- Prendiamo atto che il diritto , è un intreccio di fatti sociali la cui comprensione , può essere
ostacolata se si configura come ORDINAMENTO, (perché farebbe passare l’idea che il diritto sia
un complesso di attività svolte da diversi soggetti ma sempre secondo rigorosi criteri
precostituiti , ogni cosa entra a condizione che siano state seguite certe modalità, tutto ha una
predeterminazione , c’è questa esigenza , LA VISIONE DELL’ORDINAMENTO è IMPRONTATA AL
RICONSOCIMENTO DELL’ORDINE , CERTEZZA DEL DIRITTO ECC… ( come pensa KELSEN)

INVECE

I GISREALISTI INVECE DICONO CHE NON è COSì MA Bisogna accettare che il diritto è nel concreto
espressione di INCOGRUENZE , DISORDINE , POTERI DI FATTO.

r
- Superano la distinzione tra validità ed efficacia, per loro le norme per essere valide devono
essere efficaci , tutte. ( norma valida è quella assunta nei tribunali quindi anche
efficacie)----------------------------------------------------validità=efficacia

Ma questo esito è stato condiviso diffusamente o ci sono state analisi che non la pensavano come i
giusrealisti ? ci sono stati ordinamenti che pu di fronte ai problemi della struttura di kelsen , hanno
comunque appoggiato kelsen -------------------------- è stata data dall’orientamento GIUSPOSITIVISTICO POST
KLESENIANO ( Hart , Bobbio , Scarpelli) dove si sottolinea il fatto che non si può superare la distinzione tra
validità ed efficacia , sono due qualifiche delle norme distinte , quindi non è che per essere valida deve
essere efficace

RISPOSTA DI HART AI GIUSREALISTI : NON SI Può SUPERARE LA DISTINZIONE TRA VALIDITà ED EFFICACIA ,

ha sostenuto la tesi, che validità ed efficacia sono qualifiche date da 2 punti di vista diversi:

- PUNTO DI VISTA INTERNO ( validità ) = guardare alle norme per trovare un criterio per la
propria condotta e /o trovare nelle norme un criterio di valutazione per la valutazione della
condotta altrui (chi considera le norme destinate ad orientare i comportamenti delle persone
e consentono anche di valutare la qualifica dei comportamenti cioè se sono permessi o vietati
e quindi suscettibili di determinate conseguenze cioè le sanzioni)

Il giudice non considera norme come fatti sui fatti prevedendo la sua decisione , ma le norme
sono l’elemento giustificante della sentenza , e dunque il giudice non può non guardare alle
norme di legge ecc.. se non come a criteri che guidano la sua azione dalla quale scaturiscono
norme individuali e concrete

- PUNTO DI VISTA ESTERNO (efficacia) = rilevare l’esistenza delle norme per limitarsi a darne
una descrizione sociologica-giuridica ( sociologo del diritto , giurista che indaga su come il
diritto influenzi l’azione dei soggetti, è uno studioso empirico , non si occupa del diritto con
funzione di orientamento del comportamento ma si basa sull’esperienza quindi quanto quella
norma sia osservata e influenzi le persone oppure no )

Oppure , il punto di vista di colui che considera le norme come un elemento da valutare per
cercare di non incorrere in sanzioni ( cattivo cittadino cioè chi deve trovare parcheggio , vede
che ci sono certe aree in cui c’è divieto di sosta ma alla luce di esperienze sa anche che i vigili in
quella zona non passano mai , e allora il cittadino decide parcheggia là la macchina )

19/04/2021

Kelsen dice che si è il potere che inizia ma c’è qualcosa ancora prima CIOè LA NORMA FONDAMENTALE ,
che chiude tutto ( ma è norma fondamentale solo se il potere è effettivo ) quindi il potere è legittimo in

r
base alla norma fondamentale solo se i comportamenti delle persone seguono le regole di questo potere ,
qua c’è stabilità politica , noi siamo tranquilli sappiamo che il nostro governo ha un potere legittimo.

Poi bobbio critica e dice ma non è che la norma fondamentale è superflua? Filone di pensiero che non ha
dubbi nel riconoere che la nroma fodnamentale è superflua ma ha dubbi anche sul fatto che rappresenta
male l’ordinamento in sé non rappresenta la realtà ( anche kelsen pensava di farlo)

RISPOSTA DI HART AI GIUSREALISTI :

 focalizzare l’attenzione sui giudici non comporta di per se una estromissione della cosa di
validità perché se noi diciamo come i giusrealisti dobbiamo vedere cosa succede nei tribunali
( cioè il diritto sono le norme che vengono applicate nei tribunali )ma se come kelsen vediamo
anche il momento dell’individualizzazione della norma ecc… perché rimane una elemento di
validità che non può essere ricondotto all’efficacia , perché ? ma che cosa consente di
qualfiicare l’attività normativa di quei organi come giuridica , che cosa distingue l’att. Di un
tribunale da cui scaturisce la norma individuale e la sentenza , e atti compiuti da soggetti
che si presentano come investiti di poteri e realizzano certi atti ( pronunciano una sentenza di
condanna a morte)

Che cosa distingue ? la distinzione la si può trovare solo in norme che siano norme attribuitive di potere
valide , cioè che possono avere qualfiica di validità e norme che rappresentano i criteri giustificativi
sostanziali rispetto alla norma individuale

Se non teniamo presente di questo , e torniamo all’idea che ciò che fa il tribunale è norma ( anche se
sentenza di morte) non va bene . bisogna andare calmi

-------------------- non si può dire che una norma è valida solo se è efficacie e questo si lega proprio all’errore
di poter ricondurre la validità all’efficacia , ma nel momento in cui anche kelsen e giusrealisti rivalutano il
ruolo del giudice come concreto del diritto , questo non è un argomento a sostegno della validità
all’efficacia ?, hart e altri studiosi hanno detto di no perché il focalizzare lp’attenzione sui giudici , non
comporta di per se una estromissione della nozione di validità come a se stante perché se noi diciamo come
i giusrelisti che per capire cosa è diritto bisogna vedere nei tribunali ( diritto è solo quello efficace cioè ciò
che viene applicato dai tribunali) anche se facciamo così perché rimane un elemeno di validità che non può
essere ricondotto all’efficacia perché ci dobbiamo chiedere cosa consente di valutare l’attvità di quei organi
come giuridica ( cosa distingue l’att. Di un tribunali ,dagli atti fatti da soggetti che si presentano come
investiti di poteri e fanno certi atti e pronunciano una sentenza di condanna a morte
------------------------------------------------- che cosa distngue questo ? la distinzione la si può trovare solo in
norme attribuitive di potere valide in quanto hanno i criteri giustificativi della norma concreta
-------------------------------- se torniamo all’idea qualificative dei vomportamenti non possiamo dire cosa è att.
Giurisdizionale e atti compiuti da soggetti che hanno poteri di fatto ( chi ha ucciso moro) ----------------

 NORMA FONDAMENTALE : da astratta a concreta ( norma di riconsocimento)


-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

r
----------------------------Rispetto a tanti criticità ce n’è stato uno che ha trovato attenzione in
questo orientamento di Hart, l’elemento in questione è l’accusa di eccessiva astrattezza data a
questa nozione di norma fondamentale , norma meta positiva ecc..-------------------------------------
hart cosa fa ? ritiene che possa essere accolto il suggerimento di muoversi in una situazione di
concretizzazione della norma fondamentale , la norma fond. Serve per identificare ciò che è
giuridico , legittimo ecc.. invece che prenderla come norma metapositiva astrattato ,
--------------------------------------------------------------------------------------------------hart dice
traduciamola in quella nozione DI NORMA DI RICONOSCIMENTO ( pag. di nino vai a vedere
anche su appunti tipo preleggi ) ---------------- norme investitie del ruolo di formulare i criteri per
indentificare i criteri per le norme giuridiche , quindi è una sorta di norma fondamentale , ma
che hart non pensa una cosa astratta ma ai criteri effettivamente adottati dagli organi incaricati
della produzione del diritto per la produzione stessa e per il riconocimento come giuridico delle
norme che siano state prodtte secondo dei criteri previsiti

Ma la strada da seguire per uscire dalle difficoltà in cui kelsen si involge , e per capire davvero su quale
piano possa essere meglio difesa la teoria del diritto come ordinamento ( rappresentazione ordinamentale
del diritto ) per fre questo non dobbiamo renderci conto che in effetti la chiusura dell’ordinamento con
una norma ultima piuttosto che come potere ultimo è funzionale ,non tanto come per kelsen , alla
descrizione , rappresentazione teorica di qualsiasi ordinamento MA APPARE ADEGUATA ALLA
TEMATIZZAZIONE DI UN SOLO MODELLO DI DIRITTO , IN CUI IL POTERE è ESERCITATO SECONDO DIVERSE
MODALITà ( mettere questo ulteriore elemento sopra il potere è un elemento che dovrebbe distinguere
POTERI DA POTERI , cioè poteri del giudice e da chi fa vedere di averli tipo chi ha ucciso moro )

Ha portato a dire che c’è una questione di legittimità ( del potere , è valido magari ma è anche legittimo?) ,
valutazione di un accettabilità di un modello di diritto :

- BOBBIO
o
o DICE Di fronte alla costruzione kelseniana , bisogna compiere lo sforzo facendo violenza
a kelsen , lo sforzo di fare attenzione alla questione di legittimità del potere e la
chiusura del sistema con una norma ultima non ha una giustificazione di tipo
teorico/conoscitivo che kelsen sembrava prospettare , no giustificazione teorica perché
se si attesta sul piano della ricognizione di quello che succede tante volte nello sviluppo
storico del diritto si deve dare ragione ai giusrealisti ( quelli che prevalgono sono quelli
che il potere è efficace) ---- altra cosa è capire che c’è una forte ragione per chiudere
l’ordinamento con una norma ultima , ma questa è una ragione che sposta il modello
da validità teorica alla sua validità pratica politica ----------------------------- modello no
che rappresenta ogni possibile forma di organizzazione giuridica MA è IL MODELLO
DI UNA SPECIFICA ORGANIZ. GIURIDICA che viene elevata a modello da seguire e qual
è? STATO COSTITUZIONALE DI DIRITTO . ( modello legale all’idea secondo la quale non
c’è potere accettabile se non è esercitato entro limiti fissati da norme )

Saggio diritto e potere --- scrive bobbio , per quanto kelsen abbia sempre rifiutato ogni
interpretazione ideologica della sua teoria ( cioè che in realtà incorporasse delle valutazioni) e

r
questo portava kelsen a dire che la sua rappresentazione del diritto era la rappresentazione
della realtà e basta così come è non c’erano valutazioni , MA BOBBIO DICE A ME PARE IN
DUBBIO CHE LA TEORIA DI KELSEN NON POTEVA AVVENIRE SE NON IN UN CNTESTO STORICO
IN CUI SI ERA AFFERMATO LO STATO DI DIRITTO ( rappresentazione della dottrina dello stato di
diritto dove il potere è legittimo se esercitato dai gradini inferiori fino all’ultimo gradino su
norme presupposte)

Il diritto come ordinamento è chiuso al vertice da una norma ma non è un modello neutrale
che va bene per tutti ma è legato all’idea che non c’è potere che non sia accettabile se è fissato
entro certi limiti :
 Certezza
 Imparzialità
 Prevalenza del governo delle leggi sul governo degli uomini

- Scarpelli , su quale piano può essere più difeso il modello del diritto come ordinamento
giuridico?
o Piano della utilità a fini pratici , cioè a fine morali , politici cioè quando pensiamo al
diritto come ordinamento possiamo trovare una modalità di fatto presenti nello
sviluppo del diritto , infatti ci troviamo l’approccio al diritto costituzionale possiamo
trovare anche questo ma possiamo e dobbiamo trovare al di la della rappresentazione
del reale , strumento per andare in un certa direzione nella costruzione del diritto , un
modello che ci può aiutare come cittadini per far si che il diritto venga realizzato e
costruito in base a regole prestabilite , non con potere del più forte.
o La concezione del diritto come ordinamento ci appare come espressione di UN
orientamento etico politico verso il primato della norma e delle regole a fronte del
primato del potere di chi se ne è appropriato , orientamento cjhe nella cultura e nel
mondo moderno ha sostenuto la lotta politica per lo stato di diritto. STESSO
CONCETTO DI BOBBIO , questo vuol dire che dietro la proposta e la convinzione che sia
opportuno continuare a pensare al diritto come ordinamento ci sta lìidea che definire il
diritto così voglia compiere una operazione definitoria non pretende di descrivere
l’essenza del diritto MA è UNA RI DEFINEZIONE CHE NON è VERA O FALSA , MA è Più O
MENO ACCETABBILE O CONDIVISIBILE SULLA BASE DEI VALORI ( CERTEZZA ,
IMPARZIALITà . PREVENZIONE DELL’ESERCIZIO ARBITRARIO DEL POTERE , PREVALENZA
DEL GOVERNO DELLE LEGGI SUL GOVERNO DEGLI UOMINI--- era presente anche in
platone e aristotele , ed era la contrapposizione tra un poere eserictato fuori da regole
e un potere esercitato entro dei limiti dettati dalle regole.)

CONVINZIONE DI TANTI è CHE L’APPORTO DATO DA KELSEN ALLA COSTRUZIONE DELL’ORDINAMENTO è


STATO FONDAMENTALE , MA ALLA FINE SI è SPOSTATO RISPETTO A KELSEN.

r
INTERPRETAZIONE
Interpretazione : attività , operazione che non riguarda solo il diritto , ma riguarda tutti i contesti dove ci
sono problemi di attribuzione di significato ad esempio a delle opere artistiche , letterarie ecc..

Ci sono due temi che possono rappresentare la strada per avvicinarci a questioni dell’interpretazione ma
che sono temi da affrontare dopo il tema dell’ordinamento giuridico , perché sono temi a cavallo tra teoria
dell’ordinamento e teoria dell’interpretazione , cioè COMPLETEZZA E COERENZA .

Sono temi a cavallo , perché la loro collocazione nei testi è spesso nella teoria dell’ordinamento ma ci fanno
guardare sulle questioni interpretative e sono state affrontate in maniera diversa proprio sullo sfondo
diverse teoria dell0interpretazione , diversi modi di intendere il diritto:

teorie dell’interpretazione :

- FORMALISTICA 
- SCETTICA 
- INTERMEDIA 

(Completezza , faremo riferimento alla teoria kelsen , per la coerenza abbiamo visto come kelsen affronta
questo tema quando dice come si affronta il problema del contrasto tra norme )

: capitolo 6 di kelsen : nel primo paragrafo , kelsen ci da una definizione di interpretazione però nelle prime
righe dice subito che dalla conoscenza della costruzione a gradi ( rappresentazione del diritto a gradi )
dell’ordinamento , risultano conseguenze per il prpblema dell ‘intepretazione e poi ci da una sua
definizione e ci deice : interpretazione è un procedimento spiriturale che accompagna il processo di
produzione del diritto , nel nuovo sviluppo da un grado superiore al suo grado inferiore ( definzione vera :
interpretazione si intende attività risultato dell’attività di riconoscimento/attribuzione di significato del
linguaggio giuridico si passa a quella di kelsen che è sua e la qualifica così :

procedimento spirituale non intellettuale , che accompagna la produzione del diritto , ----------- sottolinea la
necessità del processo interpretative laddove ci sia , da cogliere il significato , della norma in vista della sua

r
individualizzazione e concretizzazione , è un procedimento che kelsen collega a questa continua catena di
produzione normativa

da questa definizione si coglie che riflettere sulla interpretazione è usato ancora per cogliere i diversi gradi ,
il rilievo è che la nozione di intepr di kelsen da una parte è ampia perché fa chiarezza su quano ampia sia la
classe , la categoria dei soggetti interpreti , kelsen estende la catefgoria dell’inteprete sia ai giudici sia i
privati coinvolti nella catena produttiva, dall’altra nella sua nozione rimangono fuori le interprteazioni che
non siano in funzione della attività di produzione del diritto

istaurato questo rapporto kelsen , nel paragrafo successivo ci dice che , ogni grado inferiore incontra vincoli
nella norma di grado superiore e quindi (p 118) è un rapporto di determinazione --- i vincoli del grado
superiore determina il contenuto di quella inferiore , e con ciò determina il procedimento e il contenuto ,

la norma di grado superiore non può vincolare per tutto in tutto , deve rimanere un margine discrezionale ,
così che la norma inferiore abbia sempre il carattere di uno schema che deve essere riempito
dall’interpretazione ( anche un ordine di arresto , atti esecutivi , anche questi deve lasciar libere di chi lo
esegue una discrezione , tipo ORGANO A DICE CHE ORGANO B DEVE ARRESTARE CITTADINO C ,
L’ORGANO B DEVE DECIDERE QUANDO , COME ARRESTARE e dipendono da circostanze esterne , che
l’organo a non ha previsto e non può prevedere)

QUINDI LA NORMA SUPERIORE OPERA COME UNA SCHEMA PER LA NORMA INFERIORE , CI SONO LIMITI E
NON SI Può USCIRE MA ALL’INTERNO C’è DISCREZIONALITà

Indeterminatezza intenzionale ------------ kelsen dice che al fatto al livello superiore ( legislativo- legge
sanitaria ) stabilisce che nel caso scoppi l’eidemia ,gli abitanti sotto minaccia di pena non devono uscire di
casa per impedire il diffondersi della malattia , l’autorità governativa deve far di tutto per prendere
proveddimenti

Legge fissa gli obiettivi ( EVITARE DI FARE QUALCOSA PER NON FAR SCOPPIARE L’EPIDEMIA) , poi gli atti del
governo sono specifici , e ha una indeterminatezza intenzionale perché al livello superiore c’era una chiara
individuazione dell’impossibilità di predeterminare tutti gli elementi necessari e quindi c’è una sorta di
delega

Indeterminatezza non intenzionale --------------- è quando non c’è una delega ma chi è incaricato
dell’applicazione della norma si trova di fronte , ad una serie di elementi che richiedono delle scelte , delle
operazioni di determinazione del significato , kelsen si limita a dire questo ----- si presenta l’ambiguità d
una parola con cui si esprime la norma --------- kelsen qui crea i presupposti per non sottoscrivere una
concezione dell’interpretazione formalistica ( esiste un unico significato) e invece con queste
considerazione si sta orientando verso un diverso modo la natura dell’interpretazione ( TEORIA
INTEMERDIA O ANTIFORMALISMO MODERATO)

r
21.04.2021

COMPLETEZZA E COERENZA
Tra teoria dell’ordinamento e teoria dell’interpretazione

Questioni che sono state considerate come attinenti alla caratterizzazione del diritto come ordinamento ,
come sistema.

Kelsen è un caso dove conferma il collegamento tra teoria dell’ordinamento con la teoria
dell’interpretazione perché kelsen nel definire l’interpretazione l’ha agganciata al processo di produzione
del diritto che avviene ai diversi livelli dell’ordinamento !! kelsen per caratterizzare il procedimento
interpretativa va ancora a ragionare sui rapporti tra i diversi gradi dell’ordinamento , MA AGGIUNGE UN
ELEMENTO UTILE PER INTERPRETAZIONE , AGGIUNGE L’IDEA CHE OGNI NORMA SUPERIORE OPERA NEI
CONFRONTI DI QUELLE SOTTO COME UNO SCHEMA , ALL’INTERNO DELLA QUALE , SI TROVANO QUELLE
INDICAZIONI (PROCEDUR. E CONTENUTO ) CHE CONDIZIONANNO LA VALIDITà DELL’ATTO STESSO , MA
LASCIA LO SPAZIO A MOLTE IDEE , QUELLO SEGNA SOLO I CONFINI---------- ci sono quindi dei margini , e
vengono considerati indeterminatezza intenzionale o non intenzionale.

Interpretazione giuridica : attività, risultato dell’attività di riconoscimento /attribuzione di significato ai


segni del linguaggio giuridico.

È stata intesa in modi diversi , a seconda delle teorie dell’interpretazione :

 FORMALISTICA 
o L’interpretazione è un’attività di mera conoscenza
o Esiste una sola risposta giuridica corretta , bisogna solo riconoscere il significato che è
dentro al testo da comprendere
o Il linguaggio giuridico può trasmettere messaggi chiari , senza che sorgono dubbi
interpretativi dall’emittente ( legislatore) al destinatario ( operatore del diritto)

KELSEN Vs FORMALISMO ---------------------


- Kelsen ci consegna una teoria dell’interpretazione , distante dalla rappresentazione teorica
propria del prima teoria dell’interpretazione ( formalistica)-------- capitolo 36, kelsen parla di
teorie formalistiche ma poi fa un riferimento all giurisprudenza tradizionale e dice che crede di
poter pretendere dall’interpretazione la determinazione dello schema , ma anche un compito

r
più alto , vuol far credere che la legge concreta possa fornire sempre e solo un'unica decisione
esatta e che l’esattezza della decisione sia fondata dalla legge stessa -------- kelsen fa
riferimento a un orientamento della giurisp. Tradiz. Ed è la teoria formalistica
---------------------------------------------------- kelsen se ne distanzia perché dice si l’interprete si trova
di fronte allo schema , e nello schema ci sono diverse possibilità di interpretazione / mentre
nella teoria formalistica o giurisp. Crede che ci sia un'unica direzione , un solo significato
predeterminato ( kelsen rifiuta la tesa che interp. Sia un’attività di mera conoscenza e anche
che esista una sola risposta giuridica corretta)
- ( leggi la domanda , non c’è punto di domanda) Kelsen risponde che l’inter. È un atto di
conoscenza nel senso che c’è un punto di partenza rappresentato da quegli elementi , che le
norme che poi condizionano la produzione delle norme successive offrono ( qui si che c’è una
conoscenza ) però poi c’è un elemento ulteriore cioè quello assente dai formalisti , e cioè NON
C’è UNA INTERPRETAZIONE GIUSTA DI PER SE MA SI PERVERRA ALLA SOLUZIONE CHE SI RITIENE
FONDATA , MA RICHIEDE CHE CI SI SPENDA SUL PIANO DELLE SCELTE DI VALORE , IN BASE AGLI
INTERESSI IN GIOCO. * p 123* = fare una legge giusta negli schemi della costituzione per
esempio ( formalisti dicono che quando si deve fare interpretazione , è un operazione
meccanica , conosctivia , il giudice è la bocca della legge , bisogna escludere ogni apporto
inventivo )
- Kelsen conclude percorso al paragrafo 39 : illusione della certezza si intende quell’idea
formalistica che esistano dei procedimenti di cui il giurista , l’operatore del diritto si dota e a
quel punto ha l’arnese giusto , la chiave e basta con quello in maniera meccanica opera
------------ ed è questa la tesi che è stata messa in discussione e anche kelsen prende le distanze
da tutto ciò e fa propria una teoria dell’interpretazione INTERMEDIA (vediamo dopo) o anche
CHIAMATA ANTIFORMALISMO MODERATO ( moerato perché concez. Dell’interp. Che possiamo
dire contraria alla formalista ma posizioni che invece ritengono che chi deve interpretare le
norme non trovi nessuna guida , non ci sia nemmeno lo schema e l’interp. È CREATORE DI
DIRITTO , ed è una posizion che ancora una volta è emersa dalle posizioni di quel
GIUSREALISMO , molto focalizzato a ciò a che avviene nei tribunali in concreto

Completa e coerenza sono due elementi importanti della teoria formalistica , perché in
queste prospettive si sostiene che , sono caratteristiche dell’ordinamento :

 L’ordinamento è COMPLETO ( assenza di lacune ) : non c’è situazione che non


sia prevista dal diritto in una sua norma -------- nel linguaggio ordinario , la
parola “LACUNA” rimanda al concetto di mancanza , qua di norme si intende.

 L’ordinamento è COERENTE ( assenza di antinomie ) : non ci sono , in relazione


a una fattispecie , due o più norme che la prevedono fornendo qualificazioni
incompatibili.

*antinomia*: pagine di nino p 242 , qual ora due norme offrono per lo stesso
caso due soluzioni tra loro incompatibili

r
Es. Fumatore che entra in un locale e si imbatte prima nel cartello è vietato
fumare e poco dopo , trova un altro cartello con scritto si può fumare

La risposta negativa alla domanda : esistono lacune , antinomie? NO . NO ha caratterizzato l’orientamento


formalismo e ha caratterizzato la cultura giuridica ,cioè la giurisprudenza tradizionale , che hanno fatto
proprio IL DOGMA DELLA COMPLETEZZA ( DOGMA = vuol dire che non ha bisogno di spiegazioni e non è
suscettibile a critiche ) ---------------------------------- > 1800 , dopo la codificazione napoleonica , si diffonde
l’illusione che a seguito della grande impresa legislativa realizzata con i codici , non ci sia ambito dell’agire
umano per il quale non si trovi una norma che lo disciplini !! e in questa fase si afferma la fase della
completezza , ma

Cosa ne è stato di questo dogma della completezza ? è caduto , perché :

- ci sono state delle trasformazioni sociali ( nostro paese , da agricolo ad industriale) , rilevanti
scoperte scientifiche , ecc.. la trasformazione della società necessitava della trasformazione
delle regole PER LE QUALI NON ERA PREVISTA UNA SPECIFICA DISCIPLINA ----------- ha reso
evidente che la tesi del dogma della completezza era una tesi non sostenibile sul piano della
ricognizione delle trasformazioni normative . e quindi ci sono teorie che criticano la tesi della
completezza e sostengono la tesi che prevedono le lacune nel sistema giuridico , e va
riconosciuto il ruolo fondamentale all’interprete proprio in presenza di ambiti di casistica che
non è oggetto di specifica normativa SMONTAGGIO DELLA TESI DELLA COMPLETEZZA

ciononostante

- per i formalisti , l’ordinamento è completo perché la disciplina di una materia anche quando
sembra non esserci è sempre ricavabile dalle altre norme dell’ordinamento , il diritto è auto
integrativo

kelsen : pagina 125 ----------- nonostante kelsen ha aderito alla teoria antiformalistica , DICE CHE NON
ESISTONO DELLE LACUNE VERE E PROPRIE ( ma kelsen è anti formalista però anche secondo lui non ci sono
vere e proprie lacune) ------------------------------------------------------ kelsen ripropone una certa versione della
tesi della completezza (inesistenza di lacune) ma lo fa prospettandoci un ragionamento :

una controversia non può essere decisa secondo norme vigenti perché la legge non può essere applicata
per una mancanza di disposizioni che si riferisce al caso concreto , lui dice non esistono lacune vere e
proprie nel senso in cui si potrebbe sostenere perché una controversia non potrebbe essere decisa per
mancanza di una norma che si riferisce al caso , il giudice non può denegare giustizia , c’è il principio dove il
giudice dice mi rifiuto di giudicare
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-------------- controversia in ambito civilistico , abbiamo un soggetto attore ( chi ha avanzato una pretesa) e
un convenuto , quali possono essere gli esiti del giudizio ?

1 – giudice riconosca la fondatezza della pretesa avanzata , cioè che il giudice ha riconosciuto come
riferimento della sua decisione una norma che prevede il comportamento del convenuto come illecito e
quindi suscettibile di una sanzione , e ACCOGLIE LA PRETESA DELL’ATTORE E EMETTE UN PROVVEDIMENTO
NEI CONFRONTI DEL CONVENUTO . ( non si pone problema di completezza o di lacuna , c’è la norma qua )

r
2- il giudice ha riconosciuto come infondata la pretesa dell’attore e non l’ha accolta, non è fondata perché
il giudice non ha ravvisato la presenza nell’ordinamento di una norma che qualifichi come illecito il
comportamento del convenuto , allora qua c’è la lacuna ? kelsen ci dice che l’ordinamento giuridico non
contiene solo la norma per cui si è obbligati ad un comportamento , ma contiene anche LA NORMA
NEGATIVA : SI è LIBERI DI FARE O DI NON FARE Ciò A CUI NON SI è OBBLIGATI “ = viene applicati in questi
casi ---------------------- sarebbe il principio di chiusura : tutto ciò che non è vietato , è permesso.

QUESTA è PER KELSEN UNA NORMA GIURIDICA , QUANDO ABBIAMO UNA NORMA CHE QUALIFICA COME
OBBLIGATORIO O VIETATO UN COMPORTAMENTO , SI ATTACCA QUESTA NORMA GENERALE DOVE TUTTO
Ciò CHE NON SIA QUEL COMPORTAMENTO è PERMESSO ( è vietato fumare ---- è permesso tutto ciò che
non è fumare ) ogni norma ha appicciato questo pezzetto implicito , tutti i pezzetti insiemi fanno nascere
questo principio generale. ----------------------------------- per questo kelsen dice che nell’ordinamento non ci
sono vere e proprie lacune

Ma le sue ide proseguono , kelsen dice che se nonostante ci si ostina nel parlare di lacuna , con questo
secondo a kelsen si fa riferimento non alla mancanza dell’ordinamento di una disposizione , allora cosa
indica ? kelsen ci dice chr la lacuna sta ad indicare lo scarto , la differenza TRA LA NORMA CHE C’è E LA
NORMA CHE SI RITEREBBE DESIDERABILE E QUINDI (P126) LA COSI DETTA LACUNA è LA DIFFERENZA TRA IL
DIRITTO POSITIVO E UN ORDINAMENTO RITENUTO MIGLIORE , Più GIUSTO ECCC.. perché quindi si trovano
dei difetti nell’ordinamento , era meglio una norma che punisca certi comportamenti ma invece non c’è ,
quindi secondo kelsen quando si parla di lacune si parla di questo.

Questo è un significato ideologico delle lacune --------- non relativo a ciò che è , qualcosa che si ritiene
desiderabile sulla base di una diversa visione , di un diverso contemperamento degli interessi , di valori che
si ritengono non sufficientemente tutelati ( L’IDEOLOGIA è LA DIFFERENZA TRA Ciò CHE è E Ciò CHE
DOVREBBE ESSERE MA NON PORTATO AD EVIDENZA)

La legge regola l’Effetto obbligatorio della compravendita , ma senza stabilire nulla relativamente a chi
debb sopportare il rischio se la cosa perisce senza colpa delle parti prima della consegna ------- sembra che
c’è una lacuna , non è che il legislatore non ha detto nulla , ma non stabilisce che il venditore venga liberato
dall’obbligo di fonrire la merce o prestare il risarcimento anche se la mancata consegna non dipende dalla
sua colpa ----------------- si potrebbe auspicare una disposizione in questo senso ? cioè sarebbe meglio che in
queste circostanza il venditore è liberato , è desiderabile _ NON CI SONO LACUNE , LA SOLUZIONE C’è O IN
UN SENSO O NELL’ALTRO CHE POI NON è GIUSTO è UN ALTRO DISCORSO

22-4-2021

L’argomento della norma generale esclusiva VA BENE O Può ESSERE CRITICATA ? gli è scappata la modalità
in cui il giudice arriva alla sentenza , che non è meccanica come potrebbe sembrare quando dice che ci sono
due soluzioni , o una o l’altra CRITICITà AL PENSIERO DI KELSEN:

- nino p 250 -------- > il principio dove si dice che è permesso tutto ciò che non è vietato ,
“permesso” ha due significati , cioè :
o nel primo significato vuol dire , NON PROIBITO , cioè non esiste nel sistema una norma
che vieta quel comportamento ( permesso in senso debole , manca una norma che lo
qualifichi come vietato)

r
se la parola permesso viene usata col primo signficato , questo principio è TUTTO Ciò CHE NON
è PROIBITO NON è PROIBITO : proposizione dove il concetto espresso nel predicato espone la
stessa parola del soggetto , formulazione che ribadisce una qualità già implicita ed è per forza
vera -------------------- il problema è che ha una scarsa impronta contenutistica , nino dice è
necessariamente vera in forza del principio logico ( già visto) e quindi il principio di chiusura
non serve a chiudere il sistema perché sarebbe scontato

o nel secondo significato vuol dire , AUTORIZZAZIONE POSITIVA A TENERE UNA CERTA
CONDOTTA , qui c’è una norma permissiva ( permesso in senso forte)

se la parola permesso viene usato con il secondo significato il principio di chiusura non c’è perché
c’è una situazione in cui abbiamo una vera e propria norma che ci dice che è permesso quel
comportamento e allora in questo caso il principio non è generale , perché bisogna trovare
l’effettiva esistenza di una norma che permette certi comportamenti , non è più in principio
generale ma ci troviamo di fronte a norme la cui presenza nell’ordinamento vanno accertate e
quindi il principio di chiusura perde la generalità

- ci sono altri rilievi critici , nino pagina 252 , ma anche in altri autori un altro punto , molto
attento bobbio -------- il punto è : nel momento in cui formula le sue argomentazioni in merito
all’assenza di lacune kelsen da impressione di mettere da parte una delle strategie
interpretative ( che sapeva esistessero) ma non si occupa quando dice che giudice ha due
soluzioni quando gli si sottopone un caso o esito uno o esito due : STRATEGIA INTERPRETATIVA
CHE HA RICEVUTO AMPIA ATTENZIONE IN DIVERSI MOMENTI , ALLA INTERPRETAZIONE CHE FA
RICORSO ALLA ANALOGIA ------------------- kelsen non ne fa menzione , invece non ci si può
dimenticare il giudice alle prese con la risoluzione di una controversia , se non trova
nell’ordinamento una norma particolare che disciplina il caso , può anche ragionare come
kelsen cioè vuol dire automaticamente che è permesso , MA Può FARE ANCHE ALTRO OSSIA UN
PERCORSO ALTERNATIVO POSSIBILE DA SEGUIRE SE PREVISTO DA LEGGI ( art 12 delle preleggi ,
se una controversia non può essere decisa con una precisa norma si ha riguardato alle
disposizioni che regolano casi simili o temi analoghi) _ ANALOGIA = NORMA GENERALE
INCLUSIVA ( DIVERSO DA NORMA GENERALE ESCLUSIVA CIOè QUELLO DI CHIUSURA )

analogia :

× analogia iuris  procedimento con cui si ricerca la disciplina per un caso non regolato
avendo riguardo al sistema nel suo complesso e ai principi generali dell’ordinamento

× analogia legis  procedimento con cui si ricava la disciplina per un caso non regolato
dalla disposizioni che regola un caso diverso ma che si possa considerare simile ( quello
che abbiamo detto prima)

ragionamento per analogia ( legis )

 si presenta come sillogismo in cui la premessa minore esprime un rapporto di


somiglianza , e non di identità

es.

r
gli uomini sono mortali

i cavalli sono simili agli umani

i cavalli sono mortali

SIIIIIIIIIIIIIIII

i cavalli sono quadrupedi

gli uomini sono simili ai cavalli

gli uomini sono quadrupedi

NOOOOOOOOOOOOOOOOO

 non è logicamente necessario come il sillogismo ( il sillogismo è sempre


necessariamente e logicamente vero , nell’analogia NO )

per poter considerare estensibili determinate caratteristiche , da un caso all’altro


necessita la specifica individuazione della valenza della similitudine , bisogna
individuare la qualità comune a entrambi e che deve giustificare l’estensione della
norma ( RATIO LEGIS -------- finalità per la quale la norma viene posta , bisogna
confrontarsi con questi elementi , e fa si che il ragionamento analogico non si possa
configurare come una operazione puramente logica e conoscitiva , ma è un
ragionamento che deve fare l’interprete .

non c’è nulla di automatico , qua nell’analogia si vede bene , la questione che si
ponga quando si deve prenedere una decisione in tema di vendita di dischi osceni
ma nel diritto c’è una norma che qualifica come illecita , la vendita di libri osceni :
QUA SI Può APPLICARE L’ANALOGIA DA LIBRI A DISCHI OSCENI? Eh bisogna vedere
se queste due hanno la stessa ratio legis .

se si prende atto , anche di questa strada ( analogia) , l’interprete si trova davanti ad una situazione di
ECCESSO DI CRITERI DI COMPLETAMENTO , e uno dice bene ma è meglio almeno così una soluzione c’è
sempre , ma PONE L’INTERPRETE DI FRONTE AL PROBLEMA TRA QUALE SIA LA STRATEGIA INTERPRETATIVA
DA ADOTTARE , perché OGNI STRADA PORTA IN DIREZIONI OPPOSTE
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
----------- SE SI RAGIONA IN TERMINI SECCHI COME KELSEN , BASTA NON C’è UNA NORMA SI CHIUDE IL
PROCESSO / OPPURE ANDARE A CERCA UNA NORMA DA APPLICARE PER ANALOGIA , POTREBBE PORTARE
ALLA CONDANNA DEL CONVENUTO.

Conclusione da trarre : di fronte alla materia non regolata , alla luce di questi ragionamenti si può dire
che il diritto più che COMPLETO VA CONSIDERATO COMPLETABILE , ADOTTANDO DIVERSI METODI ,
PERCORRENDO DIVERSE STRADE------------ per questo il giudice DEVE sempre fare una sentenza non può
dire non posso dare una sentenza
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
---------- COMPLETABILITÀ DEL DIRITTO. ( il formalista quando diceva che non c’erano lacuna ma anche
quando c’erano c’è l’auto integrazione , non è la stessa cosa di oggi , lui pensava a strade a senso unico che

r
portavano a un'unica direzione corretta , anche con altri metodi ----------------------- invece è vero che si
possono usare altri metodi se non c’è la norma ma possono portare a soluzioni diverse)

MINUTO 51

COERENZA
Nell’ordinamento non ci sono antinomie , si ripropone la tesi propria dell’orient. Formalistico lo stesso che
sostiene anche la coerenza dell’ordinamento

Antinomie : nino qualifica la antinomia , la contrapposizione di norme che offrono nei confronti dello stesso
caso soluzioni tra loro incompatibili , sempre in nino c’è la rappresentazione di una tipologia di antinomie ,
avendo riguardo all’ambito di applicabilità: ( p 244)

- totale / totale --- ambiti di applicabilità perfettamente coincidenti ( norme che dettano
descipline incompatibili rispetto ad ambiti di applicabilità coincidenti

es. “ pagamento di dazi per dei veicoli” : si pensi a due norme:


1 norma importazione di trattori è sottoposto a dazi doganali
2 norma importazione di trattori è esente di dazi doganali

- totale/ parziale --- ambito di applicabilità non coincidente , contraddittorietà solo in parte
( norme il cui ambito non è coincidente , ma ci sia una norma in cui l’ambito di applicazione è
incluso nell’ambito dell’altra ma quest ultima prevede altri casi )

es :

1 norma che prescrive che importazione di veicoli è sottoposta ai dazi doganali

2 norma che prescrive che l’importazione di trattori è esente ai dazi doganali

- parziale / parziale – situazioni parzialmente coincidenti però se nel secondo caso una norma è
più ampia e la seconda più ristretta
es
r
1 norma importazione di veicoli è soggetta a pagamento di dazi doganali
2 norme importazione di macchine agricole sono esenti
( in questo caso i trattori ricadono nell’area di conflitto delle due norme , mentre automobili
sono oggetto solo della prima e gli aratri solo della seconda )

Antinomia è un problema -- pone il giudice in una situa di difficoltà su quale sia la disciplina da prendere
in considerazione , e la presenza di più norme pone in una situazione di difficoltà orientativa il giudice ma
anche il cittadino ( è vietato fumare ed è consentito fumare )

Criteri di soluzione delle antinomie :

o criterio gerarchico la norma superiore deroga l’inferiore , cioè prevale quella


gerarchicamente superiore
o criterio cronologico  prevalenza della norma emanata dopo rispetto a quella prima
o criterio di specialità  quando c’è una disciplina speciale , prevale su quella generale

nella prospettiva formalistica , non c’era dubbi che si potevano usare questi criteri per superare situazioni di
difficoltà e quindi in presenza di questi il diritto è coerente e basta ! e il giudice li usa senza ancora metterci
del suo per interpretare
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
------------ nella riflessione in realtà poi si è capito che non è così semplice perché questi criteri rientrano tra i
METODI INTERPRETATIVI , ma non sono strade uni direzionali che portano a risultati sempre e comunque
univoci perché:

- anche se si usano questi criteri può essere che non ci siano comunque soluzioni
- in alcuni casi nessuno di questi criteri può essere usato ( conflitto riguarda norme che sono
collocate sullo stesso livello , sono entrambe generali , sono state emanate nello stesso
momento )
- in alcuni casi può essere applicato più di un criterio ma a seconda del criterio che si vuole
utilizzare si verificano diverse differenze ( ANTINOMIA DI SECNDO GRADO
ANTINOMIA DI SECONDO GRADO ----------------------------- conflitto tra norme (primo grado),
passa in conflitto di criteri per risolvere il conflitto ( per questo di secondo grado)

Es . Una norma inferiore , ( legge e costituzionale) , e anteriore ( legge emanata prima della
costituzione) ---------------- > in questo caso il criterio gerarchico viene considerato forte ,
perché non è in dubbio la gerarchia delle fonti , la costituzione vale a prescindere perciò il
criterio cronologico diventa un criterio debole.

Es. conflitto tra criterio cronologico e specialità le soluzioni non sono scontate , qual è il criterio
forte ? ci sono tante ipotesi , quello che è venuto in evidenza è che rispetto a questi criteri
SVANISCE L’ILLUSIONE DI UN USO MECCANICO E CHE CI PORTI IN UNA SITUAZIONE UNIVOCA ,
E SORGONO LE SOLUZIONI RAGIONATE DELL’INTERPRETE , PERCIò NON è MECCANICO , la
coerenza se non può essere considerato un dato di fatto e non può essere nemmeno
considerata una situazione risolvibile , deve essere guardata come un faro di orientamento
soprattutto del legislatore ( non dovrebbe fare leggi che vadano in contrasto , dovrebbero stare
attenti soprattutto loro che fanno tante leggi, cioè tipo se devi fare una legge che va contro a
una legge che già esiste , non dimenticarti che c’è lo strumento abrogativo , così non lasci dubbi
agli interpreti --------- molto spesso non lo fa e perciò casini !!)

r
 KELSEN , COSA PENSA DI QUESTO? PORTA L’ATTENZIONE sul problema del conflitto di norme
( già visto) vai a vedertelo , dice che resta valida finchè non viene espulsa ecc..

Anche se alla fine lui non si sofferma sulla coerenza proprio

 SCETTICA  Teoria Antiformalistica Radicale


 INTERMEDIA  Teoria antiformalistica Moderata

DUE LEZIONI IN Più ------- PARTE PRIMA

TEORIA DELL’INTERPRETAZIONE
La difficoltà dell’interprete sta nel fatto che è difficile attribuire significato alle parole delle norme che si
trova ad affrontare .

NINO paragrafo 5 : sottolinea come i problemi interpretativi e le questioni sollevate dalla mancanza di una
disciplina ( problemi delle lacune ) si presenta e vanno risolti anche nel caso in cui l’attenzione sia
focalizzata sulle decisioni giudiziarie e quindi dei sistemi a cui il riferimento a norme generali , e decisioni
delle corte che fungono da precedenti --- LEGGERE CHE INTEGRA

SE abbiamo toccato questioni dell’interpretazione , arrivati a questo punto dobbiamo sostare ancora ul
tema dell’interpretazione , con uno sguardo di inquadramento riassuntivo , lo faremo avendo come
strumento d’appoggio un ulteriori percorso , APPROCCIO SEMANTICO , e alla conclusioni farà richiamo a
due sentenze della corte costituzionale come esemplificazioni .

Ulteriore messa in evidenza della centralità del tema dell’interpretazione nel diritto , sottolineamo come
l’interpretazione rappresenti il campo di battaglio in cui si decidono i casi della pratica giuridica, c’è una
ricaduta pratica nel proceder nei percorsi interpretativi con certe o altre modalità MA SICCOME LA POSTA
IN GIOCO è RILEVANTE , non si parla di un tema staccato da quanto poi avviene nel mondo del diritto , anzi
c’è un collegamento stretto e proprio per questo si può intendere come l’interpretazione si sia andata
configurando come il luogo dei disaccordi più accesi

INTERPRETAZIONE, richiede l’adeguata soluzione di problemi di diverso tipo :

- Problemi teorici ( comprensione del linguaggio)

r
- Problemi etici ( giustizia delle decisioni) : parliamo di etica tutte le volte che vengono in primo
piano questioni di scelta tra diverse strade percorribili si prospettano queste alternative,
bisogna scegliere tra strade e per operare la scelta è necessario mettere in campo quegli ultimi
criteri di valutazioni rappresentati dai valori , e rimanda all’idea di modelli di organizzazione
della vita sociale , tipo di risposta che si da a problemi di vita concreta ( capitolo 6 nino , anche
lui sottolinea la complessità dei problemi di scelta di fronte a cui l’interprete si trova)

- Problemi di politica del diritto ( stabilità/ elasticità del diritto , rapporto tra
legislatore/interprete) : in relazione alle strade da percorrere c’è dietro la questione del diritto
dove viene l’esigenza di stabilità di certezza e quindi perplessità di forzare il diritto a dire
qualcosa che non c’è , ma fino a che punto ? quindi un diritto elastico oppure no?

INTERPRETAZIONE GIURIDICA , è stata affrontata da due punti diversi :

o Punto di vista descrittivo


o Punto di vista prescrittivo

Quando ci troviamo di fronte ad una teoria di interpretazione dobbiamo chiederci ma


siamo di fronte a descrizioni oppure a indicazioni che riguardano il miglior modo di
interpretare , e quindi una prescrizione , cioè come dovrebbe essere perché è meglio

Le opinioni sull’interpretazioni sono un insieme di idee da entrambi i punti di vista

Tesi relative al miglior modo in cui procedere ( prescrizioni interpretative) di solito , i


teorici dell’interpretazione sviluppano la loro tesi , in modo tale da avvalorare la
valenza descrittiva ma è frequente poter vedere all’interno di queste descrizioni ,
elementi di prescrizione .

TEORIE DELL’INTERPRETAZIONE :

 FORMALISTICA 
o l’interpretazione è un’attività di mera conoscenza
o Esiste una sola risposta corretta che il diritto fornisce all’interprete ( si limita solo a
riconoscere il significato incorporato nel testo ) , quindi ad ogni segno corrisponde un
solo significato riflesso del rapporto di rispecchiamento tra i segni e la realtà
(concezione rispecchiativa del linguaggio, sarebbe la concezione essenzialistica ------ tra
i segni e ciò a cui rimandano c’è quel rapporto di rispecchiamento degli enti nelle
proprietà essenziali )

 SCETTICA  o anche chiamata antiformalistica , teoria contraria al formalista


o L’interprete non si limita a riproporre il significato predeterminato delle norme ma
compie un’attività creativa , mentre interpreta il diritto , crea anche il diritto

r
o Non esiste solo un significato

 INTERMEDIA  è a metà, tra il formalismo e scettico , kelsen è con questa teoria , ci si rapporta
al significato della norma in diversi modi :
o Situazioni in cui sicuramente il dubbio non sorge , né sull’applicazione né sul significato
e quindi esempio ( vietato introdurre autoveicoli nel parco, non ci sono dubbi, perché si
sono consolidati in maniera solida le regole per l’attribuzione dei significati ,
o In altre situazioni , quella determinazione univoca non è possibile e si configura quella
zona di incertezza ( come kelsen diceva lo shcema della norma superiore è solo no
schema non dice tutto )
o Altre situazioni in cui sicuramente quella norma non ha quel signficato

APPROCCIO LINGUISTICO – SEMANTICO


È una considerazione dell’interpretazione secondo la quale , il punto di partenza per la corretta
impostazione dei problemi sollevati dall’interpretazione è offerto dal riflettere sul linguaggio e i problemi e
i problema relativi a questo .

La teoria del linguaggio , nella quale abbiamo individuato un insieme di tesi dotate di maggior forza
esplicativa , LA CONCEZIONE CONVENZIONALISTICA , l’approccio linguistico – semantico , è quella che ha
fatto riferimento alla concezione convenzionalistica

Teoria convenzionalistica _____ per affrontare i problemi interpretazione è meglio muoversi dalla
caratterizzazione del linguaggio come struttura regolativa ( insieme di segni che sono tra loro collegati
attraverso regole ----- caratteristica centrale ) e bisogna chiedersi quali sono queste regole ,Stabiliscono le
condizioni per il corretto d’uso di un termine , regolando :

- il rapporto tra i segni ( regole sintattiche )


- rapporto tra segni e ciò a cui rinviano ( regole semantiche)
- rapporto tra i segni e gli utenti ( regole pragmatiche)

quando si fa un interpretazione bisogna tener ben presente :

 La norma deve riferirsi ad un possibile stato di cose dell’esperienza


 Il rapporto di continuità tra linguaggio ordinario e giuridico
 La natura del linguaggio speciali / amministrativo del linguaggio giuridico
(cioè? Rimanda a quella caratteristica del ling- giuridico che subisce delle
delimitazioni di significato grazie all’operazione ridefinitoria )

r
INTERPRETAZIONE DEL LINGUAGGIO GIURIDICO E DIRETTIVE (regole) DI SIGNIFICATO

- Regole concernenti la comprensione immediata di una norma giuridica  sono regole che
regolano il funzionamento del linguaggio ordinario , che nonostante la vaghezza e l’ambiguità ,
appaiono sufficienti per comprendere la norma ( regole sintattiche , pragmatiche e
semantiche, se ci sono ri definizioni ecc.. ma bastano per risolvere problemi di interpretazione ?
NOOOO , SONO NECESSARIE MA NON BASTANO

- Regole di interpretazione giuridica  ulteriore livello di regole ma che vengono chiamate


regole propriamente di interpretazione giuridica , e bisogna ricorrere quando si hanno dubbi
sul significato o l’applicabilità della norma

ULTERIORE LIVELLO DI REGOLE ; REGOLE DI INTERPRETAZIONE GIURIDICA : il significato di una


norma dvee essere ricostruito attraverso l’analisi del contesto in cui la norma si trova , e
parlando di contesti si fa riferimento a contesti ( anche congiuntamente insieme ) , contesti di
diversi tipi :

o CONTESTO LINGUISTICO ---

Linguaggio giuridico come usato in un particolare ordinamento , ( non perdere il


contesto linguistico specifico di un sistema, tipo in Italia )

Stare attenti a , se esistono delle definizioni giuridiche o legislative

o CONTESTO SISTEMICO –

L’ordinamento esercita l’influenza sul significato delle singole norme , infatti qua entra
in gioco la coerenza , ogni volta che bisogna interpretare una norma ci si deve chiedere
se una norma è coerente con l’ordinamento nel suo complesso

L’interprete deve riferirsi alle norme già esistente all’interno dell’ordinamento quando
ci sono antinomie e lacune

o CONTESTO FUNZIONALE – situazione sociale relativa all’emanazione / applicazione di


una norma , cioè l’insieme delle relazioni sociali rilevanti in un certo momento storico ,
valutazioni ideologiche , sociali , i valori recepiti dal sistema giuridico nel suo complesso
ecc...

PARTE DUE _____________________________________________________________________________

Problema :

- ma quando andrà utilizzato l’uno o l’altro delle direttive di interpretazione ?


- e che fare quando le direttive portano a differenti significati?

Entreranno ulteriori regole ( prima linguistiche , poi di interpretazione , ora altre regole che consentiranno
di rispondere alle domande di prima )

r
INTERPRETATIO CESSAT IN CLARIS ( no dubbi interpretativi dove c’è chiarezza, ci sono situe in cui non
sorgono problemi di interpretazione) --------- > livello più alto delle direttive linguistiche , sistemiche e
funzionale che porta a rispondere alla prima domanda che NESSUN INSIEME DI DIRETTIVE INTERPRETATIVE
DEVE TROVARE APPLICAZIONE -------------- questa formula secondo cui non c’è bisogno di interpretazione
per quelle situazioni chiare , in realtà questa formula è una formula sintetica di una regola che si colloca a
un livello più alto delle direttive e nello specifico , questa formula che alla domanda QUALE DEI SISTEMI DI
REGOLE LINGUISTICHE DEVE ESSERE UTILIZZATO CONSENTE DI RISPONDERE CHE NESSUN DIRETTIVA VA
APPLICATO perché LA SITUAZIONE è Già CHIARA , NON è CHE NON C’è L’INTERPRETAZIONE , IL
PROCEDIMENTO INTERPRETATIVO C’è SEMPRE QUANDO BISOGNA INDIVUDUARE LA NORMA , MA UN
PROBLEMA INTERPRETATIVO NON C’è , DOVE SIAMO TUTTI D’ACCORDO CHE CON IL CARTELLO NON
FUMARE SIA VIETATO FUMARE UNA SIGARETTA , NON è CHE NON CI SIA IL PROBLEMA INTERPRETATIVO
MA è STATO Già RISOLTO DALLE REGOLE LINGUISTICHE DI TIPO SINTATTICO ECC.. E ADOTTANDO IN
MANIERA AUTOMATICA ------------ NON C’è DUBBIO , NON è GIUSTIFICATO ALCUN DUBBIO REALTIVA ALLA
FATTISPECIE CHE RICADE SOTTO LA NORMA ( l’interpretazione c’è sempre , in alcuni casi può avvalersi in
un livello solo , mentre in altri casi le cose sono più complicati e vanno messi in camp o altri strumenti )
QUA SI FERMA AL PRIMO LIVELLO

DIRETTIVE INTERPRETATIVE DI SECONDO LIVELLO

Vertono l’uso e la rilevanza delle direttive linguistiche , sistemiche e funzionali , cioè quelle che grazie alle
quali si dovrebbe dare una risposta alla domanda , ma quando usare una o l’altra regola per risolvere il
problema interpretativo E SOPRATTUTTO osno quelle regole che entrano in campo per operare scelte tra i
diversi insieme di regole linguistiche e dice : RICHIEDONO SCELTE CHE LE TEORIE DELL’INTERPRETAZIONE
TENDONO AD OCCULTARE ( formalisti dicevano che l’interprete non doveva fare scelte )

TEORIE DELL’INTERPRETAZIONE ( rispondo alla domanda : quale sono le regole che è meglio a far ricorso? ,
dipende dalle teorie ):

 TEORIE STATICHE ---------------- il significato di una norma rimane costante finché non è
esplicitamente cambiato con un intervento dell’autorità che ha formulato la norma
-------------------------------------- preferiscono un interpretazione attraverso il criterio secondo cui il
significato di una norma RIMANE costante finché non è cambiato da un intervento dall’autorità che
ha formulato la norma ( STABILITà è NECESSARIA PER GARANTIRE CERTEZZA DEL DIRITTO) – molto
collegato a una visione formalistica che dice che le norme le fa il legislatore , l’interpretazione che è
solo conoscenza , non può l’interprete cambiare il significato anche se si presenta come inadeguata
la risposta data dalla norma , i cambiamenti nel diritto li deve fare l’autorità che ha fatto la norma

Il diritto altrimenti diventerebbe anarchia , ognuno la interpreta come vuole e cambia il significato e
non si capisce più niente , si creerebbe un elemento di instabilità dal quale scaturirebbe una
deminutio della protezione legale che il diritto stesso attraverso le sue norme offre.

Prevalenza di direttive di primo livello linguistico-sistematiche : si predilige la ratio legis del


legislatore storico

r
 TEORIE DINAMICHE ------------------- il significato delle norme cambia nel tempo , si adegua alle
circostanze del contesto sociale , senza che sia necessario un intervento del legislatore , più
aderenza del diritto alla vita , viene valorizzato il ruolo di creazione del giudice in tema di
interpretazione , deve adattare le norme al contesto storico e sensibile ai cambiamenti sociali ,
quindi lui può modificare le norme per adattarle ai cambiamenti ---- ADERENZA DEL DIRITTO ALLA
VITA.

Prevalenza delle direttive funzionali : si predilige l’attenzione ed eventuali mutamenti socio-politici

La scelta di una direttiva interpretativa o dell’altra dipende DAI VALORI , spesso non esplictati , che però
stanno alla base della scelta , dipendono dalla sensibilità della società che a volte sono previsti
nell’impianto costituzionale
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-------------------------Perciò l’interprete qual ora ritenga prevalente l’esigenza di una maggiore aderenza
con il vissuto socio-politico sceglierà la teoria dinamica , diversamente se si atterrà allo spirito della legge
orientandosi verso la teoria statica .

Cosa succede in concreto quindi ? ( leggere sentenze ma non parti per appesantire il programma) due
sentenze della corte costituzionale molto importanti , voleva proporci delle considerazioni su :

PRIMA SENTENZA : NUMERO 138 DEL 14 APRILE 2010 ---------- > è una sentenza di cui molto si è parlato ,
ed è stata molto commentata perché ha riguardato un tema molto caldo cioè al tema del RICONOSCIMETO
DELLA LIBERTà DI CONTRARRE MATRIMONIO TRA PERSONE DELLO STESSO SESSO , sentenza importante
perché poi ci sono state leggi del legislatore che hanno introdotto una innovazione nell’ordinamento ,
introducendo la possibilità delle UNIONI CIVILI , anche se non espressamente qualificate come matrimonio ,
ma UNIONE CIVILE , questo è arrivato qualche anno dopo dalla sentenza.

Vediamo gli orientamenti interpretativi per farci vedere anche in caso di certe sentenze oggetto di diverse
opinioni si possa riscontrare la compresenza di orientamenti interpretativi dinamici e statici nella stessa
sentenza ( il secondo esempio è la sentenza dove c’è l’adozione di una teoria normativa dell’interpretazione
più di un tipo che dell’altro)

Questa sentenza è stata pronunciata dalla corte costituzionale a seguito di ordinanze di remissione fatte dal
tribunale di venezia e dalla corte di trento , e la corte costituzionale è stata chiamata a pronunciarsi sulla
legittimità costituzionale su una serie di articoli del codice civile , nelle parti in cui si dice sistematicamente
interpretati non consentono che le persone dello stesso sesso possano contrarre matrimonio , in
riferimento agli articoli 3 9 e 127 della costituzione

CORTE HA DICHIARATO _ le cose sollevate inammissibili e infondate , con questa pronuncia la corte ha
deluso le aspettative dei ricorrenti e di tutti quei soggetti interessati MAAAAA al tempo stesso non ha
avallato , anzi ha posto le premesse per superare la tesi dell’incompatibilità del nostro ordinamento di una
disciplina legislativa volta conferire rilevanza giuridica alle unioni tra persone dello stesso sesso , perché?
Perché la corte ha affermato che tra le formazioni sociali tutelate dall’articolo 2 della cost , va annoverata
anche l’unione omosessuali intese come stabile convivnenza di persone tra lo stesso sesso a cui spetta di
vivere insieme liberamente , avendo rilevanza giuridica con i seguent diritti e poteri e tutele

r
LA CORTE HA PRONCUNIATO L’INAMISSIBILITÀ PERÒ HA RICONOSCIUTO LA TUTELA PER QUESTE UNIONE,
a chi compete indivudare le forme e le garanzie per queste unioni? Le strade che si aprivano erano:

- di sostenere che la corte potesse intervenire con una sentenza ADDITIVA DI PRINCIPIO così da
dare direttamente i diritti e le tutele per le unioni
- Ritenere che spettasse al parlamento fare delle leggi finalizzate a riconoscere e tutelare i diritti
della coppia omosessuale ------------------ LA CORTE HA SCELTO QUESTA , FONDANDO LA
DICHIARAZIONE DI INAMISSIBILITà , E DICENDO CHE LA REGOLAZIONE RIENTRA NELLA
DISCREZIONALITà DEL LEGISLATORE.

Ecco , ma allora , tornando alle strategie interpretative , la corte ha escluso di poter estendere a situazioni
nuove e diverse , la previsione contenuta nell’articolo 29 , lo ha escluso con diversi argomenti :

 ( uno molto criticato , era che la disparità di trattamento di coppie etero e omo trovava
giustificazione nella differenza delle coppie in base alla loro capacità procreativa , e fu molto
criticato questo perché l’omosessualità non è quella maschile ma anche quella femminile e
potrebbero proceare ecc…)
 La nozione di matrimonio dell’articolo 29 era quella definita dal codice del 1942 che stabiliva
che i coniugi devono essere persone di sesso diverso , quindi diciamo l’infondatezza in realtà
viene basata sull’argomento ORIGINALISTA , cioè l’argomento secondo cui c’è un nucleo di
significato dell’articolo 29 non superabile per via interpretativa , se non si leggesse altro cosa
dovremmo dire ? quale orientamento interpretavo ha improntato la corte ? STATICA , usa ciò
che ha voluto dire il legislatore( asse. Costituenda) quando ha fatto la norma
---------------------------------------------------- ma abbiamo due diversi orientamenti

Perché è vero che la corte ha ritenuto non accoglibile la richiesta di una estensione dell’articolo 29
( STATICO) --- è anche vero che si trovano informazioni che hanno agito per dare una spinta dell’intervento
legislativo che poi c’è stato , e qual è l’affermazione ? LA CORTE DICE CHE I CONCETTI DI FAMIGLIA E
MATRIMONIO NON SI POSSONO RITENERE CRISTALIZZATI , perché SONO DOTATI DELLA DUTTILITà PROPRIA
DEI PRINCIPI COSTITUZIONALI E QUINDI VANNO INTERPRETATI A SECONDA DELL’EVOLUZIONE DELLA
SOCIETà ( DINAMICA) grazie questo poi il legislatore ha fatto la legge
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-------------------------------

SECONDA SENTENZA : sentenza del 2019 numero 242 ----------------------------- sentenza con cui la corte cost
si è pronunciata su una questione dell’ammissibilità di forme di aiuto attivo a morire , prestato nei confronti
di soggetti in condizioni insostenibile sofferenza e di irrimediabilità della loro situazione , senza possibilità di
guarigione e nemmeno di sollievo della condizione di sofferenza
-------------------------------------------------------------------------------- LA QUESTIONE SE SI POSSANO RICONOSCERE
COME LGITTIME FORME DI AIUTO AL SUICIDIO
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-------------------------------------------------------------------------------------------------------- questione molto delicata ,
una questione collegata a DJ FABO E DI CAPPATO , cappato inviato a giudizio ai sensi dell’articolo 580 c.p.

r
che vieta l’aiuto al suicidio , cappato ha dato attuazione alla volontà di DJ FABO che era in una situazione
devastante dopo un incidente automobilistico , aveva tentato qualsiasi strada di cura o allineamento del
dolore , e lo aveva aiutato ad andare in svizzera dove ha ottenuto l’aiuto al suicidio con eutanasia , cappato
ha avuto questo ruolo di accompagnamento , ed è stato rinviato a giudizio con imputazione di aiuto al
suicidio .

DECISIONE DELLA CORTE COSTITUZIONALE : ha deciso dopo 1 anno , ha dichiarato illegittimamente


incostituzionale l’art. 580 c.p. per violazione di art 3 e altri della cost , nella parte in cui questo articolo non
esclude la punibilità di chi agevola il proposito al suicidio AUTONOMAMENTE FORMATOSI DA UNA
PERSONA AFFETTA DA UNA PATOLOGIA IRRIVERSIBILE , CHE LA PERSONA INTERESSATE REPUTA
INTOLLERABILE BASTA CHE LA PERSONA SA PRENDERE DECISIONI AUTONOMAMENTE E SIA CAPACE DI
INTENDERE E DI VOLERE .

La corte ha preso questa decisione , che segna una svolta nell’ordinamento , ma l’ha fatto in che modo ?
questa volta la corte ha ritenuto come nell’altro caso che ci si trovasse di fronte a materie che richiedevano
l’intervento legislativo , ma mentre nel primo caso si è pronunciata per inamissibilità , questa volta ha
sostenuto che posta di fronte a questo non sanabile in via interpretativa , che sembrerebbe non sanabile ,
la corte è tenuta comunque a porvi rimedio , occorre evitare che l’ordinamento presenti zone franche
immune da legittimità costituzionale come quello penale dove è molto importante attuate tutela
-------------------------- mentre in quel caso era stata ravvisata l’infondatezza , questa volta la corte interviene
direttamente subito lei , la corte richiama che l’articolo 580 del c.p. che è antecedente alla costituzione ,
era stato scritto in un momento in cui la salvaguardia della vita era accostata come tutela collettiva ( non
bisogna sottrarre vite alla patria , eravamo nel fascismo) ma soprattutto nel sancire il divieto dell’aiuto al
suicidio il legislatore degli anni 30 non aveva assolutamente considerato , no avrebbe nemmeno potuto
considerare delle situazioni che si sono configurate dopo il 1960 a seguito di straordinari progressi alla
medicina che hanno introdotto molte possibilità di cure ma anche strumenti destinata a protrarre la
sopravvivenza in situazioni inimmaginabili negli anni 30 , infatti la corte si sofferma proprio su queste cose ,
in questo caso , TEORIA DINAMICA OVVIAMENTE , adatta la norma alle trasformazioni sociali e innovazioni
tecnologiche .

Testo di kelsen : sesto capitolo : leggere paragrafo 41 , e tralasciare il 42

Testo di nino : quinto capitolo : fino a pagina 257

26-04-2021

Quando avevamo preso in considerazione della definizione di diritto, avevamo visto diverse categorie di
termini e poi abbiamo introdotto una distinzione tra termini e corrispondenti concetti giuridici di tipo
fattuale e termini e concetti di tipo normativo ---------------------- concetti giuridici sono il significato del
termine giuridico

- Concetti di tipo fattuale


- Concetti di tipo normativo ( vai a rivedere entrambe)

CONCETTI GIURIDICI NORMATIVI

r
 ( il significato del termine viene colto da un procedimento indiretto , rappresentato dal
riferimento a norme o a certe condizioni stabilite dalle norme ) perciò il significato delle norme
non può essere colto solo tramite un procedimento diretto e cioè mediante termini che
rinviano a proprietà /fatti dell’esperienza
 Significato dei termini giuridici ,è necessario il riferimento a certe condizioni stabilite dalle
norme .

Modalità di definizione dei concetti giuridici normativi , lo faremo con delle considerazioni di riferimento di
riferimento , alcuni molto meritevoli

IL CONCETTO DI DIRITTO SOGGETTIVO


DIVERSE CONCEZIONI DEL DIRITTO (universo giuridico in generale) e si è andata a evidenziare la
contrapposizione tra due delle diverse concezioni : Concezione giusnaturalista e Giuspositivista ,
mettere l’attenzione su questa contrapposizione su questi due modi di intendere il diritto
soggettivo in paragone al diritto oggettivo in questi due modi , questo taglio di analisi è adottato
anche da kelsen , torniamo indietro nel libro ( 4 capitolo ) e farà riferimento a questo capitolo e
all’analisi di kelsen in questa materia
Kelsen fa una prima ricognizione e ricostruzione della concezione del diritto soggettivo che poi farà
oggetto di critica dalla quale prenderà la distanza prima di proporre un nuovo diverso modo che
sarà il suo kelseniano ------------------ qualche studente incorre nell’errore di non cogliere bene
questo percorso di kelsen , che ha una prima parte dove kelsen prende in considerazione una
concezione che poi critica per poi descrivere la sua e alla domanda COME KELSEN INTENDE IL
DIRITTO SOGGETTIVO lo studente parte subito a richiamare le prime considerazioni di kelsen che
in realtà non sono le sue concezioni , ma è l’analisi di kelsen la prima parte
 CONCEZIONE DUALISTICA TRADIZIONALE = PRIMA PARTE ( kelsen fa riflessioni su questa
concezione , non è la sua) --- kelsen riferisce questo aggettivo “dualistico” la riferisce alla
concezione giusnaturalistica , questa concezione è una concezione dualistica perché :

1. DIRITTO POSITIVO riguardo al diritto riconosce che il diritto ha una faccia positiva
concreta è il prodotto di atti normativi

r
2. DIRITTO NATURALE sta al di sopra del diritto positiva , per i giusnaturalisti una norma è
giuridica solo se è conforme ai principi del diritto naturale , quindi il diritto positivo trova
un limite nel diritto naturale

Kelsen nota come si sia radicato nella cultura giuridica un modo di intendere il dir.
Soggettivo che è collegato a questa visione dualistica e che si sarebbe poi riproposta poi nel
modo di intendere il dir. Soggettivo :

o Diritto soggettivo  stia a richiamare un ambito di libertà spettante agli


individui in forza della loro natura umana e che sono preesistenti al diritto
positivo ( cioè diritto oggettivo)

o Diritto oggettivo  è l’insieme delle norme prodotte da chi aveva il potere , ma


norme che rispetto al dir. Soggettivo sono finalizzate al riconoscimento e la tutela dei
diritti soggettivi di prima.

= la conclusione , è che prima si formano i diritti soggettivi ( tipo dir. Proprietà ) ma solo più avanti
appare il diritto oggettivo che riconosce e tutela questi diritti soggettivi che già esistevano
--------------------------------il diritto ha questa visione duale che si inserisce nel diritto soggettivo e
diritto oggettivo , la dimensione che pesa di più è quella del diritto soggettivo !!

 CONCEZIONE DI KELSEN DEL DIRITTO SOGGETTIVO ( critica di kelsen alla concezione


dualistica )

o Prima critica : La concezione dualistica È viziata , dal carattere ideologico ( per


lui è una cosa negativa ) -------- kelsen fa notare come in quella prospettiva
tradizionale anche la nozione di soggetto di diritto fosse stata usata pensando
all’individuo già titolare di quei diritti soggettivi , e quindi il soggetto di diritto è
qualcosa che il diritto oggettivo si trova già precostituito, indipendente
dall’ordinamento giuridico e che deve tutelare ecc..

Per lui è una contrapposizione della teoria tradizionale , perché considera


entrambi come già esistenti , perché in realtà lo si deve riconscere che il senso
del diritto oggettivo è quello di porre vincoli all’azione delle persone , mentre
invece il diritto soggettivo punta sulla nozione di libertà , assenza di vincoli ecc..
PERCIò è UN CONTROSENSO , è UN CONSTRASTO

o Seconda critica : in che senso questa prospettiva tradizionale ha una valenza


ideologica ( paragrafo 21) ?

Ideologica per kelsen ---


(ideologia marxista sono rappresentazioni del mondo ma che avrebbero avuto
una funzione di occultamento e di travisamento della realtà, nel caso di

r
pensiero marxista l’occultamento è l’occultamento dei rapporti di sfruttamento
presenti nell’organizzazione economica della società ) accezione negativa di
ideologia )

Kelsen non aveva idee marxiste ma quando sviluppa la sua visione


dell’ideologia , usa una nozione un po’ imparentata con quella marxista perché
per kelsen ideologia è quando si nasconde /traveste qualcosa da qualcos’altro ,
e nello specifico si nasconde , si traveste come attinente alla conoscenza di
come è la realtà ( dir. Soggettivo) qualcosa che non è negativo ma è su un altro
piano cioè non quello della conoscenza ma quello dell’etico-politica

Es. -------- ragionando sul dir. Soggettivo di prorpietà


Kelsen dice che si sottoscrive la teoria tradizionale , si fa passare l’idea che dal
momento che il dir. Soggettivo di proprietà è pre esistente si fa passare l’idea
che non sarebbe configurabile una elaborazione del diritto oggettivo , una
norma in una direzione che può portare a limitare la proprietà privata
-------------------------- kelsen dice che si possono avere idee diverse
( rappresentazioni diverse della società, qualcuno può pensare che una soc. in
cui il peso della proprietà sia minore , sia poco rilevante , altri invece dicono che
è importantissimo è molto rilevante ) e che queste idee variano in base all’etica
e alla politica , non si può dire che la società non potrebbe mai proprio st
strutturalmente avere una configurazione da contemplare l’abolizione della
proprietà privata ( si fa ideologia quando non si tengono chiaramente distinte
queste due cose : cioè la conoscenza ( quello che è) e etica/politica ( quello che
dovrebbe essere)

 DIRITTO SOGGETTIVO SECONDO KELSEN ( posizione riduzionistica/antidualistica) – vera e


propria concezione di kelsen del diritto soggettivo- paragrafo 23

o Diritto soggettivo strettamente connesso al diritto oggettivo : anche i diritti


soggettivi sono creati dal diritto oggettivo e non semplicemente riconosciuti dal
diritto positivo ----------------- riduce , riconduce il dir. Soggettivo sotto al dir.
Oggettivo

o Propone il superamento del DUALISMO , fra dir. Soggettivo e dir. Oggettivo

Le norme del diritto oggettivo hanno due funzioni :


 Attribuzione di obblighi ( funzione necessaria) = perché per kelsen la
norma primaria , vera e propria era quella che imponeva un
comportamento altrimenti c’era la sanzione

 Attribuzione di autorizzazioni ( funzione eventuale) = paragrafo b-


(attribuzione del diritto soggettivo , viene usata in significati diversi e
kelsen intende che la norma positiva può, tra le condizioni della

r
conseguenza dell’illecito ( illecito e la conseguenza cioè la sanzione , si
interpone una manifestazione di volontà da parte del soggetto che è
stato leso nel suo interesse ) ------------ l’autorizzazione è la
legittimazione che il diritto positivo attribuisce a individui che sono stati
lesi in un loro interesse , la legittimazione ad esercitare l’azione
processuale contro il colpevole , se vuole .

( qua il diritto oggettivo , dà il permesso diciamo ad esercitare il diritto


soggettivo di un individuo) il diritto soggettivo si risolve in un
meccanismo previsto dal diritto oggettivo di manifestare la propria
volontà ad attuare l’azione dove all’esito del processo potrà essere
comminata la sanzione

Perciò il diritto soggettivo è ricondotto all’autorizzazione ad un soggetto


leso di promuovere l’azione processuale mettendo in moto il
meccanismo del giudizio , alla fine ci sarà una sentenza ___ per questo
che kelsen dice che riconduce il diritto soggettivo al dir. Oggettivo

ATTRAVERSO L’ESERCIZIO DEL POTERE PROCESSUALE , I PRIVATI


PARTECIPANO INDIRETTAMENTE ALLA PRODUZIONE NORMATIVA
( sentenza del giudice , senza la loro azione non ci sarebbe stata una
sentenza e cioè una norma )
Perciò per kelsen il diritto soggettivo :
- Situazione di tutela di interessi direttamente direttamente legate a norme del diritto
positivo che le prevedono e le determinano
- Esistono i diritti soggettivi solo se vengono istituiti da norme di diritto oggettivo
- Al di fuori della previsione di norme positive , le altre cose non sono diritti soggettivi ma
aspettative etico politiche ( diritti morali )
- Kelsen istituisce uno stretto collegamento tra la posizione soggettiva qualificabile come
DIRITTO e l’attribuzione a colui che ne è titolare del diritto /potere e promuovere
un’azione processuale ------------ GARANZIA PROCESSUALE = kelsen ha dato rilievo a
questo , cioè che si può parlare di diritti in senso forte laddove ci sia una legittimità a
promuovere l’azione processuale

È questo il punto che molti hanno criticato , perché dicono che come sempre kelsen
riduce le cose per rendere chiara la struttura ma mettendo in ombra altre cose molto
importanti , perché se si mette in rilievo questo stretto collegamento con l’azione
processuale , si rischia di non riconoscere l’esistenza di diritti soggettivi che sono
previste dal diritto positivo ma che non sono accompagnate da garanzie processuali
--------------- allarga il riconoscimento dei diritti a situazioni previste da norme ma che
non sono espressamente accompagnate da garanzie processuali , a che livello? Ad
esempio dei diritti sanciti a livello costituzionale nella prima parte , dove sanciscono
principi e riconoscono i diritti , ma non rinviano a meccanismi processuali per far valere
quei diritti quindi qua nella costituzione non troviamo la garanzia processuale , perciò

r
non si può focalizzare tutta l’attenzione su questo , quindi sono diritti soggettivi tutti
quei diritti che hanno anche la garanzia processuale prevista sempre dalle norme
positive. Perciò IL RAGIONAMENTO VA BENE , MA BISOGNA ALLARGARE QUESTO
PENSIERO E FAR RIENTRARE ANCHE QUESTE SITUAZIONI.

28-04-2021

I DIRITTI UMANI FONDAMENTALI


Sviluppo che è opportuno , sviluppo volto a evidenziare il ruolo che la proclamazione dei diritti a
livelli costituzionali /internazionali ha , l’importanza di questi diritti in questa dimensione , che non
devono perdere di importanza ( kelsen non li considerava).
Oggi quando parliamo di diritti umani ci riferiamo a un modo di intenderli diverso a come venivano
intesi prima (1789 dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino) :

PER QUANTO RIGUARDA IL CONTESTO INTERNAZIONALE _______________________________

Prima ----- 1789 dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino  periodo
rivoluzionario , una rottura al sistema precedente dove diritti e garanzie erano legati a
non una categoria dei cittadini ma all’appartenenza a una certa parte della società
gerarchicamente superiore ecc… ecco questa dichiarazione del 1789 è una
dichiarazione importante , perché il primo articolo dice : “ gli uomini nascono liberi e
uguali nei diritti “ ( si parla di uomini non donne , è una dichiarazione dell’uomo
maschio e del cittadino maschio !!)
Art 1 : gli uomini nascono liberi e uguali nei diritti

r
Art 2 : fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili
dell’uomo – questo dà la chiava per vedere l’ottica diversa in cui i diritti umani vengono intesi cioè
diritti naturali , ossia siamo nel giusnaturalismo razionalista , non c’è nessuna divinità rinchiusa ,
qua ci sono diritti dell’uomo in quanto uomo dalla nascita , e che sono diritti sovraordinati al diritto
positivo il quale dovrà solo riconoscerli e tutelarli.

DOPO UN SECOLO E MEZZO , DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE , ci si rende conto che
l’uomo era stato degradato in oggetto di scelte politiche , perciò il concetto di dignità umana è il
concetto che fa cambiare tutto ------------- ogni essere umano è portatore di dignità , e ha anche dei
diritti

NASCE L’ESIGENZA DI STRUTTURARE A LIVELLO NAZIONALE E INTERNAZIONALE UN


DIVERSO TIPO DI ORDINE : carta delle nazioni unite del 1945
Si fissano dei nuovi scopi per la comunità internazionale :

- Divieto di fare la guerra ___ che sono la pace e la sicurezza , una pace attraverso il diritto
positivo e nella sicurezza si fissa un principio : “divieto generalizzato della guerra” con la
creazione di un organo apposito cioè il consiglio di sicurezza che è un organo che filtra ogni tipo
di iniziativa bellica.

- Protezione dei diritti umani ____ ed emerge una esigenza che trova espressione in una
dichiarazione universale dei diritti umani , 1948

Dichiarazione dei diritti umani del 1948 ----------- preambolo : riconoscimento della dignità
inerenti a tutti i membri e altri diritti

Art 1  tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali con dignità e diritti
Si nota come dal 1789 al 1948 come sono cambiate le cose , ora siamo in un ottica
Giuspositivista , è importante sottolineare come i diritti umani non sono naturali ,
propri del soggetto che sono al di sopra del diritto positivo , ma trovano il proprio
riconoscimento in una fonte del diritto positivo , e visto che il diritto positivo è una
decisione all’interno di una comunità umana di un certo periodo storico di una certa
zona , di una certa società ecc.. ----------- non ne diminuisce la portata , dicendo che
sono diritti umani in quanto diritti positivi , cioè c’è un accordo tra gli stati , stiamo
dicendo quanto sia importante ribadire il riconoscimento affinchè questi non diventino
solo diritti dichiarati senza la sostanza.

PER QUANTO RIGUARDA L’EUROPA ________________________________________

r
L’Europa è un contesto nel quale dalla metà del secolo scorso si è posto in essere attraverso
riconoscimenti , un nuovo concetto dell’Europa e da una parte del riconoscimento dei diritti
fondamentali , in termini identitari cioè è un carattere non secondario , di contorno ma l’Europa si
identifica molto nella protezione dei diritti fondamentali perché? Perché ha messo dei meccanismi
per proteggere i diritti umani anche processualmente , le tappe :

 1950 : convezione europea dei diritti dell’uomo ------------ mira a garantire il


riconoscimento e la protezione effettiva , non solo ai cittadini europei ma ad ogni persona
sottoposta alla giurisdizione degli stati europei ( americani che si trova in Europa ) e la
previsione di un organo giurisdizionale cioè LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO

 LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO -------------- è come se si fosse sostituita alla
verticabilità che vedeva un soggetto sotto allo stato , una orizzontalità che pone l’individuo
e lo stato uno di fronte all’altro a livello pari e un organo che può sanzionare lo stato che
ha violato i diritti fondamentali ------- questo non c’è in America.

 Carta dei diritti umani di Nizza


L’unione europea pone la persona al centro della sua azione ( persona = ogni cittadino è
una persona ma non ogni persona è per forza cittadino europeo , perciò è aperta non solo
ai cittadini europei ma chiunque )
Teoria dei diritti fondamentali di Ferraioli --- sfera dell’indecidibile ______sfera di ciò che nessun
potere può decidere , e ciò che nessuna maggioranza dei rappresentanti deve decidere , perciò in
questo campo , cioè nei diritti fondamentali sono un ambito rispetto ai quali , le decisioni politiche
non possono decidere , perciò non possono limitarle ( libertà di pensiero , ci sono limiti okk , ma
qua intendiamo in termini generali , nessun potere politico può sopprimere il diritto di pensiero )
Art 3 costituzione : non basta che il potere politico dice che riconosce e non li limita questi diritti ,
ma devi anche applicarti al fine che garantisce l’esercizio di questo diritto .

ACCEZIONI DI FONDAMENTALE :
Prima accezione la fondamentalità dei diritti umani , è l’opposto di accessorio , è ciò che è
imprescindibile
seconda accezione di fondamentalità , è l’opposto di integrativo , è qualcosa che si pone alla base
di tutto
terza accezione la fondementale cioè che non può essere oggetto di compromessi , è vero che i
diritti umani possono essere parzialmente limitati ma non si deve intaccare il contenuto
essenziale , c’è un nucleo che non deve mai essere messo in discussione , perché si modifica il
sistema stesso

r
cosa rappresentano i diritti fondamentali ? rappresentano un linguaggio comune europeo , se
dovessimo dire la lingua comune europea non c’è , ma il linguaggio comune è quello dei diritti
fondamentali cioè una sfera che ha una connotazione ulteriore , è un linguaggio PERFORMATIVO ,
cioè dire che i diritti fondamentali più vengono riconosciuti , cristallizzati più sono capaci di
trasformare la realtà.

TEM dei diritti umani , tenendo presente la funzione performativa , tenendo conto l’idea di
sovranità------------------- linguaggio performativo , la capacità dei diritti è anche quella di modificare
dall’interno i rapporti di certe idee fondamentali una tra queste è l’idea di sovranità, cioè infatti i
diritti limitano da sempre la sovranità

*le cose cambiano con la carta del 1945 , è importante tenere presente che quel nuovo equilibrio
non cambia radicalmente il ruolo degli stati , perché è tutt’ora stato-centrico , quindi la carta non
cambia quello schema , nell’articolo 2 della carta delle nazioni unite dice che il sistema si basa sulla
uguaglianza sovranità degli stati, e deve esserci una differenza :
sovranità interna === rapporto fra lo stato e gli individui che si trovano nello stato , e va
progressivamente disciplinandosi con l’affermazione dello stato di diritto in una chiave garantista
nei confronti degli individui
sovranità esterna === rapporto fra soggetti che formalmente sono ugualmente sovrani e con le
organizzazioni internazionali a cui questi soggetti hanno aderito , è arrivata alla carta delle nazioni
unite , dove almeno formalmente le reali capacità dei vari stati non sono sufficienti per
comprometterne l’indipendenza e l’autonomia , o per essere ragione di mire espansionistiche

sovranità sta al sovranismo = concetto sta alla sua degenerazione ( sovranità: precedenza degli
interessi di una comunità rispetto a chi non ne faccia parte e rispetto agli obblighi assunti dallo
stato in ambito internazionale)

Due categorie : rapporto tra sovranità e diritti umani , i dir. Umani sono limiti ma anche
fondamenti della sovranità

 LIMITE  diritti umani come limite della sovranità


È una posizione che dice che i diritti umani sono delle ragioni perché venga presa una
decisione a livello internazionale nei confronti di chi viola i diritti

Questa idea è tradizionale e che si può vedere nella carta delle nazioni unite perché
rispetto ai diritti sovrani che discendono dall’uguaglianza sovrana si sono aggiunte due
visioni :
- Doveri :
- Responsabilità :

r
ci riferiamo a un modello di sovranità, sovranità vespasiana che nasce come modello
convenzionale con la pace di west falia , la religione è un elemento che nella storia della
sovranità è fondamentale , e cosa avviene ? si cristalizza il modello dello stato nazionale
, lo stato wesfaliano che stabilizza questo modello vincola l’idea che lo stato
rappresenta una forma di organizzazione politica e di monopolio di produzione
giuridica a base territoriale , è lo stato che si radica bene nei suoi cofnini e che decide
se limitarsi se non limitarsi rispetto agli individui e agli altri stati

questa idea di stato wesfaliano che dentro decido io , si è visto molto chiaramente per i
migranti , cioè per quei soggetti che non sono protetti da nessuno stato, e che vengono
qui per cercare di proteggere quei diritti , e ci sono molti discorsi wesfasiani , i porti che
si chiudono , la sicurezza dei miei , ecc… ( lega) che cosa è il limite allora?
- Da un certo punto di vista , il limite è ciò che si applica a certi ambiti , o ne fai parte o
non ne fai parte
- Altra accezione , il limite rappresenta la soglia oltre la quale non bisogna spingersi ,
perché oltrepassare il limite vuol dire esporsi a quelle conseguenze strumentali a
garantire il rispetto ( i diritti umani devono essere intesi come limiti alla sovranità degli
stati , depotenziano lo stato wesfaliano , tipica di questa idea è che il fondamento dei
diritti umani è nei trattati , nelle fonti pattizie , è nella volontà degli stati , è nella
sovranità ( è lo stato che hanno scelto di fare quel patto e possono togliersi)

Ci sono dei giganti ( cina o russia ) , a livello internazionale il numero delle democrazie
sta diminuendo , e ci deve far pensare , perché l’europa in questo senso è un’eccezione
positiva per una volta.

L’europa è il contesto nel quale l’idea di sovranità ha subito cambiamenti profondi ,


tuttavia , penso che esista di una sorta di logica non espressa che è una logica trascenda
le intenzioni iniziali degli stati ( questioni economiche non diventavano motivo di
guerre mettendo a rischio la nostra esistenza) questa logica non è quella del limite ,

i diritti umani hanno una funzione genetica rispetto all’idenitò degli stati europei , dal
secolo scorso perché si creano le premessa perché ci possa essere un modo diverso e
nuovo per essere sovrani , se letta così i diritti umani declinano l’autonomia decisionale
a partire dalla garanzia dei diritti umani , ma non in negativo.
-----------------------------------------------

 FONDAMENTO (anche qualcosa sopra) diritti umani come fondamento della sovranità , che
trovano il fondamento dello stato costituzionale di diritto , è contradditorio pensare la sovranità in
termini wesfaliani ma in un contesto in cui ne rappresenta l’esatto opposto , e penso che sia
importante non sbarazzarsi dei concetti di sovranità che è pericoloso ma va riabilitato , concetti che
vanno ridefiniti , dobbiamo riabilitarlo proprio perché c’è un vocabolario SOVRANO E NON
SOVRANISTA A LIVELLO INTERNAZIONALE .

r
3 modi per concepire il fondamento :

1. radicamento = i diritti umani radicano la logica del potere ultimativo ( l’ultima parola è
dello stato, cioè sovranità wesfaliana dove non ci sono limiti ) nella logica del diritto
positivo ( alla kelsen) diritto che limita e si autolimita attraverso procedure e controlli
democratici

2. giustificazione = i diritti umani giustificano il potere sovrano , perché i dir. Umani


rappresentano la ragion d’esser dell’esistenza di un potere ( alla domanda perché lo stato
esiste e resiste? Lo stato esiste perché questa forma di organizzazione politica si è
modificato eccc.. ma esiste e resiste perché deve tutelare i diritti umani ( es Turchia , nel
contesto europeo , alla richiesta dell’adesione della turchia all’UE , non c’è sovranità
interna che regga nella misura in cui lo stato non rispetta diritti umani fondamentali , tale
per cui è una sorta di test di compatibilità nel contesto europeo , il fatto che un certo stato
può aderire solo se rispetta i diritti umani fondamentali

3. sostegno = fondamento come sostegno , i diritti umani sono fondamento nel senso che
sostengono l’architettura giuridica dello stato costituzionale di diritto , perchè se mettiamo
in discussione che la tutela dei diritti fond. La restringiamo alla tutela dei soli cittadini , la
sovranità del modello europeo si sbriciola , ecco perché i diritti umani sono fondamento
come un sostegno per lo stato costituzionale di diritto ( diventa uno stato costituzionale di
diritto solo se tutela i diritti di tutti non solo dei suoi cittadini)
Concetto di sovranità lo troviamo in kelsen , perché era in un momento in cui si doveva dare rilievo
a questi termini , limitanti e fondanti al tempo stesso della sovranità.

Sovranismo è una sovra ordinazione totale degli interessi interni di una sovranità politica rispetto a
tutto ciò che non è quello stato ( è una degenerazione ideologia , è implicita un’accezione
negativa questa ideologia come per kelsen )
Sovranismo fa intendere che è simile alla sovranità per una questione di parentela di linguaggio ,
le parole soo simili , però fa passare l’idea che sono simili ma in realtà sono due cose diverse.

29-04-2021

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SUL DIRITTO SOGGETTIVO PER KELSEN.


Nel prospettarci il dir. Soggettivo come esercizio dell’azione processuale , Kelsen sottolienava
come il dir soggettivo così inteso si risolvesse in una forma di partecipazione indiretta di
produzione del diritto , il meccanismo al quale kelsen ha fatto riferimento , sottolinea come sia

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proprio di un settore specifico del diritto cioè il diritto privato ( perché nell’ambito penale l’azione
non è del privato ma del ministero ) mentre nel privato l’azione la può esercitare il privato :
- Questo meccanismo dell’azione opera nel campo del diritto privato in ordinamenti
basati sulla proprietà privata ( capitalisti) .

- Kelsen sottolinea come questa idea che attraverso il dir. Soggettivo si ha una
partecipazione indiretta alla produzione del diritto viene sostenuta anche in riferimento
ad un'altra tipologia di diritti , non solo quelli soggettivi privati ma anche dir. Soggettivi
pubblici ( dir. Politici) e vedremo che kelsen sostiene che i dir. Politici si risolve come
una modalità di partecipazione alla creazione del diritto ( sganciato dal meccanismo
processuale , ma con un’altra modalità , qua producono indirettamente norme non
individuali ( cioè sentenze) ma di norme generali e astratte dei rappresentanti scelti da
me che poi faranno le norme cioè i legislatori)

Vanno considerate ( nino considera a pagina 176 a 184) altri significati che non sono alternativi ma
proprio punti di vista diversi che si ritrova sempre in kelsen ma che si ritrova in altre opere di
kelsen , che dir. Soggettivo sia espressione che rimanda a situazioni soggettive semore e
comunque configurabili e descrivibili avendo riguardo alle norme del dir. Oggettivo ( punto fermo)
però vengono prospettate accezioni di diritto un po’ diverse , viste in una forma statica e non
dinamica , non collegate all’azione processuale : ALTRI SIGNIFICATI DI DIRITTO SOGGETTIVO :
 Diritto : non proibito
= ambito del permesso : non esiste una norma che vieti quel comportamento ( è
permesso tutto ciò che non è vietato , infatti : “laura aveva il diritto di vendere quel
prodotto / abbiamo diritto a fermarci in aula dopo l’ora di lezione “ ) secondo kelsen
sono traducibili in atti che affermano che un certo dir. Oggettivo ( norma) non proibisce
quel comportamento -------------------------------- IO HO DIRITTO A … può essere inteso
dell’inesistenza di una norma che qualifica il comportamento come vietato.

 Diritto : diritto come autorizzazione


=situazione soggettiva creata da norme autorizzative (norme di diritto amministrativo)
Qui si parla della situazione che scaturisce dal fatto che ci sia una norma
AUTORIZZATORIA , e norme tipo “ il comune ha concesso a laura il diritto di aprire
questo negozio “ , qua esiste una norma che autorizza a fare un comportamento che in
assenza dell’autorizzazione sarebbe vietato

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Kelsen ammette che la parola diritto abbia anche questo significato ( strano perché
per kelsen erano norme vere e proprie solo quelle che proibiscono qualcosa nota nino)

 Diritto : come l’altro lato , correlato di ecc… ( obbligo attivo)


= attribuiscono obblighi attivi cioè di fare (es. laura ha diritto ad essere pagata dal suo
debitore) anche qui possono essere enunciati in norme oggettive e in questo caso ,
dire che laura ha diritto ad essere pagata vuol dire fotografare dal punto di vista del
creditore , la situazione che discende dal fatto che ci siano norme che impongono ad
altri soggetti cioè deb. L’obbligo attivo di fare la prestazione !! ( c’è norma che dice al
debitore di fare qualcosa )

 Diritto : come l’altro lato , correlato di ecc… ( obbligo passivo)


= attribuiscono obblighi passivi cioè astenersi dal far qualcosa ( es. laura ha diritto a
che non apra nessun negozio concorrente nello stesso isolato ) quindi ci sono norme
che imponogono a dei soggetti di NON FARE QUALCOSA .

 Diritto come : azione processuale ( già vista , e che secondo kelsen è il significato di
diritto soggettivo più pregnante )

 Diritti politici _ forme di partecipazione indiretta alla creazione del diritto ( leggi prima)

DIRITTO DI PROPRIETÀ IN PARTICOLARE


Il diritto di proprietà è un DIRITTO SOGGETTIVO , kelsen lo usava come quello per eccellenza , la
proprietà è stata considerata il diritto REALE per eccellenza .
Il diritto reale è un diritto che un soggetto ha su una COSA (res) , parlando di diritti reale e di diritto
di proprietà come quello per eccellenza si è tenuto che si facesse riferimento a una situazione
qualificabile come di diritto sulle cose , ma una situazione derivante dal fatto che ci sia il dominio
di una persona sopra una cosa ------- l’idea che ci sia il dominio giuridico di una persona su una
cosa , ci sono situe in cui rileva il rapporto tra persone e cose mentre nel caso dei dir. Di crediti
abbiamo rapporti giuridici tra due persone , (debitore e creditore)---------- perciò i diritti reali si
caratterizzano proprio per il rapporto diretto tra persone e cose , e da qui l’idea che quando si
parla di proprietà ci si riferisce a qualche cosa della realtà , delle cose che vengono dominati da
persone.
Kelsen dice è frutto di un equivoco e kelsen , questa differenza tra dir. Di credito e reali , così
importanti per il dir. Civile in realtà questa distinzione ha un carattere ideologico ( si sta
nascondendo qualcosa , si sta facendo passare una certa visione passandola come un elemento
inerente alla configurazione del diritto ) se si conserva questa distinzione , il diritto non regola i
rapporti tra soggetti e cose ma tra soggetti e soggetti -------------- perciò lui dice che c’è un rapporto
gtra più soggetti perché c’è l’obbligo degli altri soggetti di non infastidire il proprietario e che
questo ultimo può farci quello che vuole e nessuno può dirgli niente--------------------------------

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Se passiamo a NINO , anche lui inizia dalle stesse premesse , cioè dice che c’è confusione create
dall’ideologia di proprietà, anche lui richiama la dottrina tradizionale in tema di diritti reali ( diritto
di proprietà cioè rapporti tra persone e cose ) questa concezione di proprietà NON è ACCETTATA in
generale alla luce delle considerazioni che a proposito sono state sviluppate in certi filoni della
riflessione , IN CHE COSA CONSISTEREBBE TALE RELAZIONE UOMO-COSA ? si può sostenere che
c’è una relazione di fatto tra persona e cosa ? NOOOOOOOOOOOOO, la proprietà non è una
relazione tra persona e cosa ma un diritto a stare in una certa relazione con le cose ma il diritto
regola determinati rapporti tra soggetti tenuti a certi comportamenti.

ANALISI RECENTE ___ giusrealistico Ross e altri hanno proposto delle analisi volte a smantellare
l’idea che il termine proprietà abbia un diretto referente semantico nella realtà cioè si parli
immediatamente di qualcosa riscontrabile nella realtà, quindi che si riferisca a un fatto “ minchia ,
quell’uomo ha un sacco di proprietà ; tipo in questo caso si riferisce a immobili ecc.. ma è un uso
improprio ecc… così è un concetto fattuale ) ma nell’analisi che ci dice finisce per dire che
proprietà non è un concetto fattuale , MA è UN CONCETTO NORMATIVO , il suo significato può
essere inteso solo se si capisce che il termine va inserito nel contesto delle norme

Saggio di ross : TU TU ------ esploratore è andato in paesi remoti per studiare usi e costumi e si era
reso conto che una certa tribu c’erano delle strane usanze e convinzioni molto radicate : “ chi
incontrasse la sucoera in certi contesti / mangiava il cibo del capo ecc… diventasse TU TU , e la
convinzione che chi era TU TU doveva essere sottoposto a certi riti di purificazione
------------------------------------- e dice che strane abitudini ci sono in questa tribu e si poteva capire
dall’arretratezza della tribu ------------ ATTENZIONE , MA è PROPRIO COSì? Non abbiamo nei nostri
contesti evoluti giuridici convinzioni assimilabili per qualche modo a quelle della arretrata tribu ? SI
CHE CE LE ABBIAMO ,M ANCHE SE SIAMO EVOLUTI , si usano termini supportati da certe
convinzioni che fa pensare che se succede qualcosa ( prorpeità ) e allora ci sono delle convinzioni
ecc…

Noi abbiamo affermazioni del tipo : “ se una persona ha il possesso di una cosa , poiché le è stata
consegnata dal precedente proprietario ALLORA NE è PROPRIETARIA , ma come diventa TU TU
ec..)
“ se una persona ha la cosa in possesso per 20 anni ha la proprietà ecc..”

Ma che cosa ci sono in questi SE UNA PERSONA… sono formulazioni che fanno riferimento ai modi
di acquisti della proprietà, ma poi ci sono le convinzioni

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SE è PROPRIETARIA ------------- Può VENDERLA , HA DELLE AZIONI , Può AVERE FRUTTI ecc…
(conseguenze della proprietà) ,

nino dice che la proprietà funziona come anello di collegamento tra PREVISIONI NORMATIVE DEI
MODI DI ACQUISTO DELLA PROPRIETà ( fatti condizionanti, insieme di condizioni disgiuntive nel
senso che basta un solo modo di acquisto per diventare proprietario ) e delle CONSEGUENZE
DERIVANTI DALL’ESSERE PROPRIETARIO ( insieme di conseguenze congiuntivo , ci sono tutte
queste conseguenze : puoi venderlo , puoi non farci entrare nessuno , puoi orendere i frutti ecc..)
---------------------- in realtà il concetto di proprietà può essere tolto di mezzo , perché basterebbe
dire se qualcuno ha ricevuto una cosa dalprecedente proprietario o l’ha acquistata per eredità
ecc.. allora ne è proprietario (può essere eliminata) allora può avere delle conseguenze ---
potrebbe esserci questo collegamento anche senza eliminare il riferimento che si tratta di
proprietà così come nel caso di TU TU si poteva dire se qualcuno ha mangiato il cibo del capo deve
essere sottoposto al rito purificativo eliminando il fatto che diventava TU TU ,
---------------------------------------------------------------------- ross parla di queste parole come per dire che
potrebbe farne anche a meno di paralre di queste parole , ma perché scompaia NON SI Può
perché dice ross : questo termine come altri HA UN IMPORTANTE FUNZIONE TECNICO-
SISTEMATICA _ funziona come anello di collegamento da condizioni e conseguenze , e questa
funzione è tutt’altro che irrilevante , è importante nel diritto e eliminare questi concetti vorrebbe
dire la presentazione stessa e la gestione di tutto l’apparato di situazioni richiamate da norme
rendano mal gestibile ( funzione si fa vedere come funzionino certi termini e sono termini che
rimandano al complesso funzionamento delle nrome e in ultima istanza poi consentono a
situazioni di fatto , ma in se stesso non hanno un referente nella realtà

il diritto soggettivo non p qualcosa che esista nella realtò riferibile direttamente ai soggetti perchp
nati , ma perché è importante ‘? Perché se si compie lo sforzo di entrare nel modo di
funzionamento ci si trova in una condizione favorevole per evitare quel rischio di
concettualizzazione per capire che l’uso del linguaggio è complesso ma non abbiamo concetti
cristalizzati perché radicati nella realtà perciò analisi così sono utili perché consentono una
desostanzializzazione , ci aiutano a capire come i concetti funzionano
diritto soggettivo ( proprietà) è uguale per concetto di persona , nella giurisprudenza tradizionale si
è riproposta questa tentazione di concentualizzazione cristalizzante ,

10-05-2021

CONCETTO DI PERSONA

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Kelsen : la “dissoluzione del concetto di persona “ ( pagina 86 Kelsen / pagina 199 Nino )

Questa nozione ha rappresentato un ruolo centrale nell’intera riflessione filosofica , non solo
ambito giuridico , ci soffermiamo sui significati etimologici ma anche altri e questa nozione di
persone nei corrispondenti delle lingue greco e latino , persona aveva il significato di MASCHERA ,
cioè il contesto in cui il termine compare era quello delle rappresentazioni teatrali , ma cosa
c’entra maschera con persona ? la maschera rappresentava il volto costruito fittizio con cui gli
attori si presentavano al mondo e si presentavano con certe caratteristiche e come ci si presenta
agli altri , come si vuole essere considerati dagli altri ecc..

Se arriviamo al pensiero medievale , persona viene a designare l’individuo umano ma in quanto


visto portatore di certe prerogative , dotato di valore morale , si attacca a questo significato,
dunque, il riferimento in certi momenti a individuo umano , però all’individuo umano come
meritevole di una attenzione perché portatore di certe prerogative ( es. approccio
giusnaturalistico , lì si parlerà di identificazione di INDIVIDUO UMANO E PERSONA , ma intendendo
come persona l’individuo che ha delle prerogative in quanto essere umano ossia i diritti soggettivi)
Il concetto di persona , si è riproposto come una sorta di discrimine , un elemento dirimente
quando erano in gioco molte questioni delicate e soprattutto tutta le volte che ci si chiedeva su
quali dovessero essere i soggetti meritevoli di quella particolare attenzione , proprio perché
persona si trascinava quell’idea meritevole di un certo trattamento , di non essere leso , di essere
preservato nella sua vita ecc.. ------------- in tanti dibattiti recenti il dibattito che ha accompagnato
l’interruzione della gravidanza , se la si possa considerare legittima o no ? è venuta fuori la
questione della persona , oppure la questione di persona a enti non viventi ma che sono il
prodotto dell’intell. Artificiali , CONTRO ALL’ABORTO , E CHI A FAVORE DELLA GRAVIDANZA : CI SI
CHIEDE SE L’EMBRIONE , IL CONCEPITO SIA Già UNA PERSONA OPPURE NO ( se si considera già
persona si è contro all’aborto )

L’attenzione a questo concetto ha ricevuto molta importanza nell’ambito giuridico perché in


questo ambito c’è una pecularietà che non si è evidenziata negli altri contesti , ossia che nel diritto
PERSONA viene usata in due accezioni :
- Persone fisica
- Persona giuridica
E questo ha reso un’attenzione molto importante nell’ambito giuridico , perché si è fatta strada il
termine di persona giuridica , perché qual è il referente di persona giuridica? Perché non c’è un
referente nella realtà, allora cos’è? E ci sono molte riflessioni ecc..

---------------------------------------------

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10-05-2021
La riflessione sul concetto di persona è stata sollecitata dalla peculiarità che è proprio dell’uso di
questo termine in ambito giuridico , ossia LA PERSONA GIURIDICA , perché si è dato per scontato a
lungo in relazione a persona fisica l’identificazione tra persona e individuo umano ---- e nel
momento in cui si inizia a parlare di persone giuridica e si fa riferimento ad una collettività ad
esempio UNA SOCIETÀ , Ma se parlando di persona ci riferiamo ad individui umani , in relazione a
persona giuridica qual è il referente ? quell’elemento empiricamente verificabile ?
 NINO pagina 199 ( paragrafo 8 ) ------ nino porta l’attenzione su questo punto e dice ma
come si è affrontato , come abbia rappresentato un problema il capire che una persona
ha contratto obblighi o p titolare di crediti , come si è risolto?

Proprio il tentativo di rispondere alla domanda qual è il riferente? Sono state messe a
punto risposte molto complesse , che nino riconduce a pagina 201 alla distinzione tra
teorie relative alla pers. Giuridica di almeno tre tipi :

- Teorie negative  alcuni autori sostengono che non ci sono pers. Giuridiche ulteriori
all’individuo ( si usa il concetto ma negano l’esistenza di pers. Giuridiche , alcuni
affermano che quando si parla di pers. Collettive si parla di un insieme di beni senza
padrone che servono per lo stesso fine , quindi gli obblighi sono di certi individui non
della pers. Giuridica ) ( quindi in un certo senso qua il referente è la persona fisica )ù

- Teorie realiste  risposte un po’ fantasiose , a differenza di quelle di prime qua si fa lo


sforzo di cercare il referente , dice che ci siano entità reali oltre agli uomini ossia le
pers. Giuridiche e per alcuni dicono che l’entità pers. Giuridica è : volontà sociale , che
si rende indipendente da quella di ognuno degli individui , poi secondo altri le pers.
Giuridiche sono istituzioni come idee e forze orientate a certi fini , altri dicono anche
che queste pers giuridiche hanno carattere sovra organico , come ci sono gli individui
umani che sono organismi , questi sono super organismi

- Teoria della finzione  questa teoria , è in riferimento all’opera di SAVIGNY dice che appare
evidente che le uniche persone sono gli uomini , e aggiunge tuttavia l’ordinamento presuppone
FITTIZZIAMENTE l’esistenza di entità diverse dagli uomini , non esistono davvero ma i giuristi si
comportano come se esistessero attribuendogli una identità

TESTO DI KELSEN ( paragrafo 25 pagina … )


KELSEN --------- LA DISSOLUZIONE DEL CONCETTO DI PERSONA
La dissoluzione potrebbe essere tipo un’eliminazione , invece qua non è questo il punto non si
vuole eliminare il concetto di persona fisica o giuridica , ma ci deve essere una RIDIMENSIONE del
concetto di persona fisica e sarà proprio le considerazioni della persona fisica che avranno una
ricaduta illuminante rispetto ai problemi di persona giuridica di prima . quindi vediamo cosa dice
kelsen di persona fisica :

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in che senso kelsen propone la dissoluzione del concetto di persona , e che cos’è quello che vuole
dissolvere ? kelsen arriva a sciogliere proprio quella identificazione , che il pensiero giuridico
tradizionale ha tenuta ferma cioè l’identificazione tra persona e individuo umano ( identità bio-
psicologico ) essere umano è un concetto biologico , non giuridico ,
attenti ! in quanto è un concetto biologico – psicologico , questo non è di per se già un concetto
giuridico , PERSONA quando si parla di persona , attenzione a dire che persona è automaticamente
e solo essere umano , nel linguaggio comune si è radicato questo uso del concetto di persona , ma
in senso giuridico , si è persone non solo in quanto esseri umani

CONCETTO DI PERSONA NELLA PROSPETTIVA DI KELSEN :


 PERSONA in ambito giuridico usiamo un concetto che serve a usare un’espressione
unitaria personificante di un gruppo di obblighi e di autorizzazioni giuridiche cioè un
complesso di norme , che ci dice kelsen? PERSONA è UN CONCETTO NORMATIVO
mediante il quale si richiama con una espressione unitaria personificante , insieme di
obblighi , autorizzazioni , poteri , facoltà ecc… attribuiti da norme cioè si richiama LA
DISCIPLINA NORMATIVA DEI COMPORTAMENTI UMANI .

nel contesto storico e nel luogo in cui ci troviamo , se specifica la circostanza che ci
sono stati momenti storici in cui non si poteva dire che tutti gli individui erano persone ,
non solo nel senso in cui oggi noi parliamo di persone sfruttate , campi di
concentramento ecc.. momenti storici dove proprio giuridicamente si riteneva che
c’erano soggetti che non erano persone e cioè quando c’erano le schiavitù.

( embrione è una persona , la persona non verrà solo dalla scienza , ma dipende da
quello che o prevedono già le norme o si può ragionevolmente pensare, la disputa su
chi persona e chi no la si risolve sul piano delle regole ).

LA DISSOLUZIONE on ha riguardato la proposta di non usare questo concetto , anzi ne sottolinea la


rilevanza kelsen , ma di un utilizzo appropriato , quello che viene dissolto è questo legame tra
essere umano e persona , ma legame nel senso che questo legame non è automatico.

 L’insieme di questi obblighi poteri ecc… può riferirsi sia agli individui come singoli che
sia agli individui come appartenenti a determinate collettività ( società, enti ecc..)

Dalla persona fisica… alla persona giuridica ….


L’analisi di kelsen pone le premesse per superare le difficoltà legate alla ricerca del
referente di persona giuridica ------------------------ ( teoria negativa , finzione , realistici si
diceva che era vana la ricerca de referente per pers. Giuridica la differenza del

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contributo di kelsen sarà ( di là okk è difficile il referente ma là tenevano fermo il
legame tra persona e essere umano) mentre kelsen ha dissolto questo legame perciò
È persona giuridica , è come la persona fisica un concetto normativo che esprime in
modo unitario obblighi facoltà poteri ecc.. posti in capo ad una pluralità di soggetti che
operano all’interno di organizzazioni collettive

Parlare di persone giuridica vuol dire richiamare norme che disciplinano


comportamenti individuali umani ma queste norme operano come se fossero a due
livelli ( norme che stabiliscono i comportamenti ch devono essere tenuti ce disciplinano
l’elemento materiale , ma il problema poi è individuare quali siano i soggetti tenuti a
determinati comportamenti )

Queste norme sono quelle di un ordinamento parziale tipo lo statuto della società e là
si trovano chi sono i soggetti investiti di certi poteri , quando si parla di pers. Giuridica
e il riferimento è a questo ordinam. Parziale dove troviamo tutto, il rinvio è un po’ più
complesso , perché il rinvio è alle norme generali dell’ordinamento sia a qustpo
ordinam. Parziale

Nel caso di pers. Giuridica , obblighi poteri ecc., vengono riferite in un modo indiretto
(riferimento all’ordin. Parziale )

MECCANISMO INDIRETTO :
riconfigurazione di pers. Giuridica che ha sgombrato il campo della ricerca di qualcosa
della realtà, pers. È un concetto che richiama collegamento tra norme , ma fa anche
capire la modalità , non è finzione è un meccanismo indiretto ( p 89).

Kelsen spiega ultima cosa , che la differenza tra pers fisic e giurdiica consiste nel fatto
che l’ordina. Giuridico di uno stato obblighi una persgiuridica trasfroma rende il
comport. Di uomini obbligatori senza determinare il soggetto ( perché lo decide l’ordin.
Parziale tipo chi è l’amministratore )

TRA LE DIVERSE RICADUTE DI QUESTO TAGLIO RADICALE DI SGUARDO , ladomanda


nonn è chi è o chi non è , ma chi alla luce delle norme va o meno considerata persona ,
ma ulteriore ricduta che si è sciolta una delle sifficoltà che per lungo tempo si
ritenevano frapposte ad esempio all’attrivuzione di per giuridiche di resp. Penale
perché la nostra costituione che la resp, penale è personal e allora si diceva come
funziona qua non abbiamo individui singoli , una volta che si adotta questo sguardo , si
supera questa pregiudizio così come si apre un altro fronte impo , un altro dibattito ora
aperto : problema se si possa atreibuire a enti diversi ad esseri umani la personalità in
senso giuridico e se partiamo dalle vecchie prospettive NO , mabnel momento in cui si
ragiona come kelsen , si potrebbe parlare di personalità con dei problemi

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IL CONCETTO DI ILLECITO O DI ATTO ANTIGIURIDICO
La nozione che noi abbiamo incontrato , è il concetto di illecito , ma c’è anche
antigiuridico perché se andiamo da nino lui lo chiama così .
( capitolo 3 Kelsen ) poi al paragrafo 13 a pagina 66 dedica un approfondimento al concetto di
illecito , si pensa all’illecito a qualcosa in contrasto con le norme e lui dice NO , è la condizione
specifica purché il diritto entri in funzione.
La considerazione ------------------------------------------------------------------ la domanda che si pone è
questo modo di ragionare sull’illecito è l’unico che si è prospettato nella storia ? no lo spartiacque
che si è sempre presentato è quello tra giusnaturalista e giuspotivista :

ILLECITO :
 Concezione extra-sistematica ( dottrina tradizionale giusnaturalista ) ( fuori dal sistema
giuridico si capisce cosa è illecito)
= illecito è quel comportamento con connotati negativi ( quindi sono comportamenti di
per se negativi – malum in sé- ) che la norma ha il compito di sanzionare

 Concezione intra-sistematica ( Giuspositivista di kelsen) ( dentro al sistema giuridico si


capisce che cosa è illecito)

r
= è la norma stessa che determina l’illiceità di un comportamento , prevedendo come
condizione a cui è imputata come conseguenza una sanzione
Definizione di Kelsen  illeciti sono tutti i comportamenti, che una norma giuridica
prevede come condizione per l’applicazione di una sanzione .

Aborto si o no ? non è una cosa bella nemmeno per quelli che dicono che sono a favore
dell’aborto , se andiamo a vedere le risposte dei papi, in alcuni passi si leggeva non che l’aborto
era illecito moralmente ma si diceva che fosse un illecito e dovesse essere considerato tale anche
in ambito giuridico , si parlava dell’aborto come illecito giuridico e non solo morale , quindi qua è
naturalistico il pensiero

CRITICHE ALLA CONCEZIONE DI KELSEN DELL’ILLECITO COME CONDIZIONE DELLA SANZIONE :


Condizioni della sanzione è troppo generica  per le stesse considerazioni lo stesso
kelsen ci dava quando ci parlava di norma completa , la sanzione è la conseguenza di
unja condizione , ma ad un complesso di condizioni , quindi se l’illecito è condizione
della sanzione passa l’idea che è l’unica condizione ? NO, perciò andrebbero introdotte
delle specificazioni , è anche da kelsen stato annotato questa cosa ( pagina 155 )

Troppo generico , perché nino rileva che lo stesso kelsen ravvisava degli inconvenienti ,
nota che se al posto del modello semplificati forniti da kelsen ( quello che noi stessi
abbiamo richiamato che mette in rilievo solo i due elementi cioè condizione – sanzione)
dice se non ci si ferma a quello ma si ragiona in termini di molteciplità e di condizioni
che figurano nella parte della premessa allora applicazione della sanzione , allora si
considera un esempio di norma un po’ più completo , ecco allora quale modello più
completo? Se è fuori dai casi di legittima difesa , se ci sono le prove ecc.. allora avrà la
sanzione di 10 anni di reclusione ( quindi sono comparse condizioni ulteriori oltre alla
sola condizione , se uccidi avrai 10 anni di reclusione )

Perciò siccome kelsen fa lo stretto collegamento tra condizione e sanzione , è troppo


generico e devono invece essere semplificate ulteriori premesse

Quindi si introducono ulteriori elementi di specificazioni !

 Nino parla di una seconda definizione di illecito ____ resta fermo il punto cioè che
parliamo di condizione per l’imputazione della sanzione ma cosa si aggiunge ? si
aggiunge che l’illecito è il comportamento , che fungendo da condizione per
l’applicazione di una sanzione tenuto dallo stesso individuo al quale la sanzione si
applica. ( fa intendere che ci sono più condizioni ma si prende solo quella che funge da
condizione per applicare la sanzione quindi solo la condizione “ se uccidi” )

Ma questa definizione va comunque incontro a critiche , perché ? nino dice che questa
seconda definizione non copre i casi di RESPONSABILITà INDIRETTA , al di la di questo

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problema , la seconda definizione serve per eliminare i comportamenti messi in atto da
terzi ( se il p.m ha formulato l’accusa , ecc.. sono soggetti diversi da quelli che tengono
un comportamento illecito ecc.. ) però nino dice che non si risolve il problema del fatto
che oltre al comprt. Tenuto dal soggetto ci sono altre condizioni che non sono rilevanti
tipo :
REATO DI PECULATO ( tra le condizioni per l’applicazione della sanzione ci sono molti
elementi , ci deve essere il rapporto di pubblico impiego e l’appropriazione di beni da
parte del pubblico funzionario ) -------- la condizione in cui consiste l’illecito? Nino dice è
ovvio che l’elemento è il comportamento del soggetto in quel ruolo in quella
condizione

 ALLORA VIENE FUORI LA TERZA DEFINIZIONE ( per risolvere il problema della resp.
Indiretta )
_______________________________________________________________________
________________ illecito è il comportamento , di colui contro il quale si rivolge la
sanzione , oppure condotta anche di suoi eventuali congiunti ( congiunti ** = nino
riporta il termine tedesco ANGHEHORIGHE , ci fa pensare all’ambito famigliare oppure
molto vicini ( ovviamente nel civile , nel penale è personale e basta ) tipo ad esempio
resp. Del genitore se il figlio fa qualcosa --------- se vediamo i diversi significati dalla
parola tedesca oltre ai riferimenti alla famiglia , chiunque entri in relazione con il
soggetto quindi non solo la famiglia stretta e basta ) richiama un po’ l’idea di
appartenere a ….
Sembra che ci sia un problema , si ha l’impressione che quell’intento di restringere poi
allargare , sembra che la categoria dei soggetti sia troppo ampia , perché rientrano tutti
quelli in relazione con il soggetto

CONCLUSIONE = ferma restando la feritilità della nozione di kelseniana di condizione


per la sanzione per definire l’illecito , i problemi di specifica individuazione della
condizione si legano al fato che kelsen ci diceva che la norma primaria è quella che
prevede l’imputazione della sanzione , rispetto alla quale la norma di comportamento
( contiene il precetto e individua il comportamento il cui contrario dà luogo all’illecito )
questa norma non veniva considerata una norma autonoma , ma solo quella derivata
logica da kelsen , ed è lì invece , è in propria in quella norma che prevede il precetto
che dobbiamo trovare la definizione di illecito .

Quindi non è solo derivata logica ma è importante e autonoma. Quindi è questo il


limite e le difficoltà che ha kelsen

CONCETTI GIURIDICI FONDAMENTALI


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1. Obbligo / dovere giuridico
2. Responsabilità
3. Capacità
4. Competenza

Concetti giuridici normativi :


- Significato di termini del linguaggio giuridico che non possono essere definiti solo
mediante termini che rinviano a proprietà osservabili ( fatti dell’esperienza)

+
- Significato di termini del linguaggio giuridico per la cui definizione è necessario il
riferimento a norme e a certe condizioni stabilite da norme

1. OBBLIGO / DOVERE GIURIDICO _____

 Per kelsen  ( nino pagina 169 paragrafo 5 credo) ( capitolo 4 , pagina 82 ) ------- la
seconda forma del diritto soggettivo **, cioè l’obbligo giuridico , è trattata dalla dottrina
generale** in modo sfavorevole , qualche volte si ritiene anche che l’obbligo non sia un
concetto normativo , qua kelsen è preso con la sua ossessione anti-giusnaturalista (dottrina
tradizionale) :

 Seconda forma di diritto soggettivo ( qualificazione soggettiva dei


comportamenti , obbligo è insieme a “vietato “ ecc.. venivano
considerati qualificazione si situazione soggettiva ) **

Kelsen parlando di diritto soggettivo fa riferimento ad una situazione


soggettiva di un soggetto a cui l’ordinamento stesso attribuisce delle
prerogative cioè l’azione processuale ecc..----- i dir. Soggettivi rimandano
ad ambiti di libertà, e ora che dobbiamo parlare di obbligo giuridico , ci
ritroviamo ancora questa cosa di diritto soggettivo , ma perché? Qui si
deve intendere la forma di qualificazione soggettiva dei comportamenti ,
SECONDA RISPETTO A CHI METTE IN PRIMO PIANO IL DIRITTO
SOGGETTIVO QUINDI LE PREROGATIVE , I DIRITTI , quindi la chiama così
perché è sempre una qualificazione di situazioni , seconda perché i primi
sono i diritti soggettivi cioè prerogative

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 Va contro alla dottrina tradizionale ( teoria dualistica , cioè quella che
diceva che il diritto soggettivo era inteso come prerogative stabilite dal
diritto naturale , e i vincoli /obblighi che imponogono il dir. Positivo
dovevano riconoscere i diritti soggettivi che fungevano anche da vincoli )
, ----------------------------------------- la dimensione dell’obbligo in questa
prospettiva che rimanda all’idea di vincolo ** kelsen dice che togliamoci
di torno il riferimento al diritto naturale e fermo restando che il diritto
sono le norme prodotte , ma qual è la funzione necessaria
imprescindeibile da ogni norma? È proprio l’attribuzione di obblighi

o Per kelsen la funzione essenziale del diritto è proprio l’attribuzione di obblighi ,


nella sua prospettiva c’è un capovolgimento alla dottrina tradizionale , qua
l’obbligo è un concetto giuridico chiave ( loro dicevano no ! forse nemmeno
concetto giuridico ) è essenziale perché attraverso le norme vengono messi i
vincoli in modo indiretto consistente nel prevedere l’imputazione della
sanzione al comportamento contrario a quello voluto ( per lui la vera norma era
quella dove c’era l’obbligo e la sanzione)

o Tratta OBBLIGO come concetto normativo , perché se vi è una norma che


prevede tutte le condizioni per l’illecito allora obbligatori sono quei
comportamenti che ecc.. ( se non paghi le tasse avrai una sanzione
(norma)------------------------------ comportamento obbligatorio è PAGARE LE TASSE
)

 Tentativi di ridurre l’obbligo a concetto fattuale e non normativi ( nino pag. 170 le
richiama facendo presente come entrambe siano state oggetto di considerazione critica da
parte di HART ) :

- Concezione psicologica ---- > avere un obbligo equivale a sentirsi interiormente


vincolati a tenere un certo comportamento
o Sono attitudini a comportarsi in certi modi , io sono obbligato ad un certo
obbligato? Si a condizione di sentirsi obbligati cioè ? nel comune modo di
parlare magari ci stiamo riferendo ad una persona dalla quale abbiamo avuto un
trattamento favorevole particolare e diciamo io mi sento obbligato , mi sento
tenuto a contraccambiare queste gentilezze ecc.. allora uso l’espressione mi
sento obbligato , e questa cosa mi porta sull’onda della gratitudine pensare di
fare delle cose ecc.. MA LA DOMANDA è , AVERE UN OBBLIGO Può ESSERE
DAVVERO MESSO IN CORRELAZIONE CON IL SENTIRSI INTERIORMENTE
OBBLIGATI?
HART CRITICA ------------- contesto in cui noi siamo obbligati a sborsare soldi e
magari ci piacerebbe non sborsarli tipo all’obbligo del pagamento delle tasse,
( evasione molto !! molte persone non assolvono al l’obbligo del pagamento
delle tasse , e se andiamo dagli evasori dicono che non si sentivano obbligati

r
interiormente e dovremmo concludere che loro allora non avevano l’obbligo ,
------------------- e in realtà non è così , devi pagare la tasse sia che te lo senti sia
che non te lo senti dentro ahhah

- Concezione predittiva ---- > parlare di obbligo equivale a prevedere che se non sarà
tenuto un certo comportamento seguiranno delle conseguenze.

o CRITICA DI HART ---------------- funzionario di banca che si trova sotto la minaccia


di un arma da parte di un bandito che li intima di consegnare il denaro , avere
obblighi vorrebbe dire trovarsi in situazioni di questo tipo , e quindi avere un
obbligo significa di essere in una situazione tale che se non si terrà un
comportamento ci saranno conseguenze

Che tipo di situazione è questa qui del funzionario bancario ? è la situazione si


titolarità di un obbligo o si trova in una situazione che diremmo “ essere
obbligati a far qualcosa …” è la stessa cosa ?

Essere stati obbligati ad un certo comportamento perché sennò moriva , ma


non aveva l’obbligo giuridico di consegnare il denaro !

Quindi essere obbligati a far qualcosa …. È diverso dall’avere un obbligo vero e


proprio !!!

Contro esempio : funzionario che pur trovandosi sotto la minaccia delle armi , il
denaro non lo ha consegnato , se avere un obbligo vuol dire che devi tenere un
comportamento , se non ci fosse la distinzione , allora il funzionario ha violato
un obbligo perché era obbligato a dare i solid e non li ha dati quindi non è un
eroe ma ha violato un obbligo ----- MA è OVVIO CHE è SBAGLIATO

o Considerazione di HART ( pagina 70)------------ il riconoscimento di un obbligo


serve a orientare il comportamento e agiustificare l’applicazione della sanzione
e qui torna utile , il recupero di quella distinzione che abbiamo già visto tra
punto di vista interno ed esterno :

 Punto di vista interno =


 Punto di vista esterno =

Serve a giustificare la messa in atto di qualcosa , lo si vede se si guarda la


posizione del giudice , quando un giudice giustifica la propria posizione di punire
( deve dare una sentenza motivata ) quindi quando dà le motivazioni , lo fa
dicendo che il condannato aveva l’obbligo di fare qualcosa, (soccorrere il ferito)
quindi sulla base del riconoscimento degli obblighi , e quando il giudice fa

r
questo non possiamo dire che “ probabilmente sarebbe stato punito comunque
perché quel comportamento segue ipoteticamente questa sanzione “ qua il
giudice invece trova una ragione nell’esistenza di obblighi per arrivare a questa
decisione , l’obbligo serve ad altro , non vuol dire solo che seguiranno certe
conseguenze ma l’obbligo serve a far capire perché seguono certe conseguenze.

OBBLIGO GIURIDICO -------------------------------------SITUAZIONE GIURIDICA SOGGETTIVA , DI UN


SOGGETTO CHE è TENUTO A CERTI COMPORTAMENTI IN FORZA DI UNA PREVISIONE NORMATIVA
(non che ipoteticamente seguiranno certe conseguenze )

13-05-2021

2. RESPONSABILITÀ ____
Una delle distinzioni nelle prospettive etiche è quella fra :
- etiche deontologico ( l’azione morale è quella diceva kant che viene posta in essere nel
rispetto di quel principio che sarebbe iscritto in ogni essere umano , qualcosa che è
dentro di noi )

- l’etica della responsabilità, ( utilitarismo , quando siamo alle prese con le linee d’azioni
approvabili teniamo conto che siamo chiamati a rispondere delle nostre azioni che
hanno avuto delle ricadute alla società)
l’intero sistema penalistico , il nostro è incentrato sul principio di imputabilità collegato
all’idea di responsabilità ! possono essere sanzionati con quelle sanzioni coloro che
possono essere considerati responsabili delle azioni compiute e poi si collega all’idea
che devono aver agito in modo volontario , capace di intendere e di volere ecc..)

( pagina 164 nino ) –


Iniziamo leggendo un passo che nino ripropone ( quello in piccolo ) che è in realtà di HART , un
passo utile per far emergere la diversificazione ,la compresenza di diversi significati di

r
responsabilità , ma soprattutto per far emergere una distinzione sostanziale tra significato fattuale
e normativo :
“ come capitano della nave x era resp. Della sicurezza dei suoi passeggeri ed equipaggio ma si
ubriaco e fu responsabile della perdita della nave con tutto ciò che c’era , i medici diceva che era
responsabile , ma si comportò da irresponsabile , egli fu condannato e ritenuto responsabile della
morte di alcune persone ( penale ) e responsabile anche della perdita dei beni ( civile)”
Di tutti questi usi che vengono fuori , può essere fatto un accorpamento che ci riporta alla
distinzione di prima , in che senso qua appare un uso di responsabilità anche fattuale ?

- responsabilità come concetto fattuale  egli sostenne sempre che erano le tempeste
invernali ad essere responsab. Della perdita della nave ------------ qua potrebbe essere
sostiutio da un’altra nozione , ( invece responsabile poteva esserci scritto che le
tempeste erano la causa, avevano causato) qundo si usa responsabilità in questo senso
, è un modo per richiamare una relazione causale ---------- questo è un uso improprio ,
uso che si comprende se si ha presenta una concezione della natura che è stata
superata con l’avvento della rivo. Scientifica , riguardo alle diverse concezioni della
natura riferibili come pensiero primitivo a fronte di un pensiero moderno un
contributo l’ha dato kelsen

kelsen = pagina 207 : se è vero che il nesiero moderno dopo rivol. Scientifica ha
guardato alla natura come il complesso intreccio di fenomeni causa effetto , quindi
quando siamo alle prese con fenomeno natrurali chiederci quali sono le cause di
questi fenomeni ? la mentalità dell’uomo primitivo ( colui che continua a ragionare
secondo un modello premoderno e che è anche presente magari nell’età moderna )
anche la natyra veniva letta secondo la categoria non della causa ma dell’imputazione ,
i fenomeni naturali venivano letti nell’ottica , questa categoria che era riferita
all’umano viene allargata alla natura : le usiamo tutti noi : “ ma che male ho fatto io per
meritarmi questa malattia ? era cosi una brava persona !! come se fosse una
sanzione riferibile a qualcosa “ quindi sono indici di questa mentalità premoderna , e
portano il rischio di distorsioni del termine.

- Responsabilità come concetto normativo  quando sii dice , nelle azioni legali fu
dichiarato penalmente responsabile ( collegata alla presenza di norme ) , quando si dice
che fosse pazzo ma i medici ritengono che era responsabile delle sue azioni , si ricollega
ad un altro elemento cioè capacità di intendere e di volere. ( diversi significati ma che
si riferiscono a norme )

Attenzione sulla valenza del concetto di responsabilità come normativo


-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

r
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-- rimanda ad una situazione soggettiva che può essere chiamato a rispondere delle proprie azioni
e subire anche conseguenze sanzionatorie , sul presupposto che i comportamenti da lui tenuti ,
adempiendo o violando doveri dipendano dalla sua volontà / o siano sotto il suo controllo.

Non è messa in discussione dal fatto che la conoscenza scientifica , si sia rivolta anche al
comportamento umano e abbia fatto oggetto delle proprie indagini e in più fasi della sua ricerca
sia venuta ad evidenziare elementi che si possono considerare in relazione di causalità , quindi
questa libertà di scelta la volontarietà sia messa in difficoltà??
La responsabilità presuppone la volontarietà, ma la volontarietà non è messa in discussione una
volta che si evidenzi l’incidenza causale su comportamento . Umano da diversi fattori
(caratteristiche fisiche, genetiche , neuronali , condizioni economiche ecc… ) ??
----------------------------------------------------------- è un problema che torna sempre a riproporsi in base
a sviluppi recenti della conoscenza , ma ha avuto anche antecedenti .

RISPOSTE :

RISPOSTA NEGATIVA: NON Può ESSERE LIBERO IL COMPORTAMENTO CAUSALMENTE


DETERMINATO , dove si è riproposta ? nell’oggi , ma ha degli antecedenti tra cui la
scuola penalistica positiva ( E. Ferri e C. Lombroso)

Cosa si è sostenuto in questa scuola ? si è sostenuto una critica nei confronti dell’intero
sistema penalistico basato sull’imputabilità cioè sull’idea che dovevano essere
considerati responsabili i soggetti che hanno avuto comportamenti delittuosi in
maniera volontariamente , che siano considerati capaci di azioni libere e volontarie , ( e
questo okk) una critica su questo sistema che doveva portare ad un sistema incentrato
su diversi criteri che il criterio non fosse più l’imputabilità ma che in nome della difesa
sociale , mette in atto misure di sicurezza fortemente limitative della libertà personale ,
operanti anche in via preventiva nei confronti dei soggetti che non avevano compiuto
comportamenti , che sulla base di asserite conoscenze scientifiche ( si esamina tipo il
cranio di un killer e dicevano che c’erano degli elementi che erano indicativi ad una
inclinazione a delinquere ma tante altre caratteristiche fisiche ecc.. ) il comportamento
criminale poteva essere considerato l’effetto di caratteristiche fisiologiche del

r
“delinquente nato “ e che fosse la scienza a richiedere il ripensamento dell’intero
sistema penalistico

DETERMINISMO E SOLUZIONI NORMATIVE


La lettura in chiave deterministica è stata riproposta alla luce delle conoscenze
acquisite in diversi ambiti di studio , ( studi genetica e studi delle neuroscienze )

(genetica = test genetici che individuano correlazioni tra patologie e comportamenti, in


che modo ? i test genetici sono di diversi tipi , sono test che consentono di accertare la
paternità ecc.. ma poi ci sono test PREDITTIVI O DI SUSCETTIBILITà che accertano la
predisposizione al rischio di poter contrarre determinate malattie , ma che non sono in
atto ! accertano probabilità ma non certezze !!! ) quindi anche se c’è il rischio non è
detto che poi arriva la malattia ecc… )

( neuroscienze = studio del nostro cervello, della nostra struttura neurologica , rapporto
mente e corpo , spiegazione materialistica c’è un rapporto causale infatti se viene leso
il cervello ci sono conseguenze al corpo tipo non pupi muovere le gambe )

A prescindere dalla solidità dei fattori causali del comportamento , e le scienze umane
che sono in grado di evidenziare , MA LA LIBERTÀ CHE È IL PRESUPPOSTO DELLA
RESPONSABILITÀ È DAVVERO INCOMPATIBILE CON LA SPIEGAZIONE CAUSALE DEL
COMPORTAMENTO ? TRA CAUSALITÀ E LIBERTÀ C’È UN ALTERNATIVA OPPURE LA
RELAZIONE È COSÌ E QUINDI NON È LIBERO PERCHÉ L’AZIONE è CONDIZIONATA DA
CAUSE ?
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-------------- POSIZIONE LIBERTARIA = agli uomini è riferibile una libertà , qualificabile
come incondizionate ossia nella capacità di fare scelte volontarie

--------------------------POSIZIONE DETERMINISTICA = nel caso delle azioni umani vale lo


stesso, cioè vanno considerate effetto di cause e in questa prospettiva , HART dice che
l’uomo non ha possibilità di agire diversamente di come ha agito e quindi non è libero !

-------------------------- ALTERNATIVA  un modo che si riconduce ad una posizione che è


la POSIZIONE CONMPATIBILISTA , che è un punto di riconciliamento , quando si dice che
un uomo è libero è perché può scegliere di non fare o fare X , questo potere va inteso
nel senso che è soddisfatta due condizioni :
 La condizione negativa della non costrizione e del non
impedimento ( libertà vuol dire che non ci deve essere qualcuno
che mi costringe a farlo o me lo impedisce )

 La condizioni positiva dell’accordo dell’azione con la costituzione


fisica e psichica ( inclinazioni e desideri ) del soggetto

r
o La libertà non richiede che in certe circostanze esterne e nemmeno interno
all’agente , l’azione non abbia con quelle un qualche legame , non chiede
questo ma richiede che ci sia assenza di costrizioni o impedimenti ---- l’azione è
posta in conformità con i desideri del soggetto
---------------------------------------------------------------------- Calderoni , dice : quelle
che chiamiamo azioni volontarie non sono azioni prive di cause , le azioni
volontarie sono quelle che hanno tra i propri antecedenti impulsi , passioni ,
condizioni di vita ( quando noi agiamo abbiamo dietro tutto questo è ovvio ) ma
il punto è che se vogliamo parlare di volontà per parlare di un agire sotto il
nostro controllo perché su queste azioni volontarie operano anche altri fattori
che hanno un ruolo cioè atti psichici implicanti aspettative , da credenze che
hanno la capacità di frenare impulsi , e previsione di norme morali o giuridiche e
delle conseguenze che la loro adozione comporta .

LIVELLO DI CAUSE DETERMINANTI : impulsi , istinti passioni ecc..


ULTERIORE LIVELLO DI CAUSE : credenze , previsioni ecc.. che frena impulsi.
(ancora non c’erano studi ma poi questo è stato affermato dalle neuro scienze)

AZIONI VOLONTARIE = solo ammettendo l’azione volontarie sulle quali possono


avere causazione i nostri giudizi sulle conseguenze che derivano ha senso
istituire un qualunque sistema normativo volto ad educare i comportamenti
(perché il processo educativo , le regole ecc..? per orientare i comportamenti
delle persone , ma se i comportamenti non potessero essere influenzati o
orientati non avrebbe senso tutte le norme , le regole ecc.. ( regole sull
comprifuoco ecc.. le mettono così noi orientiamo i nostri comportamenti e non
usciamo e tutto ciò deriva dalla scienza , la scienza dà le condizioni necessarie
per arrivare a soluzioni appropriate

RIASSUMENDO …. Conoscenza scientifica applicata alla libertà


Condizioni ( genetiche ecc…) che possono avere un’incidenza causale sui comportamenti non
precludono la libertà dei comportamenti !!
La scuola penalistica positiva , aveva prospsettato cme necessaria conseguenze , delle regole si
incorre nell’errore di ragionamento che abbiamo visto quando abbiamo studiato il rapporto tra
descritivo e prescrittivo ( cioè ritenere che conseguenze prescrittive possono essere ricavate solo
da promesse descrittive ---------- in realtà c’è qualcosa altro di prescrittivo di nascosto !!!)

r
Si accerta che determinate persone delinquono e vanno date misure di sicurezza ( prescrittiva )
non possono fare altro che questo a causa delle loro caratteristiche genetiche ( descrittive) ----

Prescrizione nascosta ( invece che applicare misure di sicurezza anche a questi soggetti si arrivava
alla conclusione che l’assenza di alternativa ( non possono decidere , agiranno per forza così ) di
azioni li dovesse esonerare la loro restrizione di libertà addirittura ( questa però rimaneva nascosta
, non la consideravano perciò sbagliavano ragionamento )

La disponibilità di informazioni , non impone di farne uso in un’unica direzione , a livello di scelte
verranno prese delle scelte in base AI VALORI ( costituzione è una solida cornice di riferimento) e
ai FINI , che si riterrà importante realizzare !

( tra il 13 e il 19 maggio)
RESPONSABILITÀ
- Significato fattuale 
- Significato normativo  ci siamo fissati qua , ossia situazioni soggettive determinate cui in
presenza di regole che impongono al soggetto di cui si predica la responsabilità doveri di
comportamento che prevedono sanzioni per l’inosservanza
L’analisi fatta ha dato una risposta è positiva , si regge non è messa in discussione quindi la
cosa torna alle regole se si vuole una società dove sempre più soggetti sono chiamati sul
presupposto che hanno la possibilità di indirizzare il loro comport. In una direttiva o nell’altra

3. COMPETENZA
- significato fattuale  idoneità a compiere certe attività a svolgere funzioni in base all’esperienza
posseduta

- significato normativo  facoltà / potere di regolare la condotta altrui, creando norme e assumendo
decisioni

4. CAPACITÀ
- Significato fattuale  idoneità allo svolgimento di un’attività

- Significato normativo  attitudine alla titolarità di diritti o obblighi ( capacità giuridica) / l’idoneità a
compiere certi atti giuridici o esercitare dei diritti ( capacità di agire)

r
LA PRESCRITTIVITÀ MORALE (concezioni metaetiche a confronto )

Portare l’attenzione sulla dimensione della prescrittività che la cui ricorrenza , messa in campo nel nostro
percorso in relazione al diritto stesso c’è sempre stata , e qual è questa dimensione della prescrittività? LA
MORALE !!!!!!! potremmo dire che diritto e morale si sono andate confermando come un po’ due facce
della stessa medaglia e perché dice questo ? perché ricorderemo tutti come sia quando eravamo alle prese
con l’analisi di tentativi di caratterizzazione della norma giuridica , sia quando abbiamo portato l’attenzione
dalla prospettiva del diritto come norma a diritto come ordinamento , abbiamo trovato subito questa cosa ,
ciò che riguardasse il diritto e qualcosa che riguardava la morale , quali tentativi? Quando si ragionava
dando rilievo all’imperatività ci siamo imbattuti nelle dicotomie tra imperativi positivi e imperativi negativi (
autonomi / eteronomi , categorici / ipotetici ecc.…) nella colonna a sinistra c’erano caratterizzazioni ed
elementi ritenuti tali da poter essere riferiti alla prescrittività morale e dall’altra parte elementi riferibili al
diritto .

I tentativi di caratterizzazione del diritto non potevano fare a meno della morale.

Ora vediamo la caratterizzazione della MORALE _______________________________________________

Che tipo di prescrittività (dimensione prescrittiva) è quella della morale ? quando parliamo di morale o di
sistemi morali ( plurali perché c’è un percorso e delle scelte) , sempre un linguaggio prescrittivo , la cui
funzione è l’orientamento dei comportamenti , ha delle caratteristiche , ora vediamo delle riflessioni che
accompagnano questo concetto e vediamo queste caratteristiche :

FONDAMENTALITÀ  un orientamento diffuso , ha condiviso la tesi che qualunque sia poi la


concezione della morale , ci sia un inclinazione a considerare dopotutto l’ambito della morale ,
le convinzioni morali tali da costituire un ultimo riferimento in altri ambiti di prescrittività ( a noi
interesse il diritto ) , le fondamenta della casa sono quelle che reggono tutta la casa , la base
proprio , ecco anche se non si è giusnaturalisti in qualche senso le convinzioni morali ritiene che
si possano fare , la pensano come se la morale sia il fondamento di tutte le altre dimensioni
della prescrittività .

PRIMARIETÀ  può essere intesa :


 In senso cronologico – è ciò che si forma prima
 In senso spaziale – è qualcosa che sta al vertice , alla fine è qualcosa a cui si deve
arrivare

IMMUNE  da mutamenti deliberati , per questa terza ci torna utile la diversificazione tra
sistemi dinamici e statici , perché abbiamo visto che i sistemi dinamici (diritto) ha come
caratteristica l’attitudine ad introdurre nuove prescrizioni che si rendano necessarie in relazione
alla trasformazione della società , ma nel caso del diritto queste regole sono il prodotto di
deliberazioni ( nuove regole introdotte tramite specifiche modalità)

Nel caso della morale è diverso , ci sono principi fondamentali di contenuto e ci sono regole che
derivano da quello , quindi per cambiare le regole bisogna cambiare tutto il principio
fondamentale perciò è un sistema statico , quindi la morale è immune da queste tipo di
deliberazioni , l’entrata in campo di nuove regole seguono processi diversi da quello delle
regole del diritto. ( ad eccezione di alcun contesti , perché ci sono morali che diventano

r
difficilmente distinguibili dal diritto , tipo islam , o anche chiesa cattolica dove c’è dottrina
ufficiale dove c’è un organo investito di parola su questioni interessanti ) ci sono eccezioni ma
vale che non cambia per deliberazioni.

UNIVERSALIZZABILITÀ  troviamo in kant , ci si riferisce all’idea che una caratteristica di una


regola morale è quella di dover trovare applicazioni in tutte le circostanze rilevanti e simili – un
test di tenuta di una principio o regola o di una convinzione morale , è che questa regola
principio ecc.. sia considerata tale da poter trovare applicazioni in tutte le circostanze simili

Es. prospettiva morale che abbia un elemento portante nella convinzione che sia giustificato
riservare in relazione alla fruizione di beni / titolarità di diritti morali ecc.. operare diversità di
trattamento tra diversi soggetti sulla base di caratteristiche proprie tipo colore della pelle
-------------------------è la morale dell’APPARTHAID ciò che ha supportato il fondamento che è
stato sotto previsioni politiche e giuridiche eccc.. ma nasce come una convinzione morale.

Principio di universabilizzatià , dice che chi sostiene una convinzione del genere deve accettare
che la stessa disparità di trattamento sia applicabile su qualunque delle caratteristiche , mentre
come è accaduto è stato fatto solo da una parte , erano i bianchi nei confronti dei neri che non
prendevano in considerazione l’ipotesi di essere dall’altra parte, il principio di uniser. Dice TUC
HE SOSTINI QUESTE COSE , SEI DISPOSTO CHE QUESTA REGOLA VALGA ANCHE QUANDO SEI TU
CHE TI TROVI DALL’ALTRA PARTE ( quindi se tu sei sostenitore di quella convinzione morale ,
devo essere disposto ad accettare le regole anche quando tocca a lui ) mentre loro non ci
pensavano a questo . DI SOLITO NON AVVIENE !!!!!!

CONCENZIONI META ETICHE ( etico è sinonimo di morale ) : dobbiamo portare l’attenzione sulle principali
concezioni della morale che si sono prospettate, ora vediamo 3 prospettive :

 Prospettiva meta-etica di tipo OGGETTIVISTICO e COGNITIVISTICO  in riferimento alla


concezione della morale propria dell’orientamento giusnaturalistico , che è una concezione del
diritto cioè dice ce il diritto è l’insieme di atti ma è anche altro , oltre al diritto positivo c’è il diritto
naturale , e il diritto positivo è vero solo conforme al diritto naturale , ma sotteso al
giusnaturalismo è una concezione della morale , cioè quale ? quando il giusnaturalista parla del
diritto naturale , si riferisce a dei principi dell’agire criteri principi che possiamo considerare criteri
morali SONO CRITERI OGGETTIVI E ASSOLUTI ( ci sono già ,sono iscritti nella natura ) , criteri che
fungono da ultimo criterio di riferimento giuridico ( il diritto naturale è una morale ) anzi il
giusnaturalista dice è LA MORALE ! per il giusnaturalista non esistono diverse concezioni di morale ,
ma ne esiste solo una per loro

Sono suscettibili di conoscenza ( COGNITIVO) conoscenza razionale , che hanno un


autoevidenza , ,esiste una sola morale , se si hanno ben aperti gli occhi della mente si arriva a
questi valori , anche la morale è considerata un possibile oggetto di conoscenza e si può parlare di
verità morale , anche la morale è un ambito di verità

r
Non ci può essere vero o falso o argomenti ecc.. sono tutte vere queste convinzioni / principi
(OGGETTIVISTICO)

 Prospettiva meta-etica di tipo SOGGETTIVISTICA/RELATIVISTICA e NON COGNITIVISTICA 


simmetrica e contraria a quella di prima ----------- kelsen , pagina 56 paragrafo 8 : kelsen è sempre
guidato dall’intento di tenere distinto il diritto dalla morale , nella caratterizzazione del diritto non si
infiltrassero le morali------------------------ bisogna anzitutto liberare il diritto dalla morale , kelsen
aggiunge che con ciò non si vuole mettere in dubbio l’esigenza che il diritto debba essere morale
cioè buono , questa esigenza va bene ma ciò che davvero significa è un'altra
questione ,------------------------------------------------------- kelsen ha ribadito che è necessario staccare
diritto e morale , in che senso? Nel senso in cui il legame è istaurato dai giusnaturalisti ( cioè per
loro se una norma positiva non ha un collegamento con il diritto naturale non è nemmeno una
norma ) , kelsen ci dice attenti ,è questo legame che va liberato , il che non significa non rendersi
conto che è giusto /comprensibile che si voglia un diritto che lui dice si possa considerare morale
cioè buono , dire che bisogna tenere separate diritto e morale non vuol dire che non p importante
avere regole del diritto adeguate , che ricevono adesioni e consenso .

Giustizia, due significati:


- buona amministrazione della giustizia cioè accezione di giustizia che vuol dire diciamo di un
sistema che si caratterizza per una applicazione delle regole corretta , ( corretta applicazione
delle norme , è giusto che se una norma viene applicata in un caso , allora anche nel caso simile
deve essere applicata. Così è giusto) ------------------
- ma giustizia può avere il significato di categoria morale applicata alla morale , e kelsen porta
l’attenzione su questo secondo significato ---------- e dice che giustizia esprime un valore
assoluto , ma noi abbiamo detto che in ogni caso rimanda a valori a principi morali

kelsen dice che è comprensibile che si vogliano regole migliori possibili / giuste --------- kelsen
diventa giusnaturalista? NOOOOO ! perché dipende da come intendi la giustizia :
 il giusnaturalista intende la giustizia : non ha dubbi che giusto e ingiusto siano
criteri oggettivi ( ciò che è giusto è giusto e basta , è qualcosa di oggettivo
perché è come se ci fosse un piano di realtà superiore che è così e basta ) è un
valore assoluto che però può essere oggettivamente conosciuto con i potenti
canali della mente.
 Kelsen dice che questo modo di pensare hanno portato a formule che lui
definisce VUOTE , formule tipo “ fai il bene ed evita il male “ ,“ a ciascuno il
suo” ecc… cioè formule in presenza delle quali si avverte la necessità di
riempire il contenuto , cioè okk fai il bene ed evita il male ,ma che cosa è il
bene e cosa è il male? -------------- kelsen si inoltre in questa selva di
affermazioni / convinzioni ecc… che si caratterizzano tutte per la pretesa di
fornire connotati oggettivi di giustizia ma falliscono perché non portano nessun
contenuto , e quando si vogliono riempire si creano mille idee diverse ( a
ciascuno il suo okk …… ma il suo in base a cosa ? AI BISOGNI ( comunisti)
oppure in base ai meriti ( capitalismo) ? )

Pagina 58 : kelsen ci dice dal punto di vista della conoscenza ci sono solo interessi e conflitti di interesse, la
cui soluzione è data da un ordinamento , dal mettere gli interessi in una gerarchia che stabilisce un accordo
oppure fa prevalere uno o l’altro-------------------- ma se veramente si aprisse un mondo dove c’è scritto cosa
è giusto e cosa no così oggettivamente , non ci sarebbe neanche bisogno di costruire le macchine del diritto

r
e di porre regole. Quindi critca che esiste questa giustizia come
verità----------------------------------------------------------------------------------------------------la giustizia è un ideale
irrazionale , per quanto possa essere importante non è accessibile alla nostra conoscenza

- Soggettivismo _ kelsen dice che esistono interessi che a volte si riescono a conciliare a vole bisogna
far prevalere uno ( valutazione soggettiva )
- Relativismo _ contrapposto ad assolutismo ( assolutism. È sciolto da ogni condizione ) qua
relativismo
- Non cognitivismo – ambito della morale non è oggetto della conoscenza ( la conoscenza è
nell’ambito del fattuale non nel normativo ) i principi di giustizia ecc.. non possono essere oggetto
di conoscenza.
- Irrazionale _ da una prospettiva oggettivistica ( tutto già scritto là) passa ad una prospettiva entra
l’idea che tutto equivalga a tutto , tutto diventa soggettivo ( principio della differenziazione di
tratttamento non giustificata quindi una discriminazione Vs MORALE dell’uguaglianza ) una vale
l’altra ?? irrazionalità ci fa pensare ad un contesto che non è assoggettabile a controlli ,

ragione / razionale nella storia del pensiero ha avuto molti significati ---- hobbes l’ha definita
molto bene , ha detto che siamo nell’ambito del razionale quando ci sono discorsi e con criteri di
controllo riguardo al modo in cui i discorsi e le posizioni si sono formate ----------------- si è
nell’ambito della ragione quando siamo in ambiti discorsivi suscettibili di controlli
--------------------------------------------------------------------------------------- la morale sfugge a controlli
quindi è irrazionale!!!

 concezione meta etica : di tipo : ANTI OGGETTIVISTICA , ANTIASSOLUTISTICA e NON


CONGNITIVISTICA  è una concezione che è stata formulata un po’ puntualizzando la 2
prospettiva , evidenzia il NON CONGITIVISMO ( ritiene che morale non è oggetto di conoscenza
come i fatti) e anche ANTI OGGETTIVISTICA E ANTIASSOLUTISTICA ------------- questa terza posizione
muove in quest’area , ma allora osa cambia dalla seconda ? questa prospettiva si arricchisce di una
messa in evidenza del fatto che anche l’etica può considerarsi CONTESTO DI ARGOMENTAZIONE
RAZIONALE , ( contrario della seconda ) quindi si valorizzano i discorsi della morale

norme attinente al fare ( un’azione) sono meritevoli perché a loro sostegno possono essere addotte
RAGIONI ( ti faccio vedere quindi tutti i passaggi cioè discorsi della morale che stanno sotto alla scelta di
rendere meritevole quelle norme su quell’azione

es. io riconosco tra i miei principi il principio di autonomia , quindi il criterio ultimo per le scelte è la volontà
sua ------------ io lo assumo come criterio, poi però dico che io sono contrario sul fatto che una persona
venga informata sulle sue condizioni di salute

anche quando si discute in ambito morale si può dire a qualcuno che ha sbagliato a ragionare , non ha
addotto il principio alla base della sua ragione

r
se uno dice è meglio non informare ecc.. e poi però dichiara che tra i suoi principi c’è il principio di
autonomia ------------ non c’è coerenza logica tra la premessa ( principio di autonomia) e la conseguenza
( non venir informato , l’azione che secondo lui va bene )

QUINDI IN QUESTO MODO SI Può DIRE CHE LA RAGIONE DI PRINCIPIO è RAZIONALE ( deve avere un senso
logico , almeno in questo senso)

In questa prospettiva , i principi non sono considerati oggettivi assoluti o indiscutibili anche se non arbitrari
perché sono il prodotto della cultura o di convinzioni , un altro aspetto è che i principi si configurano come
punti di partenza de ragionamenti. MA SONO SEMPRE “PRIMA FACE “ cioè come dire questo è il principio a
cui io mi richiamo ma in prima istanza , cioè quello da cui io parto , ma il fatto che sia considerato il primo
vuol dire che io potrei trovarmi nella condizione in cui io ragiono anche su questo principio , perché non
sono indiscutibili , senza poterli esaminare ecc..--------------------morale mette in campo delle scelte , e
impegno per la trasparenza delle nostre scelte , e la disponibilità dopo il confronto a rivedere le nostre
stesse scelte.

IL PROCESSO DI NORIMBERGA
RAPPORTO TRA DIRITTO E MORALE --- quanto pesa la morale nel diritto?

Nino pagina 13 , troviamo rappresentazione ipotetica dei diversi giudizi del processo di Norimberga
puntando l’attenzione su queste due dimensioni ossia morale e diritto , dandoci molti esempi su cui si
sostiene la relazione tra i due. E parla di giusnaturalismo e giuspositivismo ecc.. LEGGERE DAI

r
1. Un senso in cui si può determinare il collegamento tra diritto e morale è che le norme del diritto
rappresentano i valori della comunità sociale , collegamento difficilmente contestabile perché le
norme nascono in determinate società momenti storici ecc..
2. alcune accezioni della tesi del collegamento che caratterizzano la posizione del giusnaturalismo ,
cioè che le norme devono essere conformate a certi principi morali universalmente validi sia che
siano accettati dalla società sia che non.
Altra tesi , per identificare una norma non basta verificare delle condizioni di fatto ( produzione ,
ecc..) ma deve anche accertarsi la loro adeguatezza ai principi morali ( se non si configura una
norma ai principi NON è UNA NORMA GIURIDICA ) ---- giusnaturalismo forte
3. Gli altri punti leggili

Testo sul processo di Norimberga (PAGINA 15) ________________

Argomentazioni di tre giudici , chiamati a pronunciarsi sui crimini compiuti dai gerarchi nazisti , dare
evidenza al percorso argomentativo fatto proprio da singoli giudici che muovessero da presupposti meta
etici relativi alla concezione del diritto sottoscritta, ora vediamo tre posizioni :

SITUAZIONE GENERALE :

---------------------------------------giudice dice che ci sono degli individui che presumibilmente hanno


compiuto il reato più aberrante della storia dell’umanità, ma difficilmente potrà citarsi un evento
precedente comparabile ai fatti di cui sono accusati gli imputati , poi qua si ricostruisce tutto il
fatto , ciò che è successo ( nei campi , sui detenuti erano stati compiute non solo reati, ma erano
stati anche compiuti atti in nome della scienza perché erano sottoposti a esperimenti scientifici ,
dai quali erano morti ecc…)

Sempronio dice , nessuno dei difensori nega i fatti sui quali si fonda l’accusa ( non sono oggetto di
contestazione i fatti ) , ma allora cosa aveva contestato la difesa ? la difesa aveva contestato la
qualificazione giuridica dei fatti , cioè qualificare quei fatti come REATI , la difesa sostiene che
questi imputati hanno compiuto fatti ma erano legittimi perché in quel momento e in quel luogo
non erano qualificati come reati , anzi erano degli ordini perciò dovevano per forza compierli ! ------
STRATEGIA DI DIFESA CHE PUNTAVA SU UN PRINCIPIO IMPORTANTE NEL DIRITTO , OSSIA IL
PRINCIPIO DI LEGALITÀ ( nullum crime , nulla pena , sine legge previa) non c’è reato se non c’è una
norma precedente che qualifica quel fatto come reato ------- PRINCIPIO DI IRRETROATTIVITÀ, quindi
la difesa dice che si puniscono gli imputati si violerebbero questi principi cardini negli ordinamenti
moderni che si sono caricati di emblemi di garanzia

POSIZIONE GIUSNATURALISTICA  il nostro sempronio dice : sostiene che uno dei servizi più
importanti che questo tribunale può rendere all’umanità consiste nel contestare questa atroce
concezione del diritto così come prevista dalla difesa , e cioè ? la concezione assurda e atroce è
quella che si abbia diritto la dove ci sia un gruppo di uomini che riesce a imporre delle norme in una
società e riesce a farle rispettare ------------ sempronio vuole far riferimento alla concezione
Giuspositivista quando dice la concezione atroce ( se qualcosa è previsto dalla legge allora è
dovuto!)

r
Perché sempronio dice che ci sono i principi oggettivi e possono essere conosciuti da tutti con i
potenti canale della mente , perciò anche se non c’era una legge , tutti potevano sapere che
esistevano questi principi ( tesi forte del giusnaturalista)

 Coincidenza tra MORALE e DIRITTO


 Concezioni oggettivistica, cognitivista della morale
 I principi non sono legati a scelte degli individui , ma sono dati una volta per tutte,
possono essere conosciuti da tutti con i potenti canali della mente

Quindi il giudice giusnaturalista emette una sentenza di CONDANNA , perché la legislazione


nazista non è vero diritto , in quanto non conforme ai principi nella natura umana ( un insieme di
norme è diritto vero solo se conforme a morale e giustizia) i giudici devono giudicare secondo la
legge naturale non secondo la legge che c’era in quel periodo

POSIZIONE GIUSPOSITIVISTICA ( giusp. Ideologico / forte)  in tutte e tre i giudizi c’è una
condivisione dei fatti che sono sicuramente avvenuti e anche di una valutazione morale che in via
generale può essere data dai fatti

Caio conferma che i fatti avvenuti sono aberranti , ma condivide con l’altro giudice anche la
valutazione morale ( già quando dice aberrante) ma dove il secondo giudice incomincia a
distanziarsi ? nel distinguere la posozione del cittadino che si trova a valutare questi eventi e la
posizione del giudice chiamato a pronunciarsi

Io parlo come essere umano/cittadino non come giudice quando dico che sono stati dei fatti
aberranti , ma nella qualità di giudici si possano far valere anche giudizi morali che come singoli
individui si possano fare proprio oppure condividere con altri , I GIUDIZI MORALI DEVONO
ENTRARE NEL GIUDIZIO DEL GIUDICE ? NOOOOOOOOOOOO , sulla base di quali presupposti?
Smonta l’idea giusnaturalista ( pagina 18) che esista un diritto naturale immutabile e oggettivo ,
questa idea viene smontata dal secondo giudice , è una illusione vana .
Il rischio a cui ci si espone far entrare la morale , proprio perché è un illusione , è quello di far
entrare la valutazione soggettiva ---- preoccupazione di far entrare nel giudizio un elemento
soggettivo che porta all’arbitrarietà del giudizio stesso mentre invece dovrebbe essere oggettivo e
imparziale .

Caio porta l’attenzione sull’altra questione : il fatto che si potesse mettere in discussione il diritto
(principio di legalità e di irretroattività) , il diritto di una comunità qual è? Ogni volta che ci troviamo
di fronte a un insieme di norme , siamo di fronte a un sistema giuridico a prescindere dai nostri
giudizi morali , il diritto si distingue dalla mafia non per la giustizia del contenuto delle norme ma
per essere sostenuto da sanzioni che si esercita sui cittadini di un determinato territorio

Se la mafia riuscisse ad avere un controllo stabile su un settore di territorio le norme che


detterebbero sarebbero ordinamento giuridico , quindi l’ordinamento nazista in quel momento
storico , per quanto il contenuto è orrendo non può essere contestato nella sua natura di legge di
diritto , non c’è dubbio che il sistema nazista avesse anche un supporto nelle convinzioni , ci fossero
dei principi condivisi

Caio dice che l’esistenza di norme giuridica implica l’obbligatorietà della norma e rende legittimi e
dovuti gli atti compiuti , non solo si deve considerare norma valida una norma prodotta da organi
competenti che sono in grado di ottenere obbedienza , ma questo NORMA VALIDA SIGNIFICA
NORMA CHE DEVE SEMPRE ESSERE OBBEDITA .

r
------------ rivà a pescare il principio di legalità , ma viene letto come principio che ci obbliga a
giudicare gli atti , in base alla legge che c’era in quel tempo e luogo , e nessuno può essere giudicato
per un fatto che non era reato , caio dice che c’è un pericolo nel sospendere questo principio in
quella situazione specifica , perché è un principio cardine , e sarebbe pericoloso stravolgere i
principio giuridici , perché magari questo precedente potrebbe portare in futuro a situazioni più
pericolose perché usato in altre situazioni --- PROPOSTA DI ASSOLUZIONE

 Separazione tra diritto e morale


 Giudizio morale non può essere un criterio di valutazione giuridica
 Concezione della morale soggettivistico / relativistico
 Diritto è diritto quando è stato in un certo periodo storico posto da un’autorità
legittima a farlo

POSIZIONE GIUSPOSITIVISTICA ( giusp. Metodologico/critico)  tizio mette in discussione entrambe


le prospettive prima esposte , le opinioni dei suoi colleghi l’hanno reso perplesso.

Si trova d’accordo con diversi aspetti , però rileva al tempo stesso delle confusioni concettuali e
presupposti difficilmente giustificabili .

1. come ci rapportiamo alla morale ?

PRIMO GIUDICE : richiama la tesi meta etica ( oggettivo , assoluti ecc..)


= tizio rileva che il primo giudice non dice come si dimostra l’esistenza di questi principi di diritto
naturale , richiama la legge di IUM ( salto logico , dal descrittivo al prescrittivo) cioè anche ium fa
presente al giusnaturalista che hanno delle convinzioni tutto tranne che dimostrate e poi va
nell’errore del passaggio da descrittivo al prescrittivo automaticamente , ci fa capire che anche
questo terzo giudice prende le distanze dalla posizione giusnaturalismo ( dagli assunti della morale
oggettivi proprio del giusnaturalismo)

SECONDA GIUDICE: richiama la tesi meta etica ( soggettivistica , relativa)


= ci sono passaggi dove merge che se tizio prende le distanze dall’oggettivismo ma prende le
distanze anche da quel soggettivismo relativistico che non offre la possibilità di distinguere tra
posizioni etiche e posizioni etiche cioè che rischia di gettare la morale nell’irrazionalità, o nelle
braccia dell’emozioni perché alla fine la morali sono questioni di idee diverse , sfocia nell’
INDIFFERENTISMO ETICO , ( molto simile alla terza prospettiva meta etica)
--------------------------------------------------------------------------------------tizio dice anche abbracciando una
posizione scettica cioè anti oggettivistica non possiamo eludere i giudizi morali , adottiamo
comunque una posizione morale di cui ci dobbiamo assumere la responsabilità e dobbiamo agire in
conseguenza

2. Quale concezione del diritto sottoscrive ?


PRIMO GIUDICE ---------- tizio dice riguardo alla posizione dl giusnaturalista , tizio non può avere
dubbi dell’inaccettabilità riguardo al modo di guardare al diritto , anche lui è positivista perché
come il secondo ritiene che la conformità a valori morali non p una condizione necessaria per la
validità di una norma giuridica , anche qui c’è separazione tra diritto e morale in questo senso.
Perciò esisteva di diritto nazista , esistevano quelle norme anche senza associarsi al contenuto se
era buono o no , ma sono norme valide a tutti gli effetti.

r
SECONDO GIUDICE
------------- come il secondo giudice il terzo contesta al primo che le norme naziste , sono norme
valide , allora da cosa prende le distanze dal secondo? Il secondo giudice richiamando il principio di
legalità ha dato per scontato quel passaggio ( l’esistenza di norme giuridiche significa che siamo in
presenza di norme obbligatorie cioè che devono sempre essere obbedite ) era un passaggio
determinante che portava il secondo all’assoluzione ------------------- ed è questo il punto
l’obbligatorietà delle norme , in che senso? Pagina 22 --- invece il giudice caio sostiene che
l’obbligatorietà intristeca alle norme giuridiche e lo fa richiamando il principio di legalità ( se c’è una
norma deve essere obbedita e basta) , non è un caso che sia stata istituta nei confronti della mafia
la giornata della legalità, perché bisogna chiedersi che tipo di società una società in cui le leggi non
sono obbedite come regola , è una società dove non vengono garantiti i diritti , MAAAA se questo è
vero , e elevare la legalità a principio vuol dire , rendersi conto che è un principio , che possiamo
qualificare come morale anche se poi entra nel diritto , ma se è un principio morale , come ci
dobbiamo rapportare a tutti i principi morali se non siamo oggettivisti , ANCHE I PRINCIPI
FONDAMENTALI DI RIFERIMENTO NON SI SOTTRAGGONO AD UNA MESSA IN DISCUSSIONE , I
PRINCIPI PRIMA FACE , cioè quei principi che a volte può anche essere sospeso se la sua
applicazione rischia di compromettere altri principi ( terza concezione meta etica)

Perciò anche se condivide alcuni punti con il secondo giudice , si distanzia perché dice che il
secondo giudice non ha capito che il principio di legalità è anche esso un principio legato alla
morale , un principio prima face , che può essere sospeso infatti per lui il verdetto è LA
CONDANNA .

L’OBIEZIONE DI COSCIENZA E I SUOI LIMITI


Rapporto tra diritto e morale , la primarietà dell’ambito prescrittivo morale , cioè attitudine delle
prescrizioni morali a guadagnare una prevalenza rispetto anche al diritto ( rilevanza
dell’orientamento di tutto e della convivenza in società rispetto a un diritto , importante perché
norme meritevole di osservanza )

Un’altra possibilità di riaffermazione della dimensione morale rispetto a quella giuridica affidata alla
obiezione di coscienza !! abbiamo sentito parlare di questo in situazioni diverse tipo rispetto al
servizio militare obbligatorio / ambito dell’interruzione della gravidanza / lavorare in un luogo dove
si producono armi ecc…

OBIEZIONE DI COSCIENZA  è la richiesta / pretesa di essere esonerati dall’adempimento di


obblighi previsti dalla legge ( giustificati dall’inosservanza della legge) perché l’adempimento di
quell’obbligo andrebbe in contrasto con i principi morali del soggetto che fa la richiesta.

COSCIENZA  è l’insieme dei principi , delle convinzioni morali fondamentali di un individuo,


abbiamo due concezioni di “coscienza” :

r
 Concezione eteronoma ----- i principi e valori provengono da fonte esterne , sono
oggettivi e assoluti destinati a valere per tutti ( la molare non è oggetto di scelta)
 Concezione autonoma ------ i principi e valori sono liberamente scelti dai soggetti ,
e solo in quanto tali hanno costruiscono la personalità del soggetto.

LIBERTÀ DI COSCIENZA  non si sarebbe posto il problema dell’obiezione di coscienza se non si


fosse sviluppata la libertà di coscienza , ossia :

 Esclusione di ingerenze e di discriminazioni sulla base di convinzioni o credenze


morali / religiose degli individui ( soggetto rivendica il fatto di poter avere credenze
morali e chiede l’esclusione dell’intrusione di altri , uno non deve essere
discriminato in base alle sue credenze morali )

 Autonomia degli individui in relazione alla formazioni di queste convinzioni morali

o Questa libertà di coscienza accompagna il lungo e faticoso percorso che avrebbe a un certo
punto condotto all’affermazione dello STATO LIBERALE E DEMOCRATICO , e la libertà di
coscienza si è affermata dopo molto tempo e duro nelle democrazie pluraliste e laiche
(stato che dà il massimo rilievo al principio del rispetto delle convinzioni morali e religiose
degli individui ) in Europa dopo la 2 guerra mondiale , nei paesi che si sono dotati di
costituzioni come noi , Germania ecc..

COSTITUZIONE -----------------------------------------------STATO COSTITUZIONALE DI DIRITTO ----------- forma di


organizzazione politica-giuridica nella quale il potere di fare le leggi trova nella cost. limiti sia formali sia di
contenuto , se andiamo a fare i conti con questi limiti , vediamo che i limiti di contenuti sono posti da
norme che sanciscono principi che garantiscono proprio la libertà di coscienza
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
---------------------ma dove nella nostra costituzione troviamo un principio che parla di libertà di coscienza , se
andiamo a prendere la costituzione tedesca l’art. 41 troviamo una specifica menzione della libertà di
coscienza , nella nostra non lo troviamo espressamente mentre l’art 19 afferma in maniera espressa il
principio di libertà di espressione / libertà di pensiero ecc… MAAAAA alla luce di questi due principi e in
generale della libertà della personalità, si può affermare che anche se non espressamente la dottrina e
giurisp. Dice che SI Può DESURRE DAGLI ART. 2, 3,19,21 che anche da noi c’è la libertà di coscienza

EUROPA----------------------------

-------------- Ma tra i testi normativi di riferimento , oggi dobbiamo considerare altri testi di valore
sovranazionale tipo la CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UNIONE EUROPEA , dove all’art. 10 dove
dice che ogni individuo ha diritto alla libertà, di coscienza e di religione. / libertà di manifestare la propria
convinzione in pubblico , privato ecc..

------------- ma viene anche nominata la obiezione di coscienza , cioè come richiesta di astensione da
comportamenti dovuti per legge in quanto contrastanti con convinzioni morali … rapporto di strumentalità
( l’obiezione di coscienza è strumentale , serve per garantire la libertà di coscienza = RAPPORTO DI
STRUMENTALITÀ)

r
E questo diritto all’obiezione di coscienza è riconosciuto secondo le leggi nazionali che lo disciplinano
quindi Ci sono solide ragioni per tenere che l’obiezione di coscienza abbia fondamento costituzionale

o Se è così , vuol dire che tutte le ragioni di coscienza possono essere una giustificazione per
inosservare la legge ? -------------------------- >

o Il diritto all’obiezione di coscienza va riconosciuto a chiunque indipendentemente dal ruolo?


------------------------------------------ >

o C’è un diritto illimitato e generalizzabile all’obiezione di coscienza? -------------- >

Se rispondessimo di SIIII , ci sarebbero gravi conseguenze , si svuoterebbe ciò che la legge prevede cioè che
tutti potessero invocare questa obiezione per sottrarsi alla legge , quindi la risposta non può essere SI !
perciò questo diritto ha dei limiti

LIMITE ------------------------------------------------------È quindi un diritto limitato , il LIMITE è NELL’ESIGENZA DI


NON COMPROMETTERE GLI INTERESSI INDIVIDUALI E COLLETTIVI ALLA CUI TUTELA SONO FINALIZZATI
GLI OBBLIGHI AI QUALI L’OBIEZIONE DI COSCIENZA DOVREBBE CONSENTIRE DI DEROGARE .

Le condizioni dell’obiezione di coscienza :

o Non deve danneggiare dirett. / indirett. Altri individui, impedendo loro l’accesso a
prestazioni per le quali la legge sancisce loro un diritto
o Non deve rappresentare una strategia opportunistica per alleggerire i propri doveri /
acquisire vantaggi ( può essere comodo invocare l’inosservanza della legge in molte
situazioni)
o Non deve boicottare la legge , in realtà si vuole disobbedire alla legge ma si usa questa
come scusa

Si può sempre dire che una legge non ci piace e che sarebbe meglio che andrebbe
cambiata ma bisogna comunque rispettarla finché c’è , e il modo per cambiarla non è
l’obiezione di coscienza , quindi dicendo no io non voglio obbedire a questa legge perché
non mi piace e vorrei che cambiasse , non è questo lo spirito di questo diritto
---------------------------------------------------- la strada è la disobbedienza civile , è una forma di
resistenza alla legge perché si ritiene ingiusta , ed è compatibile con il modello della
democrazia , ma siccome è una strategia per arrivare alla trasformazione ( quindi non è
una cosa individuale come l’obiezione ma un comportamento politico) chi la sfrutta :

 Se ne assume in pieno i rischi e le responsabilità


 Non deve far pagare ad altri il prezzo delle sue scelte avvalendosi dell’obiezione di
coscienza come una sorta di privilegio

r
Esempio : caso cappato , cappato è stato rinviato a giudizio per aiuto al suicidio nei
confronti di dj fabo , cappato ha attribuito lui stesso al suo atto non la valenza di
obiezione di coscienza all’art. 580 c.p. , la corte costituzionale , ha sollecitato il
parlamento a intervenire su questa materia , ma da tempo si avverte l’inadeguatezza di
questa norma che vanno bene a certe condizioni ,cappato si è autodenunciato e ha
investito chiaramente la qualificazione di disobbedienza civile ( lo aiuto dj fabo in modo
pubblico e ne sottolineo la valenza di modifica della legge ma se ne assume le
conseguenze perché è stato a giudizio)

La legge prevede che si possa usare l’obiezione di coscienza solo in tre casi :

1. Prestazioni sanitarie (interruzione della gravidanza / tecniche di procreazione medicalmente


assistita

2. sperimentazione animale ( lavoratori che sperimentano , ma anche per gli studenti rispetto a
pratiche che comportano il sacrificio di animali)

3.prima c’era anche l’obiezione della leva militari ------ oggi si parla di :
- doveri civici ( essere nominati componenti di giuria in processi )
- Funzioni e uffici pubblici ( può sollevarla un giudice ?
- rapporti di lavoro dipendenti

OGGI SITUAZIONI IN CUI POSSIAMO RITROVARE L’OBIEZIONE DI COSCIENZA :

 AMBITO SANITARIO
o Tendenza espansiva delle pratiche di interruzione di gravidanza
o Ricorso all’obiezione di coscienza da parte degli operatori sanitari e di farmacisti ( che non
volevano fare ad esempio l’aborto anche se erano medici , perché andava contro i loro
principi) ----------- tanti hanno usato l’obiezione di coscienza che hanno fatto pensare a
quell’uso opportunistico di questo diritto da parte dei medici

ESENZIONE DAI DOVERI AMMISSIBILE : Obiezione incontra un limite quando , si comporta una limitazione
dei diritti di altri soggetti , tipo in questo caso assicura la legge il diritto alle donne di poter abortire in certe
condizioni , e se non ci sono medici disponibili a farlo perché tutti hanno usato il diritto all’obiezione e
quindi così si è svuotato il diritto delle donne ad abortire perché non c’era nessuno che glielo faceva ,quindi
l’obiezione è ammissibile quando :

 Esenzione da doveri attribuiti aleatoria mente a persone che possono essere


sostituite da persone senza difficoltà
 L’esenzione da attività lavorative svolte in strutture complesse che consentono un
diverso impiego del lavoratore senza comprimere il diritto di iniziativa economica

r
= Come può preservare la sua coscienza ? FACENDO UNA SCELTA , O LO FA O
CERCA UN ALTRO LAVORO

ESENZIONE DAI DOVERI INAMMISSIBILE : è inammissibile quando :

 Nel caso in cui riguarda soggetti il cui ufficio comporta l’accettazione dell’ordine
assiologico – valoriale proprio dell’ordinamento al cui servizio il loro ufficio è
preordinato (giudici , insegnati , pubblici ufficiali ecc..) ---- tutti i soggetti che nel
momento in cui rivestono una carica si presume che si riconoscono in via generale
con i principi sottesi all’ordinamento al quale aderiscono ( il giudice giura sulla
costituzione )

Il giudice che non si ritrova più in questi principi ha scelta ? SI , HA LA SCELTA DI


DIMETTERSI , DI USCIRE DAL RUOLO , così come l’insegnante se si rifiuti di fare una
lezione agli studenti sul fatto che è stato introdotto nell’ordinamento le unioni civili
, perché per le sue convinzioni morali va bene solo la famiglia normale.

 Nel caso in cui siano in gioco prestazioni che per le condizioni effettive rischiano di
non poter essere erogate in condizioni di uguaglianza ( tipo i farmaci , in
allargamento dell’obiezione , anche i farmacisti possono o no sollevare obiezione
riguardo al trattamento farmatologico sempre per l’interruzione della gravidanza ,
qualcuno aveva fatto obiezione per non voler vendere quel farmaco) ( FARMACON
è VELENO IN LATINO O GRECO)
Vedere slide poi …

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