Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Alessandro Pirisinu
Elementi di Matematica finanziaria
per le scienze economiche
giuridiche e aziendali
Copyright © MMXIV
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it
---xxxx-x
9 Prefazione
11 Capitolo I
I regimi finanziari
1. La matematica finanziaria, 11
2. I concetti fondamentali, 11
3. Il regime dell’interesse semplice, 13
4. Il regime dello sconto commerciale, 16
5. Il regime dell’interesse composto, 18
6. I tassi equivalenti e i tassi convertibili, 22
7. Il tasso continuo e la forza d’interesse, 25
8. La scindibilità delle leggi finanziarie, 27
9. I titoli di Stato, 28
Esercizi svolti, 31 – Esercizi proposti, 38
41 Capitolo II
Le rendite
1. L’equivalenza finanziari, 41
2. Le progressioni aritmetiche e geometriche, 43
3. La classificazione delle rendite, 44
4. I calcoli finanziari per le rendite , 45
5. I problemi inversi sulle rendite, 55
Esercizi svolti, 57 – Esercizi proposti, 64
7
68 Indice
Indice
Prefazione
67 Capitolo III
I prestiti: ammortamento e valutazione
1. Il rimborso globale, 67
2. Il rimborso graduale, 68
3. L’ammortamento italiano, 70
4. L’ammortamento americano, 71
5. L’ammortamento francese, 71
6. I problemi finanziari , 74
7. Il leasing , 77
8. La valutazione dei prestiti, 79
Esercizi svolti, 82 – Esercizi proposti, 92
95 Capitolo IV
La valutazione degli investimenti
1. La durata media finanziaria (duration), 96
2. Il tempo di recupero (payback period), 96
3. Il valore attuale netto (net present value), 97
4. Il tasso interno di rendimento (IRR), 98
5. Il T.A.N. e il T.A.E.G., 99
Esercizi svolti, 100 – Esercizi proposti, 108
111 Capitolo V
Introduzione al calcolo delle probabilità
Prefazione
Beatrice Venturi
Alessandro Pirisinu
9
810 Presentazione degli autori
Indice
Prefazione
Capitolo I
I regimi finanziari
1. La matematica finanziaria
È quella branca della matematica che si occupa delle operazioni finan-
ziarie certe: si tratta di scambi di somme di denaro nel tempo, scambi
che sono indipendenti da eventi aleatori.
La matematica finanziaria dunque considera soltanto operazioni in ba-
se alle quali è possibile confrontare somme diverse, disponibili in
tempi diversi, siano esse prestate (per ricevere un compenso successi-
vamente) o ricevute (in modo da averne la disponibilità per successivi
futuri investimenti).
I due aspetti fondamentali presenti in un’operazione finanziaria sono
perciò l’aspetto monetario e lo scorrere del tempo, senza il quale non
vi è operazione finanziaria.
2. I concetti fondamentali.
Le operazioni finanziarie fondamentali sono l’operazione di capitaliz-
zazione e di attualizzazione.
Consideriamo la prima operazione di capitalizzazione, cioè
l’investimento o prestito di una somma di denaro. Si definisce il pre-
stito come quell’operazione che consiste nella cessione di una somma
in denaro, pattuendo la restituzione a un certo tempo t fissato, aumen-
tata di interessi, cioè del compenso spettante al prestatore.
Si possono dunque individuare gli elementi fondamentali
dell’operazione:
C: è il capitale impiegato – prestato – al tempo t0 ;
M: è il montante prodotto al tempo t1 , cioè la somma che viene re-
stituita a chi ha erogato il prestito;
I: è l’interesse prodotto dall’operazione, cioè il compenso che spet-
ta a chi ha prestato la somma di denaro.
Questi tre elementi sono legati dalla seguente relazione:
M=C+I.
Da ciò, si ha:
I=M–C.
11
12 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
10 Capitolo I
t0 t1
I
C M
Consideriamo adesso l’operazione finanziaria di attualizzazione: essa
consiste nella restituzione anticipata al tempo t0 di una somma di de-
naro che inizialmente doveva essere restituita al tempo t1 , stabilendo
un compenso per l’anticipata estinzione del debito.
Anche qui si possono dunque individuare gli elementi dell’operazione:
M: è il capitale che deve essere restituito alla scadenza t1 ;
VA: è il valore attuale, cioè la somma che viene restituita anticipa-
tamente al tempo t0 ;
S: è lo sconto, cioè il compenso che spetta a chi esegue un paga-
mento prima della sua scadenza stabilita.
Questi tre elementi sono collegati dalla seguente relazione:
VA = M – S .
Da ciò, si ha:
S = M – VA .
L’operazione di attualizzazione dunque si associa al concetto di scon-
to e il valore attuale può essere considerato come il valore odierno di
una somma che scade in futuro.
Anche questa operazione può essere schematizzata:
t0 t1
S
VA M
I regiPi ¿nanziari 13
I regimi finanziari 11
Vi sono diverse leggi finanziarie, cioè diversi principi con cui vengo-
no calcolate le diverse grandezze sopra indicate, cioè interesse (I),
montante (M), ecc. Questi differenti modi di calcolo danno luogo ai
regimi finanziari: i più importanti sono il regime dell’interesse sem-
plice, il regime dello sconto commerciale, il regime dell’interesse
composto.
M C (1 i t )
M
1 i
0 1 t
Adesso, per ricavare la formula del valore attuale, basta ricordare che
esso è il valore odierno di una somma scadente in futuro; quindi, logi-
camente, l’attualizzazione è l’operazione inversa della capitalizzazio-
ne e la formula del valore attuale sarà dunque la formula inversa di
quella del montante; per, comodità, anche il valore attuale VA può es-
sere indicato con C:
M 1
VA = C = =M .
1 it 1 it
I regiPi ¿nanziari 15
I regimi finanziari 13
§ 1 ·
Anche in questa formula, possiamo enucleare ¨ ¸ , cioè il fattore
© 1 it ¹
di attualizzazione semplice.
§ 1 ·
Se si considera il tempo unitario, si ha v = ¨ ¸ o fattore unitario di
©1 i ¹
attualizzazione semplice.
Adesso possono essere ricavate le formule dell’interesse I e dello
sconto, che nel regime semplice prende il nome di sconto razionale
Sr :
I = C(1 + it) – C = Cit (che, ovviamente, è la legge base del
regime semplice);
M § 1 · it
Sr = M – = M ¨1 ¸= M , dove si ha:
1 it © 1 it ¹ 1 it
§ it ·
-¨ ¸ è il fattore di sconto razionale;
© 1 it ¹
i
-d= (considerato il tempo unitario) è il fattore unitario
1 i
di sconto razionale.
Quest’ultimo indica la relazione tra tasso unitario i di interesse
e tasso unitario d di sconto. Da quest’ultima relazione, si può
d
ricavare la relazione inversa tra i e d: i ; ecco perché il
1 d
tasso d viene anche detto tasso di interesse anticipato.
M
1
t C che è il tempo di capitalizzazione semplice .
i
C = M(1 – dt) ,
M
C
M
1 d t
0 1 t
t max
d
18 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
16 Capitolo I
§ 1 ·
Il fattore ¨ ¸ è detto il fattore di capitalizzazione in regime di
© 1 dt ¹
sconto commerciale e, se si considera, il tempo unitario, si ha
§ 1 ·
r ¨ ¸ o fattore unitario di capitalizzazione.
©1 d ¹
§ dt ·
Come si vede, ¨ ¸ indica il fattore di interesse e, considerato il
© 1 dt ¹
tempo unitario, si ritrova la formula del tasso di interesse anticipato
d
vista nel regime di interesse semplice: i .
1 d
nel secondo periodo, gli interessi andranno calcolati non più su C co-
me nel regime semplice, ma su M 1 per un ulteriore periodo, sempre al
tasso i; dunque:
M 2 = M 1 (1 + i) = C (1 + i)(1 + i) = C (1 i ) 2 .
I regiPi ¿nanziari 19
I regimi finanziari 17
Nelle due formule appena ricavate appare ancor più chiaro il senso
economico-finanziario di ciò che esse rappresentano: nella formula del
montante il segno positivo dell’esponente indica proprio il senso del
tempo che “scorre in avanti”, cioè il montante è visto in modo pro-
spettico come valore futuro di una somma oggi disponibile; viceversa,
il segno meno all’esponente della formula del valore attuale sta ad in-
dicare il senso dello “scorrere indietro” del tempo o, meglio, sta ad in-
dicare che il valore attuale è visto in modo retrospettivo come il valore
20 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
18 Capitolo I
M C (1 i) t
M C (1 i t )
1 i
0 1 t
Ecco perché, quando si capitalizza con tempi non interi, si può ricorre-
re alla cosiddetta “capitalizzazione mista”.
Se t = n + f, (n indica il numero intero di periodi, f indica la frazione
del periodo unitario), si ha:
M = C (1 i)t (1 i f ) .
I (t , t h) M (t , t h) M (t ) .
t
³ G ( s)ds = log(1 i) , per la proprietà dei logaritmi,
t
Essendo dunque:
0
si ha la legge di capitalizzazione:
³
t
G ( s ) ds
M = (1 i)t = e 0 .
M (1 i) t = M (1 i ) t1 (1 i) t 2 ... (1 i) t k .
28 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
26 Capitolo I
9. I titoli di Stato
Il debito pubblico è il debito che lo Stato contrae con altri soggetti
(privati, banche, soggetti stranieri, ecc.) emettendo dei titoli obbliga-
zionari per coprire il suo fabbisogno finanziario.
L’obbligazione è quel contratto in cui due parti si scambiano somme
di denaro in date distinte e che obbliga l’emittente a rimborsare il cre-
ditore alla data stabilita.Si distinguono:
a) titolo senza cedola (o zero coupon bond, ZCB)
È quel titolo in cui gli importi di denaro scambiati sono soltanto il
prezzo di emissione (o acquisto) all'istante iniziale e il valore nomina-
le (o di rimborso) alla scadenza fissata dell’obbligazione.
Detto VN il valore nominale del titolo e P il prezzo di emissione, si
definisce lo scarto di emissione SE = VN – P. Lo schema
dell’operazione è:
t0 t1
–P VN
0 0,5 1 1,5 2 … n
–P I I I I … I + VN
Nei titoli con cedola può capitare che P = VN: allora si dice
che il titolo è emesso, alla pari; invece se P < VN si dice che
l’emissione è sotto la pari e se P > VN è sopra la pari.
I
Il quoziente è detto tasso cedolare del titolo, mentre il tas-
VN
I
so nominale annuo corrisponde al prodotto tra il quoziente
VN
e il numero di cedole staccate in un anno (per esempio, 2 se il
titolo ha cedole semestrali).
ESERCIZI SVOLTI
Lo schema dell’operazione è:
^ 972; I ; I ; I ; I ; I ; I 1000 ` / ^ 0; 0,5; 1; 1,5; 2; 2,5; 3`
Ogni anno vengono incassate 2 cedole: il valore della singola cedola
sarà:
I
2 = 0,03 da cui I = 15.
1000
Lo scarto di emissione è SE = VN – P = € 28.
M C 5000 4843,53
Il tasso di sconto è: d = = 0,1269;
M t 5000
90
365
7500
da cui: 1 0,05 t ; 0,9375 1 0,05 t ;
8000
0,05 t 1 0,9375 ;
0,0625
Infine: t = 1,25 , cioè 1 anno e 3 mesi.
0,05
I regiPi ¿nanziari 35
I regimi finanziari 33
10. Due anni fa, sono stati investiti € 8.000 in acquisti di titoli il cui
prezzo era 98,25; esso stacca cedole semestrali ad un tasso nominale
annuo convertibile semestralmente del 3,80%; oggi il titolo viene ven-
duto a 104,80. Determinare il guadagno complessivo.
36 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
34 Capitolo I
0,038
Al tasso j2 = 0,038 corrisponde il tasso semestrale i2 = 0,019.
2
A quest’ultimo corrisponde un tasso effettivo annuo
i (1 i ) 2 1 = 0,038361.
Gli interessi maturati sul titolo in due anni sono
I = 8.000 [(1,038361) 2 1] = 625,55.
³
2 ,5
(1 e t ) dt t
c) rc (t ) e0 e[t e ] 02.5
e1, 5821 ;
quindi: M c 2500 e1, 5821 = 12.162,72.
I regiPi ¿nanziari 37
I regimi finanziari 35
12. Per disporre tra due anni di un capitale di € 10.000 sono stati ver-
sati in banca 3 anni fa € 5.000 al tasso del 10%. Volendo versare oggi
€ 1.500 e il prossimo anno altri € 900, quale tasso occorrerà stipulare
con la banca per ottenere il capitale desiderato tra due anni?
Il capitale accumulato ad oggi, risulta pari a:
M = 5000(1 + 0,1)3 = 6655.
Alla scadenza, il capitale accumulato sarà:
10000 = (6655 + 1500)(1 + i)2 + 900 (1 + i).
14. Determinare il corso secco del BTP con 6 cedole semestrali, di va-
lore nominale 100:
38 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
36 Capitolo I
3 9 15 21 27 33 ½
^ 96; 3; 3; 3; 3; 3;103 ` / ® 0;
; ; ; ; ; ¾
¯ 12 12 12 12 12 12 ¿
di cui la prima viene staccata dopo 3 mesi dall'acquisto in t0 = 0.
Il titolo è quotato sotto la pari e il suo tasso cedolare e il suo tasso no-
minale sono rispettivamente del 3% e del 6% (2 cedole all'anno).
Il corso tel quel del titolo è dato dal valore d’acquisto: 96;
Adesso, per determinare il rateo si considera la differenza tra tempo di
acquisto e distacco della prima cedola: questa è di 3 mesi e il periodo
tra una cedola e l’altra è di 6 mesi; dunque, si ha:
§ 3 / 12 ·
RTi = 2 ¨1 ¸ =€1
© 6 / 12 ¹
e di conseguenza il corso secco a cui il titolo viene quotato risulta 96 –
1 = 95 euro.
______________________________
ESERCIZI PROPOSTI
Le rendite
39
41
42 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
40 Capitolo II
ti, affinché alla scadenza si abbia un montante uguale alla somma dei
montanti prodotti dai singoli capitali.
Altri problemi finanziari verranno affrontati nella parte sulla valuta-
zione degli investimenti.
La prima operazione complessa che viene studiata è la rendita, ma
prima di farne una trattazione puntuale occorrono alcuni richiami di
algebra.
a) progressioni aritmetiche
Una successione di termini è in progressione aritmetica se ciascun
numero (a parte il primo) è ottenuto dal precedente sommandovi una
costante: la differenza costante di due termini successivi è detta ragio-
ne, indicata con d:
a1 a
®
¯an an 1 d , n t 2
Si dimostrano le seguenti proprietà:
l’n-esimo termine della progressione è: an a1 (n 1)d ;
il t-esimo termine della progressione a partire dal termine
r-esimo è:
at ar (t r )d ;
la somma dei primi n termini della progressione è:
a1 an
Sn d
2
b) progressioni geometriche
Una successione di termini è in progressione aritmetica se ciascun
numero (a parte il primo) è ottenuto dal precedente moltiplicandolo
44 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
42 Capitolo II
0 t1 t2 t3 … tn
FC2 (1 i )t n t 2
FC1 (1 i)t n t1
46 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
44 Capitolo II
0 t1 t2 t3 … tn
FC2 (1 i) t 2
FC3 (1 i ) t 3
FC n (1 i ) t n
0 1 2 3 4 … n-1 n
1 1 1 1 … 1 1
(1 + i)
....
(1 + i)n-4
(1 + i)n-3
(1 + i)n-2
(1 + i)n-1
0 1 2 3 4 …n–1 n
(1 + i)-1 1 1 1 1 … 1 1
(1 + i)-2
(1 + i)-3
(1 + i)-4
…
(1 + i)-(n-1)
(1 + i)-n
=
1 (1 i) 1
1 1 (1 i ) n 1 1 (1 i ) n
= = =
1 i 1 1 1 i 1 i 1
1 i 1 i
n
1 (1 i )
= .
i
1 (1 i ) n
= R = R a n|i .
i
Questo avviene perché, in sostanza, una volta che riferiamo tutti i ca-
pitali a un determinato periodo (l’ultimo della rendita, nel caso del
montante), gli n capitali sono sommabili, secondo il principio di equi-
valenza finanziaria, e diventano di fatto un capitale singolo, che può
essere attualizzato secondo la regola del regime composto.
1(1 i) n (1 i) n (1 i ) n (1 i )n 1
= R = R = R s n |i .
i i
Insomma, tra il montante e il valore attuale di una rendita c’è la stessa
relazione che si ha tra montante e valore attuale di un capitale unico:
basta moltiplicare o dividere per (1 i) n e si passa dall’uno all’altro:
0 n
(1 i ) n
(1 i) n
a n |i sn | i
50 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
48 Capitolo II
0 1 2 3 … n-1 n
1 1 1 1 … 1
(1 + i)
...
(1 + i)n-3
(1 + i)n-2
(1 + i)n-1
(1 + i)n
0 1 2 3 … n-1 n
1 1 1 1 … 1
(1 + i)-1
(1 + i)-2
(1 + i)-3
…
(1 + i)-(n-1)
a = 1
>
1 (1 i )1 @
n
=
1 (1 i ) n
=
1 (1 i ) n
=
1 (1 i )1 1 1 i 1
1
1 i 1 i
n
1 (1 i )
= (1 i ) .
i
Tale formula viene indicata con il simbolo a n | i (a anticipato figurato
n al tasso i); anche in questo caso, se la rata non è unitaria ma di im-
porto R, si ha:
n
A= A R a = R 1 (1 i) (1 i) .
n |i
i
Anche per il caso del valore attuale, è immediato trovare la relazione
tra quello della rendita anticipata e posticipata:
an | i = an | i (1 i ) o anche an | i = an | i (1 i )1
52 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
50 Capitolo II
differimen to an | i 1 1 … 1
Infine, si può notare dallo schema dell’operazione che una rendita an-
ticipata differita di k + 1 periodi coincide con una rendita posticipata
differita di k periodi.
Poiché vale la relazione: an | i = an | i (1 i ) , si ha anche che
an | i (1 i ) ( k 1) = an | i (1 i)(1 i ) ( k 1) .
Le rendite 53
Le rendite 51
In conclusione: ( k 1) / an | i = k/ an | i .
1
Mettendo in evidenza il fattore comune si ottiene il montante di
k
una rendita immediata posticipata frazionata, calcolata al tasso ik per
n k periodi; si ha, dunque, s figurato n al tasso i, frazionato k:
s (k )
= =
>
1 (1 ik ) k n 1 1 (1 i k ) k @ n
1 i
=
n|i
k ik k ik i
(1 i) n 1 i i
= = s n|i .
i k ik jk
1
( k ) = k R a ( k ) = k R a ( k ) (1 i ) k i
A n |i n|i n| i
jk
(a anticipato figurato n al tasso i, frazionato k),
1
i
dove (1 i ) k è il fattore di correzione per rendite frazionate posti-
jk
cipate.
M
Se la rendita è anticipata, si ha invece: R = = M V n | i .
s n | i
V
Infine, ricordando la relazione tra sn | i e sn | i , si ottiene V n| i = n| i
.
1 i
A questo proposito si considera il fondo costituito dal versamento di k
rate di costituzione: è il montate che le rate hanno prodotto dopo il k-
esimo versamento:
Fk R s k | i rata posticipata
Fk R s k | i rata anticipata
Schematizzando:
Le rendite 57
Le rendite 55
Fondo Fondo
Periodo Interessi Rata
inizio periodo fine periodo
R =
1 0 0 M V n | i F1
R = F2 = F1 + i F 1
2 F1 iF1 M V n | i +R
… … … … …
R = Fn = M = Fn-1 +
n Fn-1 i Fn 1 M V n | i i F n 1 + R
b) rata di ammortamento
Dalla formula del valore attuale di una rendita immediata posticipata
A
si ricava R = = A D n|i .
a n |i
Il fattore A D n|i
prende il nome di fattore di ammortamento di capita-
le: si tratta della rata che bisogna versare ogni periodo per ammortiz-
zare in n periodi un costo A, sostenuto oggi.
A
Se la rendita è anticipata si ha: R = = A D n | i .
a n | i
D n| i
Infine, ricordando la relazione tra a n | i e a n | i , si ottiene D n | i = .
1 i
Anche per l’ammortamento viene predisposto il piano
d’ammortamento: sarà l’oggetto del prossimo capitolo.
M (1 i) n 1
= ;
R i
M i M i
da ciò: = (1 + i)n – 1 e dunque + 1= (1 + i)n .
R R
Passando ai logaritmi:
58 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
56 Capitolo II
ªM i º
log « 1»
ªM i º ¬ R ¼.
log « 1» n
= log(1 + i) ; infine: n =
¬ R ¼ log(1 i )
Passando ai logaritmi:
ª Aiº
log «1
ª Ai º ¬ R »¼
log(1 + i)-n = log «1 e infine n= .
¬ R »¼ log(1 i )
______________________________
ESERCIZI SVOLTI
è la relazione tra montante e valore attuale: essi sono legati dallo stes-
so fattore che lega montante e valore attuale di un singolo capitale;
dunque:
S n | i = A
(1 i )n ; 31393,34 = 11161,42(1 i )12
n| i
31393,34 31393,34
Perciò: (1 i )12 ; 12
(1 i )12 12 ;
11161,42 11161,42
1 i 1,09
Il tasso a cui è condotta la rendita è il 9%.
§ 21232,32 0,04 ·
log¨ 1¸
Da ciò:; n © 5000 ¹ =4
log(1,04)
Il piano di costituzione è:
Fondo Fondo
n Interessi Rata
inizio anno fine anno
1 0,00 0,00 5.000,00 5.000,00
2 5.000,00 200,00 5.000,00 10.200,00
3 10.200,00 408,00 5.000,00 15.608,00
4 15.608,00 624,32 5.000,00 21.232,32
______________________________
ESERCIZI PROPOSTI
1. Si acquista oggi un macchinario e si decide di pagarlo con 12 rate
costanti posticipate da € 3.000. Insieme all’ultima rata, si dovrà ag-
giungere a saldo la somma di € 5.000. Sapendo che il tasso è il 5%,
calcolare oggi il valore del bene. [Sol.: A = 29373,94]
1. Il rimborso globale
Tale modalità di rimborso prevede che il capitale venga restituito in
un’unica soluzione. In questo caso si possono distinguere:
rimborso globale del capitale e degli interessi
Si tratta, in sostanza, di calcolare il montante del capitale prestato A al
momento della scadenza n del prestito: M A(1 i )n
0 n
A A(1 i) n
65
67
68 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
66 Capitolo III
-- mutuante: A(1 i) n
(1 i) n 1
-- mutuatario: A I sn | i = A A i =
i
= A A (1 i) n A = A(1 i) n
2. Il rimborso graduale
In questo caso, si ha il rimborso graduale sia del capitale che viene re-
stituito in quote, sia degli interessi che vengono pagati sul debito: il
debito è decrescente, visto che ad ogni periodo una sua quota viene re-
stituita; così, anche gli interessi che vengono corrisposti in ogni perio-
do sono dunque decrescenti.
Per l’operazione viene predisposto il piano d’ammortamento: si tratta
di una tabella i cui elementi forniscono tutte le informazioni riguardo
l’andamento del rimborso del prestito.
La prima colonna indica il tempo n dell’operazione: misurato in anni
se non altrimenti detto, parte dal valore 0, tempo in cui il mutuante
presta il capitale A e il mutuatario inizia i suoi impegni di restituzione.
La seconda colonna indica l’importo della rata dell’ammortamento; le
rate vengono distinte in:
x quota capitale (Ck): la parte della rata che ricostituisce il capitale
preso in prestito
x quota interesse (Ik): la parte della rata che remunera il capitale pre-
so in prestito
Ancora, la terza colonna del piano indica le quote di capitale (Ck): esse
sono tali che:
C1 + C2+ ... Cn = A
cioè, come detto, la somma di tutte le quote capitali è pari all’intero
importo del prestito.
Poi, la quarta colonna indica le quote di interesse (Ik): esse vengono
calcolate sul debito residuo al periodo precedente secondo il tasso
dell’operazione. La prima quota interesse, dunque, va calcolata
sull’intero debito: I1 = AÂiÂ= AÂi.
Le ultime due colonne del piano indicano: il debito estinto (Ek) che è
la parte di debito già pagata, cioè la somma delle quote di capitale già
versate; il debito residuo (Dk) che è la parte di debito da pagare, cioè il
I prestiti: ammortamento e valutazione 69
I prestiti: ammortamento e valutazione 67
1 R1 C1 I1 = AÂi E 1 = C1 D1 = A – C1
2 R2 C2 I2 E2 = C1 + C2 D2 = A – (C1 + C2)
E3 = D3 =
3 R3 C3 I3
C1 + C2+ C3 A – (C1 + C2+ C3)
… … … … … …
En-1 = Dn-1 = Cn =
n–1 Rn-1 Cn-1 In-1 = C1 + C2+ ... = A – (C1 + C2+ ...
+ Cn-1 Cn-1)
En = A = Dn = 0 =
n Rn Cn In = C1 + C2+ ... = A – (C1 + C2+ ...
Cn Cn )
Per quanto riguarda la prima quota capitale C1, un primo modo di cal-
colarla è quello indiretto:
C1 R I1 .
Infine: Ck 1 Ck (1 i ) .
Quindi:
C1[1 (1 i ) (1 i) 2 ... (1 i) n 1 ] A
La quantità tra parentesi è proprio s n | i , per cui C1 s n | i A .
Dunque, un secondo modo di calcolare la prima quota capitale C1 è
quello diretto, dalla relazione sulle quote di capitale:
A C1 s n | i
A i
C1 AV = A .
s n |i n| i
(1 i ) n 1
I1 R C1 .
Per quanto riguarda il debito estinto, cioè la somma delle quote capita-
le versate fino a un determinato anno k, esso è una somma di k termini
in progressione geometrica di ragione (1 + i) e si ha:
Ek C1 C2 ... Ck , cioè: Ek C1 s k | i
6.1) Preammortamento
Nella realtà delle operazioni di ammortamento, capita che la data di
inizio dell’operazione sia prefissata: per esempio, se il mutuo è a rata
semestrale, la scadenza delle rate viene fissata dalla banca a due mo-
menti precisi (solitamente, 1 gennaio e 1 luglio). Se l’operazione viene
stipulata in una data diversa, può essere previsto un periodo di cosid-
detto preammortamento, consistente in un differimento di s mesi (o
anni) della data di inizio del rimborso del debito. In questo periodo
viene rimborsata soltanto la quota interessi calcolata sull'ammontare
complessivo del debito, ossia le prime s quote interessi saranno -, (k =
1, …, s). Poi, dall'anno s + 1 in poi, comincia il vero e proprio ammor-
tamento.
Ovviamente, negli anni di preammortamento, il debito residuo resta
sempre uguale e coincidente con C e il debito estinto è nullo.
Può capitare che il numero di rate così ricavato sia intero o non intero.
Se il numero di rate ricavato è intero, il problema è risolto.
Viceversa, se il numero di rate non è intero e, quindi, è compreso tra
due numeri interi successivi, cioè se k n k 1 , bisogna procedere
ad accomodamenti per individuare la rata:
Si decide di fissare il numero di rate al più grande dei due numeri inte-
ri. Evidentemente la rata deve diminuire: R 2 A D k 1| i
c) Versamento aggiuntivo
Si decide di fissare il numero di rate al più piccolo dei due numeri in-
teri, cioè k. Evidentemente la somma ammortizzata sarà inferiore a
quella dovuta. Infatti per raggiungere il valore A manca un certa
somma S che è la differenza tra l’ammontare del prestito A e il valore
attuale della rendita delle k rate:
S = A – R1 a k | i .
7. Il leasing
Il contratto di mutuo presuppone l’acquisto del bene per il quale è sta-
to richiesto; ma le procedure di concessione del mutuo sono lunghe e
laboriose e allora sempre più aziende preferiscono fare ricorso al lea-
sing.
Le due forme principali di leasing sono:
78 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
76 Capitolo III
0 1 2 … n–k n
A
kR R R … R RE
I prestiti: ammortamento e valutazione 79
I prestiti: ammortamento e valutazione 77
Si indicano:
A: valore del bene dato in leasing
k R : valore del maxicanone, indicato come numero di canoni
anticipati
R: valore del canone di leasing
E: valore di riscatto del bene
valutazione, indicato con i ' : tale tasso è, in genere, diverso dal tasso
di remunerazione, cioè dal tasso con cui viene condotto il prestito. Bi-
sogna ricordare che, più alto è il tasso, più bassa risulta la valutazione
del prestito; quindi il debitore avrà interesse a tenere alto il tasso di
valutazione, viceversa il creditore cercherà di contrattarlo a un livello
più basso.
Queste formule sono le più pratiche da applicare, visto che non pon-
gono problemi di calcolo; si può ora vedere la valutazione del prestito
nelle diverse modalità di rimborso sin qui analizzate.
a) rimborso globale
Come visto, il debitore rimborsa alla scadenza il montante del capitale
prestato:
M A (1 i) n .
c) ammortamento italiano
In questo tipo di ammortamento graduale, la quota di capitale è co-
stante; quindi, è semplice calcolare la nuda proprietà:
A
NPk a .
n n k |i '
Viceversa, diventa laborioso il calcolo dell’usufrutto; per definizione:
n
Uk ¦I
t k 1
k (1 i ' ) (t k )
d) ammortamento americano
In questo ammortamento, il debitore paga periodicamente una rata co-
stante di interesse I A ir e una rata costante di capitale
C A V n|i .
c
82 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
80 Capitolo III
Dunque:
NPk A V n | ic
a n k |i ' ;
Uk A ir a n k |i ' ;
Vk A V n | ic
A ir a n k | i ' .
e) ammortamento francese
Essendo la rata costante è semplice calcolare il valore del prestito, non
così le sue componenti, nuda proprietà e usufrutto; si ha:
Vk = R a n k | i '
(1 i ) ( n k ) (1 i ' ) ( n k ) se i ' z i
°R i 'i
°
NPk ®
°
°¯ (n k ) R (1 i ) ( n k 1) se i ' i
U k Vk NPk
______________________________
ESERCIZI SVOLTI
a) ammortamento italiano
Si ha: A = 100.000 ; n = 10 ; i = 0,10.
Innanzi tutto si determina la quota capitale costante:
1
Ck C 100.000 = 10.000.
10
Dopo ciò si determina la prima quota d’interesse: per quanto detto so-
pra, essa si calcola sul debito residuo al periodo precedente; ma il pe-
I prestiti: ammortamento e valutazione 83
I prestiti: ammortamento e valutazione 81
b) ammortamento francese
Si ha: A = 100.000 ; n = 10 ; i = 0,10.
0,10
Per prima cosa si calcola la rata: R = 100.000 =
1 (1 0,10)10
16.274,54.
Poi si calcolano la prima quota di interesse e di capitale:
I1 = 100.000Â
0,10
C1 = 100.000 = 6.274,54 .
(1 0,10)10 1
A partire dal valore della prima quota di capitale si possono calcolare
tutte le altre, sapendo che esse crescono in progressione geometrica di
ragione (1 + i).
84 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
82 Capitolo III
c) ammortamento tedesco
Mantenendo i dati dell’esempio precedente si ha, per il calcolo delle
quote interesse:
i 0,10
I0 = D0 = 100000 = 9090,91
1 i 1,10
i 0,10
I1 = D1 = 93725,46 = 8250,50, ecc.
1 i 1,10
Il piano d’ammortamento tedesco è:
Essendo il numero di rate non intero e compreso tra due numeri interi
successivi (7 e 8) bisogna procedere ad accomodamenti per individua-
re la rata.
Si decide di fissare il numero di rate al più piccolo dei due numeri in-
teri. Evidentemente la rata deve aumentare, rispetto ai € 5.000 indica-
ti:
R1 = 30000 D 7 | 0, 05 = 5184,59.
Oppure, se si decide di fissare il numero di rate al più grande dei due
numeri interi, la rata deve diminuire:
R2 = 30000 D 8 | 0, 05 = 4641,65.
Versamento aggiuntivo
Si decide di fissare il numero di rate al più piccolo dei due numeri in-
teri. Evidentemente la somma ammortizzata sarà inferiore a quella do-
vuta. Infatti:
A1 = 5000 D 7 | 0, 05 = 28931,86
i 5
si ha: A = Ai ;
(1 i) 1 7
12
1 5
Semplificando per A i , rimane l’equazione: ;
(1 i)12 1 7
7
quindi: (1 i )12 1 .
5
Essendo: (1 i )12 2,4 , si ricava i 12
2,4 1 e il tasso richiesto è i =
0,07568.
Questo debito andrà capitalizzato per due anni (il tempo in cui non
vengono pagate le rate) al tasso dato; il nuovo debito residuo è:
D ' 83374,86 (1 0,08)2 = 97248,44
I prestiti: ammortamento e valutazione 91
I prestiti: ammortamento e valutazione 89
n R Ck Ik Ek Dk
0 0,00 0,00 0,00 0,00 5.000.000,00
1 1.500.000,00 1.000.000,00 500.000,00 1.000.000,00 4.000.000,00
2 1.400.000,00 1.000.000,00 400.000,00 2.000.000,00 3.000.000,00
3 1.300.000,00 1.000.000,00 300.000,00 3.000.000,00 2.000.000,00
4 1.200.000,00 1.000.000,00 200.000,00 4.000.000,00 1.000.000,00
5 1.100.000,00 1.000.000,00 100.000,00 5.000.000,00 0,00
2.541.859,29
n
300.000 200.000 100.000
Uk ¦I
t k 1
k (1 i ' ) (t k ) =
(1,12) 0, 5 (1,12)1,5 (1,12) 2, 5
=
527.535,23.
n R Ck Ik Ek Dk
0 0,00 0,00 0,00 0,00 5.000.000,00
1 1.318.987,40 818.987,40 500.000,00 818.987,40 4.181.012,60
2 1.318.987,40 900.886,14 418.101,26 1.719.873,55 3.280.126,45
3 1.318.987,40 990.974,76 328.012,65 2.710.848,31 2.289.151,69
4 1.318.987,40 1.090.072,23 228.915,17 3.800.920,54 1.199.079,46
5 1.318.987,40 1.199.079,46 119.907,95 5.000.000,00 0,00
n
328012,65 228915,17 119907,95
Uk ¦I
t k 1
k (1 i ' ) (t k ) =
(1,14)0, 5
(1,14)1,5
(1,14) 2,5
=
581.695,37.
______________________________
ESERCIZI PROPOSTI
93
95
96 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
94 Capitolo IV
¦ t
n
s CFt s (1 i ) t s
s 1
D
¦ CF
n
ts (1 i ) t s
s 1
que, come l’epoca a partire dalla quale il totale delle entrate cumulate
supera definitivamente il totale delle uscite cumulate. Se k è il periodo
in cui il cash flow cumulato diventa positivo, si ha:
CFC (tk 1 )
PP (t k 1 t0 ) (t k tk 1 ) .
CF (tk )
Pur essendo un indicatore immediato e pratico, il metodo del payback
non tiene conto dei flussi che si verificano dopo che il capitale iniziale
è stato ripagato ed ecco perché è poco utilizzato.
5. Il T.A.N. e il T.A.E.G.
A tutela del consumatore, il Testo Unico Bancario ha stabilito una se-
rie di disposizioni e norme sulla trasparenza nei contratti di credito al
consumo. Tra queste vi è l'obbligo per il finanziatore di dichiarare sia
il Tasso Annuo Nominale (TAN) applicato sul finanziamento, sia il
costo effettivo comprensivo di tutti gli oneri legati al finanziamento: si
tratta del TAEG, Tasso Annuo Effettivo Globale.
Il TAN è quel tasso di interesse espresso in percentuale sul credito
concesso al cliente. Normalmente, per valutare bene la convenienza di
un finanziamento, non basta conoscere solamente la misura del tasso
annuale applicato dal creditore.
Occorre sapere anche in che misura incidono tutta una serie di oneri,
che di solito sono presenti: le spese di istruttoria della pratica per il fi-
nanziamento, spese di assicurazione e garanzia, spese di riscossione
delle rate, ecc. Non rientrano invece a far parte dei parametri che inci-
dono sul TAEG: bolli statali, tasse, assicurazioni non obbligatorie. In
generale, le spese iniziali (apertura, registrazione, ecc.) vanno sottratte
dal capitale ricevuto in prestito e le spese finali (chiusura, tasse, ecc.)
vanno aggiunte ai costi di ammortamento, inoltre le rate vanno mag-
giorate dei costi e delle spese relative.
La legge stabilisce che, a garanzia del consumatore, gli annunci pub-
blicitari e le offerte effettuati con qualsiasi mezzo, devono indicare
anche il TAEG ed il relativo periodo di validità delle promozioni stes-
100 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
98 Capitolo IV
______________________________
ESERCIZI SVOLTI
VAN(I1 ; 0,08) =
– 10000 + 3000(1,08) 1 + 4000(1,08)2 + 5000(1,08)3 = 176,29
VAN(I2 ; 0,08) =
– 18000 + 4500(1,08) 1 + 8000(1,08) 2 + 9000(1,08)3 = 169,87
Come detto sopra, il VAN dipende dal tasso utilizzato per la valuta-
zione: infatti, con il tasso del 5% il secondo investimento è preferibile
al primo, mentre al tasso dell’8% il primo è preferibile al secondo, es-
sendo il VAN di I1 maggiore di quello di I2.
5. Stabilire col criterio del TIR quale dei due finanziamenti seguenti è
più conveniente:
F1 ^1000; 700; 400 ` / ^ 0; 1; 2` ;
F2 ^1800; 1400; 900 ` / ^0; 2; 4` .
semplificando, si ha: 101 i 71 i 4
2
0;
7 r 7 2 4 10 4
dunque: 1 i
20
da cui: 1 i 1,0728 e 1 i 0,3728 .
Ovviamente si scarta la radice negativa e si ha il TIR: i 0,0728 .
semplificando, si ha: 181 i 141 i 9
4 2
0;
14 r 14 2 4 18 9
dunque: 1 i 2 ;
36
da cui: 1 i 2 1,1958 e 1 i 0,4181 .
2
1 i r 1,0935
Ancora, scartata la radice negativa, si ha il secondo TIR: i 0,0935 .
104 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
102 Capitolo IV
13 r 132 4 25 13
dunque: 1 i ,
50
da cui: 1 i 1,0265 e 1 i 0,5065 .
La duration è:
0,5 5 (1,05) 0, 5 1,5 5 (1,05) 1, 5 2,5 105 (1,05)2,5
D =
102,469
= 2,359 cioè 2a, 4m, 9g.
______________________________
ESERCIZI PROPOSTI
3. Stabilire col criterio del TIR quale dei due investimenti è più con-
veniente:
F1 ^ 10000; 2000; 2000; 2000; 2000; 2000; 2000; ` /
;
^ 0; 0,5; 1; 1,5; 2; 2,5; 3 `
F2 ^ 20000; 8500; 8500; 8500 ` / ^0; 1; 2; 3` .
[Sol.: TIR F1 = 0,1124 ; TIR F2 = 0,1320]
La valutazione degli investimenti 109
La valutazione degli investimenti 107
1. Spazio di probabilità.
Formalmente uno spazio di probabilità è una terna (:, ), Pr) dove :
denota lo spazio degli eventi, l’insieme dei possibili risultati di un
processo casuale, ) una famiglia di sottoinsiemi di : che da un punto
di vista matematico rappresenta una V - algebra.
Empiricamente possiamo interpretare l’insieme degli eventi elementa-
ri : come i possibili esiti del lancio di un dado (ovviamente si ipotizza
che il dado non sia truccato); ) è la V - algebra cioè quell’insieme di
proprietà in base alle quali possiamo distinguere o raggruppare i sin-
goli esiti.
Nel caso del lancio di un dado, ad esempio potremmo essere interes-
sati solo all’insieme dei risultati solo pari o solo dispari; oppure
all’unione o intersezione dei diversi esiti.
La V - algebra può ancora essere interpretata come informazione (sulle
proprietà degli eventi).
Una V - algebra si differenzia da un algebra, (di cui abbiamo esempi
elementari come l’insieme dei numeri reali R rispetto all’operazione
somma e la moltiplicazione per uno scalare – Venturi B. e Pirisinu A.,
2013; Venturi B e Casula G., 2014) per la proprietà che l’unione di in-
finiti elementi della famiglia deve appartenere all’insieme.
109
111
112 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
110 Capitolo V
2. Variabile casuale.
Si consideri lo spazio di probabilità (:, %, Pr): si definisce una varia-
bile casuale X come una funzione di misura da:
X ::o R
x per ogni A B(R) , esiste B %: X 1 ( A) B ;
x X è una variabile che assume i valori: a1 , a2 , a3 , ..., an rispetti-
vamente con probabilità p1 , p2 , p3 , ..., pn .
P( X A) = P^Z : : Z X 1 ( A)` = Pr(B), A in R, B %.
dF ( x )
f (x ) = .
dx
Affinché la variabile casuale continua sia ben definita è necessario
che:
1. f ( x) t 0 ;
f
2. ³ f ( x)dx
f
1.
Il valore medio di una variabile casuale è dato dalla somma dei pro-
dotti dei valori che assume la variabile casuale per le rispettive proba-
bilità. Esso rappresenta la previsione teorica del risultato che si avrà
facendo un grande numero di prove (supposto che le frequenze con
cui si manifestano i diversi eventi coincidano con le probabilità degli
stessi eventi):
n
M ( x) ¦x
s 1
s ps .
3. Processo stocastico
Un processo stocastico, talvolta chiamato processo casuale, è una rac-
colta (una famiglia) di variabili casuali; questo termine è spesso utiliz-
zato per rappresentare l'evoluzione di un valore casuale, o di un siste-
ma, nel corso del tempo.
Esso è la controparte probabilistica di un processo deterministico (o
sistema deterministico).
Invece di descrivere un processo che può evolvere solo in un modo
(come nel caso, ad esempio, delle soluzioni di un equazione differen-
ziale ordinaria vedi Venturi B e Pirisinu A 2013), in un processo sto-
116 (OHPHQWLGL0DWHPDWLFD¿QDQ]LDULDSHUOHVFLHQ]HHFRQRPLFKHJLXULGLFKHHD]LHQGDOL
114 Capitolo V
V 2S
x P è la media o aspettativa della distribuzione (e anche la sua me-
diana e moda)
x V = è la deviazione standard;
x la sua varianza è quindi V 2 .
0 V 2 dWt = V 2 dWt
x dX d f (t , Y )
ª P 1 º 1
X 0 eY « 2 dt V dWt » eY V 2dWt =
¬ 2V ¼ 2
X 0 eY P dY X 0 eY V dWt
XP dY XV dWt
L0 N ; L1 N N1 ; … L k N ( N1 N 2 ... N k )
N
prestito: N k (con gli eventuali arrotondamenti agli interi il rap-
n
N
porto non sia intero).
n
Per via dei calcoli, è impossibile che la rata R sia davvero la rata co-
stante da pagare ogni anno: essa viene considerata come rata teorica.
Da tale rata teorica R * del primo anno, si ottiene l’importo per il pa-
gamento delle prime cedole:
I1 (C i ) L 0 (C i ) N
Alla fine del secondo anno, alla rata teorica R andrà aggiunto il mon-
tante (1 i ) r1 del residuo dell’anno precedente e si ottiene la rata teo-
rica del secondo anno: si ripetono le operazioni fatte per il primo anno
e si continua con l’ammortamento fino alla fine del prestito.
122
124 Presentazione
Indice
Capitolo V degli autori
Riferimenti bibliografici
123
125
126 5iIermimenti bibliogra¿ci