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per la Valutazione
Francesca Beccacece
Febbraio 2023
ii
Indice
2 Valutazione di mercato 9
2.1 Struttura per scadenza dei tassi: tassi a pronti . . . . . . . . 10
2.2 Principio di non arbitraggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
2.3 Bootstrapping . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2.4 Struttura a termine dei tassi: tassi a termine . . . . . . . . . 16
2.5 Flussi di cassa certi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
2.6 Flussi di cassa aleatori: valutazione del rischio . . . . . . . . . 20
2.6.1 Rappresentazione di ‡ussi di cassa aleatori . . . . . . 20
2.6.2 Criterio del valore atteso. Uso del Beta del CAPM . . 23
2.6.3 Criterio del certo equivalente . . . . . . . . . . . . . . 27
2.6.4 Funzioni di utilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
3 Contratto forward 37
3.1 De…nizione del contratto forward . . . . . . . . . . . . . . . . 37
3.2 Forward rate agreement . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
4 Swaps 43
4.1 Interest rate swaps . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
4.2 Pricing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
4.3 Valore dello swap . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
5 Opzioni …nanziarie 57
5.1 Opzione call . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
5.2 Opzione put . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
5.3 Caps e Floors . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
iii
iv INDICE
Queste note sono indirizzate agli studenti del primo anno di laurea special-
istica in Economia e Legislazione d’Impresa dell’Università Bocconi che si
apprestano ad a¤rontare il corso di Modelli Finanziari per la Valutazione.
Lo scopo del corso è approfondire dal punto di vista quantitativo modelli
di valutazione che gli studenti incontrano in altri corsi del biennio (Principi
Contabili Internazionali, Analisi Strategiche e Valutazioni Finanziarie), al
…ne di acquisire consapevolezza delle ipotesi che ne stanno alla base e degli
ambiti di validità e familiarità con gli strumenti di calcolo necessari.
Le presenti note vogliono essere un accompagnamento per il corso, ripro-
ducendo in modo organizzato temi ed esempi svolti durante le lezioni. È
sembrata infatti questa la scelta più utile per gli studenti, dato che la speci-
…cità del programma del corso non permette di avvalersi di uno dei tanti e
validi testi di Finanza Matematica in circolazione.
Ringrazio Anna Battauz, Francesco Rotondi e Roberto Tasca per i sug-
gerimenti e i consigli che hanno fornito durante la stesura di queste pagine.
Ovviamente, la responsabilità di eventuali errori rimane comunque dell’au-
tore. Ringrazio anticipatamente anche chi, trovandone, volesse segnalarli
mandando un messaggio a francesca.beccacece@unibocconi.it.
v
vi PREMESSA
Capitolo 1
1
2 CAPITOLO 1. VALORE ATTUALE DI FLUSSI DI CASSA CERTI
t
A = C(1 + i)
tk t
C (1 + ik ) = C (1 + i)
ovvero
(1 + ik )k = 1 + i
Otteniamo
1
i = (1 + ik )k 1 o ik = (1 + i) k 1
3;5 0;0392
1000e = 871; 80
Volendo determinare il tasso semestrale equivalente al 4% abbiamo
1 1
i2 = (1 + i) 2 1 = 1; 04 2 1 = 0; 0198
4 CAPITOLO 1. VALORE ATTUALE DI FLUSSI DI CASSA CERTI
7
1000(1 + 0; 0198) = 871; 73
Per il calcolo del valore attuale di una sequenza di ‡ussi di cassa o rendita
vale il principio elementare che il valore attuale della rendita è la somma dei
valori attuali dei singoli ‡ussi.
Conseguentemente, la formula è
t1 t2 tn
A = R1 (1 + i) + R2 (1 + i) + ::: + Rn (1 + i) (1.1)
Esempio 1.3
Calcoliamo il valore attuale dei ‡ussi di cassa all’Esempio 1.2 al tasso
del 6%.
1 1;5 3
A= 100(1 + 0; 06) 300(1 + 0; 06) 500(1 + 0; 06) = 789; 04
1 2 n
A = R(1 + i) + R(1 + i) + ::: + R(1 + i) (1.2)
che si può riscrivere come
1 (1 + i) n
A=R (1.3)
i
n
Attribuiamo al fattore 1 (1+i)
i il simbolo a(n; i) al …ne di snellire la scrit-
tura.
La formula (1:3) si presta al calcolo del valore attuale di rendite periodi-
che posticipata a rata costante con qualsiasi periodicità, basta interpretare
n come numero delle rate della rendita (e non come anni) e i come tasso
e¤ettivo periodale. Quindi, ad esempio, se la rendita presenta rate semes-
trali e ha durata 5 anni, il tasso i deve essere il tasso semestrale e n è pari
a 5 2 = 10.
Esempio 1.4
Si consideri una rendita costituita da pagamenti annui posticipati costan-
ti pari a 100, durata 6 anni. Il valore attuale al 4% risulta
1 (1 + 0; 04) 6
A = 100 = 524; 21
0; 04
Si supponga di volere sostituire i pagamenti annui con pagamenti mensili
equivalenti, ovvero tali per cui il valore attuale rimanga invariato, a stesse
6 CAPITOLO 1. VALORE ATTUALE DI FLUSSI DI CASSA CERTI
3 1 1
A = 1400(1 + 0; 05) (1 + 0; 06) (1 + 0; 03) = 1107; 69
Diversamente, siano i periodi di validità dei tassi rispettivamente, 1 anno
e mezzo, 3 anni e 3 mesi, 3 mesi, il valore attuale è
1;5 3;25 0;25
A = 1400(1 + 0; 05) (1 + 0; 06) (1 + 0; 03) = 1068; 79
Consideriamo ora l’attualizzazione di una sequenza di ‡ussi di cassa
costanti (indichiamo al solito con R l’importo costante dei ‡ussi) per la
quale sia previsto un tasso i per i primi k anni e un tasso j per i successivi
l anni. Il valore attuale è dato da
1 (1 + i) k 1 (1 + j) l k
A=R +R (1 + i)
i j
Esempio 1.6
Sia il ‡usso pari a 100, l’attualizzazione al 5% per i primi 8 anni e al 4%
per i successivi 10. Con la notazione precedente quindi: i = 0; 05, k = 8,
j = 0; 04 e l = 10. Il valore attuale è
1 (1 + 0; 05) 8 1 (1 + 0; 04) 10
8
A = 100 + 100 (1 + 0; 05) = 1194; 98
0; 05 0; 04
8 CAPITOLO 1. VALORE ATTUALE DI FLUSSI DI CASSA CERTI
Capitolo 2
Valutazione di mercato
9
10 CAPITOLO 2. VALUTAZIONE DI MERCATO
esigibilità dei ‡ussi stessi, sia in riferimento alla solvibilità della controparte.
L’ipotesi di condizioni di certezza e quindi di assenza di rischio è abbastanza
irrealistica: ciò nonostante è utile de…nire il modello di valutazione in questa
ottica, in quanto rappresenta il modello di partenza anche per modelli più
evoluti.
In assenza di rischio, il tasso di attualizzazione è il cosiddetto tasso privo
di rischio (risk-free rate). L’assunzione di un tasso di interesse di mercato
privo di rischio costante per qualunque durata di attualizzazione è chiara-
mente semplicistica e non idonea a fornire un modello rappresentativo della
realtà: numerose motivazioni giusti…cano la ricerca di un modello di tasso
privo di rischio che sia dipendente dal tempo, basti pensare a come i tassi
odierni incorporino le aspettative sui tassi futuri e quindi ne risentano di-
versamente a seconda della scadenza a cui si riferiscono. Alla luce di ciò, si
sostituisce al modello di tasso costante un modello di struttura per scadenza
dei tassi (d’ora in poi SST), ovvero di di¤erenziazione del tasso d’interesse
privo di rischio per scadenza.
di rischio legato al prezzo e al valore nominale del titolo in base alla (2:1) :
Consideriamo un orizzonte temporale da 0 a T e supponiamo che oggi sul
mercato siano disponibili z.c.b. scadenti ciascuno ad un epoca t diversa,
per ogni t = 1; 2; :::; T . Tutti gli z.c.b. hanno stesso valore nominale N . I
relativi prezzi P (0; t) per t = 1; 2; :::; T determinano implicitamente il ven-
taglio di tassi di rendimento di mercato, di¤erenziati per scadenza r(0; t)
per t = 1; 2; :::; T . L’insieme dei tassi di rendimento così calcolati costituisce
la struttura per scadenza dei tassi d’interesse a pronti.
Se ipotizziamo che gli z.c.b. abbiano valore nominale pari a 1, allora
i rispettivi prezzi coincidono con i fattori di sconto, calcolati con i tassi
a pronti, per le varie scadenze. Ciò discende immediatamente dalla (2:1):
ponendo, infatti, N = 1 e denotando il prezzo dello z.c.b. con v(0; t), si ha
P (0; t) 1
v(0; t) = = per t = 1; 2:::; T (2.2)
N (1 + r(0; t))t
95;37
v(0; 2) = 100 = 0; 9537 (2.4)
91;51
v(0; 3) = 100 = 0; 9151
Conseguentemente
I tassi spot sono i tassi interni di rendimento (T.I.R.) dei tre z.c.b. disponibili
sul mercato. Vogliamo ora chiarire qual è il legame tra i tassi spot e il T.I.R.
del titolo A. Il T.I.R. iA del titolo A è la soluzione dell’equazione
1 (1 + iA ) 3
3
102; 91 = 4 + 100(1 + iA )
iA
che porge iA = 2; 97%. Ciò signi…ca che il titolo A in media o¤re un rendi-
mento costante per ogni periodo del 2; 97% sul capitale impiegato. Come
2.3. BOOTSTRAPPING 15
si concilia questo con una curva dei tassi a pronti (ovvero dei rendimenti
di mercato) diversa e variabile? Il T.I.R. del titolo A è una media dei tas-
si a pronti che tiene conto della distribuzione dei ‡ussi generati dal titolo.
Solo in caso di SST piatta, il T.I.R. del titolo (e quindi per motivi di non
arbitraggio di ogni titolo presente sul mercato) coincide con il tasso a pronti.
2.3 Bootstrapping
Non sempre è disponibile sul mercato una gamma di z.c.b. idonea per co-
struire una struttura per scadenza dei tassi relativa ad un orizzonte tempo-
rale elevato. Per questo motivo, si attua una procedura di estrapolazione
dei tassi a pronti utilizzando titoli obbligazionari, ovvero titoli con cedola
…ssa, di più facile rinvenimento anche per durate elevate. Tale procedura
prende il nome di bootstrapping. La illustriamo con un esempio numerico.
Si consideri un mercato ove sono disponibili i seguenti titoli:
Dai calcoli fatti precedentemente sullo z.c.b. 1 sappiamo già che v(0; 1) =
98;14
100 = 0; 9814 e che r(0; 1) = 0; 019. Il tasso a pronti r(0; 2) si ricava dal
titolo B, ponendo il prezzo quale valore attuale dei ‡ussi calcolato secondo
la SST
99; 24 = 2 0; 9814 + 102 v(0; 2)
e risulta
1
Questa condizione di non arbitraggio coincide con la proprietà di scindibilità
soddisfatta dalle leggi …nanziarie esponenziali.
2.4. STRUTTURA A TERMINE DEI TASSI: TASSI A TERMINE 17
[1 + r(0; 2)]2
r(0; 1; 2) = 1 = 0; 029
1 + r(0; 1)
Si evince dall’esempio che i tassi a termine sono strettamente legati alla
struttura a pronti osservata sul mercato; per questo sono anche detti tassi
impliciti. Generalizzando le relazioni (2.5) e (2.6) per scadenze qualsiasi si
ha rispettivamente
Data una struttura dei tassi a pronti, mediante la (2:9) si possono ricavare
tutti i tassi a termine con date di inizio s e scadenza t al variare di s e t
(con s < t) da 1 a T .
Analizziamo due casi che rivestono particolare rilievo.
Il primo caso è quello dei tassi a termine uniperiodali, ovvero dei tassi
forward che hanno un periodo di validità unitario: sono i tassi r(0; t; t+1) per
t = 0; 1; :::; T 1. La sequenza di questi tassi, prende il nome di struttura a
termine dei tassi d’interesse: Ovviamente il primo tasso coincide con il tasso
a pronti per un periodo: r(0; 0; 1) = r(0; 1), mentre per generiche scadenze
il tasso relativo r(0; t; t + 1) indica il tasso privo di rischio per operazioni da
t a t + 1. Se, ad esempio, consideriamo un orizzonte temporale T = 3 per il
quale la SST indica un tasso a pronti r(0; 3) la sequenza dei tre tassi forward
uniperiodali r(0; 0; 1), r(0; 1; 2), r(0; 2; 3) deve fornire lo stesso fattore di
sconto, secondo l’equivalenza
3 1 1 1
[1 + r(0; 3)] = [1 + r(0; 0; 1)] [1 + r(0; 1; 2)] [1 + r(0; 2; 3)]
Il secondo caso è quella dei tassi a termine con inizio s di validità …ssato e
scadenza t variabile: sono i tassi r(0; s; t), per t = s+1; :::; T . La sequenza di
questi tassi costituisce la stima fatta in 0 dei tassi spot che saranno vigenti
in s, con scadenza t, ovvero della SST in s. Se, ad esempio, consideriamo
i tassi r(0; 1; t) per t = 2; 3; :::; T , questi tassi rappresentano la stima in
0 della struttura dei tassi spot all’epoca 1. In un modello deterministico,
la SST del periodo successivo è totalmente prevedibile in base alla curva
18 CAPITOLO 2. VALUTAZIONE DI MERCATO
dei tassi impliciti r(0; 1; t). La variazione della curva degli spot “previsti”
in 0 per il periodo successivo r(0; 1; t) rispetto a quella vigente in 0 r(0; t)
costituisce la variazione prevista della SST. Supponiamo ad esempio che il
tasso spot con scadenza 1 sia oggi pari al 2% e che la SST dia un tasso forward
implicito per il periodo da 1 a 2 del 2,3%. In simboli si ha: r(0; 1) = 0; 02 e
r(0; 1; 2) = 0; 023. La variazione prevista del tasso ad un periodo è quindi
Allo stesso modo si può calcolare la variazione prevista del tasso a due
periodi. Immaginando di avere r(0; 2) = 0; 022 e r(0; 1; 3) = 0; 02 risulta
al tasso forward dello 0; 043 e per il primo periodo al tasso spot del
3; 7%. Il valore attuale dei ‡ussi è quindi
1
1 1 2
50 1; 037 + 50 1; 037 1; 043 2 + 1050 1; 04 = 1068; 24
ci 660 500
pi 0,3 0,7
E [Ct ] t
150 1
100 2
100 3 0; 5 = 150 3
Come è noto la “riduzione”di una v.a. al suo valore atteso risponde all’esi-
genza di o¤rire una sintesi in un unico numero della variabile stessa, sintesi
che tiene conto della probabilità con cui i diversi valori della v.a. si possono
manifestare. I limiti della riduzione di una v.a. al suo solo valore atteso sono
molteplici e noti. Ricordiamo soltanto due aspetti importanti che limitano
la signi…catività di questo indice di posizione della v.a.. In realtà il valore
atteso NON sarà pressoché mai il valore che si manifesterà realmente, in
quanto molto spesso non è tra le possibili determinazioni della v.a.. Inoltre,
la sua capacità di rappresentare la v.a. dipende da altre caratteristiche della
stessa, tra le quali la dispersione dei valori, e quindi è spesso molto limitata.
Nei problemi di valutazione la variabilità di una somma di denaro aleato-
ria è percepita come fonte di rischio: tanto più la v.a. è dispersa, ovvero è
ampio l’insieme dei valori che può assumere, tanto più è “rischiosa”, ovvero
la sua realizzazione può essere lontana dal valore atteso. Osserviamo che
comunemente il rischio è associato proprio alla variabilità, ovvero al fatto
di ottenere un risultato diverso dal valore atteso e non solo alla variabilità
negativa, cioè ad un risultato sfavorevole rispetto al valore atteso. In altri
termini, la percezione del rischio nasce dal fatto che la realizzazione può
essere diversa (anche molto) dal valore atteso. Il principio …nora esposto è
sicuramente chiaro e condivisibile: non si può assimilare il valore atteso di
un ‡usso di cassa aleatorio ad un ‡usso di cassa certo, in quanto, pur es-
sendo il valore atteso una sintesi dei possibili esiti della v.a. bilanciata con le
probabilità, non è “equivalente”ad un valore deterministico per la presenza
inalienabile di una componente di rischio che la variabilità inevitabilmen-
te introduce. Conseguentemente, la valutazione di una somma di denaro
aleatoria futura non può essere e¤ettuata sempre e comunque attualizzando
il valore atteso al tasso privo di rischio, in quanto non può prescindere dalla
valutazione del rischio. Più precisamente, tale valutazione dipende dall’atti-
tudine nei confronti del rischio che si assume il valutatore adotti (l’individuo,
l’azienda, il mercato): a secondo dell’atteggiamento nei confronti del rischio
la valutazione della somma di denaro aleatoria può essere uguale o diversa
dal valore atteso.
Gli atteggiamenti nei confronti del rischio possono essere di tre tipi:
neutralità, avversione, propensione.
2.6. FLUSSI DI CASSA ALEATORI: VALUTAZIONE DEL RISCHIO 23
2. il certo equivalente.
2.6.2 Criterio del valore atteso. Uso del Beta del CAPM
A¤rontiamo in questo paragrafo la prima delle due possibilità sopra delin-
eate, ovvero analizziamo la metodologia di intervento sul tasso di attualiz-
zazione, che comporta la determinazione di un tasso aggiustato al rischio.
Il ‡usso aleatorio viene valutato a scadenza mediante il valore atteso, ma
poiché il valore atteso non è una somma certa, il tasso di attualizzazione
adottato non può essere il risk-free. Tra le tecniche più utilizzate per ot-
tenere il tasso aggiustato per il rischio è il ricorso al modello del Capital Asset
Pricing Model (CAPM). Ne diamo ora un breve cenno prima di illustrarne
l’uso come tecnica di aggiustamento del tasso per il rischio.
Originariamente il CAPM nacque come sempli…cazione, dovuta a W.
Sharpe, della Selezione di Portafoglio di Markowitz e successivamente fu
24 CAPITOLO 2. VALUTAZIONE DI MERCATO
1. tutti gli investitori hanno attese omogenee: cioè tutti hanno le stesse
attese su valori medi, varianze e covarianze dei rendimenti dei titoli;
2. il mercato dei capitali è perfetto (non vi sono costi di transazione,
imposte e tutte le informazioni sono disponibili a costo nullo) e e¢ -
ciente (i prezzi dei titoli incorporano tutte le informazioni disponibili
immediatamente);
3. gli investitori hanno lo stesso orizzonte temporale che si suppone per
di più di un solo periodo;
4. gli investitori possono impiegare o prendere a prestito qualsiasi quan-
tità di denaro al tasso r, tasso di mercato per operazioni prive di
rischio.
Ys r YM r
Ys = r + s (YM r) + us (2.12)
Supponiamo che l’addendo us , che rappresenta la parte del rendimento
dovuta a cause speci…che, legate al titolo s (per esempio, le politiche di divi-
dendo, di indebitamento, ecc. messe in atto dalla corrispondente società),
abbia valor atteso nullo: E(us ) = 0. Si ha
26 CAPITOLO 2. VALUTAZIONE DI MERCATO
YP = r + P (YM r) + uP
E [V ] A
E [Y ] = (2.15)
A
Sostituendo il secondo termine nella formula (2:13) otteniamo
E [V ] A
r+ [E(YM ) r] =
A
da cui
E [V ]
E [V ] = A (1 + r + [E(YM ) r]) ossia A = (2.16)
1 + r + [E(YM ) r]
2.6. FLUSSI DI CASSA ALEATORI: VALUTAZIONE DEL RISCHIO 27
la somma dall’e¤etto del rischio, il calcolo del valore attuale si compie quindi
a tasso privo di rischio.
So¤ermiamoci ora sul concetto di certo equivalente.
De…niamo certo equivalente di una somma di denaro aleatoria l’am-
montare certo che è giudicato equivalente alla somma aleatoria, ovvero che
razionalmente e soggettivamente si è disposti a scambiare alla pari con la
somma aleatoria, poiché si è indi¤erenti tra le due. Sottoliniamo subito due
aspetti di questa de…nizione. Innanzitutto, il certo equivalente si caratteriz-
za quale prezzo della somma di denaro aleatoria dato che viene de…nito in
funzione dello “scambio”con essa. Secondariamente, da una parte il richia-
mo all’aderenza ad un principio razionale implica che la valutazione debba
risultare comprensibile e quindi potenzialmente condivisibile da tutti, dal-
l’altra il requisito di soggettività apre la possibilità che si possa fornire un
certo equivalente diverso di una stessa somma aleatoria in funzione di alcune
variabili, quali il contesto, il …ne, il soggetto della valutazione.
Il paradigma di razionalità alla base della costruzione del certo equiva-
lente è stato proposto da J. von Neumann e O. Morgenstern nel 1944, ma
il fondatore originario fu D. Bernoulli, che cercò di spiegare perché il cer-
to equivalente sia minore del valore atteso. Lo schema proposto da von
Neumann e Morgenstern si compone di alcuni assiomi che devono essere
soddisfatti in un processo razionale di valutazione di una somma di denaro
aleatoria.
Consideriamo somme di denaro aleatorie X, Y , Z, ... di cui assumiamo
note le funzioni di ripartizione. I quattro requisiti richiesti sono:
dine2 ) se G(z) F (z), per ogni z reale (cioè se il gra…co di G(z) sta
sempre sotto il gra…co di F (z)).
1
F(z)
G(z)
0 z
0 100 0 50 100
X= Y =
0; 5 0; 5 0; 5 0; 25 0; 25
tra attitudine al rischio, concavità della funzione di utilità e segno del premio
al rischio.
u00 (x)
r(x) = (2.19)
u0 (x)
allora il primo decisore è più avverso al rischio del secondo e darà alla stes-
sa somma aleatoria X un certo equivalente inferiore, ovvero richiederà un
maggior premio per il rischio
derivata seconda di una funzione lineare è nulla. Inoltre, grazie alla lin-
earità E [u (X)] = u (E [X]) da cui, per de…nizione di certo equivalente,
z [X] = E [X]. Si evince da questa seconda proprietà che qualunque sia
la funzione di utilità lineare utilizzata, la valutazione del certo equivalente
è sempre la stessa, ovvero il valore atteso della somma aleatoria. In altri
termini, i parametri a e b della forma funzionale di u non impattano sul
calcolo del certo equivalente.
L’utilità esponenziale u(x) = e kx con k > 0 è di norma assunta (in-
sieme con l’utilità quadratica) per rappresentare decisori avversi al rischio.
L’utilità esponenziale presenta coe¢ ciente di avversione al rischio costante e
pari al parametro k della funzione. Infatti u0 (x) = ke kx , u00 (x) = k 2 e kx
da cui
u00 (x) k 2 e kx
r(x) = = =k
u0 (x) ke kx
Si ritrova pertanto che la funzione è concava e l’avversione al rischio positiva.
Il confronto tra le avversioni al rischio di due decisori con funzione di utilità
esponenziale può avvenire direttamente con il confronto numerico dei due
valori di k. Fra due decisori con funzioni di utilità u1 (x) = e 0;01x e
u2 (x) = e 0;02x , il secondo risulta più avverso al rischio del primo nel
giudicare qualunque somma di denaro aleatoria in quanto k1 < k2 :
Esempio 2.5
Si ha la possibilità di accedere a una tra due lotterie con stesso costo,
che danno luogo rispettivamente ai seguenti payo¤ aleatori
20 0 10 2
X= Y =
0; 5 0; 5 0; 5 0; 5
E [aX + b] b
z [X] = (2.20)
a
e relativamente alle funzioni utilizzate
34 CAPITOLO 2. VALUTAZIONE DI MERCATO
1 E [3X + 2] 2 3E [X] + 2 2
z1 [X] = u fE [u1 (X)]g = = = E [X]
3 3
1
z2 [X] = u fE [u2 (X)]g = E [X + 10] 10 = E [X] + 10 10 = E [X]
Concludiamo quindi che per ciascuna funzione di utilità lineare z [X] =
E [X] = 10 e z [Y ] = E [Y ] = 6, il che fa preferire X a Y .
Calcoliamo ora il certo equivalente con le funzioni di utilità esponen-
ziali: u1 (x) = e 0;01x e u2 (x) = e 0;02x . Applichiamo la (2:18) ad u
esponenziale e, in generale, otteniamo
ln E e kX
z [X] = (2.21)
k
Speci…chiamo ora il calcolo per le funzioni utilizzate.
Quindi
ln 0; 9094 = 0; 095
e …nalmente
0; 095
z1 [X] = = 9; 5
0; 01
Il premio per il rischio è 1 [X] = 10 9; 5 = 0; 5.
Quindi
ln 0; 8352 = 0; 1801
e …nalmente
0; 1801
z2 [X] = =9
0; 02
Il premio per il rischio è 2 [X] = 10 9 = 1.
2.6. FLUSSI DI CASSA ALEATORI: VALUTAZIONE DEL RISCHIO 35
Contratto forward
37
38 CAPITOLO 3. CONTRATTO FORWARD
2. K il prezzo di consegna
(T t)
V (t) = S(t) K(1 + r)
in quanto se così non fosse, sarebbe possibile un arbitraggio.
In particolare, devono avere lo stesso valore in t = 0:
3.2. FORWARD RATE AGREEMENT 39
T
V (0) = S K(1 + r)
Esempio 3.1
Sia T = 3 mesi, S(0) = 1:000, r = 0; 12.
Il prezzo forward (e quindi anche il prezzo di consegna del contratto)
diventa
F = K = 1:000 1; 121=4 = 1:028; 7373
Se, dopo un mese, il prezzo del bene è 1007, allora il valore del contratto
forward è:
V = 1:007 1:028; 7373 1; 12 1=6 = 2; 4886
Il valore del long forward è dunque 2; 4886, cioè la posizione long for-
ward sta perdendo. Se chi ha assunto la posizione long forward in 0 volesse
venderla ora, dopo un mese, dovrebbe pagare all’acquirente la somma di
2; 4886:
Qualora le espressioni viste sopra fossero violate, sarebbe possibile un
arbitraggio. Vediamo solo un esempio in proposito: sia F > S(0)(1 + r)T .
L’ovvia posizione di arbitraggio consiste nell’acquisto di un’unità del bene a
pronti indebitandosi per l’intiero importo S e nell’e¤ettuare contestualmente
una vendita a termine.
Il tal modo il costo iniziale è nullo. Alla scadenza si avrà un incasso
netto positivo F S(0)(1 + r)T : F dall’esercizio del contratto a termine,
S(0)(1 + r)T per il rimborso del …nanziamento ricevuto.
[r(t; t; T ) rF RA ] N (T t)
At = (3.1)
1 + r(t; t; T ) (T t)
Come in precedenza, si ottiene il payo¤ del contraente short come At .
De…niamo le convenzioni di calcolo. I tassi sono espressi su base annua
anche se i periodi di riferimento sono tipicamente inferiori all’anno. Proprio
per questa caratteristica del FRA, i calcoli sono tutti e¤ettuati mediante
l’impiego del regime dell’interesse semplice. Solo in casi, peraltro insoliti,
di FRA con durata superiore all’anno si utilizza il regime dell’interesse
composto. Per il calcolo delle durate, useremo la convenzione di durata
1
mensile pari a 30,42 giorni, ovvero 1 mese pari a 12 di anno.
Esempio 3.2
Il 12/9/2017 l’impresa A sa che deve investire dopo 3 mesi un capitale di
5.000.000 per un periodo di 3 mesi e teme che il tasso d’interesse di mercato
alla data dell’investimento sia inferiore al tasso forward oggi implicito nella
curva per il periodo 3-6, pari a 5; 26%. Al …ne di garantirsi il tasso forward
implicito, l’impresa A vende un FRA3x6 avente le seguenti caratteristiche:
N = 5:000:000
t = 12/12/2017
T = 12/3/2018
rF RA = tasso contrattuale = 5; 26%
r(3; 3; 6) = tasso variabile Libor a 3 mesi
Calcoliamo lo scambio del di¤erenziale di interessi in due casi in cui
rispettivamente al 12/12/2017 il tasso contrattuale sia inferiore e superiore
al settlement rate.
3.2. FORWARD RATE AGREEMENT 41
1 1
A3 = [0; 0516 0; 0526] 5:000:000 1 = 1:234; 08
4 1 + 0; 0516 4
Il tasso forward r(0; 6; 9) implicito nella curva dei tassi1 per il periodo in
oggetto è la soluzione di
3 1 1
1 + 0; 06 = 1 + 0; 05 1 + r(0; 6; 9)
4 2 4
1
Data la cadenza infrannuale, si utilizza l’interesse semplice.
42 CAPITOLO 3. CONTRATTO FORWARD
ovvero r(0; 6; 9) = 7; 81%. Volendo assumere una posizione short sul FRA,
dobbiamo combinare acquisti e vendita di z.c.b. che garantiscano un ‡usso
nullo in 0 e il payo¤ in 6 dato da
1
[0; 0781 r(6; 6; 9)] 4
1 + r(6; 6; 9) 14
(B) Vendita di 1 z.c.b. con scadenza 6 che determina l’incasso oggi del
prezzo P (0; 0; 6) = 0; 9756 e l’esborso in 6 di 1.
Swaps
Lo swap è un contratto, stipulato a costo nullo, mediante cui due parti con-
cordano un prezzo …sso, lo indichiamo con , detto prezzo swap, applicato
ad un pre…ssato quantitativo di attività sottostante, detto nozionale (che
indichiamo, al solito, con N ). A scadenze regolari e pre…ssate, una parte
(il compratore) paga all’altra il prezzo …sso e riceve da essa (il venditore)
il nozionale. Il regolamento dello swap può avvenire o per consegna …sica
o per regolamento …nanziario. Nel primo caso, ad ogni scadenza pattuita
il venditore consegna il nozionale e riceve il prezzo …sso. Il regolamento …-
nanziario prevede che ad ogni scadenza t il venditore versi la somma pt N ,
dove pt è il prezzo del sottostante alla scadenza t, anziché consegnare il
sottostante e il compratore versi la somma N . Di fatto, si procede alla
compensazione fra le somme cosicché l’unico versamento è dato dalla dif-
ferenza ( pt )N : se positiva, tale somma viene incassata dal venditore, se
negativa viene incassata dal compratore.
È molto comune assimilare un contratto di swap ad un portafoglio di
forward aventi scadenze di¤erenziate, ciascuna delle quali coincidente con
una scadenza dello swap. La similitudine è sensata ma non perfetta in
quanto nello swap lo scambio dei ‡ussi è in corrispondenza della …ne del
periodo di riferimento, mentre nel forward è all’inizio del periodo. Questa
assimilazione sta alla base di uno dei principali metodi di pricing dello swap:
vedremo in dettaglio tale approccio per la valutazione di interest rate swaps.
43
44 CAPITOLO 4. SWAPS
RICEVE IL TASSO
VARIABILE
4.1. INTEREST RATE SWAPS 45
Pagamenti semestrali
Tasso …sso = R0;3 = 5; 5%
Tasso variabile = Libor 6 mesi = r (t 1; t)
Supponiamo che il Libor a 6 mesi evolva nel periodo considerato come
segue
semestri (t) 1 2 3 4 5 6
r (t 1; t) 5% 5; 20% 5; 45% 5; 60% 5; 70% 6%
Sono riportati nella seguente tabella i ‡ussi per il compratore dello swap
(ovvero per chi paga il …sso e riceve il variabile).
Esempio 4.2
L’impresa A ha l’esigenza di trasformare il costo di una passività da tasso
…sso a tasso variabile (Libor). La passività è un mutuo in essere con vita
residua 3 anni, debito residuo 500.000, rate semestrali posticipate costanti,
tasso …sso d’interesse annuo del 6%. Per fare questo l’impresa entra in una
posizione corta in un liability swap di durata 3 anni, tasso …sso del 5,54%
contro Libor a 6 mesi. Per l’impresa A il tasso derivante dal portafoglio
formato dal mutuo e dal liability swap è illustrato nella tabella che segue.
t tasso del debito swap: riceve …sso swap: paga variabile indeb. + swap
1 6% 5; 54% Libor Libor 0; 46%
2 6% 5; 54% Libor Libor 0; 46%
: 3 6% 5; 54% Libor Libor 0; 46%
4 6% 5; 54% Libor Libor 0; 46%
5 6% 5; 54% -Libor Libor 0; 46%
6 6% 5; 54% -Libor Libor 0; 46%
Il tasso a cui l’impresa A si …nanzia è quindi variabile dato dal Libor più
uno spread di 46 basis points.
Esempio 4.3
4.1. INTEREST RATE SWAPS 47
t tasso del debito swap: riceve variabile swap: paga …sso indeb. + swap
1 Libor 0; 80% Libor 5; 58% 6; 38%
2 Libor 0; 80% Libor 5; 58% 6; 38%
: 3 Libor 0; 80% Libor 5; 58% 6; 38%
4 Libor 0; 80% Libor 5; 58% 6; 38%
5 Libor 0; 80% Libor 5; 58% 6; 38%
6 Libor 0; 80% Libor 5; 58% 6; 38%
t tasso cedolare swap: riceve variabile swap: paga …sso BTP + swap
1 6% Libor 5; 49% Libor + 0; 51%
2 6% Libor 5; 49% Libor + 0; 51%
: 3 6% Libor 5; 49% Libor + 0; 51%
4 6% Libor 5; 49% Libor + 0; 51%
5 6% Libor 5; 49% Libor + 0; 51%
6 6% Libor 5; 49% Libor + 0; 51%
Esempio 4.5
Si è già visto come l’IRS permetta di indebitarsi nel tasso preferito anche
se il …nanziamento già in essere è ottenuto a tasso diverso. Considerando
due imprese che, per diversi motivi preferiscono indebitarsi una a tasso …sso
e l’altra a tasso variabile, possono crearsi situazioni in cui, mediante uno
48 CAPITOLO 4. SWAPS
6%
Libor +2%
6,25%
B A
Libor
4.1. INTEREST RATE SWAPS 49
anni Debito residuo Ricavi Int. …ssi swap Quota capitale Debito …nale
1 1.500.000 346.500 75000 271500 1.228.500
2 1.228.500 346.500 61425 285075 943425
3 943425 346.500 47171 299329 644096
4 644096 346.500 32205 314295 329801
5 329801 346.500 16.490 330010 -209
Esempio 4.7
Lo zero coupon swap risponde tipicamente all’esigenza di un soggetto
che ha emesso uno zero coupon bond ed intende convertire il tasso di …-
nanziamento da …sso a variabile. In questo caso, il soggetto vende uno zero
coupon swap: paga secondo la frequenza stabilita sul nozionale interessi a
tasso variabile, mentre percepisce un unico pagamento alla scadenza pari al
montante dei pagamenti periodici a tasso …sso che si sarebbero dovuti avere
in un normale swap.
Si consideri un Ente che abbia emesso uno zero coupon bond a tas-
so …sso che, con scadenza 2 anni, porti a pagare interessi globali pari a
23.000. Supponiamo ulteriormente che il tasso spot sia r(0; 2) = 0; 07:
L’emittente entra in una posizione short in uno zero coupon swap al 7%
contro variabile di nozionale N de…nito da N (1 + 0; 07)2 = N + 23000,
ovvero N = 158730; 16. I 2 pagamenti …ssi che riceverebbe in un normale
swap sono entrambi pari a 158730; 16 0; 07 = 11111; 16. A scadenza, per-
cepirà invece il pagamento unico dato dal montante dei due pagamenti forniti
1; 072 1
11111; 16 = 23000.
0; 07
4.2 Pricing
Consideriamo per semplicità un plain vanilla swap: è d’uso de…nire gam-
ba …ssa il ‡usso di pagamenti a tasso …sso e gamba variabile il ‡usso di
pagamenti a tasso variabile. Determinare il prezzo dello swap signi…ca de-
terminare il tasso …sso (tasso swap) del contratto tale per cui il valore all’atto
della stipulazione è pari a 0. In altri termini, si ricerca quel tasso …sso che
rende uguali il valore attuale della gamba …ssa e il valore attuale della gamba
variabile:
valore della gamba …ssa e il valore della gamba variabile. Mentre i pagamen-
ti della gamba …ssa sono determinati in 0 e tali restano, quelli della gamba
variabile dipendono dal …xing del tasso di riferimento alle varie scadenze di
pagamento programmate nell’IRS. Lo scostamento del tasso da quello pre-
visto mediante la struttura dei tassi in 0, ovvero il veri…carsi delle cosiddette
variazioni non previste della struttura per scadenza dei tassi, fa sì che la
gamba variabile si realizzi con pagamenti diversi rispetto a quelli inizial-
mente previsti e conseguentemente la sua valutazione all’epoca t, diversa da
quella iniziale, possa non essere uguale alla valutazione della gamba …ssa.
Per questo, il valore dello swap ad un’epoca intermedia è (spesso) diverso da
0, determinando perdita/utile sulla posizione di una delle due controparti e
viceversa per l’altra.
Illustriamo 3 diversi metodi per determinare il tasso swap: il metodo
standard, il metodo del nozionale e il metodo del titolo alla pari.
Il metodo standard. Il metodo standard applica la relazione di parità
tra i valori attuali delle due gambe espressa dalla (4.1).
In ipotesi di pagamenti annui, il valore attuale della gamba …ssa è
T
X
t
A(gamba …ssa) = N R(0; T ) (1 + r(0; t)) (4.2)
t=1
dove per la stima dei ‡ussi futuri si utilizzano i tassi forward impliciti nella
curva degli spot al tempo 0. Sostituendo nella (??) e sempli…cando si ottiene
T
X
r(0; t 1; t) (1 + r(0; t)) t
t=1
R(0; T ) = T
(4.4)
X
(1 + r(0; t)) t
t=1
Osserviamo innanzitutto che il tasso swap non dipende dal valore del nozionale
del contratto. Inoltre, già dalla (4.4) si può inferire che un aumento dei tas-
si futuri rispetto ai forward impliciti determina una sottovalutazione del
tasso swap e quindi una perdita per il venditore dello swap, mentre una
diminuizione dei tassi futuri rispetto alla previsione compiuta mediante i
forward dà utile alla posizione short.
Esempio 4.8
Si stipula oggi un IRS di durata 2 anni e nozionale 1.000.000 sotto la
struttura per scadenza dei tassi seguente: r(0; 1) = 0; 10, r(0; 2) = 0; 104.
Valutiamo l’IRS. Il forward implicito è
(1 + 0; 104)2
r(0; 1; 2) = 1 = 0; 108
1 + 0; 10
I fattori di sconto dei due anni sono
1 2
v(0; 1) = (1 + 0; 10) = 0; 9091; v(0; 2) = (1 + 0; 104) = 0; 820468
Otteniamo quindi
0; 10 0; 9091 + 0; 108 0; 820468
R(0; 2) = = 0; 1038
0; 9091 + 0; 820468
Supponiamo che dopo un anno il tasso spot a un anno r(1; 1; 2) sia l’11%:
quale controparte ha un utile?
Il buyer dello swap, in base alla curva dei tassi in 1, e¤ettuerà a scadenza
un pagamento pari a 0; 1038 1000000 = 103800, ricevendo un ammontare
di 0; 11 1000000 = 110000. Otterrà pertanto a scadenza un utile dato da:
(0; 11 0; 108) 1000000 = 2000:
Il metodo del nozionale. Il metodo del nozionale rende più agile
la stima del tasso swap in quanto non richiede il calcolo dei tassi forward
impliciti nella struttura per scadenza dei tassi.
Si supponga di dover scegliere tra
Le due operazioni generano gli stessi ‡ussi, infatti nella seconda all’inizio
e alla scadenza …nale il prestito e l’investimento nei titoli si compensano: ri-
mangono i ‡ussi a tasso variabile delle sole cedole che, per ipotesi, coincidono
4.2. PRICING 53
con quelli periodici della gamba variabile dell’IRS. In ipotesi di non arbitrag-
gio, quindi, il valore in 0 delle due operazioni deve essere lo stesso. Indicate
con Ct le cedole variabili con scadenza t = 1; 2; :::; T , si ha
T
X
t
A(gamba variabile) = Ct (1 + r(0; t)) (4.6)
t=1
da cui
T
X
t T
Ct (1 + r(0; t)) = N (1 (1 + r(0; t)) ) = N (1 v(0; T )) (4.8)
t=1
Il metodo del titolo alla pari Il metodo del titolo alla pari perme-
tte di determinare il tasso swap in modo analogo al metodo del nozionale,
ma “lavorando” sulla gamba …ssa anziché sulla gamba variabile. Si ipotizzi
di acquistare un titolo quotato e rimborsato alla pari (indichiamo con N
il valore nominale = prezzo = valore di rimborso del titolo) e a tasso …sso
54 CAPITOLO 4. SWAPS
Esempio 4.10
Due operatori negoziano uno swap di durata 3 anni, nozionale 1000000,
pagamenti semestrali, scambiando il tasso …sso del 4,5% contro il Libor.
Subito dopo il secondo pagamento, si veri…ca una diminuzione dei tassi spot
tale per cui i nuovi IRS con scadenza 2 anni vengono conclusi al 3,8% contro
il Libor. Determiniamo il marking to market. Essendosi veri…cata una
diminuizione dei tassi, il nuovo tasso swap è inferiore al precedente e quindi la
posizione è in positivo per il venditore dello swap. Essendo R(2; 6) = 0; 038,
R(0; 6) = 0; 045, la rata o¤erta dalla formula (4:13) risulta
Opzioni …nanziarie
57
58 CAPITOLO 5. OPZIONI FINANZIARIE
Indichiamo con:
E il prezzo d’esercizio;
c il premio;
T la scadenza;
c(1 + i)T se X E
G = maxf c(1+i)T ; X E c(1+i)T g =
X E c(1 + i)T se X > E
60 CAPITOLO 5. OPZIONI FINANZIARIE
Writer
c(1 + i )
T
E
x
− c(1 + i ) T
Holder
X X E
Z = min [X; E] =
E X>E
E X v(1 + i)T se X E
G = maxf v(1+i)T ; E X v(1+i)T g =
v(1 + i)T se X > E
62 CAPITOLO 5. OPZIONI FINANZIARIE
Writer
v(1 + i )T
E
x
− v(1 + i )T
Holder
cap può essere disposto a pagare per entrare nel contratto, poiché l’interest
rate cap potrebbe determinare una riduzione degli interessi da pagare nei
periodi futuri. L’interest rate cap che accompagna un prestito a tasso va-
riabile la cui durata è T periodi (noi adotteremo sempre la convenzione che
siano anni, anche se comunemente la scadenza delle rate è infrannuale) può
essere scomposto in T contratti derivati elementari che prendono il nome di
caplets. Un caplet è un interest rate cap che si riferisce ad un solo periodo,
cioè è un’opzione call europea sul tasso a pronti futuro. Un caplet con sca-
denza t e strike k è un contingent claim elementare che garantisce in t un
payo¤ pari a
max [r(t 1; t) k; 0]
Il premio del cap (del ‡oor) è dato dall somma del premi dei caplet (dei
‡oorlet) che compongono il cap.
T
X
D(0; T ) = c(0; t)
t=2
XT
L(0; T ) = v(0; t)
t=2
Capitolo 6
La teoria del non arbitraggio che assegna il prezzo alle attività …nanziarie
è una teoria comparativa. Si dice così di una teoria che prende per dati i
prezzi di alcune attività negoziate (primarie) e la loro evoluzione stocastica
per determinare il prezzo di altre attività negoziate (secondarie). La tecnica
di valutazione consiste nel determinare un portafoglio costituito dalle attiv-
ità primarie che, ribilanciato dinamicamente nel tempo, replichi il cash ‡ow
del bene secondario. Tale portafoglio prende il nome di portafoglio di repli-
cazione. Per prevenire arbitraggi, il costo del portafoglio di replicazione e il
prezzo del secondario negoziato sul mercato devono essere uguali. Chiara-
mente, il costo del portafoglio di replicazione è ricavabile, dato che i prezzi
delle attività primarie sono noti. Se la strategia di replicazione (per un
generico secondario) è attuabile, il mercato è completo. Nella trattazione
seguente assumeremo sempre mercati completi, ovvero in cui è negoziato un
numero su¢ ciente di attività primarie (indipendenti) per attuare la repli-
cazione di qualunque secondario. In questo capitolo, le attività primarie sono
zero coupon bonds (identi…cabili con il loro prezzo oppure, analogamente,
con il tasso d’interesse a pronti di mercato) e le attività secondarie compren-
dono principalmente derivati su tassi d’interesse. Introduciamo l’evoluzione
stocastica del tasso d’interesse di mercato secondo la struttura più semplice,
ovvero il modello ad un fattore. La struttura ad un fattore ha il pregio di
una grande semplicità e rappresenta un modello largamente utilizzato nella
pratica. Forme più ra¢ nate, ottenute aggiungendo nella stessa struttura di
base più fattori, sono anche di largo impiego, ma al di là degli scopi di queste
note.
67
68CAPITOLO 6. MODELLI STOCASTICI PER LA TERM STRUCTURE
- T = 2;
q1(u) uu
q0
1-q1(u) ud
du
q1(d)
1-q0 d
1-q1(d)
dd
Figura 6.1 Albero binomiale a due periodi
0,977509
1
P(0,2)=0,961169
P(0,1)=0,980392 1
0,981354
1
1
Figura 6.2 Albero binomiale della curva dei prezzi degli z.c.b..
da cui
P (1;1;up)
u(0; 1) = P (0;1)
P (1;1;down)
d(0; 1) = P (0;1)
1
d(0; 1) = 0;980392 = 1; 02
1
d(1; 2; 2) = u(1; 2; 2) = = 1; 023
0; 977509
1
d(1; 2; 2) = u(1; 2; 2) = = 1; 019
0; 981354
1
r(1; 2; up) = 1 = 0; 023 (6.3)
0; 977509
1
r(1; 2; down) = 1 = 0; 019 (6.4)
0; 981354
r(1,2;up)=0,023
r(0,1)=0,02
r(1,2;down)=0,019
Figura 6.3 Albero binomiale della curva dei tassi a pronti.
Abbiamo costruito gli alberi binomiali per i prezzi e per il tasso a pron-
ti, limitandoci alla determinazione dei valori ai vari nodi, seguendo la re-
gola di evoluzione binomiale secondo la versione moltiplicativa. Prima di
esporre il concetto e il calcolo delle probabilità neutrali al rischio che com-
pleteranno l’albero, riepiloghiamo brevemente i concetti fondamentali per
la costruzione del modello.
P(0,2)=0,961169
r(0,1)=0,02
P(0,2)=0,961169
r(0,1)=0,02
p=0,75
P(1,2; down)= 0,981354
r(1,2;down)=0,019
Figura 6.5 Probabilità neutrali al rischio di P e r
[1 + 0; 02] 1; 021
p= = 0; 25
1; 017 1; 021
0,976563
1 1
0,956703
0,977509 1
1
0,979432
1 1
0, 943491
0,961169 1
0,980392
0,980873
1
1
0,964247
0,981354 1
1
0,983294
1
1
Figura 6.6 Albero biniomiale a 3 periodi della curva dei prezzi degli z.c.b.
1
r(2; 3; up; down) = 0;979432 1 = 0; 021
1
r(2; 3; down; up) = 0;980873 1 = 0; 0195
1
r(2; 3; down; down) = 0;983294 1 = 0; 017
Ampliamo quindi l’albero binomiale della curva dei tassi a pronti rappre-
sentato in Figura 6.3 aggiungendo uno stadio.
6.2. PROCESSI DEL PREZZO DEGLI Z.C.B. E DEL TASSO A PRONTI81
r(2,3;up,up)=0,024
r(1,2;up)=0,023
r(2,3;up,down)=0,021
r(0,1)=0,02 r(2,3;down,up)=0,0195
r(1,2;down)=0,019
r(2,3;down,down)=0,017
Figura 6.7 Albero biniomiale a 3 periodi della curva del tasso a pronti
1 p0 = 0; 75
che corrispondono ai valori precedentemente calcolati (cfr. formula (6:6)).
Passando al periodo 2 otteniamo per il nodo corrispondente ad un up al
periodo 1 (ricordiamo che il tasso a pronti previsto per il periodo (1; 2) in
82CAPITOLO 6. MODELLI STOCASTICI PER LA TERM STRUCTURE
1 p1 (up) = 0; 75
Per il nodo corrispondente ad un down al periodo 1 (il tasso spot previsto
per il periodo (1; 2) è in questo caso l’1,9%)
0; 980873p1 (down) + 0; 983294 (1 p1 (down))
0; 964247 =
1; 019
e ancora si ha
p1 (down) = 0; 3
1 p1 (down) = 0; 7
Precisiamo che la coincidenza dei valori delle probabilità di up e di down per
i periodi 1 e 2 non è una regola, ma un caso speciale dell’esempio numerico
prodotto.
Presentiamo quindi l’albero completo in Figura 6.8.
P(2,3;up,up)=0,976563
r(2,3;up,up)=0,024
p1 (up)=0,25
P(1,3;up)=0,956703
r(1,2;up)=0,023
p0=0,25 P(2,3;up,down)=0,979432
1-p1(up)=0,75 r(2,3;up,down)=0,021
P(0,3)=0,943491
r(0,1)=0,02 p1(down)=0,3 P(2,3;down,up)=0,980873
r(2,3;down,up)=0,0195
1-p0=0,75
P(1,3;down)=0,964247
r(1,2;down)=0,019
1-p1(down)=0,7
P(2,3;down,down)=0,983294
r(2,3;down,down)=0,017
6.3. VALUTAZIONE DI DERIVATI 83
P(0,2)=0,961169
r(0,1)=0,02
p=0,75
P(1,2; down)= 0,981354
r(1,2;down)=0,019
solita, di¤erenza tra il tasso a pronti vigente e tasso swap moltiplicata per il
nozionale. A seconda dell’evento veri…catosi al tempo 1, up o down, il tasso
a pronti è rispettivamente il 2,3% o l’1,9%.
C2u = [r(1; 2; up) R(0; 3)] 1000000 = (0; 023 0; 019587) 1000000 = 3413
C2d = [r(1; 2; down) R(0; 3)] 1000000 = (0; 019 0; 019587) 1000000 = 587
C3uu = [r(2; 3; up; up) R(0; 3)] 1000000 = (0; 024 0; 019587) 1000000 = 4413
C3ud = [r(2; 3; up; down) R(0; 3)] 1000000 = (0; 021 0; 019587) 1000000 = 1413
C3du = [r(2; 3; down; up) R(0; 3)] 1000000 = (0; 0195 0; 019587) 1000000 = 87
C3dd = [r(2; 3; down; down) R(0; 3)] 1000000 = (0; 017 0; 019587) 1000000 = 2587
4413
3413
4413
413
1413
3413
1413
-87
-587
-87
413
-2587
-587
-2587
1 1; 022385 2
K(1; 3; up) = 2798 = 5413; 56
0; 022385
Ripetiamo ora la procedura di calcolo, nel caso al tempo 1 si sia veri…cato
un down. Il nuovo tasso swap è
1 0; 964247
R(1; 3; down) = = 0; 018376
0; 964247 + 0; 981354
Il di¤erienziale d’interessi (in questo caso negativo) risulta
La somma che la posizione long deve pagare per cedere il contratto risulta
1 1; 018376 2
K(1; 3; down) = 1211 = 2356; 84
0; 018376
Passiamo ora alle determinazioni del valore al tempo 2. Non riproduciamo
il calcolo per tutti i nodi, ma ci limitiamo a produrlo nel caso si siano
veri…cati 2 up. Negli altri casi, si tratta solo di ripetere la stessa procedura.
Osserviamo che dato che la durata residua del contratto è 3 2 = 1 periodo,
il valore attuale per un periodo del di¤erenziale degli interessi …ssi costituisce
direttamente la up front sum. Abbiamo quindi che il tasso swap risulta
1 0; 976563
R(2; 3; up; up) = = 0; 024
0; 976563
Il pagamento da ricevere per il compratore dello swap è
1000000 (0; 024 0; 019587)
= 4309; 57
1; 024
Il valore dello swap in 3 è ovviamente nullo.
Presentiamo in Figura 6.10. l’albero a 3 periodi con il valore dello swap.
4309,57
0
5413,56 0
1383,94
0
-85,34
0
-2356,84
0
-2543,76
0
c(2; 2; uu) = max [r(1; 2; up) k; 0] 1000000 = [0; 023 0; 022] 1000000 = 1000
c(2; 2; ud) = max [r(1; 2; up) k; 0] 1000000 = [0; 023 0; 022] 1000000 = 1000
c(2; 2; du) = max [r(1; 2; down) k; 0] 1000000 = 0 1000000 = 0
c(2; 2; dd) = max [r(1; 2; down) k; 0] 1000000 = 0 1000000 = 0
c(3,3;uuu)=2000
c(2,2;uu)=1000
c(2,3;uu)=1953,13
r(2,3;uu)=2,4%
c(1,2;u)=977,52 c(3,3;uud)=2000
c(1,3;u)= 477,30
r(1,2;u)=2,3%
c(3,3;udu)= 0
r(2,3;ud)=2,1%
c(2,2;ud)=1000 c(3,3;udd)=0
c(0,2)=239,59 c(2,3;uu)=0
c(0,3)= 116,99 r(0,1)=2% c(3,3;duu)=0
D(0,3)=356,58
r(2,3;du)=1,95%
c(2,2;du)=0
c(3,3;dud)=0
c(2,3;du)=0
r(1,2;d)=1,9%
c(1,2;d)=0 c(3,3;ddu)=0
c(1,3;d)=0
r(2,3;dd)=1,7%
c(2,2;dd)=0
c(2,3;dd)=0 c(3,3;ddd)=0
1953; 13 0; 25 + 0 0; 75
c(1; 3; u) = = 477; 30
1; 023
0 0; 30 + 0 0; 70
c(1; 3; d) = =0
1; 019
In…ne, sempre procedendo a ritroso ed applicando nuovamente la regola del
valore atteso attualizzato dei payo¤ di …ne periodo, il valore del caplet in
t = 0 risulta:
477; 30 0; 25 + 0 0; 75
c(0; 3) = = 116; 99
1; 02
Il premio del cap, dato dalla somma dei premi dei due caplet, risulta per-
tanto:
v(3,3;uuu)=0
v(2,2;uu)=0
v(2,3;uu)=0
r(2,3;uu)=2,4%
v(1,2;u)=0 v(3,3;uud)=0
v(1,3;u)= 0 r(1,2;u)=2,3% v(3,3;udu)= 0
r(2,3;ud)=2,1%
v(2,2;ud)=0 v(3,3;udd)=0
v(2,3;ud)=0
v(0,2)=721,58 v(3,3;duu)=500
v(0,3)= 1596,16 r(0,1)=2%
L(0,3)=2317,74
r(2,3;du)=1,95%
v(2,2;du)=1000 v(3,3;dud)=500
v(2,3;du)=490,44
r(1,2;d)=1,9%
v(1,2;d)=981,35 v(3,3;ddu)=3000
v(1,3;d)=2170,78
r(2,3;dd)=1,7%
v(2,2;dd=1000
v(3,3;ddd)=3000
v(2,3;dd)=2949,85
0
v(2; 3; uu) = =0
1; 024
0
v(2; 3; ud) = =0
1; 021
500
v(2; 3; du) = = 490; 44
1; 0195
3000
v(2; 3; dd) = = 2949; 85
1; 017
0 0; 25 + 0 0; 75
v(1; 3; u) = =0
1; 023
490; 44 0; 30 + 2949; 85 0; 70
v(1; 3; d) = = 2170; 78
1; 019
0 0; 25 + 2170; 78 0; 75
v(0; 3) = = 1596; 16
1; 02
6.3. VALUTAZIONE DI DERIVATI 93
Il premio del ‡oor, dato dalla somma dei premi dei due ‡oorlet, risulta
pertanto:
[2] Brigo D., Mercurio F., Interest Rate Models - Theory and Practice,
Springer Verlag, Berlin Heidelberg 2006.
[4] Caparrelli F., I Derivati, Mc Graw-Hill Libri Italia srl, Milano, 2001.
[5] Copeland T., Koller T., Murrin J., Valuation. Measuring and
Managing the Value of Companies, Hoboken, Wiley, 3rd Edition, 2005.
[6] Hull J. C., Options, Futures & Other Derivatives, Prentice Hall
International, Inc , 2000.
[8] Jarrow R.A., Modelling Fixed Income Securities and Interest Rate
Options, McGraw-Hill, 1996.
95
96 BIBLIOGRAFIA