Sei sulla pagina 1di 22

Codex Lupi Neri 

Il clan dei Lupi Neri è rappresentato da terribili guerrieri dotati di una forza fuori dal comune che non si
fermano nemmeno davanti alla morte. Al giorno d'oggi costituisce l'esercito d'elite di Erbita.

Caratteristiche fisiche
Da quando è stato fondato il clan dei Lupi Neri, i guerrieri più valorosi hanno avuto sempre possibilità
sociali più elevate rispetto ai loro confratelli. Con il passare del tempo questo fattore ha contribuito a
una vera selezione artificiale, infatti gli uomini più alti e forti avevano più possibilità di sopravvivere ai
violenti scontri che da sempre hanno accompagnato la storia del clan, inoltre erano i favoriti dalle
donne in quanto reputati in grado di proteggere il nucleo familiare e aver successo economico. Detto
questo è facile immaginare come, ai giorni nostri, la maggior parte degli uomini siano alti e robusti.
Per quanto riguarda il colore della pelle e degli occhi, il clan si è più volte rivelato favorevole a
mischiare la propria razza con estranei che reputassero forti fisicamente. Anche le donne di questo
clan hanno una statura più alta rispetto ad altre popolazione e presentano un fisico robusto.

Etimologia del nome


Il nome del clan deriva dall usanza comune di vestire i propri guerrieri con folte pellicce di lupo nero,
costume che si mantiene tutt'ora. I membri del clan, abili cacciatori, da sempre hanno creduto che
possedere la pelliccia di un animale in battaglia donasse al portatore le qualità dell'animale stesso. La
pelliccia di lupo dona al possessore forza, agilità e una predisposizione a lavorare di gruppo. Tutte
abilità fondamentali per la riuscita di una razzia o per la vittoria di una battaglia. Per questo motivo,
rispetto ad altri animali, il lupo nero è considerato il più forte.

Nel tempo i membri del clan hanno cominciato ad allevare Lupi Neri da utilizzare in battaglia. Si può
solo immaginare il terrore dei nemici quando il corno da guerra riecheggiava nell'aria e degli uomini
mastodontici, seguiti da grossi e forti Lupi Neri, si schiantavano contro le schiere nemiche.

Infine si racconta che alcuni uomini, nella storia del clan, sono riusciti a impossessarsi completamente
dello spirito del lupo, diventando loro stessi dei Lupi Neri. Questa è la genesi delle storie sui metalupi,
o ​lupi mannari​, famose in tutto il continente.
Struttura sociale
Sono state varie le fasi sociali che hanno contraddistinto la vita del clan dei lupi, ma sicuramente in
queste centinaia d'anni un valore è rimasto immutato: il più forte vive, il più debole muore.

Gli albori del clan ( 0 d.p. – 200d.p. circa)


All'inizio della propria fondazione il clan aveva una struttura sociale molto semplice: un ​capo clan e
uno ​sciamano​.

Il ​capo clan disponeva delle bande, sceglieva i luoghi da razziare, disponeva di ricchezze e delle
donne più belle. La sua parola era legge. Il capo clan veniva scelto tra i combattenti migliori ma non vi
era una reale competizione come ai giorni nostri. Compiuti i trent’anni si avevano grosse possibilità di
diventare capo clan, evento assai difficile e raro visto che tutti gli uomini venivano mandati a razziare
o cacciare fin dall'età di 10 anni, infatti la maggior parte di loro moriva prima dei 25 anni. Una volta
che il capo clan era stato scelto, il titolo veniva trasmesso da padre in figlio, quando ciò era possibile.

Il ​ruolo dello sciamano era invece quello di curare dalle malattie, predire le fasi lunari per il raccolto,
conoscere le piante e i frutti, curare l'aspetto spirituale delle persone e la venerazione di Arundel. La
parola della sciamano era molto influente sul capo clan, in quanto suo primo consigliere e cerusico
personale di lui e della sua famiglia.

Per quanto riguarda la ​famiglia​, la donna si occupava dei figli, della case e dell'economia domestica,
non partecipava alle razzie o alle battaglie tra clan. La parola della propria moglie aveva un peso
notevole sulle scelte del capo famiglia. Il matrimonio veniva sancito dallo sciamano, sotto la
benedizione di Sifa. L'uomo era libero di sposarsi con altre donne, anche se questa cosa accadeva
molto di rado. L'uomo poteva, inoltre, avere rapporti extraconiugali, pratica proibita alla donna in
quanto rischiava di rimanere incinta, in tal caso l'uomo aveva diritto di vita o di morte nei suoi
confronti.

Le donne basse e brutte venivano chiamate "​femmine deboli​" e avevano un destino di soprusi e
stupri davanti a loro, infatti venivano utilizzate dagli uomini solo alla scopo di soddisfare i propri
bisogni sessuali. Quando una banda doveva stare per settimane intere fuori dal villaggio, queste
donne andavano con loro ai fini di rilassare i guerrieri dopo una giornata di fatica. Se una femmina
debole veniva messa incinta, nella maggior parte dei casi il figlio non veniva riconosciuto dal padre ed
erano guai economici per la poveretta. Per questo era molto diffusa l'usanza, tra queste donne, di
usare tonici a base di veleno per lavare le proprie parti intime, in modo tale da abbassare
considerevolmente il rischio di rimanere incinte. In quest'ultimo caso, le donne ricorrevano ad un
veleno, il "​novta​", che uccideva il feto e, in un alcuni scenari, anche la donna stessa.

Nell'ottica di creare nel tempo un esercito forte e vigoroso con degli standard molto alti, gli ​uomini
che nascevano deboli non avevano diritto a figliare. Erano dei reclusi della società e solitamente
venivano castrati. Questi eunuchi si dedicavano per tutta la vita all'artigianato e all'agricoltura. Alcuni
di essi diventavano degli sciamani, in quanto gli unici uomini a vivere fino a vecchiaia, spiacevoli
incidenti permettendo.

Non vi erano leggi scritte​, inoltre l'​economia​ era fondata sul baratto.

L'età avanzata ( 200 d.p. – 700d.p. circa)


Col passare del tempo la struttura del clan è diventata sempre più complessa con l'aumentare della
popolazione. Prima di diventare una delle tre fazioni di Erbita, il clan dei Lupi Neri era riuscito a
evolvere la propria struttura sociale e a vantare svariati villaggi di appartenenza. Questa diramazione
territoriale aveva contribuito all'ampliamento della struttura sociale, infatti non era più possibile per un
singolo uomo occuparsi del destino di migliaia di persone distribuite su un territorio così vasto. I
guerrieri, che erano stati da sempre comandati direttamente dal capoclan, adesso prendevano ordini
direttamente dal proprio ​capo guerra​.
In questi anni il ​culto ​e la figura dello sciamano diventa più complessa. Con la colonizzazione di nuovi
villaggi è stato necessario ampliare e dividere le funzioni che una volta erano ricoperte da un singolo
uomo. Adesso ​ogni villaggio ha uno sciamano differente che a sua volta può prendere sotto di sé
degli adepti a cui trasmettere la sua conoscenza e i riti religiosi. Gli sciamani non hanno una linea di
sangue, in quanto in matrimonio diretto con Sifa, per questo motivo il loro ruolo non viene ereditato
ma semplicemente, mentre è in vita, lo sciamano designa uno dei suoi adepti come suo successore.
A capo di questa società spirituale vi è il ​gran sacerdote​. (La figura dello sciamano, del gran
sacerdote, così come quella degli adepti e del culto della dea Sifa e del dio Khorgul, verranno
esaminate con più dettaglio nel capitolo "​Struttura Religiosa​").

I capi guerra delle bande, lo sciamano e il capo clan formavano a loro volte un ​consiglio esclusivo
che si occupava di emettere le sentenze più gravi, decidere i luoghi da colonizzare o depredare e
scegliere le manovre diplomatiche da effettuare ai fini di non entrare in conflitto con il clan della Aquile
Blu o quello dei Draghi Rossi, quando ciò era possibile. Anche la ​sicurezza nelle città e nei villaggi
era aumentata, infatti era stato istituito un ​organo di vigilanza che aveva il potere di eseguire
immediatamente le condanne più leggere quando il criminale veniva colto in flagrante, senza la
presenza del capo clan o del consiglio esclusivo.

Economicamente ​parlando il baratto non fu più sufficiente e soddisfare i bisogni della popolazione,
così il consiglio esclusivo decise di coniare tre tipi di monete: in oro, in argento e in rame.

Comunque il capo clan restava la persona con più potere in assoluto: poteva rovesciare una
decisione del consiglio esclusivo soltanto con il suo voto, inoltre i suoi ordini superavano gli ordini di
qualsiasi altra figura all'interno della società, perfino quelli dei capo guerra o del gran sacerdote.
Diversamente dal passato, però, una volta che il capo clan moriva o era troppo vecchio per
continuare a comandare, se non vi erano eredi, era il consiglio esclusivo a decidere il suo successore.
Nella maggior parte dei casi veniva eletto il capo guerra più vecchio, quindi l'uomo con più successi in
battaglia.

Le prassi che regolavano il nucleo ​familiare​ non subirono variazioni importanti rispetto al passato.

Una rivoluzionaria idea di questi tempi fu quella di ​non castrare più gli uomini deboli​. Dopo gli
avvenimenti della "​Battaglia sul cielo​" e le gesta del valoroso ​Roktham Burnil​, il consiglio esclusivo,
sotto il capoclan ​Sigmur Dag​, vietò tale usanza in tutti i territori dei Lupi Neri. Adesso gli uomini
deboli potevano sposarsi e avere un figlio, ma solo all'interno del matrimonio. Questa nuova legge
creò un fenomeno alquanto particolare: le femmine deboli si sposavano con gli uomini deboli. In
questo modo si crearono comunità sempre più grandi che diventarono a tutti gli effetti dei quartieri
commerciali, in quanto uomini e donne deboli si dedicavano molto all'artigianato, come detto in
precedenza.

Con l'ascesa al potere di ​Godamas Krauser ​il ​consiglio esclusivo fu sciolto e i poteri concentrati
nuovamente solo nelle mani del capoclan. Infatti secondo Godamas i privilegi di cui si erano
appropriati i capi guerra, nel corso di questi secoli, avevano indebolito la società e la struttura militare.
Fu eretto un nuovo consiglio formato solo dai ceti religiosi e dal capo clan, il quale aveva la funzione
di interpretare i segnali divini per capire il giusto momento in cui prendere una decisione critica. Inoltre
il capo clan sarebbe stato deciso mediante uno scontro all'ultimo sangue tra i pretendenti al trono.

Questa era la struttura sociale del clan dei lupi neri fino alla loro alleanza con le Aquile Blu e i Draghi
Rossi, la quale darà vita al popolo degli Erbitiani e alla città di Erbita. Considerato che il merito della
nascita di questo popolo è da attribuire a ​Godamas Krauser​, capo clan dei lupi neri, molto degli usi,
dei costumi e delle leggi, scritte e non, di questo clan sono migrate nel nuovo e complesso tessuto
sociale di Erbita.

Ai giorni nostri il clan dei Lupi Neri rispetta, in linea di massima, questa struttura sociale, tranne nei
casi in cui la legge e le usanze di Erbita non si esprimano contrariamente.
Usanze

● Il saluto tra pari​ avviene con una vigorosa stretta di mano, contemporaneamente si porta il
capo sulla spalla sinistra dell’amico che si sta salutando e si poggia leggermente il mento. Più
l’affetto o la riconoscenza che si vuole dimostrare è profonda, più questo momento dura a
lungo. Nel quotidiano dura qualche secondo, in una situazione intima può durare anche
minuti. I lupi neri non salutano chi non fa parte del clan o chi non è ritenuto pubblicamente
degno di rispetto.
● Sia uomini che donne ​si baciano sulle labbra quando vogliono dichiarare una forte
emozione all’altro/a. Questo non indica obbligatoriamente un legame di tipo sessuale o
sentimentale, come avviene per altre culture.
● La ​nudità ​non fa scandalo.
● Non vi sono convenzioni per quanto riguardo ​il sesso o la sessualità​: principalmente
ognuno si comporta come vuole all’interno del clan e non ci è pregiudizio in tale senso.
● È ammesso, socialmente parlando, fare ​sesso con gli animali​. A volte gli uomini ne
parlando davanti un bel boccale di birra ridendo della povera bestiola sottomessa.
● È usanza ​toccare il cibo con le mani​.
● Non vi è una netta distinzione tra vestiario femminile e maschile, se non per motivi inerenti
alle diverse forme dell’uomo e della donna.
● È ​vietato uccidere gli animali che volano​, infatti si pensa che siano gli unici essere baciati
direttamente dagli dei e che ucciderli arrechi disgrazie a sé e alla propria famiglia.
● Bestemmiare​ è un grave reato che viene punito anche socialmente, oltre che legalmente: i
bestemmiatori sono trattati come rifiuti della società, persone maligne che portano sfortuna e
attirano l’ira degli dei.
● Saper cucinare​ è reputata un’arte divina, in quanto aiuta a prevenire le malattie ed essere
più forti in battaglia, quindi a prevenire la morte stessa. Le ​buone cuoche​ sono tra le mogli
più desiderate dai guerrieri del clan;. I ​buoni cuochi​ i membri più desiderati nelle bande.
● La forza è metro di bellezza​, non solo in combattimento. Chiunque si riesca ad elevare in
una disciplina viene apprezzato e considerato bello.
● La cura del fisico​, sia per l’uomo che per la donna, è molto tenuta di conto; non altrettanto la
bellezza del viso o dei lineamenti.
● I Lupi Neri sono persone molto realiste e legate alla terra​: difficilmente inventano storie
fantasiose o sognano al di là di ogni immaginazione; quello che conta per un Lupo Nero è la
terra, la casa, l’abilità in combattimento, l’artigianato, l’agricoltura, la caccia etc. Per questo
motivo figure come i bardi e i cantastorie sono pochissime in questo clan.
● La musica tribale è molto apprezzata da questo popolo.
● Gli estranei non sono graditi, essenzialmente lo straniero viene visto come un probabile
aggressore e trattato come tale.
● Un Lupo Nero non chiede mai scusa se una sua azione ha recato danni a qualcuno. Chiedere
scusa è un atto di debolezza e sottomissione. Se sono dispiaciuto per qualche conseguenza
causata dalle loro azioni, cercano di rimediare con altre azioni.
● Secondo i Lupi Neri quando uno specchio si rompe un pezzo di luce rimane per sempre
inghiottito nel nulla.
Struttura religiosa

Dalla nascita del clan, come evidenziato nella sezione sulla struttura sociale, la struttura religiosa ha
subito diverse evoluzioni storiche; di seguito è elencata l’odierna struttura religiosa interna al clan.

Introduzione al pantheon del clan


A tale scopo è già presente nell’ambientazione un ​Capitolo sul Pantheon di Erbita​, vi è da dire che
nel clan dei Lupi Neri i culti più diffusi sono i seguenti: ​Arundel​, ​Sifa​, ​Korghul e Fenur​.
La venerazione diretta degli altri dei è assente o minima, questo, però, non vuol dire che un Lupo
Nero neghi la loro esistenza, anzi tutto il contrario: ogni membro del clan ha un rispetto profondo per
qualsiasi dio presente nel pantheon di Erbita.

Constatato che la figura del ​capo clan è stato approfondita nella struttura sociale non sarà presentata
nuovamente in questo capitolo, ma è da tener presente che essa rappresenta l’apice anche della
struttura religiosa con le dovute specifiche: la parola del gran sacerdote, nella quasi totalità dei casi,
viene presa seriamente in considerazione. Infine anche il capo clan viene reputato baciato dalla
volontà di Arundel​, alla stregua di un gran sacerdote. È proprio la volontà di Arundel che ha
condotto l’uomo alla battaglia e alla vittoria, sino al trono del proprio clan, un ​destino predestinato​.

Il Gran Sacerdote
Il gran sacerdote è la figura più alta all’interno della struttura religiosa, solitamente è uno ​sciamano
scelto dalla ​volontà di Arundel​ affinché guidi l’intera comunità nella giusta direzione. Effettivamente
non vi è nessun organo che designa il gran sacerdote; gli sciamani sanno esattamente chi tra loro è al
comando della comunità religiosa. Questa specie di coscienza di gruppo viene chiamata da tutti
coscienza di Arundel​ e non è mai capitato che più di una persona sia stata designata gran
sacerdote nello stesso periodo. In linea di massima, sembra che il disegno divino prediliga coloro che
sono molto avanti con gli anni le quali predizioni sono state frutto di un forte benessere per il popolo.

Il ​gran sacerdote non ha compiti diversi dagli sciamani, ma ha dei privilegi: è il primo uomo a bere
dalla ​fonte della vita durante il ​rito dell’acqua ​dopo il capo clan; solitamente le sue predizioni sono
molto accurate; secondo la tradizione è l’unico uomo, insieme al capo clan, che potrà banchettare con
Arundel una volta defunto.

Il suo ​coinvolgimento sociale è minimo​: è difficile che un gran sacerdote si mischi insieme alla
gente per aiutarla direttamente, in quanto per la maggior parte del tempo è immerso in uno stato di
semi trance che gli consente di comunicare con il padre degli dei.

Insieme agli sciamani è dotato di poteri che gli sono conferiti da Arundel, Sifa o Khorgul. Come gli
sciamani, il gran sacerdote venera indistintamente tutto il pantheon affidando le sue preghiere ad un
dio, rispetto che un altro, secondo il contesto. Per esempio: durante un funerale le preghiere sono
rivolte verso Korghul, per una nascita verso Sifa, in tempo di guerra verso entrambi gli dei. Arundel
viene sempre nominato da un gran sacerdote durante ogni suo esercizio.

Gli Sciamani
Gli sciamani sono degli adepti, o delle ancelle, che, dopo anni di servizi socialmente utili, l’esercizio
delle funzioni minori e le preghiere, hanno ricevuto e manifestato il ​dono di Arundel​. La
manifestazione del dono può venire in tanti modi, il più comune è l’​estasi​: l’adepto entra per la prima
volta in trance ricevendo una profezia, un messaggio dal regno dei morti o ottiene un informazione a
lui non fisicamente accessibile. Altri tipi di manifestazioni usuali sono: ​santificare l’acqua​,
esorcizzare spiriti maligni o chiudere le ferite col palmo delle mani.

Una volta che un adepto, o ancella, è diventato sciamano il suo carico di azioni socialmente utili
diminuisce sensibilmente, ma resta comunque molto a contatto con la vita quotidiana: rispetto al gran
sacerdote, le trance per ricevere premonizioni non sono eventi giornalieri.
Berserker
Gli uomini più forti del clan dei lupi neri vengono considerati dei ​guerrieri sacri​ in quanto hanno la
possibilità di manifestare in forma diretta il potere di Arundel. Secondo la tradizione, infatti, è proprio
Arundel che discende nella terra degli uomini e insemina le donne che partoriscono un futuro
berserker. Non si tratta solo di essere un imponente figura dal punto di vista dei muscoli e della forza,
la ​volontà di un berserker​ è pari al suo talento con l’ascia e alla sua devozione verso il capo clan.
Durante gli anni in cui i Lupi Neri sono stati fusi nel regno di Erbita, i berserker hanno avuto difficoltà
ad accettare il loro nuovo ruolo, tanta era la fede e la venerazione dei loro capi. Nonostante questo, a
distanza di anni, ancora oggi il rito per diventare un berserker è il medesimo che si praticava in
epoche più remote, quando le Aquile Blu e i Draghi Rossi erano ancora acerrimi nemici.

Per diventare un berseker un lupo nero deve dimostrare il suo valore in battaglia. Solitamente un
aspirante berserker è sempre un capo guerra o qualcuno molto vicino alla fama di quest’ultimo. In
seguito alla nomea, gli sciamani del villaggio fanno affrontare all’aspirante tre prove di ardua difficoltà
e un rituale finale.

● La prima è la ​prova della foresta​: consiste nel passare una notte intera all’interno della
foresta buia e popolata dai lupi. L’aspirante viene lasciato senza vestiti, con un pugnale, un
acciarino e una pietra focaia. Nient’altro. Per il freddo, che popola queste regioni, la prima
preoccupazione è quella di procacciarsi, al più presto, una pelliccia di lupo: una missione
suicida. Infatti i lupi cacciano e combattono in branco, per un solo uomo normale è
impossibile sopravvivere ad un simile attacco. Ma un berserker non è un uomo normale. La
prova termina all’alba.
● La seconda è la ​prova del fuoco​: l’aspirante viene messo all’interno di un cerchio infuocato
che viene progressivamente alimentato fino a che la temperatura all’interno non diventa
insopportabile per chiunque, inoltre gli sciamani utilizzano la loro magia per animare il fuoco e
attaccare l’aspirante con fiamme danzanti. La prova termina quando lo sciamano che si è
fatto carico della prova decide che sia terminata.
● La terza prova è la ​prova della forza​: l’aspirante deve sopravvivere ad un combattimento,
testa a testa, con un berserker. Per l’occasione allo sfidante viene concesso di bere ​l’urina
del suo avversario​ per aumentare le sue prestazioni fisiche. La prova termina quando lo
sciamano che si è fatto carico della prova decide che sia terminata.
● Il ​rituale finale​: l’aspirante deve bere una ​pozione di furia​ e partecipare ad un ​massacro​. Il
massacro si svolge verso il tramonto: dieci uomini armati di bastoni si scontrano contro
l’aspirante berserker, se quest’ultimo riesce a sbaragliarli e ad accendere gli animi della folla
che sta guardando, allora lo sciamano di turno termina il massacro e proclama il nuovo
berserker. Non vi è nessun limite tempo, solo uno sciamano può interrompere, nel bene o nel
male, un massacro. Questo rituale viene accompagnato, solitamente, con musica e tamburi;
in alcune occasioni il massacro viene preceduto da giochi di fuoco e di maestria con le armi.

Una volta che un lupo nero è diventato un berserker viene rispettato al massimo grado dagli altri
uomini, ha il privilegio di proteggere personalmente il capo clan, inoltre a lui spettano le migliori donne
e i migliori banchetti, nei quali, oltretutto, mangiano per primi.
Gli Adepti e le ancelle
Gli adepti e le ancelle sono all’ultimo gradino della scala gerarchica religiosa del clan. Ci sono due
casi in cui un credente inizia a far parte del nucleo religioso operativo: quando si è considerati uomini
o femmine deboli, o quando si ha la ​vocazione ​(detta anche ​voce di Arundel​).

Il primo caso è quello più comune, dove la vita degli uomini e delle donne considerate “deboli” non è
facile all’interno clan, in quanto sono considerati degli emarginati dalle altre persone; scegliere di
diventare parte attiva della struttura religiosa consente a questa gente di riscattare la propria
immagine sociale e trovare uno scopo nella vita, al di fuori dell’artigianato o della mera procreazione.
La maggior parte degli appartenenti a questo gruppo non diventano sciamani e non è mai successo
che un uomo o femmina debole diventasse un gran sacerdote.

Il secondo caso è molto più raro e particolare; solitamente gli uomini, o le donne, che ricevono la
chiamata di Arundel ​sono destinate a diventare degli sciamani e tra di loro vi sarà sicuramente un
futuro gran sacerdote. Sono persone che colgono rapidamente il lato spirituale della vita sin da piccoli
e, col tempo, affinano in modo naturale questa sensibilità, sino a diventare la loro vita quotidiana.

Le mansioni degli adepti sono diverse rispetto a quelle delle ancelle, ma uguali sia nel primo che nel
secondo caso; gli adepti si preoccupano delle necessità dell’esercito, degli artigiani e molte volte
svolgono lavori socialmente utili ove è necessaria la forza di un maschio, come scavare un pozzo o
costruire un edificio di pubblico dominio; le ancelle, invece, si dedicano ad aiutare le donne del
villaggio nelle loro vita quotidiana, come accudire i figli, cucire vestiti e cucinare nelle mense per i
ragazzi delle bande.

Un adepto (ancella) svolge quotidianamente, oltre le funzioni socialmente utili, l’esercizio di alcune
funzioni minori​.

Rituali dedicati a Sifa

Rituale dell’acqua​: è un rito di purificazione che viene praticato tutti i giorni all’alba dagli adepti e
sciamani, invece i laici solo in momenti ben precisi: il passaggio all’età adulta, compiuto circa a dodici
anni per i maschi e a dieci per le femmine; prima di partire per una razzia o guerra o prima di
partecipare ad una festa sacra. Il rito è molto semplice: la persona si immerge nell’acqua corrente di
un fiume e si lava il corpo con paste a base di erbe profumate e terapeutiche. Per semplicità il
sacerdote non si immerge totalmente in acqua, se non nelle occasioni più importanti, ma la raccoglie
dal fiume con un recipiente, come un damigiana o un’anfora, per poi lavarsi sommariamente il corpo
con l’aiuto di un panno. Al rito dell’acqua vengono sottoposte le ancelle che saranno sacrificate
durante il ​rituale della rinuncia​. Un altro importante evento, che viene celebrato attraverso il rituale
dell’acqua, è l’investimento di un adepto, o ancella, a sciamano. A questo evento la cerimonia è
presieduta dal gran sacerdote e da tutti gli sciamani del villaggio. Sono utilizzati molti oli profumati,
vestiti semplici e fiori durante il rito in cui, ogni componente del clero, lava il corpo del nuovo arrivato.
Segue la ​santificazione dell’acqua ​per opera del gran sacerdote all’interno del ​calice di Arundel​,
un calice d’oro tempestato di gemme che si creda, secondo la tradizione, sia stato fatto cadere da
Arundel stesso sul pianeta dei mortali. Una volta santificata l’acqua, dal calice inizia a sgorgare acqua
come fosse una fonte naturale. Inizia berla il gran sacerdote, poi il nuove arrivato e, a giro, tutti gli altri
sciamani. Il calice di Arundel, quando viene utilizzato da un gran sacerdote in questo modo, diventa ​la
fonte della vita per i membri del clan dei lupi neri; l’acqua di questa fonte fortifica lo spirito e allunga
la vita di chi la beve. Nessuno, a parte qualche adepto o ancella scelti direttamente dal gran
sacerdote, possono partecipare a questo rito di iniziazione.

Rituale dell’abbondanza​: è un rito per portare buono auspicio. In primavere, quando i gelidi venti
invernali sono un ricordo e la natura ricomincia a crescere maestosa, gli sciamani organizzano un
banchetto all’interno del tempio del loro villaggio con le primizie di stagione. Durante il rituale si
effettuano tre preghiere: una ad Arundel per ringraziarlo dei doni che ha concesso ai suoi figli; una a
Sifa per ringraziarla di aver dato nuova vita alle piante morenti; l’ultima viene diretta verso Korghul,
per ringraziarlo della sua clemenza durante il gelido inverno. Le celebrazione viene accompagnata
dall’apertura dei frutti; solitamente lo sciamano che si è preso l’onere di organizzazione il rituale
spacca con le sue mani, o con l’aiuto di un coltello, i doni della natura e fatti passare ai presenti per
mangiarli. Questo risulta essere un banchetto molto atipico: l’atmosfera non è di una festa sfrenata,
ma quella di una riunione comunitaria molto sentita e apprezzata dalla popolazione. Se durante il rito
dell’abbondanza qualcosa va storto, questo è un segno divino che sta a significare che la raccolta del
cibo non sarà facile o, peggio ancora, che non sarà sufficiente.

Rituale dell’immagine​: il modo di apparire è molto importante all’interno del clan e viene da tutti
definito come immagine di sé. L’immagine di sé è un misto tra il comportamento e la naturale
bellezza, dono diretto di Sifa; infatti il rituale dell’immagine è una celebrazione annuale, che si effettua
tra il decimo e l’undicesimo mese, dedicato alla dea della luce e della vita. Vengono organizzate delle
vere e proprie prove di abilità, per lo più fisiche e legate al combattimento, nella quali ogni sciamano
ne sceglie almeno una. Solitamente all’evento partecipano la parte militarizzata del clan, in una
dimostrazione di forza e stile. Alcune classiche sfide sono: sollevamente dei pesi, lancio dei massi,
combattimento a mani nude, cura del corpo con particolare attenzione alle simmetrie anatomiche e
sfida dei campioni con armi in legno. Il gran sacerdote ha il compito di proclamare l’inizio dei giochi
che durano due giorni. Durante l’apertura dell’evento viene innalzata una preghiera ad Arundel, padre
degli dei. Durante una manifestazione e l’altra si intrattengono banchetti, musica e la sera orgie in
grandi tende. Il vincitore di ogni competizione viene deciso dal popolo, anche se gli sciamani hanno la
possibilità di rovesciare questo verdetto del tutto; al campione viene dato il miglior banchetto e le
donne più belle, inoltre viene benedetto dal gran sacerdote in nome della dea Sifa.

Rituali dedicati a Korghul

Rituale del dolore​: è una manifestazione religiosa legata al culto del dio Korghul. Seconda la
tradizione la forza di questo essere superiore proviene dalla sofferenza e dalla morte; essendo questi
tratti caratteristici e obbligatori di ogni vita annualmente viene indetto il rituale del dolore con il quale la
popolazione venera il dio procurandosi sofferenze per un settimana intera, a cavallo tra il il
dodicesimo e il primo mese. Solo il gran sacerdote e il capo clan sono esclusi da questo rito, tutti gli
altri devono indossare degli strumenti di dolore o autoflagellarsi. Alcuni strumenti tipici di dolore sono
la cintura di rovi spinata le scarpe con chiodi sporgenti. Le pratiche flagellanti sono moltissime,
dall'auto fustigazione al camminare sui carboni ardenti, e vengono svolte in pubblico con un
sentimento ritualistico: vengono accese candele nere, incendiati grossi recipienti di metallo con dentro
il ​fiore della morte e gli sciamani recitano messe e litanie in favore di Khorgul per tutta la sera.
Questo rituale, che per alcune popolazioni potrebbe sembrare insensato a barbarico, è molto
importante per la comunità dei lupi neri; infatti credono che il dolore consapevole sia molto più
sopportabile di un dolore improvviso, inoltre pensano che il dolore necessario a placare la sete di
adorazione di Korghul sia una quantità costante che il dio, annualmente, pretenda dai suoi sudditi. In
effetti il rito ha un compito molto sofisticato secondo i membri del clan: è un tentativo di manipolare il
dolore e indirizzarlo verso una direzione da loro voluta, invece che ricevere accidentalmente malattie,
pestilenze o carestie.

Rituale della rinuncia​: altro rito dedicato al dio della morte, forse quello più disprezzato dalle
comunità del sud del continente. È tradizione, dopo la settimana dedicata al ​rito del dolore​, ma
s​oltanto una volta ogni tre anni, ​sacrificare cinque donne e cinque uomini a Khorgul. I prescelti
vengono decisi dagli sciamani e dal gran sacerdote secondo alcuni calcoli astrali direttamente alla
nascita di un individuo. La comunicazione alle famiglie non desta molto dolore, fondamentalmente la
morta non viene intesa come la minaccia più grande che può investire la comunità, anzi i prescelti
vivono una vita molto agiata all’interno del clan sino al giorno del rituale della rinuncia. Il nome, come
ben si può intuire, deriva dal rinunciare alla propria forma terrena per diventare ​respiro di Korghul​.
Nei giorni precedenti al rituale viene preparato un grosso banchetto, soprattutto a base di carne e
pescato. I prescelti hanno l’onore di mangiare il cibo migliore, poi si drogano perdendosi nei piacere
del sesso a cui possono partecipare tutti coloro che lo desiderano. Quando la luna piena è alta nel
cielo, l’orgia viene interrotta; i prescelti vengono lavati dagli adepti e dalle ancelle, vestiti con abiti
chiari e lunghi e portati al tempio per il sacrificio. Solitamente durante il tragitto possono decidere di
bere l’​amnesia​, una potente droga allucinogena che solo gli sciamani sanno come sintetizzare dalle
erbe tipiche del luogo. Al tempio viene fatto una lunga cerimonia e, quasi alla fine, vengono recise le
vene ai prescelti con un lungo e profondo taglio verticale sulle braccia, poi vengono adagiati dentro
una tinozza che contiene acqua calda e latte di capra (​sacrificio della vasca di sangue​). I
presenti, a turno, bevono una scodella del liquido contenuto nelle tinozze, per ricevere la
benedizione di Korghul ​ed essere protetto dalle malattie e dai dolori inutili.

Il culto di Fenur

Si può ben immaginare come il dio-lupo sia diventato una della divinità centrali all’interno del
clan. Vediamo in che modo si svolge il suo culto e quali sono le prerogative dello spirito del
lupo.

Lo spirito del lupo

Chi rispetta dei precetti ben precisi può essere benedetto da Fenur con lo ​spirito del lupo​,
una volontà che investe il credente e conferisce forza e astuzia. Il culto di Fenur, o culto del
lupo, è molto preciso per quanto riguarda il comportamento che devono tenere i suoi
seguaci per ottenere le benedizioni e una vita migliore; a tratti sembra un percorso per
raggiungere la spiritualità che il lupo naturalmente possiede. Vediamo quali sono i precetti:

● Il lupo è una creatura sociale, il branco ha la priorità sul singolo.


● Il lupo è un grande comunicatore.
● Il lupo rispetta la gerarchia del branco.
● Il lupo che tradisce la gerarchia deve lasciare il branco.
● Il lupo stabilisce insieme ai suoi compagni una strategia che rispetta a tutti i costi.
● Il lupo è fedele, il tradimento tra compagni non è messo di conto.
● Il lupo è cosciente che l’astuzia e la forza sono fondamentali per vincere uno scontro.

Rituale dello spirito​: viene eseguito due volte l’anno, durante il solstizio d’estate e quello
d’autunno, in onore del dio Furen. Si organizza una grande festa in cui tutti quanti
partecipano ai preparativi; c’è chi di occupa del mangiare, chi dell’intrattenimento, altri del
trucco e dei costumi, altri ancora delle droghe. In effetti è quasi una festa in maschera, i
membri del clan utilizzano il trucco e le pellicce per travestirsi da lupo, poi durante tutto il
giorno si mangiano ottimi piatti della tradizione e si balla in maschera a ritmi tribali. È
frequente, durante il pranzo e la sera fare uso di droghe allucinogene, la mia diffusa è il
yote​, una radice da cui si estrae un infuso molto potente. Lo yote è utilizzato per avvicinare il
proprio spirito a quello dei lupi, effettivamente, una volta che la droga ha fatto effetto, i
membri del clan ululano alla luna e camminano a quattro zampe. L’immedesimazione è tale
che anche i rapporti sessuali vengono consumati come se si fosse diventato un quadrupede.
Dal punto di vista del clero, gli sciamani si occupano di preparare gli infusi di yote e di
pronunciare i riti di apertura e chiusura del rituale dello spirito. Durante la durata di questa
manifestazione religiosa, che solitamente impegna il clan per quasi una settimana, le visioni
e profezie degli sciamani sono molto più frequenti del solito.

Rituale della forza​: prima di una battaglia, le ancelle e gli adepti hanno il compito di
eseguire questo rituale insieme alle truppe per richiamare lo spirito del lupo affinché doni la
forza necessaria ai guerrieri per vincere l’imminente scontro. Il rito è molto veloce, i membri
della banda si mettono a cerchio e l’incaricato pronuncia ad alta voce una serie di frasi a cui
ogni membro, all’unisono, deve rispondere con un ripetuto e deciso grido di battaglia che
sale di intensità fino a esplodere in un boato. Dopo attimi di silenzio tutto il clan ulula e
questo decreta la fine del rituale e l’inizio della guerra. È durante questo rito che i berserker
bevono la temibile furia; gli altri membri del clan, invece, dovranno accontentarsi delle
ampolle contenenti l’urina dei loro compagni più forti.

Struttura militare

ln questo capitolo viene descritta la struttura militare all’interno del clan dei lupi neri tenendo conto
dell’ultima organizzazione utile al gioco con pochi riferimenti all’evoluzione storico della stessa.

Le armi

Archi e frecce​: utilizzati esclusivamente per la caccia, gli archi sono un’arma letale; le frecce sono
dotate di un lungo corpo di legno e una punta in acciaio di svariati centimetri. Il legno dell’arco è
solitamente di tasso, sambuco o nocciolo. La corda viene creata da fibre naturali di origine vegetale,
come il lino, o di origine animale, come i tendini degli animali macellati.

Atgeir​: alabarda tipica dei popoli del nord, un’arma in asta che consente di colpire sia di affondo che
di taglio. Rispetto alla sua sorella imperiale, l’Atgeir ha la lama più lunga che ​larga​, inoltre si estende
solo per un lato dell’asta.

Sax​: si intende un lama, corta o media, simile ad un machete. Viene utilizzato nella vita
quotidiana per i più svariati utilizzi, come tagliare i rami per creare un passaggio nella fitta
foresta o per creare l’esca per accendere i fuochi. In battaglia non è un’arma principale, in
quanto viene preferita l’ascia, e vieni utilizzato soprattutto per dare il colpo di grazia al
proprio nemico.

Ascia​: una delle armi preferite dai membri del clan, uno strumento quotidiano che si è
trasformato in un’arma da guerra formidabile e affidabile. Esistono asce a una mano, a due
mani e lunghe: le prime sono utilizzate a coppia e rimpiazzano l’utilizzo dello scudo; le
seconde invece per un combattimento più esplosivo ma sicuramente meno sicuro; le terze
hanno una lunga asta che consente al loro portatore di sferrare colpi letali da una distanza di
sicurezza, magari mentre è difeso dai suoi compagni durante il lungo caricamento della
stangata.

Le armature e oggetti di protezione


Elmo​: fatto in ferro, con la forma rotonda a punta formata da quattro piastre. Questo elmo ha
una punta arrotondata ed una notevole guardia attorno ad occhi e naso, simile ad una
maschera, oltre ad un possibile camaglio

Cotta di maglia​: tipo di armatura "a veste" formata da anelli in ferro.

Armatura lamellare​: una serie di piccole piastre di ferro fissate ad una struttura di tessuto o
cuoio.

Vestiti e cuoio​: i combattimenti di ceto basso utilizzano svariati strati di tessuto intrecciato
quando non possono accedere ad un armature in metallo. Viene utilizzato anche il cuoio per
rinforzare alcuni punti del vestito o per creare protezioni per gli avambracci e gli stinchi.
Diversamente da quanto si possa immaginare il grado di protezione, seppur inferiore rispetto
all’acciaio o il ferro, è accettabile.
Scudo​: è considerato da codardi usarne uno, un vero lupo nero ripone fiducia sulle sue
zanne e la sua agilità.

Gerarchia militare
La divisione dei lupi neri è l’esercito d'elite di Erbita.

Capo clan​: il capo clan è anche il capo dell’intera divisione, il suo ruolo non è
semplicemente rappresentativo: quando i lupi neri sono in guerra prende il controllo di tutte
le truppe e direziona l’esercito secondo le manovre decise, solitamente, insieme ai capitani
(ex capi guerra).

I berserker​: la squadra più forte della divisione dei lupi neri gode della stessa gerarchia
militare delle altre, ma non hanno l’obbligo di eseguire i compiti di un superiore incaricato ad
un’altra squadra, inoltre sono la squadra meglio equipaggiata. Diventare berserker è una
delle sfide più difficili per un Lupo Nero.

Capitani​: i capi guerra, una volta che i tre clan del nord sono stati riunificati, sono diventati i
capitani delle singole squadre che compongono la divisione dei lupi neri. Hanno il compito di
far rispettare i propri ordini in modo tale di eseguire in maniera impeccabile la propria
mansione. I capitani vengono equipaggiati con le armi e le armature migliori a disposizione.

Vice​: il vice capitano prende le redine del comando della propria squadra se un capitano è
impossibilitato a farlo per qualsiasi motivo. Anche i vice sono equipaggiati di tutto punto.

Veterano​: è un guerriero che ha compiuto dieci anni di servizio presso una o più squadre
all’interno della divisione, in casi particolari, per esempio durante l’isolamente del proprio
gruppo dal vice e dal capitano per motivi improvvisi o per la perdita di entrambe le figure, i
veterani prendono le redini del comando. Sono figure molto rispettate e sono equipaggiate
molto bene, inoltre sono dotate di larga esperienza nel campo che gli rende avversari
temibili e potenti alleati.

Lupo d’assalto​: uno dei gradini più bassi della gerarchia militare, deve solo eseguire i
comandi nella miglior soluzione possibile. Il suo equipaggiamento potrebbe essere di
inferiore qualità rispetto ai suoi superiori, soprattutto in periodi di crisi economica.
Leggende

Come qualsiasi popolo che si rispetti, anche il clan dei lupi neri ha le sue leggende che
vengono raccontate la sera intorno al fuoco e ispirano gli animi di chi le ascolta. Alcune di
esse hanno dei fondi di verità, altre sono solo frutto dell’immaginario collettivo, ma è difficile
scindere la menzogna dal reale stato dei fatti. Le leggende affondano le loro radici nella
notte nei tempi e nessuno sa in che modo si siano originate veramente.

Le origini leggendarie del clan

La tradizione narra che il clan dei lupi neri, insieme a quello delle aquile blu e draghi rossi,
una volta era un unico popolo di silentary che si era sedimentato nella foresta che oggi viene
conosciuta con il nome di foresta della collera. Questi silentary avevano la possibilità di
trasformarsi in animali, ma non riuscivano a crescere demograficamente di numero. Questo
fenomeno portò alla divisione del popolo in due grandi gruppi: il primo e il più numeroso si
mischiò con le popolazioni locali, dando vita ai tre clan che conosciamo; il secondo, formato
dall’alta classe nobiliare, non volle mai mischiare il proprio sangue con i popoli del nord e si
isolò e, poco tempo dopo, scomparve. Alcuni sono convinti che il vecchio popolo dei Kord
fosse un diretto discendente di questa stirpe, altri affermano che ancora i silentary vivono
nascosti dal mondo, con i loro segreti e le loro tradizioni. Questa storia giustifica la
venerazione del clan nei confronti di Fenur.

La storia di Fenur

Fenur è un gigantesco lupo del pantheon di Erbita, nato dalla magia del dio Lok. Come il
padre, possiede un'intelligenza fuori dal comune e riesce persino a parlare rendendosi
quindi un avversario forte sia fisicamente che mentalmente.

Quando gli dei seppero che Fenur veniva allevato decisero di farlo portare al loro cospetto
perché Arundel decidesse cosa farne: le profezie dicevano che da simili creature non
sarebbero venute che disgrazie. Non sapendo che fare con Fenur gli Dei lo tennero presso
di loro.

Ora, il lupo cresceva sempre più, sia in ferocia che dimensioni, tanto che solo il dio Korghul
osava dargli da mangiare. Fu quindi presa la decisione di incatenarlo, ma l'impresa non
sembrava facile. Gli dei prepararono una catena, e proposero al lupo di farsi legare per
misurare la sua forza nel tentativo di romperla. Ma Fenur la spezzò con facilità, e lo stesso
avvenne con una seconda catena più robusta.

Nel frattempo Fenrir continuava a crescere. Allora gli Dei decisero di forgiare una catena
magica, chiamata Gleipnir. Fu costruita con questi elementi: rumore del passo del gatto,
barba di donna, radici di montagna, tendini d'orso, respiro di pesce, saliva di uccello. Alla
vista e al tatto sembrava un nastro di seta, ma in realtà nessuno avrebbe potuto spezzarla.

Gli Dei, quindi, convocarono Fenur. Ma il lupo, al vedere quella catena dall'aspetto tanto
fragile, si fece sospettoso, perché temeva qualche incantesimo o un inganno.

Dopo una breve discussione, accetta di essere legato, ma ad una condizione: nessuno
avrebbe usato Gleipnir finché qualcuno non avesse posato la mano sulla sua bocca, come
segno di fedeltà al patto. Korghul accetta, e pur sapendo che così la sua mano sarebbe
stata quasi sicuramente sacrificata, si fa avanti. Ed effettivamente Fenur, nonostante
impegnasse tutta la sua tremenda forza, non riuscì a liberarsi dalla catena magica, tanto che
tutti gli Dei scoppiarono a ridere, ad eccezione di Korghul, cui Fenur mozzò all'istante la
mano, non appena si rese conto di essere stato sconfitto. Fu quindi presa l'estremità della
catena e fissata al suolo con due massi.

Durante questa operazione Fenur tentò a più riprese di azzannare i suoi carcerieri, tanto che
gli infilarono una sax tra le due mascelle, in modo che non riuscì più a chiuderle.

Passò molto tempo e Lok venne a sapere qual era stato il destino della sua creatura e andò
a trovare Fenur nell'isola dove era stato incatenato per sempre. Quando Lok lo viste relegato
alla terra e con una sax tra le mascelle, fu preso dalla compassione e distrusse l'incantesimo
che rendeva la Gleipnir tanto resistente. La catena, però, era stata incantata con una magia
molto antica che scatenò una terribile maledizione sul dio dell'inganno, negandogli i poteri e
riducendolo alla stregua di un essere mortale. Il gigantesco lupo si tolse un artiglio e lo donò
al suo creatore. Lok la indossò, legandola ad un filo, come un amuleto, mentre i suoi capelli
diventavano ogni secondo più bianchi e la sua pelle sempre più raggrinzita. I poteri
dell'artiglio stabilizzarono il dio che fu lieto di vedere che la maledizione era stata
neutralizzata dall'intervento di Fenur, purtroppo non avrebbe potuto più togliere il dono di
suo figlio, altrimenti gli effetti magici sarebbero ricominciati.

Allora Lok e Feur andarono da Arundel per raccontare l'accaduto: il padre degli dei fu felice
di sapere che Feur aveva salvato suo figlio e fece il dono della libertà al gigantesco lupo.

Falon, la sax spezza dei

Questa leggenda prende spunto da un racconto molto popolare tra il clan dei lupi neri in cui
vengono narrate le geste di Arundel quando ancora calpestava la terra. Si narra che il padre
degli dei indossava una possente armatura, forgiata in oro e arricchita di pietre preziose, dai
poteri soprannaturali. L’armatura gli consentiva di resistere a colpi durissimi, in una delle sue
avventure Arundel riuscì a immergersi nelle lava liquida e a riemergere tutto intero. Il dio
andava in ogni dove per trovare un combattente migliore di lui, ma tutti i suoi nemici si
chinava dinanzi alla sua potenza, tranne uno: Olaf Bertir. Olaf, narra la storia, era un
semplice fabbro che aveva visto la sua gente morire durante una guerra causata dallo
stesso Arundel. Il giovane forgiò un arma con tutta la rabbia e la dedizione che possedeva in
corpo, poi sfidò apertamente il futuro dio. Arundel, per la prima volta nella sua vita, si trovò
davanti ad un uomo degno e risoluto; il combattimento terminò con la vittoria di quest’ultimo,
ma Olaf era riuscito a scagliare un colpo magistrale che aveva ferito il suo avversario proprio
sul capo. Arundel non aveva mai ricevuto ferite e si trovò molto sorpreso di scoprire il colore
del suo sangue; la sua pelle era più dura dell’acciaio e solo un’arma forgiata da una volontà
superiore poteva scalfirla. Arundel decise di tenere con sé la sax del defunto Olaf, dandole
le nome di “Falon, la sax spezza dei”. L’arma, racconta la leggenda, venne utilizzata più
volte durante le battaglie più difficile di Arundel per ascendere a divinità, poi venne nascosta
e lasciata sul mondo terreno. Si crede che solo un uomo destinato a diventare un dio possa
trovarla e brandirla.
La reincarnazione di Korghul: Torghul

Si narra che durante il ​rituale della rinuncia ​uno dei prescelti ritornò in vita il giorno dopo
essere stato ucciso per il ​sacrificio della vasca di sangue​. L’uomo si chiamava Torghul e
la storia racconta che le sue carni rimasero bianche come quelle di un cadavere, inoltre era
sensibilmente infastidito dalla luce del sole. Gli sciamani non avevano mai avuto
un’esperienza simile e nessuno sapeva come comportarsi, solitamente i morti che
camminano sulla terra sono presagio di sventura; quindi il capo clan decise di uccidere
l’abominio che non aveva rispettato le leggi del padre, ma Torghul si ribellò alla sua
decisione e riuscì a sottomettere ben quattro berserker armati con il solo combattimento
corpo a corpo. La leggenda narra che Torghul era molto più veloce di una persona normale
e la sua forza era esponenzialmente superiore, inoltre il non morto si nutriva solo di sangue.
La storia termina con un combattimento leggendario tra Torghul e il capo clan Egil Hoon; il
primo era riuscito a trovare la tomba di Korghul e a risvegliare il potere dell’​elmo della
morte​, un oggetto leggendario che dona l’immortalità a chi lo indossa; il secondo, invece,
dopo una lunga spedizione aveva avuto successo nel trovare l’​armatura di luce​ nel primo
tempio dedicato a Sifa. Lo scontro tra i due durò qualche istante: gli oggetti crearono una
risonanza tra di loro che distrusse il corpo e lo spirito di entrambi i pretendenti. Secondo la
leggenda l’​armatura di luce​ fu conservata nella tomba di Egil, invece l’​elmo della morte​ è
custodito dalle alte sfere religiose del clan, protetto da incantesimi e rituali potentissimi.
Storia del clan dei Lupi Neri

Prima di diventare parte di un sistema sociale più complesso, il clan dei Lupi Neri era completamente
indipendente dagli altri clan di Erbita. Vediamo i passi storici più importanti riguardanti questo clan.

La prima battaglia di sangue ( 155 d.p. circa)

Combattuta dai Lupi Neri contro le Aquile Blu per il possedimento della ​montagna fumante​, un
vulcano dal microclima unico e vantaggioso per alcune coltivazioni. Fu persa dai Lupi Neri dopo una
lunga battaglia.

Sekber, l'uomo lupo ( 215 d.p. circa)

Secondo la tradizione, ​lo spirito del lupo (forza e astuzia) ​viene conferit​o da Fenur ai membri del
clan. Un lupo nero su tutti si è elevò diventando una guida ​molto importante in questi anni, il suo
nome era Sekber Nairi; nato da padre berserker, tutti si aspettavano che crescesse forte e possente.
Questo però non fu il volere degli dei. Il giovane, infatti, crebbe esile e debole, il suo destino sarebbe
stato quello di essere castrato per poi diventare un artigiano o, nel meglio delle aspettative,
consigliere personale del capo clan. Aveva appena compiuto quindici anni quando il padre lo
diseredò, destino comune a tutti i figli deboli. Sekber decise di andare via dalla sua gente e, in una
notte come un'altra, dopo aver salutato sua madre, si allontanò nella foresta per non far più ritorno.

Passò quasi un anno e gli abitanti del villaggio si scordarono di Sekber, tranne sua madre che ogni
mattina portava dei fiori al fiume come offerta alla dea Sifa affinché proteggesse il figlio dai pericoli
della natura selvaggia.

Oramai il freddo inverno era finito e le scorte di cibo dei Lupi Neri scarseggiavano parecchio in quanto
le frequenti bufere di neve non avevano consentito ai cacciatori di uscire dal villaggio e, inoltre,
avevano distrutte le poche coltivazioni. Il capo clan era deciso a razziare i territori dell'estremo nord,
appartenenti ad una tribù molto antica e temuta dai clan nordici: i Kord. Questo popolo di Silentary
non era temuto per la loro abilità in combattimento ma per un'altra capacità straordinaria: quella di
assumere la forma di un animale. I kordiani erano dei mutaforma e, fortunatamente per gli altri abitanti
del nord, avevano grossi problemi relativi alla nascite. Per un motivo sconosciuto, i kordiani non erano
mai aumentati demograficamente parlando, nonostante vivessero in una zona molto ricca di risorse
alimentari. Solo una volta un clan di Erbita aveva tentato una rappresaglia contro questo popolo,
fallendo miseramente. Secondo le storie riportate, una banda di razzia delle Aquile Blu erano entrate
all'interno dell'attuale ​foresta della collera​ e non uscirono più da quel bosco. Settimane dopo una
pattuglia fu mandata per capire cos'era accaduto, i membri della banda furono trovati tutti squartati
come se avessero combattuto contro più esemplari di orso, evento strano in quanto gli orsi non sono
animali che attaccano in branco. Rinforzando le ricerche le Aquile Blu scoprirono il segreto dei
kordiani.

Si costituì una forte banda di razzia comandata da un certo Loer Baur, costituita dai migliori
combattenti del clan. Il piano era quello di risalire il fiume con le barche per inoltrarsi all'interno della
foresta dal lato ovest, aggirare le montagne e piombare sul villaggio dei kordiani senza essere visti.
Così in una bella mattina la banda di razzia partì dal villaggio con le scorte necessarie a una dozzina
di femmine.

La sorte, purtroppo, non fu benevolente verso la spedizione. Arrivati sotto le montagne, la banda fu
vittima di un'imboscata da parte delle aquile blu. In qualche modo l'altro clan del nord era venuto a
conoscenza dei piani dei lupi neri, probabilmente per una fuga di informazione. L'imboscata fu quasi
letale per tutta la compagnia che dovette ripiegare in un luogo sicuro all'interno delle montagne.
Stremati e senza viveri, i lupi neri sarebbero stati spacciati, infatti in poco tempo le aquile blu
riuscirono a rintracciare la loro posizione per finire il lavoro che avevano cominciato.
Fu allora che apparve un uomo in aiuto dei superstiti. Era vestito con pelli di lupo e lungo il corpo
aveva svariati tatuaggi tribali. L'aiutante misterioso era seguito da una decina di lupi e, insieme,
combatterono contro le aquile blu rovesciando le sorti della battaglia.

Nessuno credette ai propri occhi, ma durante lo scontro l'uomo si tramutò in un forte e grosso lupo.

Il risultato fu devastante per le aquile che dovettero ripiegare. Loer, insieme ai pochi sopravvissuti,
ringraziarono lo sconosciuto che ricambiò con uno dei saluti tipici dei Lupi Neri. Nessuno lo aveva
riconosciuto, ma si trattava proprio di ​Sekber Nairi​; l’uomo raccontò la sua storia a Loer, dopo aver
deciso di abbandonare il villaggio si era unito ai Kord.

Si narra, nelle leggende dei Lupi Neri, che un uomo in totale sintonia con lo spirito del lupo possa
prenderne le sembianze per diventare un arma letalissima in battaglia. Loer e i suoi compagni furono
completamente rapiti dalla forza che un “uomo debole” poteva acquisire con tale potere.

Sekber accompagnò Loer al villaggio per parlare con il capo clan; fu così che strinse un’alleanza tra il
clan dei Lupi Neri e il popolo dei Kord. I korditi avrebbero aperto una pacifica rotta commerciale, in
cambio i Lupi Neri avrebbe dovuto smettere immediatamente di cacciare dei dintorni della Foresta
della Collera; infatti i Korditi consideravano quella foresta sacra e abitata da spiriti benevoli da cui loro
stessi attingevano l’energia per le proprie trasformazioni.

Per evitare un faida diretta contro le Aquile Blu, Sekber si propose di parlare con il popolo rivale per
ottenere un accord. Fu così che anche le Aquile entrarono a far parte di di questa triplice alleanza,
alle medesime condizioni dei Lupi Neri. L’unico clan del nord rimasto senza un patto era quello dei
Draghi Rossi che, negli anni, era sempre rimasto lontano dalle zone dei korditi e, per questo motivo,
non fu considerato all’interno dei patti di Sekber.

Fu allora che accade l’impensabile: una notte Birka, il villaggio dei korditi, venne attaccato
pesantemente dai Draghi Rossi. Sekber e una pattuglia di guerrieri si trovavano distanti dal villaggio
per prestare aiuto ad una banda di Aquile Blu sulle montagne vicine. I superstiti furono pochissimi e
vennero portati nel villaggio più vicino appartenente al clan dei Lupi Neri.

Sekber tornò al villaggio dopo tre lunghe notti e capì immediatamente quello che era successo, anche
perché la richiesta di aiuto delle Aquile Blu non era veritiera; la pattuglia del metalupo aveva perso
solo tempo. Le Aquile Blu avevano venduto il popolo dei Kord.

Nello stesso periodo il capo clan dei Lupi Neri morì indicando Sekber come suo successore. Il
consiglio esclusivo decise di accettare le volontà del defunto leader e Sekber viene nominato capo
clan e, come prima discorso in pubblico, proclamò la fusione tra i korditi e i lupi neri; in effetti della
gente che lo aveva salvato, quando da piccolo abbandonò il suo villaggio, forse due famiglie erano
sopravvissute alla terribile carneficina causata dai Draghi Rossi.

Come ben immaginava il neo capo clan, la sua decisione fu accolta molto positivamente dai suoi
sudditi: i korditi erano un popolo magico che riusciva a trasformarsi in bestie selvatiche temibili come
gli orsi o i lupi, l’intreccio con questa etnia avrebbe fatto sicuramente bene all’esercito e aumentato la
forza in battaglia dei Lupi Neri.

Dopo aver stabilizzato la situazione e inserito i ​lupi da battaglia all’interno dell’esercito, Sekber
mosse guerra contro i Draghi Rossi. Questo causerà gli eventi descritti nel ​Il fuoco dei Draghi Rossi

Il fuoco dei Draghi Rossi ( 220 d.p. circa)

Unico serio scontro avvenuto tra le due fazioni, i Lupi Neri perdettero a mani basse per colpa e merito
dell'astuzia dei Draghi Rossi.un'imboscata ben riuscita tra la gola di due montagne distrusse più dei
tre quarti delle forze militari dei Lupi Neri, non lasciando altra scelta che la ritirata al capo clan di
allora, ​Sekber Nairi​. Il luogo in cui avvenne il disastro viene tutt'oggi chiamato ​la valle del fuoco​, in
quanto i Draghi Rossi riuscirono a spingere i Lupi Neri verso una zona ove erano presenti parecchi
depositi di magma. È rimasto un mistero in che modo Magni Olvar, capo clan dei draghi, riuscì a
causare le scosse necessarie ad innescare le eruzioni durante il passaggio dei guerrieri di ​Sekber​.

La battaglia sul cielo ( 370 d.p. circa)

Ennesimo scontro tra Lupi Neri e Aquile Blu. L'interesse in comune era un ​giacimento di oro ​che era
stato scoperto da una di Aquile Blu sopra una delle montagne più alte del nord: ​la vetta​.
L'informazione era stata intercettata da una pattuglia di Lupi Neri che avevano riportato tutto al capo
clan ​Sigmur Dag​. Lo scontro prende il nome di ​battaglia sul cielo ​perché la fitta nebbia , presente
quel giorno, dava l'impressione di combattere tra le nuvole. Fu grazie all'artigiano, nonché uomo
debole, ​Roktham Burnil ​se gli uomini di Dag vinsero quel giorno. ​Burnil ​era nato storpio, incapace di
diventare un soldato e castro all'età di dieci anni. Fin da piccolo aveva avuto una predisposizione alla
creazione e progettazione di oggetti artigianali, talento che seppe alleviare i dolori di una vita sociale
difficile e sofferente. Per l'occasione, la battaglia sul cielo, ​Burnil costruì uno strumento che
produceva raffiche di vento utili a spostare la nebbia. Il dispositivo era veramente imponente, ma visto
che i Lupi Neri avevano avuto la fortuna di insediare per primi il giacimento d'oro, Burnin avrebbe
saputo con esattezza la posizione delle Aquile Blu ove puntare la sua grande creazione, essendo solo
una parte della montagna praticabile per un esercito. Infatti così accade; l'inventore spazzò via la
nebbia svelando i combattenti nemici che divennero vulnerabile ad un terribile raffica di frecce.
Questo vantaggio iniziale segnò le sorti dell'intera battaglia e i Lupi Neri furono i vincitori. È grazie a
Roktham Burnil ​se oggi gli uomini deboli possono sposarsi e fare figli ​che espresse tale desiderio al
suo sovrano una volta terminata la disputa contro le aquile blu. Constatato il successo dello scontro,
Sigmur ​non potè esimersi dall'esaudire la richiesta dell'artigiano.

La seconda battaglia di sangue (232 d.p. circa)

Altro scontro che vede il clan dei Lupi Neri contro le Aquile Blu, questa volta per il dominio delle
grotte nere​, una serie di miniere di carbone. Vittoria clamorosa dei Lupi Neri nella ​valle del sangue​.

Gerda Gudrun, la donna berserker ( 438 d.p. circa)

I berserker erano la punta di diamante del clan dei lupi neri. Solo i migliori combattenti maschi
potevano entrare in questo speciale corpo di assalto che godeva del rispetto di tutto il popolo, inoltre
venivano considerati la guardia personale del capo clan.

I berserker erano gli unici in grado di ingerire la furia, una potente droga distillata da un fungo locale
che gli conferiva resistenza e forza fuori da ogni immaginazione. La furia veniva bevuta quasi
regolarmente per abituare l'organismo di questi possenti guerrieri, l'urina veniva conservata e in caso
di battaglia la bevevano i normali combattenti; il loro corpo non era abbastanza forte da sopportare gli
effetti allucinogeni della pozione, ma potevano trarne beneficio una volta che la furia era stata filtrata
dai reni dei loro compagni berserker.

Questo, effettivamente, era anche il rito di iniziazione per entrare in questa speciale banda: chi non
tollerava le allucinazioni della pozione non poteva fare parte dei berserker.

Come è facile immaginare i berserker erano un ottimo partito: uomini potenti da sposare che
avrebbero, a loro volta, prodotto figli forti e sani.

Mai nessuna donna era entrata in questa truppa per un motivo molto semplice: le donne sono più
deboli degli uomini per quanto riguarda le capacità fisiche. La maggior parte delle donne, se voleva
combattere, veniva assegnata ad una banda e diventava una shieldmaiden.

Soltanto una donna entrò a fare parte dei berserker, il suo nome era ​Gerda (pronun. gherda)
Gudrun​. Gerda era nata da una "femmina debole" che accompagnava le bande durante le razzie. La
madre era stata assegnata proprio ai berserker e rimase incinta durante una battaglia.
Gerda, nonostante era una ragazza, cresceva robusta e forte, inoltre aveva un carattere che non si
addiceva per niente ad una ragazzina: amava sporcarsi nel fango, allenarsi e combattere. I suoi
lineamenti erano duri e spesso, soprattutto da più piccola, veniva confusa per un maschio. Gerda
diventava sempre più alta, imponente e forte; ben presto decise di entrare in una banda di razzia
come shieldmaiden. Durante le prime scorribande Gerda dimostrò di essere un guerriero letale tanto
quanto i suoi coetanei di sesso maschile. Diventò sempre più forte e il suo nome fece il giro del
villaggio fino ad arrivare alle orecchie del capo clan del tempo, ​Ebber Dag​, che volle incontrarla per
sottoporla al test per entrare nei berserker. Delle storie che aveva sentito Ebber non credeva ad un
sola parola: la ragazza sembrava potesse sollevare massi enormi con le sue braccia, distruggere
scudi con il cranio e sfondare le linee nemiche con forza, coraggio e tecnica.

A Gerda venne preparato l'infuso di funghi dagli sciamani del villaggio e lo bevve davanti gli occhi di
Ebber. Incredibilmente la ragazza non soffrí di nessun effetto collaterale, nemmeno i più insignificanti
che, solitamente, erano sofferti anche dagli stessi berserker.

Il capo clan rimase stupito e rapito allo stesso tempo: la donna non spiccava certo in bellezza, era alta
quasi due metri, muscolosa e probabilmente pesava un centinaio di chili, nonostante ciò Ebber
trovava eccitante questa forza fuori dal comune. Il capo clan, a ragion veduta, inserì Gerda nella sua
guardia personale e per la prima e unica volta nella storia dei lupi neri una donna era diventata un
berserker.

Passò il tempo e la berserker faceva parlare di sé ad ogni nuova missione, il villaggio era innamorato
da questa donna che era riuscita ad elevarsi al di sopra di tutti. Le donne l'ammiravano perché
desideravano diventare come lei; gli uomini la desideravano come sposa, compreso il capo clan che
era già ammogliato.

Gerda, nonostante le offerte di matrimonio folli che si vide presentare, non accettò mai nessun
pretendente, ne come amante, né tantomeno come marito. Anche il capo clan aveva più volte
insistito, promettendo di separarsi dalla moglie per dividere il potere con Gerda. I rifiuti della guerriera,
nei riguardi di Ebber, divennero sempre più sfrontati e decisi nel tempo . La donna era stanca della
corte di un uomo che non le interessava.

A sua volta il capo clan soffriva parecchio questa situazione; oramai il suo matrimonio era stato
distrutto dal suo amore per Gerda, amore che si era trasformato in una fissazione, una psicosi. Una
notte Ebber decise di ottenere il suo scopo con la forza e, con altri cinque berserker, entrò nella tenda
di Gerda, violentandola furiosamente con l'obiettivo di avere un figlio con la donna più forte mai
conosciuta dalla storia.​ ​All'indomani dell'accaduto Gerda si presentò davanti al capo clan.

"​Nel salone centrale giaceva il fuoco addormentato tra le braccia di due lunghe file di pietre. Alcune
pellicce adornano il pavimento nei pressi del trono over sedeva Ebber. D'un tratto la grande porta
venne spalancata e dalla nebbia comparve Gerda, ancora vestita dall'umiliazione che aveva subito la
sera prima. I suoi indumenti erano stracciati, la faccia tumefatto e le sue gambe erano sporche di
sangue ormai asciutto. La donna si avvicinò al trono mentre tra i presenti calava un silenzio di tomba.
Nessuno aveva mai visto la berserker ridotta in quella maniera. Quando fu abbastanza vicina al capo
clan, tre guerrieri si alzarono per fermare la sua avanzata; Gerda era armata con una sax e le sue
intenzioni sembravano le peggiori, quindi la donna si arrestò a qualche metro da Ebber. Nemmeno
per un attimo staccò quello sguardo terrificante che l'aveva accompagnata sino al trono, poi si
pronuncio: ' Io sono Gerda Gudrun, figlia di uno stupratore e di Elia Gudrun. Sono la combattente
migliore del villaggio, donna autonoma e responsabile delle mie azioni. Quando vi è qualcosa che
voglio la ottenga con la mia forza.'

'E voi...' Disse la berserker alzando la sax verso il suo capo, tremando lungo tutto il coro per l'energia
che stava cercando di trattenere, infatti ogni suo muscolo era teso e pronto all'azione. Tutti i presenti
si immaginarono che, da un momento all'altro, per una ragione ancora da conoscere, Gerda sarebbe
saltata alla gola di Ebber. Tutti lo intuirono, comprese le tre guardie che estrassero le armi sentendosi
minacciate. Dopo qualche secondo di silenzio la donna più forte del clan continuò a parlare, tremendo
per la rabbia e la frustrazione 'E Voi... Voi siete solo un uomo, un uomo piccolo che ha avuto la
fortuna di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Quand'è l'ultima volta che avete razziato con i
vostri compagni? Quand'è stato l'ultima volta che avete combattuto a fianco a queste persone?
Quando è stato l'ultimo giorno in cui siete stato forte senza l'aiuto dei vostri uomini?' Ogni volta che
Gerda faceva una domanda il suo braccio tremava sempre di più e la sua voce diventava sempre più
alta. Ebber guardava la donna dall'alto in basso, pronto a rispondere alle accuse della sua serva, ma
non fece in tempo a prendere la parola che Gerda riprese a parlare con un tono più calmo e il tremore
del suo corpo cesso di essere: 'Io sono una donna libera e spetta solo a me decidere le sorti della mia
vita.' Lo sguardo della berserker si aprì di colpo e, con un gesto fulmineo, rovesciò la sax verso il suo
ventre conficcandosi la lama nella bocca dello stomaco, poi, con una forza disumana, sprofondò l'elsa
dentro lo stessi e cadde a terra, non staccando, nemmeno per un attimo, il suo sguardo forte e
giudicatore. Ebber si alzò di scatto dal trono e si piombò sul corpo senza vita della guerriera più forte
della storia del clan. Rimase attonito, mentre guardava il sangue di Gerda scorrergli tra le mani.​"

Si racconta che il sangue della berserker venne conservato da Ebber in un'anfora e che ne facesse
uso in alcune occasioni per essere posseduto da uno spirito forte e vigoroso in grado di fargli
compiere imprese grandiose, come quello di Gerda.

È pensiero comune che l'anfora ancora esista e che sia stata seppellita con Ebber, ma nessuno
conosce l'esatta posizione della sua tomba ne tantomeno la veridicità di quest'ultima parte della
storia.

L'ascesa al potere di Godamas Krauser ( 658 d.p. circa)

Il clan dei lupi neri stava attraversando una crisi in questi anni. Il cambiamento della struttura sociale
aveva portato diversi fenomeni. Il capo clan non rischiava più la vita in prima linea, ma preferiva
riempire la retroguardia in un posto al sicuro. Per conservare il potere, inoltre, cercava di inserire i
propri figli in gruppi di razzie dove il pericolo della missione era inferiore, a volte riusciva pure a non
mandare in battaglia la propria prole tanto era diventato il peso politico di cui godeva. Anche i membri
del consiglio esclusivo, inclusi i capo guerra, ero d'accordo sul fatto di mantenere questi privilegi per
sé e le loro famiglie. Questo atteggiamento, che nei primi tempi passò inosservato, pian piano venne
a galla. Alcuni tra i più valorosi guerrieri si accorsero di questi cambiamenti e iniziarono a scoppiare liti
interne al clan che venivano sedate nel sangue.

Passò il tempo e un giorno una sacerdotessa di Sifa, che si stava recando al fiume per svolgere le
sue preghiere, trovò un bambino sulle sponde dello stesso. Il pargolo stava tranquillo, immerso per
metà nell'acqua e guardava la sacerdotessa con un'espressione che non si addiceva completamente
ad un bimbo grande poco più di un anno. Trea Krauser interpretò la strana presenza di un bambino
solo al fiume come un segno della dea Sifa, quindi decise di prenderlo con sé e lo chiamò Godamas.

Nei successivi anni Godamas diventò un ragazzo alto e robusto, era riconosciuto da tutti come un
abile guerriero. La sua volontà e resistenza erano senza pari. All'età di quindici anni pesava un
centinaio di chili ed era alto due metri, aveva già partecipato a decine e decine di razzie uscendo
sempre vincitore dai combattimenti. Ogniqualvolta che il gruppo in cui era stato inserito Godamas
ritornava al villaggio, entro la sera stessa circolavano le storie delle prodezze che il ragazzo riusciva a
compiere. Godamas veniva dipinto nelle taverne come un uomo abile con qualsiasi arma, spietato
contro i nemici e instancabile, inoltre era provvisto di una forza sovrannaturale, quasi divina
affermavano i suoi compagni di banda. Ben presto entrò a far parte dei temibili berserker.

Qualche anno dopo Godamas era da tutti reputato il guerriero più forte del clan. La storia del suo
ritrovamento nel fiume era di dominio pubblico e ben presto circolò la voce che Godamas era figlio
diretto di Sifa; Gli venne data la straordinaria possibilità di comandare un gruppo di razzia senza
essere un capo guerra. Godamas cercò i combattenti migliori e fondò la banda più pericolosa e fuori
di testa dell'intero clan: i krauser. Ogni volta Godamas sceglieva obiettivi più difficile e folli e, ogni
volta, tornava vittorioso con perdite rasenti allo zero.

Non ci volle molto che Godamas chiese di essere inserito all'interno del ​consiglio esclusivo come
capo guerra. Oramai il suo valore e la sue abilità, sia come combattente che come leader, erano state
ben testate.
Il consiglio fece un errore gravissimo: decise di non ammettere il figlio di Sifa. Il capo clan di quel
periodo era un certo Loksor Ror, il figlio della terza generazione dei Ror. Loksor aveva il timore di
Godamas per via del suo temperamento, inoltre era preoccupato che non avrebbe mai approvato i
privilegi che il consiglio si era autorizzato e avrebbe potuto sollevare un terribile polverone vista la sua
fama e ammirazione.

Godamas, che non era forte solo nel corpo ma anche nella mente, capì le intenzioni del capo clan e
del consiglio e agì di conseguenza con incredibile audacia. Negli ultimi anni il suo gruppo di razzia si
era esteso notevolmente e contava i migliori guerrieri del clan, infatti tutti volevano saccheggiare con
Godamas.

Nello stesso periodo il clan dei lupi neri era in disputa con il clan dei draghi rossi per un territorio ricco
di ferro e carbone. I draghi rossi avevano avuto l'iniziativa di esplorare quelle terre e quindi il privilegio
di creare le prime colonie. Ferro e carbone significano armi e le armi significano potere e questo il
clan lo sapeva bene, ma nessuno ne parlava. Dopo la vittoria a mani basse nella ​palude dell'inferno
dei draghi ai danni dei lupi, nonostante gli esploratori riportavano notizie di un mal organizzazione
nella colonizzazione dei territori del ferro e del carbone, nessun capo guerra dei lupi neri accennava
ad organizzare una spedizione per impossessarsi di quei territori. La verità è che avevano paura di
fallire.

Godamas approfittò di questa situazione e preparò il suo gruppo per cacciare i draghi rossi dai territori
del ferro e del carbone. Il figlio di Sifa preparò il piano per un lungo anno sino a che svelò le sue
intenzioni prima ai suoi compagni e poi ai restanti membri del clan. Il consiglio esclusivo era certo che
Godamas non poteva riuscire in tal impresa solo con una trentina di uomini, anche se erano i migliori
in assoluto, quindi lo avvertì del grave pericolo a cui stava andando incontro.

Ovviamente il figlio di Sifa non ascoltò le preoccupazione del consiglio e in una sera di fine luglio si
allontanò dal villaggio con i suoi uomini, tre sacerdotesse e qualche femmina.

Passò un mese e ormai nessuno più credeva nel ritorno di Godamas e dei suoi, poi una mattina come
le altre, il figlio di Sifa apparse con i suoi compagni. Erano ricoperti di sangue e ferite, ma nessuno di
loro era stato lasciato indietro. Godamas era riuscito nell'impresa impossibile di cacciare i draghi rossi
dai territori del ferro e del carbone con solo trenta uomini. Venne accolto con clamore da tutti gli
abitanti del villaggio e si iniziarono subito i preparativi per l'inizio della colonizzazione dei territori vinti.

Le stelle cadevano dal cielo quel giorno accompagnando il rombo dei corni e l'ululato terrificante dei
berserker. Alla fine della battaglia nessuno dei compagni di Godamas era esanime, invece un
centinaio di draghi rossi era disteso per terra senza vita. Allora il Capo estrasse la sua enorme ascia
dalla testa dell'ultimo nemico abbattuto, spaccò un pezzo di quel cranio con le dita d'una mano e lo
sollevò in aria come una coppa.
“‘​Compagni miei, conservate l'acqua e la birra.
Stasera si beve il sangue dei nostri nemici!’
È così fecero tutti.”

Quel giorno viene ricordato tutt'oggi, nella data del dieci agosto, ove le stelle cadono dal velo blu per
accompagnare il successo della spedizione di Godamas che prese il nome ​della spedizione del
fuoco contro il fuoco​.

I festeggiamenti continuarono sino a che non fu il momento di incontrare il capo clan per donare il
raccolto del proprio lavoro, come di usanza comune. Il clan venne riunito intorno alla piazza centrale,
Loksar sedeva sul trono fatto di ferro e legno. Godamas si avvicinò al suo cospetto seguito dai suoi
compagni. Di consueto un capo guerra dona la propria arma in segno di sottomissione al capo clan,
con questo gesto si cedono anche i territori conquistati e gli oggetti razziati durante la spedizione
stessa. Godamas non lo fece, anzi si disse oramai pronto per diventare la nuova guida del clan.
Loksar richiamò all'ordine il capo dei berserker ben tre volte, ma Godamas non fece un passo indietro
nelle sue intenzioni. Allora il re ordinò ai suoi uomini di arrestare il figlio di Sifa, ma nessuno mosse un
dito. Nessuno si sarebbe messo contro i berserker e la figura di Loksar non era abbastanza
carismatica da costare un sacrificio così grande. A quel punto il capo clan capì di essere stato
destituito, si alzò dal trono e a malincuore si tolse la corona per darla al vero capo dei lupi neri.

"Non vengo qui a portarti i miei omaggi, Loksar. Io sono la maledizione di Khorgul che ti colpisce per
aver vissuto una vita debole e aver compromesso la stabilità del clan.

Io sono qui per prendere tutto quello che hai: la tua casa, le tue donne e il tuo potere. Io sono il nuovo
capo di questa gente".

La parole di Godamas tagliarono l'aria come un fulmine squarcia il cielo, nessuno dei presenti poteva
credere a quello che aveva detto. I berserker erano tutti dietro il figlio di Sifa a sorreggerlo nella sua
ascesa al potere.

Loksar diede il segnale alle sue guardie di arrestare il pretendente al trono, ma niente si mosse,
nemmeno il singolo anello di una cotta di maglia. Loksar aveva perduto la sua posizione, nessuno
avrebbe mai voluto affrontare i berserker, quindi si alzò dal trono e porse la corona a Godamas,
quest'ultimo chiamò la donna che lo aveva allevato come un figlio.

"Io ti incorono, figlio di Sifa, come capoclan di questo popolo in nome degli dei. Che il tuo regno posso
essere lungo e prosperoso, che il tuo corpo posso esser forte e robusto nel sostenere le cause di
questa gente, che la tua mente possa trovare la soluzione dove gli altri vedono solo problemi. Sei
nato dal fiume che nutre questo popolo e come nutrimento spero che tu lo porterai al massimo della
splendore ". Disse la sacerdotessa di Sifa mentre incoronava Godamas Krauser

Era appena nata una leggenda.

L'invasione dei Thorak ( 680 d.p. – 700 d.p. circa)

Un'immensa ondata di Thorak, provenienti dal centro delle pianure, invase i territori degli uomini liberi
a nord ovest. La forza dei pelle nera era schiacciante e solo un'alleanza forte fra tutti i clan del nord
poteva garantire la sopravvivenza di quest'ultimi. Erano stati fatti svariati tentativi sino a che Godamas
Krauser, capo clan dei Lupi Neri, è riuscito in tale impresa.

Godamas era famoso nel nord del continente per la forza smisurata sua e del suo esercito.

La leggenda vuole che il capo clan dei Lupi Neri era diretto figlio della dea Sifa, signora dell'universo e
della luce. Godamas convinse i capi delle aquile azzurre e dei draghi rossi a far gruppo comune
contro la minaccia dei Thorak. Il Re di questa nuova fazione, gli Erbitiani, fu deciso con un torneo tra i
capi clan che viste vincitore lo stesso Godamas. Per festeggiare tutti i fabbri e gli sciamani si riunirono
per forgiare al nuovo capo due asce gemelle che dovevano rappresentare la sua forza e la sua
Leadership.
"’Capiamo la necessità di unirci contro i pelle nera, ma chi guiderà tutti i clan? Chi sarà il Re?’
‘​Il problema è reale: ogni capo clan vorrebbe sedere su quel trono perché ognuno di noi sente di
esser il più forte, ma qualcuno ha sicuramente torto. Tra di noi c'è sicuramente l'uomo più forte del
nord, dobbiamo solo scoprire chi è.’
Disse Godamas trattenendo un sorriso, mentre guardava in giro con aria di sfida.
Poi continuò a parlare:
‘​Un torneo tra Capi. Chi sopravvive si prende tutto. Solo il più forte governerà su Erbita.’

La battaglia delle asce ( 700 d.p. circa)

Nel 700 d.p. avviene la "battaglia delle asce", un violento e lungo scontro in cui i Thorak furono
sconfitti e respinti definitivamente nelle pianure centrali. Durante la stessa si narra che Godamas
sconfisse il capo guerra dei pelle nera. A fine battaglia tutti cercarono il Re per andare a festeggiare la
vittoria, ma nessuno lo vide: Godamas era scomparso, l'unica cosa che ritrovarono i sopravvissuti
furono le sue due asce gemelle completamente intatte e leggermente luminescenti. Al termine della
guerra l'alleanza tra i clan non si sciolse e rimase la tradizione di eleggere il proprio re con un torneo
di forza bruta uomo contro uomo.

La ribellione contro Yamak (893 d.p. – 910 d.p. circa)

Gli Erbitiani sono chiamati a rispondere ad un nuova minaccia: Yamak, il dio folle. Dopo aver sconfitto
Mirice, il generale Yamak è impazzito a causa di una maledizione lanciata dalla stessa dea. Mosso
dalla pazzia, il dio folle ha dichiarato guerra agli dei e per farlo ha iniziato a invadere i territori del
continente in modo tale da poter proibire il culto delle divinità in ogni angolo del mondo. Intorno all'897
d.p. Erbita è uno dei pochi posti al mondo ancora non conquistato dal terribile Yamak e
silenziosamente inizia a creare una ribellione in modo da sconfiggere il dio folle.

In quegli anni viene eletto Re di Erbita Ulrich dei Draghi Rossi, vincitore del tradizionale torneo per
ambire alla corona. Una volta che le armate di Yamak iniziarono a marciare verso Erbita, la ribellione
fece da capro espiatorio. Molti uomini del nord persero la vita per dare una speranza a tutto il mondo.
Lo stesso Ulrich era sceso direttamente in battaglia per guidare la ribellione alla vittoria. Quando la
situazione sembrava volgere a vantaggio della ribellione, però, Yamak scatenò la sua arma più
potente: suo figlio Phanes. Le maschere guidate da Phanes spezzarono definitivamente la resistenza,
lo stesso Ulrich sparì durante una spedizione militare. Una volta che Erbita non aveva più protezione,
il regno fu preso militarmente dalle forze di Yamak.

Passarono tre lunghi anni e gli intenti del dio folle sembrarono calmarsi regalando qualche anno di
pace alle popolazioni che aveva sottomesso. In questi tempi i vecchi vassalli, che erano stati destituiti
durante la guerra con un governo militare, vennero reinsediati al proprio posto dopo aver giurato
fedeltà a Yamak. Lo stesso successe a Erbita, infatti Ulrich ricomparve all'improvviso. Yamak lo aveva
nominato vassallo del suo vecchio regno. Cosa successe durante la spedizione in cui Ulrich
scomparve nessuno lo sa con precisione. C'è chi dice che Ulrich si sia arreso e abbia giurato fedeltà a
Yamak per aver salva la vita. Altri asseriscono che Ulrich abbia avuto la peggio in uno scontro alla
pari con Phanes.

Giorni nostri ( post 915 d.p. circa)

Ai giorni attuali la pace apparente sembra esser stata agitata da nuovi accadimenti: l'erede
primogenito del re, ormai un giovane uomo nel pieno del vigore, verso cui i Draghi Rossi rivolgono lo
sguardo per un solido futuro, è scomparso misteriosamente senza lasciare traccia di sé.

Che sia morto, rapito o addirittura scappato dalle proprie responsabilità nessuno lo sa. Re Ulrich tace
in merito al suo destino e sembra concentrare le sue attenzioni verso il secondogenito neonato. Di
certo la questione della successione è stata rimessa in discussione, gli earl fratelli del re sono pronti a
far sentire la propria voce ed a far valere i propri diritti, persino con la forza se fosse necessario.

Nessuno vuole realmente spargere sangue fratricida indebolendo il regno costantemente a rischio di
invasioni Thorak, tuttavia la questione irrisolta è tornata in primo piano.

Per le Aquile Azzurre, quando il re fu sconfitto in duello dall'imperatore mostrò la propria debolezza, offendendo
gli dei, perdendo quindi il loro favore ed il diritto di regnare.

Per i Lupi Neri invece, perse il diritto quando codardamente abdicò' evitando la difesa finale di Erbita,
quindi il successivo reinsediamento da parte di Fanes come suo burattino venne da loro percepito
come un insulto alle antiche tradizioni.

I Draghi Rossi invece sono certi che non ci sarebbe stata Erbita senza il re, per tanto credono di
essere gli unici a poter fungere da mediatori fra l'autorità Imperiale ed il popolo intero del regno,
affinché questo mantenga la propria identità ed eviti una nuova guerra senza speranza di vittoria.

Potrebbero piacerti anche